10/05/2006

Speciale Cleptocrazia

Speciale Cleptocrazia

Dicesi Cleptocrazia un sistema politico ed economico in cui il potere viene
assegnato a chi ruba di più, e in cui al contempo per mantenere il potere
occorre rubare di più. Nei paesi sviluppati la cleptocrazia è mascherata da
democrazia; con il piccolo particolare che il popolo può sì votare, ma solo per
coloro che gli vengono presentati, e senza ingenti mezzi economici e finanziari
è impossibile presentarsi al popolo. Ne consegue che la "democrazia" è una
subordinata della cleptocrazia, definizione che va al nocciolo dell'essenza. In
una cleptocrazia poi, di norma, la "cleptomania" viene diffusa in dosi molto
minori un pò a tutti, in modo che a nessuno possa passare per la testa di farne
una questione morale. Rubare dunque come sale della vita economico- politica.
Noi in Italia ne abbiamo infiniti esempi, e non ci meravigliamo certo che
tangentopoli sia rinata più forte di prima, nè che essa sia un fenomeno mondiale
e con una lunga Storia alle spalle. Occorre tenere presente che uso il termine
rubare non soltanto in relazione ai soldi, bensì anche alla verità, ai diritti,
etc. , vi sono tante cose che si rubano.
Ma il campo dove la cleptocrazia domina sfacciata, è quello finanziario
attraverso sistemi diretti e indiretti di varia natura, la gran parte dei quali
sono "legali", tra cui la Borsa ed i mercati finanziari autentici casinò
truccati.
Durante gli ultimi memorabili due anni e mezzo, nel sistema cleptocratico è
assurto in posizione di spicco l'arbitraggio finanziario : vi è stata un
escalation clamorosa di miriadi di strategie speculative a leva.
Intendiamoci, è già da tanti anni che il sistema aveva sperimentato una gran
quantità di episodi estremi di "profitti" finanziari , ma mai così in grado di
condizionare i modelli comportamentali nei prestiti, negli investimenti, financo
nei consumi. Nel frattempo i profitti economici veri - quelli derivanti da una
sana e sostenibile attività di crescita del reddito e di allocazione delle
risorse - sono divenuti via via sempre meno rilevanti, una sorta di antica
reliquia appartenente a una bigotta epoca passata. Le conseguenze di questa
mutazione genetica sono sotto gli occhi di chi le vuol vedere: un sistema
finanziario sempre più speculativo (a leva) e disfunzionale, ed un sistema
economico sempre più distorto e squilibrato.
Queste dinamiche sono ai giorni nostri in pieno boom.
La reazione dei mercati a singoli dati economici fornisce una cospicua evidenza
della vulnerabilità economica e della fragilità finanziaria attuale:
ci troviamo nel pieno
di una enorme disponibilità creditizia a tassi negativi, e di un eccesso di
liquidità che non ha precedenti. Infatti i consumi restano robusti, solo che non
continuano a galoppare, e vi è stato uno spostamento nella natura delle spese.
Un fiume di liquidità imperversa sui mercati
immobiliari, fornendo profitti facili a intermediari vari (in primis, quelli
finanziari). Il che impedisce investimenti produttivi di occupazione, ma la cosa
più importante è che l'ammontare di liquidità e credito necessari per sostenere
le bolle sistemiche diviene sempre più problematico e precario.
In estrema sintesi: il vero problema non è il rallentamento economico, come si scrive
e si dice a destra e a manca; il problema sono gli squilibri strutturali,
spettacolari nelle loro dimensioni record.
Le cellule cancerogene che corrodono la valuta USA sono le distorsioni
economiche e finanziarie. Anni di inflazione creditizia e di crescente
disordine monetario hanno severamente impattato la competitività americana e
dunque gli investimenti realmente produttivi. Il crescere continuo degli eccessi
negli arbitraggi finanziari (ad esempio vendere bond per comprare titoli di
fanni e freddie, con una leva molte volte di uno a cento) inonda
pericolosamente di liquidità i mercati immobiliari, e pompa le bolle sugli
assets ed i consumi. Ed è questa espansione continua di debito non produttivo
(inflazione del credito) che rappresnta una miccia accesa sotto al dollaro e
alla stabilità finanziaria. La Fed è l'autrice di questo capolavoro.
Io sono convinto che adesso l'ultima cosa di cui il sistema- e il dollaro -
necessiti sia una caduta ulteriore dei rendimenti. Ma, dunque di nuovo, questo
è il motivo per cui definisco "disfunzionale" il sistema finanziario attuale,
anche se so che è nella natura intrinseca di una cleptocrazia finanziaria - dove
i "profitti" derivanti da arbitraggi finanziari regnano supremi - corrompere
surrettiziamente il meccanismo dei prezzi di mercato (l'eccessiva domanda
speculativa per strumenti di debito crea la sua stessa offerta, nutrendo
l'inflazione degli asset in modo auto-rinforzantesi).
Per cui oggi, nonostante un inflazione ufficiale al 3-4%, basta un dato
economico debole a incitare (e auto-rinforzare) un crollo dei rendimenti, il che
stimola un ancora maggiore espansione dei debiti non produttivi .
L'inflazione creditizia terrà sotto pressione il dollaro, spingendo le banche
centrali estere a sostenerlo e dunque a comprare titoli di stato, e questa
dinamica esacerberà ancora più gli arbitraggi tra titoli di stato e mutui
ipotecari, regalando agli speculatori profitti facili nella misura in cui
compreranno titoli di stato prima delle banche centrali . Che disastro.
E sì perchè poi arrivano anche le perdite facili non appena si capovolgono le
situazioni. Mi risulta che quest'anno siano molti gli hedge funds che si stanno
leccando le ferite. Ora tocca alle perdite azionarie anche se non è certo che
queste ultime siano in grado di innescare un inversione generale dei flussi
speculativi, fomentando una effetto domino sugli altri mercati. Commodities e
debiti degli emergenti sono vulnerabili allo smontaggio delle posizioni
speculative, con ripercussioni significative per l'economia globale? Oppure
proprio loro diverranno i preferiti in un ambiente a dollaro cedente? in
sostanza, ci troviamo negli stadi iniziali della fine della speculazione a leva,
o piuttosto rendimenti calanti ed una Fed nervosa saranno percepiti come un
ulteriore bonus per la speculazione a leva???
Trovo incredibile che, 70 anni dopo, la comunità ancora non sia capace di capire
che la grande crisi del 1929 fu dovuta all'acuta fragilità sistemica
sviluppatasi nei due decenni precedenti, molto simile a quella di oggi ma per
difetto.