10/07/2006

La Nota sui mercati 7.10

La settimana 2 - 6 ottobre 2006

ECONOMIA: confusione generale
Confusione sui dati.
Il tasso di disoccupazione USA è sceso al 4,6%, il più basso dal giugno 2001. L'incremento dei guadagni orari è al 4% il massimo da 5 anni. Nello stesso tempo, l'aumento delle buste paga a settembre è risultato meno della metà rispetto alle stime, anche se sul mese precedente è stata apportata una revisione al rialzo che compensa tale calo. Ma soprattutto il Dipartimento del Lavoro ha annunciato una revisione sui dodici mesi terminati a marzo che comporta un clamoroso aumento di 800 mila unità.
La reazione dei mercati venerdì pomeriggio è stata di dare maggior peso alle revisioni, con forti vendite sull'obbligazionario, acquisti di dollari e qualche vendita di azionario.
Morale: dati e mercati inaffidabili e manipolabili a piacimento da chi comanda.
Confusione Fed.
Mercoledì Bernanke ha affermato che l'immobiliare è in contrazione e toglierà l'1% al PIL, e dunque l'inflazione non sarà un problema.
La reazione dei mercati è stata di comprare sia obbligazioni che azioni.
E' ancora forte il ricordo di quando Greenspan catalizzava una bolla storica sull'immobiliare per compensare la caduta sul finanziario dovuta
allo scoppio della bolla sui tecnologici.
I mercati sapevano che il re degli inflazionisti (Bernanke) sarebbe stato deliziato dai loro acquisti.
Giovedì, però, il vice di Bernanke, Kohn e il neo arrivato Possler (Fed di Filadelfia) hanno entrambi detto esattamente l'opposto di quanto affermato da Bernanke.
La reazione dei mercati è stata di ignorarli sul momento, ma pare che venerdì se ne siano ricordati.
Morale: la confusione regna sovrana sotto al cielo, instillata ad arte da chi comanda.

Finora l' obbligazionario, il più grande ed importante tra tutti i mercati, ha ignorato le dichiarazioni contrastanti provenienti dalla Fed, sposando la linea del Capo (bernanke), il quale ha assicurato a parole di essere pronto a rispondere ad un ulteriore accelerazione dell'inflazione, ritenendola però poco probabile, e ciò è stato finora sufficiente. Anche perchè l'opinione di consenso è che l' immobiliare stia per implodere, ed il vero rischio è la recessione, non l'inflazione, tanto da scontare nei rendimenti un calo dei tassi della fed prossimo venturo di quasi un punto percentuale. Fino a poche settimane fa il dubbio era se la Fed continuava a rialzarli ma sono bastati un paio di dati, peraltro molto discutibili dal punto di vista analitico, per "dimenticare" il rischio di inflazione, forzando le ricoperture e le stoploss di quanti avevano puntato su un rialzo dei rendimenti (come il sottoscritto) che per ora hanno quindi perso una battaglia (la guerra è ancora tutta da combattere).

Bernanke, noto inflazionista, che aspetta la mezza scusa per abbassare i tassi, gioca ovviamente a favore di chi compra bond. La Nuova Era delle banche centrali, inaugurata da Greenspan, si basa sulla teoria che non è compito delle autorità impedire la formazione delle bolle speculative; è però loro compito intervenire non appena le bolle scoppiano, inondando di moneta il sistema, e così creando altre bolle che sostituiscano le precedenti e ne compensino gli effetti negativi sull'economia reale.
Sono le "mille bolle blu" di cui scrivo da anni e anni.
Ciò si ottiene anche incitando gli "spiriti animali" del mercato i cui impulsi speculativi sono favoriti in tutti i modi da regole e liquidità abbondante e a buon mercato.

Ma sostituire una bolla con un altra(più grande: quella immobiliare è di gran lunga superiore a quella tecnologica) comporta i molti problemi di cui ho tante volte scritto,e che non sto a rielencare qui; soprattutto produce una continua interazione volatile tra inflazione degli attivi patrimoniali e l' enorme sfera finanziaria . Gli elementi di fraglilità sistemica sono tenuti a bada dalla poltica monetaria permanente espansiva, e dalla trasparenza disordinata di contabilità e strumenti derivati (non si sa con precisione quanti ce ne siano in giro, si stimano in oltre 300 trilioni di dollari, e le grida d'allarme non mancano).
In parole povere, il tentativo che sta facendo la Fed è far ripartire una bolla azionaria ed obbligazionaria, per compensare gli effetti dello scoppio di quella immobiliare.
Dunque, mentre noti e stimabili economisti come Roach e Roubini si dicono certi della recessione prossima ventura, io nutro parecchi dubbi : la mefistofelica operazione Fed potrebbe infatti allungare il brodo ancora per molto tempo. Roach e Rubibni non parlano mai della dinamica in essere nella sfera finanziaria e creditizia. Invece la finanza ipotecaria, come quella aziendale e statale , per non parlare del credito al consumo, continuano a galoppare; fusioni ed acquisizioni, riacquisti di azioni proprie, proseguono a ritmi da record. Il sistema sta per fare l'ennesimo record storico quest'anno quanto a creazione di credito, mentre il deficit estero americano continua a crescere e a provocare inflazione nel resto del mondo, e l'attuale correzione delle materie prime non deve trarre in inganno. La comunità speculativa globale a leva resta l'epicentro, anche se la lista di hedge funds in difficoltà si sta allungando ogni giorno : sono quelli che hanno puntato solo e troppo sulle materie prime e sull'energia, o su un rialzo dei rendimenti e sul calo di borsa; ma i profitti di quelli che hanno invece puntato sul credito ne hanno per converso beneficiato, più che compensandoli.
Ed infatti, oltre all'immobiliare, il vero tallone d'achille del sistema risiede nella enorme leva sui titoli obbligazionari. E mentre il ribasso dei rendimenti dell'ultimo trimestre ha dato beneficio agli investitori in bond, è stato destabilizzante per il sistema nel complesso, perchè ha riattizzato la bolla creditizia; il tutto amplificato dalle dinamiche speculative: chi aveva scommesso sul rialzo è dovuto uscire, le coperture sul rialzo dei tassi sono state ridotte fortemente, e la speculazione si è buttata in direzione opposta.
Credo quindi che si sia probabilmente posposta ogni eventuale mossa al ribasso dei tassi fed (nonostante Bernanke),ed anzi siano aumentate le possibilità di ulteriori rialzi. Se anche il mercato si convince di ciò, il movimento sarà violento: avremo la classica V nei rendimenti che può far male agli operatori a leva ed alla liquidità del sistema.
Naturalmente non è detto che l'improvvisa giravolta di venerdì ne sia l'inizio, ma mi tengo pronto a rientrare in vendita di decennale.

MATERIE PRIME : gas da manuale, aspettando l'oro
Il gas naturale si è comportato esattamente come previsto, ed ha inanellato un rialzo del 15%. L'operazione di acquisto sui minimi della scorsa settimana è andata dunque bene, anche se non l'ho sfruttata in pieno: mercoledi, di fronte al nuovo minimo sul petrolio, ho preferito non correre il rischio di un dato sulle scorte eccessivo, ed ho chiuso incassando 1500$ a contratto (sarebbero stati 2500 alla chiusura di venerdì).
Il crudo dal canto suo è stato cedente ma dopo il minimo a 57,7 prima citato, ha recuperato concludendo a 60. Sta formando una base in area 58, a suo tempo indicato come un supporto importante, e se la tiene per il prossimo mese, sarà da acquistare con convinzione in vista del superamento della scadenza elettorale americana.
Il settore dei metalli è stato venduto a causa delle difficoltà degli hedge funds specializzati: l'oro a 577 (-4%)(dicembre) il rame a 339 (dicembre) l'argento a 11,1(dicembre); il platino a 1080(gennaio) il palladio a 300(dicembre).
Adesso si tratta, come per il gas naturale, di trovare il timing tecnico adatto per comprarli con un rapporto rischio-rendimento favorevole.
L'oro ad esempio ha fatto un bel doppio minimo a 565(supporto chiave 550) e la configurazione grafica è già interessante. Negli anni, l'oro ha mostrato la tendenza a fare ritracciamenti del 50-60% sia durante i trend crescenti che decrescenti: nei primi stadi di un trend questi ritracciamenti tendono ad andare oltre il precedente trading range, ma non riescono a penetrare il punto di mezzo del precedente consolidamento. Il rally conclusosi il 28 settembre ha ritracciato il 53% del declino iniziato il 4 settembre a 640 ed ha marginalmente oltrepassato il minimo del 24 luglio a 602. Ora che il prezzo ha perforato il supporto di settembre, il livello chiave di resistenza diviene 588: una chiusura al di sopra dovrebbe catalizzare un a nuova onda rialzista.
Quello che conta inoltre è che non esiste un solo motivo fondamentale per non comprare oro, o per venderlo.
L'indice generale CRB(dicembre) a 302(-1%).
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: vera rottura?
Il dollaro ha concluso la settimana alla grande, con forti acquisti seguiti al dato sul mercato del lavoro come sopra accennato. In realtà dopo la falsa partenza al ribasso di due settimane fa (dopo il Philly Fed) è probabile che anche questa rottura si riveli altrettanto falsa.L'indice generale è tornato ai massimi di metà luglio che è in fondo il livello di fine aprile (prima della caduta post G7). Anche graficamente potrebbe quindi rivelarsi una figura ribassista se non riesce a superare quota 87 in tempi rapidi e in modo convincente. Del resto i fondamentali non depongono certo a favore del dollaro, e la stessa mano forte (banche centrali) che lo ha sostenuto mentre scendeva, ha tutto l'interesse a frenarlo mentre sale.
L'eurodollaro scad. dicembre che aveva cominciato a 1,28 conclude a 1,264 dopo un minimo a 1,262.Adesso lo spartiacque chiave si trova in area 1,25 dove un test è molto probabile. Il rialzo dei tassi BCE, ampiamente scontato, e l'implicita promessa di un altro rialzo entro fine anno, non ha impedito all'euro di perdere contro dollaro, anche se è salito a 150 contro yen che resta la cenerentola del mercato valutario (penalizzato anche dalle tensioni con il Nord Corea).
L'indice generale del dollaro a 86,2(dicembre)+0,6%
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: rendimenti in crescita
Prima un altra puntata a 4,55% dopo Bernanke e gli ISM risultati entrambi deboli, poi il rendimento sul decennale è schizzato venerdì pomeriggio perdendo circa 15 cts. di colpo (dunque il saldo settimanale non rende appieno l'idea).
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007sale di 7 cts. al 4,86% , il 2 anni di 5 cts. al 4,74% il quinquennale di 6 cts. al 4,64 il decennale di 7 cts. al 4,70 il trentennale di 8 cts. al 4,84.
In Europa il Bund decennale sale di 5 cts. al 3,75% ed in Giappone il decennale sale di 4 cts. al 1,7%; il tasso sul debito dei paesi emergenti è restato invece stabile.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: il record del Dow
E' stata la settimana dello strombazzato record del Dow, con il nuovo massimo assoluto di 11870 toccato giovedì. Nell'operazione tesa a pompare la borsa in vista delle elezioni di novembre, creando una psicologia ottimista ai limiti della demenza (si compra anche se i dati sono negativi, "perchè così la fed abbassa i tassi"), l'ossicino del dow-record è stato fatto annusare con successo ai creduloni. Ma è vero record?
No, è un illusione nominale. In termini reali, cioè anche solo tenendo conto dell'inflazione ufficiale il Dow dovrebbe essere oggi a 14000 per essere pari al livello raggiunto nel 2000. Se poi misuriamo il dow in oro, nonostante la recente correzione di quest'ultimo, si ritrova dimezzato rispetto al 2000. Se poi lo consideriamo in euro, è sotto del 30%.
Il dow è la media aritmetica di solo 30 azioni, di cui circa una metà sono pesantemente in calo pur in valori nominali (ad esempio Intel, Microsoft,etc.). Il fatto che Wally ignori queste semplici considerazioni, mentre ad esempio - per sostenere l'ottimismo- considera il petrolio in termini reali, rivela come sia un industria che campa sulla manipolazione sfrontata dell'opinione pubblica(titoloni di giornale, etc. che fanno presa sulla massa, per definizione non esperta.
Per il momento l'operazione ha avuto successo, ed ha trascinato anche gli altri indici al rialzo (i quali invece restano pesantemente sotto i loro massimi anche in termini nominali: -13% lo sp500 e -55% il nasdaq);
si è pertanto rivelata esatta la mia stop sullo sp500 a 1340, come quella in precedenza applicata sul nasdaq100 a 1650.
L'sp500 scad. dicembre si è spinto fino a 1362, livello toccato giovedì, nuovo massimo dell'anno, per poi stornare lievemente e concludere a 1358. Resto convinto però che un inversione sia imminente, e nel breve guardo ai rendimenti obbligazionari (oltre che al petrolio): se continueranno a salire la borsa dovrebbe scendere anche se fino alle elezioni è difficile che crolli. Comunque mi tengo pronto a rientrare in vendita, sempre con stop strette.
Per la settimana concludono: il Dow a 11850(+1,5%) lo sp500 a 1350(+1%) il nasdaq a 2300(+2%), il nasdaq100 a 1700(+2%), il Russell2000 (+2%); tra i settori, trasporti(+2,6%) i semiconduttori(-0,7%) le biotech (+5,6%) i broker/dealer(+3,1%) le banche(+0,8%).
Tokyo sale a 16436(+2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6084(+1,3%) il footsie inglese a 6001(+1,2%), il cac francese a 5282(+0,6%) e l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 38955(+1,2%) ed il Mibtel a 29705(+1%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: arriva il deficit
La settimana inizia con il lunedì festivo in Giappone e USA(Columbus day), anche se Wally sarà aperta limitatamente all'azionario.Martedì vi saranno molti dati nipponici ed europei. Mercoledì arriveranno notizie dagli USA: parlano due membri Fed, e soprattutto in serata verranno resi noti i verbali dell'ultima riunione. Per i dati occorre aspettare giovedì quando uscirà il deficit americano di agosto: qui potrebbe esserci una sorpresa, perchè le attese sono per un lieve calo a 66 mld.(dal record di 68), ma dai dati sui container risulta un impennata delle importazioni del 16% su base annua (contro la media del 12%), ed anche se il calo del petrolio potrebbe averne compensato almeno una parte, potremmo vedere un 70( e vedremo se faranno spallucce: nel 1987 il famoso crash di ottobre fu innescato proprio dal deficit estero record).
In serata il Beige Book della Fed.Venerdì gran finale con la BOJ ed i dati USA sui prezzi import-export, e soprattutto le vendite al dettaglio di settembre seguite dal preliminare indice di fiducia del Michigan su Ottobre. Entrambi questi dati che misurano il polso ai consumatori sono attesi sui livelli del mese precedente , con le vendite al netto delle auto ferme a zero. Ovvio che in caso di sorpresa potremmo avere un venerdì agitato.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
Chiuso il mini natural gas scad. novembre comprato a 5,36 e venduto a 5,96(+1500$).
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3450 euro (con 19 operazioni effettuate su eurodollaro+ 5 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+4 su bond+1 su euroyen+1 su petrolio+1 su s&p500); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5,6% ed equivalente al +7% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 0% ed il 100% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).