1/19/2007

I 5 dragoni -1
Immaginate di essere in un epoca di decadenza intellettuale e morale:una specie di buio medioevo. Non farete grande sforzo a immaginarvelo, basta che vi guardiate intorno.Dopo il medioevo però venne il Rinascimento; sarà così anche stavolta? Difficile,perché vi sono 5 dragoni che silenziosamente si aggirano sul pianetaTerra.
Anche se non si conosce esattamente come iniziò, la dinamica di formazione dell'Universo in cui - pur infinitesimali - siamo immersi,appare chiara. Una serie di reazioni nucleari ha dato luogo man mano,attraverso miliardi di anni, a vari insiemi e sottinsiemi galattici e stellari. All'interno di uno di questi, si trova il Sole, cioè la stella madre il cui calore scalda questo piccolo pianeta che abbiamo denominato Terra. Una serie di cricostanze fisico-chimiche hanno consentito che su questa minima particella dell'Universo, si formassero alcuni elementi come l'atmosfera, all'interno dei quali si è andata sviluppando quella che definiamo la Vita. Negli ultimi milioni di anni a forme inorganiche si sono sovrapposte forme organiche, capaci di riprodursi. Una moltitudine di specie vegetali ed animali si sono succedute e continuano a succedersi. Fra queste ,nelle varie evoluzioni dei singoli organi, si è andata sviluppando una specie - quella umana - le cui circonvoluzioni e sinapsi cerebrali sono molto più numerose e dunque più complesse.Nientemeno è uscita fuori la capacità di avere coscienza di esistere.Questa capacità ha dato luogo a una rivoluzione culturale sul PianetaTerra, fino ad allora popolato da specie che essendone prive erano passivamente assoggettate alle leggi naturali ed alle coincidenze dell'interazione con ciò che li circonda: l'equilibrio fra riproduzione e morte determina la durata delle singole specie, così come dei singoli individui delle medesime. Invece la specie umana,dal momento che si è accorta di esistere ha iniziato la sua lotta contro le leggi della natura, spinta dalla fortissima paura di morire che la coscienza di sé le ha dato. La paura di morire è un istinto comune a tutte le specie, è l'istinto della sopravvivenza e serve a proteggere; ma se non è dotata di un livello di consapovelezza "apriori", non può ovviamente servire se non in minimi casi.
Con la
specie umana si realizza questa consapevolezza aprioristica che produce due grandi reazioni di base, comuni a tutte le razze e a tutti i tempi: la reazione di rifiuto della morte, per cui si costruiscono idee di immortalità e di vita eterna per l'io coscienteanche in assenza del corpo (d'altronde è difficile negare l'evidenza che il corpo in ogni caso resta al di quà e deperisce), e queste idee abilmente gestite dagli strati più dotati delle varie popolazioni(gli stregoni, i monaci) esercitano il fascino invincibile della speranza di non perdere mai il proprio io, neanche con la morte del corpo, diventando al contempo formidabili strumenti di potere fra gli stessi individui (pensiamo ai faraoni, alle caste indiane, ai rabbini, ai preti); e la seconda reazione tesa a far di tutto per sconfiggere la morte qui ora e subito, che sta dietro a tutti igrandi progressi dell'umanità in campo scientifico, ma anche in campobellico.
E' molto probabile che tutto ciò che ha avuto un inizio abbia anche una fine.E' così per le galassie e per le stelle: gli astronomi potranno sbagliare le stime sui tempi, ma non la comprensione della logica che sottostà alla vita del Sole che - in tempi per noi lunghissimi - sarà comunque destinato a morire e con lui anche ilPianeta Terra. In termini fisici sarebbe più esatto dire che si trasformerà, ma il senso ai nostri fini è lo stesso. Eppure quando ci riferiamo al destino dell'Umanità resta forte e implicita la speranza che la nostra specie sia l'eccezione universale: l'unica che nonterminerà mai, se non altro nell'aldilà.Vi sono fior di scienziati,convinti di ciò anche se la chiamano Fede (cioè ammettono che razionalmente è impossibile, ma lasciano al proprio io questa scappatoia, che li fa vivere meglio, più sereni) e sono disposti apagare il prezzo necessario.
In teoria , si potrebbe immaginare - come fanno gli scrittori difantascienza - che a furia di sempre nuove invenzioni, si riesca dapprima a rendere più lungo il periodo di vita , per poi evolvereman mano verso forme di esistenza completamente sganciate dal corpofisico(dapprima progettazioni genetiche sempre più progredite, poi magari costituzioni diverse dal corpo umano ed in grado di rigenerarsi senza mai morire), ed in grado di cambiare pianeta nonappena necessario e poi sistema solare e poi galassia. Si potrebbecioè anche arrivare a concepire che una forma autocosciente di vitacome siamo noi, possa arrivare a sovvertire le leggi della Natura peraltro priva di coscienza del sé. E una prospettiva simile, come umani, potrebbe anche attrarci, nonostante si faccia fatica a immaginare la vita senza la morte, come il bianco senza il nero, la felicità senza la tristezza, il piacere senza il dolore. In particolare è il concetto di eternità che pare privo di senso, ma siamo disposti a lasciar perdere le difficoltà di questo tipo,potremmo soddisfarci con l'idea che si tratta di un limite kantiano,in futuro superabile.
Anche ammesso e non concesso tutto quanto sopra, e cioè che la specie umana o una sua diretta discendente, dopo aver creato Dio a immagine si sé, riesca a divenire Dio agguantando il traguardo agognato dell'immortalità , ebbene non possiamo dimenticare che ci sono già -ora e subito - cinque dragoni che stanno attentando alla specie umana la cui estinzione potrebbe essere molto più precoce di quanto comunente non si creda.


-2
Il Pianeta Terra per il prossimo secolo almeno è l'unica alternativa di vita che la specie umana abbia. Sono passati oltre trent'anni da quando l'uomo è andato sulla Luna, nel frattempo sono stati fatti altri esperimenti ed una cosa è appunto sicura: per il momento la nostra casa è la Terra , anche volendo ipotizzare chissà quali nuove scoperte scientifiche.Dal che se ne deduce che se la specie umana vuole continuare a coltivare la speranza di una sua futura immortalità, come minimo deve riuscire a salvaguardare il suo pianeta, pena la sua fine insieme ad esso.Purtroppo però il Primo dragone agisce contro la Terra, su cui ormai sappiamo tutto o quasi: l' abbiamo misurata, pesata, vivisezionata,ne abbiamo scientificamente capito i funzionamenti. Quello che appare chiaro è che non possiamo pensare di abitarla in tutte le sue parti,e che ne dobbiamo preservare il delicato equilibrio che anch'essa ha.Per migliaia e migliaia di anni, l'agitarsi sulle sue superifici della ns. specie, non gli ha fatto neanche il solletico. Man mano però, questa nuova specie si è andata moltiplicando in misura esponenziale e, coevamente, ha moltiplicato gli usi delle risorse alla ricerca di un tenore di vita sempre migliore (apparentemente).La specie però non è stata in grado di prevederne l'interdipenza nei vari aspetti. L'abbattimento di enormi foreste allo scopo di
procurarsi il legname, altera ad esempio il clima della zona, che a sua volta in un effetto domino altera a sua volta venti e correnti con ripercussioni fin dall'altra parte del globo. Tutti conosciamo:le cronache sono piene , e in modo crescente, dei vari episodi di inquinamento, di alterazione degli equilibri. Non mi dilungo su tutto questo, perché invece voglio concentrarmi sul Primo dragone che sta dando la febbre al pianeta: l'energia prodotta dalla specie umana.Quando si parla di ecologia , il pensiero di norma va al petrolio,alla sua combustione, all'inquinamento dell'aria bene tanto preziosoe indispensabile da non aver alcun valore commerciale fino ad oggi .E non vi è dubbio che aria ed acqua sono indispensabili alla vita,infatti ogni tanto emergono le contraddizioni fra il modello di sviluppo perseguito dall'umanità e la scarsità di queste risorse. Ma se anche il petrolio venisse sostituito dall'idrogeno, considerato energia pulita, il vero problema quello più insidioso di tutti resterebbe: vale a dire, ogni anno che passa la popolazione aumenta e aspira ad un tenore di vita che implica un sempre crescente consumo
di energia nelle varie forme e dalle varie fonti, con il risultato di
scaldare il pianeta nel suo insieme. Gli esperti ci avvisano che i ghiacciai ai poli potrebero via via sciogliersi alterando il livellodei mari; oppure che le conseguenti variazioni climatiche porteranno siccità in zone sempre maggiori del pianeta: l'africa desertica salirà in europa, la scandinavia diverrà la nuova sicilia.Espressioni che rendono l'idea. Il dragone energetico lavora contro la ns. casa. La specie umana si trova in una situazione paradossale.Lotta e si dilania alla conquista di un sempre maggiore consumo di energia (miopemente considerato come miglior tenore di vita) e così facendo accelera la fine della propria vita terrestre.
Se si osserva un grafico che rappresenti il tasso di progresso tecnologico dell'Umanità dall'epoca di Neanderthal ad oggi si osserverà una lunghissima retta orizzontale, lievemente in crescita nel pezzettino finale e con una impennata nell'ultimo punto. E' lastessa forma di grafico che si nota nelle bolle speculative: da queste ultime sappiamo che immancabilmente alla fine scoppiano e che si torna al punto di partenza. Cosa vuol dire? Vi sarà forse un disastro di tali proporzioni da riportarci all'età della pietra? Non è da escludere, in base alla dinamica delle bolle. In particolare è agghiacciante il confronto con un altro grafico , quello cherappresenta il tasso di progresso culturale dell'umanità: qui si vedeuna linea piatta, che resta tale fino alla fine. Sorpresi? No, basta confrontare quanto esprimevano i saggi antichi già migliaia di anni fa(dai cinesi, agli indiani, ai greci) con quanto esprimiamo oggi, per capire il grafico. Si dirà che oggi abbiamo, nel solo segmento occidentale avanzato, leggi e organizzazioni giuridiche molto più avanzate del passato, dove si riconoscono e tutelano i diritti dei singoli senza discriminazioni di alcun genere. Ma questo modestissimo progresso, è più apparente che reale, se si va a ben guardare. Quelloche comunque è evidente è lo iato abissale che si è aperto tra progresso tecnologico e progresso culturale. Il Secondo dragone staqui: la pericolosità di affidare una rivoltella vera a un bambino di cinque anni abituato a giocare con una rivoltella finta. I sentimenti, il livello di controllo dei medesimi, la dimensione psichica, i desideri, gli odi, le vendette, la rabbia e l'orgoglio degli individui e dei popoli sono uguali oggi come mille anni fa.Solo che oggi è possibile disporre di armi devastanti, mentre all'epoca occorreva prendere mazze e spadoni , attraversare centinaia
di chilometri a piedi, per mettere a ferro e fuoco Roma. E' stata teorizzata la teoria della deterrenza, vale a dire che proprio la distruttività esaustiva delle armi moderne fa sì che non si usino.Sarà. Ma il dragone non agisce solo nel campo bellico: l'andamento schizofrenico tra tecnologia e morale è in agguato su tanti fronti, e- ad esempio - agisce nei confronti del Pianeta Terra come primaricordato.Così come agisce implacabile sul piano demografico, cioè il continuo aumento della popolazione. Anche in questo caso se andiamo a vedere i relativi grafici, osserviamo che negli ultimi cento anni la crescita accelera a livelli impressionanti, mentre per migliaia di anni la pendenza era stata minima.Dovrebbe essere evidente che essendo ,Il Pianeta Terra, limitato, altrettanto limitato deve per definizione essere il numero degli abitanti del medesimo. Le specie animali sono regolate dalla natura, quando l'uomo non interviene alterandone il corretto rapporto tra nascite e morti. Invece la specie umana ha adesso rotto tale regolazione. Spinta dalla paura dimorire, cerca di allungare la vita media; spinta dall'ignoranza e sempre dalla paura di morire (nel suo travestimento religioso, adesempio) cerca di prolificare in modo incontrollato. Solo la Cina, o meglio la dittatura lì vigente, ha per ora mostrato qualche successo in questo campo, mentre nei paesi cosiddetti sviluppati, si è osservata una tendenza al calo della popolazione, ma per motivi opposti. Spinti dal sistema economico avanzato, gli individui calcolano i costi dei figli e tendono a risparmiare. Ne consegue un ulteriore problema: la razza bianca in genere, e soprattutto quella abitante nei paesi più sviluppati culturalmente, quindi quelli chepotrebbero avere in teoria qualche probabilità in più di sconfiggere il secondo dragone, tende invece a estinguersi. Per contro, si moltiplicano in modo incontrollato razze e paesi meno sviluppati e più poveri, con il risultato che lo squilibrio economico con i bianchi aumenta vertiginosamente; il Secondo dragone poi nel campo dei media diffonde tecnologicamnte tale messaggio di diseguaglianzacrescente che viene percepito anche da chi non è in grado di recepirlo mentalmente , e così cresce l'odio e il risentimento dei secondi verso i primi. La specie quindi invece di rinsaldarsi e ricompattarsi unita, tra razze e paesi vari, per affrontare le sfidedei dragoni esterni (o interni ?) si sfalda e si scompone in lotte interne sempre più pericolose.



-3 Il problema dei limiti dello sviluppo demografico ed ambientale, ci porta dritti dritti alle contraddizioni del sistema economico.
Il comunismo è irrealizzabile, perché la specie umana è composta da
individui di diverse capacità: pretendere che tutti dividano tutto in
parti eguali, significa mortificare la parte più capace della specie,
significa disincentivarne le attività, incentivando al contempo la passività di tutti. Una gara al ribasso , con allineamento generale sugli individui meno capaci e meno dotati ; in altre parole una follìa, che infatti è stata sempre puntualmente sconfitta dallaStoria, e continuerà ad esserla. Ma il capitalismo, che finora si è imposto, e che è più coerente con le caratteristiche della specieumana, perché realizza esattamente la spirale opposta al comunismo,ha in sé un Terzo dragone che lo attenta.Ed è appunto il dragone delle contraddizioni che emergono dopo un po' che lo si lascia sfogare. La migliore teoria unitaria del sistema economico capitalistica, si basa sul vero liberismo (cioè massima libera concorrenza, assenza di monopoli, oligopoli, etc.) e sulla informazione perfetta e contemporanea degli agenti nel sistema. Solo così il sistema tende verso un equilibrio in cui prezzi, quantità prodotte e consumate, si incontrano su un piano virtuoso, vale a direquello più efficiente possibile in un dato momento tecnologico.Qualsivoglia variazione di uno degli input (tecnologia,demografia,risorse) viene in poco tempo riassorbita: la legge della domanda e dell'offerta assicura che si ritroverà un altro stadio di equilibrio economico generale al massimo di efficienza possibile, edanche al minimo di ingiustizia sociale possibile. Ed infatti la sua affermazione è arrivata di pari passo all'affermazione del sistema politico democratico di cui è stato causa ed effetto allo stesso tempo. Ma era troppo bello per essere vero, infatti non è mai neanche esistito. Pur realizzando un avvicinamento alle condizioni teoriche che ne sono premessa indispensabile, mai si è verificata la contemporanea esistenza di vera libera concorrenza e di vera completa informazione. Piuttosto il capitalismo moderno è ancora più vicino adessere un emanazione del modello feudale, dove pure si intraprendeva,si commerciava, si scoprivano nuovi mondi, si fabbricavano prodotti,ma sempre in funzione delle classi dominanti, che ne traevano imaggiori vantaggi, pur consentendo- come sempre è successo - chenuovi ricchi si potessero formare, tenendone il controllo.Esattamente come oggi, e come vedremo il Quarto dragone -quello della falsa democrazia-, è il suo gemello. Gemelli , capitalismo e democrazia, gemelli i loro dragoni. Non c'è bisogno di affrontare in modo specialistico i vari problemi delle crisi di sovrapproduzione,di distribuzione inefficiente dei redditi, dei cicli economici e delle relative ondate di costi sociali, per capire una verità tanto
semplice quanto vera. Se non si rispettano le assunzioni da cui parte una teoria, è ovvio che la teoria non possa funzionare. E poiché le assunzioni della libera concorrenza e della perfettainformazione sono in contrasto con gli interessi di chi le dovrebbe assicurare, per definizione questa contraddizione, il Terzo dragone,rende impossibile il funzionamento del sistema economico. Si dirà che si producono aerei, macchine, ospedali, medicine, ristoranti,bar, il mondo c'è, funziona e si vede. Peccato che invece il tutto funziona solo apparentemente e solo nel breve periodo, perché nel frattempo sta scavando la fossa all'umanità, perché la spinge oltrei limiti dello sviluppo sostenibile, per lo più in un contesto di diseguaglianze clamorose e dunque esplosivo. Checchè se ne possa sentire ogni tanto, la specie umana è lontanissima dall'aver preso coscienza di questa contraddizione intrinseca. Basterebbe invece riflettere: ogni individuo, ogni azienda, ogni nazione, all'interno del sistema economico avanzato, si propone ogni anno un aumento del proprio reddito, profitto, prodotto internolordo; così anno dopo anno, e guai quando non succede: tutti a piangere, a cercare i rimedi della crisi, etc. etc. Nessuno che domandi: ma quando è che si arriva al punto del mantenimento e basta?Cioè non è possibile che si voglia sempre e solo crescere, perché questo è ovviamente impossibile dati i ricordati limiti ambientali. Allora dovrebbe esistere un livello teorico in cui un individuo, un azienda, una nazione dica: da questo momento in poi voglio solo mantenere il tenore di vita, il fatturato, il prodotto raggiunto;perché so che non è possibile crescere ad infinitum, gli alberi noncrescono fino al cielo, perché deve invece crescere fino al cielo ilPIL? Avete mai sentito qualche Presidente, amministratore delegato,politico o economista che abbia fatto questi discorsi? Neanche i comunisti, pure loro si vantano di crescite costanti e vogliono crescite sempre maggiori della Produzione, il Dio dell'economia. Così succede che siamo alla sovrapproduzione, guarda caso non prevista da nessuno, anche se già lo stesso fallimento era successo negli anni 30 e da esso ne è conseguita la seconda guerra mondiale. Ma il dragone è terribile, e addirittura vuole spingere sulla medesima strada anche il miliardo e mezzo di cinesi, e tutti gli altri. Immaginate cosas uccederà, ormai è un meccanismo infernale assolutamente fuoricontrollo. Il colmo è che nella decadenza intellettuale tipica delle fasi di pre-morienza, oggi la specie umana non fa che spendere soldi per far fare viaggi a una minuscola elìte politico-economica che continua a creare organismi internazionali dalle sigle più appariscenti, con il solo risultato di allontanarsi sempre più dalla soluzione. Il Terzo dragone insomma è pericoloso e forte quanto glialtri, anche se meno appariscente forse, soprattutto perché nessunolo ha visto.(segue)

Nota 1) in "Prima di Investire" avevo sintetizzato così l'evoluzionedel pensiero economico:E' solo nel 1600 in un economia prevalentemente agricola ecommerciale, che alcuni filosofi "i fisiocratici" iniziano a teorizzare le leggi di creazione del sovrappiù: osservando che la coltivazione della terra in modo sistematico ed ordinato produce una creazione di valore (un prodotto superiore ai mezzi impiegati), essi postulano i primi principi di quella economia politica che nel 1700vedrà con Adam Smith ne "La ricchezza delle nazioni" un impostazioneampia : la teoria della concorrenza, e quella della bilancia commerciale sono già correttamente individuate in questo testo. Egliscrive: "non vi aspettate il pane buono dalla carità del fornaio,bensì dal suo interesse"; in questa frase vi è l'essenza delprincipio della libera concorrenza, più attuale che mai. E mentreSmith scrive, si sviluppa lo stadio iniziale del capitalismoindustriale che consentirà all'umanità il salto tecnologico edeconomico a tutti noto. Ma poiché oltre al capitale, l'altro fattoreproduttivo per eccellenza è il lavoro, nel 1800 David Ricardo inizia a indagare non solo la formazione del famoso sovrappiù oplusvalore generato dall'applicazione di capitale e lavoro, bensìanche la distribuzione del medesimo tra i due citati fattoriproduttivi; da lui prende le mosse Carl Marx, che solleva il problemapolitico dello sfruttamento del fattore lavoro ad opera del Capitale,e darà vita all'epopea social-comunista. Nel frattempo si genera laclasse degli economisti neoclassici che alla fine dell'800 arrivanoa concepire il primo modello matematico (celebre quello di Walras) difunzionamento del sistema economico imperniato sull'ipotesi diconcorrenza perfetta: la legge di fondo è individuata nella domandaed offerta da cui scaturisce il prezzo. La teoria economica quindi ainizio del 1900 postula che, in condizioni di concorrenza perfetta,il sistema tende verso prezzi di equilibrio in cui domanda ed offertasi bilanciano; e ciò avverrà spontaneamente con il pieno impiego deifattori produttivi (capitale e lavoro). Poi però arriva il 1929 e lagrande depressione smentisce tale teoria: sarà Keynes a interpretareil fenomeno ed a correggerla. Keynes dimostra che il sistemaeconomico per arrivare al pieno impiego delle risorse deve essereguidato dall'intervento dello Stato (attraverso la gestione deldeficit pubblico); in una situazione di depressione economica loStato deve spendere più di quanto incassa, creando potere d'acquistoil quale aumenta la domanda che a sua volta provoca maggiore offertae così via fin quando i fattori produttivi siano totalmente
utilizzati; arrivando al pieno impiego dei medesimi infatti, ildeficit spending deve essere fermato altrimenti sfocerebbe ininflazione. La teoria keynesiana viene applicata con successo, e dopola seconda guerra mondiale ispira il piano Marshall che infattiriesce a ricreare lo sviluppo in Europa. Con il passare degli anniperò le classi politiche occidentali abusano del deficit pubblico,dati i suoi allettanti risvolti elettorali, e si apre l'epoca dellagrande inflazione. Per contrastare quest'ultima riprendono vigore leteorie monetariste, in base alle quali regolando la quantità dimoneta è possibile il controllo dell'inflazione. Salgono così incattedra le Banche centrali a cui viene affidato proprio questocompito, nella piena indipendenza (..).


-4 E andiamo al Quarto dragone, la falsa democrazia. Argomento delicato: Churchill , ad esempio, disse che la democrazia era il meno peggiore dei sistemi politici fino ad allora inventati dall'uomo. Con questo sottindeva, ovvio, che è ben lontano dall'essere perfetto. Ce ne siamo accorti. Troppi nemici insidiano la Società Aperta teorizzata
da Popper. Ma qui interessa capire perché una falsa democrazia sia un
nemico della specie umana, peggiore rispetto a sistemi di organizzazione politica inferiori sul piano teorico, ma veri. Quello che conta , in ogni cosa è che sia vera; meglio una persona con vari difetti ma autentica, che una persona di superiori capacità ma ipocrita, falsa. E la democrazia in cui siamo immersi nei paesi occidentali, è falsa e tendenziosa. Anche qui le cause sono da ricercare nelle contraddizioni intrinseche. In teoria, il sistema democratico dovrebbe funzionare : tutti hanno diritto a esprimersi;vige il principio di maggioranza relativa;le istituzioni di governo sono sottoposte a istituzioni di controllo. Parrebbe perfetto.Peccato che, come nel sistema economico, sia cruciale l'informazione vera e completa, altrimenti il diritto di esprimersi (che ha senso solo a parità di informazioni, corrette) si trasforma in una grande presa in giro. Di fatto succede, e questo vale per tutti i paesi che fin qui sono approdati alla democrazia, che l'informazione sia manipolata in svariati modi e a diversi livelli. Inoltre, per potersi esprimere il cittadino dovrebbe essere in grado di farlo, cioè dovrebbe essere formato oltre che informato.Altrimenti avviene che il suo potere di voto, si trasforma in uno strumento di conquista del potere da parte di coloro che lo manipolano. E questo è solo unesempio. Prendiamo gli USA, cioè la più grande democrazia del mondo:metà dei cittadini non votano, e l'altra metà si suddivide in dueparti equivalenti per cui succede che uno degli uomini più potentidel mondo (il presidente americano) viene eletto da un quarto della popolazione; attualmente appena cinquanta milioni di persone,coscienti o incoscienti, hanno imposto ai sei miliardi di umani una determinata persona. Ma anche la competizione politica, cioè la campagna elettorale, viene completamente falsata dai meccanismi dell'informazione: il denaro per comprare informazione diviene il fattore chiave, e il denaro lo forniscono gli interessi costituiti,per cui poi alla fine il Presidente è un pupo nelle loro mani. E per definizione questo signore non potrà, sia di destra o di sinistra,che difendere gli interessi costituiti pre-esistenti. Ecco perché il Gattopardo diceva: facciamo vedere che tutto cambia, ma in realtà non cambiamo nulla. Ecco perché qualche paese può anche tenersi le monarchie formalmente, o altri possono presentare decine e decine di partiti : si può fare quello che si vuole nella falsa democrazia, di fatto la sostanza non cambia. Oggi la democrazia non esiste, vi èsolo una malriuscita parodìa del principio che dà nome alla parola:potere del popolo. In realtà il Quarto dragone, gestisce il popolo esattamente come facevano i Faraoni e le caste privilegiate
nell'antichità. Se si va ben a guardare si scopre che oggi è cambiatas olo la forma, non la sostanza. E non dipende mai dai singoli attori
che recitano le varie parti in commedia di presidenti, capi del governo, ministri, deputati etc.: questi sono pupazzetti in mano alla logica intrinseca del sistema che infatti li usa e li getta, senza problemi(ciascuno di noi farebbe lo stesso, non dipende più dal singolo è il sistema che non funziona). Ma il sistema chi è? èappunto quest'intreccio di posizioni dominanti e di interessi costituiti, che ovviamente e razionalmente dal proprio punto di vista egoistico agisce a difesa di ciò che percepisce essere utile per sé;con il tempo si stratifica, assume connotazioni varie, ma è sempre superiore all'individuo singolo; e quando eventi esterni producono dei veri cambiamenti, quando il marciume che inevitabilmente si accumula in ogni casta al potere ne provoca il crollo, ecco che rapidamente si formano nuovi gruppi di interesse nuovi centri dipotere, i quali- sempre - come la Storia dimostra senza equivoci ,nel giro di poco tempo si asservono ai propri bisogni e mantengonogli eventuali ideali di partenza come puro e semplice orpello per igonzi. Parafrasando quello che pensano i banchieri (il cliente è un pollo da spennare, senza fargliene accorgere) , il Quarto dragone, cioè la falsa democrazia, pensa ed agisce per spennare i suoiclienti, vale a dire il popolo da cui prende i voti. Questa del voto è stata proprio una invenzione ingannevole, semplicemente perché non è mai vero che il cittadino sia libero di votare come vuole: primo,perché in ogni caso la sua scelta è limitata a quanto gli (e quando gli offrono la scelta tra a e b che in buonasostanza sono uguali tra loro, in realtà non può neanche scegliere,anche se si illude di farlo in questo gioco di prestigio inventato da un secolo a questa parte: prima almeno questa buffonata non c'era, la gente sapeva di essere sotto al giogo, e quando non ne poteva più,assaltava la bastiglia); secondo, perché viene costantemente condizionato e i più bravi persuasori occulti sono quelli che dinorma vincono (e poiché la bravura nel condizionamento psicologico della massa necessita di grandi quantità di denaro, vincono quelliche si assicurano più finanziamenti, cioè più padroni da servire non appena eletti). Paradossalmente il voto era più libero quando non c'erano i mezzi di comunicazione di massa. L'esplosione tecnologica(il secondo dragone) scissa da una parallela crescita morale, haprovocato proprio questo paradosso: oggi crediamo di esere più informati, e invece non è vero; ci sentiamo più liberi perché possiamo cambiare 50 canali alla televisione e invece non è vero; è tutta apparenza, una colossale presa in giro. Un tempo poteva -almeno in teoria- avvenire che qualche valoroso, facendosi apprezzare dai suoi concittadini, de visu e sul campo, venisse poi conosciuto dagli altri con il passa parola, spontaneo e sincero della gente, e così poteva arrivare anche a offrire un alternativa rispetto allo status quo esistente (che comunque di norma provvedeva a eliminarlo).
Oggi questo non è possibile neanche in teoria: solo se ce lopresentano giornali e televisioni, questo signore potrebbe essere da noi conosciuto, ma giornali e televisioni non presenteranno mai chi rappresenta un alternativa al loro sistema. Se ad esempio, qualcuno proponesse di abolire televisioni e giornali, veramente pensate che questi ultimi glielo facciano dire? E poi è ovvio, di chi sonotelevisioni e giornali? Del potere cosituito, di quello che li usa per ubriacare il popolo con divertimenti vari, come si facevanell'antica Roma (spettacolo, sport, sciocchezzai vari, sono fatti apposta per stordire, drogare il popolo, affinchè non pensi, consumi soltanto e agisca in linea con il sistema). Agghiacciante è adesempio la distruzione sistematica della scuola, nel mondo avanzato,iniziata da alcuni decenni. Se voi doveste gestire una massa, per ottenere di fargli fare quello che volete, cosa preferireste avere a che fare con dei 110 e lode(qui ipotizzato come voto vero) in storia e filosofia, o con gente abituata da sempre a non studiare e a pensare ai propri spiccioli divertimenti? Certo per far funzionare la baracca vi serviranno dei tecnici, e infatti questo tipo di scuole continuano a funzionare, l'importante è che i tecnici si specializzino fin da subito, devono essere dei bravi robottini,l'importante è che non si mettano a speculare sul sesso degli angeli.Molto tempo fa, scrissi un articolo che non fu pubblicato e che poi ho perso, dal titolo : Consumatori o consumati? Nello scritto dimostravo come senza accorgersene l'esercito di consumatori(tuttivogliono che consumiamo, sempre di più, i soldi ce li danno purchè lispendiamo subito, guardate lo scempio americano) viene in realtàconsumato dalla logica intrinseca del sistema in cui viviamo. E' ilminore dei mali? No, perché appunto ci rende incapaci di difenderci dai 5 dragoni, e quindi ci condanna.
-5
Edward Gibbon, alla fine della sua monumentale analisi su Il declinoe la caduta dell' impero romano, individua tra le cause decisive che hanno dato il colpo di grazia, l'affermarsi del cristianesimo. E'vero, ed è il famoso Quinto dragone che già all'epoca lanciava le sue fiammate. Le religioni, anche se a livello individuale possono avere effetti benefici, ma alla stregua di un valium, di un calmante delle angosce esistenziali, sono una grande palla al piede della specieumana. Ho già accennato che la pulsione a credere in Dio, negli Dei,negli Spiriti, etc., nasce dalla paura di morire che inevitabilmentel'uomo trova dentro di sé come istinto - alla stregua degli altrianimali - e che poi razionalizza avendo la capacità di esserecosciente di sé. Si attacca - di norma- al suo Io, gli psichiatri direbbero si innamora di sé incosciamente, e non vuole più perdersi,l'idea di finire lo angoscia.
Nasce così, fin dagli albori dell'umanità, la fortissima tendenza a immedesimarsi in un Io più
grande che sia al tempo stesso suo padre e padrone, purchè gliconsenta l'illusione dell'immortalità. Le religioni hanno consentito a coloro i quali avevano il potere nelle varie fasi e nei vari tipi,di mantenerlo ed accrescerlo; i religiosi di ogni specie hanno sempregoduto presso i loro popoli di benefici e privilegi. E quando l'evoluzione ha portato a distinguere il potere spirituale da quello temporale, si sono create alleanze saldissime fra gli esponenti delledue categorie: così i potenti monarchi di mille anni fa venivano incoronati solo con la benedizione dei Papi, ma analoghe situazioni sono da sempre rintracciabili in tutte le culture e in tutti i paesi.Questo discorso risulterà fastidioso per i tanti credenti (o almeno professantisi tali, perché oggi non ci si ritiene persone "per bene"se non si mostra di essere ispirati dai santi principi cristiani,elemento fondamentale per essere bene accetti dalla società o per farvi carriera). Eppure è la verità. E va detta proprio perché qui citroviamo di fronte non a una semplice illusione per bambini, dagli effetti neutri, bensì siamo di fronte al Quinto dragone, micidiale come gli altri. Esiste infatti una consequenzialità logica, tra il credere nell'aldilà ed il modo in cui si vive l'aldiquà. Chi crede che esiste un aldilà, dove magari tutte le ingiustizie verranno sanate, e comunque dove vi sia la beatitudine eterna, evidentemente si preoccupa meno di quello che succede nella vita terrena, ed anzi è disposto a volte a sopportare i mali e gli errori proprio in vista di quel futuro ideale a cui egli crede. Le religioni dunque hanno sempre agìto in funzione dei poteri costituiti (Marx le definiva l'oppio dei popoli) facilitando il soggiogamento delle masse, oppure quando hanno avuto una funzione rivoluzionaria rispetto al pre-esistente potere -come nel caso del cristianesimo e dell'impero romano - sono servite per costruire nuovi poteri a volte ancora più feroci dei precedenti.Non occorre scomodare le ignominie della Santa Inquisizione, o lebarbarie degli induisti con i sacrifici umani alle loro divinità, o le ancora attualissime guerre tra religioni diverse (si pensi adesempio all'incredibile odio tra protestanti e cattolici nella pur
civilissma Irlanda), di cui stiamo appena vivendo l'ennesimo episodio
tra israeliani e palestinesi, per non parlare dell'odio musulmanno verso "gli altri" così ben rappresentato da Bin laden e i suoi seguaci.Non c'è bisogno di andare a fare la conta, basta la logica intrinseca del meccanismo della credenza fideistica. L'individuo ,dal momento in cui viene convinto o si convince, regredisce ad uno stadio intellettuale inferiore; Fromm avrebbe detto "rifugge dalla libertà", come infatti avviene in politica quando le masse impaurite o disagiate preferiscono affidarsi a un dittatore, un duce, una personalità carismatica, cui affidano ciecamente i propri destini. Lo stesso avviene con l'atto di fede: si rinunzia alla libertà di essere quello che si è, pur di lenire l'angoscia e la paura che questa libertà inevitabilmente porta con sé e che è quello che ci consente lo sviluppo massimo delle capacità. Per orientare le persone al bene , come fossero bambini, le si alletta con il premio delparadiso, le si spaventa con la punzione dell'inferno; e le persone restano bambini, anche se hanno i capelli bianchi e sono stimati professionisti. Nel mondo musulmanno le si spinge anche al suicidio come visto più volte, ma lo facevano anche i martiri cristiani. Ecco dunque perché questo Quinto dragone lavora subdolamente affinchè la specie umana non riesca ad evolvere verso una autosufficienza morale che non abbia bisogno di caramelle e sculaccioni, impedendole di prendere pienamente coscienza delle problematiche reali che deveaffrontare, e dunque impedendole di trovare una soluzione alle medesime. Certo è comprensibile che quando si sia in preda alle malattie senza speranza, o a profonde disperazioni esistenziali, si possa trovare un sollievo nella Fede, e in questi casi - una specie di eutanasia intellettuale- , non vi sarebbero controindicazioni sociali. Ma se tutta la società, è imperniata sul potere religioso,che insegue l'individuo fin da piccolo e - pur lasciandogli formalmente la libertà di non aderire, di non credere, almeno in Occidente - lo ricatta moralmente in mille maniere per tuttal'esistenza, il risultato non può che essere disastroso a lungotermine.
Come si può immaginare i 5 dragoni sono alleati fra di loro : un filorosso di fuoco li unisce, attorciglia tutte le contraddizioni che la specie umana esprime e che sono così mirabilmente espresse nels istema economico moderno. Aumentando indiscriminatamente laquantità di popolazione sul pianeta, spingendola verso un modello di consumo della vita altamente energetico che mette in crisi la natura,dividendola nella ricerca forsennata del potere economico,confondendola con organizzazioni del consenso apparentemente avanzate ma profondamente ipocrite, ipnotizzandola con la paura di morire e dividendola in varie sette di credenti da essa discendenti in lotta
l'un con l'altra , sia all'interno della medesima razza che fra razze
diverse, ecco che i 5 dragoni realizzano insieme la sua distruzione.
Fine.