5/14/2007

Economia: la questione cinese

ECONOMIA: la questione cinese
La settimana si conclude con una secca contrazione dei consumi americani, le cui vendite al dettaglio ad aprile, non solo sono risultate più basse del previsto, bensì in termini reali sono ormai in calo secco. Naturalmente sono partite subito le sirene tese a gettare acqua sul fuoco, ed è stato lanciato il termine Mapril per dire che essendovi stati alcuni disturbi (festività pasquali) sul dato di aprile, quello che conta è la somma di marzo (rivisto un pò al rialzo) ed aprile. Ma anche così, in termini reali, la decelerazione è indiscutibile, a maggior ragione se si considera che nel frattempo sono ripartiti i crediti al consumo. Insomma, l'iperindebitato consumatore americano, nonostante continui ad essere drogato dal credito facile, inizia a risentire della crisi immobiliare, mentre la benzina continua a stare ai massimi. Ciònonostante le importazioni dall'estero continuano a crescere a ritmi ben superiori all'export, con il risultato che il deficit commerciale di marzo è salito rispetto a febbraio di quasi il 10% arrivando a quota 63 miliardi.
E' probabile quindi che il PIL del primo trimestre venga rivisto al ribasso dall'1,3% della prima stima, non solo a causa del deficit maggiore, ma anche per le scorte in calo. E i dati sul secondo trimestre, che la scorsa settimana erano parsi partire meglio, dopo questa flessone dei consumi tornano in discussione, e se i consumi continueranno il trend discendente, a fine luglio potrebbe arrivare la notizia che il PIL USA si colloca nei pressi dello 0%.

Questa settimana è riemersa in pieno la questione cinese. Lo yaun ha guadagnato sul dollaro, e ci si aspetta un rialzo dei tassi cinesi, dopo gli ennesimi dati sul surplus commerciale in ulteriore aumento e sull'inflazione interna che marcia a gonfie vele, a parte la superbolla azionaria. Il tutto in vista dell'incontro di fine mese con la delegazione americana, particolarmente delicato dopo le recenti mosse protezionistiche.
Più volte ho scritto che la degenerazione di liquidità globale in essere potrebbe finire solo che la Cina lo volesse. Ogni volta però ho concluso che almeno fino alle olimpiadi del 2008 non si vede cosa possa convincere i cinesi a farlo, essendosi creato un perverso Equilibrio di Nash.
Ebbene, gli ultimi dati in materia di inflazione alimentare in Cina, aprono uno spiraglio: è ipotizzabile infatti che quando la grande inflazione provocata dalla politica cinese arriverà a colpire le già povere pance della stragrande maggioranza che si trova nelle campagne, anche in presenza della ferrea repressione di cui i comunisti cinesi sono capaci, il regime sarebbe costretto a porsi come priorità il calo dei prezzi alimentari: e a quel punto dovrà invertire di 180 gradi l'attuale politica monetaria.
Ma, anche qui, quello che conta è l'aspetto strutturale, nonchè filosofico-politico della questione cinese. Siamo in una situazione in cui una dittatura comunista, guidata da un oligarchia costituitasi con mezzi feudali, in nome del Popolo, è divenuta la più grande sfruttatrice del Popolo che mai sia esistita nella Storia. Centinaia di milioni di persone vengono fatte lavorare 15 ore al giorno, per salari da fame, senza alcuna tutela di alcun tipo. Utilizzando questo sfruttamento selvaggio del Popolo, in nome di Marx (che immagino si rivolti nella tomba), non solo si è scatenato uno sviluppo altrettanto selvaggio che minaccia l'intero pianeta dal punto di vista eco-ambientale, ma si è picconato il sistema monetario internazionale, dando una spinta decisiva alla doppia mutazione genetica cancerogena di cui ho scritto recentemente, per cui oggi l'interesse egoistico di una casta al potere produce effetti globali letali. Nella sua impostazione nazi-fascista(pena di morte, assenza di libertà di opinione, etc.) la numerosa cricca che comanda la Cina, ha trovato facile giocare a fare il capitalista monopolista avviando il processo economico-politico che porterà alla Grande Guerra Globale, anche perchè dall'altra parte ha trovato la decadenza occidentale , ben rappresentata da utili idioti politici alla Bush, a loro volta manovrati da potentati economici accecati dalla sete di profitto facile e veloce.
Ecco perchè, secondo me, non c'è via di uscita: in un groviglio di interessi "particulari" che stravolgono quello generale, ormai la soglia di non ritorno è stata superata; la strada che conduce all'annientamento globale è in discesa ripida e l'umanità la sta percorrendo su un autobus senza freni, anche se con tanta musica a bordo(stile Titanic).