3/04/2007

Speciale It's the finance, stupid!

La settimana 26 febbraio- 2 marzo 2007

ECONOMIA: it's the finance, stupid!
"Ci sono due cose infinite: l'universo e la stupidità umana (solo sulla prima ho dei dubbi)"
Albert Einstein
15 giorni fa avvisavo si sarebbero mossi: il calo della volatilità (mercati ingessati) iniziava a infastidirli, perchè guadagnano meno in queste situazioni. Et voilà adesso siamo di nuovo in un esaltante (per i guadagni di chi comanda) periodo di volatilità elevata, destinato a durare un bel pò.
Questa settimana desidero concentrarmi sulla infinita stupidità del gregge di analisti, economisti, commentatori.
Intendiamoci. In parte è malafede, perchè la maggioranza di costoro dipendono per i propri stipendi, bonus, profitti, etc. dal fatto che i milioni di pinocchietti in tutto il mondo cedano alle lusinghe del gatto e della volpe. Il mito dell'albero degli zecchini deve continuare ad essere difeso, altrimenti come fanno a campare lor singori?
A parte comunque questa quota di "interessati", c'è un altra ampia parte in buonafede, che mostra la validità dell'affermazione di Einstein sopra citata.
La differenza tra una persona stupida e una persona intelligente, è data dalla capacità del secondo di guardare in profondità, cogliendo il focus essenziale. Gli stupidi invece restano alla superificie, non riescono a capire quello che si muove sotto. Sono le persone che finchè vedono la nave procedere a tutto vapore, pensano che tutto vada bene.
Ad esempio, sono quelli che oggi dicono che l'economia va bene e che è assurdo pensare anche solo alla possibilità di una recessione.
Restano alla superficie. Non si chiedono cos'è che fa andare l'economia.
Se approfondissero questa tematica scoprirebbero che la risposta è :
la finanza ipetrofica sviluppata in anni e anni di abusi creditizi e di un sistema dei cambi mondiale manipolato(BW2). Allora inizierebbero, forse, ad avere il dubbio che l'Eroinomìa può un giorno anche morire di overdose.
Invece loro confondono l'apparente moderata inflazione dei prezzi al consumo per un astuta capacità delle autorità, e/o per un miracolo permanente della globalizzazione, tanto per fare un esempio facile facile. Nella loro mente l'avviso di pericolo derivante dai cattivi prestiti, dall'eccesso di speculazione a leva, dai deficit esteri e dalle bolle a catena, è "pessimismo". Succede un disastro come quello avenuto questa settimana, e loro subito danno la colpa a qualche fattore esogeno, o ai cinesi. Superficialmente, osservano che è avvenuta prima la caduta della borsa di Shangai, e dunque ne deducono che questà è stata la causa. Come chi sente il tuono e poi rovescia il bicchiere a tavola per dedurne che è stata colpa del tuono.
Credono nei "buoni fondamentali", senza capire che quando osservano utili robusti, liquidità abbondante, rendimenti minimi, spread creditizi bassi, aumento delle entrate fiscali, finanziamento facile dei deficit, etc., stanno osservando segnali distorti di un sistema imbarcatosi in una traiettoria finanziaria insostenibile. Non hanno capito che a furia di gonfiare la finanza, oggi è questa che comanda l'economia non viceversa.
Prima o poi, arriverà il momento in cui la crisi finanziaria aprirà gli occhi anche agli stolti. Il momento sarà quando cambierà la generazione di liquidità.
It's the finance, stupid !

Questa settimana abbiamo avuto un assaggino , molto modesto, di quello che prima o poi succederà su scala ben superiore. Non subito, figuriamoci, è troppo presto, come nella storiella di al lupo, al lupo.
Il principale meccanismo che agirà come catena di trasmissione saranno gli hedge funds, il trading per conto proprio delle istituzioni finanziarie, i flussi speculativi - capricciosi e rampanti- sparsi nell'enorme mercato dei derivati.
Tra le tante possibili cause scatenanti, ve n'è una già molto visibile, di cui scrivo da tempo: il mercato dei mutui americano.Vi è inoltre l'assurda concentrazione di finanziamenti in yen. Al contempo la corsa ai titoli del tesoro, rifugium peccatorum, la fuga da azioni e commodities, generano una serie di giramenti di mercato che fanno intuire lo scenario da incubo che si prepara per la comunità speculativa a leva.

I deboli dati macro USA (tra cui la scandalosa revisione al ribasso , di oltre un terzo, del Pil del quarto trim.2006: pensate agli stupidi che hanno preso per oro colato la prima stima, un mese fa) hanno esacerbato il rally dei bond, e dunque la caduta dei rendimenti. Ma ciò che importa è che, con una larga percentuale di debito governativo americano bloccata nelle casseforti delle banche centrali estere- fondi pensione- compagnie assicurative, ed un enorme posizione di vendite allo scoperto associata alle operazioni sui differenziali, il mercato dei titoli di stato appena poco tempo fa aveva dato segni di forte instabilità (siamo passati dal 4,5% sul decennale al 4,9% e ora velocemente tornati al 4,5%).
La pericolosa confluenza del problema dei subprime, della forza dello yen e dell'acquisto di derivati collegati alle operazioni in differenziali, ha fatto dunque emergere qualche problema nella ipervulnerabile megastruttura finanziaria mondiale. I mercati globali affidati ciecamente al mito della liquidità senza fine si sono dovuti bruscamente confrontare con lo spettro di una possibile crisi di liquidità.

Non mi avventuro nella previsione di quanto velocemente le cose degenereranno.Nessuno può sapere con certezza, ad esempio, l'effettiva dimensione dei finanziamenti in yen esistenti (si parla di oltre un trilione di dollari), o l'effettiva portata della speculazione a leva che è montata sopra le varie cose fin qui citate, o l' effettiva natura "di copertura" cui rispondono i circa 200 trilioni di derivati esistenti. Per cui è inutile tentare di prevedere quanto ci siamo avvicinati al punto di rottura questa settimana, che certamente ha comunque portato più in evidenza il potenziale per una crisi sistemica. E' possibile, ad esempio, che proprio il crollo dei rendimenti si dimostri stimolante per alcuni settori critici, tra cui l'immobiliare americano. Del resto i prezzi energetici si sono mantenuti robusti, e i mercati obbligazionari emergenti hanno mostrato pochi cedimenti, mentre i premi per il rischio nei vari segmenti hanno iniziato finalmente ad ampliarsi: questo è uno dei punti nevralgici dell'attuale sistema e va monitorato con attenzione per cogliere il timing esatto della grande crisi di liquidità prossima ventura.
Naturalmente si tratta di una situazione molto fluida che può deteriorarsi rapidamente, oppure riemergere in un altra fase di bolla.

Per il momento, è certo solo che attraverseremo una fase caotica dell'Eroinomia.
Il problema chiave nel breve termine resta quello realtivo alla misura in cui la crisi dei subprime - pur contrastata dal calo dei
rendimenti obbligazionari- possa rivelarsi la miccia che fa scoppiare la baracca.