9/11/2006

Speciale Pacifico(prima parte)

Speciale Pacifico(prima parte)

"Il medio-oriente non è niente, sarà la contesa miliatare tra USA e Cina nel Pacifico a definire il 21simo secolo, e la Cina sarà un avversario più formidabile di quanto la Russia sia mai stata" (Robert Kaplan).

Per qualche tempo nessuna forza aerea o navale ha mai posto minacce agli USA. La sola competizione è stata con armate, sia convenzionali che guerriglieri. Ciò cambierà presto. La marina cinese si prepara a spingersi nel pacifico, e quando lo farà incontrerà molto velocemente la US Navy e l'Air Force riluttanti a scostarsi dalle coste asiatiche. Non è diffcile immaginare il risultato: una ripetizione delle decadi di Guerra Fredda, con il centro di gravità che non sarà più nel cuore dell'Europa ma, piuttosto, tra gli atolli del pacifico che furono al centro delle notizie quando i Marines li bombardarono nella seconda guerra mndiale. Nelle decadi prossime la Cina giocherà una partita asimmetrica avanti-indietro con gli USA nel pacifico, avvantaggiandosi non solo delle sue vaste coste ma anche delle sue basi nell'entroterra che arrivano fino all'asia centrale, dalle quali può essere capace di lanciare accuratamente missili sulle navi in movimento nel Pacifico.
In ogni scontro navale la Cina avrà diversi vantaggi sugli USA,anche se è indietro nella sua tecnologia militare. Ha il beneficio, per prima cosa, della semplice vicinanza. Inoltre i suoi militari sono attenti studiosi di competizione, ed apprendono veloci. Ha crescenti aumenti di "soft" power che dimostrano un particolare dono all'adattamento. Mentre i terroristi senza Stato si infilano nei vuoti della sicurezza, i cinesi si infilano in quelli eonomici. In tutto il mondo, nei posti pù disparati, dagli stati insulari dell'oceania al canale di panama, alle nazioni africane, i
cinesi stanno diventando maestri di influenza indiretta, stabilendo comunità di affari e diplomatiche, negoziando costruzioni e accordi commerciali. Pulsando con energia marziale, sbozzando una contadineria che - a differnza di altre nella storia- è letterata, la Cina costituisce la principale minaccia convenzionale all'impero liberale americano.

Come dovrebbero gli USA prepararsi a rispondere alle sfide nel pacifico?
Per capire le dinamiche di questa seconda guerra fredda, che collegherà Cina e USA in un futuro che si estenderà a varie generazioni, è essenziale capire certe cose sulla prima guerra fredda e sull'attuale situazione della NATO, l'istituzione che era preposta a combattere quel conflitto, perchè il sistema di alleanze Nato finora vigente è morto. Il sostituto funzionale della Nato nel pacifico che già esiste: il PACOM (Pacific Central Command), nome destinato a diventare familiare. Il concetto su cui si basa è che il centro di gravità più strategico per gli USA è già il Pacifico, non il medio oriente. L'alleanza atlantica potrà comunque giocare un suo ruolo durante la guerra fredda nel pacifico e gli USA si stanno già muovendo per plasmarne il futuro raggio d'azione.
Il quartier generale del PACOM è a Honolulu e qui vengono negoziati gli accordi bilaterali con Vietnam, Singapore, Tailandia, Cambogia, Filippine: oggi il Pacom assorbe la gran maggioranza delle forze militari USA (erroneamente si pensa che sia il medio oriente).
Otto von Bismarck, il padre del secondo Reich nell'europa continentale, avrebbe capito il sistema che sta emergendo nel pacifico. Nel 2002 il commentatore tedesco Josef Joffe sostenne in un suo articolo sull'interesse nazionale, che in termini di alleanze gli USA devono rassomigliare alla Prussia di Bismark. Inghilterra, Russia, e Austria avevano bisogno della Prussia più di quanto ne avessero ciascuno dell'altro, ha scritto Joffe. L'invasione americana dell'afganistan ha mostrato un mondo in cui gli USA possono forgiare differenti coalizioni per differenti crisi. Le altre potenze mondiali, attualmente hanno bisogno degli USA più di qanto ne abbiano ciascuna delle altre. Sfortunatamente gli USA non hanno capitalizzato subito questo nuovo potere perchè Bush non ha la capacità di Bismark, il quale capì che un sistema simile poteva durare solo fino a quando non lo si fosse sovrastato. Bush ha fatto proprio questo, con l'invasione dell'Irak che ha portato Francia Germania Russia e Cina a unirsi(insieme a potenze minori come Turchia, Messico, Cile) per contestare gli USA.
Nel pacifico comunque un impostazione bismarckiana ancora prospera, aiutata dal pragmatismo del comando militare di base alle hawai, che non risente del pesante condizionamento ideologico di Washington. In realtà il PACOM rappresenta una versione della superstruttura imperiale di Bismarck, molto più pura rispetto ad ogni altra cosa l'amministrazione Bush abbia creato prima di invadere l'irak. Come scrisse kissinger nel 1994, Bismark forgiava alleanze in tutte le direzioni apparentemente da una situazione di isolamento, senza i freni dell'ideologia. Fu così che riuscì a portare pace e prosperità nell'europa centrale per circa 50 anni (1860-1910): quando le relazioni tra i poteri sono calibrate correttamente, le guerre tendono ad essere evitate.
Solo un approccio pragmatico simile consentirà di contrastare l'inevitabile emergere della Cina come un grande potere mondiale. L'alternativa sarà rendere il pianeta Terra durante il ventunesimo secolo un campo di battaglia permanente. Ogni volta che grandi potenze sono emerse o riemerse sulla scena(Germania e Giappone nelle prime decadi del 20simo secolo, per citare due esempi recenti) sempre hanno teso ad essere particolarmente assertive, e pertanto hanno trasformato gli affari internazionali in guerre violente. La Cina non farà eccezione. Già oggi i cinesi stanno investendo in sottomarini sia normali che nucleari, un segnale chiaro che non intendono solo proteggere la propria costa ma anche espandere la loro sfera di influenza nel Pacifico e ben oltre.
Il che è interamente legittimo. Le regole cinesi forse non sono democratiche nel senso letterale, ma stanno cercando uno stile di vita occidentale per molti dei loro 1,3 miliardi di cittadini, e fare questo richiede la salvaguardia di vettori marini per il trasporto delle risorse energetiche dal medio oriente e da ovunque. Naturalmente essi non delegano gli USA o l'India e data la posta in gioco e dato ciò che la storia insegna circa i conflitti che emergono quando le grandi potenze perseguono i propri legittimi interessi nazionali, il risultato è probabile sia il conflitto militare del 21simo secolo: se non una grande guerra, una serie di guerre fredde che si trascinano per anni e decenni. E tutto ciò avverrà all'interno dell'area di competenza del PACOM. Affinchè i militari facciano bene il lavoro devono avere un approccio cauto, meccanico, ed utilitaristico, valutando e rivalutando gli equilibri regionali del potere lasciando il lato politico dell'equazione ai responsabili civili. Tra tutti i professionisti del governo, i militari devono essere i meno soggetti alle sirene del neo-conservatorismo interventista.
La storia della seconda guerra mondiale mostra l'importanza di questo punto. Negli anni 30 i militari USA, nervosi per la crescente forza di Germania e Giappone, giustamente spingevano per il rafforzamento della propria. E nel 1940 -41 i militari avvisavano prescientemente dei pericoli di una guerra su due fronti; per fine estate del 1944 ciò significava pensare meno a sconfiggere la Germania e più a contenere ll'Unione Sovietica. Oggi si preoccupano di una dichiarazione di indipendenza di Taiwan perchè con una tale mossa gli USA sarebbero costretti a entrare in guerra contro la Cina , cosa che potrebbe non esssere nell'interesse nazionale. L'Indonesia è un altro esempio: quali che siano i fallimenti sui diritti umani dei militari indonesiani, il PACOM considera che una politica di non impegno aprirebbe le porte alla coperazione militare cino-indonesiana in una regione che rappresenta il futuro del terrorismo mondiale.(La risposta USA allo tsunami asiatico, è stata anche uno sforzo umanitario; ma gli strateghi del PACOM hanno capito che una risposta vigorosa serviva a ottenere supporto politico per le basi militari in quelle zone, che formeranno la strategia di deterrenza contro la Cina). O consideriamno la Corea: la preoccupazione principale sulla riunificazione è che poi possa divenire "finlandizzzata" dai cinesi, piuttosto che una base sicura dentro la sfera americana e giapponese.

(fine prima parte)