8/26/2006

La nota sui mercati 26.8

La settimana 21-25 agosto 2006

(si comprendono le profezie solo quando si vedono avverate-
Blaise Pascal)


ECONOMIA: l'edilizia fa paura, e le banche?
Bernanke non ha detto una parola sull'attualità, solo due suoi colleghi martedì hanno lasciato intendere che la Fed al momento pensa più probabile un soft-landing con qualche rischio inflazionistico.
Ma il tema della settimana sono state le vendite di case, sia nuove che vecchie. Hanno sorpreso decisamente al ribasso, con punte record sull'invenduto, anche se per il momento i prezzi tengono (rispetto a un anno fa): hanno solo smesso di salire. Molti si aspettano che tra un pò i prezzi inizino a scendere, provocando una fase di panico tra i super indebitati acquirenti, e che il tutto si traduca in una frenata dei consumi e quindi dell'economia, tale da indurre a inizio 2007 la Fed ad abbassare i tassi.
Così i rendimenti obbligazionari continuano a scendere, mentre le azioni restano indecise: è finita la festa per la fine del ciclo di rialzo dei tassi e cominciano le preoccupazioni sull'impatto sugli utili che il sopramenzionato scenario potrà generare. Totalmente scomparsa, nel frattempo, ogni preoccupazione circa l'inflazione: si dà per scontato che non potrà non scendere nel contesto sopradescritto.

Tra le tante superficialità ed ingenuità che i mercati finanziari esprimono,
spicca anche quella relativa alla situazione delle banche americane.
L'indice delle quotazioni delle azioni bancarie sta sovraperformando gli altri indici con un guadagno del 7% da inizio anno, nonostante questo settore sia pesantemente esposto all'immobiliare. Tra l'altro nella giungla dei bilanci societari (sono venute fuori recentemente alterazioni legate alle stock option nel tecnologico) quelli bancari spiccano per la loro assoluta carenza di credibilità dovuta alla Sarbanes-Oxley.
L'avvento del marketing di massa nei mutui ipotecari dell'ultimo decennio ha introdotto una varietà di prodotti "esotici". Il più diffuso nuovo tipo di mutuo sottoscritto da milioni di famiglie negli USA è a tasso variabile e consente di scegliere tra varie opzioni: ad ammortamento pieno, a pagamento dei soli interessi e restituzione del capitale alla fine, oppure (ed è il più pericoloso di tutti) a pagamento parziale degli interessi stessi (ammortamento negativo) per i primi 5 anni. Questo significa che la dimensione del mutuo in realtà cresce nel primo quinquennio perchè la quota di interessi non pagata continua a capitalizzarsi. Molti americani li hanno scelti puntando sull'aumento dei prezzi delle case, e sul calo del tasso d'interesse, spinti a ciò dalla stagnazione dei salari reali e dall'aumento della benzina.
Adesso , con i prezzi delle case che si sono fermati e i tassi nominali in rialzo, arrivano i guai, soprattutto se si pensa che solo nel 2005 il 32% dei nuovi mutui è stato del tipo più pericoloso. A questo proposito è meglio fare uno sforzo per capire bene la situazione.
Con un tradizionale mutuo a tasso fisso trentennale il debitore paga ogni anno un trentesimo del debito più gli interessi fissi. Qualsiasi cosa succeda la sua situazione finanziaria resta quella prevista all'origine. Invece con questa nuova forma di mutui, per i primi 5 anni il debitore può pagare solo una frazione degli interessi senza neanche iniziare a restituire il capitale; poi dal sesto anno deve cominciare a pagare la quota piena degli interessi e un venticinquesimo del capitale: per cui dal sesto anno vi è un vero e proprio shock finanziario per il debitore, che deve pagare rate raddoppiate e financo triplicate rispetto ai primi 5 anni.
Molti non riescono a onorare il mutuo perchè nel frattempo gli stipendi taglieggiati dal'inflazione sono in realtà diminuiti. Il 2007 sarà il sesto anno per molte famiglie americane, e ben 2,7 trilioni di mutui dovranno adeguarsi ai nuovi tassi d'interesse. Le banche sono piene di questi crediti, ed è probabile che si ritrovino di fronte ad un impennata di incagli e sofferenze. Come prima accennato, la legge Sarbanes-Oxley fatta per arginare gli scandali finanziari dopo il caso Enron, ha in realtà creato le premesse per falsare i bilanci bancari: permette loro di costituire riserve solo a fronte di specifiche partite in sofferenza. Ergo, le banche pur di gonfiare gli utili si sono ben guardate in questi anni dall'accantonare riserve generali a fronte di una possibile crisi futura dell'immobiliare. Inoltre, poichè gran parte dei loro profitti finanziari arriva dal differenziale tra interessi a breve e a lunga, con l' inversione della curva dei rendimenti che ha portato gli interessi attivi incassati sui prestiti ad essere pari agli interessi passivi pagati ai depositanti, si è essiccata la fonte principale degli utili.
Non a caso qualche campanello d'allarme (la settima banca USA, la Sun trust ha appena dichiarato un buco da 200 milioni di dollari) sta già suonando. Il tutto fornirà un altra ottima scusa alla Fed per fermarsi sui tassi d'interesse, mentre l'inflazione avanzerà implacabile.

MATERIE PRIME : Ernesto
Arriva il primo uragano della stagione e si approssima al Golfo del Messico. Ne risente sopratutto il gas naturale che sale del 6% a 7,4 (ottobre); il comparto energetico però è stato contrastato dall'accumulo di scorte di benzina, ed il petrolio conclude poco sopra il livello di sette giorni prima concludendo a 72,4 (ottobre).
Nel settore dei metalli si sale seppur in misura contenuta con l'oro a 630(dicembre) il rame (dicembre) a 343 l'argento(dicembre) a 12,5 il platino(ottobre) a 1233 il palladio(settembre) a 345.
L'indice generale CRB(settembre) a 337(+1%).
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: il dollaro tiene
I dati pessimi sull'edilizia avrebbero dovuto indebolire il dollaro, che invece ha tenuto ed anzi conclude la settimana in lieve guadagno. La forza del dollaro al momento rispecchia soprattutto la debolezza dello yen, affossato dall'indice dei prezzi al consumo risultato inferiore alle attese (ma è stata cambiata la metodologia di calcolo, e con la vecchia il "core" sarebbe stato +0,6% invece dello 0% ) e che ha portato la moneta nipponica oltre 117 e a quota 150 con euro. Quest'ultimo è stato a sua volta influenzato da un pessimo indice zew tedesco: l'eurodollaro scad. settembre partito da 1,29 è sceso non riuscendo a capitalizzare sulle momentanee debolezze del dollaro post dati USA e conclude a 1,277.
L'indice generale del dollaro a 85,3(settembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: curva sempre più invertita
Il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre è sceso di 3 cts. al 5,41% negli USA , mentre il 2 anni scende di 2 cts. al 4,85% il quinquennale di 4 cts. al 4,75 il decennale di 6 cts. al 4,78 il trentennale di 5 al 4,93.
In Europa il Bund decennale scende al 3,79% ed in Giappone il decennale scende al 1,7%; il tasso sul debito dei paesi emergenti è però salito di circa 10 cts mediamente.
Negli USA il credito bancario continua a inflazionarsi e viaggia a +11% annuo. Nel mondo, le riserve internazionali (escluso l'oro) viaggiano a +20% annuo (è una misura dell'aumento della liquidità).
I rendimenti scendono a causa dell'incombente crack immobiliare, ma la verità è che per molti settori, mercati ed economie fortemente inflazionati, rendimenti al ribasso non fanno altro che esacerbarne l'inflazionamento. Non è chiaro in che misura e in che tempi questo evidente disordine monetario con tutte le sue contraddizioni destabilizzanti precipiterà nel caos la fragile struttura debitoria globale.
Ma è sicuro che al caos si arriverà.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: Wally si ferma
Il Nasdaq100 scad.settembre, partito da 1575 ha ritestato 1590 per poi scendere fino a 1550 e concludere a 1560(-1,2%).
Il Dow a 11284(-0,9%) lo sp500 a 1295(-0,5%) il nasdaq a 2140(-1,1%).Tra i settori, trasporti (-3,4%) il Russell (-1,7%) i semiconduttori(-2,7%) le biotech (+0,2%) i broker/dealer(-4%) le banche(-1,3%).
Tokyo scende a 15938(-1,4%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 5811(-0%) il footsie inglese a 5878(-0,5%), il cac francese a 5111(-0,3%) e l'Italietta senza la benchè minima speranza è l'unica che sale per l'euforia sulle banche: l'SPmib a 37720(+0,5%) ed il Mibtel a 28817(+0,7%).
A proposito di italietta, adesso è arrivato il suo turno nell'implacabile processo di concentrazione monopolistica globale, teso a uccidere la libera concorrenza: si inizia dal settore che sta più a cuore ai padroni del vapore, quello bancario con la fusione tra Intesa e S.Paolo.
Negli USA, durante gli ultimi due anni le aziende quotate nello S&P500 hanno ricomprato azioni proprie per la cifra record di 630 miliardi di dollari.
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: più spunti
Dopo una settimana di calma, il menù della prossima promette più spunti operativi, e possibili rotture dei recenti ranges. Dagli USA martedì arriva la fiducia dei consumatori ad agosto e soprattutto in serata i verbali della Fed; mercoledì si avrà la seconda stima del PIL nel secondo trimestre, mentre giovedì arrivano redditi e spese personali a luglio, indice di Chicago di agosto e ordini alle fabbriche a luglio; gran finale venerdì con i dati sul mercato del lavoro , l'indice del michigan e l'ISM manifatturiero, tutti su agosto. Da questi dati si dovrebbero avere indicazioni su eventuali ricadute dell'edilizia sui consumi, e soprattutto sull' inflazione. Secondo me già la lettura dei verbali potrebbe far tornare sotto ai riflettori inflazione e possibile rialzo dei tassi americani.
Venerdì poi sarà un giorno cruciale per la contemporanea uscita dei dati sopracitati, prima del lungo week-end festivo(Labur day lunedì 4 settembre).
Dal punto di vista europeo arriva la riunione della BCE del 31 agosto: non toccherà i tassi ma nella conferenza stampa potrebbe far capire che intenzioni ha per il prossimo futuro (le attese sono per un rialzo a fine settembre).
Possibili movimenti anche sul fronte nipponico : mercato del lavoro, consumi e produzione industriale potrebbero ridare vita all'ipervendutissimo yen.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +4250 euro (con 19 operazioni effettuate su eurodollaro+ 3 sul nasdaq+1 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+2 su bond+1 su euroyen); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5,5% ed equivalente al +7,75% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 0% ed il 100% è in conto corrente al 2,19% netto (3% tasso iwbank).