4/22/2006

La nota sui mercati 22.4

La settimana 17-21 aprile 2006

ECONOMIA: Cina e G7
Il pompaggio monetario e creditizio dell'economia mondiale prosegue.
Questa settimana abbiamo avuto conferma che a fine marzo l'inflazione ufficiale americana è al 4,3% (a marzo infatti vi è stata una crescita dello 0,4% che sommata a quella di febbraio e gennaio,e moltiplicata per 4 su base annua dà appunto questa cifra, molto più realistica della sommatoria degli ultimi 12 mesi che fa 3,4%); tra l'altro ha sorpreso al rialzo anche il tasso al netto di petrolio ed alimentari (+0,3%).L'inflazione europea è stata contabilizzata al 2,2%(somma degli ultimi 12 mesi).
Pertanto i tassi d'interesse reali (nominale -tasso d'inflazione ufficiale) sono rispettivamente allo 0,45% ed allo 0,3%; in Giappone sono poi negativi dello 0,5%.
I rendimenti sui decennali reali sono rispettivamente allo 0,7% all'1,9%
ed all'1,4%.Nel frattempo le rispettive M3(quantità di moneta e credito) viaggiano rispettivamente a circa il doppio, il triplo ed il quadruplo dei rispettivi PIL reali (e dunque sovrastimati se si considera l'inflazione ufficiale sottostimata). Negli USA M3 hanno iniziato a non renderla più nota pubblicamente, e mi riferisco all'ultimo dato conosciuto ai primi di marzo, probabile che nel frattempo sia aumentata in misura maggiore.
In queste poche cifre sta il senso di quello che è in corso, e che produce il pompaggio globale delle bolle sugli asset, con l'unica novità che un pò di aria si è trasferita da quella immobiliare a quella sulle materie prime e da quella obbligazionaria a quella azionaria.
In realtà tutta l'economia mondiale è in bolla, nel senso che il suo tasso di crescita dipende dall'inflazionamento degli asset, il quale a sua volta dipende dal riciclaggio del deficit commerciale estero americano.Fino a quando i paesi in avanzo (asiatici e petroliferi) continuano a non investire al proprio interno i dollari in eccesso, bensì a riversarli su case, azioni,obbligazioni e materie prime, l'economia globale resterà in bolla.
Naturalmente i paesi occidentali potrebbero intervenire autonomamente con una restrizione monetaria che portasse i tassi d'interesse reali almeno al 3% (quindi nominali al 7-8%) , ma non lo fanno perchè i loro governi sono iperindebitati, e ai politici non pare vero poter continuare a fare debiti a costo zero.
Certo, sanno che hanno imboccato una strada senza precedenti storici, in fondo alla quale intuiscono esserci il disastro per le generazioni future. Ma l'oggi è oggi, e del diman non v'è certezza, magari succede qualche miracolo, chissà.
Su queste tematiche la settimana registra due importanti eventi:
da un lato la visita del presidente cinese a quello americano (ricorda l'incontro tra quello inglese ed Hitler nel 37); dall'altro il G7 semestrale.
I cinesi si sono presentati all'appuntamento americano con una crescita nel primo trimestre superiore alle previsioni, circa il 10%, e con un piano quinquennale appena varato in cui pianificano una modifica nel modello di sviluppo(vedasi Speciale cambiamenti cinesi); per prima cosa sono andati a comprarsi gli aerei della Boeing, e a fare accordi con Bill Gates;
poi a Bush hanno fatto capire che è inutile intestardirsi sulla rivalutazione dello yuan (avverrà nel tempo, molto lentamente), perchè il dollaro e il costo del debito USA sono nelle loro mani; e che al momento preferiscono dare priorità allo sviluppo interno, piuttosto che fargli concorrenza sul piano geopolitico mondiale, fatto salva la questione Taiwan per loro non negoziabile. Bush dal canto suo, ha dovuto incassare, e ha offerto il posticipo dei dazi doganali, ha assicurato su Taiwan, ha sorvolato sul rispetto dei diritti umani. L'imperatore decadente pieno di debiti e con la testa alle guerre vecchie e nuove (iraq,iran) in buona sostanza si è inchinato all'impero emergente.
Sul piano macro e dei mercati ciò che più conta è la questione dollaro.
Il biglietto verde ha messo a segno la maggior perdita mensile degli ultimi tempi, perchè al venir meno delle attese sui tassi innescate dalle ultime dichiarazioni fed e dalla interpretazione data ai verbali dell'ultima riunione, si è unito il tema della diversificazione delle riserve valutarie da parte di vari paesi (la Svezia ha appena annunciato di aver ridotto i suoi dollari dal 37 al 20% delle riserve valutarie nazionali); e la settimana si chiude con un G7 da cui potrebbe trasparire un accordo politico per la svalutazione pilotata e graduale del dollaro, tutto da verificare, ma nel comunicato ricompare la famosa "flessibilità" che nel 2004 scatenò un ondata di vendite di dollari. L'accordo ci vuole perchè come noto, nessuno vuole accollarsi la rivalutazione della propria moneta: non gli europei, nè i giapponesi o i cinesi. D'altro canto per i politici è meno difficile cercare di arginare il crescente squilibrio commerciale globale, passando attraverso la manipolazione dei cambi, piuttosto che attraverso la restrizione monetaria e fiscale interna come sarebbe giusto.
Questa settimana i mercati hanno mostrato molte delle caratteristiche tipiche di un punto di svolta. Alta volatilità, ricoperture spettacolari, euforia palpabile; vi sono anche indicazioni che le mani forti sono sempre più nervose e iniziano ad alleggerire alcune posizioni, soprattutto sul dollaro. E' già successo, ed anche questa volta potrebbe essere un falso allarme. Infatti, resta sempre sorprendente come la maggioranza creda che siamo in una fase aurea di permanente prosperità globale, che l'onnipotente Fed abbia tutto sotto controllo, e che energia e materie prime a livelli record siano il segno di quanto in salute sia l'economia globale (ignorando, per contro, che siamo immersi nella bolla creditizia più grande della Storia).

MATERIE PRIME : settimana record
Nuova impressionante sfilza di record storici:
Il petrolio(giugno) tocca proprio nel finale quota 75,1 nuovo record;
Il rame (luglio) tocca proprio nel finale quota 309 nuovo record;
L'oro(giugno) tocca quota 644, nuovo record, e dopo una brusca ma fugace correzione fino a 612 conclude a 638;
L'argento(maggio) arriva a 14,4 nuovo record, crolla poi a 12,3 e conclude a 13,1;
non fanno nuovi record storici, ma restano sui massimi dell'anno il platino(luglio) a 1136 e il palladio(giugno) a 360;
continua a salire, e conclude a 8,27 il gas naturale(giugno).
L'indice generale CRB(giugno) fa il nuovo record a 359 guadagnando il 6% in una settimana.
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: punto di svolta?
L'eurodollaro scad. giugno è sempre salito fino a raggiungere mercoledì sera quota 1,244 massimo degli ultimi 6 mesi; poi ha subìto uno storno fisiologico fermandosi a 1,233 da dove poi ha consolidato i guadagni concludendo poco sotto 1,24.
Il finale di settimana è stato però appannaggio dello yen, il grande ritardatario in questa fase di dollaro debole, che in attesa di eventi legati all'incontro cinese ed al g7 , si è rinforzato arrivando a 116,5 con dollaro e a 144 con euro.
Tecnicamente ci troviamo proprio sulla linea di confine, dove entrambi gli scenari sul dollaro (cioè rientro in range o rottura al ribasso) sono egualmente probabili; decisiva sarà pertanto la volontà politica di procedere verso la svalutazione, oppure di rimandarla ancora per un pò.
La prossima settimana parleranno sia Trichet che soprattutto Bernanke in audizione al Congresso, e se hanno ricevuto un mandato preciso dal G7sul dollaro dovrebbero farlo capire.
L'indice generale del dollaro scende al minimo dell'anno a 87,7 (giugno)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: sulle resistenze
I rendimenti hanno avuto difficoltà a procedere sopra le resistenze, da cui anzi sono stati lievemente respinti, dopo la recente corsa.
Negli USA , come saldo settimanale, il 2 anni scende di 6 cts. al 4,89
il quinquennale di 6 cts. al 4,91 il decennale di 4 cts. al 5,01 ed il trentennale di 2 cts. al 5,09.
Come si vede, nel ribasso la curva ha continuato la recente tendenza a irripidirsi seppur per pochi centesimi, e il 2 anni è adesso di 12 cts. sotto al 10 anni).
In Europa Bund decennale fermo al 3,95% ( il differenziale a 106 cts.) ed il differenziale tra Btp e bund è salito a 35 cts.
Anche in Giappone il decennale ha perso 6 cts. all'1,91% dopo aver scatenato i timori del governo nipponico per un rendimento sopra al 2%; anche il debito dei paesi emergenti ha espresso dei ribassi nell'ordine del 10 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: in bolla
Il Nasdaq100 scad. giugno dopo un minimo lunedì (in scia alla caduta del venerdì precedente) appena sotto 1700 è risalito fino a toccare 1750 giovedì, per poi ridiscendere e concludere a 1719(-0,2% settimanale). Tecnicamente resta in piedi l'ipotesi di lateralità. Dal punto di vista dei fondamentali, la stagione dei risultati aziendali nel comparto tecnologico relativi al primo trimestre sta procedendo in modo misto e dunque le maggiori probabilità sono che si resti nel trading range ormai in essere da 5 mesi.
Situazione diversa invece per gli altri indici, ed il saldo settimanale a WALLY è stato infatti positivo per il Dow a 11390(+1,9%) per lo sp500 a 1317(+1,7%) solo il nasdaq fermo a 2342. Tra i settori, salgono: trasporti (+1,3%) le utilities(+3,6%) le banche (+1,6%) il Russell (+2,8%).
La bolla si espande ovunque, a Tokyo si gonfia del 2,5% a 17460 di nikkey ed in Europa procede senza esitazioni con il dax tedesco a 6095(+2,8%) il footsie inglese a 6132(+1,8%), il cac francese a 5250(+3%) l'Italietta senza speranze: l'SPmib a 38495(+2,3%) ed il Mibtel a 29935(+2,4%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: venduto il nasdaq100

PREVISIONI: si chiude il mese
Lunedì vedremo se ci saranno reazioni sul comparto valutario al comunicato del g7; usciranno inoltre dati tedeschi su produzione ed ordini, ma soprattutto parlerà Trichet. Martedì si osserveranno in Europa l'IFO tedesco e i prezzi al consumo di aprile, riparlerà Trichet, mentre dagli USA arriveranno l'andamento della fiducia dei consumatori ad aprile e le vendite di case esistenti a marzo. Mercoledì sarà il turno della, produzione industriale europea , e dagli USA delle vendite di nuove case e degli ordini di beni durevoli, nonchè in serata del Beige Book della fed(importante, perchè l'ultimo prima del prossimo Fomc del 10 maggio).
Giovedì dopo la disoccupazione tedesca ad aprile, momento cruciale alle 16 con la testimonianza di Bernanke al Congresso, seguito nella notte da un nutrito pacchetto di dati giapponesi tra cui i prezzi al consumo di marzo. Venerdì , ultimo giorno del mese, una massa di dati tra cui dall'europa le vendite al dettaglio tedesche, M3 europea e vari indicatori di fiducia su aprile; poi dagli USA la prima stima del PIL relativo al primo trimestre 2006 seguito dall'indice del Michigan e da quello di Chicago.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
venduto 1 mini-nasdaq 100 scad. giugno a 1705 chiude a 1719 (minus di 280$);
comprato a 6,7 e venduto a 7,4 un gas naturale(maggio) con +1750 $.
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, comm.ni incluse, è a +2600 euro (con 17 operazioni effettuate su eurodollaro+ 1 sul nasdaq+1 su gas naturale); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +3% ed equivalente al +9% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 3% , il 97% è in conto corrente al 2,5% lordo (tasso iwbank).