4/15/2007

Economia: arriva il collasso?

ECONOMIA: arriva il collasso?
Proprio mentre una delle maggiori associazioni a delinquere del mondo, il G7, festeggia la maggior crescita dell'economia globale da 30 anni a questa parte senza dire una parola sull'insostenibile accumulo di debiti (sarebbe come se si festeggiasse la maggior attività di un cocainomane tacendo che prende sempre più droga a fronte di quell'iperattivismo), nè una parola sulla distruzione dell'ecosistema che questa "crescita" drogata sta producendo e produrrà sempre di più (sarebbe come se si tacesse al cocainomane festeggiato per la sua iperattività la distruzione del suo organismo fisico che ciò comporta a lungo termine), emergono invece segnali che possono preludere al collasso del cocainomane.
Il segnale principale viene dal dollaro: l'indice generale è arrivato ormai a un passo dal burrone, vale dire quella quota 80 raggiunta solo 5 volte nel passato: 1978,1990-1992,1995 e 2004. Se la sfonda, può essere l'inizio del collasso generale. Questo perchè, come più volte spiegato, la riduzione del valore del dollaro riduce nel mondo di oggi la liquidità internazionale alla base della megabolla globale. Inoltre, essendo gli USA totalmente dipendenti dal risparmio estero per finanziare i propri debiti record e crescenti, non potranno stare a guardare e dovranno per forza agire sui tassi d'interesse.
Caduta del dollaro, rialzo dei rendimenti, liquidità in calo, non potranno non provocare lo scoppio generale delle varie bolle, a cominciare da quella azionaria cinese, amplificato dall'estremo grado di speculazione a leva ormai raggiunto. Il fatto che gli USA si trovano con un economia reale già in crisi a causa del settore immobiliare, con investimenti in contrazione e mantenuta a galla per ora solo dai consumi a debito, fa ritenere ai più che la Fed non agirà sui tassi nonostante l'evidenza di un inflazione crescente e ben oltre i limti che essa stessa si è data: se così sarà, il dollaro crollerà senza pietà, mentre le materie prime a cominciare dai preziosi si impenneranno a nuovi record. Il flusso di risparmio estero si volgerà verso altri lidi, piuttosto che impiccarsi in una valuta in caduta libera e a bassi tassi di rendimento reali. Sarà solo questione di tempo, poi gli USA si decideranno ad intervenire perchè non possono fare a meno del risparmio estero. Hanno appena commesso un altro errore clamoroso adottando misure protezionistiche contro la Cina (mentre proteggono il Giappone), e i primi effetti sul dollaro sono stati inequivocabili. Se la Cina inizia realmente a diversificare un pò, magari per ritorsione, non ci saranno interventi delle banche centrali che potranno salvare il dollaro. Questa settimana ci consegna i primi segni in questa direzione. L'unico vero intervento potrà essere sui tassi d'interesse al rialzo, negli USA ed in Giappone, paese corresponsabile: non contenti di aver creato un disastro immenso durante gli anni 80 per se stessi, le cui conseguenze sono durate 15 anni, i nipponici hanno ora collaborato a creare un disastro ancor più grande e questa volta per tutto il pianeta.
L'altro segnale chiaro viene dall'ORO. E' la prima volta che il dollaro si avvicina a quota 80 con l'oro a 700 $ l'oncia: il che significa che il dollaro non può contare sui suoi amici di sempre(finanza ebrea); i quali hanno già da tempo capito l'impressionante ondata inflazionistica provocata(ad arte) dalla politica monetaria mondiale, ed hanno accumulato oro, argento,platino, diamanti, opere d'arte,etc.; in passato tutti questi preziosi erano a livelli di prezzo ben più bassi e davano maggior spazio a politiche inflazionistiche di difesa del dollaro. Oggi le banche centrali estere sono già strapiene di dollari (di cui anzi cercano di ridurre il peso) e le loro economie sono già iperinflazionate dai precedenti acquisti di dollari. Quindi non esiste altro modo per sostenere il biglietto verde che quello indicato prima, anche se comporterà la caduta a catena di immobili, azioni, obbligazioni, e quindi dei consumi americani. E' la famosa crisi d'astinenza che il mondo deve per forza, prima o poi, affrontare se vuole disintossicarsi dalla droga.