La settimana 27-31 marzo 2006
ECONOMIA: la velocità di circolazione
La fed ha alzato per la quindicesima volta portando i tassi al 4,75% e dal comunicato si evince che a maggio alzerà ancora al 5%. E poi? i mercati, come i bimbi nel sedile di dietro durante un lungo viaggio in macchina, chiedono: siamo arrivati? aspettano lo stop da un momento all'altro, se non al 5 al 5,25. E nel frattempo comprano tutto ciò che possono, nonostante le banche centrali asiatiche non sostengano più i bond, i cui rendimenti stanno arrivando anche loro nei pressi del 5%. L'oro che storicamente sale quando i tassi d'interesse reali scendono, è quasi arrivato a 600 cioè ai massimi da 25 anni. Lo stesso dicasi per argento, rame e naturalmente per il petrolio che si è riavvicinato a quota 70. Dunque commodities ed energetici al rialzo, ma anche l'occupazione ufficiale è in rialzo, così come la capacità produttiva utilizzata, gli indici di fiducia un pò ovunque, per non parlare dei mercati azionari.
L'inflazione degli asset c'è, e certamente ci sono le condizioni affinchè il potenziale aumenti le pressioni inflazionistiche. Ma allora, perchè la fed dovrebbe fermarsi al 5-5,5% nominale(che equivale a un 1,5-2% scarso in termini reali, già con l'inflazione ufficiale attuale)?
Dal punto di vista storico, tra il 1946 ed il 2000 il tasso medio ufficiale della Fed , nominale, è stato superiore al 6%, ed era al 6,75 al culmine della precedente bolla del duemila. I tassi inoltre non sono tutto, quello che anzi conta di più è la liquidità globale, corretta per la quantità di effetto leva del sistema: banche, consumatori, imprese, fondi d'investimento, tutti stanno spremendo liquidità il più velocemente possibile e questo lo si vede dalla velocità della moneta, che misura quanto la moneta giri nel sistema(il numero di volte , nell'anno, che l'unità monetaria passa di mano).Sono tre anni che la velocità della moneta sale, come si evince dal rapporto tra PIL nominale e quantità di moneta(M2) esistente; ma ancor più interessante è il rapporto tra liquidità e velocità:
si trova ora al punto più basso degli ultimi 13 anni, e ha superato i picchi raggiunti al top della bolla asiatica nel 1997 e al top della bolla internet del 2000. Il motivo è la sempre maggiore fame di leva finanziaria (occorre tenere presente che il fenomeno della leva finanziaria oggi si presenta in varie forme che investono un pò tutto: dai mutui a tasso variabile, alle carte di credito, agli hedge funds, etc.) a sua volta provocata dal fatto che imprese, investitori e consumatori oggi si comportano come se non ci fossero rischi, per cui se li assumono a fronte di remunerazioni sempre più basse, in molti casi vicini allo zero.
Ma la Storia insegna che i periodi di azzeramento del premio per il rischio, finiscono male, molto male. Oggi siamo al paradosso che le obbligazioni dei paesi emergenti rendono praticamente lo stesso di quelle dei paesi sviluppati, che a loro volta non coprono neanche l'inflazione ufficiale. Insomma siamo all'irrazionalità bella e buona, e ci si è arrivati seguendo il ciclo classico: abbassamento dei rendimenti, abbassamento della volatilità,e dunque spostamento verso gli investimenti più rischiosi(emergenti,azioni, commodities,etc.), aumento progressivo del grado di leva finanziaria, che a sua volta provoca un aumento della domanda di capitale.
Allorquando nel mondo reale compare l'inflazione e le banche centrali sono costrette ad alzare il costo reale del capitale, inizia la catena inversa, perchè a un certo punto tale costo(tasso d'interesse reale) diviene superiore al profitto (rendimento reale delle varie classi di investimento). Ed è quello il momento in cui la bolla si sgonfia dapprima lentamente, poi drasticamente, precipitando nel panico finanziario, quando tutti corrono verso l'uscita all'insegna del si salvi chi può.
La scommessa attuale dei mercati è che la fed non andrà oltre il 5,5% al massimo, la Bce non oltre il 3,5%, il Giappone -se e quando- non oltre l'1-2%. Tassi nominali cioè che manterranno i tassi reali schiacciati all'1-2% (con una generosa valutazione dell'inflazione), se non prossimi allo zero, e dunque renderanno sempre conveniente l'attuale struttura degli investimenti, a premio per il rischio nullo o quasi. Tale scommessa si basa sull'assunto che l'inflazione ufficiale resti sotto controllo, così come nell'interesse dei governi (che infatti la sottostimano contabilmente).
Ma non appena dovesse trasparire - nonostante tutto - che il genio inflazionistico è uscito dalla lampada.....
MATERIE PRIME : ai massimi
Il petrolio si impenna,in scia alla questione iraniana, e conclude a 66,6(maggio); fa eccezione il gas naturale, che risente delle buone condizioni climatiche, sceso a 7,2(maggio). L'Iran ha rigettato la richiesta ONU di abbandonare l'arricchimento dell'uranio, ed ha annunciato una settimana di "war games" con migliaia di truppe nel golfo persiano per preparare le sue forze armate ad eventuali minacce. Nonstante il consiglio di sicurezza dell'ONU abbia specificato che il suo ultimatum, in cui dà 30 giorni di tempo all'Iran, non sia un impegno definitivo perchè firmato solo dai membri permanenti; e nonostante l'insistenza con cui Russia e Cina hanno fatto escludere una clausola in cui si cita il ruolo dell'ONU per mantenere la sicurezza internazionale anche con l'uso di azioni militari, l'escalation di questa settimana non poteva lasciare insensibile il mercato petrolifero. La guerra delle parole continuerà probabilmente a lungo, perchè USA e Gran Bretagna a causa dell'Iraq non sono in grado di agire da soli, mentre Cina e Russia certamente non supporteranno alcuna azione militare.
Ai massimi dell'anno i metalli, con l'oro a 588(giugno); l'argento a 11,5(maggio) il rame a 246(maggio) il platino a 1070(luglio) il palladio a 337(giugno). Il primo trimestre dell'anno si conclude con incrementi del 12,9% per l'oro, del 28,6% per l'argento, del 9,2% per il rame così come per il petrolio.
L'indice generale CRB(giugno) a 334(+2%).
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla
CAMBI: vari fattori
Al di là dei dati, il mercato è stato condizionato da due eventi specifici.
Il New York Times ha scritto che alla Casa Bianca si vogliono le dimissioni di Snow, che si è fatto la fama di sostenitore del dollaro forte; questa voce ha dunque messo sotto pressione il biglietto verde facendogli perdere oltre una figura, perchè non si sono sentite smentite ufficiali.
La prossima settimana è atteso un intervento al Congresso di Snow, e quindi la questione tornerà ad influenzare il mercato in un senso(smentita) o nell'altro(conferma). In precedenza vi era stata un altra notizia contro il dollaro: gli Emirati Arabi Uniti sarebbero in procinto di ridurre la loro quota di dollari nelle riserve valutarie del paese; la prossima settimana vi sarà la decisione ufficiale che concerne 23 miliardi di dollari, una cifra non di enorme impatto, ma che può divenire un volano qualora venga considerata una tendenza più generale relativa alle nazioni del medio oriente.
L'eurodollaro scad. giugno dopo un lunedì in sordina, ha avuto un impennata sulla notizia araba martedì prima della fed arrivando fino a 1,215; poi il comunicato della fed lo ha fatto ridiscendere a 1,205 da dove infine giovedì sulla notizia di Snow si è impennato di colpo arrivando oltre 1,22 concludendo la settimana a 1,2175 perchè i dati americani di fine settimana sono risultati forti.
L'euro dal canto suo ha beneficiato di un forte Ifo tedesco, che ha rilanciato le attese per un rialzo dei tassi BCE già nella prossima settimana. Lo yen è rimasto piatto in area 117 con dollaro, perdendo un pò quota con l'euro a 142,5 nonostante i prezzi al consumo siano aumentati dello 0,5% a febbraio (quarto mese consecutivo) e la disoccupazione sia scesa ai minimi: in teoria la restrizione monetaria dovrebbe iniziare, ma il mercato resta convinto che Koizumi la impedirà ancora per qualche mese.
L'indice generale del dollaro a 89,4 (giugno)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: si reinverte la curva
I rendimenti hanno avuto un netto rialzo costante e continuato , e la novità è il maggiore incremento sulle scadenze lunghe che ha portato nuovamente a una modifica della curva che adesso ha annullato la precedente inversione.
Negli USA , come saldo settimanale, il 2 anni sale di 11 cts. al 4,82
il quinquennale di 15 cts. al 4,81 il decennale di 18 cts. al 4,85(il livello più alto dal maggio 2004) ed il trentennale di 20 cts. al 4,89.
Come si vede è dunque tornata una curva normale seppur per pochi centesimi, con un anomalia solo nella parte brevissima(i future a 3 mesi scontano il 5% e il 2 anni è ancora di 1 cts. sopra al 5 anni).
In Europa Bund decennale esplode al rialzo arrivando al 3,8% ( il differenziale a 104 cts.) con un incremento di mezzo punto percentuale durante il primo trimestre dell'anno, segno che la svolta sui tassi inizia finalmente ad essere percepita anche dagli investitori a lungo termine.
Il movimento è globale: in Giappone il decennale arriva all'1,77% ed anche il debito dei paesi emergenti ha espresso incrementi tra i 15 e i 25 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla
BORSE: trimestre record
Il Nasdaq100 scad. giugno si è mosso al rialzo e dopo un minimo a 1683 post fed, è arrivato fino ad un massimo in area 1730 sospinto dal window dressing di fine mese-trimestre, chiudendo a 1725(+1,4% nella settimana). Complessivamente resta in fase di lateralità anche se si è spostato nella parte alta del range; non sono preoccupato e mi aspetto un ritorno verso la parte bassa già dalla prossima settimana.
Il saldo settimanale a WALLY è stato di: -1,5% per il Dow a 11110
-0,6% per lo sp500 a 1295 e +1% per il nasdaq a 2340. Tra i settori, situazioni miste: trasporti (+0,9%) le utilities(-2,4%) le biotech (+0,5%) le banche (-2,3%) Russell (+1,5%) i semiconduttori (-1%).
Tokyo in contro tendenza con rialzo record: +3% a 17060 di nikkey massimo annuo; in Europa fermo il dax tedesco a 5970(+0%) il footsie inglese a 5960(-1%), il cac francese a 5220(+0%) in calo l'Italietta che per il berlusca dovrebbe preocuparsi delle sedute spiritiche di 30 anni fa di Prodi: l'SPmib a 37930(-1%) ed il Mibtel a 29310(-0,9%).
Con la chiusura del trimestre possiamo fare il punto sulla bolla azionaria a livello mondiale vedendo le relative performance da inizio anno:
In Europa, Londra +6% Germania +10% Francia+11% Italia +7% Spagna +10% portogallo +17% danimarca +20% grecia +12% Cipro +44% malta +30% Romania +14% Polonia +13%.
In Africa, Tunisia +16% Marocco +33%Namibia +15% Botswana +10%
In Asia, Giappone+6% Hong kong +6% Cina +11% Singapore +8% Indonesia +14% Vietnam +64% Australia +8% Nuova Zelanda +10% India +20% Pakistan +20%.
In Sud America, Argentina +16% Brasile +13% Messico +8% Cile +11% Venezuela +51% Colombia +16%
In Nord America, Canada +7% Dow Jones +3,6% SP500 +3,7% Nasdaq +3,5%.
C'è qualche indice che è sceso? sì e guarda caso sono quelli mediorientali dove ci si aspetta la guerra: Kuwait -12% Quatar -19% Istraele -1% Giordania -13% , solo l'Arabia saudita mantiene un +2% ma nell'ultimo mese ha perso continuamente.
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: venduto il nasdaq100
PREVISIONI: settimana BCE
Lunedì si inizia con i sondaggi manifatturieri di marzo in Giappone Europa ed USA. Martedì dall'Europa tasso di disoccupazione e prezzi alla produzione(febbraio), mentre dagli USA in assenza di dati sono previsiti parlare ben tre membri Fed. Mercoledì sarà il turno dei sondaggi nel settore dei servizi, europeo ed americano, e soprattutto vi dovrebbe essere l'atteso intervento di Snow al Congresso. Giovedì, preceduto dagli ordini alle fabbriche tedesche e dalle vendite al dettaglio europee(marzo), sarà il momento della BCE: i mercati vi arrivano convinti che alzerà i tassi al 2,75%; io non ne sono convinto, secondo me con la scusa delle elezioni italiane, prenderà tempo anche se nella conferenza Trichet poi manterrà vive le attese per il mese prossimo.Venerdì infine, dopo un nutrito pacchetto di dati tedeschi, si conclude con il dato dei dati:
il mercato del lavoro USA (tanto inattendibile, quanto popolare sui mercati). Le attese sono per un lieve calo in area 190 mila delle nuove buste paga. In caso di forte scostamento al rialzo, rilancerà certamente le attese per la prosecuzione del rialzo dei tassi americano(sostenendo il dollaro e deprimendo borsa e bond); e viceversa nel caso di forte scostamento al ribasso.
Sull'eurodollaro le pressioni potranno dunque arrivare da molte parti: oltre ai dati normali, vi saranno le decisioni di Snow e della BCE, nonchè infine il super dato di venerdì. Sul nasdaq100, sarà decisivo il mercato del lavoro.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
venduto 1 mini-nasdaq 100 scad. giugno a 1705 chiude a 1720 (minus di 300$)
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, comm.ni incluse, è a +1170 euro (con 17 operazioni effettuate+ 1 sul nasdaq); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +1,25% ed equivalente al +5% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 3% , il 97% è in conto corrente al 2,5% lordo (tasso iwbank).