La settimana 2 - 5 gennaio 2007
ECONOMIA: cosa porta la befana
I primi giorni del 2007 sul fronte macro USA hanno portato altri dati favorevoli alla teoria dell'atterraggio morbido, soprattutto con i dati occupazionali che - pur essendo molto opinabili dato il meccanismo presuntivo del modello nascite/morti su cui si basano - hanno sorpreso al rialzo (ed è un rialzo sempre e soltanto basato sui servizi).
Hanno anche portato evidenza di un accelerazione delle dinamiche salariali che come al solito possono essere lette a favore della crescita per il sostegno ai redditi e quindi ai consumi; ma anche come rischio inflazione. La Fed nel frattempo, essendosi mostrata più preoccupata del passato per la crescita mantenendo inalterati i suoi timori per l'inflazione. pare temere uno scenario da stagflazione, il peggiore possibile. Ma nessuno la prende più sul serio: si sa che lo dice per dovere d'ufficio.
Nulla di nuovo sotto al sole, comunque.
I primi tre giorni operativi dell'anno sono invece stati densi sul fronte delle dinamiche dei mercati altamente speculativi ed anormalmente a leva:
la befana porta carbone alle materie prime, guidate dal rame e dal petrolio, con un ondata di vendite che a loro volta hanno provocato una chiusura dei carry trade in yen, con il conseguente crollo delle valute "commodities" (australiano, neozelandese,canadese) e l'automatico riacquisto di dollari; le ricoperture sui dollari e sugli yen non potevano infine non impattare sull'euro, che ha così ritracciato una parte dei guadagni di fine 2006.
Sbaglia, a mio avviso, chi ritiene che il movimento sull'eurodollaro dipende dai dati macro (non sono cambiate le attese sul differenziale dei tassi d'interesse, tuttora favorevoli all'euro, ed i rendimenti obbligazionari infatti hanno oscillato poco, su e giù, nel complesso riuscendo a conquistare qualche centesimo al ribasso negli USA); si è trattato solo di un inevitabile riflesso alla sopramenzionata dinamica materie prime-valute che è riuscita financo ad avere una lieve ripercussione sulle indomabili borse: anche loro si ritrovano un pò di carboncino nella calza della befana.
Come mai dunque la prima giocata del 2007 è stata al ribasso delle materie prime?
Se si considera solo l'aspetto macroeconomico, si dovrebbe dedurne che la speculazione punta su un calo della domanda aggregata mondiale nell'anno che viene e dunque scommette su minori consumi di metalli ed energia. La notizia che Cina ha alzato il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche dal 9 al 9,5% ha innescato la speculazione ribassista che si amplifica enormemente in mercati a leva esasperata.
Durerà? sul petrolio incide l'inverno caldo e l'idea che l'attacco all' Iran sia stato rinviato a data da destinarsi per cui l'eccesso di scorte che erano state accumulate in vista di questo evento, viene ora venduto sul mercato e deprime il prezzo. Ma i dati macro USA, propendendo per l'atterraggio morbido, cui si uniscono quelli positivi europei e giapponesi, fanno invece pensare che non è in vista una caduta della domanda aggregata, tale da comportare un duraturo calo dei prezzi delle materie prime, e proprio il ribasso del petrolio viene ora a fornire un sostegno al potere d'acquisto dei consumatori.
Le previsoni sul 2007 sono unanimente ottimistiche: l'economia USA crescerà al giusto ritmo, il mercato immobiliare si riprenderà, la Fed certamente non aumenterà i tassi, i mercati finanziari saliranno....
Il mondo sembra diventato un luogo dove la liquidità non può che scorrere abbondante facendo crescere al suo passaggio tutto ciò che la circonda. Il Nilo monetario fa il miracolo: il mondo ha trovato la soluzione ai suoi problemi, il paradiso permanente, basta che le banche centrali stampino continuamente nuova moneta in eccesso e non si può che avere crescita; un tempo non si faceva per paura dell'inflazione, ma questo termine ormai sarebbe da cancellare anche dai dizionari:
la globalizzazione l'avrebbe vinta definitivamente.
Così un costante flusso di risorse si diffonde ovunque , va anche ai più pericolosi mercati emergenti, alle aziende peggiori e agli indebitati di tutto il mondo.....
C'è qualcuno che seriamente pensa che questa idilliaca rappresentazione teatrale, potrà durare per sempre?
Lo so, sono noioso e ripetitivo, ma per me questo resta il punto cruciale. Tutto il resto è contorno per passare il tempo: mercati che salgono e scendono per i più svariati e futili motivi, dati macro più o meno farlocchi che alimentano grandi discussioni, e nel frattempo si perde di vista la grande questione. A chi gioverà questa spensierata folle corsa verso il baratro? E chi ne pagherà il conto ?
Nel 2007 la questione di base resta quella finanziaria che ormai è di gran lunga più importante di quella economica sottostante. Non bisogna cascare nella trappola di credere al nirvana sopra illustrato e che illude la grande maggioranza. Certo, la superbolla mondiale non ha alternative che continuare ad espandersi, e cercherà di farlo fino al super scoppio, esattamente come l'eroinomane continua a farsi vivendo di momento in momento, sperando che possa durare per sempre anche se sa che alla fine o morirà di overdose o dovrà subire una dolorisissima astinenza.
E' facile estrapolare la situazione attuale come permanente, soprattutto perchè si conta sull'azzardo morale provocato dall'attuale sistema perpetrato dalle banche centrali (il cosiddetto Bretton Woods 2).
Il BW2 è una premessa essenziale per i modelli computerizzati su cui si basano le strategie dei principali operatori. Il tante volte citato riciclaggio dei dollari da parte dei creditori esteri è l'architrave portante di questa percezione di liquidità infinita, con la quale si perpetua il miracolo di trasformare anche i più rischiosi presiti in titoli di alta qualità, a loro volta sempre ricercati dall'insaziabile domanda di impiego della liquidità medesima.
E' impossibile predire quando i mercati cominceranno a dubitare delle premesse più sospette.E abbiamo visto che neanche eventi geopolitici o cataclismi vari riescono a scalfire tale fede (a parte ondate momentanee). E poichè non si vede alcun rallentamento negli eccessi creditizi, nè nel deficit estero USA creatore automatico di liquidità internazionale nell'attuale regime di cambi mondiale, la già massiccia quantità di finanza speculativa continuerà la sua espansione a ritmi sempre crescenti. Pertanto, le classiche situazioni di trend portati all'estremo e di capovolgimenti violenti dei medesimi, continueranno a manifestarsi sempre più intense. Quando i mercati salgono in concerto, prevale l'ordine; quando scatta la ritirata, le cose divengono più erratiche e confuse, ma la sostanza non cambia.
Una delle questioni del 2007 sarà in che misura l'effetto cumulativo delle iper speculazioni che si ripiegano su stesse (vedasi ad esempio i casi del gas naturale, ed anche del petrolio) riuscirà a instillare finalmente un sufficiente contagio globale.
Dunque uno dei focus principali sarà capire a che punto la volatilità dei mercati guidati dalla speculazione inizierà a evolvere in una riduzione della liquidità: la sfida intellettuale sarà distinguere tra l'elevata volatilità delle dinamiche di trading e una vera riduzione di liquidità. Ad esempio, credo che questa prima mossa sui mercati delle materie prime sia volatilità allo stato puro, e non l'inizio di una significativa contrazione, per il motivo molto semplice che i dati non la supportano e le autorità non sono minimamente orientate in tal senso, ed anzi tendono - quando vedono movimenti di questo tipo - a sbagliare dal lato dell'espansione (monetaria) non della restrizione. Il recupero del dollaro poi non fa altro che aumentare la liquidità internazionale.
Certo, un calo dei tassi - su cui il mercato ancora scommette - sarebbe un atto criminale in questa situazione. Gli eccessi della sfera finanziaria sono il più grande rischio sistemico esistente ed incoraggiarli sarebbe per l'appunto criminale. Ma, altrettanto certamente, si può escludere che i tassi vengano rialzati (a parte qualche caso locale come Europa e Giappone, ma in misura minima in termini reali) e la liquidità ridotta, perchè significherebbe sposare una linea antiflazionistica che è esattamente l'opposto di quanto perseguito da chi comanda, come spiegato tante volte in passato.
Solo i cinesi potrebbero farlo, ma -come è stato chiaro a dicembre dopo il fallito accordo sul dollaro (per cui niente filo giallo)- probabilmente aspettano le olimpiadi del 2008 e per ora non hanno intenzione di muoversi.
MATERIE PRIME : discesa libera
Rame -8% Petrolio -8% Argento -5,8% Oro -5% . In queste percentuali si riassume il quadro dei primi tre giorni del 2007, che parte male senza soluzione di continuità, per le materie prime. In realtà non sono percentuali eccessive se si considera la volatilità tipica di questi mercati. Ma sono sufficienti a far capire perchè è meglio non avventurarcisi senza stop loss ferree; proprio per questi mercati la cosa migliore sarebbero le opzioni, perchè poi ci possono essere recuperi altrettanto repentini.
Tecnicamente adesso la situazione diviene chiaramente negativa.
Il petrolio è caduto fino a un minimo di 55 e chiude a 56,5 (scadenza febbraio) mentre il gas naturale ha difeso quota 6 e conclude a 6,35 sulla scad.marzo(-2%). Per il crudo, un segnale di ripresa convincente si avrà solo sopra 63,5; nel frattempo se l'area 50 cede si può spingere fino a sotto 40. Per il rame la discesa può spingersi fino a quota 200 e 300 diviene la resistenza chiave, mentre l'Oro può scendere fino a 500 senza intaccare lo scenario rialzista.
Si conclude con :
l'oro a 606(febbraio) il rame a 253 (marzo) l'argento a 12,2(marzo);
il platino a 1112(aprile) il palladio a 335(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 292(-5%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: consecutio temporum
Lo scrollone sulle materie prime ha favorito un recupero del dollaro e dello yen contro tutti: l'indice generale del dollaro recupera così l'1,2% pur perdendo lievemente con yen a 118,6(che ha guadagnato per la chiusura dei carry trade e per le attese di metà mese circa un possibile rialzo dei tassi nipponici, fino a 154 con euro); il dollaro nel finale è stato anche favorito dal miglior dato sull'occupazione USA.
Eurodollaro scad. marzo aveva esordito il 2 gennaio con un rialzo fino a 1,334, ma dal giorno dopo ha iniziato una discesa pressocchè continua che lo ha portato fino a 1,31 prima dei dati di venerdì,per poi chiudere a 1,305. Adesso vi sarà il tentativo di testare la parte bassa del range, costituita dalla precedente resistenza in area 1,29 divenuta ora un supporto chiave e che dovrebbe tenere, per poi rilanciarlo verso l'alto. Questo range (1,34 -1,29) probabilmente durerà alcuni mesi, prima del passaggio al prossimo range (1,38-1,33).
L'indice generale del dollaro a 84,4(marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: differenziale in calo
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 scende di 8 cts. al 4,87% , il 2 anni di 5 cts. al 4,76% il quinquennale di 4 al 4,65% il decennale di 5 cts. al 4,65%
il trentennale di 6 al 4,75%.L'anno comincia quindi con la curva sempre invertita di circa 10 cts. tra 2 e 10 anni.
In Europa invece il Bund decennale sale di 4 cts. al 3,98% accorciando il differenziale nominale rispetto all'omologo americano a 67 cts.; ed in Giappone il decennale sale di 3 cts. al 1,71%; il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di 2 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: si parte debolucci
Le variazioni % per la prima settimana 2007 a Wally:
il Dow a 12398(-0,5%) lo sp500 a 1410(-0,6%) il nasdaq a 2434(+0,9%), il nasdaq100 a 17754(+1,5%), il Russell2000 -1,5%, e tra i settoriali, trasporti +0,6% utilities -1,8% semiconduttori +0,3% biotech +0,5% broker/dealer +0,4% Banche -0,7%.
Tokyo scende a 17091 (-1%) di nikkey, in Europa dax tedesco fermo a 6593(-0,1%) il footsie inglese fermo a 6220(-0%), il cac francese scende a 5517(-0,4%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 41597(+0,4%) ed il Mibtel a 31936(+0,1%).
Inizia male la Cina -1,3% ferma l' India e cali un pò ovunque (Brasile - 5%).
L'sp500 scad. marzo dopo aver ritoccato i massimi in apertura a 1437 ha avuto un trend calante concludendo a 1416 divenuto nel frattempo un supporto di breve importante. Per contro, la miglior performance dei tecnologici fa presumere che possa esserci ancora una gamba al rialzo prima che cominci un trend al ribasso, che resta l'attesa principale.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: al ribasso
Posizione asset: triplo put spread scad. gennaio sullo sp500
PREVISIONI: vediamo se prosegue
In una settimana che comincia con i giapponesi in festa, la curiosità principale riguarda la eventuale prosecuzione della prima tendenza dell'anno, relativa al comparto materie prime-valute. Sul fronte dei dati non c'è molto dagli USA: a parte il deficit commerciale di mercoledì, occorre aspettare fino a venerdì per vendite al dettaglio di dicembre ed i prezzi import-export. In scena l'Europa con parecchi dati tedeschi tra cui le vendite al dettaglio e gli ordini alle fabbriche (lunedì), la produzione industriale (martedì) e soprattutto la decisione sui tassi di Banca d'inghilterra e BCE. Le attese sono per tassi fermi, ma c'è da sentire se Trichet conferma l'idea che è in arrivo un altro rialzino.
Per la Borsa occorre vedere se la partenza stentata del 2007 è dovuta alle prese di profitto fiscali , o se è l'inizio della correzione attesa. Dal punto di vista degli stimoli esterni, inizia la stagione delle comunicazioni societarie a Wally.