CAMBI: tutto Cina
In un lunedì ancora festivo, vi è stato solo un debole proseguimento di acquisti di dollari in scia al dato occupazionale americano con il future giugno sceso fino a 1,338. Poi da martedì ha tenuto banco la questione geofinanziaria cinese: il dollaro ha ripreso ad essere venduto sistematicamente, arrivando fino a 1,35 prima della BCE di giovedì. Qui si poteva pensare (come avevo pensato io) che lo slittare a giugno di un prossimo rialzo dei tassi europei poteva riportare in area 1,34 il cambio. Invece, la notizia di altri due procedimenti protezionistici americani e la conferma che i cinesi avrebbero snobbato il g7, ha ridato slancio alle vendite di dollari, che hanno spinto il future giugno fino a quasi 1,36 venerdì, e nonostante un ondata di profit taking post dati americani alle 17 (fino a 1,352) si conclude la settimana a 1,357 cioè quasi 200 tiks sopra i minimi di lunedì. La verità è che i cinesi stanno realmente riducendo il loro sostegno al dollaro e questo è divenuto il punto cruciale. Se continueranno - come sembra per ora - dati o non dati, si potrebbe velocemente andare a 1,40 e oltre. Il problema è che un calo veloce del dollaro danneggia in primo luogo proprio loro (sono arrrivati a quota 1,2 trilioni di riserve ufficiali), finanziariamente ed economicamente: la caduta del dollaro comporta anche un calo dei bond USA(come successo già in queste ultime settimane) e dunque un aumento del rischio recessione americano. Non sono quindi da escludere nuove fasi di sostegno al biglietto verde, che in tal caso potrebbe ritornare in area 1,34, ma il destino resta chiaramente segnato: dollaro giù. Quello che complica il tutto dal punto di vista macroeconomico, è la questione giapponese. Il dollaro dovrebbe svalutare soprattutto contro yen (il che faciliterebbe anche la svalutazione contro yuan), mentre invece ciò per ora non avviene, provocando una svalutazione della moneta nipponica contro l'euro e le altre valute a tassi d'interesse superiori.Il G7 appena conclusosi ha fatto solo velati riferimenti a eventuali interventi per porre fine a questa inconguenza, ma non pare probabile che si cambi facilmente andazzo. Se l'euro si spingerà a 1,40 con il dollaro, fermo restando lo yen in area 119, ciò significherà un euroyen a 165, sempre più assurdo. Viceversa per riportare euroyen sotto 160 occorrerà un eurodollaro in calo a parità di dollaroyen , o una caduta di quest'ultimo a parità di eurodollaro, che sarebbe la cosa più logica.L'indice generale del dollaro a 81,9(giugno)
Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
Posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
Posizione asset: comprato put eurodollaro 1,34 (scad. 4 maggio)