8/28/2006

Asset

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Fase 1 (quella attuale)
La paura dell'inflazione è rientrata perchè è aumentato il timore di una recessione americana indotta dallo scoppio della bolla immobiliare. Questa percezione è stata incoraggiata dalla Federal Reserve che si è fermata nel rialzo dei tassi al 5,25%. Adesso il mercato obbligazionario sconta addirittura un calo dei tassi prossimo venturo, per cui il rendimento del decennale è sceso al 4,8%; quello azionario, pur avendo recuperato i due terzi delle perdite accusate dopo maggio, resta laterale, nel dubbio se si avrà un soft o un hard landing. Sui cambi, il dollaro riesce a resistere pur restando debole, aiutato dalla percezione che i giapponesi restano fermi sui tassi d'interessi il che ha fatto riprendere i finanziamenti in yen; mentre la percezione che la BCE procederà ancora a qualche ritocco all'insù dei suoi tassi sostiene l'euro, senza grande convinzione perchè ci si aspetta che poi risentirà a sua volta della recessione USA. Le materie prime restano anch'esse laterali, indecise se prevarrà l'inflazione o la recessione.

Fase 2(da settembre a fine anno)
Nella fase attuale i mercati non prendono in considerazione lo scenario di stagflazione e cioè di contemporaneo aumento dell'inflazione e riduzione della crescita, in base alla teoria semplicistica (della fed) che in caso di frenata dell'economia l'inflazione automaticamente tende a scendere.
Prevedo che nell'ultimo trimestre dell'anno ritorneranno dapprima le paure di inflazione e le attese di rialzo dei tassi americani; ciò comporterà il rialzo dei rendimenti obbligazionari e il calo delle quotazioni azionarie, in un contesto di dollaro tonico e materie prime stazionarie.
Qualora le evidenze recessive siano altrettanto forti da provocare lo stallo sui tassi (mentre però l'inflazione aumenta), avremmo anche un dollaro debole e materie prime al rialzo (oltre che rendimenti al rialzo e borse al ribasso).

Conclusioni
Vendere bond e vendere borsa, appaiono in entrambi i casi da me previsti le occasioni più redditizie.
D'altro canto se mi sbagliassi, e la paura di recessione più forte del previsto dovesse avere il sopravvento (mentre l'inflazione resta stazionaria), la vendita di borsa resterebbe vincente, e potrebbe esserci solo una negatività sulla vendita di bond; resto però convinto che quest'ultima sarebbe comunque inferiore al guadagno sulla prima.
Per perdere contemporaneamente su entrambi i fronti, occorrerebbe un calo dell'inflazione accoppiato all'emergere di un soft landing. E' uno scenario a cui assegno il 10% di probabilità, per cui vendere bond e borsa (decennale/trentennale e nasdaq100/russell 2000) sarà la mia strategia preferita.Per l'asset preferisco decennale e nasdaq100: se ho ragione si guadagna meno rispetto a trentennale e russell, ma analogamente se poi le cose vanno al contrario si perde meno.
(stop loss rispettivamente del 2-3% take profit 6-12%).

Ricapitolando
Quattro scenari possibili negli USA:


25% a) inflazione scende/costante e soft landing, attese tassi fermi:
salgono sia bond che borsa

20% b) inflazione scende/costante e hard landing, attese tassi in calo:
sale il bond ma la borsa scende (di più)

30% c) inflazione sale e soft landing, attese tassi al rialzo:
bond scende, borsa scende(di meno)

25% d) inflazione sale e hard landing, attese tassi fermi:
borsa scende, bond scende(di meno)

Ergo, vendendo bond e borsa si guadagna nei casi b) c) d) con 75% di probabilità cumulate, si perde in a) al 25% totale di probabilità.