4/30/2006

La nota sui mercati 30.4

La settimana 24-28 aprile 2006

ECONOMIA: Bernanke, ma è proprio tempo di fermarsi?
Il capo della Federal Reserve ha annunciato che forse è giunto il tempo di fermarsi, nel rialzo dei tassi d'interesse nominali (al prossimo 5%).Vediamo un pò se realmente sarebbe il tempo di fermarsi con tassi reali dell'1,5%.
Il PIL USA del primo trim. è salito in termini nominali dell'8,2% su base annua(il 4,8% reale se si deflaziona con il tasso d'inflazione ufficiale del 3,4%, se si deflazionasse con un più realistico 7% saremmo all'1,2%).
E' comunque la crescita maggiore dall'ultimo trim. del 2003, ma è ancora più importante notare che nel frattempo il credito non finanzario è salito del 9,5%, il credito bancario del 12,4% i prestiti immobiliari bancari dell'11% e quelli non bancari del 15%. I bilanci delle aziende finanziarie a Wally si sono espansi del 20%, le commercial paper del 14% così come le emissioni di titoli a fronte di assets.
Bernanke, ma è proprio tempo di fermarsi?
Il NYSE finanziario è arrivato al massimo storico, con un aumento del 10% da inizio anno e del 27% nei 12 mesi. Lo stesso indice del nasdaq è sù rispettivamente del 14% e del 48%; quello dell'amex(broker/dealer) del 18% e del 71%. Sarebbe strano che un settore finanziario in pieno boom nelle quotazioni azionarie non si sentisse obbligato ad aumentare i profitti, incrementando prestiti e trading; val la pena di osservare che il respiro speculativo in eccesso oggi sorpassa di gran lunga quello del 1999-2000. Le piccole capitalizzazioni sono in aumento del 14% da inizio anno, le medie del 9% e le telecomunicazioni al nasdaq del 20%.
Bernake, ma è proprio tempo di fermarsi?
La fiducia dei consumatori ad Aprile è salita ai massimi dal 2001, mentre le vendite al dettaglio sono in aumento dell'8% rispetto a 12 mesi prima, gli ordini di beni durevoli del 31%, le entrate fiscali del 10%(anche se le spese crescono ancora di più). Nonostante le esportazioni siano in crescita del 12% il deficit estero aumenta, e supera gli 800 miliardi.
Bernanke, ma è proprio tempo di fermarsi?
L'oro è salito del 27% da inizio anno ai massimi dal 1980, +51% rispetto a 12 mesi prima. L'argento rispettivamente del 50% e del 90%. Il petrolio del 18% e del 38%, ed ha appena fatto il massimo storico a 75.
Nonostante le riserve delle banche centrali stiano aumentando del 20% annuo, il dollaro conclude come indice a 85,8 riavvicinandosi ai minimi assoluti di 81.
Se guardiamo l'orizzonte internazionale vediamo che l'indice azionario canadese rispetto a 12 mesi prima sale del 32%, quello messicano del 68% quello brasiliano del 65%; ed in Europa, quello tedesco del 44%, il francese del 33%; in Russia del 148% in Giappone del 54% in India dell'89%. In Europa abbiamo appena saputo che la quantità di moneta e credito cresce al ritmo dell'8,6% annuo, con i prestiti al settore privato sù del 10,8%. In Cina , le autorità hanno appena alzato un pelo i tassi portandoli al 5,85% nominale, ma la quantità di moneta si espande del 19%. l'India è nel pieno di un boom creditizio senza precedenti.
E' tempo di fermarsi?

Dopo essersi costruito una carriera come revisionista della Grande Depressione degli anni 30, da lui attribuita alla restrizione creditizia effettuata dalla fed ell'epoca, c'è poco da stupirsi che uno come Bernanke pensi di fermarsi. Preferisce sperare che i rialzi fin qui effettuati facciano sentire il loro effetto a scoppio ritardato, e preferisce preoccuparsi del rallentamento del settore immobiliare, ignorando i dati sopra riportati che hanno un solo significato possibile: il sistema credtizio continua a correre al massimo, e ne conseguono manifestazioni inflazionistiche evidenti e numerose.
Già successo: quando la Fed inondò il sistema di liquidità dopo i collassi Russo e dell'LTCM 1997-98, lo fece (apparentemente) senza rendersi conto delle conseguenze inflazionistiche per l'arena telecom/tecnologia; quando inondò per compensare lo scoppio della bolla telecom/tech 2000-01, lo ha fatto senza rendersi conto delle conseguenze inflazionistiche per l'arena immobiliare. Oggi, nel tentativo di impedire lo scoppio di quest'ultima bolla, fomenta il propagarsi della Bolla madre, quella creditizia . Certo, la Fed si trova in un vicolo cieco, perchè non esiste modo di contenere e frenare gli eccessi globali crescenti senza precipitare l'economia e la finanza in una seria recessione il che- politicamente - è sempre impensabile. Lo status quo assicura però solo un disordine monetario più problematico nel futuro. La crescita del credito ipotecario sta per raggiungere l'impressionante livello di 1,4 trilioni di dollari, mentre i finanziamenti alle operazioni di fusioni ed acquisizioni battono ogni record. Mercati in bolla su tutti gli asset creano la propria liquidità, fino a quando.... non ce la fanno più.

Più che mai oggi servirebbe una riduzione del tenore di vita degli americani, e la conseguente recessione, per poter iniziare il processo di aggiustamento, nonostante la Fed sia determinata a mantenere in piedi il boom sostenuto dalla perdita di potere di acquisto reale del dollaro, che a sua volta sta inizando a provocare la fuga dal dollaro.
Stiamo testimoniando in questa epoca tragica, il dilemma critico:
più grande e più vulnerabile la Bolla, più grande la propensione all'acquiescenza politica.
Negli USA questa situazione assicura l'aumento degli 800 miliardi di deficit estero, e a Bernanke e Bush non resta che tentare in modo ridicolo di incolpare il resto del mondo, nel frattempo non facendo niente, se non una svalutazione del dollaro che viene pagata appunto dagli altri.
La Fed dunque scarica sul dollaro il conto da pagare, adesso, ma continua a sostenere la bolla creditizia, per cui il deficit estero resterà crescente, e la svalutazione del dollaro assicurerà solo maggior flussi speculativi verso le commodities e gli altri mercati mondiali. E finora le banche centrali estere hanno assorbito qualcosa come 1 trilione di dollari in solo 18 mesi, avendo appena il risultato di fermare momentaneamente la caduta del dollaro.
E' semplicemente ridicolo che il G7 assegni alla flessibilità dei cambi (asiatici) il compito di ridurre il deficit estero americano.
E' semplicemente ridicolo che il G7 neanche incidentalmente citi la Grande Inflazione creditizia globale: l'espansione selvaggia del pool di finanza speculativa globale.
E' grave che anzi cerchi di fomentare nuova inflazione, come se fosse la soluzione e non il problema.
Certo per i debitori l'inflazione è conveniente, ma a che prezzo globale?
più i mercati esteri si inflazionano, più grande diviene il deflusso dal dollaro, e ciò proprio mentre le banche centrali estere dichiarano che vogliono ridurre le proprie percentuali di riserve in dollari.

E' allora tempo di fermarsi per la Fed? naturalmente No.
Bernanke, solo ipotizzandolo, ha accellerato la fuga dal dollaro, e la corsa verso i beni rifugio, congelando il mercato obbligazionario; e come ci si poteva aspettare anche i mercati azionari sono divenuti più nervosi questa settimana, e certamente lo diverranno sempre più.
Bernanke ha commesso il suo primo grande errore: adesso è obbligato a fermarsi e se fra qualche mese si vedrà che l'inflazione scappa di mano, e dovrà rimettersi precipitosamente ad alzare i tassi, avrà bruciato a tempo record la sua credibilità.

MATERIE PRIME : effetto Cina digerito
Il rialzo a sorpresa dei tassi cinesi ha generato solo una momentanea presa di beneficio sulle principali commodities, ma poichè in realtà si va verso la creazione di altra inflazione come sopraillustrato, la corsa è subito ripresa.
Il petrolio(giugno) dopo un minimo poco sopra 70 conclude a 71,9;
solo il gas naturale si è avvitato nel calo facendo il minimo dell'anno a 6,5(giugno), perdendo il 20% in una settimana, colpito dall'intervento di bush che promette misure per calmierare i prezzi.
Il rame (luglio) conclude a 325 appena sotto i massimi; l'oro(giugno) chiude a 657 nuovo record; l'argento(maggio) a 13,7; il platino(luglio) a 1163 nuovo record e il palladio(giugno) a 377 un soffio sotto i massimi.
L'indice generale CRB(giugno) a 353.
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: punto di svolta? SI
La domanda posta nella scorsa nota ha ricevuto in settimana un inequivocabile risposta positiva. Nel dubbio ho preferito aspettare fino all'ultimo per entrare in asset, augurandomi una correzione che non c'è stata. L'eurodollaro scad. giugno è salito, assorbendo velocemente i dati forti USA, fino a raggiungere prima di bernanke quota 1,247; dopo l'annuncio di pausa nei tassi USA ha perso 200 tiks in ventiquattro ore arrivando fino a 1,267, e concludendo poco sotto.
Le perdite del dollaro sono state generali, con tutte le valute nessuna esclusa, e lo yen conclude sotto 114 e a 143,5 con euro.
Tecnicamente adesso eurodollaro dovrebbe prendere fiato in area 1,27 massimo fatto l'estate scorsa; lì occorrerà entrare in asset senza indugi perchè è ormai partito per arrivare a ritestare, come minimo, i massimi storici di 1,37.Rispetto alle mie previsioni originarie, vi è un anticipo sui tempi: la svalutazione avverrà durante la metà dell'anno, per poi magari rientrare parzialmente a fine anno, quando è probabile che la fed dovrà alzare con forza i tassi (perchè si vedrà che l'inflazione le è scappata di mano).
L'indice generale del dollaro scende al minimo da nove mesi a 85,8 perdendo il 2,5% (giugno)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: curva irripidita
Bernanke ha avuto effetto sulle scadenze brevi, ma non su quelle lunghe che iniziano a riflettere il timore che aumenti il rischio inflazione con la sua politica. Infatti le aste dei nuovi titoli del tesoro hanno fatto segnare le minori sottoscrizioni da parte di banche centrali estere da oltre 4 anni.
Negli USA , come saldo settimanale, il 2 anni scende di 3 cts. al 4,86
il quinquennale sale di 1 cts. al 4,92 il decennale sale di 5 cts. al 5,06 ed il trentennale di 7 cts. al 5,16.
Come si vede, la curva ha continuato la recente tendenza a irripidirsi , e il 2 anni è adesso di 30 cts. sotto al 30 anni.
In Europa il Bund decennale sale sopra al 4% tra le numerose dichiarazioni di esponenti BCE in favore di un prossimo aumento dei tassi, corroborato peraltro da un inflazione europea aumentata a marzo al 2,4% ed alla crescita monetaria ormai galoppante, e conclude al 3,95%. In Giappone il decennale fermo all'1,92% come anche il debito dei paesi emergenti.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: nervose
Il Nasdaq100 scad. giugno dopo aver oscillato tra 1725 e 1700, dopo bernanke si è impennato fino a 1735, ma non è stato in grado di mantenere i guadagni, e travolto dal crollo di microsoft(-11%) ha concluso a 1711 (-0,5%).
Wally si è dimostrata incapace di beneficiare dell'effetto annuncio sui tassi USA, ha risentito di quello cinese, e più in generale mostra difficoltà a espandere ulteriormente la bolla in cui si trova, ed il saldo settimanale è stato infatti lievemente negativo per il Dow a 11370(-0,2%) per lo sp500 a 1310(-0,3%) il nasdaq a 2322(-1%).
Tra i settori, scendono: trasporti (-1%) il Russell (-1%) i semiconduttori(-0,3%) e i broker/dealer(-4%) ma salgono le banche(+4%).
La bolla si sgonfia un pò a Tokyo (-3%) a 16906 di nikkey ed in Europa con il dax tedesco a 6009(-1,5%) il footsie inglese a 6023(-2%), il cac francese a 5190(-1%) l'Italietta senza speranze che riesce ad evitare per un pelo lo scandalo di Andreotti presidente del senato: l'SPmib a 38775(-2%) ed il Mibtel a 29422(-1,8%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: venduto il nasdaq100

PREVISIONI: vendi a maggio e vai via
Inizia il mese che dà origine al famoso detto borsistico "sell in may and go away" che in italiano non fa rima.
Lunedì terranno banco i dati americani su consumi e redditi delle famiglie a marzo, nonchè il sondaggio sul manifatturiero di aprile. Martedì sarà il turno dei sondaggi manifatturieri europei. Mercoledì i prezzi alla produzione europei, ed il sondaggio sui servizi americano di aprile, oltre alle scorte petrolifere, e ad un altro discorso di bernanke.
Giovedì dopo gli analoghi sondaggi europei, e le vendite al dettaglio di marzo, sarà il momento della BCE. Stando alle ultime dichiarazioni e ai dati più recenti potrebbe anche esserci una sorpresa di rialzo, anche se lo scenario più probabile è che i tassi vengano tenuti ancora fermi ma trichet annunci che a giugno vi sarà l'aumento. L'aspetto più interessante della conferenza sarà vedere come si rapporta con la svalutazione del dollaro. In contemporanea dagli USA escono oltre ai sussidi settimanali, il costo del lavoro e la produttività nel primo trimestre. Venerdì finale con i dati sul mercato del lavoro USA di aprile, anche se ci vorrebbe una super sorpresa al rialzo per contrastare il recente annuncio di bernanke(ci si aspetta 200 mila buste paga in più, disoccupazione al 4,7% e salari orari al 3,4%).

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
venduto 1 mini-nasdaq 100 scad. giugno a 1705 chiude a 1711 (minus di 120$).
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, comm.ni incluse, è a +2600 euro (con 17 operazioni effettuate su eurodollaro+ 1 sul nasdaq+1 su gas naturale); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +3,1% ed equivalente al +9,3% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 3% , il 97% è in conto corrente al 2,5% lordo (tasso iwbank).