5/13/2007

La Nota sui mercati (13.5)

La settimana dal 7 all'11 maggio 2007
MATERIE PRIME: si stabilizza il petrolio
Petrolio in fase di consolidamento dopo le recenti perdite: la scadenza luglio chiude a 64. Stabile appena sotto la resistenza il gas naturale a 8,04 sulla scadenza luglio, mentre la benzina alla pompa per gli americani rimane sopra quota 3 dollari al gallone, pesando sul loro potere d'acquisto.
I metalli in difficoltà perchè hanno confermato la correlazione di breve, inversa con il dollaro e diretta con i mercati azionari. Perdite del 4% per il rame, e del 2% circa per oro e argento.Si conclude con: oro a 672(giugno) argento a 13,3 (luglio) rame a 360(luglio) platino a 1341(luglio) palladio a 368(giugno).L'indice CRB a 312 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: stretto range
In un contesto di Banche centrali paralizzate, i rendimenti sono sempre ingessati con oscillazioni di pochi centesimi, ed hanno finito la settimana in lieve rialzo nonostante la contrazione dei consumi americani. Del resto la FED ha mantenuto il livello da prima elementare nel suo comunicato(la crescita è diminuita, ma poi aumenterà; l'inflazione è aumentata, ma poi diminuirà); la BCE si è limitata a confermare l'ormai da mesi atteso nuovo rialzino del tasso ufficiale al 4% per giugno, ma non si è spinta oltre; solo la BOE ha alzato di un quartino i suoi tassi (che ora hanno superato quelli USA, al 5,5%) ma le attese erano per mezzo punto, e per il futuro resta anche lei in sospeso. Per non parlare infine delle asiatiche: la prossima settimana tassi certamente ancora fermi per i giapponesi, mentre se i cinesi faranno qualcosa, sarà nell'ordine di qualche ritocchino assolutamente inutile. I Bond mondiali quindi restano ingessati, tra il sostegno dato loro dal diluvio di liquidità e dai possibili rischi di recessione da un lato, e il freno derivante dall'altro lato, per il timore dell'inflazione (del resto evidente e citata dagli stessi banchieri centrali come la principale preoccupazione).Come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 sale di 3 cts. a 5,08% , il biennale sale di 4 cts. al 4,71% il quinquennale sale di 3 cts. al 4,58%, il decennale di 4 al 4,68% ed il trentennale di 4 cts. al 4,85%.In Europa il bund decennale sale di 2 cts. al 4,21% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata è fermo a 47 cts. Anche in Giappone il decennale sale di 2 cts. all'1,64% . I mercati obbligazionari emergenti anch'essi con lievi rialzi dei rendimenti.
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: settimana piena
Lunedì di transizione, poi martedì il PIL tedesco e soprattutto dagli USA l'indice dei prezzi al consumo di aprile che è atteso in lieve calo nella componente netta da petroio ed alimentari, e che dunque se invece sorprende al rialzo potrebbe avere effetti ribassisti su bond e azioni, rialzisti sul dollaro. Inoltre sempre martedì, indici americani di new york e dell'edilizia e i dati sugli afflussi di capitale a marzo. Mercoledì sarà il turno dei prezzi al consumo europei, e nel pomeriggio dei cantieri e delle licenze edili statunitensi, seguiti dalla produzione industriale USA e da vari interventi verbali di uomini Fed. Giovedì altra giornata intensa, che inizia con la decisione della BOJ (ovviamente tassi fermi, ma possibili indicazioni sul futuro che se più aggressive del previsto potrebbero rilanciare lo yen), seguita da un discorso di Bernanke, e poi dal leading indicator e dal Philly Fed (parlerà ancora anche Greenspan che è un pò che va adombrando il rischio recessione in contrasto con l'ottimismo ufficiale della Fed). Infine Venerdì c'è il G8 e come dati solo l'indice del Michigan sulla fiducia, preliminare di maggio.
Come si vede parecchia carne al fuoco, con gli eventi clou rappresentati dall'inflazione e dall'edilizia americana, nonchè dalla Banca del Giappone. Non è escluso che si possa innescare un mix molto negativo per Wally con inflazione alta ed edilizia in crisi, a cui si può aggiungere un impennata dello yen(e questo sarebbe lo scenario che paradossalmente potrebbe provocare un eurodollaro a 1,34).