9/04/2008

Speciale CANCRO CENTRALE

Speciale Cancro Centrale

La legge naturale
C'era una volta il sistema economico liberale basato sulla legge di attrazione dell'economia, equivalente della legge di gravità nella fisica: la legge della domanda ed offerta. Lasciata libera di interagire forma i prezzi dei beni,dei servizi, e della merce di scambio per eccellenza: il denaro (la legge in sintesi dice che se la domanda aumenta relativamente all'offerta, il prezzo sale, e viceversa; dice anche che al salire del prezzo la domanda tende a scendere relativamente all'offerta; pertanto è un meccanismo autoequilibrantesi).

Il risparmio
In questo sistema il risparmio veniva raccolto da operatori specializzati(i banchieri) che ne prestavano una parte a coloro che dimostravano di volerlo impiegare in attività profittevoli, ed erano disponibili a dividere con loro una parte degli utili pagando gli interessi. A loro volta i banchieri riconoscevano una parte dei ricavi ai risparmiatori, pagando loro un interesse, e stimolandoli così ad affidargli i risparmi che altrimenti avrebbero potuto restare sotto al materasso e tutto il circuito si sarebbe fermato.

I banchieri
Occorre avere chiaro che in un sistema economico normale, la funzione di intermediario(banchieri) tra datori di denaro (risparmiatori) e prenditori di denaro(imprenditori)è una funzione positiva che stimola l'attività economica. In assenza di tale funzione il risparmio resta sotto ai materassi, e le nuove attività economiche possono iniziare solo nella misura in cui l'imprenditore già possiede suoi risparmi.

Il tasso d'interesse
In questa funzione ha un ruolo cruciale il tasso d'interesse, il prezzo di mercato del risparmio, frutto dell'incontro tra offerta e domanda.In un libero mercato non esiste per definizione un tasso d'interesse giusto o sbagliato, alto o basso, esiste solo il tasso che equilibria domanda ed offerta. In un sistema economico libero (senza banca centrale) succede che quando- per vari motivi - aumenta la voglia di intraprendere ed aumenta quindi la domanda di risparmio, il suo prezzo sale, così incentivando l'offerta di risparmio(ciclo di espansione dell'economia); però, salendo il tasso d'interesse, si iniziano a ridurre le iniziative imprenditoriali in grado di generare il profitto necessario per sostenerne l'onere, e la domanda di risparmio inizia a scendere, facendo scendere il tasso d'interesse anche perchè nel frattempo l'aumentata offerta di risparmio agisce nello stesso senso, dall'altro lato. Analogamente, quando - per vari motivi- diminuisce la voglia di intraprendere e quindi la domanda di risparmio, il suo prezzo scende, così disincentivandone l'offerta( ciclo di contrazione dell'economia);però, scendendo il tasso d'interesse, aumentano le iniziative profittevoli in rapporto ad esso, e la domanda di risparmio riprende a salire facendo salire il tasso d'interesse anche perchè nel frattempo si riduce l'offerta di risparmio.

Funziona se libero
La bellezza della legge di attrazione dell'economia è che automaticamente produce il migliore dei mondi possibili, automaticamente aggiustando ogni squilibrio dovesse via via presentarsi. MA per funzionare questo stupendo orologio naturale (e parlo di Natura perchè l'economia è l'attività degli esseri umani, che sono parte della Natura) ha bisogno di un requisito fondamentale: deve essere lasciato libero. Signfica che funziona solo in una condizione di concorrenza perfetta,in cui nessun partecipante ha le dimensioni per poter influenzare domanda-offerta-prezzo.
Man mano che questa condizione si allenta,crescendo il grado di oligopolio e monopolio dell'economia avviene una distorsione, e succede che il sistema si ammala ed inizia a produrre cellule cancerogene che alla lunga uccidono l'organismo.

Il cancro centrale
Purtroppo da fine 1800 ed inizio del 1900, proprio mentre gli economisti formalizzavano la Teoria dell'equilibrio economico generale, la tendenza all'oligopolio e a introdurre monopoli di varia natura si è affermata in modo irreversibile, generando una serie di cellule cancerogene mortali tra cui la creazione della BANCA CENTRALE. Essa, in un sistema economico, rappresenta Il CANCRO CENTRALE, quello incurabile che porta alla tomba se non viene estirpato in tempo.
Vediamo perchè e vediamo come si è arrivati a quest' orribile invenzione che ha distrutto il sistema economico liberale.

Lo Stato
Occorre aver chiaro che quanto fin qui detto vale soprattutto per lo Stato. In un sistema economico liberale il ruolo dello Stato è esclusivamente quello di far rispettare le regole, a cominciare da quelle anti trust, esercitando la Giustizia. E' fondamentale che lo Stato abbia un bilancio in pareggio, e che spenda esclusivamente ciò che incassa dalle tasse. Altrimenti, come purtroppo divenuto la norma da quando il monopolio statale è cresciuto senza limiti durante il 1900,se lo Stato ha un bilancio in deficit (spende più di quanto ricava dalle tasse) per finanziarlo deve assorbire risparmio privato, riducendone la disponibilità per gli imprenditori(sarebbe negativo anche il contrario: con un bilancio in avanzo lo Stato toglie risorse all'economia privata incassando più tasse di quanto poi spende). In un sistema liberale senza cancro (pardon: banca) centrale, il deficit di bilancio produce - coeteris paribus -un rialzo del tasso d'interesse, esercitando un effetto depressivo sull'intrapresa privata,che produce un calo delle tasse incassate, con incremento del deficit medesimo ed effetto sempre più depressivo. Ciò, alla lunga (in un sistema democratico), provoca una forte domanda di eliminazione del deficit, innescando il processo opposto: maggior risparmio disponibile per l'economia privata, calo del tasso d'interesse, ripresa del ciclo economico. Come sempre dunque il sistema tenderebbe a riequilibrarsi spontaneamente.
Purtroppo invece, poichè esiste la Banca Centrale, lo Stato può impedire al tasso d'interesse di salire per effetto del suo deficit: si fa infatti finanziare da un aumento della base monetaria, e dalla conseguente inflazione. Occorre aver chiaro che in un sistema liberale l'inflazione,come la deflazione, non potrebbero essere che fenomeni temporanei, per i motivi menzionati allorchè ho illustrato la meravigliosa legge della domanda e dell'offerta. Naturalmente in un sistema statalizzato, invece, l'inflazione può essere manovrata a piacere da parte di chi comanda e dunque essere usata come tassazione occulta permanente (più o meno accentuata).

I cicli
Per capire come si sia potuti arrivare alla creazione delle banche centrali, occorre anche ricordare che l'attività economica, in quanto fatto naturale, ha inevitabilmente dei suoi alti e bassi, dei suoi cicli, perchè gli uomini non sono macchinette. Ora succede che durante le fasi di espansione, per i motivi sopraricordati, si fanno maggiori profitti (banche, imprese), vi sono maggiori redditi, e lo Stato incamera più tasse. Esattamente il contrario avviene durante le fasi di rallentamento. L'atteggiamento più saggio che tutti dovrebbero avere al riguardo, è quello di sfruttare le fasi di ciclo forte(gli anni di vacche grasse) come fanno le formiche, per poi affrontare con serenità quelle di ciclo debole(vacche magre), accettandole esattamente come si fa con il bello ed il cattivo tempo, senza pretendere invece di imporre alla Natura solo il bel tempo, perchè la Natura poi si arrabbia e manda lo Tsunami.

L'avidità
MA c'è un grande nemico: l'avidità, la sete irrefrenabile di potere e guadagno, un virus che colpisce soprattutto (paradossalmente) i già ricchi e già potenti. Invece di contentarsi, ne vogliono sempre di più. Si sentono onnipotenti. Così cercano di andare contro natura, o meglio di forzare la natura al loro volere. L'obiettivo è dunque diventato l'eliminazione del ciclo economico, avere sempre e a tutti i costi una crescita forte permanente, il più possibile.E questa azione contro natura è stata facilmente imposta politicamente, perchè l'esplosione del consumismo ha coinvolto tutti.

L'interventismo malefico
Per questo motivo a fine 1800 ed inizio 1900 i principali banchieri dell'epoca hanno inventato la BANCA CENTRALE, espandendo il modello fino ad allora esistente solo in Inghilterra (dal 1694), prendendo la scusa da una classica crisi ciclica dell'epoca che aveva portato al fallimento alcune banche. Negli USA, furono Morgan e Rockfeller, che riuscirono nonostante l'apposito divieto costituzionale , a far approvare dai politici l'istituzione della FED nel 1913.
La FED si mise all'opera ed immediatamente creò una grande bolla: quella degli anni 20 , scoppiata come noto nel 1929 e da cui derivò la famosa Grande Depressione. A quel punto i politici presero la scusa della Grande depressione, per far crescere enormemente il ruolo dello Stato nell'economia, ed approfittarono della coperura teorica loro data da un noto economista dell'epoca, Keynes, per spendere più di quanto incassavano dalle tasse. Fu la fine della teoria dell'equilibrio economico generale, e gli effetti di quella fine sono quelli che abbiamo appena iniziato a vedere ai nostri giorni.

La fine del gold standard
Infatti, dopo la seconda guerra mondiale, sia il bilancio in deficit che la manipolazone della moneta, dei tassi d'interesse e di cambio, furono usati con una certa moderazione, perchè resisteva il gold standard: il dollaro, divenuto la princiaple moneta internazionale, era ancora convertibile in oro. Poi dagli anni 60 è stato un crescendo, scatenatosi guarda caso dopo l'abolizione della convertibilità del dollaro in oro nel 1971 e culminato (dopo tutta una serie di bolle al cui scoppio si reagiva puntualmente con manipolazioni sempre maggiori) nella più grande bolla di tutti i tempi, scoppiata ufficialmente nell'estate 2007, che a sua volta ha dato luogo alla peggiore reazione possibile: un ulteriore incredibile accelerazione del processo di statalizzazione dell'economia globale, con sempre più prepotenti manipolazioni dei tassi d'interesse e di cambio (fra un pò si arriverà a fissare anche i prezzi delle case e le quotazioni azionarie per decreto legge; nulla di nuovo - per carità - lo facevano i sovietici, ma non avevano la faccia tosta di considerarsi gli alfieri del "libero mercato").

Il peggio deve ancora venire.
Quello che si è visto finora è solo l'antipasto (e magari anche il primo): la portata forte con i contorni ed il dessert devono ancora uscire dalle cucine. Basti pensare che adesso la salvezza del sistema viene a dipendere dai governi, i quali diventano la vera banca centrale: hanno appena deciso che sono loro il prestatore di ultima istanza delle banche e dell'economia. Ma c'è un piccolo problema di cui ancora nessuno parla:

il Re è nudo
i governi, gli Stati , sono indebitati ed in deficit anno dopo anno; le risorse di cui dispongono le prendono proprio dalle banche e dall'economia(cioè da tutti coloro che comprano le loro cambiali). Dunque è una situazione paradossale che non sta in piedi: risparmiatori e banche dovrebbero prendere i soldi dallo Stato che li prende da loro. Siamo al ridicolo, allo stato puro. Eppure è sotto gli occhi di tutti: riunioni su riunioni, g4 g7 g8 g20, proclami governativi di tutte le nazioni, per dire esattamente questo assurdo.
E cioè : Che i soldi che non ci sono li daranno loro che non li hanno.
Ricorda la famosa fiaba: il Re è nudo, ma nessuno lo dice, tutti fanno finta di credere che sia vestito magnificamente.

Riciclaggio internazionale
Ed è sbagliato pensare che possano tenere in piedi la baracca asiatici ed arabi; essi infatti sono in avanzo e in attivo nel loro commercio estero, ma finora hanno incassato solo e soltanto cambiali emesse da quelli che oggi stanno per fallire. Certo, se accettano di continuare a essere pagati in cambiali, pur di mantenere in vita il cliente, danno un contributo al proseguimento dell'agonìa. Ma questo non farebbe altro che perpetrare un altro degli aspetti essenziali del disastro odierno, quello collegato alla manipolazione dei tassi di cambio e dei rapporti con l'estero (di cui finora non ho voluto parlare per non complicare le idee, anche perchè l'essenza resta quella descritta, anche su scala globale).

Si fomenta il cancro
Assolutamente non vorrei essere pessimista, nessuno più di me sa quanto sarebbe bene pensare positivo. Ma possono esserci speranze in una situazione come questa, in cui invece di capire la lezione per quanto dura ed estirpare il cancro con la più potente delle chemioterapie o con il più drastico degli interventi chirurgici, non si fa altro che nutrirne le cellule cancerogene sempre di più?

L'equilibrio nei bilanci bancari
Ma c'è di più: In un sistema economico liberale, SENZA banca centrale, chi svolge l'attività bancaria deve per forza stare attento a far combaciare le scadenze dei suoi debiti e dei suoi crediti. Questo perchè se si mettesse a raccogliere denaro prevalenemente riscuotibile dai proprietari a breve scadenza, e utilizzasse questo denaro prevalentemente prestandolo a lunga scadenza, si verrebbe a trovare nell'antipatica condizione di non avere il denaro quando i suoi creditori si presentano a richiederglielo. In tal condizione non avrebbe che due possibilità: o trovare qualcun altro che glielo presta, facendo così sostituzione di debito; oppure trovare qualcun altro che si prende in carico i suoi crediti facendolo rientrare della liquidità che gli serve. Naturalmente entrambe queste alternative hanno un costo che verrebbe a ridurre sensibilmente il margine di interesse fin lì teoricamente guadagnato nella differenza tra quanto pagato ai depositanti e quanto incassato dai suoi affidati.
Per questi elementari motivi, in ogni manuale di "scienze" bancarie, la prima cosa che si insegna è appunto l'equilibrio tra le scadenze nell'attivo e passivo del bilancio. Dopo il disastro degli anni 30 si era inoltre provveduto a istituire per legge la differenza tra banche commerciali di deposito (raccogliendo a breve termine, non potevano fare prestiti oltre i 18 mesi), e banche d'investimento (in Ialia gli istituti di credito speciale), cioè quelle banche eroganti prestiti a lunga scadenza: si dovevano finanziare tramite emissioni di obbligazioni anch'esse a lunga scadenza.

Purtroppo però ci sono le banche centrali.
I cui effetti cancerogeni nel sistema economico si esprimono in vari modi, tra i quali spicca la funzione di prestatore di ultima istanza alle banche commerciali. Il che alla lunga ha l'effetto deresponsabilizzante di corrompere queste ultime, del resto aizzate a fare più utili possibili. Ed è chiaro che - essendo i tassi a lungo termine più elevati di quelli a breve (sempre in un mondo normale)- esse sono spinte a infrangere l'equilibrio tra le scadenze "prendendo a breve e dando a lunga" come si dice in gergo. Tanto, in caso di difficoltà, c'è la banca centrale che interviene (figuriamoci se fa fallire la banca incauta). Così questa malversazione ha preso tanto piede da essere di nuovo legiferata: nel pieno della bolla le famose autorità - quelle da cui oggi dovrebbe dipendere la salvezza del mondo - hanno addirittura abolito la distinzione tra banche a breve e banche a lungo: tutti possono fare tutto, evviva la concorrenza. In realtà dietro a questa motivazione ingannevole, c'era invece la sete di utili crescenti: perchè non guadagnare di più se tanto poi paga pantalone (la banca centrale, cioè il governo, cioè la collettività)?

Il cancro si espande
E il cancro si è espanso portando all'accumularsi di posizioni squilibrate con le banche piene di crediti illiquidi, inesigibili, a lungo termine - assolutamente incapaci di far fronte ai propri debiti a breve termine. Da qui l'allarmata discesa in campo dei governi occidentali riuniti che hanno assunto la nota posizione RIDICOLA di prestatori di ultima istanza - garantendo i depositi bancari - pur di evitare che i depositanti si presentassero in massa a richiedere i propri quattrini. In quel caso infatti non c'è alcuna possibilità di poterglieli ridare. Occorrerebbe stampare quantità enormi e si farebbe fatica anche materialmente. Sulla posizione RIDICOLA dei governi ho già scritto: devono decidersi, loro i soldi ce li hanno? tanto da poter garantire tutti i depositi bancari? e allora perchè li chiedono mese dopo mese per poter pagare gli stipendi e fare fronte ai loro normali impegni di spesa? Insomma per essere credibili come prestatori di ultima istanza, non possono essere al contempo prenditori di prima istanza. Scusate se ci sono tornato sopra, ma il fatto che non si legga una riga o non si levi una voce in tal senso per me ha dell'incredibile(come sempre gradite segnalazioni in tal senso, soprattutto in Italia).

La curva dei tassi
Adesso vorrei invece far osservare come l'azione cancerogena, scaturente dal fatto che tutti prendono a breve e danno a lunga, colpisce l'organismo economico. Sempre nel famoso sistema "normale" ,i tassi a lunga sono per forza superiori ai tassi a breve, in quanto non avrebbe alcuna razionalità prestare i soldi a un rendimento inferiore per una scadenza più lunga; ma il cancro centrale riesce anche in questo. Infatti, per effetto della legge della domanda e offerta, se tutte le banche vogliono indebitarsi soprattutto a breve, è chiaro che i tassi a breve tendono a salire (perchè aumenta la domanda di fondi a breve); e analogamente se tutte le banche vogliono prestare a lunga è chiaro che i tassi a lunga scendono (perchè aumenta l'offerta di prestiti a lunga). Ne consegue che la curva dei tassi si appiattisce; e sotto l'azione delle banche centrali riesce addirittura ad invertirsi. Naturalmente tutto questo viene visto di buon occhio dai prenditori di denaro a lunga che vedono scendere il costo del loro indebitamento; e tanto lo vedono bene che aumentano la loro domanda di finanziamenti, perchè più bassi sono i tassi, maggiori sono le iniziative che si possono tentare.Ed il tutto viene esacerbato dalla già illustrata tendenza del cancro centrale di abbassare i tassi il più possibile. Ne scaturiscono le famose bolle, che si creano appunto per abbondanza di credito a buon mercato, in un contesto in cui l'avversione per il rischio viene minimizzata dalla convinzione diffusa che interverrà la banca centrale, in caso di bisogno (azzardo morale).

La disonestà
Dunque la reazione a catena dei danni scaturenti dal cancro centrale non potrebbe essere più devastante. L'aspetto che colpisce maggiormente è il seguente: poichè è molto facile , ed alla portata di tutti, capire questi meccanismi; e poichè è evidente che da un congengo simile vengono fuori quantità di utili enormi puramente parassitari e soprattutto privi di rischio, perchè si sa che le perdite verranno scaricate sulla collettività; allora non possono esserci dubbi sulla malafede e dulla disonestà profonda che ha animato ed anima coloro che - guidando la baracca - hanno innescato il cancro centrale. Vedremo se tutta questa tragedia finirà come alla Bastiglia.

La causa prima
Ricapitolando: La causa prima della degenerazione genetica del sistema economico e finanziario risiede nella tendenza del capitalismo a generare monopoli ed oligopoli non rispettando la concorrenza perfetta, l'unica in grado di esprimere un insieme di prezzi "naturali" frutto della libera domanda ed offerta da cui la tendenza al riequilibrio spontaneo.

L'effetto
Da tale causa discende l'effetto dell'imposizione di un prezzo politico del denaro, effettuato dall'apposito monopolista. Se il tasso d'interesse fosse lasciato libero di fluttuare in base alla domanda e all'offerta, non si potrebbero MAI creare delle bolle devastanti quali quelle che ben conosciamo, perchè il meccanismo si riequilibrerebbe spontaneamente. Se il tasso di cambio fosse stato lasciato libero ed il sistema monetario ancorato a un bene reale(l'oro), non si sarebbe MAI potuta creare una situazione di permanente squilibrio nel rapporto tra consumi e produzione dell'economia più grande del mondo (almeno fino ad ora), consentendo alla sua popolazione di vivere al di sopra dei propri mezzi.Vediamo perchè.

L'azione cancerogena delle banche centrali sull'economia internazionale.
Ricordo che il reddito (o PIL) prodotto in un paese durante l'anno può solo O essere consumato O essere risparmiato. Non ci sono per definizione altre alternative. Se il paese fosse solo al mondo, al massimo potrebbe consumare tutto il reddito che produce, azzerando i risparmi. Sarebbe già una politica imprudente, ma almeno ci sarebbe questo limite. Invece in un contesto di scambi internazionali, il paese può consumare più di quello che produce, perchè quel di più lo può prendere dall'estero, accumulando così un risparmio negativo. In un sistema monetario internazionale basato sull'oro, il paese in deficit potrebbe restare tale solo fino a quando ha delle riserve aurifere da dare all'estero in cambio del suo eccesso di consumi. Esaurito l'oro, si dovrebbe fermare per forza, e ridurre i propri consumi. Inoltre, in regime di gold standard la quantità di moneta e credito nel paese è proporzionale all'oro disponibile; riducendosi questo, si riducono anche moneta e credito, e quindi il paese sarebbe forzaro a ridurre il proprio tenore di vita, cioè i consumi e le importazioni, venendo automaticamente spinto al riequilibrio.

Purtroppo però hanno abolito il gold standard,
sostituendolo con il dollar standard(come se il dollaro fosse oro, ma il dollaro si può stampare a piacimento, l'oro NO). Anche in questo caso già potenzialmente nefasto, se però si rispettassero la domanda e l'offerta, in una situazione di deficit la valuta del paese si svaluterebbe; il che comporta automaticamente un disincentivo alle importazioni (che costano di più) ed un incentivo alle esportazioni(che divengono più convenienti per i partner esteri); inoltre la svalutazione porterebbe a una pressione rialzista sui tassi d'interesse, e quindi anche per questa via si eserciterebbe la tendenza al riequilibrio.

Purtroppo però ci sono le banche centrali.
Le quali decidono di manipolare il prezzo del denaro sia interno che esterno, quindi sia il tasso d' interesse che il tasso di cambio. Per cui invece di vendere la valuta del paese deficitario innescando il meccanismo sopraillustrato, la detengono tra le proprie riserve valutarie evitando la modifica dei tassi di cambio; ed inoltre poichè devono ricavarci qualcosa, la rimandano al paese di origine prendendosi in cambio i suoi debiti ed esercitando quindi una pressione al ribasso sui tassi d'interesse del paese deficitario. Ecco dunque che questa orribile manipolazione, provoca la permanenza dello squilibrio che non solo non si riaggiusta ma addiritttura peggiora. E non finisce qui. Perchè così facendo la banca centrale manipolatrice, aumenta l'offerta di moneta e credito all'interno del suo paese, nella misura in cui non vende la valuta straniera pervenutale(la valuta domestica ai suoi esportatori gliela deve dare). Quindi crea inflazione al suo interno.

La guerra
Così Il cancro si espande a tutti i livelli, e procede indistrurbato, creando le premesse per disastri futuri inimmaginabili. Infatti il paese "furbo" che accumula riserva in valuta del paese deficitario, in realtà accumula una massa di cambiali che non potrà mai incassare. E questo può portare alla guerra.

Sempre sbagliato
Se tali enormi distorsioni (disastrose a lungo andare) si sono potute creare e mantenere crescenti nel tempo è a causa del prezzo politico del denaro, che per forza risulta sempre sbagliato: un basso tasso d'interesse piace agli stati debitori, agli imprenditori, ai cittadini debitori (mutui e credito al consumo), e dunque piacendo a tutti diviene una costante del sistema; ma purtroppo un tasso d'interesse basso produce inevitabilmente delle bolle economiche(svilisce il risparmio) e finanziarie; ed ancora peggio, la gestione politica (tramite banche centrali) dei prezzi del denaro impedisce che possano avvenire riequilibri spontanei, anzi il sistema si avvita al peggioramento, perchè quando le bolle crescono (case, azioni che salgono, ad esempio) tutti applaudono, e solo quando scoppiano tutti si disperano, e come si pone rimedio? abbassando il costo del denaro, cioè riproponendo la causa della bolla, così se ne forma un altra e si passa di bolla in bolla. Fino a quando l'implosione del sistema è simultanea e definitiva.

La crescita drogata
Tra l'altro anche l'eccesso di crescita economica, soprattutto adesso che concerne sei miliardi di persone, è un male da combattere, perchè il sistema ecologico planetario non è in grado di sopportarlo. Si può discutere se il disastro ambientale arriverà tra x o tra y anni, ma è certo che così procedendo arriva, dunque sarebbe molto sensato cambiare modello di sviluppo prima possibile.Ma tale modello di sviluppo "sostenibile" può venire fuori solo dalle forze spontanee del libero mercato, non certo dall'imposizione di un gruppetto di oligarchi. A proposito dei quali vengono i brividi a pensare cosa combineranno adesso nella nuova "Bretton Woods".

Le soluzioni
In realtà, come si evince da quanto fin qui scritto, basterebbe rispettare le legislazioni anti trust, smantellando tutti i monopoli ed oligopoli a cominciare da quelli statali, e lasciare la legge della domada ed offerta libera di funzionare, ripristinando quindi la teoria dell'equilibrio economico generale in concorrenza perfetta, con tre semplici riforme:
1) abolire il dollar standard (ritornando al gold standard)
2) abolire il deficit spending (ritornando all'obbligo del bilancio statale in pareggio)
3) abolire le banche centrali (ritornando all'unicità dei Ministeri del tesoro).
Ma naturalmente non esiste alcuna possibilità che si vada in questa direzione, per cui non resta che prepararsi al peggio.

7/01/2008

La Nota sui mercati (29.6)


ECONOMIA: peggio degli anni 70
L'ho scritto numerose volte in passato: le banche centrali sono state inventate per poter tassare i cittadini senza dover applicare tasse specifiche di cui i governi debbano rispondere agli elettori. Le banche centrali infatti ottengono questo risultato semplicemente producendo inflazione, che viene percepita con ritardo e lentezza; soprattutto, è possibile addebitarne la colpa a fattori esterni, e farla apparire una specie di calamità naturale. Per poter svolgere il loro lavoro indisturbate, e cioè trasferire risorse dai risparmiatori e dai creditori ai grandi debitori (governo e sistema banco-finanziario) tramite l'inflazione, le banche centrali sono state genialmente dotate di un "mandato" che le nomina difensori del potere d'acquisto della moneta. In modo che la massa non possa sospettare che il vero mandato sia esattamente l'opposto.
Quando l'inflazione scappa di mano, come nell'attuale fase, e conquista le prime pagine dei giornali, le banche centrali devono dare il meglio di sè per proseguire nell'inganno, e devono quindi "parlare" contro l'inflazione, e ogni tanto agire via tassi d'interesse, per dare la sensazione che stanno facendo quello che sarebbero deputate a fare. Inoltre, per continuare a produrre inflazione facendo finta di combatterla, è essenziale che alimentino dibattiti fuorvianti sulle origini della medesima. Non a caso, oggi, la massa è convinta che la "causa" dell'inflazione sia il petrolio, come se il prezzo di quest'ultimo fosse salito per una sorta di maledizione divina. Conseguentemente, la massa è anche convinta che non appena il prezzo del petrolio dovesse scendere, l'inflazione tutta rientrerà.
Nel frattempo, si sostiene capziosamente che in questa fase l'inflazione non è poi un male perchè serve a contrastare le tendenze recessive: molti sostengono addirittura che i tassi di interesse reali negativi sono un bene. Si allontana così il pubblico dall'idea che sono proprio i bassi tassi d'interesse e la politica monetaria ad aver prodotto l'inflazione, che a sua volta ha prodotto anche la tendenza recessiva in atto.
Già nel 2001/2002, gli inflazionisti furono pronti a monetizzare l'effetto deflazionistico derivante dallo scoppio della bolla tecnologica, ed inflazionarono il credito ipotecario. Come era facilmente prevedibile, non appena si è consumato il "velo" l'inflazione è emersa in tutta la sua potenza. Ora gli inflazionisti vogliono fare la stessa operazione coprendosi sotto il "velo" depressivo derivante dallo scoppio della bolla immobiliare e finanziaria: arrivano a dire che l'inflazione è una medicina necessaria per evitare che i prezzi degli assets e l'economia reale si avvitino in una spirale recessiva.
In realtà l'inflazione odierna proviene da un periodo di molti anni. La causa principale, prodotta dall'azione delle banche centrali, è l'eccesso di dollari, ed in particolare la bolla creditizia basata sugli assets che ha provocato distorsioni senza precedenti al sistema economico globale. La massiccia creazione di dollari ha aperto il vaso di Pandora da cui è uscita una espansione creditizia globale, ripeto, senza precedenti storici per dimensioni e appunto globalità. E' questa la causa principale del rialzo del prezzo del petrolio, che continuerà ad avere conseguenze economiche, finanziarie e geopolitiche.
I paragoni con gli anni 70, non colgono gli aspetti chiave dell'inflazione odierna.Infatti, vi sono tre dinamiche interrelate che guidano le attuali forze inflazionistiche:
1) Il massiccio flusso di dollari che inonda il mondo; nonostante la svalutazione del dollaro, il credit crunch, e la recessione americana, anche quest'anno gli USA produrranno un deficit di 700 e passa miliardi di dollari che continuerà ad inondare l'economia globale , e specialmente quella asiatica, fornendo risorse che saranno usate per comprare petrolio e altre risorse strategiche.
2) la speculazione incentivata dalle banche centrali tramite i salvataggi in caso di fallimenti, che per sua natura va a caccia di prezzi crescenti.
3)la confluenza del flusso di liquidità globale nei sistemi creditizi nazionali in paesi a cambi "quasi" fissi con il dollaro, che ha esercitato un enorme effetto stimolativo su popolazioni molto grandi (Cina, india) ed ha quindi creato un orientamento inflazionistico di portata senza precedenti per energia, cibo, materie prime in generale.
Come dovrebbe esssere ormai ovvio, l'iperinflazione energetica ed alimentare porta al caos globale. L'attuale orientamento inflazionistico, enormemente peggiorato con le manovre di salvataggio effettuate durante fine 2007-inizio 2008 dalle banche centrali per aiutare i loro padroni banchieri, ha reso normali movimenti dei prezzi altrimenti spettacolari e anomali. La politica monetaria mondiale (di cui sono responsabili le principali banche centrali) che favorisce la trasformazione dei 700 miliardi di deficit USA in una potente arma speculativa globale, sta conducendo al disastro. Come minimo, si può dire che essa assicura ulteriore futura inflazione per beni di prima necessità di cui nessuno può fare a meno; in altre parole, gli sforzi per monetizzare le perdite finanziarie garantiscono una spinta globale a scambiare i dollari in eccesso con beni tangibili ed essenziali.
L'inflazione che ne scaturisce colpisce anche i super indebitati consumatori americani.I tassi di interesse negativi reali producono inflazione e riducono i redditi reali dei consumatori che non sono più in grado di onorare i loro debiti anche se i tassi sono infimi. Può apparire paradossale che proprio i tassi bassi danneggino gli indebitatissimi consumatori, ma è perfettamente logico. Ad esempio, il collasso nei prezzi dei SUV e dei camion , ha portato ad un capitale negativo nei prestiti del settore auto: il merito creditizio delle famiglie è stato dunque colpito direttamente dall'infazione, creando un peso addizionale per milioni di persone che hanno comprato casa nei sobborghi. E a causa di ciò, il costo reale dell'indebitamento ipotecario sta salendo alla faccia dei tassi al 2% della Fed.Soprattutto le famiglie stanno soffrendo ulteriormente a causa dei rendimenti sempre più bassi sui propri risparmi, a cui si aggiunge adesso la tosatura azionaria.
Negli anni 70 salirono i prezzi al consumo, ma anche i redditi, i prezzi delle case. La situazione attuale è invece molto peggio: salgono solo i prezzi al consumo, mentre scendono redditi e case.Lo scoppio della bolla finanziaria a Wall Street sta portando a un grande spostamento nei comportamenti di spesa dell'economia, sta mettendo in crisi salari , redditi e profitti in alcuni settori, mentre altri (pochi) stanno beneficiando. Il fallimento dell'alchimia di Wally ha portato ad un grado di squilibrio e vulnerabilità ben peggiore rispetto all'inflazione degli anni 70 anche se l'inflazione ufficiale non è a due cifre come all'epoca (anche perchè all'epoca non c'era ancora la Cina manifatturiera ).
Chi studia la storia delle grandi inflazioni trova ricorrente il ritornello in cui si chiede ancora un pò più d'inflazione perchè benefica...dunque non stupisce che la massa ritenga appropriata l'azione della Fed che produce "ancora un pò più di inflazione". Invece La Storia lo mostra chiaramente: l'inflazionismo è la strada per la rovina, e questa strada è oggi diventata ben visibile.

MATERIE PRIME: crudo record
Se la fed avesse alzato i tassi, magari di mezzo punto, riportandoli a un (sempre molto negativo in termini reali) tasso del 2,5%, è praticamente certo che il dollaro sarebbe schizzato e appresso a lui il petrolio sarebbe crollato chiudendo la settimana ben sotto 130 invece che sopra 140. La borsa dopo una prima caduta, si sarebbe ripresa e lo sp500 avrebbe concluso dalle parti di 1350 invece che a 1270.
Errore fed dunque? no, perchè la fed VUOLE produrre inflazione, e non toccando i tassi bensì limitandosi a dichiarazioni di facciata contribuisce ad aumentare l'inflazione facendo scendere il dollaro e salire il petrolio. Questo è il cuore del probema, tutto il resto è secondario. Le varie scuse momentanee,per spiegare il nuovo record del crudo, non reggono: si pensi ai soliti blocchi nigeriani, o a una ipotizzata minor produzione libica, per non parlare delle sconnesse dichiarazioni dell'algerino che presiede l'opec secondo il quale il petrolio arriverà a 170 questa estate se la bce alza i tassi. Sciocchezza clamorosa, motivata secondo questo signore dal fatto che l'euro salirebbe e appresso a lui il petrolio. In realtà il ridicolo aumento che la bce farà (+0,25), sarà ininfluente sul cambio perchè già scontato e quel tapino di trichet si è già affrettato a dire che non sarà l'inizio di un ciclo di aumenti. Certo trichet lo ha fatto per motivi politici, ma il punto è che se l'euro sale è solo perchè il dollaro scende, e ciò perchè c'è un eccesso di dollari nel mondo, e la politica monetaria globale lo amplifica invece che limitarlo. Chi non capisce questo, non potrà mai prevedere gli andamenti di lungo termine delle principali variabili finanziarie.
E' stata quindi un altra settimana di rialzi per tutte le materie prime guidate dal petrolio e , per la prima volta da un pò di tempo in qua, dall'oro(+3%).
Si conclude con : petrolio a 140(agosto) gas naturale a 13,2(agosto) oro a 931(agosto) argento a 17,7(settembre) platino a 2062(ottobre) palladio a 471(settembre) rame a 388(settembre).
Previsione scenario inflazionistico: oro al rialzo
Posizione asset: 40% oro fisico a 14,1 eu/gr. (chiude a 18,90 = +33%)
Posizione trading: nulla

CAMBI: altra caduta del dollaro
L'indice generale del dollaro perde l'1% e scende a 72,3. Il dollaro ha perso contro tutti, a questo giro anche contro lo yen perchè il crollo della borsa ha riportato il blocco dei carry trades secondo l'usuale correlazione che recentemente era saltata. Ciò indica che la paura sui mercati è tornata a farla da padrona, e non a caso si è rivisto il franco svizzero super star.
L'eurodollaro conclude poco sotto 1,58 avvicinandosi alla fascia alta del range(1,60-1,53) in essere ormai da due mesi, nel quale si sta svolgendo la più volte illustrata fase correttiva (abc) alla fine della quale partirà la nuova sequenza di onde in trend. L'eurodollaro, che fino a prima della fed era rimasto sotto 1,56 e che a inizio settimana aveva risentito della sopracitata dichiarazione di trichet,è stato il primo a interpretare il comunicato della fed come un segnale di lassismo a dispetto della esplicita dichiarazione anti inflazionistica, e con il suo salto di circa 1 figura nell'ora successiva ha trainato il petrolio (che dopo le scorte americane in aumento era sceso da 136 a 132) riportandolo a 136, il quale a sua volta ha contribuito alla brusca inversione di marcia dell'azionario (inizialmente salito subito dopo la fed). Il giorno dopo è stato invece il petrolio che ha sparato verso 140 sulle dichiarazioni sopracitate del presidente opec, a trascinare il dollaro al ribasso, facendo arrivare eurodollaro quasi a 1,58 e dando il colpo di grazia alla borsa.
Per ora il giochino delle correlazioni vede dollaro-petrolio-oro- borsa -rendimenti muoversi sempre insieme; l'iniziativa può partire da uno qualunque dei comparti, e poi tutti gli altri gli vanno appresso: nella stessa direzione dollaro -borsa- rendimenti(ad esempio tutti in discesa come questa settimana), in modo opposto petrolio ed oro(in rialzo se gli altri in discesa). E' importante notare che la leadership può cambiare facilmente: può essere il petrolio, ma può essere anche il dollaro o la borsa a muoversi per primo e a trascinare gli altri.
Previsione scenario inflazionistico: dollaro al ribassoPosizione asset : 60% in euro ripartito come indicato nel paragrafo sui rendimenti; Posizione trading: nulla
OBBLIGAZIONI: effetto rifugio
I bot USA a 3 mesi scendono allo 1,66%; a 2 anni -27 cts. a 2,63%; -25 cts. a 5 anni al 3,35%; il decennale -20 cts. al 3,97% -21 cts a 30 anni al 4,52%. I futures sul tasso a tre mesi scadenza dicembre 2009 quotano il 4,07% (-21cts.), il differenziale tra 2 e 10 anni sale a 133 cts..
L’overnight è sopra al target FED (2%); il libor a tre mesi è fermo però al 2,8%(+0 cts). Gli spreads con Fannie e Freddie, si ampliano a 76 cts. in più rispetto al Tesoro. Aumentano gli spreads dei corporate bonds, in rialzo di 3 cts. i tassi sui mutui in tutte le durate.
In Europa il bund decennale è al 4,52%; il differenziale con l’americano è salito a +55 cts. per il bund, mentre il differenziale sulla scadenza a due anni (4,44%)è di 181 cts. I tassi euribor fermi sui massimi: a 3 mesi al 5,01% , ad un mese al 4,5% quelli ad un anno al 5,46%.
E per concludere il decennale giapponese è sceso all'1,62%, mentre sono stati venduti (con un rialzo medio di 16 cts. nei rendimenti) gli obbligazionari dei paesi emergenti, altro chiaro segnale dell'aumento nei premi per il rischio.
Previsione scenario inflazionistico: rendimenti negativi (al netto dell’inflazione)
Posizione asset: 50% al 3,5% netto (bot 15.12.08) +10% al 2,92% netto (deposito iwpower)
Posizione trading: nulla

BORSE: giovedì nero
Seconda settimana di forte ribasso per gli azionari. Il DOWè stato il primo tra i principali indici a fare nuovi minimi assoluti ed è ora a -19% da ottobre 2007. Il settore bancario è tornato ai livelli del 2002. I tecnologici, finora tra i più resistenti, hanno inziato a mollare: qualcuno si è reso conto che anche loro risentiranno della stagflazione incombente.
Andando alla consueta analisi sullo sp500, la settimana si conclude sul livello più basso da tempo qui prefigurato come target per l'onda ribassista inziata a 1440. Purtroppo però, non ne ho approfittato appieno: la confusione creatasi prima della Fed, mi aveva indotto a pensare che il doppio minimo a 1304 potesse essere la fine dell'onda, e ho preferito accontentarmi(+117 punti) uscendo a 1323 . Invece il film prefigurato tante volte si è poi pienamente realizzato e la settimana si conclude a 1278.
Cosa mi aspetto adesso?
Dal massimo di metà maggio a 1440 il ribasso in corso è alla sua sesta settimana, e sostanzialmente appare svolgersi in 5 onde così come successo nei primi due ribassi ( quello concluso a novembre (170 punti) e quello conclusosi a gennaio (250 punti)): ai minimi di venerdì ha fatto 168 punti, e saremmo quindi in linea con quello di novembre, per il momento.
Più nel dettaglio abbiamo avuto una prima onda di 67 punti da 1440 a 1373 a fine maggio, poi una seconda al rialzo fino a 1406, ed una terza al ribasso di 75 punti terminata a metà giugno a 1331. Poi c'è stata la quarta onda al rialzo fino a 1367, ed infine l'attuale quinta onda che ha già superato le altre per entità (95 punti). Se si considera l'intero movimento ribassista fino alla terza onda, si ha un ampiezza di 109 punti (1440 - 1331). Dunque si può ipotizzare per la quinta un ampiezza analoga , che da 1367 ci porta a 1258, livello corrispondente al minimo di marzo e dunque un supporto cruciale.
La complicazione che c'è stata nello sviluppo di questa quinta onda in corso, e che mi ha fatto sbagliare l'uscita, è stata dovuta all'articolarsi negli ultimi giorni di una serie di micronde intermedie : la prima conclusasi a 1304, la seconda a 1336, e adesso la terza che ha toccato 1272(64 punti); quest'ultima ha quindi le dimensioni della prima (63 punti da 1367 a 1304). E' dunque probabile che questa serie di micronde prosegua la prossima settimana con una quarta al rialzo di 30 punti circa che quindi potrebbe far rivedere area 1300, ed infine con la quinta al ribasso fino al minimo di marzo (1256).
La prossima settimana dunque mi aspetto un estensione fino a questo livello e da lì il rialzo, come da tempo qui prefigurato, anche perchè gli indicatori tecnici fanno pensare più probabile la tenuta del supporto.Mi aspetto poi, con il mese di luglio, il ritracciamento in area 1350-1370 (area di reingresso in vendita con l'obiettivo di cavalcare la prossima caduta fino a 1100(agosto-ottobre) e stop a 1450).
In alternativa, è possibile prefigurare lo scenario della rottura del minimo di marzo con estensione fino a 1200. Più in generale, il ribasso iniziato a 1440 potrebbe arrivare ad avere le stesse dimensioni spazio temporali del ribasso da ottobre a gennaio che fu di 300 punti: in questo caso avremmo una discesa fino a 1140 circa entro metà agosto, cui seguirebbe una fase di rimbalzo(1270-1300) ed infine il ritest dei minimi (simile a quella avvenuta tra gennaio e marzo) e che quindi ci porterebbe a metà ottobre sempre in area 1100.
Per i fondamentali di supporto all'uno o all'altro scenario, vedasi le previsioni per la prossima settimana. In ogni caso, il programma dell'asset è chiaro:reingresso durante luglio a 1350-70 nel primo scenario; beneficio sull'oro che si avrà nel secondo scenario, unito alla possibilità di rientrare in vendita sul rimbalzo che seguirà riportando in area 1270 l'indice prima di ritestare i minimi ad ottobre. Ma ci sarà tempo per metterlo a fuoco, se del caso.

Si conclude con Dow a 11346 -4,2% ( -14,5% da inizio anno) SP500 a 1278 -3%(-13%) Nasdaq100 a 1855 -3,6%(-11%)Russell -3,8%( -9%) Trasporti-5,5%( +7%) semiconduttori -3,7% ( -10%) Broker-5,5%( -28%) Banche -5,6%( -33%).Il rapporto tra put e call scende a 1,1 l’indice della volatilità VIX sale a 23,5.
Il Nikkey giapponese a 13544 -3%(-12% da inizio anno), il Dax a 6422 -2,4%(-20,5%) il cac francese a 4397, il footsie inglese a 5530, l’italietta senza la benché minima speranza: spmib a 29198 e mibtel a 22628 (-22% da inizio anno, lancette dell'orologio borsistico nostrano - in termini nominali- riportate indietro di 4 anni).
Tra gli emergenti: Cina -3% (-49% cioè si è dimezzato da inizio anno: qualcuno ricorda come il consensus spingeva a investire in Cina?) India -5,1% (-32%) Brasile -0,4%(+0,5%) Russia -3%(+1%).
Previsione scenario inflazionistico: ribasso generale (al netto dell’inflazione)
Posizione asset: nulla
Posizione trading: nulla

PREVISIONI: tocca alla BCE
Sarà una settimana corta a causa dell' Independence Day festivo venerdì negli USA, ma questo non significa che non ci sarà volatilità. Con i dati sul mercato del lavoro di giovedì (in contemporanea alla conferenza di Trichet e Ism servizi)e quelli sull'ISM manifatturiero e ordini alle fabbriche nei giorni precedenti, nonchè con il fine semestre e l'inizio di luglio, quest'ultima è molto probabile. In base ai recenti annunci di licenziamenti, le buste paga e l'occupazione continueranno a contrarsi, e l'attesa del mercato (-55 mila) è facile risulti delusa, anche se - come noto - trattandosi di un dato facilmente manipolabile dal governo, potrebbe essere usato dal PPT per un intervento a sostegno della borsa e del dollaro.
Più in generale, poichè manca oltre un mese al prossimo meeting della fed, il mercato sa che niente dovrebbe succedere sui tassi ufficiali USA prima di quella data e quindi si focalizzerà sui dati per costruirsi aspettative e sulle altre banche centrali. Giovedì la BCE è attesa alzare di 0,25 ma il dubbio resta su quello che succederà dopo. Trichet ha avvertito che il rialzo di luglio potrebbe restare un aggiustamento una tantum, ma il mercato non sembra crederci (giustamente): con l'inflazione al galoppo i tassi dovrebbero andare almeno al 4,5- 4,75 entro fine anno (quindi altri uno-due rialzi). Ciò nonostante, se il dollaro continua a scendere, è probabile che la BCE cerchi di limitarsi, a maggior ragione se i futuri dati macro europei mostreranno un peggioramento sensibile. Poichè però la fed prima o poi potrebbe capire che le conviene alzare i tassi, questa mossa a sua volta darà altro spazio alla BCE. Dall'attuale 2%(FED)- 4%(BCE), a fine anno potremmo trovarci almeno a 2,5%-4,5%.
Il combinato disposto di dati USA deboli e di un Trichet che lascia aperta la possibilità di altri rialzi, dovrebbe proiettare l'euro a 1,60 e oltre. Tecnicamente, sono passati 3 mesi di consolidamento, esattamente con le stesse onde verificatesi tra novembre e gennaio: potremmo quindi avere a luglio-agosto lo stesso esito già visto a febbraio-marzo. In questo caso, petrolio sempre ancora sù(150) e borsa sempre ancora giù(almeno 1200 di sp500: vedasi scenario alternativo sul medesimo al precedente capitolo), con l'oro verso quota mille.
Viceversa, una manovra a sostegno proprio del dollaro, basata su dati americani migliori e su un Trichet rinunciatario sul futuro, potrebbe far allungare l'attuale fase di consolidamento rispingendo eurodollaro verso 1,54. In questo caso, potrebbe arrivare anche lo storno sul petrolio(130) e l'onda rialzista correttiva sulla borsa(1370 di sp500: vedasi scenario base sul medesimo al precedente capitolo), mentre l'oro potrebbe ritornare verso quota 850.

4/14/2008

Capitalcomunismo e Pluteodemocrazia

ECONOMIA: Capitalcomunismo e pluteodemocrazia
(dalla Nota sui mercati del 6.4)
Le recenti misure straordinarie, prese dalle autorità monetarie e politiche per evitare l’implosione immediata del sistema finanziario, riusciranno a ritardare la Grande Depressione, ma al caro prezzo di un danno ancora maggiore al sistema monetario e all’economia reale. Sono un disastro nel disastro. Invece di riconoscere gli errori che hanno portato al disastro attuale, continuando a ripeterli con forza addirittura maggiore, si assicura matematicamente il disastro futuro, enorme perchè si cumulerà a quello attuale.
Il focus infatti alla Fed e a Washington resta sostenere ad ogni costo, l’immobiliare, la borsa azionaria, e in genere i prezzi inflazionati degli assets, allo scopo di mantenere l’eccesso di consumi di un economia basata sui servizi, chiaramente in bolla. Si crede che salvando scandalosamente (ed illegalmente) la finanza screditata, si genererà sufficiente nuovo credito per evitare la Grande Depressione. A tal fine si produce Iperinflazione e non solo si mettono in azione le tipografie della Fed, ma anche si subappalta la stampa alle varie Fannie, Freddie, FHLB, al sistema bancario in generale : tutti costoro possono oggi emettere “moneta”, cioè debiti con l’implicita garanzia dello Stato.
La strategia scelta, ormai chiaramente emersa, è infatti nazionalizzare la screditata finanza di Wall Street: disperata ed illegale, probabilmente fermerà nel breve termine l’implosione finanziaria. Ma il problema con questo tipo di strategia, è che si riverserà un ancora più grande ammontare di debito, sponsorizzato dal governo, sulle spalle di fragili strutture creditizie largamente dipendenti dai mutui ipotecari.Il disastro che abbiamo visto di recente si è verificato perchè era insostenibile una struttura debitoria basata sullo schema Ponzi (I debiti si ripagano facendo nuovi debiti), che richiede per definizione una continua e crescente quantità di credito speculativo: il giorno in cui quest’ultima è appena decelerata, il crollo è stato inevitabile. E tale giorno non poteva non arrivare perché le sottostanti proprietà immobiliari non hanno la capacità di generare il rimborso dei debiti, all’infinito; si è potuto andare avanti finchè vi è stata la disponibilità ad accollarsi nuovi mutui per ammontari tali da ripagare la montagna pre-esistente, che si è andata accumulando fino al punto di rottura; tale disponibilità non poteva che basarsi sul miraggio di prezzi delle case continuamente crescenti. MA era evidente già da tempo agli osservatori razionali : poiché i prezzi non possono salire all’infinito, appena avessero iniziato a scendere si sarebbero trascinati tutta la finanza sopra costruitavi.
Ebbene le autorità cercano adesso a tutti i costi di far ripartire quel meccanismo. Invece, l’ultima cosa di cui il sistema abbisogna ora, sono nuovi trilioni di debiti ipotecari, anche se ovviamente per un po’ sosterranno il consumo e l’economia dei servizi in bolla (perché consuma più di quanto produce). E’ sconfortante non sentire una sola parola, nella massa di dichiarazioni ed analisi ruotanti attorno alla crisi, che metta a fuoco il vero grande problema dell’economia a stelle e strisce, che è anche IL problema per tutto il mondo:quello intrinseco ad una struttura economica basata su servizi, con eccesso di consumi, e tenuta in piedi da immobili e finanza; e cioè che genera per forza debito eccessivo rispetto alle garanzie reali disponibili e alla capacità di creare ricchezza economica. Per un po’ sembra un “miracolo economico”, poi inevitabilmente si rivela per quello che è: vivere al di sopra dei propri mezzi, lasciandosi alle spalle una struttura estremamente fragile, sia economicamente che finanziariamente.
Ricordo che la teoria economica, in un contesto di libero mercato (quindi concorrenza perfetta e assenza di vincoli politici alla domanda e all’offerta di tutti i beni e servizi a cominciare dalla moneta), prevedeva che in casi del genere, cioè di eccesso di consumi e quindi di deficit estero, si sarebbe generato un riequilibrio automatico, via svalutazione del cambio e rialzo dei tassi di interesse e calo della borsa, i quali avrebbero frenato i consumi ed aumentato le esportazioni. Invece in un contesto di mercato non libero, a pianificazione centralizzata (in cui i tassi di cambio e i tassi d’interesse sono fissati a tavolino senza tenere conto della domanda e dell’offerta) non solo non si può verificare il riequilibrio, bensì si produce uno squilibrio crescente e duraturo. Ciò perché il riciclaggio dei dollari da parte dei creditori esteri, impedisce la svalutazione necessaria e soprattutto provoca tassi di interesse anormalmente bassi (il famoso “conundrum”), che alimentano l’inflazione della borsa e degli assets, sostenendo un livello di consumi eccessivo.
E’ qui il cuore del disastro, MA fin quando l’alchimia finanziaria è capace di creare sufficiente “moneta” per sostenere lo squilibrio, ed il resto del mondo accetta di accumulare crediti in dollari , si può far finta di niente, come si è fatto finora, e come si tenta di fare anche per il prossimo futuro. Onestà e razionalità imporrebbero invece -adesso che non si dovrebbe più far finta di niente-, di riconoscere il cuore del problema e accettare l’inevitabile cura , ridimensionando il tenore di vita, per evitare un disastro di dimensioni sempre maggiori in futuro.Invece con la scandalosa copertura dello Stato ai debiti in essere, sia ipotecari che finanziari in genere, si sceglie di continuare a rimandare il problema; ma così si infierisce un colpo mortale alla fiducia nel dollaro, già fortemente incrinata. La realtà, infatti, è che la massiccia portata di nuovo credito necessario a sostenere l’attuale deficit con l’estero, e i deflussi di dollari che ne scaturiscono, si dimostrerà (come già si è dimostrato) solo ancora più destabilizzante per i mercati e per l’economia reale di tutto il globo terracqueo.Mettere una garanzia statale (per giunta di uno Stato già proiettato alla bancarotta) dietro ai debiti privati, non può sostituire una sana struttura economica. E l’attuale struttura economica USA non riesce a produrre quanto necessario per soddisfare i bisogni interni e generare esportazioni sufficienti a compensare i beni importati e le risorse energetiche a loro volta generati dall’ eccesso di consumi. L’attuale economia “dei servizi” non basta allo scopo. Come si è visto dai dati occupazionali di venerdì, i posti di lavoro manifatturieri persi a marzo sono stati 93 mila che si sommano ai 92 mila di febbraio e ai 69 mila di gennaio, per un totale di 254 mila nel primo trimestre del 2008; nel frattempo , scuola, sanità, ristoranti e bar, hanno aumentato i loro addetti di 178 mila unità (nel primo trimestre): è più che evidente che gli USA hanno bisogno di consumare meno e produrre di più. Nello specifico, hanno bisogno di creare molto meno credito improduttivo (specialmente ipotecario e “asset- based”), e di allocare risorse, a cominciare dai lavoratori, dai bar alle fabbriche. Di questo si dovrebbe dibattere, sotto la sferza della crisi finanziaria. Invece, con il compiacimento generale, si discute solo di trucchi (come quello contabile rilanciato questa settimana, di valorizzare ai costi di carico gli assets in sofferenza nei bilanci delle banche), di farraginose nuove regolamentazioni, e di come far pagare i costi ai cittadini senza che se ne accorgano.
Gli alchimisti continuano dunque ad andare per la maggiore. E la più grande alchimia è quella di trasformare a poco a poco l’Occidente da un sistema economicamente capitalista e politicamente democratico, in un sistema economicamente capitalcomunista e politicamente pluteodemocratico. Ricordo infatti che il capitalismo è basato sulla proprietà privata dei profitti e delle perdite rivenienti dall’attività economica, con la finanza a supporto di quest’ultima; mentre il comunismo è basato sulla proprietà comune dei profitti e delle perdite rivenienti dall’attività economica e finanziaria.Ebbene oggi abbiamo sotto gli occhi un sistema misto, basato sulla PROPRIETA’ PRIVATA DEI PROFITTI e sulla PROPRIETA’ COMUNE DELLE PERDITE rivenienti dall’attività finanziaria nel frattempo divenuta prevalente rispetto a quella economica. E’ il CAPITALCOMUNISMO, cui fa da contraltare un sistema politico in cui comandano Dio e mammona, soldi e religione (pluteocrazia), dando al popolo l’illusione di “decidere”, tramite elezioni formali (democrazia); illusione, perché la scelta è sempre tra possibilità preconfezionate dai pluteocrati (non può concorrere realisticamente alle elezioni chi non disponga di ingenti capitali o di potenti movimenti religiosi).E’ la PLUTEODEMOCRAZIA.Potrebbe non esserci nulla di male. Peccato però che sia ormai evidente: Capitalcomunismo + pluteodemocrazia= distruzione del pianeta. E questo per un motivo ben preciso: perché in un sistema del genere l’avidità di chi comanda non ha contrappesi, e diviene schiavo della crescita continua ed illimitata, in palese contraddizione con l’ambiente, il globo terracqueo, purtroppo limitato.