1/28/2007

La Nota sui mercati (28.1)

La settimana 22 - 26 gennaio 2007

ECONOMIA: Davos e la Nuova Inflazione
Le discussioni al World Economic Forum di Davos hanno ruotato intorno a due temi. Primo, la continua robustezza dell'economia globale (alta crescita e bassa inflazione). Secondo, la continua crescita dei rischi finanziari ed economici. Lawrence Summers (ex ministro del tesoro USA) ha commentato: "merita ricordare che i mercati erano molto ottimisti ad inizio estate del 1914".
Vero, è già successo che nonostante crescenti rischi, i mercati salissero in modo spettacolare.
E io credo che il corrente disordine monetario e il conseguente boom globale siano la conseguenza della fine della supremazia americana.
Per la gran parte però dei partecipanti a Davos, le cose vanno e andranno bene. L'opinione prevalente è che l'integrazione delle economie emergenti basate su basso costo del lavoro e capacità produttiva, dentro al contesto del crescente livello tecnologico e relativo boom della produttività delle economie sviluppate, porterà sempre crescita senza inflazione. Un tale ambiente disinflazionistico strutturale, assicurerà sempre tassi d'interesse bassi e crescita futura.
La falla di questo ragionamento consiste nel non considerare la sottostante inflazione creditizia e le derivanti mille bolle blu, oltre a non considerare le ramificazioni inflazionistiche dell'evanescente supremazia economica e finanziaria, americana.
Cioè la Nuova Inflazione.
L'inflazione degli asset è diversa da quella normale così come un affare illegale è diverso da uno legale. E' molto più gradevole all'inizio e molto più dolorosa alla fine. Non è tutta creata dai governi e dalle banche centrali. Conosciamo bene l'inflazione creata dalle banche centrali: si trasmette ai consumi tramite il sistema bancario, ed alla fine - non subito- i prezzi salgono, il pubblico si lamenta, gli elettori cambiano partito, le aziende si innervosiscono, gli investitori diminuiscono, e l'intera economia diventa marcia come il latte vecchio.
La Nuova Inflazione è diversa. E' uno tsunami permanente di liquidità che innalza i prezzi degli assets in tutto il pianeta. I ricchi ne godono da morire: le loro azioni, i loro bonds, le loro proprietà, perfino i quadri che adornano le loro case salgono di valore.
Ma da dove viene questa interminabile onda ? è proprio qui che sta la novità, e spiega perchè l'industria finanziaria stia facendo utili senza precedenti.
Funziona così:
avete una casa da 100 mila euro; ottenete un mutuo da 50 mila; il vostro mutuo insieme ai mutui di altri viene impacchettato e venduto a una finanziaria X. Questa lo usa come garanzia collaterale per un prestito di 500 mila euro, che viene usato per acquistare a leva l'azienda Y, che poi emette obbligazioni per 5 milioni di euro, che sono comprate da un hedge fund Z, il quale a sua volta usa con leva un prestito in yen a tasso zero ed adesso investe in questi bond a rendimento ben più alto.
Ad ogni passo di questa catena che ha portato a moltiplicare il vostro mutuo originario da 50 mila eu per 100 volte, gli intermediari finanziari incassano commissioni, spreads, e interessi; ad ogni passo l'amontare nominale di moneta si è moltiplicata, ma il vostro reddito non è cambiato, e la vostra casa è sempre la stessa, così come l'azienda Y non ha aumentato i suoi profitti: l'economia reale sottostante è sempre la stessa. Questa febbrile attività finanziaria, questa finanziarizzazione dell'economia non aggiunge nulla alla ricchezza reale del pianeta; non ci sono più fabbriche o più bistecche. Essa produce niente altro che più profitti monetari per gli intermediari finanziari e per i ricchi intorno al tavolo. E già, perchè questa moltiplicazione monetaria aumenta i prezzi degli asset coinvolti, e dunque i beneficiari della Nuova Inflazione sono i loro proprietari. Quando i loro bonds o case o azioni vanno sù di prezzo, loro realizzano maggior potere d'acquisto e possono usarlo per altri assets. Possiamo essere certi che non lo useranno per comprare più carta igienica o più margarina, dunque i prezzi al consumo così ben calcolati dai loro governi non registrano aumenti, e così i salari e i redditi degli altri vengono mantenuti fermi, tanto "non c'è inflazione". E poichè l'ingordigia umana non ha limiti, i ricchi cosa fanno per continuare nel giochino? spingono quelli i cui redditi non aumentano, a indebitarsi, perchè su ogni nuovo mutuo, come visto, loro ci tirano fuori altri profitti.
Oppure:
Una famiglia possiede una catena di hotel, da cui ricavare un reddito per viverci. Arriva un finanziaria che gli fa un offerta irresistibile, grazie alla catena di debiti sopraillustrata. Così la famiglia diviene milionaria, e la compagnia va nelle mani di managers che la quotano in borsa a 20 volte gli utili, consentendo alla finanziaria milioni di utili, ed il cui capo guadagna 10 milioni l'anno ma si ritiene sottopagato.Nel frattempo la finanziaria emette milioni di bonds che sono impacchettati e rivenduti con swaps e derivati di tutti i tipi; e l'azione sale. In sostanza: prima c'era una famiglia con un asset familiare da cui ricavava come vivere; adesso milioni di persone posseggono un azione salita di prezzo, sopravvalutata e a basso dividendo, mentre banchieri, hedge funds, e simili detengono posizioni multimilionarie nel debito artificialmente montato sulla compagnia di hotel. Naturalmente dopo aver fatto commissioni e utili sul trading dell'azione dei bond e dei derivati vari montati sopra. In termini reali la catena hotelliera è sempre la stessa con i suoi soliti profitti di prima; ma la finanziarizzazione ha creato un intero nuovo flusso di liquidità. E quando si arriva al top di liquidità nessuno se ne preoccupa. La moltiplicazione dei debiti non preoccupa nessuno.

Di questo dovrebbero parlare a Davos, ma chi ha interesse a farlo?
Gli USA hanno tutto l'interesse a continuare, da iperindebitati l'inflazione è la loro unica speranza, non così le nuove potenze (Cina,India, Russia), e vedremo fino a quando la sopportano a fronte del maggior export.
Certo, l'impatto sistemico della trasformazione di paesi storicamente debitori(gli emergenti) in creditori, esaltato dalla finanziarizzazione, è quello di ridurre le barriere all'entrata in quasi tutti i mercati, incoraggiando l'afflusso di capitali verso paesi e asset più rischiosi. L'interazione però ha alterato le valutazioni, la volatilità, e azzerato in pratica i premi per il rischio.
L'effetto più paradossale è che i poveri finanziano i ricchi.
Durerà per sempre?
Ora che ci avviamo verso una fase più problematica della bolla, qualche preoccupazione inizia ad emergere?
Qualcuno inizia a sospettare che invece della placida prospettiva di un mondo a bassi tassi e bassa inflazione, si profila un futuro in cui l'aumento strutturale della disponibilità di credito globale porterà prima o poi a una inflazione epocale ?
questa settimana il rialzo dei rendimenti , unito al rialzo dell'oro, pare sia stato notato - udite, udite - financo da Wall Street.
Faranno spallucce e tireranno avanti, facendo come i famosi struzzi?
La risposta la vedremo presto. Nel frattempo un onda nera di protezionismo, nazionalismo, conflitti commerciali, controlli di capitali,e militarismo, certamente è in arrivo, derivata prima (direbbero i matematici) di questo storico boom di Nuova Inflazione.

MATERIE PRIME : voci di guerra
Fonti arabe sostengono che gli USA ad Aprile attaccheranno l'Iran.
Come spiegato in Speciale Geopolitica 2007, la logica soprattutto dal punto di vista israeliano, porta a ritenere che sia troppo presto; e pare difficile che Bush si muova senza il consenso di Israele. Ma, ovviamente, nulla si può escludere, e come ragionavo nella scorsa Nota, potrebbe essere l'Iran (dove emergono contrasti al vertice) ad avere interesse a far precipitare gli eventi.
Il petrolio dal canto suo ha iniziato a reagire al rialzo, anche se questo era probabile da un punto di vista tecnico come spiegato sette giorni fa.
La scadenza marzo dopo un minimo iniziale a 52 è risalito fin quasi 56 concludendo a 55,4. Il gas naturale, dopo una puntata a 7,5 è crollato fino a 6,8 per concludere a 7,15 in lieve gain sulla settimana(marzo). Fortissimo l'oro che conclude appena sotto la parte alta del range in essere da oltre 6 mesi, ed appresso a lui l'argento e tutti gli altri, ivi incluso il rame(mentre continua la corsa di nickel,stagno e altri metalli vari sulla notizia che la Cina ha messo a segno un incremento del PIL superiore alle previsioni, ben oltre il 10%) .
Si conclude con :
l'oro a 650(aprile) il rame a 264 (marzo) l'argento a 13,4(marzo);
il platino a 1181(aprile) il palladio a 351(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 296(+2%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: in range
Come aspettavo l'eurodollaro scad. marzo è rimasto in range, provando a testare prima la parte alta in area 1,308 e dopo la parte bassa a 1,29 concludendo poco sopra a 1,294. Le attese sui tassi si stanno spostando verso il rialzo e questo sostiene il dollaro, anche se la debolezza dei bond e la forza dell'oro in prospettiva sono tutt'altro che a favore del dollaro. Inoltre anche l'euro è sostenuto dalle attese di rialzo dei suoi tassi, aumentate questa settimana dopo l'ennesimo record della quantità di moneta e credito arrivata quasi al 10%. Entrambe le valute guadagnano rispetto allo yen, i cui prezzi al consumo sono usciti inferiori alle attese, cementando l'idea che i nipponici non alzeranno i tassi neanche a febbraio. E' però in arrivo il G7 dei primi di febbraio, e i carry-traders potrebbero coprirsi.
La prossima settimana il calendario è pieno e potenzialmente favorevole al dollaro, per cui è possibile che si possa bucare area 1,29; d'altro canto non credo ci sia molto spazio al ribasso, al massimo si vedrà 1,28 per poi ripartire da lì, anche perchè continua la diversificazione delle riserve in essere da parte delle banche centrali.
L'indice generale del dollaro a 85,1(marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: call spread al rialzo dell'eurodollaro

OBBLIGAZIONI: rendimenti al rialzo
Il consensus ritiene che i rendimenti (ormai in vista della importante soglia psicologica del 5% sul decennale, con aumento di quasi mezzo punto nell'ultimo mese) stiano salendo sospinti dall'evidenza della fine della crisi del mercato immobiliare, che a sua volta fa ripartire l'economia e dunque le attese sui tassi americani. Il problema è che non c'è in realtà un evidenza di questo tipo, se si escludono i dati positivi di dicembre dovuti al bel tempo. In fondo le vendite di case concludono il 2006 con un -8% che è il maggior calo in 17 anni, e le nuove case addirittura -17%.Questa settimana ha tenuto banco la diminuzione delle scorte di case invendute, ma ciò può dipendere dal fatto che i venditori sono scoraggiati e vedendo le difficoltà preferiscono togliere dal mercato le case invendute; è una tattica comune, in vista della primavera, quando le vedremo riapparire come funghi. I prezzi delle case sono scesi dell'1,8% nel 2006 ma il calo reale è maggiore se si tiene conto dei vari incentivi offerti all'acquisto.
E proprio il recente rialzo dei rendimenti contribuirà a una nuova onda negativa nell'imobiliare 2007: quando ne apparirà l'evidenza si tornerà a parlare di ribasso dei tassi della Fed, dimenticando che i tassi di interesse sono il prezzo della moneta, il quale dovrebbe essere determinato dalla domanda e dall'offerta; negli USA nessuno risparmia e tutti si indebitano per cui il prezzo dovrebbe essere molto più alto, e solo il sussidio proveniente dagli acquisti dall'estero ha impedito finora che ciò si concretizzasse(anche questa settimana le aste sono andate bene).
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di 9 cts. al 5,20% , il 2 anni di 6 cts. al 4,97% il quinquennale di 9 al 4,87% il decennale di 10 al 4,87%
il trentennale di 11 al 4,97%.
In Europa il Bund decennale sale di 4 cts. al 4,09% ed in Giappone il decennale sale di 2 cts. al 1,68%; il tasso medio sul debito dei paesi emergenti sale di 10 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: cambia il sentiment ?
Finora la borsa saliva con i dati negativi perchè festeggiava l'attesa di un calo dei tassi a venire; e saliva con i dati positivi perchè festeggiava l'attesa di utili crescenti. Adesso il sentiment sta cambiando, sotto la spinta del rialzo dei rendimenti obbligazionari e di una certa delusione riveniente dai risultati aziendali: si inizia a scendere con i dati negativi perchè si temono utili in calo e a scendere con i dati positvi perchè si teme un rialzo dei tassi. E' presto comunque per celebrarne il funerale, data la potenza della bolla in atto, ma i segnali tecnici di un inversione non mancano. I saldi settimanali non mostrano il finale particolarmente negativo che c'è stato.
Le variazioni % per la settimana a Wally sono state:
il Dow a 12487(-0,6%) lo sp500 a 1422(-0,6%) il nasdaq a 2435(-0,6%), il nasdaq100 a 1779(-1,3%), il Russell 2000 +0,4%, e tra i settoriali, trasporti -3% utilities +0,5% semiconduttori +1,3% biotech -2,4% broker/dealer -1% Banche -0,1%.
Tokyo a 17420 (+0,6%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6690(-1%) il footsie inglese a 6228(-0,2%), il cac francese a 5582
-0,5%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 42184(+0,1%) ed il Mibtel a 32462(+0,2%).
In giro per il mondo Cina +1,7% , l' India +0,5% Brasile +4,6%.
L'sp500 scad. marzo dopo una discesa lunedì fino a 1428 è tornato a salire fino a 1446 ma da qui ha per la prima volta da due mesi subìto una perdita di quasi 2% arrivando fino a 1422, ed ha concluso a 1428.
I titoli al rialzo sul NYSE sono passati da quota 1200 di lunedì, a quota 2300 martedì e mercoledì, per scendere sotto mille giovedì ed infine risalire a 1900 venerdì in chiusura.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: setttimana piena
Lunedì solo dati nipponici in nottata, Martedì tocca ai prezzi al consumo tedeschi, seguiti dalla fiducia dei consumatori americani a gennaio. Mercoledì, aspettando la Fed, altri dati europei e dagli USA: la prima stima del PIl nel 4° trim. atteso in recupero al 3%, la spesa per costruzioni di dicembre e l'indice di Chicago a gennaio; alle 20,15 il comunicato della Fed: nessun ritocco ai tassi, ma tutto verterà su eventuali nuove sfumature nel comunicato di accompagnamento.
Se dovessero far trapelare un anche lieve spostamento verso i rischi di inflazione, i mercati inizierebbero a prezzare le probabilità di un rialzo dei tassi, facendo salire il dollaro e scendere bond e borsa (viceversa nel caso contrario).Giovedì arriva soprattutto l'ISM di gennaio oltre all'andamento del deflatore dei prezzi al consumo di dicembre, preceduti dai sondaggi sul manifatturiero europeo. Venerdì, gran finale con i dati sul mercato del lavoro americano a gennaio, gli ordini alle fabbriche di dicembre e l'indice del Michigan di gennaio.
Allora: premesso che i mercati si aspettano dati USA forti e Fed un pò più restrittiva, ed hanno già iniziato a prezzare con i recenti movimenti questo scenario, penso che le reazioni più forti si avranno nel caso opposto. E cioè se la Fed risultasse morbida e i dati non così brillanti come ci si aspetta, dollaro- rendimenti -borsa hanno maggior spazio rispettivamente al ribasso(1,32-4,7%) e al rialzo(sp 1445). E' comunque probabile che , essendovi stato - grazie al bel tempo e al petrolio- un miglioramento a dicembre, esso prosegua anche su gennaio e che quindi le attese vengano confermate; ma se non ci sono particolari sorprese, l'effetto potrebbe essere già scontato, e per questo penso che non si vada oltre un temporaneo 1,28 sull'eurodollaro, 5% sul decennale e 1410 sullo sp500.





1/20/2007

La Nota sui mercati (20.1)

La settimana 15 - 19 gennaio 2007

ECONOMIA: guardando meglio
Nel flash "la bolla vince" ho avvisato che i dati USA mostrano chiari segnali di un rimbalzo dell'economia cominciato a dicembre e tuttora in atto, grazie al clima favorevole ed al crollo del petrolio. Il dato più sorprendente è stato quello relativo ai nuovi cantieri in crescita del 4,5%.
Sorprendente perchè con le scorte di invenduto di nuove e vecchie case in crescita, non pare possibile che i costruttori si mettano ad aprire nuovi cantieri. Ed infatti andando a guardare meglio i dettagli della statistica in esame si vede però che vi è stato un boom solo dei nuovi cantieri relativi a condomini(+19%), mentre il resto è in calo.Il che cambia il significato del dato ed ha un senso, soprattutto se lo si collega ad un altra evidenza emersa questa settimana, relativa all'indice dei prezzi al consumo, la cui componente degli affitti è a +4% negli ultimi 12 mesi.Poichè in realtà la domanda per le case sta scendendo e i mutui a tassi bassi sono difficili da ottenere, la popolazione - in crescita- si sta spostando sempre più verso abitazioni in affitto, tipicamente quelle condominiali; ed il settore edile sta puntando su questo segmento, anche se in realtà vi è già un eccesso di condomini quasi ovunque. Se si va su google e si si digita "housing foreclosures" (che significa, preclusioni ai riscatti di ipoteca, dunque situazioni fallimentari) si vede che sono in aumento del 16% ad un nuovo record, e la situazione è diffusa un pò ovunque. Inoltre si trovano una gran quantità di storie relative ai promotori di condomini di alto prezzo che stanno cambiando i loro progetti per orientarsi verso condomini a prezzi più bassi: del resto hanno comprato terreni in abbondanza e qualcosa devono farci. Vista in questa prospettiva, la situazione appare dunque poco rosea, e il futuro arrivo sul mercato di nuovi appartamenti condominiali singifica che i prezzi certamente non aumenteranno, e le vendite di case daranno un quadro negativo, nel prossimo futuro.
In conclusione, appare troppo presto per celebrare il "bottom" del mercato immobiliare, per il quale anzi il peggio è probabile debba ancora arrivare.

Queste considerazioni non tolgono nulla al fatto che per il momento le costruzioni e dunque l'occupazione, i redditi e l'indotto da esse dipendenti, stiano dando un contributo positivo al PIL del quarto trimestre 2006, e forse lo daranno anche al primo del 2007.
D'altro canto l'inflazione nella sua componente al netto di energia ed alimentari è cresciuta dello 0,2% a dicembre equivalente ad un tasso tendenziale annuo del 2,6% (e del 2,4% se lo si proietta per i prossimi dodici mesi), che è ben oltre la soglia del 2% considerata obiettivo da parte della Fed. Dunque, le attese per un calo dei tassi americani si sono andate definitivamente a fare benedire, ed in effetti se l'economia tiene non si vede come l'inflazione possa scendere (in base alla semplicistica teoria vigente); se c'è un rischio, appare al rialzo dei tassi, come continuano a dire tutti i vari esponenti Fed; ma, al rialzo non ci crede nessuno, per ora. Così i mercati stanno scontando l'idea che i tassi USA resteranno fermi per almeno tutto il primo semestre.

Nel frattempo la banca centrale giapponese (con tre voti contrari e sei favorevoli) si è piegata al diktat del governo ed ha tenuto ancora fermi i tassi ufficiali allo 0,25%, garantendo quindi ai mercati che il rubinetto di liquidità proveniente dallo yen debole continuerà a restare aperto come sempre. Sul sostegno cinese alla grande abbuffata di liquidità, per ora non ci sono dubbi: la borsa di Shangai continua a fare rialzi strepitosi(+6%) perchè è là che vanno a finire i 5 miliardi di dollari in yaun stampati ogni settimana pur di mantenere sotto controllo il cambio con il biglietto verde.Ma anche l'India non scherza: l'M3 locale chiude il 2006 a +20% annuo.
Insomma liquidità garantita, tassi stabili,e che si vuole di più? La giostra continua, i premi al rischio continuano ad azzerarsi e come dichiara un banchiere di Londra ormai siamo in una situazione senza precedenti storici per grado di leva finanziaria e insensibilità al rischio.
La Storia però SEMPRE ha mostrato che situazioni simili , anche se inferiori per portata essendo l'attuale un record assoluto, finiscono in un bagno di sangue.
E dietro le quinte dell'attuale mega party finanziario, le tensioni geopolitiche e le varie rotte di collisione continuano ad avanzare: la Cina ha appena dimostrato che può distruggere con i suoi missili i satelliti in orbita sul pianeta......


MATERIE PRIME : petrolio a fine caduta?
Le cronache parlano della scadenza febbraio che è arrivata a quotare 50,
accumulando altre perdite nella settimana. Ma la scadenza marzo (e le successive che quotano prezzi crescenti) , pur con un minimo dopo l'eccesso di scorte registrato mercoledì a 51 conclude a 53,4 cioè quasi allo stesso livello della scorsa settimana. Scrivevo sette giorni fa: "Tecnicamente il prezzo adesso si trova al ritracciamento del 38% dell'intero movimento tra 16,7 e 78,4 ed anche alcuni timing come quello di demark, sono vicini a maturazione. E se la speculazione al ribasso corre a ricoprirsi, in poche sedute può tranquillamente riprendere un 10-20%." Ebbene, le azioni petrolifere stanno tenendo bene: divergenza che fa pensare. Inoltre, la dichiarazione dell'Arabia Saudita (non vuole tagliare la produzione) mostra come i sauditi vogliano usare il calo del petrolio per indebolire l'Iran; il che potrebbe spingere quest'ultimo a qualche azione di tipo opposto: se una petroliera venisse colpita mentre passa lo stretto di Hormuz...
Certo, essendo una questione geopolitica profondamente intrecciata con un mercato altamente speculativo, non si può escludere nulla: però su un ulteriore ribasso in area 48, ritengo sia possibile entrare in acquisto al primo segnale di forza, perchè la potenzialità di un rapido rimbalzo, diviene sempre più elevata, con stop a 46.
Altro segnale: il gas naturale, dopo un ulteriore caduta nei primi 4 giorni fino a 6,15 venerdì ha messo a segno un rimbalzo poderoso concludendo a 6,9(marzo). Debole resta solo il rame arrivato fin sotto quota 250, mentre continuano a ben performare i preziosi.
Si conclude con :
l'oro a 636(febbraio) il rame a 252 (marzo) l'argento a 12,9(marzo);
il platino a 1168(aprile) il palladio a 345(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 291
Posizione di lungo termine: al rialzo dei preziosi
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: il dollaro non convince
L'azione del dollaro nella settimana fa pensare che non vi siano più compratori sul mercato. Tutti i dati americani hanno sorpreso al rialzo, dall'edilizia al manifatturiero, con inflazione tenace e fiducia dei consumatori alle stelle; e le attese sui tassi sono cambiate come sopra illustrato. Ciò nonostante, il dollaro non è riuscito a beneficiarne se non con movimenti momentanei da cui ha precipitosamente fatto marcia indietro; con l'eccezione naturalmente dello yen bastonato da tutti, per il mancato rialzo dei tassi nipponici. Certamente le banche centrali , come del resto hanno più volte avvertito, stanno provvedendo a vendere dollari su ogni rinforzo; ma pare anche trapelare un certo scetticismo del mercato in generale sulla capacità del dollaro di salire in modo duraturo. Tecnicamente l'eurodollaro scadenza marzo non è mai sceso sotto al minimo di 1,29 della scorsa settimana, ed ha fatto minimi crescenti , sempre ricomprato sotto 1,295. La prossima settimana il calendario è scarso e pare difficile che si possa bucare area 1,29; d'altro canto anche al rialzo per ora ci sono limiti evidenti in area 1,305 soprattutto a causa della pressione riveniente dal petrolio e dallo yen, troppo deboli per consentire un rialzo significativo dell'euro. Probabile pertanto ancora sette giorni in questo range ristretto, e poi nella setimana successiva piena di dati ( con la riunione della Fed) potrebbe avvenire l'uscita che personalmente attendo verso 1,32 (qualora i dati deludano le attese che si sono create verso dati positivi).
L'indice generale del dollaro a 84,7(marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: call spread al rialzo dell'eurodollaro

OBBLIGAZIONI: rendimenti arrivati?
Anche sui rendimenti i nuovi dati USA, pur spingendo ancora al rialzo la parte breve, non hanno provocato granchè, dando la sensazione che l'aggiustamento sulla base delle nuove informazioni, sia terminato. Del resto come mostrano i dati sugli afflussi netti di capitale negli USA, le banche centrali continuano a comprare titoli di stato impedendo un rialzo significativo dei rendimenti.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di 5 cts. al 5,11% , il 2 anni di 3 cts. al 4,91% il quinquennale di 2 al 4,78% il decennale fermo al 4,77%
il trentennale pure al 4,86%.
In Europa il Bund decennale scende di 1 cts. al 4,05% ed in Giappone il decennale crolla di 8 cts. al 1,66%; il tasso medio sul debito dei paesi emergenti scende di 10 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: male il nasdaq
L'anno era iniziato all'insegna dei tecnologici, rifugium peccatorum di coloro che avevano lasciato le commodities. Ma si è rivelata una falsa partenza, perchè le prime trimestrali del settore hanno deluso, e quindi concludono in forte passivo la terza settimana dell'anno, anche se ciò non ha impedito agli altri indici di tenere le proprie posizioni.
Le variazioni % per la settimana a Wally sono state:
il Dow a 12565(+0%) lo sp500 a 1430(+0%) il nasdaq a 2450(-2%), il nasdaq100 a 1806(-2,7%), il Russell2000 -1,2%, e tra i settoriali, trasporti +2% utilities +0,7% semiconduttori -5,6% biotech +0,3% broker/dealer -1,1% Banche +0,1%.
Tokyo a 17310 (+1,4%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6747(+0,6%) il footsie inglese a 6237(+0%), il cac francese a 5614
(+0%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 42120(+0%) ed il Mibtel a 32416(+0,3%).
In giro per il mondo spicca la citata superbolla in Cina +6% , l' India +0,9% Brasile +0,8%.
L'sp500 scad. marzo non ha superato la resistenza di area 1440, ma non è mai sceso sotto 1430 restando intrappolato in un range di pochi punti per tutta la settimana. Le opzioni sono pertanto scadute senza portare nessun frutto. Per me Wally è sopravvalutata in termini di prezzo/utili, è ipercomprata (ai massimi da 4 anni)e iperfiduciosa(gli ottimisti sono ai massimi). Per questo motivo ho investito in put spread, finora senza soddisfazione. La forza della bolla è al momento troppo forte, occorre avere pazienza, verrà il giorno in cui restituirà il maltolto.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: c'è poco
Per avere qualche dato significativo tocca aspettare fino a giovedì:
si dovrà digerire il discorso sull'unione che Bush terrà durante la ns. notte di mercoledì, ed in mattinata uscirà l'IFO tedesco di gennaio, mentre nel pomeriggio dagli USA arrivano le vendite di case esistenti a dicembre, e sarà interessante vedere se queste confermano il rimbalzo dell'immobiliare (le attese sono per vendite stabili intorno ai 6,25 milioni di unità).Venerdì uscirà l'M3 europea e dagli USA gli ordini di beni durevoli e le vendite di nuove case entrambi per dicembre.
Dunuqe se il petrolio resterà calmo, in un range contenuto (55-51 sul marzo),e se non succedono eventi esterni, è probabile che tutti i mercati restino in range fino a mercoledì, con la borsa che potrebbe reagire a qualche trimestrale aziendale, ma niente di più. E solo se i dati di giovedì e venerdì presenteranno qualche corposa sorpresa, potrebbe esserci la fuoriuscita dai medesimi, anche perchè l'attenzione sarà già rivolta alla settimana successiva ben più densa di dati ed eventi.

1/19/2007

I 5 dragoni -1
Immaginate di essere in un epoca di decadenza intellettuale e morale:una specie di buio medioevo. Non farete grande sforzo a immaginarvelo, basta che vi guardiate intorno.Dopo il medioevo però venne il Rinascimento; sarà così anche stavolta? Difficile,perché vi sono 5 dragoni che silenziosamente si aggirano sul pianetaTerra.
Anche se non si conosce esattamente come iniziò, la dinamica di formazione dell'Universo in cui - pur infinitesimali - siamo immersi,appare chiara. Una serie di reazioni nucleari ha dato luogo man mano,attraverso miliardi di anni, a vari insiemi e sottinsiemi galattici e stellari. All'interno di uno di questi, si trova il Sole, cioè la stella madre il cui calore scalda questo piccolo pianeta che abbiamo denominato Terra. Una serie di cricostanze fisico-chimiche hanno consentito che su questa minima particella dell'Universo, si formassero alcuni elementi come l'atmosfera, all'interno dei quali si è andata sviluppando quella che definiamo la Vita. Negli ultimi milioni di anni a forme inorganiche si sono sovrapposte forme organiche, capaci di riprodursi. Una moltitudine di specie vegetali ed animali si sono succedute e continuano a succedersi. Fra queste ,nelle varie evoluzioni dei singoli organi, si è andata sviluppando una specie - quella umana - le cui circonvoluzioni e sinapsi cerebrali sono molto più numerose e dunque più complesse.Nientemeno è uscita fuori la capacità di avere coscienza di esistere.Questa capacità ha dato luogo a una rivoluzione culturale sul PianetaTerra, fino ad allora popolato da specie che essendone prive erano passivamente assoggettate alle leggi naturali ed alle coincidenze dell'interazione con ciò che li circonda: l'equilibrio fra riproduzione e morte determina la durata delle singole specie, così come dei singoli individui delle medesime. Invece la specie umana,dal momento che si è accorta di esistere ha iniziato la sua lotta contro le leggi della natura, spinta dalla fortissima paura di morire che la coscienza di sé le ha dato. La paura di morire è un istinto comune a tutte le specie, è l'istinto della sopravvivenza e serve a proteggere; ma se non è dotata di un livello di consapovelezza "apriori", non può ovviamente servire se non in minimi casi.
Con la
specie umana si realizza questa consapevolezza aprioristica che produce due grandi reazioni di base, comuni a tutte le razze e a tutti i tempi: la reazione di rifiuto della morte, per cui si costruiscono idee di immortalità e di vita eterna per l'io coscienteanche in assenza del corpo (d'altronde è difficile negare l'evidenza che il corpo in ogni caso resta al di quà e deperisce), e queste idee abilmente gestite dagli strati più dotati delle varie popolazioni(gli stregoni, i monaci) esercitano il fascino invincibile della speranza di non perdere mai il proprio io, neanche con la morte del corpo, diventando al contempo formidabili strumenti di potere fra gli stessi individui (pensiamo ai faraoni, alle caste indiane, ai rabbini, ai preti); e la seconda reazione tesa a far di tutto per sconfiggere la morte qui ora e subito, che sta dietro a tutti igrandi progressi dell'umanità in campo scientifico, ma anche in campobellico.
E' molto probabile che tutto ciò che ha avuto un inizio abbia anche una fine.E' così per le galassie e per le stelle: gli astronomi potranno sbagliare le stime sui tempi, ma non la comprensione della logica che sottostà alla vita del Sole che - in tempi per noi lunghissimi - sarà comunque destinato a morire e con lui anche ilPianeta Terra. In termini fisici sarebbe più esatto dire che si trasformerà, ma il senso ai nostri fini è lo stesso. Eppure quando ci riferiamo al destino dell'Umanità resta forte e implicita la speranza che la nostra specie sia l'eccezione universale: l'unica che nonterminerà mai, se non altro nell'aldilà.Vi sono fior di scienziati,convinti di ciò anche se la chiamano Fede (cioè ammettono che razionalmente è impossibile, ma lasciano al proprio io questa scappatoia, che li fa vivere meglio, più sereni) e sono disposti apagare il prezzo necessario.
In teoria , si potrebbe immaginare - come fanno gli scrittori difantascienza - che a furia di sempre nuove invenzioni, si riesca dapprima a rendere più lungo il periodo di vita , per poi evolvereman mano verso forme di esistenza completamente sganciate dal corpofisico(dapprima progettazioni genetiche sempre più progredite, poi magari costituzioni diverse dal corpo umano ed in grado di rigenerarsi senza mai morire), ed in grado di cambiare pianeta nonappena necessario e poi sistema solare e poi galassia. Si potrebbecioè anche arrivare a concepire che una forma autocosciente di vitacome siamo noi, possa arrivare a sovvertire le leggi della Natura peraltro priva di coscienza del sé. E una prospettiva simile, come umani, potrebbe anche attrarci, nonostante si faccia fatica a immaginare la vita senza la morte, come il bianco senza il nero, la felicità senza la tristezza, il piacere senza il dolore. In particolare è il concetto di eternità che pare privo di senso, ma siamo disposti a lasciar perdere le difficoltà di questo tipo,potremmo soddisfarci con l'idea che si tratta di un limite kantiano,in futuro superabile.
Anche ammesso e non concesso tutto quanto sopra, e cioè che la specie umana o una sua diretta discendente, dopo aver creato Dio a immagine si sé, riesca a divenire Dio agguantando il traguardo agognato dell'immortalità , ebbene non possiamo dimenticare che ci sono già -ora e subito - cinque dragoni che stanno attentando alla specie umana la cui estinzione potrebbe essere molto più precoce di quanto comunente non si creda.


-2
Il Pianeta Terra per il prossimo secolo almeno è l'unica alternativa di vita che la specie umana abbia. Sono passati oltre trent'anni da quando l'uomo è andato sulla Luna, nel frattempo sono stati fatti altri esperimenti ed una cosa è appunto sicura: per il momento la nostra casa è la Terra , anche volendo ipotizzare chissà quali nuove scoperte scientifiche.Dal che se ne deduce che se la specie umana vuole continuare a coltivare la speranza di una sua futura immortalità, come minimo deve riuscire a salvaguardare il suo pianeta, pena la sua fine insieme ad esso.Purtroppo però il Primo dragone agisce contro la Terra, su cui ormai sappiamo tutto o quasi: l' abbiamo misurata, pesata, vivisezionata,ne abbiamo scientificamente capito i funzionamenti. Quello che appare chiaro è che non possiamo pensare di abitarla in tutte le sue parti,e che ne dobbiamo preservare il delicato equilibrio che anch'essa ha.Per migliaia e migliaia di anni, l'agitarsi sulle sue superifici della ns. specie, non gli ha fatto neanche il solletico. Man mano però, questa nuova specie si è andata moltiplicando in misura esponenziale e, coevamente, ha moltiplicato gli usi delle risorse alla ricerca di un tenore di vita sempre migliore (apparentemente).La specie però non è stata in grado di prevederne l'interdipenza nei vari aspetti. L'abbattimento di enormi foreste allo scopo di
procurarsi il legname, altera ad esempio il clima della zona, che a sua volta in un effetto domino altera a sua volta venti e correnti con ripercussioni fin dall'altra parte del globo. Tutti conosciamo:le cronache sono piene , e in modo crescente, dei vari episodi di inquinamento, di alterazione degli equilibri. Non mi dilungo su tutto questo, perché invece voglio concentrarmi sul Primo dragone che sta dando la febbre al pianeta: l'energia prodotta dalla specie umana.Quando si parla di ecologia , il pensiero di norma va al petrolio,alla sua combustione, all'inquinamento dell'aria bene tanto preziosoe indispensabile da non aver alcun valore commerciale fino ad oggi .E non vi è dubbio che aria ed acqua sono indispensabili alla vita,infatti ogni tanto emergono le contraddizioni fra il modello di sviluppo perseguito dall'umanità e la scarsità di queste risorse. Ma se anche il petrolio venisse sostituito dall'idrogeno, considerato energia pulita, il vero problema quello più insidioso di tutti resterebbe: vale a dire, ogni anno che passa la popolazione aumenta e aspira ad un tenore di vita che implica un sempre crescente consumo
di energia nelle varie forme e dalle varie fonti, con il risultato di
scaldare il pianeta nel suo insieme. Gli esperti ci avvisano che i ghiacciai ai poli potrebero via via sciogliersi alterando il livellodei mari; oppure che le conseguenti variazioni climatiche porteranno siccità in zone sempre maggiori del pianeta: l'africa desertica salirà in europa, la scandinavia diverrà la nuova sicilia.Espressioni che rendono l'idea. Il dragone energetico lavora contro la ns. casa. La specie umana si trova in una situazione paradossale.Lotta e si dilania alla conquista di un sempre maggiore consumo di energia (miopemente considerato come miglior tenore di vita) e così facendo accelera la fine della propria vita terrestre.
Se si osserva un grafico che rappresenti il tasso di progresso tecnologico dell'Umanità dall'epoca di Neanderthal ad oggi si osserverà una lunghissima retta orizzontale, lievemente in crescita nel pezzettino finale e con una impennata nell'ultimo punto. E' lastessa forma di grafico che si nota nelle bolle speculative: da queste ultime sappiamo che immancabilmente alla fine scoppiano e che si torna al punto di partenza. Cosa vuol dire? Vi sarà forse un disastro di tali proporzioni da riportarci all'età della pietra? Non è da escludere, in base alla dinamica delle bolle. In particolare è agghiacciante il confronto con un altro grafico , quello cherappresenta il tasso di progresso culturale dell'umanità: qui si vedeuna linea piatta, che resta tale fino alla fine. Sorpresi? No, basta confrontare quanto esprimevano i saggi antichi già migliaia di anni fa(dai cinesi, agli indiani, ai greci) con quanto esprimiamo oggi, per capire il grafico. Si dirà che oggi abbiamo, nel solo segmento occidentale avanzato, leggi e organizzazioni giuridiche molto più avanzate del passato, dove si riconoscono e tutelano i diritti dei singoli senza discriminazioni di alcun genere. Ma questo modestissimo progresso, è più apparente che reale, se si va a ben guardare. Quelloche comunque è evidente è lo iato abissale che si è aperto tra progresso tecnologico e progresso culturale. Il Secondo dragone staqui: la pericolosità di affidare una rivoltella vera a un bambino di cinque anni abituato a giocare con una rivoltella finta. I sentimenti, il livello di controllo dei medesimi, la dimensione psichica, i desideri, gli odi, le vendette, la rabbia e l'orgoglio degli individui e dei popoli sono uguali oggi come mille anni fa.Solo che oggi è possibile disporre di armi devastanti, mentre all'epoca occorreva prendere mazze e spadoni , attraversare centinaia
di chilometri a piedi, per mettere a ferro e fuoco Roma. E' stata teorizzata la teoria della deterrenza, vale a dire che proprio la distruttività esaustiva delle armi moderne fa sì che non si usino.Sarà. Ma il dragone non agisce solo nel campo bellico: l'andamento schizofrenico tra tecnologia e morale è in agguato su tanti fronti, e- ad esempio - agisce nei confronti del Pianeta Terra come primaricordato.Così come agisce implacabile sul piano demografico, cioè il continuo aumento della popolazione. Anche in questo caso se andiamo a vedere i relativi grafici, osserviamo che negli ultimi cento anni la crescita accelera a livelli impressionanti, mentre per migliaia di anni la pendenza era stata minima.Dovrebbe essere evidente che essendo ,Il Pianeta Terra, limitato, altrettanto limitato deve per definizione essere il numero degli abitanti del medesimo. Le specie animali sono regolate dalla natura, quando l'uomo non interviene alterandone il corretto rapporto tra nascite e morti. Invece la specie umana ha adesso rotto tale regolazione. Spinta dalla paura dimorire, cerca di allungare la vita media; spinta dall'ignoranza e sempre dalla paura di morire (nel suo travestimento religioso, adesempio) cerca di prolificare in modo incontrollato. Solo la Cina, o meglio la dittatura lì vigente, ha per ora mostrato qualche successo in questo campo, mentre nei paesi cosiddetti sviluppati, si è osservata una tendenza al calo della popolazione, ma per motivi opposti. Spinti dal sistema economico avanzato, gli individui calcolano i costi dei figli e tendono a risparmiare. Ne consegue un ulteriore problema: la razza bianca in genere, e soprattutto quella abitante nei paesi più sviluppati culturalmente, quindi quelli chepotrebbero avere in teoria qualche probabilità in più di sconfiggere il secondo dragone, tende invece a estinguersi. Per contro, si moltiplicano in modo incontrollato razze e paesi meno sviluppati e più poveri, con il risultato che lo squilibrio economico con i bianchi aumenta vertiginosamente; il Secondo dragone poi nel campo dei media diffonde tecnologicamnte tale messaggio di diseguaglianzacrescente che viene percepito anche da chi non è in grado di recepirlo mentalmente , e così cresce l'odio e il risentimento dei secondi verso i primi. La specie quindi invece di rinsaldarsi e ricompattarsi unita, tra razze e paesi vari, per affrontare le sfidedei dragoni esterni (o interni ?) si sfalda e si scompone in lotte interne sempre più pericolose.



-3 Il problema dei limiti dello sviluppo demografico ed ambientale, ci porta dritti dritti alle contraddizioni del sistema economico.
Il comunismo è irrealizzabile, perché la specie umana è composta da
individui di diverse capacità: pretendere che tutti dividano tutto in
parti eguali, significa mortificare la parte più capace della specie,
significa disincentivarne le attività, incentivando al contempo la passività di tutti. Una gara al ribasso , con allineamento generale sugli individui meno capaci e meno dotati ; in altre parole una follìa, che infatti è stata sempre puntualmente sconfitta dallaStoria, e continuerà ad esserla. Ma il capitalismo, che finora si è imposto, e che è più coerente con le caratteristiche della specieumana, perché realizza esattamente la spirale opposta al comunismo,ha in sé un Terzo dragone che lo attenta.Ed è appunto il dragone delle contraddizioni che emergono dopo un po' che lo si lascia sfogare. La migliore teoria unitaria del sistema economico capitalistica, si basa sul vero liberismo (cioè massima libera concorrenza, assenza di monopoli, oligopoli, etc.) e sulla informazione perfetta e contemporanea degli agenti nel sistema. Solo così il sistema tende verso un equilibrio in cui prezzi, quantità prodotte e consumate, si incontrano su un piano virtuoso, vale a direquello più efficiente possibile in un dato momento tecnologico.Qualsivoglia variazione di uno degli input (tecnologia,demografia,risorse) viene in poco tempo riassorbita: la legge della domanda e dell'offerta assicura che si ritroverà un altro stadio di equilibrio economico generale al massimo di efficienza possibile, edanche al minimo di ingiustizia sociale possibile. Ed infatti la sua affermazione è arrivata di pari passo all'affermazione del sistema politico democratico di cui è stato causa ed effetto allo stesso tempo. Ma era troppo bello per essere vero, infatti non è mai neanche esistito. Pur realizzando un avvicinamento alle condizioni teoriche che ne sono premessa indispensabile, mai si è verificata la contemporanea esistenza di vera libera concorrenza e di vera completa informazione. Piuttosto il capitalismo moderno è ancora più vicino adessere un emanazione del modello feudale, dove pure si intraprendeva,si commerciava, si scoprivano nuovi mondi, si fabbricavano prodotti,ma sempre in funzione delle classi dominanti, che ne traevano imaggiori vantaggi, pur consentendo- come sempre è successo - chenuovi ricchi si potessero formare, tenendone il controllo.Esattamente come oggi, e come vedremo il Quarto dragone -quello della falsa democrazia-, è il suo gemello. Gemelli , capitalismo e democrazia, gemelli i loro dragoni. Non c'è bisogno di affrontare in modo specialistico i vari problemi delle crisi di sovrapproduzione,di distribuzione inefficiente dei redditi, dei cicli economici e delle relative ondate di costi sociali, per capire una verità tanto
semplice quanto vera. Se non si rispettano le assunzioni da cui parte una teoria, è ovvio che la teoria non possa funzionare. E poiché le assunzioni della libera concorrenza e della perfettainformazione sono in contrasto con gli interessi di chi le dovrebbe assicurare, per definizione questa contraddizione, il Terzo dragone,rende impossibile il funzionamento del sistema economico. Si dirà che si producono aerei, macchine, ospedali, medicine, ristoranti,bar, il mondo c'è, funziona e si vede. Peccato che invece il tutto funziona solo apparentemente e solo nel breve periodo, perché nel frattempo sta scavando la fossa all'umanità, perché la spinge oltrei limiti dello sviluppo sostenibile, per lo più in un contesto di diseguaglianze clamorose e dunque esplosivo. Checchè se ne possa sentire ogni tanto, la specie umana è lontanissima dall'aver preso coscienza di questa contraddizione intrinseca. Basterebbe invece riflettere: ogni individuo, ogni azienda, ogni nazione, all'interno del sistema economico avanzato, si propone ogni anno un aumento del proprio reddito, profitto, prodotto internolordo; così anno dopo anno, e guai quando non succede: tutti a piangere, a cercare i rimedi della crisi, etc. etc. Nessuno che domandi: ma quando è che si arriva al punto del mantenimento e basta?Cioè non è possibile che si voglia sempre e solo crescere, perché questo è ovviamente impossibile dati i ricordati limiti ambientali. Allora dovrebbe esistere un livello teorico in cui un individuo, un azienda, una nazione dica: da questo momento in poi voglio solo mantenere il tenore di vita, il fatturato, il prodotto raggiunto;perché so che non è possibile crescere ad infinitum, gli alberi noncrescono fino al cielo, perché deve invece crescere fino al cielo ilPIL? Avete mai sentito qualche Presidente, amministratore delegato,politico o economista che abbia fatto questi discorsi? Neanche i comunisti, pure loro si vantano di crescite costanti e vogliono crescite sempre maggiori della Produzione, il Dio dell'economia. Così succede che siamo alla sovrapproduzione, guarda caso non prevista da nessuno, anche se già lo stesso fallimento era successo negli anni 30 e da esso ne è conseguita la seconda guerra mondiale. Ma il dragone è terribile, e addirittura vuole spingere sulla medesima strada anche il miliardo e mezzo di cinesi, e tutti gli altri. Immaginate cosas uccederà, ormai è un meccanismo infernale assolutamente fuoricontrollo. Il colmo è che nella decadenza intellettuale tipica delle fasi di pre-morienza, oggi la specie umana non fa che spendere soldi per far fare viaggi a una minuscola elìte politico-economica che continua a creare organismi internazionali dalle sigle più appariscenti, con il solo risultato di allontanarsi sempre più dalla soluzione. Il Terzo dragone insomma è pericoloso e forte quanto glialtri, anche se meno appariscente forse, soprattutto perché nessunolo ha visto.(segue)

Nota 1) in "Prima di Investire" avevo sintetizzato così l'evoluzionedel pensiero economico:E' solo nel 1600 in un economia prevalentemente agricola ecommerciale, che alcuni filosofi "i fisiocratici" iniziano a teorizzare le leggi di creazione del sovrappiù: osservando che la coltivazione della terra in modo sistematico ed ordinato produce una creazione di valore (un prodotto superiore ai mezzi impiegati), essi postulano i primi principi di quella economia politica che nel 1700vedrà con Adam Smith ne "La ricchezza delle nazioni" un impostazioneampia : la teoria della concorrenza, e quella della bilancia commerciale sono già correttamente individuate in questo testo. Egliscrive: "non vi aspettate il pane buono dalla carità del fornaio,bensì dal suo interesse"; in questa frase vi è l'essenza delprincipio della libera concorrenza, più attuale che mai. E mentreSmith scrive, si sviluppa lo stadio iniziale del capitalismoindustriale che consentirà all'umanità il salto tecnologico edeconomico a tutti noto. Ma poiché oltre al capitale, l'altro fattoreproduttivo per eccellenza è il lavoro, nel 1800 David Ricardo inizia a indagare non solo la formazione del famoso sovrappiù oplusvalore generato dall'applicazione di capitale e lavoro, bensìanche la distribuzione del medesimo tra i due citati fattoriproduttivi; da lui prende le mosse Carl Marx, che solleva il problemapolitico dello sfruttamento del fattore lavoro ad opera del Capitale,e darà vita all'epopea social-comunista. Nel frattempo si genera laclasse degli economisti neoclassici che alla fine dell'800 arrivanoa concepire il primo modello matematico (celebre quello di Walras) difunzionamento del sistema economico imperniato sull'ipotesi diconcorrenza perfetta: la legge di fondo è individuata nella domandaed offerta da cui scaturisce il prezzo. La teoria economica quindi ainizio del 1900 postula che, in condizioni di concorrenza perfetta,il sistema tende verso prezzi di equilibrio in cui domanda ed offertasi bilanciano; e ciò avverrà spontaneamente con il pieno impiego deifattori produttivi (capitale e lavoro). Poi però arriva il 1929 e lagrande depressione smentisce tale teoria: sarà Keynes a interpretareil fenomeno ed a correggerla. Keynes dimostra che il sistemaeconomico per arrivare al pieno impiego delle risorse deve essereguidato dall'intervento dello Stato (attraverso la gestione deldeficit pubblico); in una situazione di depressione economica loStato deve spendere più di quanto incassa, creando potere d'acquistoil quale aumenta la domanda che a sua volta provoca maggiore offertae così via fin quando i fattori produttivi siano totalmente
utilizzati; arrivando al pieno impiego dei medesimi infatti, ildeficit spending deve essere fermato altrimenti sfocerebbe ininflazione. La teoria keynesiana viene applicata con successo, e dopola seconda guerra mondiale ispira il piano Marshall che infattiriesce a ricreare lo sviluppo in Europa. Con il passare degli anniperò le classi politiche occidentali abusano del deficit pubblico,dati i suoi allettanti risvolti elettorali, e si apre l'epoca dellagrande inflazione. Per contrastare quest'ultima riprendono vigore leteorie monetariste, in base alle quali regolando la quantità dimoneta è possibile il controllo dell'inflazione. Salgono così incattedra le Banche centrali a cui viene affidato proprio questocompito, nella piena indipendenza (..).


-4 E andiamo al Quarto dragone, la falsa democrazia. Argomento delicato: Churchill , ad esempio, disse che la democrazia era il meno peggiore dei sistemi politici fino ad allora inventati dall'uomo. Con questo sottindeva, ovvio, che è ben lontano dall'essere perfetto. Ce ne siamo accorti. Troppi nemici insidiano la Società Aperta teorizzata
da Popper. Ma qui interessa capire perché una falsa democrazia sia un
nemico della specie umana, peggiore rispetto a sistemi di organizzazione politica inferiori sul piano teorico, ma veri. Quello che conta , in ogni cosa è che sia vera; meglio una persona con vari difetti ma autentica, che una persona di superiori capacità ma ipocrita, falsa. E la democrazia in cui siamo immersi nei paesi occidentali, è falsa e tendenziosa. Anche qui le cause sono da ricercare nelle contraddizioni intrinseche. In teoria, il sistema democratico dovrebbe funzionare : tutti hanno diritto a esprimersi;vige il principio di maggioranza relativa;le istituzioni di governo sono sottoposte a istituzioni di controllo. Parrebbe perfetto.Peccato che, come nel sistema economico, sia cruciale l'informazione vera e completa, altrimenti il diritto di esprimersi (che ha senso solo a parità di informazioni, corrette) si trasforma in una grande presa in giro. Di fatto succede, e questo vale per tutti i paesi che fin qui sono approdati alla democrazia, che l'informazione sia manipolata in svariati modi e a diversi livelli. Inoltre, per potersi esprimere il cittadino dovrebbe essere in grado di farlo, cioè dovrebbe essere formato oltre che informato.Altrimenti avviene che il suo potere di voto, si trasforma in uno strumento di conquista del potere da parte di coloro che lo manipolano. E questo è solo unesempio. Prendiamo gli USA, cioè la più grande democrazia del mondo:metà dei cittadini non votano, e l'altra metà si suddivide in dueparti equivalenti per cui succede che uno degli uomini più potentidel mondo (il presidente americano) viene eletto da un quarto della popolazione; attualmente appena cinquanta milioni di persone,coscienti o incoscienti, hanno imposto ai sei miliardi di umani una determinata persona. Ma anche la competizione politica, cioè la campagna elettorale, viene completamente falsata dai meccanismi dell'informazione: il denaro per comprare informazione diviene il fattore chiave, e il denaro lo forniscono gli interessi costituiti,per cui poi alla fine il Presidente è un pupo nelle loro mani. E per definizione questo signore non potrà, sia di destra o di sinistra,che difendere gli interessi costituiti pre-esistenti. Ecco perché il Gattopardo diceva: facciamo vedere che tutto cambia, ma in realtà non cambiamo nulla. Ecco perché qualche paese può anche tenersi le monarchie formalmente, o altri possono presentare decine e decine di partiti : si può fare quello che si vuole nella falsa democrazia, di fatto la sostanza non cambia. Oggi la democrazia non esiste, vi èsolo una malriuscita parodìa del principio che dà nome alla parola:potere del popolo. In realtà il Quarto dragone, gestisce il popolo esattamente come facevano i Faraoni e le caste privilegiate
nell'antichità. Se si va ben a guardare si scopre che oggi è cambiatas olo la forma, non la sostanza. E non dipende mai dai singoli attori
che recitano le varie parti in commedia di presidenti, capi del governo, ministri, deputati etc.: questi sono pupazzetti in mano alla logica intrinseca del sistema che infatti li usa e li getta, senza problemi(ciascuno di noi farebbe lo stesso, non dipende più dal singolo è il sistema che non funziona). Ma il sistema chi è? èappunto quest'intreccio di posizioni dominanti e di interessi costituiti, che ovviamente e razionalmente dal proprio punto di vista egoistico agisce a difesa di ciò che percepisce essere utile per sé;con il tempo si stratifica, assume connotazioni varie, ma è sempre superiore all'individuo singolo; e quando eventi esterni producono dei veri cambiamenti, quando il marciume che inevitabilmente si accumula in ogni casta al potere ne provoca il crollo, ecco che rapidamente si formano nuovi gruppi di interesse nuovi centri dipotere, i quali- sempre - come la Storia dimostra senza equivoci ,nel giro di poco tempo si asservono ai propri bisogni e mantengonogli eventuali ideali di partenza come puro e semplice orpello per igonzi. Parafrasando quello che pensano i banchieri (il cliente è un pollo da spennare, senza fargliene accorgere) , il Quarto dragone, cioè la falsa democrazia, pensa ed agisce per spennare i suoiclienti, vale a dire il popolo da cui prende i voti. Questa del voto è stata proprio una invenzione ingannevole, semplicemente perché non è mai vero che il cittadino sia libero di votare come vuole: primo,perché in ogni caso la sua scelta è limitata a quanto gli (e quando gli offrono la scelta tra a e b che in buonasostanza sono uguali tra loro, in realtà non può neanche scegliere,anche se si illude di farlo in questo gioco di prestigio inventato da un secolo a questa parte: prima almeno questa buffonata non c'era, la gente sapeva di essere sotto al giogo, e quando non ne poteva più,assaltava la bastiglia); secondo, perché viene costantemente condizionato e i più bravi persuasori occulti sono quelli che dinorma vincono (e poiché la bravura nel condizionamento psicologico della massa necessita di grandi quantità di denaro, vincono quelliche si assicurano più finanziamenti, cioè più padroni da servire non appena eletti). Paradossalmente il voto era più libero quando non c'erano i mezzi di comunicazione di massa. L'esplosione tecnologica(il secondo dragone) scissa da una parallela crescita morale, haprovocato proprio questo paradosso: oggi crediamo di esere più informati, e invece non è vero; ci sentiamo più liberi perché possiamo cambiare 50 canali alla televisione e invece non è vero; è tutta apparenza, una colossale presa in giro. Un tempo poteva -almeno in teoria- avvenire che qualche valoroso, facendosi apprezzare dai suoi concittadini, de visu e sul campo, venisse poi conosciuto dagli altri con il passa parola, spontaneo e sincero della gente, e così poteva arrivare anche a offrire un alternativa rispetto allo status quo esistente (che comunque di norma provvedeva a eliminarlo).
Oggi questo non è possibile neanche in teoria: solo se ce lopresentano giornali e televisioni, questo signore potrebbe essere da noi conosciuto, ma giornali e televisioni non presenteranno mai chi rappresenta un alternativa al loro sistema. Se ad esempio, qualcuno proponesse di abolire televisioni e giornali, veramente pensate che questi ultimi glielo facciano dire? E poi è ovvio, di chi sonotelevisioni e giornali? Del potere cosituito, di quello che li usa per ubriacare il popolo con divertimenti vari, come si facevanell'antica Roma (spettacolo, sport, sciocchezzai vari, sono fatti apposta per stordire, drogare il popolo, affinchè non pensi, consumi soltanto e agisca in linea con il sistema). Agghiacciante è adesempio la distruzione sistematica della scuola, nel mondo avanzato,iniziata da alcuni decenni. Se voi doveste gestire una massa, per ottenere di fargli fare quello che volete, cosa preferireste avere a che fare con dei 110 e lode(qui ipotizzato come voto vero) in storia e filosofia, o con gente abituata da sempre a non studiare e a pensare ai propri spiccioli divertimenti? Certo per far funzionare la baracca vi serviranno dei tecnici, e infatti questo tipo di scuole continuano a funzionare, l'importante è che i tecnici si specializzino fin da subito, devono essere dei bravi robottini,l'importante è che non si mettano a speculare sul sesso degli angeli.Molto tempo fa, scrissi un articolo che non fu pubblicato e che poi ho perso, dal titolo : Consumatori o consumati? Nello scritto dimostravo come senza accorgersene l'esercito di consumatori(tuttivogliono che consumiamo, sempre di più, i soldi ce li danno purchè lispendiamo subito, guardate lo scempio americano) viene in realtàconsumato dalla logica intrinseca del sistema in cui viviamo. E' ilminore dei mali? No, perché appunto ci rende incapaci di difenderci dai 5 dragoni, e quindi ci condanna.
-5
Edward Gibbon, alla fine della sua monumentale analisi su Il declinoe la caduta dell' impero romano, individua tra le cause decisive che hanno dato il colpo di grazia, l'affermarsi del cristianesimo. E'vero, ed è il famoso Quinto dragone che già all'epoca lanciava le sue fiammate. Le religioni, anche se a livello individuale possono avere effetti benefici, ma alla stregua di un valium, di un calmante delle angosce esistenziali, sono una grande palla al piede della specieumana. Ho già accennato che la pulsione a credere in Dio, negli Dei,negli Spiriti, etc., nasce dalla paura di morire che inevitabilmentel'uomo trova dentro di sé come istinto - alla stregua degli altrianimali - e che poi razionalizza avendo la capacità di esserecosciente di sé. Si attacca - di norma- al suo Io, gli psichiatri direbbero si innamora di sé incosciamente, e non vuole più perdersi,l'idea di finire lo angoscia.
Nasce così, fin dagli albori dell'umanità, la fortissima tendenza a immedesimarsi in un Io più
grande che sia al tempo stesso suo padre e padrone, purchè gliconsenta l'illusione dell'immortalità. Le religioni hanno consentito a coloro i quali avevano il potere nelle varie fasi e nei vari tipi,di mantenerlo ed accrescerlo; i religiosi di ogni specie hanno sempregoduto presso i loro popoli di benefici e privilegi. E quando l'evoluzione ha portato a distinguere il potere spirituale da quello temporale, si sono create alleanze saldissime fra gli esponenti delledue categorie: così i potenti monarchi di mille anni fa venivano incoronati solo con la benedizione dei Papi, ma analoghe situazioni sono da sempre rintracciabili in tutte le culture e in tutti i paesi.Questo discorso risulterà fastidioso per i tanti credenti (o almeno professantisi tali, perché oggi non ci si ritiene persone "per bene"se non si mostra di essere ispirati dai santi principi cristiani,elemento fondamentale per essere bene accetti dalla società o per farvi carriera). Eppure è la verità. E va detta proprio perché qui citroviamo di fronte non a una semplice illusione per bambini, dagli effetti neutri, bensì siamo di fronte al Quinto dragone, micidiale come gli altri. Esiste infatti una consequenzialità logica, tra il credere nell'aldilà ed il modo in cui si vive l'aldiquà. Chi crede che esiste un aldilà, dove magari tutte le ingiustizie verranno sanate, e comunque dove vi sia la beatitudine eterna, evidentemente si preoccupa meno di quello che succede nella vita terrena, ed anzi è disposto a volte a sopportare i mali e gli errori proprio in vista di quel futuro ideale a cui egli crede. Le religioni dunque hanno sempre agìto in funzione dei poteri costituiti (Marx le definiva l'oppio dei popoli) facilitando il soggiogamento delle masse, oppure quando hanno avuto una funzione rivoluzionaria rispetto al pre-esistente potere -come nel caso del cristianesimo e dell'impero romano - sono servite per costruire nuovi poteri a volte ancora più feroci dei precedenti.Non occorre scomodare le ignominie della Santa Inquisizione, o lebarbarie degli induisti con i sacrifici umani alle loro divinità, o le ancora attualissime guerre tra religioni diverse (si pensi adesempio all'incredibile odio tra protestanti e cattolici nella pur
civilissma Irlanda), di cui stiamo appena vivendo l'ennesimo episodio
tra israeliani e palestinesi, per non parlare dell'odio musulmanno verso "gli altri" così ben rappresentato da Bin laden e i suoi seguaci.Non c'è bisogno di andare a fare la conta, basta la logica intrinseca del meccanismo della credenza fideistica. L'individuo ,dal momento in cui viene convinto o si convince, regredisce ad uno stadio intellettuale inferiore; Fromm avrebbe detto "rifugge dalla libertà", come infatti avviene in politica quando le masse impaurite o disagiate preferiscono affidarsi a un dittatore, un duce, una personalità carismatica, cui affidano ciecamente i propri destini. Lo stesso avviene con l'atto di fede: si rinunzia alla libertà di essere quello che si è, pur di lenire l'angoscia e la paura che questa libertà inevitabilmente porta con sé e che è quello che ci consente lo sviluppo massimo delle capacità. Per orientare le persone al bene , come fossero bambini, le si alletta con il premio delparadiso, le si spaventa con la punzione dell'inferno; e le persone restano bambini, anche se hanno i capelli bianchi e sono stimati professionisti. Nel mondo musulmanno le si spinge anche al suicidio come visto più volte, ma lo facevano anche i martiri cristiani. Ecco dunque perché questo Quinto dragone lavora subdolamente affinchè la specie umana non riesca ad evolvere verso una autosufficienza morale che non abbia bisogno di caramelle e sculaccioni, impedendole di prendere pienamente coscienza delle problematiche reali che deveaffrontare, e dunque impedendole di trovare una soluzione alle medesime. Certo è comprensibile che quando si sia in preda alle malattie senza speranza, o a profonde disperazioni esistenziali, si possa trovare un sollievo nella Fede, e in questi casi - una specie di eutanasia intellettuale- , non vi sarebbero controindicazioni sociali. Ma se tutta la società, è imperniata sul potere religioso,che insegue l'individuo fin da piccolo e - pur lasciandogli formalmente la libertà di non aderire, di non credere, almeno in Occidente - lo ricatta moralmente in mille maniere per tuttal'esistenza, il risultato non può che essere disastroso a lungotermine.
Come si può immaginare i 5 dragoni sono alleati fra di loro : un filorosso di fuoco li unisce, attorciglia tutte le contraddizioni che la specie umana esprime e che sono così mirabilmente espresse nels istema economico moderno. Aumentando indiscriminatamente laquantità di popolazione sul pianeta, spingendola verso un modello di consumo della vita altamente energetico che mette in crisi la natura,dividendola nella ricerca forsennata del potere economico,confondendola con organizzazioni del consenso apparentemente avanzate ma profondamente ipocrite, ipnotizzandola con la paura di morire e dividendola in varie sette di credenti da essa discendenti in lotta
l'un con l'altra , sia all'interno della medesima razza che fra razze
diverse, ecco che i 5 dragoni realizzano insieme la sua distruzione.
Fine.

1/18/2007

Flash: la bolla vince

La Bolla vince
Dopo il pacchetto di dati USA di mercoledì e giovedì appare chiaro che la forza della mega bolla creditizia e monetaria l'ha spuntata: a dicembre e gennaio è in atto un recupero evidente sia del settore edilizio che di quello manifatturiero, complici anche le condizioni metereologiche eccezionalmente miti e il crollo del petrolio. E poichè l'inflazione ufficiale, pur senza accelerare, resta tenacemente ai livelli alti - sia alla produzione che al consumo -, il pendolo delle attese sui tassi USA si è spostato inequivocabilmente, azzerando quelle al ribasso; ma ancora non punta sulla possibilità di rialzo. Ne consegue quindi un Dollaro sostenuto, rendimenti tendenti al rialzo ma non troppo, e borsa indecisa se festeggiare il miglioramento dell'economia o se lamentarsi per il venir meno del ribasso dei tassi. Nel frattempo Bernanke ha lanciato il grido d'allarme sull'insostebibilità della situazione fiscale americana , del resto da tempo nota(vedasi Speciale bancarotta), ma come al solito pare più il classico gioco delle parti piuttosto che una cosa seria, per cui i mercati se ne infischiano allegramente.

1/15/2007

Speciale Yaun-Yen

Speciale Yaun-Yen

I mercanti di Hong Kong che erano abituati da una vita ad evitare gli yaun portati dai turisti cinesi, adesso non vedono l'ora di accaparrarseli, mentre i loro omologhi a Shangai sono ben poco contenti di incassare dollari di Hong Kong, da sempre desiderati.
Per la prima volta in 13 anni il cambio dello yaun ha sorpassato quello del dollaro di hong kong: la Banca centrale cinese ha fissato il più recente cambio con il dollaro USA a 7,79 superando il cambio fisso tra dollaro HK e dollaro USA fissato a 7,8.

Per Hong Kong l'effetto di uno yaun forte è l'aumento del costo delle importazioni (Hong kong finora era il primo punto di contatto tra le merci cinesi e il resto del mondo) e la riduzione del ruolo nell'intermediazione finanziaria verso la Cina, perchè i flussi di capitali vi arrivano in misura sempre maggiore, direttamente.

La salita dello yaun simbolizza la nuova statura raggiunta dalla nazione come potenza economica mondiale. La borsa cinese superando quota 1 trilione di dollari in capitalizzazione diviene la terza asiatica dopo Giappone ed Hong Kong. La crescita del mercato azionario cinese è stata così forte che le autorità hanno temporaneamente bloccato la nascita di nuovi fondi comuni d'investimento per paura che il loro semplice ingresso amplifichi la bolla, alimentata dalla continua nuova creazione di yaun derivante proprio dal mantenimento di un cambio che si rivaluta in misura solo molto lenta rispetto al dollaro USA.
Da quando Pechino ha reso più flessibile il cambio con il dollaro, nel luglio del 2005, lo yaun si è apprezzato solo del 4%, perchè la dirigenza cinese ritiene che lo sviluppo interno sarebbe a rischio in presenza di un maggiore e più veloce apprezzamento del cambio. Nel contempo però i cinesi hanno alzato le riserve bancarie e i coefficienti di capitale richiesti alle banche a fronte dei prestiti. Girano voci di un possibile rialzo anche dei tassi d'interesse ufficiali perchè pare che l'inflazione stia salendo troppo (la si conoscerà il 25 gennaio). Anche se il rialzo non si concretizzerà subito, la tendenza della banca centrale resterà quella di adottare misure restrittive se il tasso di crescita del PIL continua a superare il 10% annuo, senza però consentire un rapido e consistente apprezzamento dello yaun. Questo perchè i cinesi continuano a voler tenere in piedi il consumatore americano, il loro principale cliente, ritenendo che gli USA continueranno a onorare i debiti che nel frattempo accumulano verso di loro, e i relativi oneri di servizio(gli interessi pagati ai cinesi rappresentano ormai un terzo di tutte le tasse pagate dai contribuenti americani). Invece la cosa più semplice sarebbe , per la Cina, consentire una forte rivalutazione dello yaun, che implicherebbe automaticamente il raffreddamento delle bolle interne.

Ma c'è un altra variabile: mentre lo yaun comunque si rafforza, pur a piccoli passi, lo yen giapponese per contro si indebolisce ed è ai minimi di tutti i tempi con l'euro, ai minimi decennali con la sterlina, e oltre 120 con dollaro.
Il contrastante andamento tra le due valute principali dell'Asia è sostenibile nel lungo termine?
Il Giappone certamente ne beneficia essendo il principale esportatore in Cina; però quest'ultima difficilmente può accettare un ulteriore apprezzamento della propria valuta mentre lo yen continua a indebolirsi, per timore di accumulare un deficit commerciale eccessivo sul versante nipponico, che ha una storia geopolitica molto delicata (da me trattata altre volte, vedasi la nota sui mercati del 3.12 e lo Speciale Oro segreto).
Nel frattempo gli USA chiedono (almeno a parole) un continuo apprezzamento dello yaun e questa dinamica va accoppiata all'attuale svantaggio competitivo accumulato dall'euro con lo yen (e con lo stesso yaun ogni volta che l'euro guadagna sul dollaro), per cui è chiaro che siamo ben lontani da una situazione sostenibile a lungo andare.

Lo yen è per ora molto debole perchè la BOJ, pressata dal governo, mantiene i tassi d'interesse ufficiali allo 0,25% ed anche se dovesse portarli allo 0,5% questi ultimi resteranno di gran lunga i più bassi sul pianeta. Dopo la grande crisi deflazionistica in cui il Giappone è precipitato a partire dal 1990, in seguito allo scoppio della megabolla azionaria ed immobiliare degli anni 80, la paura che un rialzo dei tassi possa frenare la ripresa in atto, è ormai profondamente radicata nella psiche dei nipponici, ed in ogni caso fornisce loro un ottimo alibi. Inoltre c'è il rischio che l'enorme quantità di indebitamenti in yen accumulatasi nel frattempo, se dovesse venire drasticamente ridotta in tempi rapidi, provochi una rivalutazione fortissima dello yen. I Giapponesi quindi sono incentivati anche da questo a restare fermi.

Così l'impasse globale continua, e con essa però si accrescono i nodi irrisolti e le contraddizioni evidenti.

Il cambio dollaro-yen mostra nei grafici la rottura di un importante trendline di lungo periodo che lo proietterebbe verso 130-140. D'altro canto gli stessi grafici,sul breve termine, mostrano la formazione di un doppio massimo che potrebbe costituire la base per un ritorno verso 110.
Tecnicamente dunque la partita è aperta più che mai, anche se le sopramenzionate considerazioni di natura generale legate alla recente forza dello yaun cinese rendono difficile che lo yen possa continuare a indebolirsi ulteriormente. Per i prossimi mesi quindi lo scenario più probabile è che si resti in un range più o meno ampio, in attesa che si sciolga il nodo di fondo dell'economia mondiale: quando i cinesi dovessero mandare a fondo il dollaro, e saranno incoraggiati a farlo se anche i giapponesi accetteranno la rivalutazione dello yen.

1/13/2007

La Nota sui mercati 13.1

La settimana 8 - 12 gennaio 2007

ECONOMIA: Filo giallo riavvolto
Nella Nota del 3 dicembre illustravo lo svolgimento del Filo giallo, iniziato a metà novembre: gli USA - per contrastare la crisi dell'immobiliare, e sostenere consumi ed esportazioni - decidevano di svalutare un pò il dollaro e davano incarico al Protection plunge Team coordinato dal ministro Paulson di accompagnare tale manovra con massicci acquisti di titoli di Stato, sia per compensare la distruzione di liquidità internazionale che la svalutazione comporta, sia per indennizzare le perdite sul cambio dei creditori esteri (in primis i gialli), sostenendo al contempo anche la Borsa ed il petrolio (+10% in quella fase) per tenere buoni i creditori arabi. Per funzionare a medio termine questo piano aveva bisogno dell'accordo con i cinesi; a metà dicembre però Paulson e la sua delegazione si recano in Cina e l'accordo non si materializza anche a causa della famosa gaffe di bernanke che ha irritato i gialli.
Per cui con l'inizio del nuovo anno, il Filo giallo fino ad allora dipanato, viene riavvolto: il dollaro viene riportato al punto di partenza (livelli di metà novembre) ed il PPT rivende i Titoli di Stato di cui si era riempito, così riassorbendo la liquidità generata dalla rivalutazione del dollaro, ed oggi anche il decennale si ritrova al punto di partenza. Viene meno anche l'esigenza di sostenere il petrolio, su cui si accanisce la speculazione:
il crudo è l'unico a ritrovarsi ben più basso (-15%) rispetto al livello di metà novembre e probabilmente questo fa parte del nuovo corso Bushiano(tramite gli alleati sauditi) con l'obiettivo di indebolire finanziariamente l'Iran, ma anche il Venezuela e la Russia. Il tutto non riesce a disturbare la Borsa che entra in un periodo di range dubbioso, ma pare apprezzare il calo del petrolio più del rialzo dei rendimenti. Del resto se il petrolio scendesse stabilmente , libererebbe potere d'acquisto e favorirebbe una minor inflazione.

Nel frattempo in questi due mesi, sul fronte dei dati macro, si è andata evidenziando una situazione meno preoccupante di quanto si temeva a metà novembre: stando ai dati ufficiali, l'occupazione ed i consumi (proprio quest'ultima settimana si è chiusa con un buon dato sulle vendite al dettaglio),nonchè lo stesso settore immobiliare, sembrano tenere meglio del previsto, per cui è venuta meno la necessità di compensare con dollaro e rendimenti bassi. Gli esponenti della FED non fanno altro che ripetere come vi siano forse più rischi sull'inflazione che sulla crescita, anche se loro prevedono un futuro ideale, in cui l'inflazione scende e la crescita aumenta. Ragion per cui i tassi ufficiali resteranno fermi al livello attuale ancora per parecchio tempo.
I mercati quindi hanno dovuto fare marcia indietro rispetto alle precedenti attese di un taglio dei tassi americani entro il primo trimestre, ed hanno così accompagnato il rialzo dei rendimenti obbligazionari ed il rialzo del dollaro, senza spaventarsi in Borsa perchè appunto il tutto percepito come un segno di buona salute complessiva.
L'azione più visibile è avvenuta sul fronte del dollaro, perchè oltre al venir meno delle attese sul ribasso dei suoi tassi, si sono attenuate le attese di rialzo dei tassi delle sue principali controparti: Giappone ed Europa. Novità della settimana appena trascorsa sono infatti il tono meno rialzista usato da Trichet nella conferenza stampa (che sposta quindi a non prima di marzo l'attesa per un eventuale ulteriore rialzo dei suoi tassi), e l'alt che i politici nipponici hanno intimato alla BOJ, in vista della prossima riunione del 18 gennaio.

Sulla base di quanto fin qui descritto cosa è lecito aspettarsi adesso?
Le nuove attese sui tassi (stabili negli USA e lievemente crescenti in Europa e Giappone), non si modificheranno tanto facilmente per un bel pò, anche se i cambi ed i bonds reagiranno quotidianamente ai dati macro che eventualmente mostrassero sorprese in un senso o nell'altro (ad esempio un accelerazione dell'inflazione che creerebbe attese di rialzo, oppure delusioni sul fronte della crescita che otterrebbero l'effetto opposto). Difficilmente i rendimenti sul decennale usciranno in questa fase dal range 4,5-5% ed il dollaro altrettanto difficilmente si allontanerà più o meno del 2,5% da quota 1,30.
Il petrolio, potrà anche scendere al limite verso quota 40 se l'Arabia Saudita lo permetterà, ma avrà certamente fasi altrettanto impulsive al rialzo verso quota 70; nel complesso si stabilizzerà in un ampio range, e così facendo andrà perdendo sempre più importanza ai fini macroeconomici, restando soprattutto una variabile geopolitica.

Nel frattempo la tante volte illustrata Madre di tutte le bolle, quella creditizia, alimentata dal deficit estero americano che continua a viaggiare al ritmo di 700 miliardi di dollari l'anno,continuerà la sua espansione , sostenendo la Borsa ed anche le materie prime, a cominciare dai preziosi: infatti l'inflazione reale non potrà che continuare a crescere, anche se i parziali e taroccati indici "core" della sottospesa per consumi e simili, magari non la registreranno. In altre parole, l'operazione di tassazione occulta ai danni dei redditi fissi, andrà avanti indisturbata.

MATERIE PRIME : divaricazione
A parte il petrolio che si è avvitato al ribasso lasciando quasi un altro 10% dopo un minimo poco sopra 52 e conclusione a 53,8 sulla scadenza marzo, le altre materie prime invece hanno tenuto , rimbalzando in modo convincente in qualche caso(preziosi). La mia interpretazione "politico-finanziaria" del petrolio è stata avvalorata questa settimana dal diverso andamento del gas naturale restato sui livelli della scorsa settimana a 6,70(marzo), e soprattutto dal rame che ha recuperato quasi il 3%.Il segnale di maggior forza lo hanno dato però i preziosi guidati dall'oro (+3%) e dall'argento(+6%), saliti nonostante il dollaro forte, a testimonianza che chi comanda approfitta delle fasi di debolezza per continuare ad accumularli.
Ma anche il petrolio potrebbe essere vicino a un minimo di breve termine: vi sono previsioni metereologiche di freddo negli USA, situazioni calde geopolitiche non mancano(nord corea,nigeria), l'Opec sta per tagliare la produzione, la domanda cinese ed indiana continua a correre. Tecnicamente il prezzo adesso si trova al ritracciamento del 38% dell'intero movimento tra 16,7 e 78,4 ed anche alcuni timing come quello di demark, sono vicini a maturazione. E se la speculazione al ribasso corre a ricoprirsi, in poche sedute può tranquillamente riprendere un 10-20%.
Si conclude con :
l'oro a 627(febbraio) il rame a 260 (marzo) l'argento a 12,9(marzo);
il platino a 1152(aprile) il palladio a 335(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 291
Posizione di lungo termine: al rialzo dei preziosi
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: sterlina-yen vincente
L'indice generale del dollaro recupera un altro mezzo punto % grazie soprattutto alla nuova debacle dello yen (dollaroyen ha sfondato quota 120) la valuta più debole per il venir meno delle attese sui tassi nipponici; invece le valute-commodities hanno recuperato un pò seguendo l'andamento delle materie prime, mentre la sterlina è stata la più forte dopo l'inatteso rialzo dei suoi tassi al 5,25%.
Eurodollaro scad. marzo, in fondo, giovedì alle 13,30 (momento della notizia del rialzo dei tassi inglesi) era sugli stessi livelli di partenza a 1,305 nonostante un precedente andamento per lo più cedente che però non aveva ancora avvicinato l'area di 1,294 importante supporto . Poi la sorpresa è stata data dalla BCE, che non ha telegrafato come ci si aspettava un imminente rialzo dei tassi, e lì si è scesi fino a 1,291. Venerdì però, nonostante il dato positivo per il biglietto verde delle vendite al dettaglio, dopo una fugace puntata a 1,29 vi è stato un bel rimbalzo fino a 1,298 con chiusura a 1,296.
Adesso quindi non è da escludere un nuovo test di 1,29 forse con estensione a 1,28 (soprattutto nel caso di inflazione americana più alta del previsto) ma il segnale di venerdì mostra che siamo vicini a fine corsa, e che nelle prossime settimane si ripercorrerà il range in senso inverso soprattutto se rimbalza il petrolio.
L'indice generale del dollaro a 84,8(marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: call spread al rialzo dell'eurodollaro

OBBLIGAZIONI: rendimenti in deciso rialzo
Il riavvolgimento del Filo giallo, e i nuovi dati USA che ormai proiettano un Pil nominale al 5% nel quarto trimestre, hanno provocato una forte impennata dei rendimenti lungo tutta la curva delle scadenze.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di 19 cts. al 5,06% , il 2 anni di 12 cts. al 4,88% il quinquennale di 11 al 4,76% il decennale di 12 cts. al 4,77%
il trentennale di 11 al 4,86%.
In Europa il Bund decennale sale di 8 cts. al 4,06% ed in Giappone il decennale sale di 3 cts. al 1,74%; anche il tasso medio sul debito dei paesi emergenti sale di 5 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: si chiude bene
Dopo qualche incertezza, nel finale le borse danno un segno di forza, guidate dai tecnologici.
Le variazioni % per la settimana a Wally sono state:
il Dow a 12556(+1,3%) lo sp500 a 1430(+1,5%) il nasdaq a 2502(+2,8%), il nasdaq100 a 1862(+3,3%), il Russell2000 +2,4%, e tra i settoriali, trasporti +3,2% utilities -0,8% semiconduttori +2,9% biotech +3,3% broker/dealer +5,9% Banche +0,3%.
Tokyo a 17057 (-0,2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6705(+1,9%) il footsie inglese a 6240(+0,3%), il cac francese a 5617
(+1,8%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 42111(+1,2%) ed il Mibtel a 32318(+1,3%).
Inizio turbolento sulle piazze emergenti a seguito della caduta delle commodities di inizio anno, e dell'annunciata nazionalizzazione venezuelana, ma nel finale ci si riprende con la Cina +1% l' India +1,4% Brasile +2%. Da segnalare che per la prima volta la capitalizzazione della borsa cinese ha superato quota 1 trilione di dollari, e lo yaun ha sorpassato il dollaro di Hong Kong, mentre il mercato automobilistico cinese con 7,2 milioni di unità vendute nel 2006 è divenuto il secondo al mondo(dopo gli USA).
L'sp500 scad. marzo ha provato nei primi giorni a bucare il supportone in area 1414, la cui tenuta ha poi favorito un forte impulso rialzista che lo porta a chiudere al massimo di 1440 già toccato a metà dicembre e poi il 3 gennaio. Come ho scritto nel flash dell'11, il sorpasso convincente di questa resistenza porrebbe fine all'ipotesi di un trend ribassista che era la mia attesa principale, proponendone una di tipo lateral-rialzista del resto in linea con l'analisi della superbolla in essere. La prossima settimana sarà decisiva in tal senso, ma l'unico catalizzatore di una caduta possono essere i dati sull'inflazione qualora fossero tali da creare attese di un rialzo dei tassi USA.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: triplo put spread scad. gennaio sullo sp500

PREVISIONI: mercurio e giove
In una settimana che comincia con gli americani in festa, e che anche martedì non presenta spunti decisivi, tutto si concentra tra mercoledì e giovedì. Mercurio saetterà infatti l'indice dei prezzi al consumo tedesco ed europeo di dicembre, mentre negli USA i dardi concernono i prezzi alla produzione e la produzione industriale di dicembre, nonchè i flussi di capitale di novembre; ma non finisce qui : in serata l'indice dell'edilizia, il Beige Book della Fed e ben 3 interventi di membri Fed. Giove poi tuonerà la decsione sui tassi nipponica, l'indice dei prezzi al consumo USA che si accompagnerà a licenze edili e cantieri di dicembre, nonchè alla testimonianza di Bernanke dinanzi al senato (incentrata sul deficit federale); ma anche Giove non finisce qui: ci saranno il leading indicator, le scorte petrolifere ed il Philly fed di gennaio. Dopo tanto trambusto, Venere calma con il solo indice del Michigan per gennaio ed un ennesimo intervento di un membro Fed, mentre scadono le opzioni gennaio sull'sp500.
Ebbene: i numerosi interventi Fed, incluso quello di Bernanke, saranno probabilmente dei non-eventi, nel senso che difficilmente si discosteranno dal solito mantra; la decisione nipponica è molto poco probabile che osi sfidare il potere politico, per cui se anche vi fosse un rialzino dei tassi sarà accompagnato dall'assicurazione che per almeno altri sei mesi non se ne parla più, e dunque risulterà anch'esso un non-evento; le uniche sorprese possono venire da dati congiunturali americani anomali (più o meno crescita, più o meno inflazione e dunque più o meno attese sui tassi). In particolare gli indici dei prezzi, qualora mostrassero nella componente "core" una chiara ed evidente accelerazione, sono gli unici che hanno il potenziale di creare un nuovo scenario di attese al rialzo per i tassi USA, e potrebbero avere effetti notevoli soprattutto sulla borsa (al ribasso) oltre che su dollaro e rendimenti (al rialzo).

1/11/2007

flash sp500

Future di marzo:nonostante il rally in chiusura di ieri, il quadro tecnico resta negativo a breve,l''oscillatore di mclellan, l'indice di harlan e l'indice somma tra i miei indicatori preferiti sono quelli che segnalano le prime fasi di un declino che può essere anche importante. Il superamento dell'area 1433-1440 farebbe abortire questa idea.

flash eurodollaro

Future marzo: Resto dell'idea che siamo vicini a un minimo sopra 1,294 da dove poi risalire a 1,314.La bce di oggi e i dati Usa di domani possono essere i catalizzatori del movimento.
Incoraggerebbe in tal senso il superamento di 1,304 mentre la rottura di 1,294 sarebbe un brutto segno.

1/10/2007

Speciale Come guadagna Chi comanda

Speciale Come guadagna Chi comanda

Chi comanda , oggi rispetto al passato, ha sviluppato in modo ottimale le tecniche di controllo del resto della popolazione, concedendole parte della ricchezza ed affidandole gli apparati governativi, militari e gran parte della proprietà immobiliare.
Questa ripartizione pare funzionare molto bene. Nel resto della popolazione (99%) vi sono varie persone capaci, che sono incoraggiate ad accumulare ricchezza; ma devono pagare un prezzo costantemente al rialzo per comprare cespiti patrimoniali e per fare affari, perchè la maggior parte di questi sono posseduti da Chi comanda. Ogni tanto nel sistema appaiono delle defaillances perchè sempre più ricchezza si concentra in sempre meno mani.
Nei tempi più recenti, Chi comanda ha trovato una nuova via : la globalizzazione. L'apertura al commercio ed agli investimenti esteri ha permesso loro di spostare la produzione a basso costo nei paesi sottosviluppati, ed al contempo ha permesso di fare contento il resto della propria popolazione tramite l'offerta di merci importate a prezzi bassi.
E' una strada già percorsa nel 18°-19° secolo quando i colonizzatori dell'America scambiavano con i nativi indiani cose senza valore per ottenerne la terra(quando non se la prendevano con la forza); oggi scambiano beni importati a basso costo, la cui offerta è da loro controllata e da cui guadagnano profitti addizionali, a fronte di titoli cartacei.
Ciò però fa sperimentare alla maggioranza della popolazione una ricchezza relativa declinante rispetto a quella di chi comanda.
Ma ancora il sistema funziona piuttosto bene: la popolazione non si accorge che i suoi redditi stanno diminuendo in termini reali (stanno diminuendo perchè i posti di lavoro produttivi e i servizi trasferibili vengono sempre più spostati nei paesi sottosviluppati). E non se ne accorge perchè Chi comanda manovra il sistema delle banche centrali, cui compito è assicurare che vi sia moneta sufficiente per sostenere i consumi anche se questi sono eccedenti rispetto alla produzione, ed ottenere tale risultato inflazionando i prezzi dei cespiti patrimoniali(assets). Una liquidità crescente unita a prezzi crescenti degli assets creano nella popolazione l'illusione della ricchezza. Naturalmente l'eccesso di consumo rispetto alla produzione provoca un deficit permanente e a sua volta crescente nei confronti del resto del mondo, ma non viene percepito come un gran problema, anche perchè Chi comanda incoraggia la popolazione a impegnarsi - in nome ovviamente del Bene - in spedizioni militari, che portano i creditori esteri a credere nella loro superiore potenza economica e sociale, tanto da essere felici di finanziare con i propri risparmi il deficit crescente altrui; ed allo stesso tempo l'aumento della spesa militare sposta ricchezza dalle masse alle elites che controllano il complesso militar-industriale. Ne consegue che la distribuzione della ricchezza e del reddito aumentano ulteriormente a favore di Chi comanda , ma ancora non se ne accorge nessuno, proprio perchè Chi comanda continua a immettere liquidità tramite le banche centrali guadagnandoci perchè la presta al resto della popolazione: nel processo incassano commissioni ed interessi da tutte le parti e i crediti al consumo, ipotecari etc. vengono trasformati in obbligazioni e venduti ai fondi pensione , d'investimento, etc. i cui sottoscrittori sono - guarda caso -proprio la maggioranza della popolazione. In altre parole, la loro abilità è quella di guadagnare dall'intermediazione di tutto questo flusso finanziario creato dalle loro banche centrali, facendo sì che il rischio poi finisca sulla testa degli stessi che si indebitano (come classe nel suo insieme).
In aggiunta, parte di questi prestiti trasformati in obbligazioni viene venduta ai creduloni esteri. In tal modo Chi comanda raggiunge tre obiettivi: incassa commissioni, trasferendo come detto il rischio agli altri; dà al resto della popolazione il motivo per supportare le politiche monetarie espansive che assicurano continua inflazione degli assets; dà lo stesso stimolo ai creditori esteri. Ma soprattutto con un crollo nelle quotazioni degli assets, il danno ricade sulla popolazione e sull'estero.
Infatti chi comanda sa che il tasso di profitto prospettico diminuisce al salire continuo di prezzo degli assets, ed ha tutto l'interesse a organizzare di tanto in tanto dei crack.
Per far ciò innanzitutto si promuovono meccanismi a leva sempre più spinti per rendere più appetibili alle masse i ritorni ottenibili, guadagnandoci sempre più commissioni nel processo; il tutto funziona fin quando l'incremento dei prezzi degli assets è superiore al tasso di interesse richiesto per pagare gli indebitamenti. Fin quando le loro banche centrali tengono i tassi reali bassi, il meccanismo pare poter funzionare all'infinito, attirando una sempre maggior quantità di creduloni. In realtà il sistema diviene nel frattempo totalmente squilibrato e interamente dipendente da ulteriore inflazione degli assets e del credito fornito.
E' a questo punto che è sufficiente un Evento per produrre un implosione che si evidenzia in una contrazione della liquidità (che può essere relativa o totale) perchè un ampia percentuale di assets, il cui valore è sceso, non copre più i prestiti che ne avevano finanziato gli acquisti.
L'illiquidità totale si ha quando le banche centrali non prendono misure straordinarie per contrastare la contrazione dei prezzi; quella relativa quando invece chi comanda organizza interventi a sostegno (azzeramento dei tassi d'interesse nominali, acquisti governativi di azioni e obbligazioni, etc.). In entrambi i casi si ha un trasferimento di ricchezza dalla massa che si mette a vendere gli assets in calo di prezzo, a chi comanda che li va ricomprando a prezzi più bassi (per poi rivenderglieli nella fase di rimbalzo successiva).
Nel caso di illiquidità totale (come nel 1929 e in Giappone nel 1990) il crollo è estremo e ci vuole molto tempo per ricostituire la fiducia del popolo e rinnescare il ciclo rialzista; nel caso di illiquidità relativa (come nel 2001) la caduta si limita come entità (dunque l'affare è minore in valore assoluto per chi comanda) ma il nuovo ciclo riparte prontamente (e questo conviene).
Poi ci sono i riflessi nei confronti dell'estero. In entrambi i casi i prezzi degli assets interni scendono in valuta estera e rispetto ai metalli preziosi.
Perchè? prima si è visto come l'inflazione degli assets porta a un eccessivo consumo e ad un crescente deficit con l'estero, e Chi comanda realizza maggiori guadagni provocando questa inflazione e spostando la produzione all'estero, piuttosto che investendo in nuova capacità produttiva interna. Il deficit non è un problema immediato perchè compensato dagli afflussi di capitale dall'estero, attratti in genere da un differenziale favorevole nei tassi d'interesse. Per chi comanda è una situazione ideale: può farsi finanziare dall'estero e a sua volta indebitarsi in valute estere a tassi bassi.
Poi tutto questo cambia quando c'è la caduta dei prezzi degli asset, e se si sceglie di evitare un crollo totale della lqiuidità. Infatti con la inevitabile riduzione dei tassi d'interesse interni, viene meno il differenziale favorevole alla valuta interna, che viene quindi venduta a piene mani sia dall'estero che da chi comanda medesimo: il conto viene pagato dalla massa interna che si trova a dover pagare di più i beni importati da cui ormai è totalmente dipendente. Invece chi comanda, quando i tassi vengono tagliati drasticamente, inizia a indebitarsi nella propria valuta acquistando assets esteri e metalli preziosi, rifilando prima gli assets interni (tipicamente obbligazioni ed azioni) alla banca centrale ed al governo, guadagnando così sull'inevitabile apprezzamento delle valute estere. Per facilitare questo processo Chi comanda ,tramite la filiera banca centrale- governo-industria finanziaria- mass media, fa propaganda dicendo che "una forte valuta è nel miglior interesse nazionale". In realtà il piano , durante queste fasi , è proprio quello di spostare ricchezza all'estero lasciando svalutare la valuta nazionale, per poi rimpatriare i fondi e ricomprare gli assets interni nel frattempo svenduti dalla maggioranza della popolazione e dai creditori esteri cui si infligge la perdita sul cambio. Da quel momento si lavorerà a ricreare le basi per un nuovo ciclo rialzista, e rifare il giochino, aiutando la massa -con la propaganda della filiera - a dimenticare velocemente.

Concludendo, alla luce di questo schema interpretativo a che punto ci troviamo adesso?
Circa nella fase finale (potrebbe ancora durare uno-due anni)del ciclo rialzista;ci aspettano dunque in sequenza: un evento tale da provocare la contrazione della liquidità, e la conseguente caduta degli assets accompagnata da una svalutazione valutaria ed un apprezzamento dell'oro.

1/08/2007

Speciale Geopolitica 2007

Speciale Geopolitica 2007

Con l'inizio dell'anno nuovo è bene fare il punto sulla situazione geopolitica, almeno per quanto concerne il punto caldo principale, il medioriente, e per i suoi riflessi sul petrolio.
Il 2006 si era aperto con la quasi certezza che - come da programma originario - USA ed Israele, una volta occupato l'Iraq avrebbero provveduto a mettere sotto scopa l'Iran , imponendogli la rinuncia al nucleare, pronti ad attaccarlo nel caso molto probabile di rifiuto.
Non a caso il petrolio si era impennato fino a quota 80 in previsione di questo evento.
Poi, l'impantanemento americano in Iraq ed il conseguente indebolimento politco di Bush, ha bloccato tutto.
L'Istituto per gli studi strategici di tel Aviv, che ha forti legami con il Wasghinton Institute for near East Policy, ha da poco pubblicato il suo rapporto annuale. Vi si afferma che Israele è tecnicamente in grado di attaccare, indipendentemente dagli USA, i siti nucleari iraniani.
Dal rapporto si evince anche come Israele sia stata delusa dal modo in cui gli USA hanno malgestito la situazione irachena, dando la possibilità all'Iran di rinforzare la percezione della debolezza USA e portare avanti il proprio programma di divenire una potenza nucleare in grado di competere con Israele.
Stando così le cose, la domanda per il 2007 è se effettivamente Israele procederà contro l'Iran, con o senza gli USA.
Nonostante Israele scalpiti, un attacco nel 2007 appare improbabile, e non a caso il petrolio sta scendendo. Gli iraniani hanno imparato bene la lezione del 1981 quando Israele attaccò per via aerea il reattore nucleare iracheno di Osirak, e risucì a bloccare il programma di sviluppo nucleare di Saddam. Mentre l'Iraq aveva concentrato tutto su Osirak, gli iraniani hanno strategicamente diffuso in tutto il territorio i siti nucleari, molti dei quali possono essere attaccati solo con bombe speciali in grado di penetrare i bunker, ma anche usando queste bombe vi sono molti dubbi sull'efficacia di un attacco aereo in grado di annullare la capacità iraniana con un colpo solo.
Ciònondimeno gli israeliani hanno bisogno di fermare l'Iran nel nucleare, cosa che sarebbe gradita anche all'Arabia saudita che vedrebbe bene un freno al potere sciita nella regione: se c'è una cosa che può far convergere sauditi ed israeliani è proprio l'Iran. E questa convergenza ha al centro il petrolio: se il prezzo viene tenuto basso si danneggia l’Iran che ha nel petrolio la fonte principale delle proprie entrate (e dunque si tolgono risorse al suo piano nucleare). I sauditi accetteranno il sacrificio, e imporranno tale linea all’OPEC?
Israele, dopo l'esito disastroso del conflitto con gli hezbollah di metà 2006, si trova in uno stato di paralisi politica e militare. Israele riconosce i rischi di un attacco unilaterale e preventivo contro l'Iran, che porterebbe alle stelle il petrolio perché l’Iran bloccherebbe lo stretto di Hormuz e provocherebbe una recessione mondiale; in ogni caso, per usare tale opzione ha bisogno più che mai del supporto delle forze americane dislocate in Iraq. Il problema è che gli USA non possono ingaggiare uno scontro militare con l'Iran se prima non hanno ottenuto il pieno controllo dell'Iraq, ed un attacco unilaterale israeliano mentre gli USA sono in difficoltà in Iraq indebolirebbe ulteriormente gli americani e metterebbe quindi Israele in una posizione più vulnerabile nel medioriente intero. Gli aggiustamenti politici e militari che gli USA stanno portando avanti con difficoltà in Iraq sarebbero affossati se l'Iran potesse dire che gli USA sono complici di Israele in un attacco e l'Iran non esiterebbe a mobilitare i suoi militanti in Iraq, libano e Palestina, al fine di colpire obiettivi americani ed Israeliani.

Gli Israeliani hanno una finestra di tempo valutabile in circa 4-5 anni prima che l'Iran sviluppi il programma nucleare. Possono quindi dare priorità alle altre minacce contro la loro sicurezza nazionale; e prima di considerare un attacco diretto all'Iran devono sistemare la questione con gli Hezbollah che sono la proxy principale dell'Iran sul confine nord. Infatti, la decisione di attaccare nel 2006 gli hezbollah , è stata causata proprio dalla necessità di indebolirne le capacità militari, al fine di indebolire indirettamente l'Iran. Ed è probabile che insistano ancora su questo obiettivo, non pienamente centrato nel 2006.
Petrolio, quindi, che a parte imprevisti vari e momenti di tensione a cavallo di un nuovo scontro Israele-Hezbollah, pare destinato a restare in un ampio range(40-70), senza andare ai famosi 100 dollari.