10/01/2006

La Nota sui mercati(1.10)

La settimana 25 -29 settembre 2006

ECONOMIA: USA ai raggi X
L'ultimo dato della settimana , l'indice di Chicago per settembre, ha smentito il disastroso Philly Fed di sette giorni prima, salendo da 57 a 62; adesso risulterà fondamentale l'indice nazionale di lunedì (la cui correlazione con il Chicago non è forte).
Gli altri dati della settimana USA(ad eccezione della fiducia dei consumatori che è salita rispondendo al calo della benzina) sono stati deludenti, a cominciare dagli ordini di beni durevoli in contrazione del 2% ad agosto in tutti i settori dell'economia, per proseguire con le vendite di case - che pur senza sorprendere al ribasso -hanno confermato il chiaro trend calante: le esistenti si collocano a 6,3 milioni contro i 7 del 2005 e i 6,8 del 2004 anche se restano ben sopra la media di 4 registrata durante gli anni 90. Lo stesso vale per le nuove case poco sopra il milione di unità contro l'1,3 del 2005 e l'1,1 del 2004, pure loro restando ben sopra la media di 0,7 degli anni 90. Ma l'indicazione più interessante viene dai prezzi di vendita: per la prima volta scende il prezzo medio delle transazioni effettuate sulle case esistenti (-1,2% rispetto all'anno prima); restano invece ancora superiori i prezzi delle nuove case (+3,2% sull'anno prima) ma calano rispetto a luglio. Continuano a crescere la quantità di case invendute, ed il tempo necessario per venderle.
Non si può dunque ancora parlare di crash dell'immobiliare, ma chi lo prevede può trovare in questi dati i segni premonitori.
Nel frattempo la spesa per consumi ad agosto scende per la prima volta al netto dell'inflazione(-0,1%) ed è il primo declino mensile da 12 mesi a questa parte (quando ci fu l'uragano Katrina). I redditi reali restano anemici e il tasso di risparmio negativo. L'amento dei prezzi (del sottoindice specifico sui consumi), pur al netto di energia ed alimentari, è ben al di sopra del famoso 2% battezzato ufficialmente dalla fed come limite massimo desiderabile: ad agosto siamo al 2,5% ed il trend è al rialzo. Situazione complessiva che definisco da stagflazione.

Allora com'è che la borsa continua a salire, e questa settimana anche i rendimenti, le materie prime ed il dollaro sembrano darle ragione ?
a parte l'effetto psicologico del nuovo record fatto toccare alla media aritmetica delle 30 principali aziende (dow jones), ed al pompaggio di fine trimestre, si scommette su un futuro miglioramento economico indotto dal recente calo della benzina e dei rendimenti a lungo termnine, tanto da ignorare un altra informazione ricevuta giovedì (considerata evidentemente "vecchia"): nel secondo trimestre il PIL è stato fissato definitivamente al +2,6% (dal +2,9% precedentemente stimato) e i profitti aziendali si sono azzerati (rispetto al +14% del primo trimestre). Wall street invece guarda con speranza alle prossime trimestrali che usciranno tra fine ottobre- inizio novembre, e soprattutto dà per scontato non solo che la Fed abbia finito di alzare i tassi, bensì che ad inizio 2007 li abbasserà, e quindi già festeggia questa ipotesi. Infine, scommette sull'ipotesi che i capitali speculativi in uscita dall'immobiliare e dalle materie prime (prematuramente date per moribonde), finiranno sull'azionario.

Come si può facilmente osservare si tratta di un cumulo di scommesse e di ipotesi, una più precaria dell'altra. In realtà, vi è un evidente tentativo da parte del Cupolone (confermato dalle varie dichiarazioni degli uomini Fed, da loro prezzolati) di favorire il recupero dei repubblicani - per ora dati per spacciati- in vista delle elezioni di metà novembre: si sa che l'americano medio se vede la benzina scendere e la borsa salire, vota per loro, nonostante la disastrosa presidenza Bush.

Tutto ciò sta creando un potenziale ribassista molto elevato, pronto ad esprimersi il momento in cui Wally risulterà delusa (da trimestrali- inflazione- crescita- ed eventualmente fed). Occorre avere pazienza, è solo questione di tempo, e molto probabilmente bisognerà aspettare che sia passata la tornata elettorale.
Se poi la causa scatenante risulterà l'inflazione e quindi nuovi timori di aumento dei tassi, oppure una pesante caduta dell'economia a causa dell'immobiliare, resta ancora tutto da vedere.
Quindi mentre sono venditore da economista, da operatore - come fatto martedì - preferisco chiudere lo short quando il sentiment innescato dai dati va nella direzione opposta, tenendomi pronto a rientrare.

MATERIE PRIME : rimbalzo
Come atteso è arrivato un primo rimbalzo, soprattutto sul petrolio che ha aspettato il dato sulle scorte di mercoledì per effetuare un doppio minimo a 60 e risalire con forza fino a quasi 64 ed infine concludere a 63 (scadenza novembre). Il movimento è stato troppo veloce per poterlo sfruttare in asset, anche perchè come scritto nella scorsa Nota lo aspettavo a quota 58. Comunque è probabile che vi siano altre possibilità di rivederlo scendere; soprattutto, se è vera l'ipotesi "elettorale", sarà solo dopo novembre che si vedrà la ripresa del trend rialzista. Ho però sfruttato il petrolio come anticipatore del gas naturale, sul quale- come spiegato una settimana fa- si è verificato un ribasso molto più intenso, acuito da motivi artificiali (caso Amaranth); giovedì,in presenza di scorte più basse del previsto, e in coincidenza di alcuni segnali tecnici(sequenza di demark, divergenza con macd, etc.) si sono create a mio giudizio condizioni ottimali per un rimbalzo. Sono così entrato in acquisto sulla scadenza novembre a 5,36 cogliendo quasi il minimo assoluto (5,27) e venerdì in effetti vi è stato un primo segnale positivo con puntata fino a 5,73 e chiusura a 5,66. Ovviamente questo rimbalzo può facilmente venire stroncato già da lunedì prossimo, ed in presenza di nuovi minimi conto di stoppare (area 5,2) con rimessa limitata(circa 500$ dollari a contratto); qualora però il recupero dovesse proseguire, potrebbe divenire impulsivo se scattano le ricoperture dei ribassisti e velocemente si potrebbe vedere area 6,6-7 che consentirebbe un profitto di 2500$ a contratto. Il gioco vale la candela.
Il settore dei metalli ha proseguito nel recupero iniziato la scorsa settimana anche se il dollaro ha ripreso forza:
l'oro a 604(dicembre) il rame a 346 (dicembre) l'argento a 11,5(dicembre); il platino a 1150(gennaio) scende solo il palladio a 316(dicembre).
L'indice generale CRB(dicembre) a 306(+2%).
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprato gas naturale

CAMBI: falsa partenza
Il dollaro ha smentito subito il segnale della scorsa settimana, recuperando fin da lunedì, in scia all'ottimismo sopraillustrato sull'economia USA. Nel frattempo le sue principali controparti, euro ed yen, hanno risentito di alcuni dati propri. Sulla valuta europea ha inciso il calo dell'inflazione, anche se i dati economici hanno confermato la crescita in atto, e la quantità di moneta e credito continua a crescere oltre le previsioni.
L'eurodollaro scad. dicembre che aveva cominciato a 1,284 conclude a 1,274 dopo un minimo a 1,27. Anche lo yen è sempre sceso perdendo con dollaro fino a 118 (restando quindi stabile a 149 con euro). L'inflazione nipponica è stata confermata al +0,9% il che significa che i tassi reali sono negativi di oltre lo 0,7% rendendo sempre molto conveniente l'indebitamento in yen.
L'indice generale del dollaro a 85,7(dicembre)+1%
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: rendimenti in lieve crescita
Come sopra accennato, la contraddizione tra borsa e bond sembra essersi questa settimana un pò attenuata a favore della prima, perchè il decennale dopo un nuovo record al ribasso a 4,5% ha stornato con una certa forza concludendo al 4,63%(108 di future). Probabile però che abbiano inciso anche i pesanti quantitativi offerti alle nuove aste (gli USA devono costantemente emettere nuovi titoli, dato l'enorme deficit federale).
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007sale di 4 cts. al 4,79% , il 2 anni di 2 cts. al 4,69% il quinquennale di 3 cts. al 4,58 il decennale di 3 cts. al 4,63 il trentennale di 1 cts. al 4,76.
Nel complesso del terzo trimestre la riduzione dei rendimenti è stata di circa mezzo punto su tutta la curva da 2 a 30 anni.
In Europa il Bund decennale sale di 1 cts. al 3,7% ed in Giappone il decennale sale di 4 cts. al 1,66%; il tasso sul debito dei paesi emergenti è restato stabile mediamente.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: settembre record
"Adesso chiuderò solo di fronte a dati eventualmente forti e/o al superamento del massimo di 1340". Così scrivevo sette giorni fa e così ho fatto già martedì, di fronte alla crescita della fiducia dei consumatori e al raggiungimento della quota prefissata(-500$).
L'sp500 scad. dicembre si è poi spinto fino a 1350, livello toccato più volte ma che non è riuscito a superare concludendo a 1345,5. Nel breve questo è un segnale di debolezza, che potrebbe acuirsi di fronte ad un ISM negativo lunedì prossimo, ed in quel caso rientrerò in vendita.
Per la settimana concludono: il Dow a 11680(+1,5%) lo sp500 a 1335(+1,6%) il nasdaq a 2258(+1,8%), il nasdaq100 a 1671(+2%), il Russell2000 (+1%); tra i settori, trasporti(+2,9%) i semiconduttori(+1,2%) le biotech (+2,7%) i broker/dealer(+1,6%) le banche(+0,8%).
Nel trimestre gli incrementi sono del 4,7% per il dow, di 5,2% per lo s&p500, del 4% per il nasdaq e di circa il 7% per la maggioranza dei sottoindici, con l'eccezione degli edili (-28% da inizio anno) e degli energetici (-6%).C'è da dire che oltre la metà del guadagno si è concretizzato nel mese di settembre che ha così smentito la stagionalità negativa tipica di questo mese.
Tokyo sale a 16127(+3%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6004(+2%) il footsie inglese a 5960(+3%), il cac francese a 5250(+2%) e l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 38475(1,8%) ed il Mibtel a 29414(+1,8%).
Nel trimestre, il nikkey è salito del 4% in linea con gli altri indici asiatici maggiori, mentre tra i minori spiccano India, Filippine ed Indonesia(+17%).
Terzo trimestre forte anche per gli europei eccezion fatta per il footsie inglese(+2%): Italia 5%, Francia e Germania +5,7% Svizzera e altri nordici +10%, Spagna +12%.
Nel mondo i record assoluti li hanno fatti i sudamericani: Perù+27% Colombia +21% e costa Rica +20%.
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: altra settimana piena
La prima settimana dell'ultimo trimestre inizierà già domenica notte con l'indice tankan giapponese, molto atteso per eventuali effetti sullo yen.
Lunedì sarà il giorno degli indici manifatturieri di settembre sia in Europa che soprattutto negli USA, dove un forte scostamento dal 53,5 atteso ha il potenziale per movimenti corposi su bond e borsa. Dopo un martedì di transizione, mercoledì altra giornata cruciale con gli indici dei servizi sia in Europa (dove escono anche le vendite al dettaglio) e negli USA dove circa tre ore dopo parlerà Bernanke (sul tema del risparmio, che si presta a riferimenti alla politica monetaria).
Giovedì sarà il giorno della BCE attesa alzare i tassi al 3,25% .
In precedenza saranno gli inglesi a prendere la loro decisione, mentre si attendono vari interventi verbali del governatore giapponese e di due membri della Fed.
Venerdì gran finale con i dati USA sul mercato del lavoro a settembre:
sono tre mesi che in realtà questo dato non comporta sorprese singificative, uscendo sempre intorno a quota 120 mila di nuove buste paga, che è il livello atteso anche questa volta; proprio per questo, in caso di forte scostamento le reazioni possono essere molto intense.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
Dopo aver chiuso lo s&p500 a 1340(-500$), in posizione resta solo il mini natural gas scad. novembre comprato a 5,36 e che chiude a 5,66(+750$).
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +2300 euro (con 19 operazioni effettuate su eurodollaro+ 5 sul nasdaq+1 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+4 su bond+1 su euroyen+1 su petrolio+1 su s&p500); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +4,4% ed equivalente al +5,5% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 2% ed il 98% è in conto corrente al 2,19% netto (3% tasso iwbank).