4/29/2007

La Nota sui mercati (29.4)

La settimana dal 23 al 27 aprile
MATERIE PRIME: sfiorato il disastro
La notizia che conta è arrivata venerdì: l'Arabia Saudita ha sventato un attacco di Al Quaeda che se avesse avuto successo avrebbe bloccato la produzione petrolifera, portando chissà a quali livelli il greggio. Che infatti, nonostante lo scampato disastro, ha concluso ai massimi: sulla scadenza giugno a 66,6 quasi il massimo dell'anno, con il gas naturale anch'esso in rialzo a 7,85 sul giugno.
I metalli invece hanno subìto una correzione infrasettimanale di alcuni punti percentuali, materializzatasi giovedì e di cui ho scritto nel Flash : giornata strana.Si conclude con: oro a 682(giugno) argento a 13,55 (luglio) rame a 353(luglio) platino a 1293(luglio) palladio a 374(giugno).L'indice CRB a 315 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: dollaro a nuovi minimi
Il dollaro ha continuato a perdere facendo nuovi minimi, nonostante il rimbalzo di giovedì dovuto a momentanee prese di profitto. Lo yen ha continuato a perdere più del dollaro, autentica cenerentola del panorama valutario, e ciò nonostante la BOJ abbia lasciato intravedere prossimi rialzi dei tassi; ma nessuno crede avvengano prima di luglio e nel frattempo si preferisce incassare il cospicuo differenziale d'interessi regalato graziosamente dai nipponici.
In questo contesto eurodollaro scad. giugno ha ritoccato il record storico dopo i dati sul PIL USA arrivando fino a 1,3715, e nonostante le successive prese di profitto ha concluso a 1,368 cioè sopra i massimi della scorsa settimana. Probabili nuovi massimi a breve(1,378), anche se dovremmo essere vicini ad un top di periodo dopo questa lunga gamba rialzista iniziata a fine gennaio, seppur intevallata da fasi di range stretto. Il top potrebbe essere innescato da un ritorno dei timori di rialzo dei tassi fed a causa dell'inflazione crescente.In alternativa, se invece ci si convince sempre più che la fed taglierà i tassi, c'è il famoso collasso di cui ho scritto recentemente, scenario che impatterebbe poi tutti i mercati. Per me, lo scenario più probabile è basato sui tassi FED fermi fino almeno a tutta l'estate, se non tutto l'anno: formazione pertanto di una lunga fase lateral-rialzista, con lento slittamento a zig-zag verso 1,40.
La prossima settimana in attesa dei dati sull'occupazione USA e della successiva riunione Fed, il range dovrebbe essere grosso modo 1,372-1,362 (con eventuali sforamenti al max. a 1,378 o 1,357).
L'indice generale del dollaro a 81,3(giugno)
Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
Posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
Posizione asset: comprato straddle eurodollaro 1,36(scad. 4 maggio)

OBBLIGAZIONI: giù e sù
I rendimenti avevano iniziato a scendere in scia ai dati deboli di martedì, poi hanno recuperato ed anzi concluso in lieve aumento perchè dollaro debole e inflazione in aumento non possono non spaventare (comunque dovrebbero essere ben più alti).Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 6 cts. a 5,07% , il biennale resta fermo al 4,65% il quinquennale sale di 2 cts. al 4,59%, il decennale di 2 al 4,69% ed il trentennale di 3 cts. al 4,88%.In Europa il bund decennale sale di 2 cts. al 4,22% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata si colloca a 47 cts. Invece in Giappone il decennale scende a sorpresa di 6 cts. all'1,62% . I mercati obbligazionari emergenti sono stati contrastati ed i rendimenti salgono mediamente di 6 cts.
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: qualche contrasto
La settimana si conclude con : Dow 13120 (+1,2%) Sp500 1494 (+0,7%) nasdaq 2557(+1,2%) nasdaq100 a 1906(+2,5%) russell 2000 +0,1% trasporti -1,6% utilities +0,9% semiconduttori +2,3% broker-dealer +1,4% Banche -0,2%. Forti quindi i tecnologici, contrastati gli altri settori così come gli altri indici mondiali, ad eccezione della solita Cina.
Cala il Nikkey a 17400 (-0,3%), sale il dax a 7378(+0,5%), fermo il cac a 5931(-0,1%),scende il footsie a 6418(-1%) ma sale l'italietta senza la benchè minima speranza: spmib a 43642(+0,25%) e mibtel a 33892(+0,2%).
Prosegue spettacolare la SUPERBolla in Cina +4,9% (che porta a +165% l'incremento negli ultimi 12 mesi); India +0% brasile -0,4% la Russia -2,9% probabilmente a seguito dei toni da guerra fredda Putiniani (a 0% da inizio anno).I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di mercoledì a 2400 ed il minimo di venerdì a 1400 . Il rapporto tra put e call sale da 0,74 a 0,84. L'indice della volatilità (VIX) sale a 12,45 da 12,07.
Come atteso lo sp500 scad. giugno ha superato quota 1500 così come il dowjones ha surclassato quota 13 mila; aumentano a dismisura gli elementi tecnici negativi (oltre a quelli fondamentali): nonostante la fase maniacale una forte correzione è imminente(50-70 punti di sp500), potrebbe arrivare con i primi di maggio (sell in may and go away).
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 18 maggio

PREVISIONI: occupazione USA
Lunedì si inizia subito con una giornata intensa, sia sul fronte europeo dove usciranno M3, le vendite al dettaglio tedesche e vari altri indicatori, sia su quello americano dove terranno banco consumi e spese delle famiglie a marzo con relativo deflatore dei prezzi, l'indice di Chicago per aprile e la spesa in costruzioni. Martedì mezza europa in festa per il primo maggio ma negli USA arrivano i dati sull'ISM (indice manifatturiero)di aprile e parlerà bernanke sul libero commercio. Mercoledì tocca al manifatturiero europeo ed all'occupazione tedesca, mentre negli USA interventi verbali (tra cui Paulson sulla Cina), ordini alle fabbriche, mutui ipotecari e altri indicatori minori sull'occupazione che possono creare aspettative su venerdì. Giovedì prezzi alla produzione europei, e dagli USA sussidi settimanali, produttività nel primo trimestre, e indice dei servizi di aprile. Venerdì infine il dato più atteso (anche se non mi stanco di ripetere che trattasi di autentica spazzatura contabile): il mercato del lavoro americano ad aprile è stimato in crescita di centomila unità; come al solito forti scostamenti da questa previsione dovrebbero innescare i classici movimenti, ma - ripeto- non credo possano cambiare le attese di stallo sui tassi, anche perchè il mercoledì successivo tocca alla Fed.

4/28/2007

Economia: gomma da masticare

ECONOMIA: gomma da masticare
Cresce la disconnessione tra economia USA e Wally. La prima sta deperendo velocemente, la seconda si gonfia sempre più. La settimana si conclude con la stima del PIL gennaio-marzo: la contabilità ufficiale che sottostima sistematicamente l'inflazione e sovrastima la crescita, esprime un misero +1,3% in termini reali (livello che non si vedeva dal 2003). Tale numero viene fuori da un inflazione al 4%. Chi, come me, ritiene che l'inflazione in realtà sia al 7-8%, ne deduce che gli USA sono già in pesante recessione. In ogni caso, poichè l'inflazione è in aumento evidente (anche al netto di petrolio ed alimentari, passa dall'1,8 al 2,2%), il minimo che si può dire e che gli USA sono in stagflazione. E ciò, nonostante continui imperterrita la crescita esplosiva del credito totale interno. Prende sempre più cocaina, il drogato americano, ma ormai gli serve solo per riuscire ad alzarsi dal letto.
Ho dunque centrato la previsione della stagflazione; ma ho sbagliato la previsione di una caduta della Borsa che ne sarebbe dovuta conseguire. Come mai?
Essendo drogato, il sistema non reagisce più razionalmente bensì irrazionalmente. Basta vedere cosa è successo venerdì. Come ha reagito la Borsa a un mix micidialmente negativo di minor crescita e maggior inflazione? salendo a nuovi record naturalmente! Nonostante io sia cosciente di quanto sia alterata la situazione, come scrivo da tanto tempo, se mi avessero chiesto di puntare sulla reazione di Borsa sapendo in anticipo i dati che sarebbero venuti, alle 14,29 di venerdì avrei venduto. E avrei perso, già nella medesma giornata.
Perchè ? siamo entrati nella fase maniacale del palloncino da gomma da masticare. Lo fanno tutti i bambini: provano a gonfiare il palloncino sempre più, e finchè non scoppia, continuano a soffiarci dentro, a volte raggiungendo dimensioni realmente degne di nota. Si è mai visto un bambino che si ferma prima dello scoppio? No, finchè non gli si stampa in faccia tutta la gomma scoppiata.
Oggi i mercati drogati fanno palloncini su tutto e non si fermano più. Dall'antiquariato indiano all'arte cinese moderna, dai terreni a Panama ai bond spazzatura. E le mille bolle blu si rinforzano l'un l'altra. Non mancano ovviamente le perle di saggezza a loro giustificazione, espresse con grande sicumera dai cosiddetti esperti (in genere dipendenti di banche e venditori) che, per ora, hanno i risultati dalla loro parte. I poveracci sono quelli come il sottoscritto che hanno la convinzione dello scoppio drammatico futuro. Situazione già vissuta 7 anni fa : ritenevo follìa comprare Tiscali a 25 euro, quando in borsa se la strappavano di mano a 90 euro. Situazione già vissuta da molti altri tante volte nella Storia, nelle circostanze più incredibili: basti pensare alla famosa bolla sui tulipani.
La mia teoria però è che oggi è molto peggio di quasiasi altro precedente storico. E' il record assoluto, creato da quei comitati d'affari al servizio dei potentati economici denominati banche centrali, in un epoca in cui l'effetto leva è più grande che mai. Per cui tutto sarà più estremo: la durata della fase maniacale esponenziale, e l'intensità dello scoppio successivo. Ci vorrà più tempo, ma sarà poi peggiore. Tutto ciò che è stato guadagnato negli ultimi 4 anni e ciò che si guadagnerà nel prossimo periodo finale, verrà poi azzerato: come Tiscali, da 90 si tornerà a 2-3.

Tra le principali fonti di aria insufflata nel palloncino borsistico, spiccano i riacquisti di azioni proprie da parte delle aziende (tipica manifestazione di un capitalismo malato e contraddittorio) che ha raggiunto circa il 6,5% della capitalizzazione totale, e che per l'85% - badate bene - sono fatte a debito! ovvio che poi si innesti il "momentum" autorinforzantesi in mercati dove l'analisi tecnica dispiega in queste fasi tutto il suo effetto distorcente. Sempre più gente quindi si butta in tendenza nella speranza di catturare almeno un pò dei facili guadagni che vede fare senza sforzo.
Sul fronte dei fondamentali aziendali a Wally sono riusciti a compiere il più abile degli imbrogli. Gli analisti hanno drasticamente calato le previsioni di utile, così adesso tutti a dire che le aziende battono le attese! In realtà i profitti aziendali americani (se si tolgono le aziende energetiche) sono crollati e si ritrovano a tassi minimi di crescita che non si vedevano dalla ultima recessione. Chi se ne frega: si compra, tanto è meglio del "previsto". I democratici alzeranno le tasse?chi se ne frega, si compra. Viene sfiorato il disastro petrolifero? chi se ne frega, si compra. L'immobiliare continua a peggiorare sempre più, ed adesso arrivano i primi segnali anche in Europa (la bolla spagnola si sta iniziando a stampare sulla faccia di qualcuno)? chi se ne frega, si compra. E così via, niente e nulla pare poter arrestare l'espansione di questa gommaccia da masticare.
Fin qui comunque siamo nel classico e c'è un vecchio adagio che recita: abbiate pazienza, il mercato(chi comanda) ha il compito di far sbagliare (intrappolare) il maggior numero possibile di persone;ci riuscirà anche questa volta.
Ciò che invece rende questo periodo unico e specialmente pericoloso ai fini sistemici (e ci precipiterà nella più grande depressione di tutti i tempi, altro che 1929) è il fatto che la speculazione manicale raggiunge il suo zenit nei sofisticati strumenti creditizi privati, che non hanno nessuna trasparenza e circolano senza alcun controllo formale da parte dei comitati d'affari sopracitati(banche centrali). Quello che conta non sono tanto gli incrementi percentuali sugli strumenti tradizionali, bensì l'enorme accumulazione di piccoli profitti differenziali(spreads) su decine di trilioni di dollari di strumenti creditizi a leva strutturati. L'anima di questa speculazione maniacale è unicamente elettronica e"over the counter", cioè fuori dai mercati quotati regolamentari dove transitano azioni, obbligazioni, etc. Ed è gestita unicamente dalle potenti grandi banche internazionali che non a caso tendono a fondersi fra loro per poter amplificare la capacità di effettuare questa speculazione senza precedenti e che resta invisibile alla massa.

Meno concorrenza, più profitti. Pochi centri di potere internazionale: gestione più semplice ed efficace. Fra un pò arriveremo ad un unica mega banca mondiale. Del resto chiunque , se fosse al vertice della Cupola, cosa preferirebbe? comandare un pugno di potenti capifamiglia, o una gran quantità di cani più o meno sciolti? E' stato così da che mondo e mondo, in varie forme, ma con la medesima sostanza. Perciò il capitalismo liberale, basato sulla concorrenza perfetta e sull'assenza di monopoli ed oligopoli (la miglior invenzione socio economica del pensiero umano), non poteva durare, era un utopià come la Città del Sole di Tommaso Moro. Invece ha trionfato il capitalismo monopolistico a pianificazione centrale, ferreo regime che a seconda dei casi può essere comunista o fascista o mascherato da "democrazia"(il termine più bestemmiato del mondo, dopo Dio) tecnologica, abbagliante come uno spot pubblicitario, per meglio strumentalizzare le masse ignare.
Comunque se questo fosse il modello vincente, più adatto alla specie umana, non ci sarebbe che da prenderne atto. Peccato, però, stia conducendo velocemente il pianeta , concepito come una grande gomma da masticare in cui soffiare veleni di tutti i tipi prodotti da polmoni carichi di egoismo ed avidità illimitati, all'autodistruzione fisica.

PS: volutamente non ho mai citato la "politica" perchè sarebbe come citare le veline a proposito di un giudizio sulla regìa di Striscia la Notizia. Non la vedo neanche come una sovrastruttura di marxiana memoria (troppo onore), bensì più semplicemente come uno zerbino su cui i potentati economici strusciano le scarpe infangate prima di rientrare a casa.

4/26/2007

Flash: giornata strana

Flash: giornata strana
In assenza di dati si sta sviluppando una giornata strana, che vede un forte calo dello yen che sta trascinando giù tutte le valute contro dollaro(il che ha consentito all'euro di stornare), il cui rialzo sta a sua volta provocando una correzione marcata delle commodities, non coerente però con il petrolio e le borse che restano forti ed ai massimi, mentre vi è solo un timido rialzino sui rendimenti. Pare quindi un fritto misto di profit taking in alcuni comparti (commodities, dollaro), e di prosecuzione inerziale delle scommesse recenti in altri (carry trade in yen e acquisti di azioni) nonostante gli estremi raggiunti. Il tutto in assenza di notizie fondamentali, ed alla vigila di una giornata (venerdì) in cui usciranno tanti dati giapponesi e l'atteso PIL del primo trim. USA.
Delle due l'una: o commodities e dollaro stanno anticipando nella direzione giusta e saranno borse ed yen ad invertire la marcia, oppure il contrario e quindi il dollaro riprenderà a scendere e le commodities a salire. Sull'eurodollaro sto ad aspettare con la call e la put l'una o l'altra delle alternative, per poi andargli contro. Penso comunque più probabile che a meno di una gran sorpresa sul PIL di domani, eurodollaro tenderà a tornare ai recenti massimi.

4/22/2007

La Nota sui mercati (22.4)

La settimana dal 16 al 20 aprile 2007

ECONOMIA: al lupo, al lupo
La settimana sui mercati si conclude all'insegna della famosa storiella in cui i compaesani del pastorello che gridava "al lupo, al lupo" non gli credono più. Il 27 febbraio il primo "al lupo" (la caduta della borsa cinese-10%) era stato inizialmente creduto; poi, visto che in realtà il lupo non era arrivato, tutti sono tornati al solito andazzo. Mercoledì notte, il secondo "al lupo" (innescato da un altro calo della borsa cinese, per i motivi spiegati nel Flash Boom Cina) è stato creduto solo da pochi e per pochissimo tempo: nel giro di 24 ore non solo si è tornati al solito andazzo, ma si è anche concluso venerdì con ulteriori rialzi record. Al terzo "al lupo" nella storiella il lupo arriva sul serio, nessuno gli crede più e il pastorello finisce sbranato.
Nel frattempo, sul fronte macro USA i dati sulla crescita sono stati di stagnazione: vendite al dettaglio in termini reali(al netto di benzina ed auto) pari a zero, produzione in calo, licenze e nuovi cantieri edili sostanzialmente fermi su un livello di oltre il 20% inferiore a un anno fa, Philly fed a zero. I segni che dalla stagnazione si è in procinto di passare alla recessione, sono numerosi, ed anche l'ultimo elemento,quello occupazionale, che finora sostiene la baracca e le speranze dei sostenitori del soft-landing, nella componente dei sussidi settimanali sta iniziando a cedere. Ma i mercati sembrano ignorare tutto ciò, ed anzi prendono spunto dalla crescita del resto del mondo per convincersi che anche qualora gli USA recedessero, il danno globale non ci sarebbe; ed hanno trovato motivo di ottimismo dal dato sui prezzi al consumo che pur essendo fortemente cresciuto nel suo totale, al netto di petrolio ed alimentari è aumentato meno delle attese portando il tasso annuo al 2,5% (che resta sempre ben oltre il tetto ufficiale Fed:2%) in calo dal 2,7% del mese precedente. Il che è bastato per far quindi scendere i rendimenti, e soprattutto salire le borse, mentre il dollaro è restato debole rallentando però la caduta grazie ai dati sui flussi netti di capitale risultati positivi. E certo: poichè il credito globale continua ad espandersi e i finanziamenti in yen sono ripresi con forza, così come i consumi americani tengono ed i cespiti patrimoniali si inflazionano, l'estero continua a comprare debiti degli USA .
Ma questa è Finanza Ponzi all'estremo grado: il sistema finanziario deve continuare a espandersi sempre più e rapidamente per mantenere la crescente piramide del debito sottostante, supportando utili e redditi, ergo l'economia reale. Come ormai evidente, questo tipo di espansione creditizia non fa altro che aggiungere nuova liquidità in dollari all'eccesso già esistente. Il sistema Ponzi (pagare i debiti facendo altri debiti) non può durare per sempre, ad un certo punto si raggiunge il limite: si devono fare debiti anche per pagare gli interessi sui debiti esistenti. E finchè dura, crea inflazione. Basti pensare che nel 1980 un dollaro di nuovo debito creava un dollaro di nuovo PIL; oggi per avere un dollaro di nuovo PIL ci vogliono 8 dollari di nuovo debito. Ecco perchè i beni rifugio dall'inflazione(oro) continuano a salire.
Nel frattempo, i tassi Fed restano bloccati: non possono scendere per non far crollare il dollaro già ai limiti del collasso, e non possono salire per non precipitare in recessione l'economia già in stagnazione. In ogni caso, ciò che la Fed vuole e ciò che può fare sono due cose diverse, perchè il 75% della creazione di credito è ormai fuori del suo controllo.
I tassi nipponici restano anch'essi bloccati se non altro fino a giugno (elezioni politiche), ed anche quando poi aumentassero allo 0,75-1% non cambierebbero il quadro della liquidità mondiale; del resto i giapponesi sono 30 anni che sbagliano, prima provocando la enorme inflazione locale di case e azioni, poi precipitando nella grande deflazione, ed ora di nuovo contribuendo a questa inflazione epocale e planetaria degli assets e del debito.
I tassi europei aumenteranno stentatamente, così come quelli delle altre economie periferiche (Inghilterra, Australia, etc.) ma non sono in grado di modificare la dinamica globale.
L'unica che potrebbe imprimere la svolta è la Cina, sia agendo sul cambio che sui suoi tassi: ma anche qui non pare che i cinesi, almeno fino al 2008 anno delle Olimpiadi cui tengono così tanto, siano seriamente intenzionati.
Resta il fatto che più la Fed e le altre banche centrali provano ad evitare l'implosione di tale sistema, più grande sarà il disastro finale. Il dubbio non è su cosa succederà, ma su quanto febbrile diverrà la speculazione nell'ultima fase pre-implosione e , ovvio, su quando succederà.
Lo scenario più probabile per i prossimi mesi è che si continui sull'onda attuale, con borse,obbligazioni(soprattutto aziendali e degli emergenti), materie prime,valute ad alti tassi, contenitori ideali per la liquidità in eccesso, e per quella in fuoriuscita (magari lentamente) dal dollaro.

MATERIE PRIME: ancora sù
Settimana di flessione per gli energetici: il petrolio sulla scadenza giugno conclude poco sopra quota 64, con il gas naturale anch'esso sceso a 7,5 sul giugno. I metalli continuano a correre.
Si conclude con: oro a 696(giugno) argento a 13,95 (maggio) rame a 363(luglio) platino a 1341(luglio) palladio a 388(giugno).
L'indice CRB a 314 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: dollaro in erosione
Dopo la caduta della scorsa settimana, il dollaro ha continuato a perdere facendo nuovi minimi, ma ha rallentato la discesa, anche per effetto del G7 cui sono seguite timide dichiarazioni tese appunto a frenarne la volatilità. Lo yen ha vissuto poche ore di rimbalzo dopo l'annuncio cinese sul PIL, ma è poi ritornato cedente,mentre restano ai massimi pluriennali le valute ad alti tassi. In questo contesto eurodollaro scad. giugno si è mosso in un range limitato di circa 100 tiks, ma con orientamento sempre rialzista: massimi e minimi crescenti. Venerdì ha toccato il nuovo max. a 1,367 per concludere a 1,362. Si trova ormai ad un passo dal massimo storico di 1,37, che sarà probabilmente testato e - nel caso di rigetto - potrebbe innescare la correzione fisiologica attesa in area 1,35 .
L'indice generale del dollaro a 81,4(giugno)
Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
Posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
Posizione asset: comprato put eurodollaro 1,34 (scad. 4 maggio)

OBBLIGAZIONI: scendono i rendimenti
Si è fermata l'erosione delle quotazioni obbligazionarie americane e in scia ai dati macro vi è stata anzi un inversione di tendenza: come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 scende di 10 cts. a 5,01% , il biennale scende di 11 cts. al 4,65% il quinquennale di 11 cts. al 4,57%, il decennale di 9 al 4,67% ed il trentennale di 8 cts. al 4,85%.
In Europa il calo dei rendimenti è minimo: il bund decennale scende di 3 cts. al 4,2% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata si colloca a 45 cts..Invece in Giappone il decennale sale di 2 cts. all'1,68% . I mercati obbligazionari emergenti sono ripartiti con forza ed i rendimenti scendono mediamente di 15 cts.
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: ai massimi
La settimana si conclude con : Dow 12962 (+2,8%) Sp500 1484 (+2,2%) nasdaq 2526(+1,4%) nasdaq100 a 1862(+1,6%) russell 2000 +1,2% trasporti +3,4% utilities +2,2% semiconduttori +3,1% broker-dealer +3,6% Banche +3,6%. Sù il Nikkey a 17452 (+0,5%), il dax a 7342(+1,9%), il cac a 5939(+3%), il footsie a 6487(+0,3%) e nell'italietta senza la benchè minima speranza spmib a 43549(+1,5%) e mibtel a 33830(+1,5%).SUPERBolla in Cina +1,9% (che porta a +34% l'incremento da inizio anno che si somma al +100% dell'anno scorso); India +3,8% brasile +3,1% unica eccezione in questa corsa sfrenata la Russia -1,5% probabilmente a seguito delle repressioni Putiniane (è solo a +2,6% da inizio anno).
I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di venerdì in chiusura a 2550 ed il minimo di giovedì a 1200 . Il rapporto tra put e call riscende a 0,74 da 0,89. L'indice della volatilità (VIX) scende da 12,20 a 12,07.Contrariamente alle mie attese lo sp500 scad. giugno ha superato i massimi dell'anno, concludendo su nuovi massimi a 1492, e adesso è molto probabile che sorpassi quota 1500 anche perchè vorranno far toccare i 13000 al dowjones; ciò nonostante, vi sono vari elementi tecnici negativi: ipercomprato, respiro scarso, etc. per cui non è da escludere una fase di range che potrebbe al ribasso spingersi fino a 1450.
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 18 maggio

PREVISIONI: elezioni francesi
Lunedì non c'è niente come dati, ma sul fronte europeo possono tenere banco gli esiti delle elezioni francesi: una chiara vittoria di Sarkozy potrebbe danneggiare l'euro visto che questo signore, rappresentante degli industriali, si è distinto per essere un critico della BCE, e cioè del rialzo dei tassi europeo e dell'euro forte. Poi, sempre sul fronte europeo, il dato principale sarà l'IFO tedesco. Dopodichè la palla torna agli USA. Martedì la fiducia dei consumatori e le vendite di case esistenti. Mercoledì ordini di beni durevoli, vendite di case nuove e in serata il Beige Book della Fed. Giovedì i sussidi settimanali ai disoccupati ed infine Venerdì la prima stima del PIL nel primo trimestre 2007. Quest'ultimo, per quanto poco credibile nella prima stima, è il dato più importante della settimana: atteso a 2%. Vi sono motivi per pensare che il PIl verrà fatto uscire superiore al previsto, e magari anche gli altri dati USA possono risultare meno peggio delle attese. Il dollaro potrebbe quindi approfittarne per un momentaneo recupero , soprattutto con euro a 1,35. In tale scenario, Wally deve dimostrare quanto è in grado di salire ancora. Se non farà granchè e magari dopo un puntata sopra 1500 di sp500 tornerà indietro, potrebbe indicare che da maggio inizia il range. La stagione dei risultati aziendali si chiuderà: finora , grazie alle attese negative, il 61% delle aziende ha superato le previsioni, ma la gran maggioranza è molto cauta circa il futuro, e spesso ad utili migliori si accompagnano ricavi in calo.
Pur sapendo quindi che il quadro macro finanziario globale resta a supporto delle borse, continuo a pensare che vi sia spazio per almeno qualche fase di corposa correzione.

4/19/2007

Flash: Boom Cina

Flash: Boom Cina
Stanotte è arrivata la notizia che il PIL cinese invece di rallentare rispondendo alle recenti misure restrittive monetarie, sta facendo nuovi record: questo ha lanciato le attese di un altro prossimo giro di vite da parte delle autorità con gli occhi a mandorla. La borsa di shangai ha perso il 3% e quella nipponica l'1,5% mentre al contempo lo yen è risalito contro tutti, secondo lo schema visto a fine febbraio (quindi anche le altre borse e le commodities giù, mentre l'eurododollaro resta bloccato, tra il calo del dollaro contro yen e quello dell'euro contro yen).Adesso è possibile che il movimento duri oggi e domani nell'attesa di un annuncio cinese pre o post week-end, ma è poi probabile che si riveli l'ennesima falsa partenza perchè al di là delle prese di profitto è difficile che i mercati cambino sentiment visto anche che finora ogni manovrina cinese non è servita a niente (soprattutto se si limiteranno al solito +0,25 sui tassi o +0,5 sulle riserve: solo una manovra seria e dunque corposa potrebbe disinnescare l'attuale speculazione).

4/15/2007

Previsioni: settimana cruciale

PREVISIONI: settimana cruciale
Concludevo così le previsioni di sette giorni fa:"Il secondo scenario, il più probabile, vede invece assenza di reazioni alla ennesima mossa cinese, e dunque prevalere senza problemi l'ottimismo innescato dai dati occupazionali americani, con borse e rendimenti al rialzo, dollaro un pò più forte ma non troppo (1,335-1,33); e poi dipendere le quotazioni dai successivi eventi (verbali, bce,dati e annunci aziendali).Se eurodollaro non scende sotto 1,34 nonostante il dato USA sarebbe un segnale di forza notevole, e la prospettiva di nuovi massimi verso 1,36 tornerebbe a profilarsi".Questo è lo scenario che si è in effetti realizzato nei trascorsi sette giorni per i motivi sopramenzionati. Adesso la settimana che arriva è particolarmente intensa.Sul fronte del dollaro si inizia subito con le reazioni al comunicato del G7, che in effetti è teso a contrastare un eccesso di svalutazione del dollaro, e più in generale l'eccesso di finanziamenti in yen. Si vedrà subito se sarà in grado di provocare uno storno dell'eurodollaro in area 1,345- 1,35, magari favorito da un euroyen verso 160. Se ciò non sarà, come probabile, è molto facile vedere eurodollaro superare quota 1,36 e la capacità di arrivare a 1,37 (soglia simbolica perchè rappresenta il massimo storico)dipenderà dai numerosi dati in arrivo. Tra questi spiccano le vendite al dettaglio USA di un lunedì pomeriggio particolarmente intenso perchè ci saranno anche l'indice di new york, gli afflussi netti di capitale e l'indice immobiliare: se tutto indicherà debolezza, l'1,37 potrebbe arrivare subito. Martedì altra giornata cruciale, prima con l'indice zew tedesco, poi con i prezzi al consumo USA seguiti dai dati su licenze e nuovi cantieri edili, nonchè dalla produzione industriale, in un contesto di discorsi vari tra cui spicca quello di un membro Fed dedicato proprio all'eurodollaro. Mercoledì giornata di sosta sui dati USA, giovedì il PhillY Fed, ed infine venerdì discorso del ministro del tesoro USA alla conferenza sulla Cina. Nel frattempo continueremo ad ascoltare altri discorsi di membri Fed e Bce, oltre all'audizione del governatore giapponese. Come si vede quindi, a parte i dati, se il mercato -come probabile- sfiderà sul fronte dei cambi il G7, ai rappresentanti di quest'ultimo non mancheranno occasioni per combatterlo verbalmente. Tutto sta a vedere se gli interventi verbali possono avere qualche effetto durevole, al di là delle fluttuazioni momentanee. Più probabile di no: il mercato è arci convinto che i tassi giapponesi ed americani resteranno fermi almeno fino all'estate, mentre quelli europei saliranno, e su ciò farà leva, avendo per sfondo la debolezza strutturale del dollaro nonchè il "regalo" nipponico dei tassi a zero. E se i cinesi continueranno a ridurre gli acquisti di dollari per il biglietto verde non ci sono speranze di sorta.

OBBLIGAZIONI e BORSE

OBBLIGAZIONI: ancora rialzo dei rendimenti
Pur in misura contenuta prosegue l'erosione delle quotazioni obbligazionarie e conseguente rialzo dei rendimenti, soprattutto sulle scadenze brevi più legate alla sorte del cambio: come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 5 cts. a 5,11% , il biennale sale di 4 cts. al 4,76% il quinquennale aumenta di 3 cts. al 4,68%, il decennale sale di 2 al 4,76% ed il trentennale di 1 cts. al 4,93%. Adesso quindi il decennale ha un rendimento pari al 2 anni.In Europa il rialzo dei rendimenti è più pronunciato: il bund decennale sale di 13 cts. al 4,23% un livello che non si vedeva dal giugno 2002; il differenziale con il bond USA di analoga durata si riduce a poco più di 40 cts. contribuendo alla maggior forza all'euro rispetto al dollaro.Invece in Giappone il decennale resta fermo all'1,66% contribuendo alla maggior debolezza dello yen. I mercati obbligazionari emergenti hanno finalmente risentito del nuovo trend ed i rendimenti salgono mediamente di 5 cts. ( lo spread con i titoli americani resta a minimi record).
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: ballando sull'orlo del burrone
Assolutamente incapaci di comprendere quello che bolle nella pentola macro, le borse continuano a segnare nuovi massimi, irretite dall'orgia delle fusioni ed acquisizioni, ormai fatte o annunciate a prezzi ridicolmente elevati.La settimana si conclude giovedì con : Dow 12612 (+0,4%) Sp500 1452 (+0,6%) nasdaq 2491(+0,8%) nasdaq100 a 1831(+0,2%) russell 2000 +0,7% trasporti +2,4% utilities -0,2% semiconduttori -0,7%biotech +1,6% broker-dealer +0,4% Banche -0,3%.Sù il Nikkey a 17363 (+0,4%), il dax a 7210(+1,3%), il cac a 5789(+0,8%), il footsie a 6462(+1%) e nell'italietta senza la benchè minima speranza spmib a 43016(+1,5%) e mibtel a 33480(+1,5%).SUPERBolla in Cina +5,9% (che porta a +32% l'incremento da inizio anno che si somma al +100% dell'anno scorso); India +4% brasile +2,8% Russia +2,8%.I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di giovedì a 2200 ed il minimo di mercoledì a 1000 per concludere venerdì a 1960.Il rapporto tra put e call risale però da 0,74 a 0,89. L'indice della volatilità (VIX) scende da 13,23 a 12,20.
Per la Borsa americana saranno ora cruciali i risultati aziendali che inizieranno ad arrivare. Tecnicamente lo sp500 scad. giugno pare proiettato a ritestare i massimi dell'anno, che però razionalmente non dovrebbero essere superati dato il contesto di debolezza economica e soprattutto se la crisi del dollaro porterà a rendimenti al rialzo (decennale verso il 5%); lo scenario più probabile è la permanenza fino a maggio in range (1440-1480). Venerdì prossimo scadranno le opzioni aprile: occorre un calo settimanale dell'1,5% per guadagnare sulla straddle coperta in posizione.
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
Posizione asset: venduto straddle sp500 1405, comprato call 1450, scad. 20 aprile

Cambi: tutto Cina

CAMBI: tutto Cina
In un lunedì ancora festivo, vi è stato solo un debole proseguimento di acquisti di dollari in scia al dato occupazionale americano con il future giugno sceso fino a 1,338. Poi da martedì ha tenuto banco la questione geofinanziaria cinese: il dollaro ha ripreso ad essere venduto sistematicamente, arrivando fino a 1,35 prima della BCE di giovedì. Qui si poteva pensare (come avevo pensato io) che lo slittare a giugno di un prossimo rialzo dei tassi europei poteva riportare in area 1,34 il cambio. Invece, la notizia di altri due procedimenti protezionistici americani e la conferma che i cinesi avrebbero snobbato il g7, ha ridato slancio alle vendite di dollari, che hanno spinto il future giugno fino a quasi 1,36 venerdì, e nonostante un ondata di profit taking post dati americani alle 17 (fino a 1,352) si conclude la settimana a 1,357 cioè quasi 200 tiks sopra i minimi di lunedì. La verità è che i cinesi stanno realmente riducendo il loro sostegno al dollaro e questo è divenuto il punto cruciale. Se continueranno - come sembra per ora - dati o non dati, si potrebbe velocemente andare a 1,40 e oltre. Il problema è che un calo veloce del dollaro danneggia in primo luogo proprio loro (sono arrrivati a quota 1,2 trilioni di riserve ufficiali), finanziariamente ed economicamente: la caduta del dollaro comporta anche un calo dei bond USA(come successo già in queste ultime settimane) e dunque un aumento del rischio recessione americano. Non sono quindi da escludere nuove fasi di sostegno al biglietto verde, che in tal caso potrebbe ritornare in area 1,34, ma il destino resta chiaramente segnato: dollaro giù. Quello che complica il tutto dal punto di vista macroeconomico, è la questione giapponese. Il dollaro dovrebbe svalutare soprattutto contro yen (il che faciliterebbe anche la svalutazione contro yuan), mentre invece ciò per ora non avviene, provocando una svalutazione della moneta nipponica contro l'euro e le altre valute a tassi d'interesse superiori.Il G7 appena conclusosi ha fatto solo velati riferimenti a eventuali interventi per porre fine a questa inconguenza, ma non pare probabile che si cambi facilmente andazzo. Se l'euro si spingerà a 1,40 con il dollaro, fermo restando lo yen in area 119, ciò significherà un euroyen a 165, sempre più assurdo. Viceversa per riportare euroyen sotto 160 occorrerà un eurodollaro in calo a parità di dollaroyen , o una caduta di quest'ultimo a parità di eurodollaro, che sarebbe la cosa più logica.L'indice generale del dollaro a 81,9(giugno)
Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
Posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
Posizione asset: comprato put eurodollaro 1,34 (scad. 4 maggio)

Materie prime: alle stelle

MATERIE PRIME: alle stelle
Il pre-collasso del dollaro spinge ancor più sù tutto il comparto. Questa volta incluso il petrolio che sulla scadenza giugno conclude ben oltre quota 66, con il gas naturale anch'esso arrivato ormai a 8 sul giugno. Venuta meno per il momento la motivazione geopolitica, è riemersa quella economica: la domanda con l'avvicinarsi dell'estate è in aumento, si avvicina anche la stagione degli uragani previsti numerosi a segito dello sconquasso climatico, mentre si evidenziano colli di bottiglia nella raffinazione dei prodotti energetici.
I metalli continuano a correre , le notizie dalla Cina (riserve obbligatorie delle banche alzate al 10,5%) non hanno minimamente scalfito la loro forza. E' probabile anzi che siano proprio i cinesi a comprare usando parte dei dollari che ora non accumulano più.
Adesso se il G7 avrà un qualche effetto sul dollaro, facendolo un pò rimbalzare, potrebbe esserci una correzione fisiologica; ma se il dollaro collassa, prepariamoci a vedere rialzi spettacolari.Si conclude con: oro a 690(giugno) argento a 14,1 (maggio) rame a 353(luglio) platino a 1286(luglio) palladio a 381(giugno).L'indice CRB a 318 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

Economia: arriva il collasso?

ECONOMIA: arriva il collasso?
Proprio mentre una delle maggiori associazioni a delinquere del mondo, il G7, festeggia la maggior crescita dell'economia globale da 30 anni a questa parte senza dire una parola sull'insostenibile accumulo di debiti (sarebbe come se si festeggiasse la maggior attività di un cocainomane tacendo che prende sempre più droga a fronte di quell'iperattivismo), nè una parola sulla distruzione dell'ecosistema che questa "crescita" drogata sta producendo e produrrà sempre di più (sarebbe come se si tacesse al cocainomane festeggiato per la sua iperattività la distruzione del suo organismo fisico che ciò comporta a lungo termine), emergono invece segnali che possono preludere al collasso del cocainomane.
Il segnale principale viene dal dollaro: l'indice generale è arrivato ormai a un passo dal burrone, vale dire quella quota 80 raggiunta solo 5 volte nel passato: 1978,1990-1992,1995 e 2004. Se la sfonda, può essere l'inizio del collasso generale. Questo perchè, come più volte spiegato, la riduzione del valore del dollaro riduce nel mondo di oggi la liquidità internazionale alla base della megabolla globale. Inoltre, essendo gli USA totalmente dipendenti dal risparmio estero per finanziare i propri debiti record e crescenti, non potranno stare a guardare e dovranno per forza agire sui tassi d'interesse.
Caduta del dollaro, rialzo dei rendimenti, liquidità in calo, non potranno non provocare lo scoppio generale delle varie bolle, a cominciare da quella azionaria cinese, amplificato dall'estremo grado di speculazione a leva ormai raggiunto. Il fatto che gli USA si trovano con un economia reale già in crisi a causa del settore immobiliare, con investimenti in contrazione e mantenuta a galla per ora solo dai consumi a debito, fa ritenere ai più che la Fed non agirà sui tassi nonostante l'evidenza di un inflazione crescente e ben oltre i limti che essa stessa si è data: se così sarà, il dollaro crollerà senza pietà, mentre le materie prime a cominciare dai preziosi si impenneranno a nuovi record. Il flusso di risparmio estero si volgerà verso altri lidi, piuttosto che impiccarsi in una valuta in caduta libera e a bassi tassi di rendimento reali. Sarà solo questione di tempo, poi gli USA si decideranno ad intervenire perchè non possono fare a meno del risparmio estero. Hanno appena commesso un altro errore clamoroso adottando misure protezionistiche contro la Cina (mentre proteggono il Giappone), e i primi effetti sul dollaro sono stati inequivocabili. Se la Cina inizia realmente a diversificare un pò, magari per ritorsione, non ci saranno interventi delle banche centrali che potranno salvare il dollaro. Questa settimana ci consegna i primi segni in questa direzione. L'unico vero intervento potrà essere sui tassi d'interesse al rialzo, negli USA ed in Giappone, paese corresponsabile: non contenti di aver creato un disastro immenso durante gli anni 80 per se stessi, le cui conseguenze sono durate 15 anni, i nipponici hanno ora collaborato a creare un disastro ancor più grande e questa volta per tutto il pianeta.
L'altro segnale chiaro viene dall'ORO. E' la prima volta che il dollaro si avvicina a quota 80 con l'oro a 700 $ l'oncia: il che significa che il dollaro non può contare sui suoi amici di sempre(finanza ebrea); i quali hanno già da tempo capito l'impressionante ondata inflazionistica provocata(ad arte) dalla politica monetaria mondiale, ed hanno accumulato oro, argento,platino, diamanti, opere d'arte,etc.; in passato tutti questi preziosi erano a livelli di prezzo ben più bassi e davano maggior spazio a politiche inflazionistiche di difesa del dollaro. Oggi le banche centrali estere sono già strapiene di dollari (di cui anzi cercano di ridurre il peso) e le loro economie sono già iperinflazionate dai precedenti acquisti di dollari. Quindi non esiste altro modo per sostenere il biglietto verde che quello indicato prima, anche se comporterà la caduta a catena di immobili, azioni, obbligazioni, e quindi dei consumi americani. E' la famosa crisi d'astinenza che il mondo deve per forza, prima o poi, affrontare se vuole disintossicarsi dalla droga.

4/12/2007

l'euro sale

l'euro sale

Nonostante si sia verificato quanto pensavo, e cioè che trichet non avallasse le attese di un rialzo dei tassi bce già a maggio (se ne parla a giugno) su cui il mkt. pareva aver scommesso, e nonostante i prezzi all'import USA abbiano registrato il maggior rialzo degli ultimi tempi, l'eurodollaro invece di stornare verso 1,34 è salito arrivando con il future fino a 1,3540 probabilmente a causa delle notizie negative giunte nel frattempo dalle catene di vendite al dettaglio americane, e soprattutto in vista del g7 di fine settimana. Con il senno di poi quindi avrei fatto meglio a non chiudere il call nonostante il buon gain; comunque ci sono tre settimane alla scadenza della put restata in portafoglio, e secondo me le probabilità di una rivisitazione di area 1,34 sono sempre consistenti; inoltre il . rischio chiuso di 42 tiks potrà venire ridotto ulteriormente, lavorandoci sopra.

4/07/2007

Previsioni: SCENARI ALTERNATIVI

PREVISIONI: scenari alternativi
Lunedì mercati europei in vacanza, nessun dato, ma gli USA ripartono.E qui sarà interessante vedere come impatteranno i due eventi che hanno concluso la settimana precedente: la sorpresa pasquale sull'occupazione americana e la decisione cinese sulle riserve. Martedì si torna a pieno regime, si riunisce la BOJ sui tassi, un pò di dati europei e interventi di membri Fed. Mercoledì sera la pubblicazione dei verbali della Fed che potrebbe produrre reazioni, essendo i verbali del meeting che ha modificato l'orientamento da rialzista a neutrale. Giovedì momento importante per l'euro: la BCE non toccherà i tassi, ma ci si attende che Trichet nella conferenza stampa confermi le attese per un rialzo(molti lo aspettano già a maggio, ma potrebbe slittare a giugno).
Venerdì infine vari dati USA: deficit commerciale, prezzi alla produzione e indice del Michigan preliminare di aprile.
Si possono prefigurare due scenari alternativi.
Il primo, che comporterebbe movimenti significativi, si basa su una doppia reazione: quella alla mossa cinese, che potrebbe far scendere con forza le materie prime e risalire lo yen, legandosi inoltre alla prosecuzione dell'effetto dati americani sul dollaro; in questo caso le borse si troverebbero frenate se non addirittura prese in contropiede rispetto al previsto incremento che dovrebbero registrare post dati occupazionali USA, ed anche i rendimenti potrebbero ridiscendere per l'effetto rifugio. Se poi a questo movimento dovessero durante la settimana unirsi reazioni ai verbali Fed e dati USa (prezzi alla produzione) in grado di lanciare attese di rialzo dei tassi americani, mentre al contempo Trichet dovesse apparire tiepido sui tassi BCE, allora potrebbe esserci una settimana di forte calo per l'eurodollaro (fino a 1,32); mentre per la Borsa potrebbero anche arrivare delusioni dai primi risultati trimestrali (inizia la stagione degli annunci), con il potenziale per una caduta consistente.
Il secondo scenario,il più probabile, vede invece assenza di reazioni alla ennesima mossa cinese, e dunque prevalere senza problemi l'ottimismo innescato dai dati occupazionali americani, con borse e rendimenti al rialzo, dollaro un pò più forte ma non troppo (1,335-1,33); e poi dipendere le quotazioni dai successivi eventi (verbali, bce,dati e annunci aziendali).Se eurodollaro non scende sotto 1,34 nonostante il dato USA sarebbe un segnale di forza notevole, e la prospettiva di nuovi massimi verso 1,36 tornerebbe a profilarsi.

OBBLIGAZIONI e BORSE

OBBLIGAZIONI: rimbalzo dei rendimenti
A seguito delle mutate attese sui tassi fed, si appiattisce la curva dei rendimenti, con le scadenze brevi che rimbalzano più delle lunghe : come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 19 cts. a 5,06% , il biennale sale di 14 cts. al 4,72% il quinquennale aumenta di 12 cts. al 4,65%, il decennale sale di 9 al 4,74% ed il trentennale di 8 cts. al 4,92%. Adesso quindi il decennale ha un rendimento di appena 2 cts. superiore al 2 anni.
In Europa il bund decennale sale di 5 cts. al 4,10% mentre in Giappone resta fermo all'1,66%. I mercati obbligazionari emergenti invece continuano a restare forti, i rendimenti calano di 4 cts. e lo spread con i titoli americani è a minimi record.Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: laterale
posizione asset: nulla

BORSE: esuberanza irrazionale
La settimana si conclude giovedì con : Dow 12560 (+1,6%) Sp500 1443 (+1,6%) nasdaq 2471(+2%) nasdaq100 a 1828(+2,2%) russell 2000 +1,6% trasporti +2,2% utilities +1,8% semiconduttori +2,1%biotech +3,4% broker-dealer +1,9% Banche -0,3%. Questi incrementi non tengono quindi conto dell'ulteriore rialzo fatto segnare venerdì dai futures a seguito del dato sull'occupazione USA.
Sù anche il Nikkey a 17287 (+1,1%), il dax a 7100(+2,6%), il cac a 5741(+2%), il footsie a 6398(+1,5%) e nell'italietta senza la benchè minima speranza spmib a 42463(+2%) e mibtel a 33106(+2%).SUPERBolla in Cina +4,4% (che porta a +25% l'incremento da inizio anno che si somma al +100% dell'anno scorso)e che ricorda molto il Giappone di fine anni 80; India -1% brasile +1,8% Russia +0,6%.
I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di martedì a 2400 ed il minimo di mercoledì a 1300 per concludere giovedì a 1990.Il rapporto tra put e call crolla da 1,05 0,74. L'indice della volatilità (VIX) scende da 14,64 a 13,23.
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: venduto straddle sp500 1405, comprato call 1450, scad. 20 aprile

Cambi: tutto tassi

CAMBI: tutto tassi
L'evoluzione dei cambi continua a riflettere soprattutto le attese sui rispettivi tassi d'interesse. Nonostante Australia ed Inghilterra abbiano tenuti fermi i propri tassi, le attese restano per un futuro rialzo, così come per l'Europa, ed il risultato è stato: australiano, euro e sterlina forti. Viceversa le attese sui tassi nipponici restano nulle, e lo yen è stato ancora il più debole di tutti (tornando al minimo assoluto con euro, quasi 160). Il dollaro in una prima fase ha perso in scia ai dati deboli, e poi venerdì ha un pò recuperato dopo la sorpresa sull'occupazione, ma il vero effetto lo si vedrà la prossima settimana a mercati nuovamente a pieno regime. L'eurodollaro scadenza giugno conclude a 1,34 dopo aver rotto giovedì(un ora prima la scadenza delle opzioni) la resistenza ed ampliato il range fino a 1,348. Adesso sarà importante verificare se e che seguito si avrà, dal momento che sono venute meno le attese di un calo dei tassi americani, ma restano intatte quelle per un rialzo dei tassi BCE (giovedì parla Trichet).
Dopo aver azzeccato la permanenza in range fino ai primi di aprile(che ha consentito un utile sulle opzioni), sono propenso ad aspettarmi un aumento della volatilità(del resto a minimi record) nel prossimo mese, per cui ho comprato la straddle maggio.L'indice generale del dollaro a 82,7(giugno)
posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
posizione asset: comprato straddle 1,34 (scad. 4 maggio)

Materie prime: la Cina stringe

MATERIE PRIME: la Cina stringe
Il braccio di ferro con l'Iran sui 15 marinai inglesi si è concluso bene, le voci di attacco si sono rivelate una bufala come atteso, ed il petrolio ha puntualmente stornato, anche se non molto perchè nel frattempo è arrivata la notizia di un drastico calo delle scorte di benzina americana. La scadenza maggio conclude a 64 perdendo il 2,4%, flessione più limitata (-1,6%) anche per il gas naturale a 7,62(maggio).
Invece i metalli continuano a correre trainati dal rame (+7%) con incrementi di circa il 2%. Le notizie dalla Cina che continua ad alzare le riserve obbligatorie delle banche (ora al 10,5%) devono però ancora essere verificate sui prezzi, essendo arrivate venerdì a mercati chiusi. Fino a giovedì ha fatto da volano il dollaro debole.
Si conclude con: oro a 675(giugno) argento a 13,75 (maggio) rame a 337(maggio) platino a 1254(luglio) palladio a 357(giugno).
L'indice CRB a 318 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

Economia: cosa c'è nell'uovo di Pasqua

ECONOMIA: cosa c'è nell'uovo di Pasqua
I contabili americani hanno messo dentro l'uovo pasquale la sorpresa di un mercato del lavoro che tiene meglio del previsto, alla faccia di tutti gli altri indicatori che mostrano crescente debolezza, financo nel settore dei servizi. Questa sorpresa mette a dormire le attese per un taglio dei tassi da parte della Fed, le cui probabilità vengono adesso quotate a zero per maggio e giugno, e ad un misero 10% per agosto (erano al 40%). Pur in un venerdì di vacanza nelle due ore di residua vita dei mercati futures, ciò ha comportato un rialzo dei rendimenti , del dollaro ed anche della borsa (preda dell' esuberanza irrazionale: sale quando i dati sono negativi, perchè si aspetta il calo dei tassi; sale quando i dati sono positivi, anche se viene meno il calo dei tassi).
Dal punto di vista macro, però, la tenuta dell'occupazione non è una sorpresa. La creazione di credito continua a tavoletta, e gli indebitamenti aziendali sono a livelli record. L'inflazionamento di liquidità, prezzi azionari, remunerazioni dei dirigenti, etc. fornisce ampio spazio alle imprese per le assunzioni, specialmente in questa fase di produttività calante in cui c'è carenza di lavoratori qualificati. Così mentre una parte crescente delle famiglie (quelle a più basso reddito) è incapace di onorare i propri debiti, , ve n'è un altra che beneficia di redditi da lavoro: al momento le due si compensano. Ma non c'è dubbio che la patologia emersa nel segmento basso dei mutui immobiliari si sta ampliando e tende a infettare l'intero mondo mutui. Rimane solo da vedere con che tempi e in che modo il contagio avverrà. Al contempo però è vero che per ora il sistema resiste. In tempi normali, l'evidenza già emersa avrebbe indotto un rallentamento del credito totale e conseguentemente una caduta dei prezzi delle azioni. Invece si assiste ad un accelerazione del credito totale e, nonostante qualche fase di nervosismo, la temuta contrazione della liquidità non si materializza, con la Borsa che addirittura sale.
Perchè? perchè i tassi d'interesse reali sono fissati dirigisticamente e non consentono la libera interazione di domanda e offerta, bensì prolungano freneticamente il gigantesco schema Ponzi in essere (produzione di debiti a mezzo debiti, direbbe Sraffa), o Parmalat o Enron che dir si voglia.
Nuove bolle nascono con prepotenza: tra queste spicca quella delle fusioni ed acquisizioni. Il boom delle emissioni obbligazionarie aziendali è a dir poco sospetto, in un contesto di attivi di bilancio gonfiati da crediti sempre più rischiosi ed eccessivi riacquisti di azioni proprie, mentre gli investimenti reali si riducono sempre più. Ed in un contesto in cui l'economia USA sopravvive grazie al riciclaggio di quel trilione di dollari che perde annualmente nello scambio di merci e servizi con il resto del mondo. Questa perpetua macchina di creazione monetaria si regge sulla fiducia nei debiti sottostanti, a loro volta piramidi rovesciate innalzate su strutture finanziarie (ABS, CDO, etc.) che hanno dentro quella carta ad alto rischio rappresentata dai mutui immobiliari. La vulnerabilità di questo sistema perverso è elevata e crescente. Il crollo è inevitabile, anche se - come ripetuto più volte - può farsi attendere per molto.
La massa teme solo che una crisi possa essere innescata dai mercati emergenti, pure loro in bolla estrema: basti pensare alla borsa cinese, destinata a replicare il caso giapponese di venti anni fa. E fin quando vede che i mercati emergenti vanno bene, si sente tranquilla.
In realtà il vero pericolo viene dal cuore del sistema, non dalla periferia.

4/01/2007

Previsioni: settimana pre-pasquale

PREVISIONI: settimana pre-pasquale
Settimana corta con mercati chiusi venerdì, giorno in cui però usciranno i dati sul mercato del lavoro USA. Proprio questa combinazione di un dato considerato (a torto) importante in un giorno di festività, contribuirà ad alterare questo inizio di mese e trimestre che comincerà con un lunedì pesante: ancora sull'onda delle reazioni (questa volta meditate nel week-end) alla decisione protezionistica USA, mentre usciranno i rapporti manifatturieri di marzo sia in Giappone(tankan primo trimestre) che in Europa e negli USA; qui le attese sono confuse da esiti contrastanti dei rapporti regionali (Chicago ha sorpreso al rialzo, ma Filadelfia al ribasso) mentre parlerà Poole della Fed. Dopodichè un martedì di transizione con dati minori, e poi mercoledì sarà il turno dei sondaggi sul settore dei servizi sempre a marzo, sia in Europa che negli USA dove parlerà Fisher della Fed. Giovedì quindi giorno finale, probabilmente paralizzato dalla combinazione di cui sopra, e privo di dati significativi. Giovedì si avrà alle 16 anche la scadenza delle opzioni aprile sull'eurodollaro.
Non credo che i dati potranno modificare la situazione di stallo sui tassi americani. Se gli ISM vengono migliori del previsto potranno un pò indebolire le attese sul ribasso, e viceversa; ma al di là delle reazioni immediate non credo che si sia in grado di far uscire ad esempio l'eurodollaro dal range attuale. Semmai maggiori rischi vengono da un eventuale prosecuzione della reazione al protezionismo, nel segno del dollaro debole; e questo si vedrà lunedì, in particolare se dovessero riprendere le chiusure dei carry trade sullo yen.

BORSE: dietrofront

BORSE: dietro front
Rally dei creduloni, avevo definito il rialzo isterico post Fed: puntuale, questa settimana è arrivato il dietro front, anche se devo dire che visto il contesto, le borse continuano a tenere in modo sorprendente, e ad ogni caduta segue un recupero quasi equivalente.Insomma ci credono ancora, cioè non hanno capito, soprattutto nei mercati emergenti. Negli USA il trimestre si conclude con gli indici principali sostanzialmente fermi sui livelli di fine dicembre.La settimana si conclude con : Dow 12354 (-1%) Sp500 1420 (-1,1%) nasdaq 2421(1,2%)nasdaq100 a 1790(-1,2%) russell 2000 -1,1% trasporti -3,3% semiconduttori -2,9%biotech +0,8% broker-dealer -2,9% Banche -1,9%.Giù anche il Nikkey a 17287 (-1,1%), ma sale il dax a 6917(+0,3%), fermo il cac a 5634, giù il footsie a 6308(-0,5%) e nell'italietta senza la benchè minima speranza spmib a 41771(-0,1%) e mibtel a 32541(+0,2%).
Bolla più che mai viva e vegeta in Cina +3,6% India -1,8% brasile +0,6% Russia +1,1%(i russi hanno anche alzato i tassi al 2,5%).I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il minimo di martedì a 1000 ed il massimo di giovedì a quota 2300 per concludere venerdì a 1800.Il rapporto tra put e call risale da 0,92 a 1,05. L'indice della volatilità (VIX) sale da 12,94 a 14,64.
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: venduto straddle sp500 1405, comprato call 1450, scad. aprile

OBBLIGAZIONI: la curva si irripidisce di più

OBBLIGAZIONI: la curva si irripidisce di più
Prosegue l'irripidimento della curva dei rendimenti : come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 scende di 1 cts. a 4,87% , il biennale scende di 2 cts. al 4,58% mentre il quinquennale aumenta di 2 cts. al 4,53%, il decennale sale di 4 al 4,65% ed il trentennale di 4 cts. al 4,84%. Adesso quindi il decennale ha un rendimento di 7 cts. superiore al 2 anni.In Europa il bund decennale sale di 5 cts. al 4,05% così come in Giappone il decennale sale di 5 cts. all'1,65%. I mercati obbligazionari emergenti invece continuano a restare forti e lo spread con i titoli americani è ritornato ai minimi assoluti segnati il 22 febbraio (mediamente 1,65%in più).
Le emissioni globali di nuovo debito nel primo trim. 2007 sono arrivate a 1,7 trilioni, trainate dalle obbligazioni aziendali aumentate del 22% e servite prevalentemente per finanziare acquisizioni e fusioni che hanno raggiunto quota 1 trilione nei primi tre mesi dell'anno, record assoluto di tutti i tempi (record anche per le emissioni di junk-bond, vale a dire obbligazioni spazzatura ad altissimo rischio).
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: laterale
posizione asset: nulla

Cambi: caduta finale

CAMBI: caduta finale
Sono state le reazioni a caldo alla decisione protezionistica USa, giunta alle 17 di venerdì, a far concludere in perdita il dollaro. Fino a poco prima il biglietto verde aveva anzi beneficiato dei dati inflazionistici, e più in generale del raffreddamento delle ipotesi di ribasso dei tassi seguito all'audizione di Bernanke mercoledì sera. Dati europei buoni continuano a sostenere le attese per un altro ritocco dei tassi BCE a giugno. Misti invece i dati giapponesi, con quelli sull'inflazione minori delle attese, compensati da quelli sulla crescita; i prezzi dei terreni nippponiciperò iniziano a dare segnali di surriscaldamento. Negli USA si iniziano a sentire voci (industria automobilistica) anche contro la sottovalutazione dello yen: per il momento le acque si sono calmate, e la valuta nipponica è restata stabile tra 117 e 118 con dollaro; inoltre è finito l'anno fiscale. Ciò non toglie però che movimenti improvvisi e violenti restino sempre probabili, e adesso potrebbero essere innescati anche dalla decisione protezionistica americana.L'eurodollaro scadenza giugno conclude a 1,34 (valore ideale per la posizione in opzioni scadente giovedì prossimo alle 16, non venerdì perchè festivo), dopo aver saggiato la fascia bassa del nuovo range a 1,33 e quella alta a 1,344 (subito dopo l'annuncio).
L'indice generale del dollaro a 82,6(giugno)
posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
posizione asset: comprato range 1,332-1,348 (scad. 5 aprile)

Materie prime: inflazione

MATERIE PRIME: inflazione
E' dunque ripreso l'inflazionamento dei prezzi delle materie prime.Il braccio di ferro con l'Iran sui 15 marinai inglesi, ed il colpo di scena saudita (per la prima volta hanno definito gli americani "occupanti" dell'iraq e si sono fatti promotori di un iniziativa per la pace israelo-palestinese) ha portato a nuovi massimi 2007 il petrolio. La scadenza maggio conclude a 65,9 livello che non si vedeva da 7 mesi. Forte rialzo anche per il gas naturale a 7,74(maggio). Vi sono voci di fonte russa circa un imminente attacco all'Iran secondo le quali il rapimento dei marinai si spiega con l'obiettivo di procurarsi degli scudi umani. Personalmente, per i motivi spiegati negli appositi Speciali geopolitici, non credo che si arrivi a un attacco; tanto più adesso che il parlamento USA ha votato per il ritiro dei soldati dall'iraq (anche se Bush porrà il veto). Resto fedele quindi alla mia previsione originaria sul prezzo del petrolio per l'anno in corso: resterà in un ampio range, con oscillazioni violente, tra 70(max.80) e 50(min.40) dollari al barile.Anche i metalli continuano la gamba rialzista.Si conclude con: oro a 669(giugno) argento a 13,45 (maggio) rame a 315(maggio) platino a 1254(luglio) palladio a 357(giugno).L'indice CRB a 318 (giugno) +2%.
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

Economia: arriva il protezionismo

ECONOMIA: arriva il protezionismo
Negli USA è stagflazione piena. L'inflazione, comunque la si misuri, è ben al disopra dei livelli considerati accettabili financo dalla FED; nel frattempo, nonostante si continui a iniettare dosi di eroina creditizia crescenti, l'organismo risponde sempre meno. Vendite di nuove case in caduta libera, fiducia dei consumatori in calo, investimenti in calo, consumi stagnanti, tanto che i più invocano una riduzione dei tassi d'interesse, senza rendersi conto che la causa del male sono stati proprio i tassi d'interesse reali troppo bassi troppo a lungo, che hanno provocato un eccesso di credito luciferino. E senza rendersi conto che adesso la Fed dovrebbe iniziare un ciclo al ribasso dei tassi partendo da un inflazione elevata.
Lo faranno, perchè sappiamo che così conviene ai grandi debitori , ma non c'è dubbio che sul piano dei principi è indifendibile. Infatti bernanke si trova sempre più in difficoltà come ha mostrato durante l'audizione al Congresso. Continua a dire che l'inflazione resta la principale preoccupazione, ma anche che i rischi allo scenario ideale (crescita moderata ed inflazione in rientro) sono aumentati da entrambi i lati. Non usa la parola stagflazione, ma la sua descrizione corrisponde ad essa, ed in stagflazione in teoria i tassi nominali restano bloccati(quelli reali scendono, perchè l'inflazione aumenta).
Nel frattempo il tutto va inquadrato nel contesto globale. Per ora, il resto del mondo gode degli effetti euforici provocati dall'eroina monetaria dei tassi d'interesse reali negativi(in Cina, in Giappone, in Russia,in Europa, dovunque): sono organismi economici arrivati a contatto con la droga da meno tempo rispetto a quello americano, e quindi per ora reagiscono di più; ma, è certo che - a parte il risentimento diretto della crisi USA - anche per loro è solo questione di tempo, l'assuefazione arriverà.
Inoltre, quello che mi attendevo è successo, proprio in chiusura di settimana: gli USA hanno annunciato, per la prima volta dopo 23 anni, l'introduzione di dazi sull'import cinese. Naturalmente si tratta solo di un primo passo, molto limitato, e concerne un segmento di prodotti in carta; ma il valore simbolico è molto alto, anche perchè difficilmente non sarà seguito da altri provvedimenti analoghi. E' dunque guerra commerciale, e adesso occorrerà vedere la risposta cinese, che a parole è già arrivata ed è ovviamente molto negativa. Come illustrato innumerevoli volte , la posizione cinese non è facile: possono certamente affossare il dollaro, i bond e la borsa americana, facendone precipitare l'economia (che vi si trova già sull'orlo) in recessione. Ma questo tipo di reazione, nella cui direzione sono state improntate le prime reazioni a caldo dei mercati, farebbe anche a loro molti danni, ed è da escludere almeno nel breve termine. Piuttosto, è probabile che i cinesi si ispirino alla loro filosofia millenaria, secondo cui la vendetta è un piatto che si mangia freddo, ed è meglio aspettare lungo la riva del fiume per veder passare il cadavere del nemico. Prenderanno cioè tempo, e si muoveranno molto lentamente.
Per il resto i cinesi dal punto di visto dei comportamenti si sono americanizzati al 100%. Loro, come i giapponesi, gli americani e gli europei, sono responsabili di questa folle bolla monetaria in cui il pianeta terra è intrappolato , e che a lungo andare porta alla distruzione fisica (ecologica) oltre che alla prossima grande guerra mondiale per le risorse insufficienti. Insisto su questo punto, perchè sfugge ai più: la distruzione del meccanismo dei tassi d'interesse di libero mercato, ottenuto con l'invenzione delle banche centrali, è la via che conduce all'inferno il sistema capitalistico monopolistico globale, il quale dopo aver definitivamente seppellito i principi e gli ideali del capitalismo liberale originario, si è avvitato in una spirale non più controllabile. Per essere chiari: la dottrina della concorrenza perfetta, prevede che che i tassi d'interesse siano determinati dal libero interagire della domanda e dell'offerta, non imposti d'imperio da un legislatore(solo nei regimi comunisti è lo Stato a decidere quanti fornai devono esistere, in un sistema liberale risulta dal libero mercato, sempre che quest'ultimo sia a concorrenza perfetta; se invece esiste la corporazione dei fornai che decide d'imperio il numero chiuso , siamo in pratica in un regime comunista). E' evidente che nel capitalismo liberale originario non si sarebbe mai potuti arrivare a situazioni come l'attuale: di fronte ad un aumento della domanda di credito, i tassi d'interesse reali sarebbero saliti fino al punto necessario per riportare in equilibrio domanda ed offerta; invece nell'attuale capitalismo monopolistico, chi ha il potere decide il tasso d'interesse, e lo gestisce in modo da consentire la formazione di bolle da eccesso di domanda di credito, se così gli conviene. Così come, mentre si moltiplicavano le evidenze che il modello di sviluppo occidentale applicato ai 6 miliardi e passa di individui esistenti sul pianeta non era sostenibile , accecati da una sete di profitto e di potere senza fine, hanno messo in moto una globalizzazione irrefrenabile. Basterebbe riflettere proprio sul fatto che anche una dittatura comunista della peggior specie può facilmente adottare i criteri del capitalismo, per comprendere come quest'ultimo non sia il frutto della democrazia e della libertà, foglie di fico inventate per mascherare la dittatura del Capitale, paradossalmente rivelatosi però masochista: la distruzione del pianeta non conviene neanche a lui.