PREVISIONI: settimana cruciale
Concludevo così le previsioni di sette giorni fa:"Il secondo scenario, il più probabile, vede invece assenza di reazioni alla ennesima mossa cinese, e dunque prevalere senza problemi l'ottimismo innescato dai dati occupazionali americani, con borse e rendimenti al rialzo, dollaro un pò più forte ma non troppo (1,335-1,33); e poi dipendere le quotazioni dai successivi eventi (verbali, bce,dati e annunci aziendali).Se eurodollaro non scende sotto 1,34 nonostante il dato USA sarebbe un segnale di forza notevole, e la prospettiva di nuovi massimi verso 1,36 tornerebbe a profilarsi".Questo è lo scenario che si è in effetti realizzato nei trascorsi sette giorni per i motivi sopramenzionati. Adesso la settimana che arriva è particolarmente intensa.Sul fronte del dollaro si inizia subito con le reazioni al comunicato del G7, che in effetti è teso a contrastare un eccesso di svalutazione del dollaro, e più in generale l'eccesso di finanziamenti in yen. Si vedrà subito se sarà in grado di provocare uno storno dell'eurodollaro in area 1,345- 1,35, magari favorito da un euroyen verso 160. Se ciò non sarà, come probabile, è molto facile vedere eurodollaro superare quota 1,36 e la capacità di arrivare a 1,37 (soglia simbolica perchè rappresenta il massimo storico)dipenderà dai numerosi dati in arrivo. Tra questi spiccano le vendite al dettaglio USA di un lunedì pomeriggio particolarmente intenso perchè ci saranno anche l'indice di new york, gli afflussi netti di capitale e l'indice immobiliare: se tutto indicherà debolezza, l'1,37 potrebbe arrivare subito. Martedì altra giornata cruciale, prima con l'indice zew tedesco, poi con i prezzi al consumo USA seguiti dai dati su licenze e nuovi cantieri edili, nonchè dalla produzione industriale, in un contesto di discorsi vari tra cui spicca quello di un membro Fed dedicato proprio all'eurodollaro. Mercoledì giornata di sosta sui dati USA, giovedì il PhillY Fed, ed infine venerdì discorso del ministro del tesoro USA alla conferenza sulla Cina. Nel frattempo continueremo ad ascoltare altri discorsi di membri Fed e Bce, oltre all'audizione del governatore giapponese. Come si vede quindi, a parte i dati, se il mercato -come probabile- sfiderà sul fronte dei cambi il G7, ai rappresentanti di quest'ultimo non mancheranno occasioni per combatterlo verbalmente. Tutto sta a vedere se gli interventi verbali possono avere qualche effetto durevole, al di là delle fluttuazioni momentanee. Più probabile di no: il mercato è arci convinto che i tassi giapponesi ed americani resteranno fermi almeno fino all'estate, mentre quelli europei saliranno, e su ciò farà leva, avendo per sfondo la debolezza strutturale del dollaro nonchè il "regalo" nipponico dei tassi a zero. E se i cinesi continueranno a ridurre gli acquisti di dollari per il biglietto verde non ci sono speranze di sorta.