Nota flash del 12.3
Questo fine settimana non sono riuscito a fare la Nota classica, mi limito a un flash giusto per non perdere il filo.
Il film è stato sostanzialmente quello che immaginavo (Previsioni: arriva la cavalleria). Dal punto di vista dei fatti sostanziali ci sono state una serie di conferme: la BCE ha alzato i tassi al 3,75 e ha fatto intendere che a giugno potrebbe arrivare al 4%. L'economia USA sta chiaramente rallentando, ed il dato sull'occupazione è più farlocco che mai: in ogni caso si tratta di un indicatore ritardato. Soprattutto la situazione dei mutui di scarsa qualità (subprime) sta peggiorando sempre più: il secondo intermediario americano del settore, la New Century sta per portare i libri in tribunale, e le sue azioni da 52 dollari di un anno fa sono oggi vicine allo zero. La litanìa stucchevole delle autorità secondo le quali "non ci sono problemi" è sempre più la dimostrazione del contrario.
In questo contesto i mercati continuano a mettere la testa sotto la sabbia e rispondono solo ai giochini di breve, vedi la reazione sul dato occupazionale, velocemente rimangiata. Nel complesso i rendimenti sono un pò risaliti, come il dollaro, e la stessa borsa, che ha approfittato del ritracciamento dello yen (in linea con le mie attese, circa il 50% e lo stesso ha fatto lo sp500).
La settimana che arriva porta parecchia carne al fuoco soprattutto americana, tra cui svettano le vendite al dettaglio di venerdì (ci diranno se per ora i consumi continuano a tenere) e i prezzi al consumo di venerdì (lo stesso per l'inflazione). Il combinato disposto di un calo dei consumi e di un inflazione sempre in tensione, dovrebbe far fare un altra gamba ribassista alla borsa (sp500 in area 1350), e solo una caduta dello yen potrebbe fare da contrappeso, ma a questo proposito è probabile che almeno fino al 31 marzo (chiusura anno fiscale nipponico) prevalga il contrario.
L'eurodollaro è rimasto nel range, e così pare orientato a fare anche per il prossimo futuro: solo un precipitare della crisi americana potrebbe spingerlo ai massimi sopra 1,33. Viceversa, una sorpresa positiva sulle vendite al dettaglio , unita sempre ad inflazione alta, alimenterebbe nuove aspettative sui tassi USA e potrebbe riportarlo in area 1,30(ma mi sembra molto difficile).
Questo fine settimana non sono riuscito a fare la Nota classica, mi limito a un flash giusto per non perdere il filo.
Il film è stato sostanzialmente quello che immaginavo (Previsioni: arriva la cavalleria). Dal punto di vista dei fatti sostanziali ci sono state una serie di conferme: la BCE ha alzato i tassi al 3,75 e ha fatto intendere che a giugno potrebbe arrivare al 4%. L'economia USA sta chiaramente rallentando, ed il dato sull'occupazione è più farlocco che mai: in ogni caso si tratta di un indicatore ritardato. Soprattutto la situazione dei mutui di scarsa qualità (subprime) sta peggiorando sempre più: il secondo intermediario americano del settore, la New Century sta per portare i libri in tribunale, e le sue azioni da 52 dollari di un anno fa sono oggi vicine allo zero. La litanìa stucchevole delle autorità secondo le quali "non ci sono problemi" è sempre più la dimostrazione del contrario.
In questo contesto i mercati continuano a mettere la testa sotto la sabbia e rispondono solo ai giochini di breve, vedi la reazione sul dato occupazionale, velocemente rimangiata. Nel complesso i rendimenti sono un pò risaliti, come il dollaro, e la stessa borsa, che ha approfittato del ritracciamento dello yen (in linea con le mie attese, circa il 50% e lo stesso ha fatto lo sp500).
La settimana che arriva porta parecchia carne al fuoco soprattutto americana, tra cui svettano le vendite al dettaglio di venerdì (ci diranno se per ora i consumi continuano a tenere) e i prezzi al consumo di venerdì (lo stesso per l'inflazione). Il combinato disposto di un calo dei consumi e di un inflazione sempre in tensione, dovrebbe far fare un altra gamba ribassista alla borsa (sp500 in area 1350), e solo una caduta dello yen potrebbe fare da contrappeso, ma a questo proposito è probabile che almeno fino al 31 marzo (chiusura anno fiscale nipponico) prevalga il contrario.
L'eurodollaro è rimasto nel range, e così pare orientato a fare anche per il prossimo futuro: solo un precipitare della crisi americana potrebbe spingerlo ai massimi sopra 1,33. Viceversa, una sorpresa positiva sulle vendite al dettaglio , unita sempre ad inflazione alta, alimenterebbe nuove aspettative sui tassi USA e potrebbe riportarlo in area 1,30(ma mi sembra molto difficile).