9/15/2006

Speciale COT

Speciale COT

La sigla COT sta per Commitments of traders (impegni degli operatori), i quali a loro volta sono i dati sulle operazioni in futures (e opzioni sui futures) che si possono consultare sul sito www.cftc.gov. gestito dalla Commissione sul trading dei futures(commodity futures trading commission).
Poichè molti me l'hano chiesto, cercherò di illustrare come si leggono questi dati, quali sono le informazioni che danno e quale può essere la loro utilità.
Va subito detto però che per il trading veloce non servono a nulla, possono solo costituire un retroterra conoscitivo che però è in ritardo sull'attualità: questi dati vengono infatti resi noti alla fine di ogni settimana, ma si riferiscono alla situazione esistente alla chiusura del martedì (di norma) precedente. Quindi chi volesse consultarli , ha una fotografia relativa alla situazione di 3 giorni prima (che nel frattempo può essere cambiata, anche nettamente).
Ciò nonostante, a seconda dei vari mercati, può essere interessante sapere se vi è una determinata situazione strutturale negli impegni dei traders, e la sua evoluzione nel tempo.Nei mercati finanziari hanno un interesse ed una utilità molto limitata perchè esistono mercati "cash" enormi: ad esempio sui cambi, in borsa, sulle obbligazioni; qui il significato delle posizioni in futures praticamente si azzera. Però sulle materie prime ,non su tutte (ad esempio non sul petrolio), possono esserci situazioni in cui i futures hanno una predominanza notevole (e vanno sempre considerati i report relativi alla somma di futures ed opzioni, in quanto esistono tante strategie combinate perr cui vedere la sola situazione dei futures può essere fuorviante).

Prima di procedere è bene chiarire alcuni fatti basilari sui futures(contratti a termine), perchè chi cercasse di leggere i COT senza avere le idee chiare, rischia di prendere dei granchi clamorosi.

I futures possono essere sia comprati prima e venduti dopo, che il contrario: chi compra prima per vendere dopo lo fa perchè pensa che il prezzo salga, chi vende prima per comprare dopo lo fa perchè pensa che il prezzo scende. Ma i future possono anche essere regolati fisicamente
(dagli operatori commerciali): chi compra può non voler chiudere la posizione rivendendo il contratto, bensì alla scadenza ricevere la merce oggetto del medesimo; e viceversa per chi vende.Per inciso, questa informazione che non si vede dai COT, ha la sua importanza, perchè una cosa è se gli operatori preferiscono non avere scambi fisici effettivi (vuol dire che i prezzi non sono interessanti), altro è se invece preferiscono averli.

Ogni singolo contratto future che viene trattato, su qualsiasi cosa, comporta ,per definizione, l'esistenza di un compratore e di un venditore al medesimo prezzo. Pertanto, il numero totale delle posizioni in acquisto (long) e di quelle in vendita (short) è sempre in perfetta parità.
Questo è importante, perchè quando si parla di manipolazioni del mercato, bisogna rendersi conto che ogni posizione in vendita esistente è sempre perfettamente corrisposta da una in acquisto.
Quando il prezzo salta, al rialzo o al ribasso, vuol dire che comunque ad un certo suo livello si è trovato qualcuno disposto a comprare e a vendere. Il salto (cioè l'assenza di negoziazioni in un determinato intervallo di prezzo) vuol dire invece che nessuno era disposto a fare da controparte in quella fascia di prezzo ritenuta evidentemente troppo alta o troppo bassa. Questo avviene quando arriva improvvisa qualche notizia dirompente: se ad esempio è negativa, tutti vogliono vendere e nessuno comprare, il primo prezzo si forma quando inizia a esserci qualcuno disposto a comprare; se poi però la quantità in vendita resta superiore a quella assorbita dai compratori, il prezzo continua a scendere, e viceversa.In questo senso possono esserci manipolazioni dei prezzi: se vi è , in un detrimnato mercato, a un certo momento, un operatore che muov una quanutà nettamente superiore rispetto agli altri, può trascinare il prezzo nel senso desiderato. Nelle fasi di mercato poco liquide, questo si verifica spesso; anche perchè si conta sull'effetto trascinamento rispetto ai momentunm traders che si accodano con facilità quando vendono variazioni decise del prezzo in un senso o nell'altro, rischiano però di trovarsi con il cerino in mano quando il grosso operatore decide di avere guadagnato abbastanza e richide la posizione.

Il numero totale dei contratti esistenti è definito in inglese "open interests", ed è il primo dato che si trova guardando il COT , relativo a una certa data; il COT poi riporta la variazione intervenuta rispetto al rapporto precedente, quindi a una settimana prima; si può così innazitutto vedere se le posizioni aperte (potremmo dire, il volume) sono in aumento , costanti o in diminuzione. Se - ad esempio-si vede che il volume è crescente, e sappiamo che nel frattempo il prezzo è salito(la variazione del prezzo è l'unica cosa che non si vede dai COT), possiamo fare i ragionamenti del caso, e così via nelle altre situazioni.

Il COT indivdua 3 categorie di operatori:
- i commerciali , cioè coloro che trattano nella loro attività la merce oggetto del contratto, quindi ad esempio un produttore di grano che compra-vende future sul grano rientra in questa categoria;
- i non-commerciali, coloro che non hanno un attività sulla merce, fisicamente, ma che vi speculano sopra, in genere i fondi d'investimento, gli hedge fund, e sono società finanziarie;
- tutti gli altri, che il COT definisce "non-reportable (non classificabili), in cui entriamo ad esempio anche noi singoli privati, quando compravendiamo il ns. contrattino.

Per ognuna di queste categorie, il COT indica se le posizioni aperte a loro intestate sono long o short, e classifica a parte gli spreads, cioè le operazioni che hanno oggetto scadenze temporali diverse del medesimo contratto (se ad esempio compro il grano dicembre e vendo quello marzo, dò vita a uno spread che viene conteggiato a parte, perchè neutro circa la direzionalità del prezzo del grano), quando effettuate dai non commercial.
Inoltre indica i cambiamenti intervenuti rispetto al precedente COT per ogni situazione long-short delle varie categorie, e indica il peso percentuale delle posizioni aperte per ogni operatore e il numero di operatori (quello dei non-reportable si deduce per differenza).
Si può così vedere se vi è un alto grado di concentrazione delle posizioni, o se vi è una polverizzazione. Se vi è un alto grado di concentrazione, vi sono maggiori probabilità di una manipolazione del prezzo, perchè è elevata la probabilità che un improvvisa chiusura delle grosse posizioni non sia assorbita dal resto degli operatori che sono polverizzati in una miriade di piccole posizioni.

Su questi dati io- in genere- ragiono come segue.
Per prima cosa vedo come sono posizionati i commerciali: se ad esempio hanno una posizione lunga, che continua ad allungarsi, in una fase in cui il prezzo è stato ed è calante, ne deduco che per loro sono prezzi buoni per comprare dal punto di vista dei fondamentali, anche se so che hanno un ottica di lungo termine. Se, pur essendo lunghi, vedo che stanno riducendo tale posizione, e il prezzo è calante ne deduco che stanno cambiando idea; viceversa se il prezzo è in recupero, penso che stanno reagendo di conseguenza e che dunque il prezzo per loro ottimale è a un livello più basso. Viceversa se hanno una posizione corta, e analogamente a seconda dell'allungamento e dell'accorciamento della medesima.

Poi vedo come sono posizionati i fondi (non-commercial) tenendo presente che loro si muovono più sulle notizie e sull'analisi tecnica; poichè sono i più rapidi a rovesciare la posizione, se vedo che hanno accumulato una posizione molto lunga, ne deduco che vi è un potenziale elevato per una inversione del prezzo, qualora ovviamente arrivino notizie di tipo opposte, e il discorso vale a maggior ragione se anche gli altri (i non-classificabili) sono posizionati nello stesso modo.

Spesso si trovano però situazioni opposte tra i non-commercial e i
non-reportable, magari con i commercial neutri. In questo caso, si può ritenere che abbiano maggiori probabilità di aver ragione i grossi fondi piuttosto che i piccoli speculatori; ma può valere anche il concetto precedente della maggior velocità di rigiro della posizione.

Come si vede, non è affatto un insieme chiaro di indicazioni, nè potrebbe esserlo. Altrimenti sarebbe troppo facile, tutti lo seguirebbero.
Inoltre è un lavoro non da poco, quello di spulciarli uno per uno.
Personalmente, li vado a spulciare solo quando ho altri segnali, o notizie che mi fanno pensare di entrare su una commodity. Cerco di vedere in particolare se c'è qualcosa che osta, in base a quanto sopra menzionato, e che quindi mi fa dubitare; oppure se invece mi convince ancor di più.
In definitiva non ritengo assolutamente sensato operare solo in base ai COT, ma ritengo che a volte possa essere utile averne presente la situazione, come variabile addizionale. Nella mia esperienza ho visto le situazioni più diversificate, e si può facilmente controllare- ad esempio- chi aveva ragione o meno tra le 3 categorie di operatori, visto che i posizionamenti si riferiscono al martedì e si può andare a vedere cosa è successo al prezzo nei giorni successivi: si trova di tutto, quindi non c'è niente che possa anche lontanamente essere considerato una regola.