Speciale Come guadagna Chi comanda
Chi comanda , oggi rispetto al passato, ha sviluppato in modo ottimale le tecniche di controllo del resto della popolazione, concedendole parte della ricchezza ed affidandole gli apparati governativi, militari e gran parte della proprietà immobiliare.
Questa ripartizione pare funzionare molto bene. Nel resto della popolazione (99%) vi sono varie persone capaci, che sono incoraggiate ad accumulare ricchezza; ma devono pagare un prezzo costantemente al rialzo per comprare cespiti patrimoniali e per fare affari, perchè la maggior parte di questi sono posseduti da Chi comanda. Ogni tanto nel sistema appaiono delle defaillances perchè sempre più ricchezza si concentra in sempre meno mani.
Nei tempi più recenti, Chi comanda ha trovato una nuova via : la globalizzazione. L'apertura al commercio ed agli investimenti esteri ha permesso loro di spostare la produzione a basso costo nei paesi sottosviluppati, ed al contempo ha permesso di fare contento il resto della propria popolazione tramite l'offerta di merci importate a prezzi bassi.
E' una strada già percorsa nel 18°-19° secolo quando i colonizzatori dell'America scambiavano con i nativi indiani cose senza valore per ottenerne la terra(quando non se la prendevano con la forza); oggi scambiano beni importati a basso costo, la cui offerta è da loro controllata e da cui guadagnano profitti addizionali, a fronte di titoli cartacei.
Ciò però fa sperimentare alla maggioranza della popolazione una ricchezza relativa declinante rispetto a quella di chi comanda.
Ma ancora il sistema funziona piuttosto bene: la popolazione non si accorge che i suoi redditi stanno diminuendo in termini reali (stanno diminuendo perchè i posti di lavoro produttivi e i servizi trasferibili vengono sempre più spostati nei paesi sottosviluppati). E non se ne accorge perchè Chi comanda manovra il sistema delle banche centrali, cui compito è assicurare che vi sia moneta sufficiente per sostenere i consumi anche se questi sono eccedenti rispetto alla produzione, ed ottenere tale risultato inflazionando i prezzi dei cespiti patrimoniali(assets). Una liquidità crescente unita a prezzi crescenti degli assets creano nella popolazione l'illusione della ricchezza. Naturalmente l'eccesso di consumo rispetto alla produzione provoca un deficit permanente e a sua volta crescente nei confronti del resto del mondo, ma non viene percepito come un gran problema, anche perchè Chi comanda incoraggia la popolazione a impegnarsi - in nome ovviamente del Bene - in spedizioni militari, che portano i creditori esteri a credere nella loro superiore potenza economica e sociale, tanto da essere felici di finanziare con i propri risparmi il deficit crescente altrui; ed allo stesso tempo l'aumento della spesa militare sposta ricchezza dalle masse alle elites che controllano il complesso militar-industriale. Ne consegue che la distribuzione della ricchezza e del reddito aumentano ulteriormente a favore di Chi comanda , ma ancora non se ne accorge nessuno, proprio perchè Chi comanda continua a immettere liquidità tramite le banche centrali guadagnandoci perchè la presta al resto della popolazione: nel processo incassano commissioni ed interessi da tutte le parti e i crediti al consumo, ipotecari etc. vengono trasformati in obbligazioni e venduti ai fondi pensione , d'investimento, etc. i cui sottoscrittori sono - guarda caso -proprio la maggioranza della popolazione. In altre parole, la loro abilità è quella di guadagnare dall'intermediazione di tutto questo flusso finanziario creato dalle loro banche centrali, facendo sì che il rischio poi finisca sulla testa degli stessi che si indebitano (come classe nel suo insieme).
In aggiunta, parte di questi prestiti trasformati in obbligazioni viene venduta ai creduloni esteri. In tal modo Chi comanda raggiunge tre obiettivi: incassa commissioni, trasferendo come detto il rischio agli altri; dà al resto della popolazione il motivo per supportare le politiche monetarie espansive che assicurano continua inflazione degli assets; dà lo stesso stimolo ai creditori esteri. Ma soprattutto con un crollo nelle quotazioni degli assets, il danno ricade sulla popolazione e sull'estero.
Infatti chi comanda sa che il tasso di profitto prospettico diminuisce al salire continuo di prezzo degli assets, ed ha tutto l'interesse a organizzare di tanto in tanto dei crack.
Per far ciò innanzitutto si promuovono meccanismi a leva sempre più spinti per rendere più appetibili alle masse i ritorni ottenibili, guadagnandoci sempre più commissioni nel processo; il tutto funziona fin quando l'incremento dei prezzi degli assets è superiore al tasso di interesse richiesto per pagare gli indebitamenti. Fin quando le loro banche centrali tengono i tassi reali bassi, il meccanismo pare poter funzionare all'infinito, attirando una sempre maggior quantità di creduloni. In realtà il sistema diviene nel frattempo totalmente squilibrato e interamente dipendente da ulteriore inflazione degli assets e del credito fornito.
E' a questo punto che è sufficiente un Evento per produrre un implosione che si evidenzia in una contrazione della liquidità (che può essere relativa o totale) perchè un ampia percentuale di assets, il cui valore è sceso, non copre più i prestiti che ne avevano finanziato gli acquisti.
L'illiquidità totale si ha quando le banche centrali non prendono misure straordinarie per contrastare la contrazione dei prezzi; quella relativa quando invece chi comanda organizza interventi a sostegno (azzeramento dei tassi d'interesse nominali, acquisti governativi di azioni e obbligazioni, etc.). In entrambi i casi si ha un trasferimento di ricchezza dalla massa che si mette a vendere gli assets in calo di prezzo, a chi comanda che li va ricomprando a prezzi più bassi (per poi rivenderglieli nella fase di rimbalzo successiva).
Nel caso di illiquidità totale (come nel 1929 e in Giappone nel 1990) il crollo è estremo e ci vuole molto tempo per ricostituire la fiducia del popolo e rinnescare il ciclo rialzista; nel caso di illiquidità relativa (come nel 2001) la caduta si limita come entità (dunque l'affare è minore in valore assoluto per chi comanda) ma il nuovo ciclo riparte prontamente (e questo conviene).
Poi ci sono i riflessi nei confronti dell'estero. In entrambi i casi i prezzi degli assets interni scendono in valuta estera e rispetto ai metalli preziosi.
Perchè? prima si è visto come l'inflazione degli assets porta a un eccessivo consumo e ad un crescente deficit con l'estero, e Chi comanda realizza maggiori guadagni provocando questa inflazione e spostando la produzione all'estero, piuttosto che investendo in nuova capacità produttiva interna. Il deficit non è un problema immediato perchè compensato dagli afflussi di capitale dall'estero, attratti in genere da un differenziale favorevole nei tassi d'interesse. Per chi comanda è una situazione ideale: può farsi finanziare dall'estero e a sua volta indebitarsi in valute estere a tassi bassi.
Poi tutto questo cambia quando c'è la caduta dei prezzi degli asset, e se si sceglie di evitare un crollo totale della lqiuidità. Infatti con la inevitabile riduzione dei tassi d'interesse interni, viene meno il differenziale favorevole alla valuta interna, che viene quindi venduta a piene mani sia dall'estero che da chi comanda medesimo: il conto viene pagato dalla massa interna che si trova a dover pagare di più i beni importati da cui ormai è totalmente dipendente. Invece chi comanda, quando i tassi vengono tagliati drasticamente, inizia a indebitarsi nella propria valuta acquistando assets esteri e metalli preziosi, rifilando prima gli assets interni (tipicamente obbligazioni ed azioni) alla banca centrale ed al governo, guadagnando così sull'inevitabile apprezzamento delle valute estere. Per facilitare questo processo Chi comanda ,tramite la filiera banca centrale- governo-industria finanziaria- mass media, fa propaganda dicendo che "una forte valuta è nel miglior interesse nazionale". In realtà il piano , durante queste fasi , è proprio quello di spostare ricchezza all'estero lasciando svalutare la valuta nazionale, per poi rimpatriare i fondi e ricomprare gli assets interni nel frattempo svenduti dalla maggioranza della popolazione e dai creditori esteri cui si infligge la perdita sul cambio. Da quel momento si lavorerà a ricreare le basi per un nuovo ciclo rialzista, e rifare il giochino, aiutando la massa -con la propaganda della filiera - a dimenticare velocemente.
Concludendo, alla luce di questo schema interpretativo a che punto ci troviamo adesso?
Circa nella fase finale (potrebbe ancora durare uno-due anni)del ciclo rialzista;ci aspettano dunque in sequenza: un evento tale da provocare la contrazione della liquidità, e la conseguente caduta degli assets accompagnata da una svalutazione valutaria ed un apprezzamento dell'oro.