6/03/2006

La nota sui mercati 3.6

La settimana 29 maggio- 2 giugno 2006

ECONOMIA: la Fed nell'angolo
Il dilemma tra crescita e inflazione, cioè se dare priorità alla lotta alla seconda oppure se preoccuparsi della flessione della prima (considerato che a novembre ci sono le elezioni), si fa più acuto per la Federal Reserve
americana dopo gli ultimi dati che mostrano una sorprendente frenata del mercato del lavoro a maggio.
La Fed ha sempre detto che le sue decisioni future sui tassi dipendono dai dati, il che poi significa dire che non sa che pesci pigliare, proprio a causa del dilemma sopracitato. Da un lato, politicamente vuole fermarsi, e i dati deboli sulla crescita gliene danno ora la scusa, dall'altro però non può bruciare la propria credibilità anti-inflazionistica, e i dati sui prezzi la spingono nella direzione opposta.
Con questo in mente guardiamo alcuni dei principali dati macro che la Fed osserverà durante il mese di giugno per decidere cosa fare a fine mese. Il punto di partenza è che il rialzo dei tassi impatta soprattutto il mercato immobiliare, che a sua volta impatta la spesa dei consumatori, e dunque l'economia intera.
Come ho scritto a febbraio in Speciale Consumi e Borsa, c'è una stretta correlazione tra spesa per consumi e prezzi delle case, ed una ancora più stretta con l'attività del mercato immobiliare. La capacità di affrontare l'attuale mercato immobiliare da parte dei cittadini americani, dato il livello raggiunto dai prezzi negli ultimi anni, è al punto più basso sin dal 1990.Per poter aumentare tale capacità, delle due l'una: o salgono i redditi o scendono i prezzi delle case. Ebbene mentre i rpimi stagnano in termini reali, ci sono già i primi chiari segnali che la strada intrapresa è quella da tempo prevista: i prezzi delle case stanno scendendo, e scenderanno ancora, perchè le case invendute sono in netto aumento e le vendite sono in calo, così come le richieste di nuovi mutui. Finora non si è verificato alcun collasso di questo mercato, perchè la bolla madre (quella creditizia) è viva e vegeta, ma il declino pur lento è evidente.
Nel frattempo proprio venerdì abbiamo saputo che a maggio sono stati creati 75 mila nuovi posti di lavoro (contro i 175 mila attesi) e che i due mesi precedenti sono stati rivisti al ribasso di 40 mila unità. E' dunque un trend che si appalesa chiaro, guidato proprio dal settore delle costruzioni che è rimasto fermo, mentre il manifatturiero continua la sua emorraggia, e financo i servizi mostrano debolezza. Inoltre i salari orari sono saliti solo dello 0,1% e le ore lavorate sono scese dello 0,2% così che i salari settimanali sono scesi dello 0,2%; il che tranquillizza sul fronte della pressione inflazionistica da salari, ma mostra che la spesa per consumi dovrà segnare il passo. In particolare i dati mostrano come la spesa per i beni essenziali è cresciuta rapidamente negli ultimi anni, trainata dall'energia e dalle case, arrivando ad assorbire quasi il 60% del reddito disponibile (era meno del 50% nel 1999), facendo quindi contrarre la quota disponibile per i beni non essenziali.
Ergo: lenta crescita salariale, meno soldi disponibili, mercato immobiliare calante, il tutto in assenza di risparmi. Pare ce ne sia a sufficienza per prevedere una contrazione dei consumi e quindi dell'economia nei prossimi mesi.Tra l'altro questo quadretto si è riflesso in una caduta di 7 punti dell'indice di fiducia dei consumatori, e in una netta caduta dell'ISM manifatturiero.
Insomma , come può la Fed alzare i tassi con questa situazione?
se lo sono chiesti i mercati, andando a comprare bond(il rendimento del decennale è sceso al 4,99%) e a vendere dollari.
Ma le probabilità di un rialzo al 5,25 il prossimo 29 giugno sono rimaste al 40% , pur dimezzate dall'80% del giorno prima. E questo perchè appunto c'è il problema dell'inflazione. Gli ultimi dati hanno mostrato che sia l'indice globale che quello "core" dei prezzi al consumo nei primi 4 mesi del 2006 stanno correndo ad un ritmo annuo rispettivamente del 7% e del 5%. Non sono trend che la Fed può ingorare, anche volendolo. Parte di questa crescita dei prezzi dipende proprio dall'incidenza degli affitti, che sono schizzati al rialzo perchè molta gente non può permettersi di comprare la casa(paradossalmente quindi), e questo ha colto di sorpresa i contabili nazionali che non avendolo previsto non hanno taroccato l'indice per sterilizzarne l'effetto .
Il 14 giugno sapremo l'inflazione ufficiale di maggio: se il trend persiste la Fed non avrà scelta e dovrà alzare i tassi al 5,25% perchè non può rischiare di fermarsi mentre l'inflazione continua a salire, situazione che la costringerebbe a doverlo fare in seguito in modo più pesante e proprio mentre si arriva alle elezioni con l'economia magari in recessione.
Naturalmente se il singolo dato di maggio mostrerà un rientro, la Fed potrebbe aggrapparglisi dicendo che è frutto del rallentamento economico e potrebbe fermarsi. Prenderebbe comunque un rischio non da poco, e il problema potrebbe riproporsi l'8 agosto.

Anche in Europa, il credito si espande e l'inflazione sale: adesso quella ufficiale è al 2,5%.La prossima settimana tocca quindi alla BCE che dovrà decidere se alzare di 0,25 o di 0,5%. Quest'ultimo sarebbe il minimo, a mio avviso, con un comunicato che prometta ulteriori aumenti , per raggiungere almeno il 4% entro fine anno. Ma la BCE non lo farà: politicizzata com'è, con la scusa del cambio dell'euro forte, si limiterà allo 0,25 con un comunicato che farà intravedere al massimo un 3,25% per fine anno e forse neanche quello.
D'altronde la politicizzazione delle banche centrali è un cancro che affligge tutto il mondo, e il Giappone ne è un altro fulgido esempio.
E' vero, la quantità di moneta nipponica è stata effettivamente ridotta con la contrazione maggiore a partire dal 1971 (e questo già impatta su tutti i mercati, come vedremo in apposito Speciale). Ma per ora di alzare i tassi che sono a zero, non se ne parla, nonostante ormai un inflazione vicina all'1%, ed anche qui la scusa principale è lo Yen e la difesa delle esportazioni.

MATERIE PRIME : forte solo l'energia
Il petrolio ha iniziato con una flessione fino a quota 70 ma è poi risalito concludendo al rialzo(luglio) a 72,3 in scia al caos nigeriano.
Il gas naturale è stato più forte confermando il segnale tecnico che avevo notato 7 giorni fa: conclude a 6,6(luglio).
Nel settore dei metalli, invece la correzione è ancora in essere con perdite intorno al 3% mediamente, guidate dal rame (luglio) che conclude a 358; l'oro(agosto) è sceso da 657,5 a 643 passando per un minimo a 628 (ritracciamento del 61%) dove infatti sono rientrato in acquisto sulla scadenza agosto dopo aver chiuso la scadenza giugno in lieve utile appena prima della caduta; l'argento(luglio) a 12,1 il platino(luglio) a 1245 e il palladio(settembre) a 358.
L'indice generale CRB(giugno) a 351.
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprato oro

CAMBI: in range ma volatili
L'eurodollaro scad. giugno ha fatto per ben due volte la strada tra 1,27 e 1,29. Sul primo rialzo a 1,292 martedì, ho incassato l'utile sulla posizione (1180$ a contratto), ma poi giovedì al ritorno in area 1,273 che era seguito ai verbali della Fed ritenuti pro-rialzo, non sono risucito a rientrare: da lì infatti, in scia all'ISM e poi ai dati occupazionali ritenuti pro-pausa, è velocemente ritornato sopra 1,29 dove conclude (1,293).
Adesso le maggiori probabilità sono che il range continui ma non è da escludere che il tetto si estenda verso 1,30-1,31; non penso però che possa partire un altra gamba rialzista verso 1,35 anche se la prossima settimana è probabile resti forte. Poi dipenderà da quella successiva quando usciranno i dati sull'inflazione americana, e non appena si dovessero riformare le attese per un rialzo dei tassi a fine giugno, dovremmo rivedere 1,27 (e lì rientrare).
Lo yen continua ad essere sempre un pò meno forte dell'euro con cui conclude sopra 144 ma recupera anche lui sul dollaro arrivando a 111,5 dopo essere stato fin quasi a 113.
L'indice generale del dollaro scende a 84(giugno)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: caduta finale
Settimana passata sui soliti livelli, ma conclusasi con una brusca caduta dei rendimenti a seguito dei citati dati americani. Il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre è sceso di 3 cts.al 5,31% negli USA , come saldo settimanale, il 2 anni scende di 3 cts. al 4,91 il quinquennale di 4 cts. al 4,9 il decennale di 6 cts. al 4,99 come il trentennale sceso al 5,1.
La curva pertanto flette lievemente ed è quasi piatta.
In Europa il Bund decennale sale invece di 4 cts. al 3,92% così come in Giappone il decennale al 1,90% ed il tasso sul debito dei paesi emergenti.Questi ultimi stanno divenendo sempre più dipendenti dal capitale estero, una situazione che ricorda quella di fine anni 90: la Banca Mondiale calcola che gli investitori privati hanno comprato nel 2005 azioni-titoli-e altri assets per 491 miliardi di dollari (contro i 397 dell'anno precedente).
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: messe male
Il Nasdaq100 scad. giugno, ha avuto una nuova estensione al ribasso fino a 1570, per poi rifare- assieme a tutti gli indici- un altro rimbalzo del gatto morto che, in scia ai dati USA di venerdì, l'ha portato fino a 1633 (esattamente il 38% di ritraccimaento ) ma non ce l'ha fatta a proseguire o a tenere come speravo concludendo a 1614(+0,2%); continuo ad aspettare ci sia un altro allungo in area 1650-1660 dove intendo rientrare in vendita. Più in generale, le borse sono messe male e Wally in particolare perchè non fa in tempo a festeggiare un eventuale fine del rialzo dei tassi che deve prendere atto che ciò avviene perchè l'economia peggiora,e non può dimenticare che resta l'incubo dell'inflazione.
Wally ha visto comunque un rialzino settimanale tranne il Dow a 11247(-0,3%) lo sp500 a 1288(+0,6%) il nasdaq a 2219(+0,4%).
Tra i settori, trasporti (+0,5%) le utilities(+0,4%) il Russell (+0,6%) i semiconduttori(+0,5%) i broker/dealer(+0,8%) le banche(+0,4%).
Il recupero finale non riesce invece a far concludere in positivo Tokyo (-1,2%) a 15790 di nikkey nè l' Europa che scende con il dax tedesco a 5687(-2%) il footsie inglese a 5760(-0,5%), il cac francese a 4960(-1,7%) e l'Italietta senza speranze, che rifila l'ennesima delusione con un governatore bankitalia a busta paga delle grandi corporation: l'SPmib a 36530(-0,3%) ed il Mibtel a 28066(+0,2%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: tocca alla BCE
Si inizia subito con un lunedì potenzialmente decisivo al fine di confermare o meno il modo in cui si è chiusa la settimana appena passata. Alle 16 dagli USA arriva infatti l'ISM dei servizi, e poi in serata alle ns. 20,15 vi è una conferenza con la presenza di Bernanke, Trichet e Muto(Giappone), da cui possono provenire indicazioni importanti, ed i cui effetti si faranno eventualmente sentire nella notte e poi martedì quando in assenza di dati USA vi sarano i sondaggi sui servizi europei; nel pomeriggio interventi di due membri fed. Mercoledì vendite al dettaglio europee ed ordini alle fabbriche tedesche, mentre dagli USA inteventi di altri due membri Fed nonchè di Greenspan.
Giovedì è il giorno della banca centrale inglese(attesa tenere fermi i tassi) e di quella europea per cui vale quanto ho scritto nel paragrafo sull'economia. Infine venerdì molti dati europei tra cui la produzione industriale tedesca e francese, nonchè il deficit estero degli USA relativo ad aprile, ed altri due interventi Fed tra cui Bernanke.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
chiuso un mini-eurodollaro scad. giugno comprato a 1,273 venduto a 1,292(+1187,5$);
chiuso un minigold scad. giugno comprato a 653 venduto a 655 (+66,4$);
comprato un minigold scad. agosto a 628 chiude a 643(plus 498$).
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +5550 euro (con 18 operazioni effettuate su eurodollaro+ 2 sul nasdaq+1 su gas naturale+1 su eurosvizzero+1 su oro); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +6,65% ed equivalente al +15,9% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 0,6% , il 99,4% è in conto corrente al 2,5% lordo (tasso iwbank).