9/09/2006

La nota sui mercati 9.9

La settimana 4 - 8 settembre 2006
"Chi non e' padrone di se' finisce servo degli altri"(Roberto Gervaso)

ECONOMIA: partono i salari
La sorpresa della settimana è venuta dall'impennata del costo del lavoro USA nel secondo trimestre: +5% rsipetto a un anno prima, l'incremento annuo maggiore dal 1990 (nel primo trimestre si era al 3,6%).
I lavoratori americani in un crescente numero di settori hanno iniziato dunque a chiedere più soldi e le imprese hanno acconsentito perchè sanno che sono soldi svalutati. Sono queste le vere aspettative di inflazione, non i rendimenti ridicoli che esprime un mercato obbligazionario drogato. Ma la Fed non se ne preoccupa, stando alle ultime dichiarazioni ed al Beige Book, per cui la reazione dei mercati finanziari inizialmente forte(rendimenti al rialzo e borse al ribasso), si è poi ridimensionata.
Sono anzi cominciate le interpretazioni ottimistiche:
i maggiori salari non incidono sui margini di profitto e sostengono l'economia. Nessuno immagina che possa ripartire una spirale prezzi-salari stile anni 70. Eppure i compensi orari presentano questa escalation: a partire dal 3 trim 2004: +3,2% +3,8% +4,5% +4,8% +6,4% ed adesso nel secondo trimestre 2006 +7,7%.
A me pare un chiaro trend galoppante, ma è tipico dei mercati drogati ignorare sviluppi particolari anche per lungo tempo, fino a quando improvvisamente cambiano idea e iniziano a preoccuparsi molto.

Anche l'ISM dei servizi ha sorpreso al rialzo, ed i dati macro provenienti da tutto il mondo mostrano crescita ed inflazione:
in Giappone vi è stata un accelerazione delle spese di investimento, in grado da ridare respiro financo allo Yen ; in Cina il surplus commerciale continua a fare nuovi record e le riserve estere sono ormai quasi a 1 trilione di dollari; l'India sta crescendo all'8% annuo; i prezzi alla produzione sudcoreani sono balzati del 3,4% in un solo mese; le multinazionali investono globalmente 1,2 trilioni nel 2006 (+22% sul 2005); l'UE ha alzato le stime di crescita per l'Europa, al 2,5% livello che non si vedeva dal 2000; il surplus russo ha toccato 100 miliardi nei prime sette mesi dell'anno, e nel frattempo l'inflazione viaggia quasi al 10%; la produzione industriale turca è salita del 9,5% a luglio; le vendite di macchine in Venezuela sono salite del 74% negli ultimi 12 mesi..... e potrei continuare.
Insomma vi è chiaramente un boom mondiale , coerente con l'inflazionamento globale di moneta e credito, ed in queste condizioni l'inflazione crescente è una certezza. Negli USA varie forme di credito viaggiano a ritmi tra l'11 ed il 16% con le commercial paper che hanno appena fatto un nuovo record a +19%. D'altronde è ovvio: se i rendimenti calano , come sono già calati di oltre mezzo punto, la domanda di credito accelera; ed i famosi consumatori iperindebitati, che continuano a essere sollecitati in questa direzione (il credito al consumo continua a marciare al ritmo di 10 miliardi al mese, ed è arrivato a 2,35 trilioni), per il momento trovano conforto anche in un drastico calo del prezzo della benzina alla pompa(solo questa settimana -7%).

Ma la parola d'ordine è che non se ne deve parlare. Anzi, ben vengano gli scenari cupi sulla crisi dell'immobiliare americano, così c'è la scusa per non alzare i tassi e produrre inflazione.
Sui mercati nel frattempo abbiamo assistito a una settimana di modeste variazioni negative per obbligazionario ed azionario, e ad un movimento più corposo su cambi e commodities: queste ultime hanno risentito della chiusura dei finanziamenti in yen,in un contesto di dollaro forte,oltre a risentire della caduta degli energetici.

MATERIE PRIME : molla l'energia
La scoperta di un nuovo giacimento petrolifero negli USA stimato capace di produrre 15 milioni di barili a regime,è indubbiamente un fatto - se vero- che può cambiare i fondamentali del mercato petrolifero. Per il crudo è stata infatti una caduta continua che l'ha portato da quota 69 fino a 66. Adesso il supporto chiave si trova in area 63-58 (che era il livello di
un anno fa) e tutto fa presumere che verrà testata,a meno di sorprese dal fronte iraniano dove il fuoco continua a covare sotto la cenere.
Anche il gas naturale continua a perdere a 5,7 (ottobre).
Nel settore dei metalli dopo una partenza positiva si è fatta marcia indietro con una brusca inversione , appresso a dollaro yen e petrolio, con l'oro a 617(dicembre) il rame (dicembre) a 356 l'argento(dicembre) a 12,3 il platino(ottobre) a 1229 il palladio(dicembre) a 333.
L'indice generale CRB(dicembre) a 321(-2%).
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: il dollaro sale, l'euro scende
Dopo gli eccessi dei finanziamenti in yen del recente passato, è arrivata questa settimana un inversione significativa. Il là lo ha dato l'aumento delle spese per investimento nipponiche sopracitate, e il dubbio di una possibile sorpresa della bOJ nella riunione di venerdì. In realtà la banca centrale è rimasta ferma sulle sue posizioni attendiste in materie di tassi, e quindi lo yen contro dollaro è ritornato sui livelli precedenti, ma è rimasto in recupero sulle altre valute, ed in particolare contro euro (sceso fin sotto 148) perchè si sono levate voci europee preoccupate dalla recente rivalutazione dell'euroyen, tema che verrà discusso al prossimo G7. Di tutto questo movimento ne ha beneficiato il dollaro che ha guadagnato oltre l'1% come indice generale. L'eurodollaro scad. settembre ha così rotto il supporto di 1,275 che reggeva da oltre un mese ed è andato a chiudere a 1,268; vedremo adesso se si realizza quanto scrivevo nella scorsa nota(" la rottura di 1,275 riporterebbe a 1,25").Anche se tecnicamente la situazione propende in questo senso, resto convinto che ci vorrà il riformarsi di attese sui tassi USA per realizzarlo realmente. Comunque l'euro nonostante sia l'unica moneta che promette altri rialzi dei suoi tassi, manifesta debolezza endemica, probabilmente imputabile all'esistenza di posizioni rialziste in misura record (in sostanza chi doveva comprare lo ha già fatto, ed ora è sufficiente qualche ripensamento da parte dei rialzisti per affossarne il cambio).
L'indice generale del dollaro a 86(settembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: rendimenti in lieve rialzo
Dopo l'impennata iniziale, i rendimenti hanno recuperato nel finale in scia alle dichiarazioni tranquillizzanti degli esponenti Fed, ma il saldo resta lievemente al rialzo. Il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre è salito di 4 cts. al 5,37% negli USA , il 2 anni di 5 cts. al 4,81% il quinquennale di 3 cts. al 4,71 il decennale di 5 cts. al 4,78 il trentennale di 4 al 4,92.
In Europa il Bund decennale sale di 4 cts. al 3,78% ed in Giappone il decennale sale di 4 cts. al 1,68%; il tasso sul debito dei paesi emergenti è salito anch'esso di 4 cts mediamente.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: venduto decennale

BORSE: si scende(poco)
Il Nasdaq100 scad.dicembre, dopo un impennata a 1625 è sceso fino a 1580 per concludere a 1590(-1%).
Il Dow a 11392(-0,6%) lo sp500 a 1299(-0,9%) il nasdaq a 2165(-1,2%).Tra i settori, trasporti (-2,7%) il Russell (-1,8%) i semiconduttori(-1,3%) le biotech (-2%) i broker/dealer(-1%) le banche(-0,4%).
Tokyo scende a 16080(-0,4%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 5796(-1,2%) il footsie inglese a 5879(-1,2%), il cac francese a 5073(-2%) e l'Italietta senza la benchè minima speranza : l'SPmib a 37816(-1%) ed il Mibtel a 29017(-0,8%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: venduto nasdaq100

PREVISIONI: venerdì cruciale
Settimana ricca di stimoli, ma soprattutto con un finale importante ai fini delle attese sui tassi USA. Lunedì parleranno altri 3 esponenti fed e vi sarà la riunione dell'OPEC: non sono attese variazioni alle quote produttive, ma il recente calo del prezzo potrebbe provocare una sorpresa.
Martedì, fiducia dei consumatori nipponici e deficit commerciale USA del mese di luglio.Mercoledì prezzi tedeschi e francesi, mentre negli USA si avrà il primo intervento ufficiale sull'economia internazionale del nuovo ministro del tesoro, Paulson. Giovedì arrivano i prezzi all'importazione e le vendite al dettaglio USA di agosto: le attese sono per un deciso rallentamento, e qualora invece si registrasse una sorpresa al rialzo comincerebbero a risalire le attese per i tassi USA; al cui riguardo sarà cruciale la giornata di venerdì perchè arriva l'indice dei prezzi al consumo di agostoche dovrebbe portare il "core" al nuovo record di 2,9%; inoltre arrivano l'indice di new york per settembre, la produzione industriale di agosto e la fiducia del michigan preliminare di settembre e per finire l'intervento di Hoenig della Fed.
La mia ipotesi resta che il pacchetto dei dati USA mostri più crescita e più inflazione di quanto finora scontato dai mercati, spingendo al ribasso sia il bond che il nasdaq; con questa combinazione la Fed - anche se resterà ferma sui tassi il 20 settembre (come quasi certo)- sarà costretta a un comunicato più "duro".

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
In base alle idee esposte nell'apposita nota sull'Asset, giovedì sono rientrato in vendita di decennale a 106,9 e di nasdaq100 a 1590 entrambi scadenza dicembre. Il movimento di mercoledì poteva essere l'inizio del movimento che aspetto, e ho preferito rischiare un altra falsa partenza piuttosto che restare fuori.
Per il momento concludo in parità a 1590 con il mininasdaq100 scad. dic. e in minus con il decennale a 107,14(-240$).
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +4250 euro (con 19 operazioni effettuate su eurodollaro+ 4 sul nasdaq+1 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+3 su bond+1 su euroyen); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5,3% ed equivalente al +7,7% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 3,5% ed il 96,5% è in conto corrente al 2,19% netto (3% tasso iwbank).