8/19/2006

La nota sui mercati 19.8

La settimana 14-18 agosto 2006

ECONOMIA: manipolazioni
Analisi superficiale (Fed in buona fede- dati credibili)
Vittoria (di Pirro?)della Fed. I dati di questa settimana sono stati interpretati senza esistazioni dai mercati esattamente nella direzione indicata dalla Fed. Contrariamente alle mie attese, l'inflazione ha dato la sensazione di un rallentamento a luglio, mentre l' edilizia è stata più negativa del previsto, confermando l'idea di una recessione prossima ventura. Più precisamente, adesso il dubbio del consensus - rimosso il problema inflazione - è se vi sarà un atterraggio morbido (soft landing) o uno brusco(hard landing).
I sostenitori della seconda ipotesi comprano obbligazioni nella convinzione che la Fed dovrà presto iniziare ad abbassare i tassi.
I sostenitori della prima comprano azioni, nella convinzione che il soft landing servirà a contenere l'inflazione senza compromettere i profitti delle imprese, e comunque i tassi non saliranno più.
L'ottimismo generale è tale che il dollaro pur venduto, si è mostrato resistente.Risentono di questa convinzione anche le commodities vendute sull'idea che la recessione fa premio sul rischio inflazionistico.
MA se si vanno a guardare i dati di questa settimana che hanno originato il tutto, vi sono parecchie perplessità. Innanzitutto, gli indici dei prezzi. Quello alla produzione ha registrato un sorprendente -0,3 mensile, senza considerare energia ed alimentari; però su base annua resta a +5,1%. Inoltre, premesso che si tratta di un indicatore storicamente volatile, esso è il frutto di una media tra tre sub indici: materie prime,beni intermedi e prodotti finiti. Vi possono essere molte spiegazioni statistiche che non sto a elencare, ma quello che conta è che è un dato singolo molto poco affidabile. E andiamo all'indice dei prezzi al consumo: quello globale è uscito in linea con le attese, cioè +0,4 mensile, il che porta l'inflazione ufficiale degli ultimi 12 mesi al 4,1% (era a 3,2% a luglio 2005, 3% a luglio 2004 2,1% a luglio 2003 e 1,5% a luglio 2002: la progressione implacabile pare chiara); quello senza energia ed alimentari è risultato +0,2 (invece che +0,3 atteso) il che porta la somma degli ultimi dodici mesi al 2,7% (livello più alto dal 2000 quando i tassi erano al 6,5%). Ma se si va a guardare il dettaglio si scopre che il decimale in meno di crescita dipende esclusivamente dall'abbigliamento e questo perchè a luglio è stata stagione di saldi. Inoltre se si conteggiano gli ultimi 6 mesi e li si moltiplica per due abbiamo un tendenziale del 3,6% su base annua.
Fatta questa analisi, può sorprendere che i mercati abbiano reagito con tanta convinzione, anche perchè sul fronte della crescita a parte il calo delle licenze e dei cantieri edili a luglio (dato anch'esso volatile) i sondaggi sul manifatturiero nell'area di Filadelfia hanno sorpeso al rialzo, mentre la produzione industriale resta in traiettoria ampiamente positiva (+0,4%) anche se la capacità utilizzata è stata rivista al ribasso.
Dunque non vi è un quadro univoco che autorizzi a pensare ad una recessione imminente, tanto più che il PIL del secondo trimestre è molto probabile venga rivisto al rialzo rispetto alla prima stima. Solo venerdì, quando comunque ormai i mercati si erano già lanciati , è arrivato un preliminare della fiducia dei consumatori -così come rilevato dall'Università del Michigan- decisamente basso (cui contribuisce il fatto che i consumatori si aspettano tra un anno un punto in più di inflazione).
Nè infatti si è autorizzati a pensare che l'inflazione sia in calo.
La reazione dei mercati si può capire solo considerando che restano drogati dall'enorme ammontare di credito in circolazione, e da un effetto amplificatore derivante dalle coperture dei ribassisti. Ma il punto è se si tratta di una tendenza destinata a durare o a risultare effimera.
Io resto convinto di quanto scritto sette giorni fa :
la recessione tarderà a venire, al massimo vi sarà un pò di soft landing, ma l'inflazione proseguirà al rialzo e presto si ricreeranno attese di rialzo dei tassi.
Naturalmente come operatore finanziario, non posso però aspettare in perdita che si ricreino le condizioni da me previste; quindi ho dovuto stoppare non appena è stato definitivamente chiaro (e cioè dopo la reazione ai prezzi al consumo di mercoledì) che al momento i mercati tendono in direzione opposta. Vi sarà tutto il tempo per rientrare e recuperare.
Analisi in profondità (Fed killer - dati taroccati)
La fed vuole creare inflazione, e la mossa di questa settimana è perfetta in questo senso: ha manipolato gli indici di luglio(sulle tecniche che usano rileggersi il mio Speciale Manipolazioni) perchè non poteva permettersi di essere smentita dopo pochi giorni, e vuole poter inflazionare il sistema indisturbata.
Del resto in questo modo ha la possibilità di tenere fermi i tassi anche a settembre: solo un paio di giorni prima verranno pubblicati gli indici dei prezzi di agosto ed anche se lì consentisse un riaggiustamento della manipolazione operata sul luglio, potrà mantenere inalterato il comunicato. Insomma ha guadagnato tempo nella difesa della propria credibilità, e soprattutto continua a sviare l'attenzione dalla questione principale: l'esistenza di una struttura finanziaria malata che crea bolle in serie e squilibri economici cumulati. Tutti si concentrano sul falso dibattito tra hard landing e soft landing, e nessuno si preoccupa del
retroterra finanziario destabilizzante con le sue incentivazioni strutturate per gonfiare le bolle: ovvio, l'attuale boom in qualche modo può essere così perpetuato, ma non si potrà evitare e anzi si aggraverà il crollo finale.

MATERIE PRIME : Tra recessione e cessate il fuoco
La settimana è cominciata con il cessate il fuoco in Libano, e per quanto precario possa essere, soprattutto a medio termine, questo evento ha favorito il clima generale togliendo una stampella speculativa agli energetici; quanto sopramenzionato circa la convinzione del momento che si vada verso un soft landing senza inflazione, ha contribuito a deprimere i corsi delle materie prime. Sul petrolio inoltre ha inciso anche la scadenza del contratto di settembre(termina martedì prossimo): così vi è stata una continua caduta delle quotazioni (sulla scadenza ottobre) da 75 a 71 con un lieve recupero solo nel finale di venerdì per cui conclude a 72. Adesso ci si ritrova sulla parte bassa del range, ma ancora sopra un importante trend line di lungo periodo che transita in area 68 dove c'è anche la media mobile a 200 giorni (punto ideale di acquisto perchè si può posizionare una stop loss sensata due-tre punti sotto).
Il gas naturale ha oscillato tra 7,2- 6,6 concludendo a 6,9 (scad. ottobre).
Nel settore dei metalli vi è stato un profilo analogo a quello del petrolio, espressosi sull'oro con caduta da 642 fino a 616 e chiusura a 622(dicembre).Si conclude con il rame (dicembre) a 340; l'argento(settembre) a 12 il platino(ottobre) a 1223 sale solo il palladio(settembre) a 334.
L'indice generale CRB(settembre) a 333(-4%).
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: la Cina alza i tassi
Movimento del dollaro sui dati come da manuale, ma è stato poi contrastato nel finale, risultato piuttosto confuso dalla decisione della Cina di procedere ad un rialzo di 27 cts. dei suoi tassi. Rifacendomi a quanto scritto nel recente Specialino sulla Cina, questa mossa pare alternativa ad una rivalutazione dello yaun per cui il dollaro paradossalmente ne ha beneficiato.
L'eurodollaro scad. settembre partito da 1,275 ha fatto il massimo dopo i dati di mercoledì a 1,294; dopodichè per l'ennesima volta è rientrato nel range con puntata fino a 1,28 sulla decisione cinese e conclusione a 1,285.
Lo yen è stato sempre più debole dell'euro arrivando fin quasi 149, e solo nel finale dopo la decisione cinese ha un pò recuperato concludendo a 148,5. Ciò vuol dire che sono ripresi alla grande i carry-trade in yen, tipici delle fasi di bolla sugli asset come l'attuale.
L'indice generale del dollaro a 85(settembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: curva sempre più invertita
Il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre è sceso di 5 cts. al 5,44% negli USA , mentre il 2 anni scende di 10 cts. al 4,87% il quinquennale di 12 cts. al 4,79 il decennale di 13 cts. al 4,84 il trentennale di 12 al 4,98.
In Europa il Bund decennale scende al 3,9% mentre in Giappone il decennale sale al 1,85% ed il tasso sul debito dei paesi emergenti è sceso di circa 7 cts mediamente.
La reazione del bond ai dati macro ha messo in crisi la mia posizione.
Ho pertanto stoppato a 106,65 il bond decennale venduto a 105,9 con una perdita di 600 euro a contratto (conclude a 106,85), ma non finisce qui.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: Wally si esalta
Come sopra accennato, le ricoperture hanno amplificato la festa sui dati e questo nonostante varie notizie societarie negative.
Il Nasdaq100 scad.settembre, partito dal mio prezzo a 1500 non ha fatto altro che salire arrivando fino a 1590 dove conclude(+6% saldo settimanale); ho stoppato mercoledì dopo i dati a 1550 con 800 euro di perdita a contratto.
Il Dow a 11381(+2,6%) lo sp500 a 1302(+2,8%) il nasdaq a 2164(+4%).Tra i settori, trasporti (+6%) il Russell (+4,8%) i semiconduttori(10%) le biotech (+5,7%) i broker/dealer(+4,6%) le banche(+1,8%).
Festa in tutto il mondo. Tokyo sale a 16105(+3%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 5817(+3,8%) il footsie inglese a 5903(+1,8%), il cac francese a 5135(+3%) e l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 37550(+2,8%) ed il Mibtel a 28622(+2,1%).
Circa gli indici americani vi è una cosa importante da notare: durante tutto il mercato rialzista degli ultimi 4 anni le piccole capitalizzazioni avevano fatto sistematicamente meglio delle grandi; adesso per la prima volta stanno facendo peggio.Anche questo rimbalzo lo ha confermato, e per me si tratta di un segnale ribassista di medio termine, perchè coerente con il contesto di maggior rischio, mentre le grandi capitalizzazioni vengono vissute come bene rifugio oltre a beneficiare anche degli energetici.
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: riparla Bernanke
Dal punto di vista dei dati c'è poco e niente che possa rimettere in discussione l'attuale ottimismo (a parte eventuali sorprese geopolitiche).
Dagli USA avremo solo gli ordini di beni durevoli e le vendite di case mercoledì e giovedì.Dall'Europa invece arrivano parecchi dati che possono influire sull'euro per ora sostenuto dalle attese di altri due rialzi dei tassi da qui a fine anno: la bilancia commerciale, l'indice zew e quello ifo tedeschi, i prezzi al consumo di agosto.
Parleranno però due esponenti Fed martedì, e la settimana si concluderà con un discorso di Bernanke alle 16 di venerdì: naturalmente non mi aspetto che possa dire qualcosa che disturbi i mercati, ma non si sa mai; anche involontariamente come già successo, o se dovesse ritenere che i rendimenti a lungo sono scesi troppo, basta che torni a mettere l'accento sull'inflazione per provocare un ribaltone; da confermare eventualmente la settimana successiva quando saranno resi noti i verbali dell'ultima riunione Fed, il PIl sarà rivisto al rialzo, ed il mercato del lavoro e l'ISM potrebbero sorprendere.
Dunque il vento in poppa per i primi giorni dovrebbe restare anche se tecnicamente la situazione non è convincente (sia sui bond che sugli indici azionari), ed il minimo che si può dire è che vi è spazio per una correzione dall'ipercomprato, anche corposa. Più in generale l'attuale rialzo dei corsi azionari e obbligazionari va ancora visto come un ritracciamento all'interno dei rispettivil trend ribassisti; questo tipo di ritracciamenti sono in genere limitati per estensione e durata, sebbene spesso imprevedibili. Da questo punto di vista dunque a 107-107,2 di decennale e a 1600-1625 di nasdaq100 occorrerebbe rientrare in vendita. Volendo però essere più prudenti è meglio aspettare che rispunti anche il catalizzatore dal punto di vista fondamentale, sacrificando un pezzo di strada (cioè magari si dovrà rientrare a 106 o a 1500 ma con maggior convinzione).


ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
venduto un bond decennale scad. settembre a 105,9 chiuso a 106,65(- 750$);
venduto un mini-nasdaq scad. settembre a 1500 chiuso a 1550(-1000$)
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, scende a +4250 euro (con 19 operazioni effettuate su eurodollaro+ 3 sul nasdaq+1 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+2 su bond+1 su euroyen); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5,45% ed equivalente al +7,7% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 0% ed il 100% è in conto corrente al 3% lordo (tasso iwbank).