8/02/2012

Caso o necessità?

Le mutazioni genetiche, così come il big bang, sono frutto del caso ? oppure vi è una volontà superiore dietro di esse? È l’eterno interrogativo con cui si confrontano gli umani. Vale LO STESSO per gli sviluppi economici e politici? Secondo me no, perché quando sono in ballo soldi e potere, la Storia ci insegna senza ombra di dubbio che c’è sempre dietro la volontà di qualcuno, anche se poi gli eventi possono scoppiare in mano (nessuno è infallibile).

Tre sono le grandi mutazioni genetiche avvenute negli ultimi 40 anni, di fronte ai cui effetti ci ritroviamo adesso: monetizzazione – globalizzazione – anti democratizzazione.

1) Nell’agosto del 1971 Nixon annunciava l’inconvertibilità del dollaro in oro. Iniziava così la prima grande mutazione genetica: il sistema monetario internazionale, sganciato da un sottostante fisico, nel giro di qualche anno avrebbe dato vita ad una gigantesca monetizzazione capace di invertire il rapporto tra finanza ed economia reale, mettendo quest’ultima al servizio della prima, attizzando l’indebitamento pubblico e privato, e dando un potere immenso , senza precedenti, ai gestori di moneta e credito, i banchieri. Si creava così anche il catalizzatore della globalizzazione dei capitali, esplosa durante il decennio successivo, ad uso e consumo delle grandi multinazionali occidentali.

2) Con la dissoluzione dell’URSS, nel novembre del 1989 veniva ufficialmente dichiarata la caduta del muro di Berlino. Possiamo prendere questa data a simbolo della seconda grande mutazione genetica: la globalizzazione del lavoro, che avrebbe portato all’utilizzo dell’enorme riserva di manodopera asiatica, e conseguente impoverimento strutturale della “middle class” occidentale, fino ad allora pilastro portante della domanda globale di merci e servizi. Iniziava così il grande squilibrio sfociato nell’eccesso sistemico di capacità produttiva, in stile anni 30, forza deflattiva a sostegno della bancocrazia monetizzatrice.

3) Possiamo infine prendere il febbraio 1992, con la firma del trattato di Maastricht, come simbolo della terza grande mutazione genetica in corso: lo svuotamento delle democrazie rappresentative nazionali, da piegare ad una nuova tecnocrazia sovranazionale priva di vincoli democratici. Negli USA questo processo già da tempo aveva seguito un altro percorso: rendere il processo democratico così costoso, da essere accessibile solo ai grandi potentati economici e finanziari, capaci di sponsorizzare entrambi gli schieramenti in campo, e dunque vincere sempre. Ma in Europa, per via della maggiore complessità storica dei popoli e delle nazioni presenti, è stato fatto un esperimento di tipo diverso, con l’obiettivo poi di estenderlo a livello mondiale in caso di successo. Lo STRUMENTO per imporre la sovra nazionalizzazione anti democratica è stato la moneta unica tra economie diverse: un combinato disposto micidiale che le ha rese divergenti tra loro, ed in poco più di un decennio ha già esercitato il suo effetto perverso, ponendo le popolazioni di fronte alla scelta tra rinunciare alla sovranità o affrontare il caos economico-finanziario. Dietro alla retorica degli Stati uniti di Europa c’è solo il disegno di creare un entità sovranazionale sempre più “grande fratello” in grado di controllare senza essere controllato.

Non credo che il disegno fallirà, anche se non si può escludere del tutto. La strategia è chiara. Estremizzano le crisi, al fine di ricattare le volontà popolari, ed usano la monetizzazione come droga da spacciare e mantenere la dipendenza dalla globalizzazione, per comandare e rendere permanente la stagnazione economica che mentre non impedisce la rendita parassitaria, soffoca gli aneliti liberali rivoluzionari. L’idea è che il gregge, in fondo, cerca sempre un pastore. E pazienza se ci scappano le bastonate. Qualche pecora nera andrà eliminata durante il percorso, qualche Isacco andrà sacrificato strada facendo, ma alla fine il disegno si deve realizzare. Amen.