La settimana 5 - 9 febbraio 2007
ECONOMIA: stanno architettando qualcosa
I mercati principali si sono ingessati in fasce laterali strette: per un pò ci si può guadagnare vendendo opzioni, ma poi con la volatilità che si riduce ai minimi livelli, tale profitto diventa ben misero in rapporto a quanto si guadagna quando si riesce a spingerli in delle belle gambe rialziste o ribassiste.
Una fuoriuscita dalle recenti fasce diviene dunque altamente probabile per il semplice motivo che al complesso finanziario così conviene.
La settimana si è conclusa con segnali in questa direzione.
Chi comanda ha ordinato ai lacchè della Fed di inizare a parlare di possibili aumenti dei tassi USA. Il fatto che ciò smentisca il comunicato della settimana scorsa, non ha alcuna importanza, per loro è normale , è l'arte della creazione delle trappole (altrimenti come si può guadagnare?).
Naturalmente il grosso del mercato ancora non ci crede, ma qualcuno ha iniziato (a vendere azioni, obbligazioni e a comprare dollari).
Mercoledì prossimo Bernanke dovrà testimoniare dinanzi al Congresso: lì, se fa parte di un piano ben preciso come sospetto, avrà l'occasione di confermare quanto anticipato - pur in modo come al solito contorto- dai suoi colleghi. E se Bernanke parlerà di possibile rialzo dei tassi, i mercati scatteranno: dollaro e rendimenti al rialzo, e la gonfiatissima Borsa al ribasso. Saranno movimenti di una certa ampiezza, e della durata di almeno un paio di settimane se non più.
La logica apparente con la quale si venderà il rialzo dei tassi al popolino dei mercati è chiara: l'economia tiene, il mercato immobiliare sta recuperando, il rischio inflazione diviene primario.
Il risultato che si otterrà è altrettanto chiaro: movimentare i mercati in direzioni gradite, perchè la Borsa va aiutata a fare una correzione che consenta poi nuovi margini di rialzo, il dollaro e i rendimenti che salgono un pò sono comodi per attirare i finanziamenti necessari alla nuova economia militare USA. Bush ha appena finito di presentare un budget di bilancio che vede un incremento record della spesa militare(oltre 600 miliardi, da sola pari ad un quarto di tutte le spese e di gran lunga la voce principale del bilancio americano).
Inoltre si teme il rialzo dell'oro, che sta promettendo un allungo ben oltre quota 700 dollari: ma se si fa presagire un rialzo dei tassi, lo si può stoppare almeno momentaneamente. Infine così si offre l'occasione agli "amici" di liberarsi di un pò di dollari a prezzi migliori.
Poi a marzo, se la reazione dei mercati sarà stata soddisfacente, diciamo con un eurodollaro a 1,275 un sp500 a 1390 e un decennale al 5%, si potrà pensare a invertire la giostra ordinando alla Fed di dare lo stop; si incominceranno a sentire teorie per cui con un ulteriore rialzo dei tassi gli USA andranno in recessione, e alla Fed basterà iniziare a dire che la crescita si delinea un pò inferiore alle previsioni e l'inflazione sotto controllo, per scatenare il movimento opposto , perchè verrà meno la paura di rialzo dei tassi. E' la classica politica dello stop and go, che serve a creare quelle gambe al rialzo e al ribasso sul dollaro, in borsa e sui bonds, che permettono a chi comanda, e a chi è svelto nell'adeguarsi ai nuovi trend, di tirar sù la pagnotta. L'abbiamo già visto l'anno scorso, lo continueremo a vedere.
Personalmente sono soddisfatto di aver anticipato nella passata settimana il range , e dunque di aver guadagnato con la vendita di opzioni; adesso mi aspetto invece di guadagnare con l'acquisto delle opzioni in coerenza con lo scenario sopra immaginato.
PS: ovviamennte potrei sbagliarmi e Bernanke potrebbe invece rassicurare che i tassi restano fermi; in questo caso, potrebbe esserci ancora una gamba rialzista in borsa e ribassista sul dollaro, sfruttabile dal lato delle opzioni call; ma ritengo più probabile la permanenza nei range recenti, per cui toccherà cambiare strategia operativa.
MATERIE PRIME : rialzi generalizzati
Non solo non c'è stato alcun seguito al caso Red Kite con cui si era chiusa la settimana scorsa, ma anzi è stata una settimana improntata a rialzi generalizzati, fomentati dalle nuove tensioni geopolitiche sul fronte iraniano e dal timore che l'inflazione stia accelerando checchè ne dicano le statistiche. Il petrolio, con la scadenza marzo è salito fin sopra quota 60 concludendo poco sotto; ed il gas naturale, conclude anche lui in rialzo a 7,8 (marzo).Ma è stato soprattutto l'oro a mettere a segno un rialzo del 3% (come tutti gli altri metalli) denso di signifcati, anche tecnici perchè conclude sopra all'ultima resistenza che lo separa da quota 700.
Si conclude con :
l'oro a 672(aprile) il rame a 252 (marzo) l'argento a 13,9(marzo);
il platino a 1202(aprile) il palladio a 341(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 305(+1%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: Tra BCE e G7
Come da attese, l'eurodollaro scad. marzo è rimasto in range; dopo un ulteriore lieve estensione della negatività con cui si era chiusa la settimana precedente, ed un doppio minimo a 1,294 ha iniziato la rimonta nell'attesa della bCE arrivando - conferma chiara data da Trichet che a marzo i tassi saliranno al 3,75% e che l'orientamento resta in quella direzione - fino a 1,3065 livello che si è rivelato una barriera invalicabile e che lo ha riportato a 1,30 venerdì in chiusura.
Altro protagonista è stato lo yen che era partito baldanzoso al recupero in attesa di un G7 che rimproverasse i giappopnesi per il cambio sottovalutato; ma poi durante la settimana è emersa la dichiarazione del ministro del Tesoro USA ( lo yen è in linea con i fondamentali), ed immediatamente è stato semaforo verde per le vendite che sono tornate con insistenza facendolo concludere ai minimi sia con euro(158) che con dollaro(121,6). La mossa americana non deve stupire: come noto il giappone è considerato il 51esimo stato dell'unione, e fa quello che gli dicono loro. Lo yen debole distrurba un pò sotto il profilo commerciale, ma è per gli USA fonte primaria di sopravvivenza finanziaria sia per gli acquisti diretti dei nipponici di bond e titoli a stelle a strisce, sia perchè sullo yen è imperniato il famoso carry trade di cui buona parte finisce per riversarsi sui sopramenzionati titoli.
L'indice generale del dollaro a 84,8(marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: comprata straddle eurodollaro(marzo)
OBBLIGAZIONI: il rischio dei "sub-prime"
Il saldo al ribasso, lieve, dei rendimenti non deve ingannare; in realtà è stata una settimana a due facce, dominata da un calo iniziale favorito dal PPT perchè si dovevano piazzare ingenti quantitativi di nuove emissioni, finite le quali i rendimenti sono tornati a salire; di poco però, in considerazione di quanto annunciato giovedì da HSBC e altre banche circa il deterioramento in corso nei mutui ipotecari a bassa qualità (i "sub-prime"di cui avevo parlato nella Nota scorsa). Vi sono stati dei riflessi nelle quotazioni azionarie dei bancari, ma per lo più la notizia è stata - per ora - ignorata, perchè si tratta di un segmento minore. Ma, a ben guardare, vi sono forti analogìe con quanto successe nel 2001/2 nel segmento degli indebitamenti telecom, e la preoccupazione per le ramificazioni finanziarie (effetto domino) dell'implosione di qualche prestatore di tali mutui, può emergere da un momento all'altro. I mercati dei credit default swaps, cdo, e simili, sono cresciuti enormemente durante la recente abbuffata di liquidità: come opereranno nel caso di qualche tumulto finanziario , non è chiaro; soprattutto nelle fasi in cui viene meno la fede nella fed (che abbassi i tassi al primo stormir di fronde), ed è la fase che potrebbe inizare fra qualche giorno come sopra immaginato.
Negli USA come saldo settimanale, il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 scende di 1 cts. al 5,13% , il 2 anni di 3 cts. al 4,90% il quinquennale di 4 al 4,78% il decennale di 4 al 4,78%
il trentennale di 5 al 4,87%.
In Europa il Bund decennale invece sale di 3 cts. al 4,09% al contrario del Giappone dove il decennale scende di 3 cts. al 1,69%; il tasso medio sul debito dei paesi emergenti scende di 6 cts. Il premio per il rischio sull'obbligazionario emergente ha chiuso a un minimo record, ad appena 164 cts. sopra i rendimenti USA.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: brutta chiusura
Mi riferisco soprattutto a Wally, dove dopo una settimana di ingessatura sui massimi, venerdì vi è stato un cedimento. Ancora una volta può non significare nulla, ma per chi come me si attende la fine del ciclo rialzista, può essere un primo segnale, innescato proprio dalle dichiarazioni dei membri fed.
Le variazioni % per la settimana a Wally sono state:
il Dow a 12580(-0,6%) lo sp500 a 1438(-0,7%) il nasdaq a 2459(-0,7%), il nasdaq100 a 1792(-0,7%), il Russell 2000 -0,3%, e tra i settoriali, trasporti -1,7% utilities +2,6% semiconduttori -0,7% biotech-0,4% broker/dealer -2% Banche -0,3%.
Tokyo a 17504 (-0,2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6911(+0,4%) il footsie inglese a 6382(+1%), il cac francese a 5692(+0,3%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 42744(+0,4%) ed il Mibtel a 33012(+0,6%).
In giro per il mondo Cina +2% , l' India +1% Brasile -1,6%.
L'sp500 scad. marzo è stato costantemente ingessato in un range di 10 punti tra 1447 e 1457, con un profilo identico nei vari giorni a V: iniziale flessione e poi ripresa nel finale con chiusura in pari. Tutto questo fino a venerdì quando invece dai massimi iniziali di 1457 ha fatto una caduta di 20 punti fino a 1437 dove ha trovato un pò di sostegno chiudendo a 1443.
I titoli al rialzo sul NYSE sono passati da quota 1600 di lunedì, a quota 2100 martedì, per calare progressivamente fino a 990 venerdì in chiusura.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata straddle sp500 (marzo)
PREVISIONI: la chiave è Bernanke
Lunedì si inizia digerendo il comunicato del G7 in cui c'è un avvertimento ai mercati sulle scommesse a senso unico(riferimento allo yen),oltre alla solita richiesta ai cinesi, e ad una nuova foglia di fico sugli hedge funds visti come un potenziale pericolo da controllare. Peccato che la liquidità gliela forniscono loro(lo stesso vale per i carry trade in yen).
Martedì, Pil europei nel quarto trimestre e l'indice zew , mentre dagli USA arriva il deficit commerciale di dicembre.
Mercoledì dopo le vendite al dettaglio USA a gennaio - dato importante per tastare il polso dei consumi, ed atteso in crescita - arriva il momento clou, come già spiegato: alle ns. 16 inizierà la testimonianza semestrale del capo della Fed sulla politica monetaria e annessa sessione di domande e risposte.
Giovedì Pil giapponese e lunga sfilza di dati USA (indice di chicago, flussi netti di capitale, produzione industriale, Philly Fed, indice delle abitazioni) mentre bernanke si recherà nell'altro ramo del congresso, presentando lo stesso testo di discorso ma rispondendo alle nuove domande e qui potrebbe raddrizzare il tiro rispetto al giorno precedente qualora le reazoni dei mercati non vadano nella direzione gradita.
Venerdì infine prezzi al consumo tedeschi, bilancia europea, e dagli USA una tripletta importante: prezzi alla produzione, nuove licenze e nuovi cantieri tutti per gennaio, mentre arriva il preliminare dell'indice Michigan su febbraio.
Settimana dunque che potrebbe spostare le attese sui tassi USA, soprattutto se alle eventuali parole di Bernanke in tal senso, si accoppiassero dati economici forti, in particolare sul fronte dei prezzi, delle case e dei consumi. Qualora invece il capo della fed si mantenesse nel vago, i dati macro provocheranno più che altro oscillazioni momentanee ma non saranno di per sè in grado di formare nuove attese, anche perchè probabilmente si alterneranno fra forti e deboli(i più importanti saranno quelli sul settore immobiliare).
ECONOMIA: stanno architettando qualcosa
I mercati principali si sono ingessati in fasce laterali strette: per un pò ci si può guadagnare vendendo opzioni, ma poi con la volatilità che si riduce ai minimi livelli, tale profitto diventa ben misero in rapporto a quanto si guadagna quando si riesce a spingerli in delle belle gambe rialziste o ribassiste.
Una fuoriuscita dalle recenti fasce diviene dunque altamente probabile per il semplice motivo che al complesso finanziario così conviene.
La settimana si è conclusa con segnali in questa direzione.
Chi comanda ha ordinato ai lacchè della Fed di inizare a parlare di possibili aumenti dei tassi USA. Il fatto che ciò smentisca il comunicato della settimana scorsa, non ha alcuna importanza, per loro è normale , è l'arte della creazione delle trappole (altrimenti come si può guadagnare?).
Naturalmente il grosso del mercato ancora non ci crede, ma qualcuno ha iniziato (a vendere azioni, obbligazioni e a comprare dollari).
Mercoledì prossimo Bernanke dovrà testimoniare dinanzi al Congresso: lì, se fa parte di un piano ben preciso come sospetto, avrà l'occasione di confermare quanto anticipato - pur in modo come al solito contorto- dai suoi colleghi. E se Bernanke parlerà di possibile rialzo dei tassi, i mercati scatteranno: dollaro e rendimenti al rialzo, e la gonfiatissima Borsa al ribasso. Saranno movimenti di una certa ampiezza, e della durata di almeno un paio di settimane se non più.
La logica apparente con la quale si venderà il rialzo dei tassi al popolino dei mercati è chiara: l'economia tiene, il mercato immobiliare sta recuperando, il rischio inflazione diviene primario.
Il risultato che si otterrà è altrettanto chiaro: movimentare i mercati in direzioni gradite, perchè la Borsa va aiutata a fare una correzione che consenta poi nuovi margini di rialzo, il dollaro e i rendimenti che salgono un pò sono comodi per attirare i finanziamenti necessari alla nuova economia militare USA. Bush ha appena finito di presentare un budget di bilancio che vede un incremento record della spesa militare(oltre 600 miliardi, da sola pari ad un quarto di tutte le spese e di gran lunga la voce principale del bilancio americano).
Inoltre si teme il rialzo dell'oro, che sta promettendo un allungo ben oltre quota 700 dollari: ma se si fa presagire un rialzo dei tassi, lo si può stoppare almeno momentaneamente. Infine così si offre l'occasione agli "amici" di liberarsi di un pò di dollari a prezzi migliori.
Poi a marzo, se la reazione dei mercati sarà stata soddisfacente, diciamo con un eurodollaro a 1,275 un sp500 a 1390 e un decennale al 5%, si potrà pensare a invertire la giostra ordinando alla Fed di dare lo stop; si incominceranno a sentire teorie per cui con un ulteriore rialzo dei tassi gli USA andranno in recessione, e alla Fed basterà iniziare a dire che la crescita si delinea un pò inferiore alle previsioni e l'inflazione sotto controllo, per scatenare il movimento opposto , perchè verrà meno la paura di rialzo dei tassi. E' la classica politica dello stop and go, che serve a creare quelle gambe al rialzo e al ribasso sul dollaro, in borsa e sui bonds, che permettono a chi comanda, e a chi è svelto nell'adeguarsi ai nuovi trend, di tirar sù la pagnotta. L'abbiamo già visto l'anno scorso, lo continueremo a vedere.
Personalmente sono soddisfatto di aver anticipato nella passata settimana il range , e dunque di aver guadagnato con la vendita di opzioni; adesso mi aspetto invece di guadagnare con l'acquisto delle opzioni in coerenza con lo scenario sopra immaginato.
PS: ovviamennte potrei sbagliarmi e Bernanke potrebbe invece rassicurare che i tassi restano fermi; in questo caso, potrebbe esserci ancora una gamba rialzista in borsa e ribassista sul dollaro, sfruttabile dal lato delle opzioni call; ma ritengo più probabile la permanenza nei range recenti, per cui toccherà cambiare strategia operativa.
MATERIE PRIME : rialzi generalizzati
Non solo non c'è stato alcun seguito al caso Red Kite con cui si era chiusa la settimana scorsa, ma anzi è stata una settimana improntata a rialzi generalizzati, fomentati dalle nuove tensioni geopolitiche sul fronte iraniano e dal timore che l'inflazione stia accelerando checchè ne dicano le statistiche. Il petrolio, con la scadenza marzo è salito fin sopra quota 60 concludendo poco sotto; ed il gas naturale, conclude anche lui in rialzo a 7,8 (marzo).Ma è stato soprattutto l'oro a mettere a segno un rialzo del 3% (come tutti gli altri metalli) denso di signifcati, anche tecnici perchè conclude sopra all'ultima resistenza che lo separa da quota 700.
Si conclude con :
l'oro a 672(aprile) il rame a 252 (marzo) l'argento a 13,9(marzo);
il platino a 1202(aprile) il palladio a 341(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 305(+1%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: Tra BCE e G7
Come da attese, l'eurodollaro scad. marzo è rimasto in range; dopo un ulteriore lieve estensione della negatività con cui si era chiusa la settimana precedente, ed un doppio minimo a 1,294 ha iniziato la rimonta nell'attesa della bCE arrivando - conferma chiara data da Trichet che a marzo i tassi saliranno al 3,75% e che l'orientamento resta in quella direzione - fino a 1,3065 livello che si è rivelato una barriera invalicabile e che lo ha riportato a 1,30 venerdì in chiusura.
Altro protagonista è stato lo yen che era partito baldanzoso al recupero in attesa di un G7 che rimproverasse i giappopnesi per il cambio sottovalutato; ma poi durante la settimana è emersa la dichiarazione del ministro del Tesoro USA ( lo yen è in linea con i fondamentali), ed immediatamente è stato semaforo verde per le vendite che sono tornate con insistenza facendolo concludere ai minimi sia con euro(158) che con dollaro(121,6). La mossa americana non deve stupire: come noto il giappone è considerato il 51esimo stato dell'unione, e fa quello che gli dicono loro. Lo yen debole distrurba un pò sotto il profilo commerciale, ma è per gli USA fonte primaria di sopravvivenza finanziaria sia per gli acquisti diretti dei nipponici di bond e titoli a stelle a strisce, sia perchè sullo yen è imperniato il famoso carry trade di cui buona parte finisce per riversarsi sui sopramenzionati titoli.
L'indice generale del dollaro a 84,8(marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: comprata straddle eurodollaro(marzo)
OBBLIGAZIONI: il rischio dei "sub-prime"
Il saldo al ribasso, lieve, dei rendimenti non deve ingannare; in realtà è stata una settimana a due facce, dominata da un calo iniziale favorito dal PPT perchè si dovevano piazzare ingenti quantitativi di nuove emissioni, finite le quali i rendimenti sono tornati a salire; di poco però, in considerazione di quanto annunciato giovedì da HSBC e altre banche circa il deterioramento in corso nei mutui ipotecari a bassa qualità (i "sub-prime"di cui avevo parlato nella Nota scorsa). Vi sono stati dei riflessi nelle quotazioni azionarie dei bancari, ma per lo più la notizia è stata - per ora - ignorata, perchè si tratta di un segmento minore. Ma, a ben guardare, vi sono forti analogìe con quanto successe nel 2001/2 nel segmento degli indebitamenti telecom, e la preoccupazione per le ramificazioni finanziarie (effetto domino) dell'implosione di qualche prestatore di tali mutui, può emergere da un momento all'altro. I mercati dei credit default swaps, cdo, e simili, sono cresciuti enormemente durante la recente abbuffata di liquidità: come opereranno nel caso di qualche tumulto finanziario , non è chiaro; soprattutto nelle fasi in cui viene meno la fede nella fed (che abbassi i tassi al primo stormir di fronde), ed è la fase che potrebbe inizare fra qualche giorno come sopra immaginato.
Negli USA come saldo settimanale, il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 scende di 1 cts. al 5,13% , il 2 anni di 3 cts. al 4,90% il quinquennale di 4 al 4,78% il decennale di 4 al 4,78%
il trentennale di 5 al 4,87%.
In Europa il Bund decennale invece sale di 3 cts. al 4,09% al contrario del Giappone dove il decennale scende di 3 cts. al 1,69%; il tasso medio sul debito dei paesi emergenti scende di 6 cts. Il premio per il rischio sull'obbligazionario emergente ha chiuso a un minimo record, ad appena 164 cts. sopra i rendimenti USA.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: brutta chiusura
Mi riferisco soprattutto a Wally, dove dopo una settimana di ingessatura sui massimi, venerdì vi è stato un cedimento. Ancora una volta può non significare nulla, ma per chi come me si attende la fine del ciclo rialzista, può essere un primo segnale, innescato proprio dalle dichiarazioni dei membri fed.
Le variazioni % per la settimana a Wally sono state:
il Dow a 12580(-0,6%) lo sp500 a 1438(-0,7%) il nasdaq a 2459(-0,7%), il nasdaq100 a 1792(-0,7%), il Russell 2000 -0,3%, e tra i settoriali, trasporti -1,7% utilities +2,6% semiconduttori -0,7% biotech-0,4% broker/dealer -2% Banche -0,3%.
Tokyo a 17504 (-0,2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6911(+0,4%) il footsie inglese a 6382(+1%), il cac francese a 5692(+0,3%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 42744(+0,4%) ed il Mibtel a 33012(+0,6%).
In giro per il mondo Cina +2% , l' India +1% Brasile -1,6%.
L'sp500 scad. marzo è stato costantemente ingessato in un range di 10 punti tra 1447 e 1457, con un profilo identico nei vari giorni a V: iniziale flessione e poi ripresa nel finale con chiusura in pari. Tutto questo fino a venerdì quando invece dai massimi iniziali di 1457 ha fatto una caduta di 20 punti fino a 1437 dove ha trovato un pò di sostegno chiudendo a 1443.
I titoli al rialzo sul NYSE sono passati da quota 1600 di lunedì, a quota 2100 martedì, per calare progressivamente fino a 990 venerdì in chiusura.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata straddle sp500 (marzo)
PREVISIONI: la chiave è Bernanke
Lunedì si inizia digerendo il comunicato del G7 in cui c'è un avvertimento ai mercati sulle scommesse a senso unico(riferimento allo yen),oltre alla solita richiesta ai cinesi, e ad una nuova foglia di fico sugli hedge funds visti come un potenziale pericolo da controllare. Peccato che la liquidità gliela forniscono loro(lo stesso vale per i carry trade in yen).
Martedì, Pil europei nel quarto trimestre e l'indice zew , mentre dagli USA arriva il deficit commerciale di dicembre.
Mercoledì dopo le vendite al dettaglio USA a gennaio - dato importante per tastare il polso dei consumi, ed atteso in crescita - arriva il momento clou, come già spiegato: alle ns. 16 inizierà la testimonianza semestrale del capo della Fed sulla politica monetaria e annessa sessione di domande e risposte.
Giovedì Pil giapponese e lunga sfilza di dati USA (indice di chicago, flussi netti di capitale, produzione industriale, Philly Fed, indice delle abitazioni) mentre bernanke si recherà nell'altro ramo del congresso, presentando lo stesso testo di discorso ma rispondendo alle nuove domande e qui potrebbe raddrizzare il tiro rispetto al giorno precedente qualora le reazoni dei mercati non vadano nella direzione gradita.
Venerdì infine prezzi al consumo tedeschi, bilancia europea, e dagli USA una tripletta importante: prezzi alla produzione, nuove licenze e nuovi cantieri tutti per gennaio, mentre arriva il preliminare dell'indice Michigan su febbraio.
Settimana dunque che potrebbe spostare le attese sui tassi USA, soprattutto se alle eventuali parole di Bernanke in tal senso, si accoppiassero dati economici forti, in particolare sul fronte dei prezzi, delle case e dei consumi. Qualora invece il capo della fed si mantenesse nel vago, i dati macro provocheranno più che altro oscillazioni momentanee ma non saranno di per sè in grado di formare nuove attese, anche perchè probabilmente si alterneranno fra forti e deboli(i più importanti saranno quelli sul settore immobiliare).