6/09/2007

Economia: particulare versus generale

ECONOMIA: particulare versus generale
Mercoledì 6, a proposito del tonfo della borsa e dell'impennata dei rendimenti, scrivevo che il movimento in essere non sarebbe durato per molto. Ed infatti già venerdì, tutto è rientrato. Gli indici dopo una modesta correzione del 3% hanno recuperato la metà delle perdite in poche ore; i rendimenti idem. Fare questa giusta previsione in tempo reale è stato facile sapendo dove guardare. Nulla è cambiato nella politica monetaria globale: Cina e Giappone continuano imperterrite a pompare liquidità, la Fed non si sogna neanche lontanamente di alzare i tassi, la BCE prosegue i suoi rialzini di facciata a passo di lumaca (ed è parodossale, segno palese della confusione dei tempi, che siano le sinistre-sindacati-etc. a criticare la BCE per il rialzo dei tassi: non capiscono che la truffa ai danni del popolo consiste proprio nel tenere i tassi d'interesse reali troppo bassi avvantaggiando i grandi debitori; ma tant'è...).
In queste condizioni, come dipinto nella Nota di sette giorni fa, lo scenario probabile resta sempre quello lì descritto. All'interno del quale c'è ovviamente spazio per fasi di volatilità acuta ed esagerata, proprio perchè l'iperfinanziarizzato sistema globale si regge su una serie di meccaniche, vulnerabili in fasi di paura innescabili da vari fattori occasionali.
Ad esempio, questa settimana l'impennata del petrolio dovuta al ciclone direttosi sullo stretto di Hormuz avvenuta mentre uscivano dati sulla produttività in calo e il costo del lavoro in rialzo allorchè Bernanke ripeteva il solito mantra di facciata (la crescita riprenderà, più rischi per l'infazione), ha generato paure di rialzo dei tassi USA facendo superare al bond decennale la soglia del 5% di rendimento. A quel punto sono scattate altre vendite di bond, automatiche e computerizzate, che i giganti del credito ipotecario usano per coprirsi dal rischio di tasso (chi ha crediti a tasso fisso, per proteggersi dal rialzo dei tassi , ovviamente vende titoli di stato a tasso fisso), e dati gli importi enormi in questione ed i soliti meccanismi tecnici (stop loss, speculazione che cavalca il momentum, etc.) in poche ore si è registrato un salto di oltre 10 cts. che è poi arrivato fino a un picco max. a quota 5,20 toccato nella mattina europea di venerdì, ed esclusivamente dovuto alle forzature speculative, catalizzate anche dal rialzo inaspettato dei tassi neozelandesi all'8%, che hanno avuto il contraltare non solo sugli indici di borsa arrivati a perdere il 3% da inizio settimana, ma anche sulle commodities e soprattutto sul dollaro che si è involato contro tutti.
Gioco facile quindi per il PPT(protection plunge team) di Paulson intervenire a sostegno delle quotazioni con l'apertura di Wally approfittando del venir meno dei timori sui danni del ciclone nel golfo persico(petrolio giù) e far scattare il movimento contrario durante il pomeriggio, accelerato nel finale: classico segno di trionfo. Così gli indici recuperavano l'1,5% i rendimenti tornavano al 5,1 il dollaro riscendeva anche se di poco, restando fuori dal rimbalzo solo le commdities (lo faranno la settimana prossima).
Tra l'altro, nella logica malata imperante secondo la quale il rischio inflazione ci può essere solo se c'è la crescita (il che non è affatto vero, soprattutto in quest'epoca di iperfinanziarizzazione), quando avvengono queste cadute impulsive per paura di un aumento dell'inflazione, esiste un paracadute automatico: il combinato disposto rialzo dei rendimenti-ribasso della borsa, rappresenta di per sè infatti un depressore della crescita, e dunque si sconta subito che poi ne seguirà un calo dell'inflazione. A maggior ragione nell'economia americana dove il disastrato settore immobiliare non può che peggiorare se il costo dei mutui sale. Insomma con questa logica, per definizione, le crisi si riassorbono subito. Se poi si considera che chi comanda può facilmente scegliere il momento in cui far invertire la tendenza facendo scendere in campo i suoi bracci armati(le varie Goldman, Morgan etc.), costringendo la speculazione ribassista alle ricoperture, e si considera che i rubinetti della liquidità globale restano aperti al massimo grazie a cinesi e giapponesi, si capisce facilmente come non vi sia partita. Solo eventi esterni molto forti, come una vera e propria crisi geopolitica, possono innescare qualcosa di più serio e duraturo.
Naturalmente, come illustrai a suo tempo in un apposito Speciale, chi comanda - per amplificare i suoi guadagni - necessita di fasi "correttive", di tanto in tanto. Essendo i mercati in bolla, scandalosamente sopravvalutati, è possibile che ci sia un estata molto calda, con altri episodi del genere, ma (finchè non cambiano le sopramenzionate politiche monetarie) saranno sempre riassorbiti(anche se ci scappa il fallimento di qualche grossa entità finanziaria).
Chiarito dunque l'episodio della settimana, preferisco insistere invece sulla natura profondamente cancerogena del sistema in essere.
Avendo tradito la regola della libera concorrenza, tanto semplice quanto essenziale, ed avendo distrutto il funzionamento della legge della domanda e dell'offerta nel settore cruciale della moneta, ridotta a mero atto fiduciario e divenuta monopolio degli Stati che guidano dirigisticamente i tassi d'interesse, si è distrutto il principio base della Teoria dell'equilibrio economico generale , che permetteva all'interesse particolare di trasformarsi in interesse generale.
Ormai non ci sono più speranze, le evidenze crescono di giorno in giorno. Si va dal boom delle fusioni ed acquisizioni (che aumenta il grado monopolistico, in costante crescita in sempre maggiori settori), al disprezzo per i danni irreparabili che il mito della crescita continua arreca allo stesso ambiente fisico in cui l'umanità vive. Con un esempio di attualità, basta vedere il ridicolo esito del G8 in materia di misure ecologiche. Emerge proprio con chiarezza come gli interessi particolari sottomettano senza pietà l'interesse generale.
Laddove oggi sarebbe possibile , tecnologicamente, collegarli in video conferenza senza alcun costo, si spendono invece centinaia di milioni di dollari, e si produce un inquinamento pesante addizionale, per una buffonata mediatica in cui si incontrano dei burattini sapendo già che non potranno concludere nulla di serio, se non dare qualche contentino di facciata con prospettive temporali al 2050 (sigh!), facendo cadere qualche briciola dalla tavola da dare in pasto ai cagnolini scodinzolanti di turno (africani) e mettersi la coscienza a posto.
Penoso.

6/07/2007

Flash: scatta la giostra

Al sorpasso di quota 5% sul decennale USA sono scattate le vendite collegate alla copertura delle montagne di operazioni costruite sui mutui, e il rendimento è schizzato al 5,1%. Questo, finalmente è stato notato anche in Borsa, con lo sp500 in caduta a 1500, che a sua volta ha innescato la parziale chiusura dei carry trade soprattutto quelli in euroyen, con il cambio precipitato velocemente da oltre 164 a poco più di 162; infine la caduta dell'euroyen ha trascinato anche l'eurodollaro che ha perso 100tiks rispetto ad ieri, arrivando a 1,3430.
Poichè la causa del movimento è quella meccanica sopramenzionata, a sua volta originata dal fatto che iniziano a fare capolino anche timori di un rialzo dei tassi (favoriti dall'impennata del petrolio), non credo che si proseguirà per molto, anche se - essendo un mercato altamente drogato come più volte scritto - non si possono escludere eccessi innescati dalle stoploss a catena.

6/03/2007

La Nota sui mercati (3.6)

MATERIE PRIME: hanno smesso di vendere oro
Le banche centrali hanno comunicato di aver venduto negli ultimi mesi ingenti quantitativi di oro, e per quest'anno pare abbiano finito. Immediata la reazione positiva del metallo giallo che ha trascinato tutto il comparto. Il Petrolio resta poco mosso, oscillando tra i dati sulle scorte settimanali e notizie specifiche: la scadenza luglio chiude a 65,1 pressocchè invariata rispetto a sette giorni prima, un livello in essere ormai da 3 mesi. Fermo anche il gas naturale a 7,88 sulla scadenza luglio.Si conclude con: oro a 677(agosto) argento a 13,7 (luglio) rame a 340(luglio) platino a 1295(luglio) palladio a 377(settembre).L'indice CRB a 315 (giugno).
Posizione a oltre 6 mesi: al rialzo
Posizione a 3-6 mesi: laterale
Posizione asset: oro fisico

CAMBI: dollaro fermo
Il dollaro, come indice generale, conclude la settimana allo stesso livello di sette giorni prima a 82,29 nonostante vi siano stati numerosi dati macro. Questi ultimi infatti non hanno fornito sorprese e si sono elisi tra loro: negli USA ad esempio, al PIl un pò più debole del previsto hanno fatto da contraltare dati sull'occupazione un pò più forti.
Il profilo seguito da eurodollaro questa settimana è in linea con lo scenario al ribasso dell'ultima Nota settimanale. Dopo un iniziale allungo a 1,353 subito abortito, è seguito il test di nuovi minimi, concluso venerdì a 1,34, dai quali è rimbalzato nel finale concludendo così come aveva iniziato a 1,346. La pressione al ribasso sembra in fase di esaurimento, anche se quella al rialzo esiste per ora solo come ricopertura dalle precedenti vendite. La prossima settimana ci sono pochi dati,e non importanti, ma in compenso non mancano gli eventi (BCE, Bernanke). Venerdì scadranno le opzioni giugno, ed il range più probabile è l'1,34-1,35.
In alternativa, è possibile ipotizzare due scenari settimanali (ma resto neutrale tra loro perchè molto dipenderà dalla conferenza di Trichet: se verrà interpretata come foriera di ulteriori rialzi oltre il 4% che verrà sancito mercoledì, più probabile il rialzo e viceversa).
Scenario al ribasso: sfondamento di 1,34 e nuovi minimi ipotizzabili fino a 1,336 da dove dovrebbe riportarsi a 1,34 per poi riscendere verso 1,33.
Scenario al rialzo: puntata fino a 1,355, da dove dovrebbe riportarsi a 1,35 per poi risalire verso 1,36.
L'indice generale del dollaro a 82,29(giugno)
Posizione a oltre 6 mesi: dollaro al ribasso generale
Posizione a 3-6 mesi: dollaro laterale
Posizione asset: comprato put spread+ call + straddle(scad. 8 giugno ), venduto straddle scad. settembre

OBBLIGAZIONI: rendimenti ancora sù
Le corporations americane hanno piazzato a maggio nuove emissioni obbligazionarie per la cifra record di 140 miliardi, e nei 12 mesi passati il ritmo di incremento è stato del 16%; è interessante notare che il 65% di queste emissioni riguardano entità puramente finanziarie.
Il rialzo dei rendimenti continua, omogeneo lungo tutta la curva delle scadenze, con il decennale USA che tocca il 4,95% massimo da nove mesi. Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 11 cts. a 5,33% , il biennale sale di 11 cts. al 4,97% il quinquennale sale di 13 cts. al 4,92%, il decennale di 9 al 4,95% ed il trentennale di 6 cts. al 5,06%.In Europa il bund decennale sale di 7 cts. al 4,45% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata sale a 50 cts. Anche in Giappone il decennale sale di 4 cts. all'1,76%, così come nei mercati obbligazionari emergenti , con rialzi dei rendimenti nell'ordine dei 10 cts.
Il premio per il rischio sui titoli ad alto rischio è sceso a un minimo record: mediamente 242 cts. in più rispetto ai titoli del tesoro, contro un valore medio degli ultimi 5 anni di 500 cts. (nel 2002 era arrivato a 1240 cts.). Altro record: la quota di titoli di stato USA tra 3 e 10 anni detenuta dall'estero è salita all'80%(il che significa anche che l'80% degli interessi pagati con le entrate fiscali americane se ne va all'estero). I sei principali paesi del golfo arabico hanno nel loro insieme accumulato più riserve estere della Cina: 1,6 trilioni di dollari.
Posizione oltre i 6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione a 3-6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: si gonfiano
La settimana si conclude con : Dow a 13668 (+1,2%) Sp500 a 1536 (+1,3%) nasdaq a 2613(+2%) nasdaq100 a 1957(+2%) russell 2000 +2,8% trasporti +3,4% utilities +1,4% semiconduttori +1,9% broker-dealer +5,3% Banche +0,5%. I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato sempre oltre quota 2000. Il rapporto tra put e call scende da 0,93 a 0,73. L'indice della volatilità (VIX) fermo a 12,78 .Il Nikkey sale a 17960(+2,7%) , sempre in piena espansione la bolla sul dax a 7987(+2,8%), salgono tutti gli altri indici: il cac a 6168(+1,9%), il footsie a 6676(+1,9%)resta ferma solo l'italietta senza la benchè minima speranza: spmib a 43010(-0%) e mibtel a 33705(+0,3%).
Momento di pausa per la SUPERBolla in Cina -4,3% ; Brasile +3,5% India +1,6% e Russia+1,9%
Posizione oltre i 6 mesi: ribasso generale
Posizione 3-6 mesi: rialzo generale
posizione asset: comprato put spread sp500, scad. 15 giugno

PREVISIONI: parla la BCE
Lunedì, prezzi alla produzione europei e ordini alle fabbriche americani, entrambi per aprile.
Martedì giornata piena: indici dei servizi a maggio e vendite al dettaglio ad aprile, in Europa;
conferenza internazionale in cui parleranno Bernanke, Trichet e Fukui e dagli USA l'ISM dei servizi a maggio e un discorso di Paulson sulle relazioni sino-americane.
Mercoledì, dopo gli ordini alle fabbriche tedesche la decisione della BCE sui tassi d'interesse (previsti salire al 4%) e la conferenza stampa di Trichet, mentre dagli USA usciranno i definitivi per costo del lavoro e produttività nel primo trimestre e parleranno un paio di membri della Fed.
Giovedì, in Europa molti in festività mentre gli inglesi terranno fermi i tassi d'interesse, nel pomeriggio sussidi USA e vendite all 'ingrosso.
Venerdì si chiude con il deficit commerciale USA di aprile, atteso restare sui livelli elevati del mese precedente.
Come si vede non ci sono dati particolarmente strategici, anche se possono sempre servire come scusa per qualche movimento intraday. La questione fondamentale per il cambio eurodollaro resta l'eventuale indicazione da parte della BCE di ulteriori rialzi durante il 2007.

6/02/2007

Economia: lo scenario probabile

ECONOMIA: lo scenario probabile
Il dibattito macroeonomico sugli USA ruota attorno a due scuole di pensiero.
La prima, sostenuta dalla Fed e maggioritaria sui mercati, è convinta che la frenata del PIL nel primo trimestre sia dovuta al ciclo delle scorte ed all'impatto una tantum della crisi immobiliare, destinata quindi a rientrare subito con la crescita di nuovo sopra al 2% per il resto dell'anno.
La seconda, portata avanti da molti accademici, ritiene invece che il peggio della crisi immobiliare debba ancora venire, e soprattutto che devono ancora farsi sentire gli effetti sui consumi.
Personalmente , come scritto tante volte, ritengo che entrambe le scuole non colgano l'aspetto epocale in essere: la crescita dipende sempre più dalla super finanziarizzazione dell'economia; quest'ultima può dunque riuscire a contenere la crisi immobiliare come ritiene la prima scuola di pensiero, ma al costo enorme a lungo termine di sempre maggiori eccessi creditizi e squilibri globali. E se è vero che l'indebitamento delle famiglie, delle imprese e del governo è ormai a livelli troppo elevati per continuare ad espandersi sostenendo la crescita, è anche vero che va considerata l'incredibile espansione del settore finanziario (banche e non banche), i cui mega redditi contribuiscono alla tenuta del reddito nazionale e soprattutto dei consumi. Non a caso siamo in presenza di un boom storico per fusioni ed acquisizioni, riacquisti di azioni proprie, dividendi speciali, etc, cui corrisponde un boom storico nell'emissione di nuovi debiti del settore finanziario che grazie all'effetto leva sempre più aggressivo sostiene la liquidità dei mercati anche durante i momenti difficili (come quello attuale sui mutui ipotecari).
Per essere più chiaro: quando si effettua una acquisizione con l'emissione di nuovo debito si aggiunge nuova liquidità al sistema che in parte va a finire ai venditori i quali poi la usano per acquistare altri strumenti finanziari; in parte va a finire agli stessi acquirenti tramite le ormai popolari effettuazioni di dividendi speciali; ed in parte ancora va a far aumentare i redditi della miriade di intermediari finanziari coinvolti nel processo. Non è un caso che ad ogni notizia di nuova acquisizione le borse salgano, provocando automaticamente una crescita dei valori collaterali a garanzia per nuovi indebitamenti, in un processo autoalimentantesi ed apparentemente senza fine.
Sono questi i veri problemi, non il dibattito recessione sì- recessione no, che tra l'altro ignora anche il rischio inflazione totale , giunta ormai nella contabilità ufficiale al 4% come deflatore del PIL.
Dal punto di vista congiunturale direi che tutto è molto chiaro al momento, come raramente in passato.
La Cina ed il Giappone non cambiano politica monetaria, con le due conseguenze principali che restano intatte :
1)la liquidità globale continua a crescere;
2) l'inflazione parziale (dei beni manufatti importati dalla Cina) resta contenuta, consentendo alle banche centrali di mantenere fermi i tassi d'interesse reali (con qualche aumento di facciata, qui e là, ma senza restrizioni monetarie effettive).
In queso contesto, l'economia mondiale continuerà a finanziarizzarsi sempre più, sopperendo alle crisi settoriali o locali con la crescente megabolla creditizia globale (e le mille bolle blu che ne derivano).
Naturalmente continueranno a crescere lentamente ma inesorabilmente l'inflazione totale e lo squilibrio commerciale globale, il che assicura un redde rationem finale drammatico, ma è ormai chiaro che difficilmente lo si vedrà nell'anno 2007.
Quest'ultimo era iniziato, nella percezione dei mercati, con l'idea che la crisi immobiliare americana avrebbe portato la FED ad abbassare i tassi; così, i rendimenti obbligazionari erano scesi al 4,5% sul decennale invertendo la curva; il dollaro aveva perso oltre il 4% come indice generale; le materie prime e le borse erano salite, con l'oro fino a 700 dollari, riassorbendo velocemente l'incidente di percorso del 27 febbraio innescato dalla paura che gli asiatici (Cina, Giappone)cambiassero politica: paura rivelatasi infondata.
Dai primi di maggio ci si è convinti che la FED terrà i tassi fermi per tutto l'anno; così i rendimenti obbligazionari si sono riaggiustati ed il decennale è risalito nei pressi del 5%, appiattendo la curva; il dollaro ha recuperato un terzo della precedente caduta; le materie prime hanno un pò stornato, con l'oro fino a 650; e le borse hanno proseguito la loro marcia lo stesso, perchè essendo in bolla ogni scusa è buona per salire (prima perchè pensavano al calo dei tassi, ora perchè pensano all'economia che va bene, etc.).
Questi aggiustamenti iniziati un mese fa, potrebbero proseguire un pò, il decennale magari salire sopra al 5%, il dollaro recuperare ancora qualcosina, e via dicendo, ma sostanzialmente non ci sono motivi perchè si vada oltre, fermo restando come sopra menzionato l'immobilismo de facto delle banche centrali mondiali, soprattutto quello delle asiatiche.
Per il prossimo futuro quindi la previsione è semplice:
si resterà con i rendimenti in lieve tendenza rialzista a cavallo del 5%, con il dollaro in fascia laterale tra 81 ed 84 come indice generale, mentre materie prime e borse, pur con alti e bassi, proseguiranno il loro inflazionamento.
Le eventuali oscillazioni, nonchè la loro ampiezza, dipenderanno dalle solite due variabili "stupide" cui guardano i mercati:
1) l'inflazione parziale, al netto di petrolio ed alimentari: dovesse sorprendere al rialzo, allora i mercati percepiranno il rischio di un rialzo dei tassi(in questo caso il rialzo dei rendimenti e del dollaro potrebbe andare oltre i limiti sopra menzionati, mentre borse e materie prime subiranno una correzione).
2) la crescita economica: dovesse sorprendere al ribasso, allora torneranno di attualità le aspettative di un calo dei tassi e le varie quotazioni potrebbero tornare ai livelli di fine aprile.
Penso però che nè l'una nè l'altra variabile, per i prossimi mesi, presenterà sorprese significative, dunque mi aspetto la lateralità sopramenzionata, pur con le inevitabili oscillazioni (senza le quali del resto, i mercati chiuderebbero bottega).
Ovvio, eventuali e sempre possibili sorprese geopolitiche, soprattutto nella misura in cui impatteranno il petrolio, potranno provocare nuovi scenari e comunque fasi di volatilità più acuta, ma al momento non serve ragionarci sù.

5/30/2007

Flash: botte piena, moglie ubriaca


I cinesi hanno alzato l'imposta sui fissati bollati azionari dall'1 al 3 per mille. Risultato: qualche vendita sulle borse rapidamente assorbita, un rinforzo momentaneo dello yen altrettanto rapidamente abortito. I cinesini non capiscono che è impossibile avere la botte piena e la moglie ubriaca, cioè è impossibile tenere il cambio fisso(pompando liquidità) e la borsa a freno. I mercati appena vedono scattare il riflesso condizionato borsa giù-yen sù ci si lanciano sopra senza ritegno considerandola occasione di acquisto(e di vendita per lo yen).
In questo contesto l'eurodollaro ha per ora vissuto non di luce propria, ma solo come vaso di scarico dei movimenti sullo yen. Adesso comunque arrivano i tre giorni del condor, in cui un pò di luce propria dovrebbe arrivare.
Oggi , prima dalla stima privata sulle nuove buste paga, poi in serata dai verbali della Fed.
Difficile però che si esca dal range in essere, al max. potrebbe allargarsi un pò al ribasso magari fino a 1,34 (se entrambi gli elementi citati fossero interpretati come positivi per il dollaro) da cui in vista di domani e dopodomani dovrebbe ritornare a gravitare in area 1,345.

5/27/2007

La Nota sui mercati (27.5)

La settimana dal 21 al 25 maggio 2007
ECONOMIA: il gioco delle bolle
Si chiarisce la situazione dell'immobiliare americano, dove la bolla sta inziando a scoppiare, almeno per le case nuove: i costruttori per potersi liberare delle nuove costruzioni hanno dovuto far crollare i prezzi dell' 11%; ciò ha consentito un aumento del volume di vendite (anche se il +16% registrato sarà sicuramente rivisto al ribasso, ed è tutto concentrato in un area del paese). Ma quello che conta è la caduta dei prezzi. Infatti i proprietari di case esistenti che cercano ancora di resistere tenendo i prezzi fermi, non riescono a vendere: -2,6% e l'invenduto raggiunge nuovi record. Non occorre essere geni per capire che anche loro dovranno cedere, se non altro perchè adesso i prezzi delle case nuove sono nettamente inferiori (a parità di caratteristiche) a quelli delle case esistenti. Inoltre deve ancora abbattersi su molti di loro la mannaia dell'adeguamento dei tassi d'interesse variabili.
Resta da vedere che effetto ci sarà sull'economia complessiva, passando da una situazione in cui era sostenuta dal bancomat-case ad una rovesciata, in cui non solo non si riescono più ad avere soldi dalle proprie case, ma addirittura occorre spenderne su di esse sempre di più: la Fed insiste nel dire che non ci saranno gravi danni generali, e i mercati sembrano crederci. In realtà è molto probabile che i consumatori dovranno tirare la cinghia. Ma la vera incognita rimane il sistema finanziario e l'enorme castello di carte costruito sopra ai mutui ipotecari, mentre i pignoramenti galoppano.
Proprio per compensare lo scoppio della bolla immobiliare americana, la trimurti sino-nippo-americana sta pompando alla disperata le altre bolle, in particolare quella azionaria. Si ritiene che l'effetto ricchezza riveniente dall'aumento della Borsa possa contrastare o quanto meno attutire l'effetto povertà riveniente dalla caduta dei prezzi delle case. Inoltre, poichè la bolla azionaria è globale, si ritiene che la recessione USA venga più che compensata dalla crescita nel resto del mondo. Per convincere i più riottosi, si mettono in giro anche teorie per cui le azioni oggi sarebbero "sottovalutate" ed hanno ampi spazi di crescita. La bolla non ci sarebbe perchè non c'è divergenza tra prezzi e fondamentali.
In realtà, anni di eccessi hanno fortemente inflazionato anche i cosiddetti fondamentali (profitti, cash-flows). E le bolle azionarie continuano ad espandersi, non perchè sia razionale ed economicamente sensato, bensì perchè continua lo squilibrio base nei conti con l'estero del paese che emette la moneta internazionale, in un sistema monetario a cambi sostanzialmente fissi dei principali paesi creditori, e che dunque genera una costante e crescente espansione della liquidità e del credito globale, che da qualche parte deve pur finire. Il gioco delle bolle, capaci di crescere tutte insieme appassionatamente in questo contesto, prevede che se e quando qualcuna scoppia, venga sostituita dall' accelerazione di un altra.
In questa fase, la bolla immobiliare USA si sta sgonfiando, e quelle su comodities ed obbligazioni hanno smesso di espandesi, ergo si soffia al massimo su quella azionaria, facendo aumentare a dismisura l'ineguaglianza tra i redditi .

MATERIE PRIME: inflazione alimentare
Il costo della bollificazione lo paga il popolo, il cui poter d'acquisto scende.I prezzi delle materie prime agricole e degli alimentari al dettaglio si avviano all'incremento record su base annuale da 30 anni a questa parte. I prezzi delle commodities agricole sono volatili in genere per effetto delle variazioni climatiche, dei raccolti, etc., ma ciò che colpisce in questa attuale fase di inflazione alimentare è che stanno salendo tutti simultaneamente, alla grande.
Si tratta di un evento importante, come spiegato in precedenti Note, perchè se verranno colpiti allo stomaco in centinaia di milioni nei paesi emergenti , i loro governi potrebbero essere obbligati a cambiare la poltica inflazionistica del cambio fisso (a cominciare dalla Cina), e lo scenario dei mercati finanziari cambierebbe radicalmente.
Per il resto fase laterale.I metalli poco mossi, concludono pressocchè invariati(tranne il platino che torna indietro dopo la recente corsa dovuta all'introduzione degli ETF). Il Petrolio dopo il rialzo della scorsa settimana, ha ritracciato fino a 64 e la scadenza luglio chiude a 65,2. Respinto dalla resistenza anche il gas naturale a 7,8 sulla scadenza luglio.
Si conclude con: oro a 662(agosto) argento a 13 (luglio) rame a 332(luglio) platino a 1277(luglio) palladio a 373(settembre).L'indice CRB a 313 (giugno).
Posizione a oltre 6 mesi: al rialzo
Posizione a 3-6 mesi: laterale
Posizione asset: oro fisico
CAMBI: dollaro ancora sostenuto
Il dollaro, come indice generale, conclude la settimana in lieve rialzo a 82,27 ottenuto a scapito un pò di tutte le altre valute, con lo yen sempre debole, incapace di mantenere i guadagni occasionali, le valute commodities in ritirata, e l'euro che non ha espresso forza propria. Il profilo seguito da eurodollaro questa settimana è in linea con lo scenario al ribasso dell'ultima Nota settimanale. Rottura fin da lunedì del supporto a 1,348, caduta mercoledì a 1,343 poi rimbalzo veloce a 1,352 e nuova veloce caduta giovedì a 1,3425 testato due volte e senza più manifestare forza nei rimbalzi, con tendenza a gravitare in area 1,345 dove conclude. Nel complesso si evince ancora predominanza di pressione al ribasso. Ciò nonostante penso che si stia formando una base cui dovrebbe seguire una fase rialzista di 100-150 tiks dai minimi. Più precisamente, se 1,3425 si confermerà il pavimento del range settimanale, vi saranno buone probabilità di una gamba rialzista che deve però dimostrare di superare il tetto a 1,3525 per avere maggiori ambizioni. La prossima settimana vi sono molti spunti per un aumento della volatilità, con il max. venerdì in occasione delle due ore di fuoco sui dati USA. Lì a sette giorni dalla scadenza delle opzioni giugno, si capirà in quale range avverrà la scadenza: per ora il più probabile è l'1,345-1,355. Sempre per la prossima ottava si possono quindi ipotizzare due scenari, tra cui favorisco quello al rialzo come sopra menzionato.Scenario al ribasso: sfondamento di 1,3425 e nuovi minimi ipotizzabili fino a 1,338 da dove dovrebbe svilupparsi una reazione ma che difficilmente potrà riportarlo oltre a 1,35 anche con dati 1 giugno deboli per il dollaro.Scenario al rialzo: tenuta di 1,3425 e puntata fino area 1,355, superabile se il pacchetto del 1 giugno risultasse chiaramente debole.
L'indice generale del dollaro a 82,1(giugno)
Posizione a oltre 6 mesi: dollaro al ribasso generale
Posizione a 3-6 mesi: dollaro laterale
Posizione asset: comprato put spread+ call (scad. 8 giugno ), venduto straddle settembre
OBBLIGAZIONI: arrivano gli SWF
Il rialzo dei rendimenti continua, omogeneo lungo tutta la curva delle scadenze, con il decennale USA che tocca il 4,9% massimo dell'anno, prima di stornare dopo la contrazione delle vendite di case esistenti americane, venerdì. Il movimento resta basato sulla bolla azionaria globale che attrae capitali a scapito dell'obbligazionario: questa settimana ad esempio si è saputo che la Cina ha investito 3 mld. di dollari delle sue riserve nel fondo di private equity Blackstone (prima erano investiti in titoli del tesoro USA). E' appena l'inizio visto che la Cina ha annunciato di voler destinare fino a 300 mld. in investimenti alternativi, cifra che equivale alla somma che possono manovrare con tutta la leva disponiile i primi 4 fondi di private equity al mondo. Anche altri paesi (emergenti, petroliferi,etc.) hanno intenzione di seguire questa strada con la creazione dei cosiddetti SWF (Fondi di ricchezza sovrana): in altre parole, le banche centrali diventano fondi di investimento(si stima che gli SWF arriveranno a 2,5 trilioni di dollari)! Contro tutti i principi prudenziali tipici di queste entità, si avrà un altra enorme spinta alla megabolla globale, ma i rendimenti dei titoli si stato perderanno una parte del classico sostegno, e dunque muoveranno al rialzo.
Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 2 cts. a 5,22% , il biennale sale di 4 cts. al 4,86% il quinquennale sale di 6 cts. al 4,79%, il decennale di 6 al 4,86% ed il trentennale di 4 cts. al 5%.In Europa il bund decennale sale di 7 cts. al 4,38% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata scende a 48 cts. Anche il Giappone si adegua: il decennale sale di 8 cts. all'1,72%, così come i mercati obbligazionari emergenti , con rialzi dei rendimenti nell'ordine dei 10 cts.
Posizione oltre i 6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione a 3-6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla
BORSE: ci prova Greenspan
Come previsto dopo il via libero della Trimurti, la settimana era iniziata bene. Poi però è arrivata la dichiarazione del più grande creatore di bolle della Storia, Alan Greenspan, il quale ora che non ha più incarichi ufficiali dice agli altri (ai cinesi) che la bolla azionaria è destinata a scoppiare in modo drammatico. Grazie, Alan, della scoperta; peccato però che quando questo signore parlò di esuberanza irrazionale al nasdaq correva l'anno 1996 e ci sarebbero voluti ben 5 anni prima di arrivare allo scoppio , avvenuto proprio dopo che nel marzo del 2000, in un altro discorso famoso, Greenspan si disse invece convinto che si trattava di un "nuovo paradigma".
Fatto sta che Shangai ha continuato imperterrita a correre questa settimana, mentre Wally ha un pò tentennato, ed i segnali di deterioramento non mancano, come si può notare dagli indicatori appresso citati.
La settimana si conclude con : Dow a 13506 (-0,4%) Sp500 a 1515 (-0,5%) nasdaq a 2557(-0%) nasdaq100 a 1893(-0,4%) russell 2000 +0,8% trasporti -1,3% utilities -4,4% semiconduttori -2,3% broker-dealer -0,3% Banche -0,8%. I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di lunedì a 2100 e il minimo di venerdì a 600. Il rapporto tra put e call sale da 0,77 a 0,93. L'indice della volatilità (VIX) sale da 12,75 a 13,3.Il Nikkey sale a 17480(+0,5%) , sempre in piena espansione la bolla sul dax a 7739(+1,8%), flettono invece gli altri indici: il cac scende a 6057(-0,9%), il footsie a 6570(-1%) l'italietta senza la benchè minima speranza(incide lo stacco cedole): spmib a 43019(-4,2%) e mibtel a 33619(-4%).Prosegue spettacolare la SUPERBolla in Cina , nonostante l'avvertimento di greenspan (+3,7%) ; Brasile -0,9% India +0,2% e Russia -3,4% .
Posizione oltre i 6 mesi: ribasso generale
Posizione 3-6 mesi: rialzo generale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 15 giugno
PREVISIONI: finale incandescente
Lunedì vacanza negli USA ma anche in Inghilterra, Germania, Svizzera: non c'è niente,e non dovrebbe succedere niente. Martedì pochi dati secondari mentre il primo evento arriva mercoledì sera con la pubblicazione dei verbali della Fed, giorno in cui uscirà anche M3 in Europa. Dopodichè inizia un finale incandescente di settimana. Giovedì, dall'Europa la disoccupazione tedesca e gli indici di fiducia euro, mentre con i sussidi settimanali ai disoccupati americani, uscirà la seconda stima del PIL USA del primo trimestre che potrebbe essere rivisto dall'1,3 allo 0,8%, seguito dall'indice di Chicago a maggio. Venerdì vendite al dettaglio tedesche e indici manifatturieri europei, ma soprattutto ci sarà un record di dati americani racchiusi in un intervallo di 90 minuti. Alle 14,30 usciranno i dati sul mercato del lavoro a maggio nonchè spese e redditi delle famiglie ad aprile; mentre alle 16 arriverà l'ISM manifatturiero di maggio , le vendite di case (nuovi compromessi), e l'indice del Michigan. Inutile dire che il dato più atteso è come sempre quello sul mercato del lavoro, verso il quale negli ultimi tempi si sono formate previsioni positive (che hanno sostenuto il dollaro): una delusione potrebbe innescare un forte movimento.

5/20/2007

Economia: la Trimurti docet

ECONOMIA: La Trimurti docet
Tra giovedì e venerdì è arrivato un triplice via libera alla mega bolla globale da parte della trimurti sino-nippo-americana che ne è l'autrice.
Ha iniziato la Banca Centrale giapponese, confermando che continuerà a tenere allo 0,5% i tassi d'interesse nominali di un economia che nel frattempo cresce del 4% in termini reali negli ultimi 6 mesi: esperimento mai visto nella Storia. Continuerà pertanto a regalare finanziamenti in yen a costo zero a chiunque lo vorrà, e per premio addizionale assicurerà quindi anche guadagni sul cambio che infatti continua a scendere.
Ha proseguito il capo della Banca Centrale americana, assicurando il mondo che il bubbone scoppiato sui mutui immobiliari a bassa qualità non è un problema sistemico e non creerà difficoltà all'economia; se dunque ciò implica che non abbasserà i tassi d'interesse a dimostrazione che non ci sono problemi, fornisce però sicurezza psicologica alle Borse e al mercato finanziario globale, gettando altra benzina sul fuoco speculativo.
Ha concluso la Banca Centrale cinese partorendo una manovrina restrittiva talmente mini e talmente ridicola da non riuscire a provocare nemmeno una reazione momentanea di paura sui mercati, ma anzi scatenando un altra fiammata euforica.
Nel Flash "la Cina prende in giro" ho già descritto le misure di facciata prevedendo, pochi minuti dopo la notizia giunta a fine mattina, che non sarebbero state prese sul serio: ed infatti nel pomeriggio le Borse sono volate(manca ancora la conferma delle asiatiche che erano già chiuse, l'avremo lunedì).
In questa sede voglio però illustrare più a fondo perchè si tratta di misure di facciata, che in realtà tengono il semaforo verde per la grande bolla globale.
Innanzitutto, nonostante i recenti aumenti della aliquota di riserva obbligatoria richiesta alle banche (passata dal 7,5 di un anno fa all'11,5 attuale) il tasso interbancario overnight resta fermo all'1,57%. Perchè? perchè nel frattempo, negli ultimi 12 mesi, le nuove riserve create sono aumentate del 23% a fronte di nuova quantità di moneta creata (M2) salita del 17%.
In secondo luogo il mini aumento del tasso sui depositi bancari lo porta al 3,06% a fronte di un inflazione ufficiale al 3%. Dunque perchè i cinesini dovrebbero trovare tale tasso (nullo in termini reali) invogliante a fronte di una borsa che sale del 150% in un anno? e analogamente chi si indebita, adesso lo deve fare al 6,57% , ma può mai questo costo reale del 3,57% spaventarlo di fronte alle crescite iperboliche degli asset? per non parlare delle banche che si possono indebitare al 1,57 e prestare al 6,57: se ne possono infischiare dell'aumento di riserva.
Infine, il tasso di cambio: chiunque capisce che aumentare dello 0,2% la fascia di rivalutazione, equivale a mantenere il cambio sostanzialmente fisso, il che significa continuare ad assorbire la gran parte dei circa 20 miliardi di dollari al mese che entrano nelle casse della banca centrale, a cui corrispondono automaticamente altrettanti nuovi yaun freschi di stampa che la medesima immette nell'economia nazionale, alimentando l'inflazione sia degli asset che dei beni e servizi. Insomma la scelta è chiara: la Cina persegue nella politica infazionistica(nel nome del Popolo e sulla pelle del Popolo).
Dunque, se qualche timore poteva tenere a freno la bolla ( la possibilità che la Trimurti decidesse -almeno in qualche suo componente- di sgonfiarla) adesso è venuto del tutto meno.
La Trimurti anzi, con gli annunci degli ultimi due giorni, in buona sostanza ha invitato esplicitamente a continuare a scommettere su ulteriori rialzi di azioni e commodities, di beni mobili ed immobili, preferibilmente finanziandosi in yen. Il rubinetto della liquidità mondiale proveniente dal gigantesco disavanzo in dollari continuerà senza sosta ad alzare il livello della vasca globale. Anche il collasso del dollaro è rimandato: per il momento Cina e Giappone continueranno a sostenere il biglietto verde.
Ne consegue che l'inflazione continuerà ad aumentare implacabile, non tanto nella forma dei tradizionali indici ufficiali che sono taroccati e calmierati dall'incidenza dei manufatti tecnologici , quanto in quella degli assets già citati e - novità pericolosa - nella forma di inflazione alimentare. Il prezzo delle materie prime alimentari sarà infatti il tallone d'achille, soprattutto per i poveri e per quelli asiatici in particolare.
Nulla comunque che nell'immediato possa turbare la Bolla madre del credito globale, nè le innumerevoli bolle figlie (azioni,etc.)

Analisi euro-dollaro

CAMBI: eurodollaro sul supporto
Il dollaro, come indice generale, conclude la settimana dove aveva iniziato, poco sopra 82. Il collasso che si avrebbe nel caso di rottura di quota 80, sembra quindi scongiurato: da un lato per le scelte della Trimurti , dall'altro perchè i dati macro americani - pur restando misti e a rischio -si sono per ora mossi a suo favore: l'inflazione ufficiale al consumo ad aprile è lievemente scesa, il settore manifatturiero dà segni di rimbalzo, mentre tiene la fiducia dei consumatori (anche se la crisi dell'immobiliare è ben lontana dall'essere finita) grazie all'occupazione che nella indicazione riveniente dai sussidi settimanali sembra andare meglio del previsto.
In questo contesto eurodollaro scad. giugno ha vissuto due fasi distinte: dopo lo stand by iniziale, martedì sull'inflazione USA più debole ha superato la resistenza di area 1,358 arrivando fino a 1,363. Non avendo avuto la forza di superare questa quota (divenuta nuova resistenza),è velocemente precipitato fino a 1,352 prima e poi venerdì, subito dopo l'anuncio cinese, fino al supportone di 1,348 che ha continuato a tenere rispingendolo in chiusura a 1,353 (in pratica un venerdì gemello rispetto al precedente).L'eurodollaro per ora compie i movimenti maggiori come derivato dell'euroyen o delle commodities o delle borse, a seconda del tema del giorno; questo perchè , al di là delle eventuali oscillazioni, il quadro dei tassi d'interesse reciproci appare ben definito, e nessun singolo dato macro può modificarlo a breve. Al di là dei fattori indiretti e dei movimenti occasionali, comunque appare emergere una maggior pressione al ribasso, dovuta al fatto che il mercato da tempo aveva scommesso su un taglio dei tassi Fed ad agosto, mentre le ultime evidenze tendono a sopprimere definitivamente tale ipotesi; e per di più è emerso qualche dubbio sull'ipotesi che la BCE continui ad alzare i tassi dopo giugno. Ma finito tale aggiustamento, i dati macro deboli USA avranno più effetto di quelli forti perchè per il mercato è impensabile che la Fed alzi i tassi mentre resta sempre più propenso ad un possibile calo. Dunque forse c'è ancora spazio per un pò di ribasso dell'eurodollaro, soprattutto se la BCE si ferma sui tassi, ma non molto; d'altro canto al rialzo è possibile che il top per i prossimi mesi si sia già visto. Con riferimento a quanto scrivevo nella scorsa Nota, inizio a vedere più probabile quindi un Macro Range estivo di 1,37-1,32.
Tornando all'immediato, tecnicamente, resta da vedere se quota 1,348 si confermerà il pavimento del range settimanale con tetto magari contenuto a 1,363; oppure se cederà, proiettando il cross verso 1,34.La prossima settimana inizialmente range stretto 1,348-1,358 perchè non ci sono dati fino a giovedì(ifo tedesco, ordini beni durevoli- vendite case USA). Comunque gli altri fattori indiretti sopra citati(specialmente lo yen) potrebbero lo stesso provocarne la rottura.
Scenario al ribasso: l'appuntamento sarebbe per quota 1,34 da dove dovrebbe svilupparsi una reazione al rialzo per fine settimana in grado di riportarlo a 1,35 prima di un eventuale test di 1,33 nell'ottava successiva se(e solo se) il pacchetto-monstre di venerdì 1 giugno mostrerà dati americani inequivocabilmente forti (e poi probabile risalita la settimana sucessiva in vista della BCE e conclusione - in questo scenario- alla scadenza delle opzioni giugno, in area 1,34).
Scenario al rialzo: l'appuntamento sarebbe per quota 1,363 divenuta ormai importnte resistenza, superabile nell'ottava successiva se il citato pacchetto del 1 giugno risultasse chiaramente debole, con nuovo test dei massimi in area 1,37 (e poi probabile storno e conclusione - in questo scenario- alla scadenza delle opzioni giugno in area 1,36).L'indice generale del dollaro a 82,1(giugno)
Posizione a oltre 6 mesi: dollaro al ribasso generale
Posizione a 3-6 mesi: dollaro laterale
Posizione asset: comprato put spread+ call (scad. 8 giugno )

La Nota sui mercati (20.5)

La settimana dal 14 al 18 aprile 2005
MATERIE PRIME: i metalli anticipano
I metalli sono stati gli unici ad anticipare la mossa cinese, spaventandosi inutilmente, ed in scia al calo della scorsa settimana hanno proseguito la fase di profit-taking, salvo poi rimbalzare proprio venerdì dopo la notizia ufficiale che come visto spazza via ogni paura. Ora la promessa di inflazione futura implicita li dovrebbe rilanciare, con l'unico freno riveniente da un eventuale maggior forza del dollaro.
Il Petrolio continua a fare storia a sè: in assenza di altri fattori (climatici, geopolitici) al momento, resta a oscillare in un ampio range. Come fondamentali, spicca la contraddizione delle scorte: poichè vi sono colli di bottiglia nella raffinanzione, le scorte di benzina diminuiscono mentre quelle di crudo aumentano(perchè non si riesce a raffinarlo); al contempo vi è un boom nella domanda asiatica di crudo, mentre molte aree di produzione sono politicamente fragili (Venezuela, Nigeria, Medio oriente). Il futuro è al rialzo.
Dopo il consolidamento della scorsa settimana, negli ultimi giorni ha puntualmente fatto la gamba rialzista, riavvicinandosi alla parte alta del range attuale(60-70): la scadenza luglio chiude a 66. Sulla resistenza il gas naturale a 8,14 sulla scadenza luglio.Si conclude con: oro a 662(giugno) argento a 13 (luglio) rame a 332(luglio) platino a 1326(luglio) palladio a 365(giugno).
L'indice CRB a 314,5 (giugno).
Posizione a oltre 6 mesi: al rialzo
Posizione a 3-6 mesi: al rialzo
Posizione asset: oro fisico


OBBLIGAZIONI: rendimenti sù
Il deciso rialzo dei rendimenti, omogeneo lungo tutta la curva delle scadenze, che li riporta ai livelli di febbraio, mostra come anche questo comparto stia orientandosi verso uno scenario non recessivo e semmai a rischio inflazione. Il movimento inoltre è favorito dalla bolla sull'azionario che attrae capitali a scapito dell'obbligazionario. Si resta comunque ben all'interno del range in essere da circa un anno, e che ha un tetto (sul decennale USA) in area 5%, oltre il quale inizierebbero i problemi (per le bolle).Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 12 cts. a 5,20% , il biennale sale di 11 cts. al 4,82% il quinquennale sale di 15 cts. al 4,73%, il decennale di 12 al 4,8% ed il trentennale di 11 cts. al 4,96%.In Europa il bund decennale sale di 10 cts. al 4,31% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata sale a 49 cts. In Giappone invece il decennale fermo all'1,64% . I mercati obbligazionari emergenti anch'essi con lievi rialzi dei rendimenti, ma lo spread con quelli americani si restringe (così come lo spread dei junk bonds) a testimoniananza che la propensione al rischio continua ad aumentare.
Posizione oltre i 6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione a 3-6 mesi: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: via libera
A Wally la settimana non era iniziata bene, soprattutto tra i tecnologici, in attesa della Trimurti che si temeva potesse dare il via alla tanto attesa correzione; ma dopo le rassicurazioni della Trimurti si è chiuso bene, soprattutto sugli indici più di vetrina (nuovo record nominale per la media algebrica dei 30 titoli che compongono il Dow Jones): il guadagno dell'sp500 si è concretizzato appunto venerdì. Il via libera giunto dalla Trimurti assicura ancora un semestre di ulteriori rialzi, probabilmente di tipo maniacale(classica fase finale delle bolle), ma non impedisce che nel durante si concretizzi qualche correzione impulsiva, che serve appunto per far ripartire poi con più forza, come quella che entro il prossimo mese dovrebbe arrivare , magari dopo che l'sp500 avrà ritoccato il massimo storico nominale di 1550, e dovrebbe essere nell'ordine di un centinaio di punti.La settimana si conclude con : Dow a 13556 (+1,7%) Sp500 a 1523 (+1,1%) nasdaq a 2558(-0,1%) nasdaq100 a 1906(-0,2%) russell 2000 -0,7% trasporti +0,9% utilities +1,2% semiconduttori -2,6% broker-dealer -0,6% Banche +0,8%.I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il minimo di lunedì a 1100 e il massimo di venerdì a 2100. Il rapporto tra put e call sale da 0,68 a 0,77. L'indice della volatilità (VIX) scende a 12,75.
Il Nikkey scende a 17400(-0,8%) , sempre piena la bolla in Europa con il dax a 7607(+1,8%), il cac a 6101(+0,9%), il footsie a 6640(+1,2%) l'italietta senza la benchè minima speranza: spmib a 44364(+1,9%) e mibtel a 343653824(+1,8%).Prosegue spettacolare la SUPERBolla ovunque tranne in Cina dove prende un attimo di respiro in attesa delle misure arrivate dopo la chiusura di venerdì (+0,2%) ; Brasile +2,3% India +3,7% e Russia +0,8% .
Posizione oltre i 6 mesi: ribasso generale
Posizione 3-6 mesi: rialzo generale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 15 giugno

PREVISIONI: settimana vuota
Lunedì non c'è niente, si aspetta solo di vedere la conferma della Borsa di Shangai(e dovrebbe essere positiva, con ulteriore spinta ai listini mondiali). Martedì indice zew tedesco a maggio, mentre Paulson incontra i cinesi. Mercoledì pressocchè vuoto, e si arriva a giovedì quando usciranno in mattinata l'IFO tedesco di maggio, e nel pomeriggio dagli USA gli ordini di beni durevoli e le vendite di nuove case entrambi per aprile, insieme ai sussidi settimanali ai disoccupati importanti per vedere se viene confermato il recente trend di forza, che lancerebbe attese ottimistiche sul mercato del lavoro in calendario la setttimana successiva.
Venerdì chiusura con l'inflazione nipponica e le vendite di case esistenti americane.
Come si vede quindi nei primi 3 giorni in assenza di dati macro eventuali novità possono provenire solo dal fronte politico(incontro USA-Cina), mentre nel finale tornano di scena eventuali sorprese sull'economia USA. Le attese sono per ordini durevoli in frenata ed edilizia stagnante sui recenti minimi.

5/18/2007

Flash: La Cina prende in giro

Attesa, soprattutto dalle commodities, è arrivata la mossa cinese. Aumento dello 0,2% nella fascia di fluttuazione dello yaun con il dollaro, aumento di 18 cts. dei tassi sui prestiti e di 27 cts. sui depositi, aumento dello 0,5% sulla riserva obbligatoria. In pratica, misure di facciata, assolutamente inutili anche solo per frenare l'enorme superbolla di Shangai e quella globale.
Infatti reazioni quasi nulle da parte delle borse, mentre sui cambi vi è stato solo un rimbalzino dello yen (del resto ai minimi assoluti) che ha spinto tramite euroyen l'eurodollaro fino a 1,348.
Dunque nulla cambia in realtà, i cinesi continuano nella loro politica infazionistica, stanno semplicemente dando un contentino di facciata: pertanto non credo che le reazioni possano durare e avere particolare intensità.

5/17/2007

Aggiornamento 17.5

Ieri l'eurodollaro non è sceso a causa dei dati (al max. misti tra produzione migliore e licenze edili in caduta libera ai minimi da 10 anni, che è il dato più significativo in quanto dimostra che il peggio per l'immobiliare deve ancora venire), nè delle borse che hanno tenuto grazie ad uno yen sempre più debole (euroyen ha fatto un nuovo max. a quasi 164), bensì a causa di un improvviso scivolone di tutte le commodities con perdite pesanti per rame, argento, oro platino. E' scattato il riflesso condizionato di comprare dollari quando le commodities scendono, e così il dollaro ha guadagnato contro tutti a cominciare da australiano e compagnia bella. Si vocifera di un imminente rialzo dei tassi cinesi e questo può spiegare la caduta dei metalli, ed inoltre una loro correzione è del tutto fisiologica.
L'eurodollaro comunque non è andato sotto a 1,3520, ed ora è tornato ad oscillare su 1,355 che è il punto da cui aveva cominciato la settimana, fino martedì quando dopo i dati USA sull'inflazione si è impennato a 1,363 livello ritestato anche ieri , e la cui tenuta aveva già avviato un ritracciamento poi tramutatosi in caduta appunto in seguito alle commodities ed alla rottura di 1,3575 primo supporto.
I movimenti odierni possono essere innescati da eventuali sorprese sui sussidi settimanali e sul Philly Fed, ma mi pare difficile che entrambi tali dati possano fare molto in un senso o nell'altro; qualche novità potrebbe venire dai discorsi di Greenspan e Bernanke, ma anche qui non è molto probabile. Tecnicamente è importante vedere se verrà insidiata l'area 1,349 al ribasso ed eventuali reazioni su questo livello; se non succede niente e si resta quindi poco mossi, vi sono buone probablità che il range 1,35-1,363 duri ancora per parecchio tempo, dato il calendario della prossima settimana (sempre che resti l'attuale quadro di yen debole e borse forti con commodities in assestamento).

5/14/2007

Economia: la questione cinese

ECONOMIA: la questione cinese
La settimana si conclude con una secca contrazione dei consumi americani, le cui vendite al dettaglio ad aprile, non solo sono risultate più basse del previsto, bensì in termini reali sono ormai in calo secco. Naturalmente sono partite subito le sirene tese a gettare acqua sul fuoco, ed è stato lanciato il termine Mapril per dire che essendovi stati alcuni disturbi (festività pasquali) sul dato di aprile, quello che conta è la somma di marzo (rivisto un pò al rialzo) ed aprile. Ma anche così, in termini reali, la decelerazione è indiscutibile, a maggior ragione se si considera che nel frattempo sono ripartiti i crediti al consumo. Insomma, l'iperindebitato consumatore americano, nonostante continui ad essere drogato dal credito facile, inizia a risentire della crisi immobiliare, mentre la benzina continua a stare ai massimi. Ciònonostante le importazioni dall'estero continuano a crescere a ritmi ben superiori all'export, con il risultato che il deficit commerciale di marzo è salito rispetto a febbraio di quasi il 10% arrivando a quota 63 miliardi.
E' probabile quindi che il PIL del primo trimestre venga rivisto al ribasso dall'1,3% della prima stima, non solo a causa del deficit maggiore, ma anche per le scorte in calo. E i dati sul secondo trimestre, che la scorsa settimana erano parsi partire meglio, dopo questa flessone dei consumi tornano in discussione, e se i consumi continueranno il trend discendente, a fine luglio potrebbe arrivare la notizia che il PIL USA si colloca nei pressi dello 0%.

Questa settimana è riemersa in pieno la questione cinese. Lo yaun ha guadagnato sul dollaro, e ci si aspetta un rialzo dei tassi cinesi, dopo gli ennesimi dati sul surplus commerciale in ulteriore aumento e sull'inflazione interna che marcia a gonfie vele, a parte la superbolla azionaria. Il tutto in vista dell'incontro di fine mese con la delegazione americana, particolarmente delicato dopo le recenti mosse protezionistiche.
Più volte ho scritto che la degenerazione di liquidità globale in essere potrebbe finire solo che la Cina lo volesse. Ogni volta però ho concluso che almeno fino alle olimpiadi del 2008 non si vede cosa possa convincere i cinesi a farlo, essendosi creato un perverso Equilibrio di Nash.
Ebbene, gli ultimi dati in materia di inflazione alimentare in Cina, aprono uno spiraglio: è ipotizzabile infatti che quando la grande inflazione provocata dalla politica cinese arriverà a colpire le già povere pance della stragrande maggioranza che si trova nelle campagne, anche in presenza della ferrea repressione di cui i comunisti cinesi sono capaci, il regime sarebbe costretto a porsi come priorità il calo dei prezzi alimentari: e a quel punto dovrà invertire di 180 gradi l'attuale politica monetaria.
Ma, anche qui, quello che conta è l'aspetto strutturale, nonchè filosofico-politico della questione cinese. Siamo in una situazione in cui una dittatura comunista, guidata da un oligarchia costituitasi con mezzi feudali, in nome del Popolo, è divenuta la più grande sfruttatrice del Popolo che mai sia esistita nella Storia. Centinaia di milioni di persone vengono fatte lavorare 15 ore al giorno, per salari da fame, senza alcuna tutela di alcun tipo. Utilizzando questo sfruttamento selvaggio del Popolo, in nome di Marx (che immagino si rivolti nella tomba), non solo si è scatenato uno sviluppo altrettanto selvaggio che minaccia l'intero pianeta dal punto di vista eco-ambientale, ma si è picconato il sistema monetario internazionale, dando una spinta decisiva alla doppia mutazione genetica cancerogena di cui ho scritto recentemente, per cui oggi l'interesse egoistico di una casta al potere produce effetti globali letali. Nella sua impostazione nazi-fascista(pena di morte, assenza di libertà di opinione, etc.) la numerosa cricca che comanda la Cina, ha trovato facile giocare a fare il capitalista monopolista avviando il processo economico-politico che porterà alla Grande Guerra Globale, anche perchè dall'altra parte ha trovato la decadenza occidentale , ben rappresentata da utili idioti politici alla Bush, a loro volta manovrati da potentati economici accecati dalla sete di profitto facile e veloce.
Ecco perchè, secondo me, non c'è via di uscita: in un groviglio di interessi "particulari" che stravolgono quello generale, ormai la soglia di non ritorno è stata superata; la strada che conduce all'annientamento globale è in discesa ripida e l'umanità la sta percorrendo su un autobus senza freni, anche se con tanta musica a bordo(stile Titanic).

5/13/2007

La Nota sui mercati (13.5)

La settimana dal 7 all'11 maggio 2007
MATERIE PRIME: si stabilizza il petrolio
Petrolio in fase di consolidamento dopo le recenti perdite: la scadenza luglio chiude a 64. Stabile appena sotto la resistenza il gas naturale a 8,04 sulla scadenza luglio, mentre la benzina alla pompa per gli americani rimane sopra quota 3 dollari al gallone, pesando sul loro potere d'acquisto.
I metalli in difficoltà perchè hanno confermato la correlazione di breve, inversa con il dollaro e diretta con i mercati azionari. Perdite del 4% per il rame, e del 2% circa per oro e argento.Si conclude con: oro a 672(giugno) argento a 13,3 (luglio) rame a 360(luglio) platino a 1341(luglio) palladio a 368(giugno).L'indice CRB a 312 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: stretto range
In un contesto di Banche centrali paralizzate, i rendimenti sono sempre ingessati con oscillazioni di pochi centesimi, ed hanno finito la settimana in lieve rialzo nonostante la contrazione dei consumi americani. Del resto la FED ha mantenuto il livello da prima elementare nel suo comunicato(la crescita è diminuita, ma poi aumenterà; l'inflazione è aumentata, ma poi diminuirà); la BCE si è limitata a confermare l'ormai da mesi atteso nuovo rialzino del tasso ufficiale al 4% per giugno, ma non si è spinta oltre; solo la BOE ha alzato di un quartino i suoi tassi (che ora hanno superato quelli USA, al 5,5%) ma le attese erano per mezzo punto, e per il futuro resta anche lei in sospeso. Per non parlare infine delle asiatiche: la prossima settimana tassi certamente ancora fermi per i giapponesi, mentre se i cinesi faranno qualcosa, sarà nell'ordine di qualche ritocchino assolutamente inutile. I Bond mondiali quindi restano ingessati, tra il sostegno dato loro dal diluvio di liquidità e dai possibili rischi di recessione da un lato, e il freno derivante dall'altro lato, per il timore dell'inflazione (del resto evidente e citata dagli stessi banchieri centrali come la principale preoccupazione).Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 3 cts. a 5,08% , il biennale sale di 4 cts. al 4,71% il quinquennale sale di 3 cts. al 4,58%, il decennale di 4 al 4,68% ed il trentennale di 4 cts. al 4,85%.In Europa il bund decennale sale di 2 cts. al 4,21% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata è fermo a 47 cts. Anche in Giappone il decennale sale di 2 cts. all'1,64% . I mercati obbligazionari emergenti anch'essi con lievi rialzi dei rendimenti.
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: settimana piena
Lunedì di transizione, poi martedì il PIL tedesco e soprattutto dagli USA l'indice dei prezzi al consumo di aprile che è atteso in lieve calo nella componente netta da petroio ed alimentari, e che dunque se invece sorprende al rialzo potrebbe avere effetti ribassisti su bond e azioni, rialzisti sul dollaro. Inoltre sempre martedì, indici americani di new york e dell'edilizia e i dati sugli afflussi di capitale a marzo. Mercoledì sarà il turno dei prezzi al consumo europei, e nel pomeriggio dei cantieri e delle licenze edili statunitensi, seguiti dalla produzione industriale USA e da vari interventi verbali di uomini Fed. Giovedì altra giornata intensa, che inizia con la decisione della BOJ (ovviamente tassi fermi, ma possibili indicazioni sul futuro che se più aggressive del previsto potrebbero rilanciare lo yen), seguita da un discorso di Bernanke, e poi dal leading indicator e dal Philly Fed (parlerà ancora anche Greenspan che è un pò che va adombrando il rischio recessione in contrasto con l'ottimismo ufficiale della Fed). Infine Venerdì c'è il G8 e come dati solo l'indice del Michigan sulla fiducia, preliminare di maggio.
Come si vede parecchia carne al fuoco, con gli eventi clou rappresentati dall'inflazione e dall'edilizia americana, nonchè dalla Banca del Giappone. Non è escluso che si possa innescare un mix molto negativo per Wally con inflazione alta ed edilizia in crisi, a cui si può aggiungere un impennata dello yen(e questo sarebbe lo scenario che paradossalmente potrebbe provocare un eurodollaro a 1,34).

Borse: il disastro cinese

BORSE: il disastro cinese
Dopo la caduta di giovedì, con perdite oltre l'1% gli indici hanno recuperato venerdì riportandosi quasi in pari per la settimana e rispettando il copione della bolla in essere, che potrà stupire sia con altra espansione violenta, sia con tentativi di scoppio non riusciti, sia infine con lo scoppio vero e proprio che arriverà devastante quando nessuno se lo aspetta.
Il là lo darà lo scoppio della superbolla cinese, arrivata ad attrarre l'attenzione financo - udite, udite- della Goldman Sachs che ha finalmente lanciato l'allarme. Meglio tardi che mai. Certo le cifre fanno ormai impressione a tutti, a parte il +170% negli ultimi 12 mesi:
- la capitalizzazione di Shangai ha superato quella di tutte le altre borse asiatiche messe insieme, incluso il Giappone che è la seconda borsa al mondo;
- l'indice di Shangai si è quadruplicato in meno di 2 anni;
- i rapporti prezzo utili(per quello che possono valere le cifre ufficiali) sono oltre 40-50;
- nel solo mese di aprile sono stati aperti nuovi conti azionari per 4,8 milioni più degli ultimi due anni messi insieme.
Anche le autorità cinesi continuano a dire che vi è una bolla, e che la frenetica corsa all'arricchimento in borsa ha contagiato pure le fasce più povere, le quali si stanno vendendo la bicicletta e la ciotola di riso pur di comprare azioni. Le autorità però continuano a non fare nulla di realmente efficace per impedire questo suicidio collettivo. E' impensabile che qualche ritocco ai tassi o alla riserva obbligatoria possa frenare un fenomeno di questa portata; d'altra parte neanche la chiusura del mercato per alcuni anni, l'unica soluzione, è pensabile nonostante la dittatura comunista. Dunque, prima o poi ci sarà un disastro di dimensioni colossali che provocherà suicidi e disperazione per milioni di malcapitati cinesini, oltre a impattare tutte le borse mondiali. Il 27 febbraio ci fu quel falso allarme di una caduta del 10% poi velocemente recuperata, e oggi siamo al +33% dai livelli pre 27 febbraio. Quando la bolla scoppierà mi aspetto perdite nell'ordine dell'80% e anni di stagnazione successiva(tipo Giappone). Il caso cinese entrerà di diritto fra i grandi crash della storia delle borse. Benvenuti nel club!
La settimana si conclude al 11.5 con : Dow a 13326 (+0,5%) Sp500 a 1505 (+0%) nasdaq a 2562(-0,4%) nasdaq100 a 1910(+0,2%) russell 2000 -0,4% trasporti -0,1% utilities +0,1% semiconduttori -0,1% broker-dealer -1,2% Banche -0,2%.I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il minimo di giovedì a 700 e il massimo di venerdì a 2500. Il rapporto tra put e call scende da 0,75 da 0,68. L'indice della volatilità (VIX) fermo a 12,95.Il Nikkey sale a 17550(+0,8%) , sempre piena la bolla in Europa con il dax a 7480(-0,4%), il cac a 6050(-0,3%), il footsie a 6565(-0,8%) l'italietta senza la benchè minima speranza: spmib a 43590(-0,9%) e mibtel a 33824(-0,8%).Prosegue spettacolare la SUPERBolla in Cina +7% ; Brasile +0,6% mentre scendono India (-1%) e Russia -4% .
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 18 maggio

5/12/2007

Previsioni cambio euro-dollaro

Aggiornate al 12.5
Il dollaro ha ritracciato, come indice generale, il 50 % circa della caduta dell'ultimo mese, con una settimana di recupero nonostante i fondamentali restino ampiamente negativi (deficit commerciale in crescita del 10% a marzo, contrazione dei consumi). Una mano gliel'ha data lo yen che ha a sua volta recuperato rispetto a tutte le valute, favorito da qualche dichiarazione più forte dei nipponici, nonchè soprattutto dalle incertezze registrate da azioni e commodities(parziale chiusura dei carry trades).
In questo contesto eurodollaro scad. giugno non ha rispettato il range previsto, bucandolo al ribasso ed arrivando fino al minimo di 1,348 salvo poi rimbalzare nelle ultime ore grazie alle vendite al dettaglio americane deboli e concludere a 1,355.
L'eurodollaro è dunque tornato ai livelli di un mese fa testando l'ex-resistenza di area 1,35 divenuta ora un supporto importante.
Se si guarda all'andamento da metà gennaio in poi, si osserva che il future giugno ha oscillato in una serie di range regolari per ampiezza e durata: ogni metà mese ha rotto la precedente resistenza divenuta nuovo supporto, e si è spostato di 200 tiks circa al rialzo. Così da 1,295-1,313 è passato a 1,313-1,332, poi a 1,332-1,348 ed infine nell'ultimo mese (visto nel suo insieme) a 1,348- 1,3715. Il range dell'ultimo mese è stato il più ampio, e nettamente divisibile in due trend: rialzista nei primi 20 giorni e ribassista negli ultimi 10 che appunto lo hanno riportato al punto di partenza. Nel prossimo mese, appare difficile che si possa proseguire con la serie precedente, ma poichè i fondamentali restano negativi per il dollaro, lo scenario più probabile è quello di un ritorno, pur a zig-zag, verso 1,37 (dunque un altro mese di permanenza nel range 1,349-1,3715).
In alternativa è possibile però - anche se meno probabile- che, se si innesca il combinato disposto di dati USA migliori ed una caduta delle borse accompagnata da recupero dello yen, il ritracciamento si amplifichi e il cambio si vada a installare nel range in essere tra metà marzo e metà aprile(1,332-1,349).
Tutti questi ragionamenti servono per la scelta delle fasce da acquisire a mezzo opzioni.
Nella scorsa settimana ho potuto mettere in portafoglio, a costo pressocchè nullo, tramite i put spread, il range 1,335-1,355 che come si è visto è uno dei papabili per la scadenza dell'8 giugno. Adesso l'ideale sarebbe acquisire, tramite i call, l'1,355-1,375 (le probabilità che l'8 giugno si termini nell'intervallone 1,335-1,375 sono molto elevate, quale che sia lo scenario realizzantesi).La prossima settimana dovrebbe oscillare tra 1,357 (divenuta resistenza di breve) e appunto 1,348; la tenuta di quest'ultimo livello ed un eventuale sorpasso della resistenza citata, in scia a ulteriori dati macro deboli, avvalorerà lo scenario sopra definito più probabile.
L'indice generale del dollaro a 82,06(giugno)Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generalePosizione a medio termine: dollaro al ribasso generalePosizione asset: comprato put spread+ calls scad. giugno

5/11/2007

Speciale COLLAGE

Speciale Collage

Le parti “filosofico-politiche” dei miei più recenti articoli di Economia sono piaciute, e pertanto ritengo utile raggrupparle in un apposito Speciale per facilitarne la rilettura.

Ciò che rende questo periodo unico e specialmente pericoloso ai fini sistemici è il fatto che la speculazione maniacale raggiunge il suo zenit nei sofisticati strumenti creditizi privati, che non hanno nessuna trasparenza e circolano senza alcun controllo formale da parte dei comitati d'affari (banche centrali). Quello che conta non sono tanto gli incrementi percentuali sugli strumenti tradizionali, bensì l'enorme accumulazione di piccoli profitti differenziali(spreads) su decine di trilioni di dollari di strumenti creditizi a leva strutturati. L'anima di questa speculazione maniacale è unicamente elettronica e"over the counter", cioè fuori dai mercati quotati regolamentari dove transitano azioni, obbligazioni, etc. Ed è gestita unicamente dalle potenti grandi banche internazionali che non a caso tendono a fondersi fra loro per poter amplificare la capacità di effettuare questa speculazione senza precedenti e che resta invisibile alla massa.
Il sistema finanziario deve continuare a espandersi sempre più e rapidamente per mantenere la crescente piramide del debito sottostante, supportando utili e redditi, ergo l'economia reale. Come ormai evidente, questo tipo di espansione creditizia non fa altro che aggiungere nuova liquidità in dollari all'eccesso già esistente. Il sistema Ponzi (pagare i debiti facendo altri debiti) non può durare per sempre, ad un certo punto si raggiunge il limite: si devono fare debiti anche per pagare gli interessi sui debiti esistenti. E finchè dura, crea inflazione. Basti pensare che nel 1980 un dollaro di nuovo debito creava un dollaro di nuovo PIL; oggi per avere un dollaro di nuovo PIL ci vogliono 8 dollari di nuovo debito. Ecco perchè i beni rifugio dall'inflazione(oro) continuano a salire.
Pertanto,
l'attenzione deve restare sull'aspetto strutturale della situazione senza precedenti che il mondo sta vivendo. Un rapporto del Fondo Monetario Internazionale certifica che le riserve valutarie delle banche centrali nel loro insieme sono passate da 2 trilioni nel 2000 agli attuali 5 trilioni (senza considerare un altro 40% di risorse che potrebbero essere ritenute riserve di fatto).Il valore nominale dei derivati è passato da 80 trilioni a 370 trilioni (per avere un idea, il PIL USA è 12 trilioni).Non è una coincidenza il fatto che nel frattempo il deficit commerciale americano si sia quadruplicato. Le banche centrali, a cominciare da quelle dei paesi emergenti, sono stracolme di liquidità, che si moltiplica passando attraverso i sistemi creditizi (questa settimana , ad esempio, si è saputo che un nuovo record di crescita l'ha fatto anche l'M3 europea, quasi 11%). La grande inflazione dei prezzi dei cespiti patrimoniali di cui siamo testimoni, ne è l'effetto concretamente visibile. La crescita sincronizzata del credito, del deficit USA , dei flussi in dollari, della speculazione a leva, non sarebbe potuta avvenire se le banche centrali non avessero tenuto i tassi d'interesse reali a livelli minimali quando non negativi, ed agito da compratori di ultima istanza della carta stampata a Wasghinton: solo nel 2006 le loro riserve sono aumentate di 1 trilione, e nel 2007 si sta viaggiando a un ritmo del +30%. In particolare il boom esponenziale dei derivati "over the counter" è potuto avvenire solo grazie alla azione di riciclaggio dei dollari da parte delle banche centrali: poter contare su questa rete di salvataggio ha esaltato le capacità speculative, l'accettazione di rischi sempre più elevati, e dunque l'azzeramento del premio per il rischio, da parte del sistema globale. Aver eliminato il rischio di cambio per gli indebitamenti in yen, è l'esempio più lampante di questa degenerazione "morale" prima che economica e finanziaria: è l'azzardo immorale.

Ancora più importante è capire la mutazione genetica della moneta e della filosofia sottostante.Come una cellula cancerogena, la moneta - da merce tangibile usata per favorire la produzione ed il commercio dei beni e servizi tra gli uomini - si è tramutata in un intangibile atto fiduciario, che ha ucciso il meccanismo autoriequilibrante che consentiva appunto il legame sistemico con produzione e commercio. In un mondo basato su una moneta merce tangibile, ad esempio l'oro, sarebbe impossibile per un paese accumulare indefinitamente un deficit commerciale con il resto del mondo, perchè prima o poi le riserve auree di quel paese finiscono:
a quel punto nessuno gli venderebbe merci in cambio di niente, ed il paese in questione sarebbe costretto a ridurre il proprio eccesso di importazioni ed anzi dovrebbe forzarsi a tutti i costi a vendere più di quanto compra per poter ricostituire delle riserve in oro.
Dunque un meccanismo che tende al riequilibrio.
Invece in un mondo basato su una moneta intangibile, il dollaro, è possibile per il paese che lo stampa accumulare indefinitamente un deficit finchè il resto del mondo continua a "fidarsi"; e poichè i dollari accumulati vengono riciclati nel paese d'origine allo scopo di massimizzarne il rendimento, non solo non c'è più il riequilibrio ma anzi si viene ad esaltare lo squilibrio originale(via tassi d'interesse artificialmente bassi, afflussi di capitale, etc.).Il fatto perverso è che l'atto fiduciario dipende soprattutto dalla concezione di interesse proprio di colui che fa fiducia, piuttosto che dal merito dell'affidato.
E qui arriviamo al punto filosofico cruciale.
Dalla "mano invisibile" postulata da Adam Smith - un filosofo morale, del 18mo secolo nella sua monumentale opera La Ricchezza delle Nazioni ("non aspettatevi il buon pane dal buon cuore del fornaio, ma dal suo egoismo.."), per cui il capitalismo basato sulla concorrenza perfetta produceva il benessere generale sfruttando l'interesse individuale - siamo oggi passati alla "mano visibile" di un capitalismo oligopolistico che trasforma l'interesse e l'egoismo individuale in malessere generale. In particolare l'aver reso il prezzo della moneta (il tasso d'interesse) soggetto a decisione dirigistica da parte dell'emittente, e non più soggetto alla libera legge della domanda e dell'offerta, ha fatto confliggere l'interesse nazionale di breve termine, con l'interesse generale di lungo termine. Basti pensare alle svalutazioni competitive tra monete nazionali in cui tutti fanno a gara a svalutare per esportare di più. I giapponesi, ad esempio, tengono i tassi d'interesse reali negativi e il cambio della propria moneta svalutato perchè ritengono di fare il proprio interesse egoistico nazionale (sostegno alle esportazioni, alla domanda interna,etc.), ma così facendo creano una palese distorsione globale di dimensioni enormi che è contro l'interesse generale: l'azzardo immorale.E' il punto chiave di cui si parla poco o niente (e del resto chi ne dovrebbe parlare? l'industria finanziaria, che ne è la beneficiaria?). Tutto il resto sono manifestazioni in superficie di tale realtà che è nelle viscere profonde del sistema attuale, e di cui un giorno si pagherà il conto(salatissimo).

Meno concorrenza, più profitti. Pochi centri di potere internazionale: gestione più semplice ed efficace. Fra un pò arriveremo ad un unica mega banca mondiale. Del resto chiunque , se fosse al vertice della Cupola, cosa preferirebbe? comandare un pugno di potenti capifamiglia, o una gran quantità di cani più o meno sciolti? E' stato così da che mondo e mondo, in varie forme, ma con la medesima sostanza. Perciò il capitalismo liberale, basato sulla concorrenza perfetta e sull'assenza di monopoli ed oligopoli (la miglior invenzione socio economica del pensiero umano), non poteva durare, era un utopià come la Città del Sole di Tommaso Moro. Invece ha trionfato il capitalismo monopolistico a pianificazione centrale, ferreo regime che a seconda dei casi può essere comunista o fascista o mascherato da "democrazia"(il termine più bestemmiato del mondo, dopo Dio) tecnologica, abbagliante come uno spot pubblicitario, per meglio strumentalizzare le masse ignare.
Comunque se questo fosse il modello vincente, più adatto alla specie umana, non ci sarebbe che da prenderne atto. Peccato, però, stia conducendo velocemente il pianeta , concepito come una grande gomma da masticare in cui soffiare veleni di tutti i tipi prodotti da polmoni carichi di egoismo ed avidità illimitati, all'autodistruzione fisica.
PS: volutamente non ho mai citato la "politica" perchè sarebbe come citare le veline a proposito di un giudizio sulla regìa di Striscia la Notizia. Non la vedo neanche come una sovrastruttura di marxiana memoria (troppo onore), bensì più semplicemente come uno zerbino su cui i potentati economici strusciano le scarpe infangate prima di rientrare a casa.

Flash: venerdì delicato

Flash: venerdì delicato
Situazione particolare: che faranno dollaro e Borsa oggi?
Se, come quasi sempre nel recente passato, la seconda rimbalza e con essa riscende lo yen, allora l'euro dovrebbe rimbalzare soprattutto se le vendite al dettaglio USA saranno deboli come probabile; difficile però che si vada oltre area 1,357 divenuta forte resistenza.
Se, invece, la Borsa dovesse mollare ancora, è probabile che si ripeta la situazione di ieri, e anche se le vendite al dettaglio risultassero deboli, eurodollaro potrebbe scendere magari solo fino a 1,3460 (piuttosto che 1,34 come nel caso di vendite al dettaglio forti). In ognuno dei casi cmq. la settimana si chiude sul segno della debolezza per l'euro, ed è probabile che ci sia un prosieguo in tal senso con l'inizio della prossima.
A Wall Street durante la caduta di ieri hanno comprato soprattutto call sulla borsa (invece che put come normale quando si scende, per coprirsi); fatto raro, e che testimonia una estrema fiducia nel mercato. Vi è un precedente storico : marzo 2000. Se il mercato sarà in grado di risalire verso nuovi massimi - e non ci sarebbe da stupirsi - indicherebbe che si sta materializzando una bolla ben superiore a quella del 2000.
Confucio, guardando i mercati azionari attuali, ci ricorderebbe che:
"vi sono tre modi per imparare la saggezza: primo, con la riflessione, il più nobile; secondo, con l'emulazione, il più facile; terzo, con l'esperienza, il più amaro"

5/10/2007

Flash: tutto euroyen

Flash: tutto euroyen
Eurodollaro è sceso fin sotto il supporto a 1,35 a causa del feroce euroyen che è stato innescato dallo scivolone di Wally: sono corsi a chiudere un pò di carry trade, principalmente quelli in euro perchè Trichet è parso esitante sul dopo giugno (cioè alzerà i tassi al 4% a giugno, ma sul dopo è restato molto vago). Morale della favola: lo yen ha guadagnato sul dollaro (effetto borsa) tornando sotto 120, ma ha guadagnato soprattutto su euro scendendo a 161,5. Ne è conseguito un eurodollaro per l'appunto fin sotto 1,35 anche se le vendite al dettaglio di domani si prefigurano deboli in base a quanto dichiarato dalle principali catene oggi.
PS: si può sperare che la caduta di Wally sia foriera dell'attesa correzione, e fino a venerdì prossimo un ulteriore perdita del 3%-4% porterebbe in utile la combinazione delle put sulle sp500.

5/09/2007

Flash: FED immobile

Flash: FED immobile
Come previsto il comunicato della fed è praticamente identico al precedente, dunque non succederà nulla; resta cmq. la maggior preoccupazione di facciata sull'inflazione, e appigliandosi a questo potrebbero far scendere l'eurodollaro fino a 1,35. Se questo dovesse avvenire(difficile) sarebbe un occasione, in vista di domani (bce) per cui metto l'ordine di acquisto di un paio di call: l'1,36 a 0,0046 e l'1,38 a 0,0012 che serviranno poi per farsi un range gratis, perchè è sufficiente un ritorno a 1,357 per poter vendere il doppio degli 1,37 alla pari.

5/06/2007

La Nota sui mercati (6.5)

La settimana dal 30 aprile al 4 maggio
MATERIE PRIME: capitombolo del petrolio
Petrolio sempre venduto dai massimi di 66,5 fino alla chiusura appena sotto 62: sparite di colpo le preoccupazioni geopolitiche, sono scattate stoploss a valanga, e le notizie sulle scorte in aumento hanno poi rinforzato la tendenza ribassista. Adesso il crudo deve mantenersi sopra la fascia di supporto 59-61 che se cede potrebbe spingerlo fin verso 54 limite inferiore dell'ampio range laterale in cui è atteso restare per molto tempo, perforabile al rialzo(sopra 70) solo in presenza di effettivi eventi geopolitci. Resiste invece appena sotto la resistenza il gas naturale in rialzo a 7,94 sul giugno, ed anche la benzina resta ai massimi perchè il collo di bottiglia sulla raffinazione ne sta ridcuendo le scorte. Ragion per cui è difficile che il petrolio possa continuare a scendere, a meno di specifiche manovre anti Iran.I metalli hanno ripreso a salire trainati dal rame a nuovi massimi assoluti, e dal platino dove incide l'introduzione degli ETF specifici; oro e argento ancora sotto le resistenze di breve termine a 700 e 15.
Si conclude con: oro a 690(giugno) argento a 13,55 (luglio) rame a 376(luglio) platino a 1329(luglio) palladio a 377(giugno).L'indice CRB a 311 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: consolidamento-ritracciamento
Il dollaro ha interrotto la serie negativa, ed ha infilato una settimana di consolidamento in cui è anche riuscito a ritracciare un pò , grazie ai dati sugli ISM che hanno sorpreso al rialzo. Lo yen ha continuato a restare la cenerentola del panorama valutario, ormai stabilmente oltre 163 con euro e 120 con dollaro.In questo contesto eurodollaro scad. giugno ha rispettato il range previsto, iniziando con il vento in poppa senza però riuscire a superare il precedente max. di 1,3715, e dopo un quasi triplice massimo ha ceduto arrivando fino a 1,356 venerdì in scia ad attese positive sui dati occupazionali americani che, essendo poi risultati invece un pò inferiori, lo hanno risospinto sopra 1,36 dove chiude la settimana (1,3615).
La prossima settimana si resterà in questo range (a meno di bruschi movimenti dello yen) fino a mercoledì sera(FED); anche se è possibile, mi sembra comunque difficile che il range(1,372-1,356) venga sostanzialmente bucato su Fed e BCE(giovedì), perchè non dovrebbero esserci novità, mentre maggior peso può avere una sorpresa sul cruciale dato delle vendite al dettaglio USA che arriverà venerdì alle 14,30.
Guardando al prossimo mese, se i dati USA rafforzeranno la sensazione di un rimbalzo dell'economia nel secondo trimestre il range potrebbe essere 1,37 - 1,34; viceversa si vedranno nuovi massimi di medio termine(1,38-140). Più in generale infatti, se verrà rispettata la stagionalità degli ultimi anni da quando è partita la svalutazione del dollaro, nel trend di lungo termine al ribasso, maggio è il mese in cui si vede il minimo e quindi il top dell'eurodollaro, destinato poi a durare tutta l'estate, e da quel livello sottraendo circa 5 figure si ottiene il probabile limite inferiore del range per il periodo estivo, mentre solo nel finale d'anno si dovrebbero vedere nuovi record al rialzo. Dunque se area 1,37 si confermasse il top, il range dei prossimi mesi dovrebbe essere 1,37-1,32; se invece si arrivasse fino a 1,40 ne conseguirebbe la fascia estiva 1,40-1,35. Probabilmente sarà una via intermedia tra questi due estremi (1,385-1,335) ma appunto ai primi di giugno si potranno avere le idee più chiare.
L'indice generale del dollaro a 81,6(giugno)
Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
Posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: si inverte la curva
I rendimenti ormai si sono ingessati con oscillazioni di pochi centesimi, reagendo appena ai vari dati in un senso o nell'altro. Si osserva però un movimento sulla curva, pur limitato, che pare indicare una preferenza per lo scenario recessivo.
Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 1 cts. a 5,08% , il biennale sale di 2 cts. al 4,67% il quinquennale invece scende di 4 cts. al 4,55%, il decennale scende di 5 al 4,64% ed il trentennale di 8 cts. al 4,81%.
In Europa il bund decennale scende di 3 cts. al 4,19% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata si colloca a 46 cts.Invece in Giappone il decennale fermo (settimana festiva) all'1,62% . I mercati obbligazionari emergenti anch'essi sostanzialmente fermi.Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: ancora rialzo
Dopo la caduta di lunedì con forti volumi, inannellata una serie di 4 rialzi consecutivi, in scia a un altra ondata di pirotecniche e mutimiliardarie offerte di acquisto, con il Dow e lo sp500 a nuovi record nominali per cui i media sono impazziti. Ma i volumi sono stati bassi, il che signifca che le mani forti non stanno partecipando: sono stati i tradizionali flussi di inizio mese dei fondi comuni e dei fondi pensione a far salire gli indici. Dalla prossima settimana quindi dovrebbe arrivare l'attesa correzione, che potrebbe essere particolarmente intensa se la Fed delude, e se il classico "sell in may and go away" prende piede. Continuo ad aspettare lo sp500 scad. giugno almeno in area 1450.
La settimana si conclude con : Dow a 13264 (+1,1%) Sp500 a 1505 (+0,6%) nasdaq a 2572(+0,6%) nasdaq100 a 1908(+0,3%) russell 2000 +0,4% trasporti +1% utilities +0,5% semiconduttori +1,4% broker-dealer +2,7% Banche +0,4%.
I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il minimo d lunedì a 900 e il massimo di mercoledì a 2400. Il rapporto tra put e call scende a 0,75 da 0,84. L'indice della volatilità (VIX) sale a 12,9 da 12,45.
Fermo il Nikkey per festività a 17400 , si gonfia a dismisura la bolla in Europa con nuovi record per il dax a 7516(+2%), il cac a 6068(+2,5%), il footsie a 6603(+3%) fatica solo l'italietta senza la benchè minima speranza: spmib a 43973(+0,9%) e mibtel a 34090(+0,7%).Prosegue spettacolare la SUPERBolla in Cina +2,1% (che porta a +167% l'incremento negli ultimi 12 mesi); Brasile +3,1% mentre scendono India (-2%) e Russia -1,5% .
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 18 maggio

PREVISIONI: Fed+Bce+Boe
Inizio di settimana in probabile surplace, complici la mancanza di dati e l'attesa per le banche centrali. Mercoledì sera sarà la Fed ad aprire le danze: tassi ovviamente fermi, ma attenzione concentrata sul comunicato di accompagnamento. Personalmente non credo vi saranno variazioni, ma se eventuali nuove sfumature dovessero far pensare a maggiori preoccupazioni per la crescita o per l'inflazione e dunque a un orientamento più ribassista o più rialzista sui tassi, le reazioni non mancheranno. Giovedì toccherà alla banca d'inghilterra attesa alzare i tassi, e poi alla BCE che non dovrebbe modificarli, ma annunciare con Trichet il rialzo di giugno. Si tratta di eventi scontati, e solo una sorpresa molto improbabile potrebbe avere effetti. Giovedì parlerà anche il governatore nipponico, ed usciranno i primi dati macro di un certo peso negli USA: il deficit commerciale e i prezzi all'import. Occorre però aspettare fino a venerdì per avere due informazioni cruciali americane: l'andamento dei prezzi alla produzione e soprattutto le vendite al dettaglio di aprile. L'andamento dei consumi, in caso di debolezza riacuirebbe i timori per la recessione, mentre in caso di forza darebbe sostegno alle recenti teorie di un rimbalzo nel secondo trimestre.

Economia: la mano visibile

ECONOMIA: la mano visibile
I dati sul mercato del lavoro americano (per quello che valgono) ad aprile sono risultati lievemente inferiori alle attese, e mostrerebbero dunque che anche la variabile ritardata per eccellenza, quella occupazionale, inizia a risentire del forte rallentamento intervenuto nel primo trimestre; questa valutazione è confermata da altre fonti, più affidabili anche se meno popolari, ed in particolare dall'indagine diretta sulle famiglie, ed una spiegazione del disallineamento con i dati ministeriali può essere quella relativa alle fasce di immigrati del sud america, spesso impiegate proprio nell'edilizia : risulta ad esempio un crollo nelle rimesse degli emigranti in Messico(dai dati della Banca centrale messicana).
La settimana americana però ha offerto una doppia sorpresa riveniente dai sondaggi sia nel manifatturiero che nei servizi, entrambi risultati ben sopra le attese: parrebbe quindi che ad aprile vi sia una ripresa, per cui sono emerse teorie di un rimbalzo del Pil nel secondo trimestre, tese a spiegare l'ottimismo altrimenti palesemente irrazionale della Borsa. Nel frattempo dal settore immobiliare i segnali restano negativi, e probabilmente il peggio deve ancora venire. La teoria ottimistica si basa sulla capacità dell'economia di tenere nonostante la crisi immobiliare, grazie alla tenuta dei consumi (e quindi del mercato del lavoro) ed alle esportazioni (e quindi dell'economia mondiale). Il dollaro ha un pò beneficiato di questa nuova visione che eliminerebbe la prospettiva di un calo dei tassi ufficiali, ma senza grande convinzione; i rendimenti obbligazionari, pur ingessati, hanno invece mostrato una lieve tendenza a scommettere su uno scenario recessivo, solo la Borsa, come accennato, resta ciecamente ottimista e per ora vede il dollaro debole come un elemento di sostegno per Wally, dimenticando che gli investitori euro che avessero comprato azioni americane all'inizio dell'anno, sono in perdita a causa del cambio.
Sul fronte europeo i dati macro continuano ad essere positivi così come le previsioni ufficiali, anche se qualche segnale di affaticamento a causa dell'euro forte inizia a intravedersi.

Al di là della congiuntura che a mio avviso lascia il tempo che trova, l'attenzione deve restare sull'aspetto strutturale della situazione senza precedenti che il mondo sta vivendo. Un rapporto del Fondo Monetario Internazionale certifica che le riserve valutarie delle banche centrali nel loro insieme sono passate da 2 trilioni nel 2000 agli attuali 5 trilioni (senza considerare un altro 40% di risorse che potrebbero essere ritenute riserve di fatto).Il valore nominale dei derivati è passato da 80 trilioni a 370 trilioni (per avere un idea, il PIL USA è 12 trilioni).
Non è una coincidenza il fatto che nel frattempo il deficit commerciale americano si sia quadruplicato. Le banche centrali, a cominciare da quelle dei paesi emergenti, sono stracolme di liquidità, che si moltiplica passando attraverso i sistemi creditizi (questa settimana , ad esempio, si è saputo che un nuovo record di crescita l'ha fatto anche l'M3 europea, quasi 11%). La grande inflazione dei prezzi dei cespiti patrimoniali di cui siamo testimoni, ne è l'effetto concretamente visibile. La crescita sincronizzata del credito, del deficit USA , dei flussi in dollari, della speculazione a leva, non sarebbe potuta avvenire se le banche centrali non avessero tenuto i tassi d'interesse reali a livelli minimali quando non negativi, ed agito da compratori di ultima istanza della carta stampata a Wasghinton: solo nel 2006 le loro riserve sono aumentate di 1 trilione, e nel 2007 si sta viaggiando a un ritmo del +30%. In particolare il boom esponenziale dei derivati "over the counter" è potuto avvenire solo grazie alla azione di riciclaggio dei dollari da parte delle banche centrali: poter contare su questa rete di salvataggio ha esaltato le capacità speculative, l'accettazione di rischi sempre più elevati, e dunque l'azzeramento del premio per il rischio, da parte del sistema globale. Aver eliminato il rischio di cambio per gli indebitamenti in yen, è l'esempio più lampante di questa degenerazione "morale" prima che economica e finanziaria: è l'azzardo immorale.
Ancora più importante è capire la mutazione genetica della moneta e della filosofia sottostante.
Come una cellula cancerogena, la moneta - da merce tangibile usata per favorire la produzione ed il commercio dei beni e servizi tra gli uomini - si è tramutata in un intangibile atto fiduciario, che ha ucciso il meccanismo autoriequilibrante che consentiva appunto il legame sistemico con produzione e commercio. In un mondo basato su una moneta merce tangibile, ad esempio l'oro, sarebbe impossibile per un paese accumulare indefinitamente un deficit commerciale con il resto del mondo, perchè prima o poi le riserve auree di quel paese finiscono:
a quel punto nessuno gli venderebbe merci in cambio di niente, ed il paese in questione sarebbe costretto a ridurre il proprio eccesso di importazioni ed anzi dovrebbe forzarsi a tutti i costi a vendere più di quanto compra per poter ricostituire delle riserve in oro.
Dunque un meccanismo che tende al riequilibrio.
Invece in un mondo basato su una moneta intangibile, il dollaro, è possibile per il paese che lo stampa accumulare indefinitamente un deficit finchè il resto del mondo continua a "fidarsi"; e poichè i dollari accumulati vengono riciclati nel paese d'origine allo scopo di massimizzarne il rendimento, non solo non c'è più il riequilibrio ma anzi si viene ad esaltare lo squilibrio originale(via tassi d'interesse artificialmene bassi, afflussi di capitale, etc.).
Il fatto perverso è che l'atto fiduciario dipende soprattutto dalla concezione di interesse proprio di colui che fa fiducia, piuttosto che dal merito dell'affidato.
E qui ariviamo al punto filosofico cruciale.
Dalla "mano invisibile" postulata da Adam Smith - un filosofo morale, nel 18mo secolo nella sua monumentale opera La Ricchezza delle Nazioni ("non aspettatevi il buon pane dal buon cuore del fornaio, ma dal suo egoismo.."), per cui il capitalismo basato sulla concorrenza perfetta produceva il benessere generale sfruttando l'interesse individuale - siamo oggi passati alla "mano visibile" di un capitalismo oligopolistico che trasforma l'interesse e l'egoismo individuale in malessere generale. In particolare l'aver reso il prezzo della moneta (il tasso d'interesse) soggetto a decisione dirigistica da parte dell'emittente, e non più soggetto alla libera legge della domanda e dell'offerta, ha fatto confliggere l'interesse nazionale di breve termine, con l'interesse generale di lungo termine. Basti pensare alle svalutazioni competitive tra monete nazionali in cui tutti fanno a gara a svalutare per esportare di più. I giapponesi, ad esempio, tengono i tassi d'interesse reali negativi e il cambio della propria moneta svalutato perchè ritengono di fare il proprio interesse egoisitico nazionale (sostegno alle esportazioni, alla domanda interna,etc.), ma così facendo creano una palese distorsione globale di dimensioni enormi che è contro l'interesse generale: l'azzardo immorale.
E' il punto chiave di cui si parla poco o niente (e del resto chi ne dovrebbe parlare? l'industria finanziaria, che ne è la beneficiaria?). Tutto il resto sono manifestazioni in superficie di tale realtà che è nelle viscere profonde del sistema attuale, e di cui un giorno si pagherà il conto(salatissimo).

4/29/2007

La Nota sui mercati (29.4)

La settimana dal 23 al 27 aprile
MATERIE PRIME: sfiorato il disastro
La notizia che conta è arrivata venerdì: l'Arabia Saudita ha sventato un attacco di Al Quaeda che se avesse avuto successo avrebbe bloccato la produzione petrolifera, portando chissà a quali livelli il greggio. Che infatti, nonostante lo scampato disastro, ha concluso ai massimi: sulla scadenza giugno a 66,6 quasi il massimo dell'anno, con il gas naturale anch'esso in rialzo a 7,85 sul giugno.
I metalli invece hanno subìto una correzione infrasettimanale di alcuni punti percentuali, materializzatasi giovedì e di cui ho scritto nel Flash : giornata strana.Si conclude con: oro a 682(giugno) argento a 13,55 (luglio) rame a 353(luglio) platino a 1293(luglio) palladio a 374(giugno).L'indice CRB a 315 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: dollaro a nuovi minimi
Il dollaro ha continuato a perdere facendo nuovi minimi, nonostante il rimbalzo di giovedì dovuto a momentanee prese di profitto. Lo yen ha continuato a perdere più del dollaro, autentica cenerentola del panorama valutario, e ciò nonostante la BOJ abbia lasciato intravedere prossimi rialzi dei tassi; ma nessuno crede avvengano prima di luglio e nel frattempo si preferisce incassare il cospicuo differenziale d'interessi regalato graziosamente dai nipponici.
In questo contesto eurodollaro scad. giugno ha ritoccato il record storico dopo i dati sul PIL USA arrivando fino a 1,3715, e nonostante le successive prese di profitto ha concluso a 1,368 cioè sopra i massimi della scorsa settimana. Probabili nuovi massimi a breve(1,378), anche se dovremmo essere vicini ad un top di periodo dopo questa lunga gamba rialzista iniziata a fine gennaio, seppur intevallata da fasi di range stretto. Il top potrebbe essere innescato da un ritorno dei timori di rialzo dei tassi fed a causa dell'inflazione crescente.In alternativa, se invece ci si convince sempre più che la fed taglierà i tassi, c'è il famoso collasso di cui ho scritto recentemente, scenario che impatterebbe poi tutti i mercati. Per me, lo scenario più probabile è basato sui tassi FED fermi fino almeno a tutta l'estate, se non tutto l'anno: formazione pertanto di una lunga fase lateral-rialzista, con lento slittamento a zig-zag verso 1,40.
La prossima settimana in attesa dei dati sull'occupazione USA e della successiva riunione Fed, il range dovrebbe essere grosso modo 1,372-1,362 (con eventuali sforamenti al max. a 1,378 o 1,357).
L'indice generale del dollaro a 81,3(giugno)
Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
Posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
Posizione asset: comprato straddle eurodollaro 1,36(scad. 4 maggio)

OBBLIGAZIONI: giù e sù
I rendimenti avevano iniziato a scendere in scia ai dati deboli di martedì, poi hanno recuperato ed anzi concluso in lieve aumento perchè dollaro debole e inflazione in aumento non possono non spaventare (comunque dovrebbero essere ben più alti).Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 6 cts. a 5,07% , il biennale resta fermo al 4,65% il quinquennale sale di 2 cts. al 4,59%, il decennale di 2 al 4,69% ed il trentennale di 3 cts. al 4,88%.In Europa il bund decennale sale di 2 cts. al 4,22% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata si colloca a 47 cts. Invece in Giappone il decennale scende a sorpresa di 6 cts. all'1,62% . I mercati obbligazionari emergenti sono stati contrastati ed i rendimenti salgono mediamente di 6 cts.
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: qualche contrasto
La settimana si conclude con : Dow 13120 (+1,2%) Sp500 1494 (+0,7%) nasdaq 2557(+1,2%) nasdaq100 a 1906(+2,5%) russell 2000 +0,1% trasporti -1,6% utilities +0,9% semiconduttori +2,3% broker-dealer +1,4% Banche -0,2%. Forti quindi i tecnologici, contrastati gli altri settori così come gli altri indici mondiali, ad eccezione della solita Cina.
Cala il Nikkey a 17400 (-0,3%), sale il dax a 7378(+0,5%), fermo il cac a 5931(-0,1%),scende il footsie a 6418(-1%) ma sale l'italietta senza la benchè minima speranza: spmib a 43642(+0,25%) e mibtel a 33892(+0,2%).
Prosegue spettacolare la SUPERBolla in Cina +4,9% (che porta a +165% l'incremento negli ultimi 12 mesi); India +0% brasile -0,4% la Russia -2,9% probabilmente a seguito dei toni da guerra fredda Putiniani (a 0% da inizio anno).I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di mercoledì a 2400 ed il minimo di venerdì a 1400 . Il rapporto tra put e call sale da 0,74 a 0,84. L'indice della volatilità (VIX) sale a 12,45 da 12,07.
Come atteso lo sp500 scad. giugno ha superato quota 1500 così come il dowjones ha surclassato quota 13 mila; aumentano a dismisura gli elementi tecnici negativi (oltre a quelli fondamentali): nonostante la fase maniacale una forte correzione è imminente(50-70 punti di sp500), potrebbe arrivare con i primi di maggio (sell in may and go away).
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 18 maggio

PREVISIONI: occupazione USA
Lunedì si inizia subito con una giornata intensa, sia sul fronte europeo dove usciranno M3, le vendite al dettaglio tedesche e vari altri indicatori, sia su quello americano dove terranno banco consumi e spese delle famiglie a marzo con relativo deflatore dei prezzi, l'indice di Chicago per aprile e la spesa in costruzioni. Martedì mezza europa in festa per il primo maggio ma negli USA arrivano i dati sull'ISM (indice manifatturiero)di aprile e parlerà bernanke sul libero commercio. Mercoledì tocca al manifatturiero europeo ed all'occupazione tedesca, mentre negli USA interventi verbali (tra cui Paulson sulla Cina), ordini alle fabbriche, mutui ipotecari e altri indicatori minori sull'occupazione che possono creare aspettative su venerdì. Giovedì prezzi alla produzione europei, e dagli USA sussidi settimanali, produttività nel primo trimestre, e indice dei servizi di aprile. Venerdì infine il dato più atteso (anche se non mi stanco di ripetere che trattasi di autentica spazzatura contabile): il mercato del lavoro americano ad aprile è stimato in crescita di centomila unità; come al solito forti scostamenti da questa previsione dovrebbero innescare i classici movimenti, ma - ripeto- non credo possano cambiare le attese di stallo sui tassi, anche perchè il mercoledì successivo tocca alla Fed.