La settimana dal 21 al 25 maggio 2007
ECONOMIA: il gioco delle bolle
Si chiarisce la situazione dell'immobiliare americano, dove la bolla sta inziando a scoppiare, almeno per le case nuove: i costruttori per potersi liberare delle nuove costruzioni hanno dovuto far crollare i prezzi dell' 11%; ciò ha consentito un aumento del volume di vendite (anche se il +16% registrato sarà sicuramente rivisto al ribasso, ed è tutto concentrato in un area del paese). Ma quello che conta è la caduta dei prezzi. Infatti i proprietari di case esistenti che cercano ancora di resistere tenendo i prezzi fermi, non riescono a vendere: -2,6% e l'invenduto raggiunge nuovi record. Non occorre essere geni per capire che anche loro dovranno cedere, se non altro perchè adesso i prezzi delle case nuove sono nettamente inferiori (a parità di caratteristiche) a quelli delle case esistenti. Inoltre deve ancora abbattersi su molti di loro la mannaia dell'adeguamento dei tassi d'interesse variabili.
Resta da vedere che effetto ci sarà sull'economia complessiva, passando da una situazione in cui era sostenuta dal bancomat-case ad una rovesciata, in cui non solo non si riescono più ad avere soldi dalle proprie case, ma addirittura occorre spenderne su di esse sempre di più: la Fed insiste nel dire che non ci saranno gravi danni generali, e i mercati sembrano crederci. In realtà è molto probabile che i consumatori dovranno tirare la cinghia. Ma la vera incognita rimane il sistema finanziario e l'enorme castello di carte costruito sopra ai mutui ipotecari, mentre i pignoramenti galoppano.
Proprio per compensare lo scoppio della bolla immobiliare americana, la trimurti sino-nippo-americana sta pompando alla disperata le altre bolle, in particolare quella azionaria. Si ritiene che l'effetto ricchezza riveniente dall'aumento della Borsa possa contrastare o quanto meno attutire l'effetto povertà riveniente dalla caduta dei prezzi delle case. Inoltre, poichè la bolla azionaria è globale, si ritiene che la recessione USA venga più che compensata dalla crescita nel resto del mondo. Per convincere i più riottosi, si mettono in giro anche teorie per cui le azioni oggi sarebbero "sottovalutate" ed hanno ampi spazi di crescita. La bolla non ci sarebbe perchè non c'è divergenza tra prezzi e fondamentali.
In realtà, anni di eccessi hanno fortemente inflazionato anche i cosiddetti fondamentali (profitti, cash-flows). E le bolle azionarie continuano ad espandersi, non perchè sia razionale ed economicamente sensato, bensì perchè continua lo squilibrio base nei conti con l'estero del paese che emette la moneta internazionale, in un sistema monetario a cambi sostanzialmente fissi dei principali paesi creditori, e che dunque genera una costante e crescente espansione della liquidità e del credito globale, che da qualche parte deve pur finire. Il gioco delle bolle, capaci di crescere tutte insieme appassionatamente in questo contesto, prevede che se e quando qualcuna scoppia, venga sostituita dall' accelerazione di un altra.
In questa fase, la bolla immobiliare USA si sta sgonfiando, e quelle su comodities ed obbligazioni hanno smesso di espandesi, ergo si soffia al massimo su quella azionaria, facendo aumentare a dismisura l'ineguaglianza tra i redditi .
Resta da vedere che effetto ci sarà sull'economia complessiva, passando da una situazione in cui era sostenuta dal bancomat-case ad una rovesciata, in cui non solo non si riescono più ad avere soldi dalle proprie case, ma addirittura occorre spenderne su di esse sempre di più: la Fed insiste nel dire che non ci saranno gravi danni generali, e i mercati sembrano crederci. In realtà è molto probabile che i consumatori dovranno tirare la cinghia. Ma la vera incognita rimane il sistema finanziario e l'enorme castello di carte costruito sopra ai mutui ipotecari, mentre i pignoramenti galoppano.
Proprio per compensare lo scoppio della bolla immobiliare americana, la trimurti sino-nippo-americana sta pompando alla disperata le altre bolle, in particolare quella azionaria. Si ritiene che l'effetto ricchezza riveniente dall'aumento della Borsa possa contrastare o quanto meno attutire l'effetto povertà riveniente dalla caduta dei prezzi delle case. Inoltre, poichè la bolla azionaria è globale, si ritiene che la recessione USA venga più che compensata dalla crescita nel resto del mondo. Per convincere i più riottosi, si mettono in giro anche teorie per cui le azioni oggi sarebbero "sottovalutate" ed hanno ampi spazi di crescita. La bolla non ci sarebbe perchè non c'è divergenza tra prezzi e fondamentali.
In realtà, anni di eccessi hanno fortemente inflazionato anche i cosiddetti fondamentali (profitti, cash-flows). E le bolle azionarie continuano ad espandersi, non perchè sia razionale ed economicamente sensato, bensì perchè continua lo squilibrio base nei conti con l'estero del paese che emette la moneta internazionale, in un sistema monetario a cambi sostanzialmente fissi dei principali paesi creditori, e che dunque genera una costante e crescente espansione della liquidità e del credito globale, che da qualche parte deve pur finire. Il gioco delle bolle, capaci di crescere tutte insieme appassionatamente in questo contesto, prevede che se e quando qualcuna scoppia, venga sostituita dall' accelerazione di un altra.
In questa fase, la bolla immobiliare USA si sta sgonfiando, e quelle su comodities ed obbligazioni hanno smesso di espandesi, ergo si soffia al massimo su quella azionaria, facendo aumentare a dismisura l'ineguaglianza tra i redditi .
MATERIE PRIME: inflazione alimentare
Il costo della bollificazione lo paga il popolo, il cui poter d'acquisto scende.I prezzi delle materie prime agricole e degli alimentari al dettaglio si avviano all'incremento record su base annuale da 30 anni a questa parte. I prezzi delle commodities agricole sono volatili in genere per effetto delle variazioni climatiche, dei raccolti, etc., ma ciò che colpisce in questa attuale fase di inflazione alimentare è che stanno salendo tutti simultaneamente, alla grande.
Si tratta di un evento importante, come spiegato in precedenti Note, perchè se verranno colpiti allo stomaco in centinaia di milioni nei paesi emergenti , i loro governi potrebbero essere obbligati a cambiare la poltica inflazionistica del cambio fisso (a cominciare dalla Cina), e lo scenario dei mercati finanziari cambierebbe radicalmente.
Per il resto fase laterale.I metalli poco mossi, concludono pressocchè invariati(tranne il platino che torna indietro dopo la recente corsa dovuta all'introduzione degli ETF). Il Petrolio dopo il rialzo della scorsa settimana, ha ritracciato fino a 64 e la scadenza luglio chiude a 65,2. Respinto dalla resistenza anche il gas naturale a 7,8 sulla scadenza luglio.
Si conclude con: oro a 662(agosto) argento a 13 (luglio) rame a 332(luglio) platino a 1277(luglio) palladio a 373(settembre).L'indice CRB a 313 (giugno).
Posizione a oltre 6 mesi: al rialzo
Posizione a 3-6 mesi: laterale
Posizione asset: oro fisico
CAMBI: dollaro ancora sostenuto
Il dollaro, come indice generale, conclude la settimana in lieve rialzo a 82,27 ottenuto a scapito un pò di tutte le altre valute, con lo yen sempre debole, incapace di mantenere i guadagni occasionali, le valute commodities in ritirata, e l'euro che non ha espresso forza propria. Il profilo seguito da eurodollaro questa settimana è in linea con lo scenario al ribasso dell'ultima Nota settimanale. Rottura fin da lunedì del supporto a 1,348, caduta mercoledì a 1,343 poi rimbalzo veloce a 1,352 e nuova veloce caduta giovedì a 1,3425 testato due volte e senza più manifestare forza nei rimbalzi, con tendenza a gravitare in area 1,345 dove conclude. Nel complesso si evince ancora predominanza di pressione al ribasso. Ciò nonostante penso che si stia formando una base cui dovrebbe seguire una fase rialzista di 100-150 tiks dai minimi. Più precisamente, se 1,3425 si confermerà il pavimento del range settimanale, vi saranno buone probabilità di una gamba rialzista che deve però dimostrare di superare il tetto a 1,3525 per avere maggiori ambizioni. La prossima settimana vi sono molti spunti per un aumento della volatilità, con il max. venerdì in occasione delle due ore di fuoco sui dati USA. Lì a sette giorni dalla scadenza delle opzioni giugno, si capirà in quale range avverrà la scadenza: per ora il più probabile è l'1,345-1,355. Sempre per la prossima ottava si possono quindi ipotizzare due scenari, tra cui favorisco quello al rialzo come sopra menzionato.Scenario al ribasso: sfondamento di 1,3425 e nuovi minimi ipotizzabili fino a 1,338 da dove dovrebbe svilupparsi una reazione ma che difficilmente potrà riportarlo oltre a 1,35 anche con dati 1 giugno deboli per il dollaro.Scenario al rialzo: tenuta di 1,3425 e puntata fino area 1,355, superabile se il pacchetto del 1 giugno risultasse chiaramente debole.
L'indice generale del dollaro a 82,1(giugno)
L'indice generale del dollaro a 82,1(giugno)
Posizione a oltre 6 mesi: dollaro al ribasso generale
Posizione a 3-6 mesi: dollaro laterale
Posizione asset: comprato put spread+ call (scad. 8 giugno ), venduto straddle settembre
OBBLIGAZIONI: arrivano gli SWF
Il rialzo dei rendimenti continua, omogeneo lungo tutta la curva delle scadenze, con il decennale USA che tocca il 4,9% massimo dell'anno, prima di stornare dopo la contrazione delle vendite di case esistenti americane, venerdì. Il movimento resta basato sulla bolla azionaria globale che attrae capitali a scapito dell'obbligazionario: questa settimana ad esempio si è saputo che la Cina ha investito 3 mld. di dollari delle sue riserve nel fondo di private equity Blackstone (prima erano investiti in titoli del tesoro USA). E' appena l'inizio visto che la Cina ha annunciato di voler destinare fino a 300 mld. in investimenti alternativi, cifra che equivale alla somma che possono manovrare con tutta la leva disponiile i primi 4 fondi di private equity al mondo. Anche altri paesi (emergenti, petroliferi,etc.) hanno intenzione di seguire questa strada con la creazione dei cosiddetti SWF (Fondi di ricchezza sovrana): in altre parole, le banche centrali diventano fondi di investimento(si stima che gli SWF arriveranno a 2,5 trilioni di dollari)! Contro tutti i principi prudenziali tipici di queste entità, si avrà un altra enorme spinta alla megabolla globale, ma i rendimenti dei titoli si stato perderanno una parte del classico sostegno, e dunque muoveranno al rialzo.
Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 2 cts. a 5,22% , il biennale sale di 4 cts. al 4,86% il quinquennale sale di 6 cts. al 4,79%, il decennale di 6 al 4,86% ed il trentennale di 4 cts. al 5%.In Europa il bund decennale sale di 7 cts. al 4,38% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata scende a 48 cts. Anche il Giappone si adegua: il decennale sale di 8 cts. all'1,72%, così come i mercati obbligazionari emergenti , con rialzi dei rendimenti nell'ordine dei 10 cts.
Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 2 cts. a 5,22% , il biennale sale di 4 cts. al 4,86% il quinquennale sale di 6 cts. al 4,79%, il decennale di 6 al 4,86% ed il trentennale di 4 cts. al 5%.In Europa il bund decennale sale di 7 cts. al 4,38% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata scende a 48 cts. Anche il Giappone si adegua: il decennale sale di 8 cts. all'1,72%, così come i mercati obbligazionari emergenti , con rialzi dei rendimenti nell'ordine dei 10 cts.
Posizione oltre i 6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione a 3-6 mesi: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla
BORSE: ci prova Greenspan
Come previsto dopo il via libero della Trimurti, la settimana era iniziata bene. Poi però è arrivata la dichiarazione del più grande creatore di bolle della Storia, Alan Greenspan, il quale ora che non ha più incarichi ufficiali dice agli altri (ai cinesi) che la bolla azionaria è destinata a scoppiare in modo drammatico. Grazie, Alan, della scoperta; peccato però che quando questo signore parlò di esuberanza irrazionale al nasdaq correva l'anno 1996 e ci sarebbero voluti ben 5 anni prima di arrivare allo scoppio , avvenuto proprio dopo che nel marzo del 2000, in un altro discorso famoso, Greenspan si disse invece convinto che si trattava di un "nuovo paradigma".
Fatto sta che Shangai ha continuato imperterrita a correre questa settimana, mentre Wally ha un pò tentennato, ed i segnali di deterioramento non mancano, come si può notare dagli indicatori appresso citati.
La settimana si conclude con : Dow a 13506 (-0,4%) Sp500 a 1515 (-0,5%) nasdaq a 2557(-0%) nasdaq100 a 1893(-0,4%) russell 2000 +0,8% trasporti -1,3% utilities -4,4% semiconduttori -2,3% broker-dealer -0,3% Banche -0,8%. I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di lunedì a 2100 e il minimo di venerdì a 600. Il rapporto tra put e call sale da 0,77 a 0,93. L'indice della volatilità (VIX) sale da 12,75 a 13,3.Il Nikkey sale a 17480(+0,5%) , sempre in piena espansione la bolla sul dax a 7739(+1,8%), flettono invece gli altri indici: il cac scende a 6057(-0,9%), il footsie a 6570(-1%) l'italietta senza la benchè minima speranza(incide lo stacco cedole): spmib a 43019(-4,2%) e mibtel a 33619(-4%).Prosegue spettacolare la SUPERBolla in Cina , nonostante l'avvertimento di greenspan (+3,7%) ; Brasile -0,9% India +0,2% e Russia -3,4% .
Fatto sta che Shangai ha continuato imperterrita a correre questa settimana, mentre Wally ha un pò tentennato, ed i segnali di deterioramento non mancano, come si può notare dagli indicatori appresso citati.
La settimana si conclude con : Dow a 13506 (-0,4%) Sp500 a 1515 (-0,5%) nasdaq a 2557(-0%) nasdaq100 a 1893(-0,4%) russell 2000 +0,8% trasporti -1,3% utilities -4,4% semiconduttori -2,3% broker-dealer -0,3% Banche -0,8%. I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di lunedì a 2100 e il minimo di venerdì a 600. Il rapporto tra put e call sale da 0,77 a 0,93. L'indice della volatilità (VIX) sale da 12,75 a 13,3.Il Nikkey sale a 17480(+0,5%) , sempre in piena espansione la bolla sul dax a 7739(+1,8%), flettono invece gli altri indici: il cac scende a 6057(-0,9%), il footsie a 6570(-1%) l'italietta senza la benchè minima speranza(incide lo stacco cedole): spmib a 43019(-4,2%) e mibtel a 33619(-4%).Prosegue spettacolare la SUPERBolla in Cina , nonostante l'avvertimento di greenspan (+3,7%) ; Brasile -0,9% India +0,2% e Russia -3,4% .
Posizione oltre i 6 mesi: ribasso generale
Posizione 3-6 mesi: rialzo generale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 15 giugno
PREVISIONI: finale incandescente
Lunedì vacanza negli USA ma anche in Inghilterra, Germania, Svizzera: non c'è niente,e non dovrebbe succedere niente. Martedì pochi dati secondari mentre il primo evento arriva mercoledì sera con la pubblicazione dei verbali della Fed, giorno in cui uscirà anche M3 in Europa. Dopodichè inizia un finale incandescente di settimana. Giovedì, dall'Europa la disoccupazione tedesca e gli indici di fiducia euro, mentre con i sussidi settimanali ai disoccupati americani, uscirà la seconda stima del PIL USA del primo trimestre che potrebbe essere rivisto dall'1,3 allo 0,8%, seguito dall'indice di Chicago a maggio. Venerdì vendite al dettaglio tedesche e indici manifatturieri europei, ma soprattutto ci sarà un record di dati americani racchiusi in un intervallo di 90 minuti. Alle 14,30 usciranno i dati sul mercato del lavoro a maggio nonchè spese e redditi delle famiglie ad aprile; mentre alle 16 arriverà l'ISM manifatturiero di maggio , le vendite di case (nuovi compromessi), e l'indice del Michigan. Inutile dire che il dato più atteso è come sempre quello sul mercato del lavoro, verso il quale negli ultimi tempi si sono formate previsioni positive (che hanno sostenuto il dollaro): una delusione potrebbe innescare un forte movimento.