12/23/2006

La Nota sui mercati 23.12

La settimana 18 - 22 dicembre 2006

ECONOMIA: arriva Babbo Natale
Nella spensieratezza più assoluta, il mondo economico e finanziario si accinge a festeggiare un grasso Natale.
Intanto il negoziato USA- Cina non ha avuto un buon esito, per cui lo sperpero delle risorse prosegue indisturbato. Lo ha dimostrato il dollaro che, nonostante dati per lo più negativi, si è anzi un pò rafforzato; in base al Filo giallo, la conferma si è avuta dai rendimenti tornati un pò a salire, e dalle borse un pò a scendere, mentre dal fronte materie prime vengono segnali negativi sulla crescita futura (soprattutto dal rame).
Nello stucchevole dibattito tra soft e hard landing relativo all'economia americana, i dati della settimana sono stati per lo più "hard" , anche se i mercati non hanno reagito in coerenza proprio perchè, secondo me, nel vuoto prenatalizio ha prevalso la ritirata del PPT conseguente al fallimento con i cinesi.
Tra i dati più negativi quelli sull'edilizia con la sola eccezione dei nuovi cantieri in ripresa, ma questo può essere letto come un ulteriore problema prospettico (le nuove costruzioni arriveranno su un mercato già stracolmo di invenduto). Per il resto, i mutui sono in calo del 10% ,
vi sono segnali molto negativi sulle sofferenze del settore ed i consumi non brillano pur tenendo, mentre gli ordini di beni durevoli vanno male ancora una volta. Il Pil del terzo trimestre è stato rivisto al 2% finale, e nel frattempo il Philly Fed diventa negativo scendendo per il terzo mese consecutivo a dicembre. Esponenti della fed continuano a manifestare invece apparente preoccupazione per l'inflazione: sui prezzi alla produzione vi è stato un impennata, ma il cosiddetto "core" dei prezzi nella spesa al consumo è stato in calo.

La Casa Bianca ha ammesso che la guerra in Iraq sta andando male e ha chiesto più truppe: questa guerra ormai sta superando per durata la seconda guerra mondiale, e sta costando trilioni di dollari oltre che decine di migliaia di vite umane. I mercati dovrebbero considerare le conseguenze a lungo termine di queste spese e del relativo indebitamento finora finanziato dai gialli; quanto a lungo i rendimenti possono restare ai minimi storici con i costi finanziari di questa guerra in continuo aumento? Normalmente la guerra provoca un aumento dei tassi di interesse per finanziare lo sforzo bellico, il che però toglie risorse agli scopi prettamente economici. Sappiamo che il flusso circolare dei fondi dai consumatori a wal-mart, da questa alla Cina e dalla Cina ai titoli americani spiega l'enigma. Se qualcuno dieci anni fa avesse scritto un romanzo in cui descriveva la più popolosa nazione comunista del mondo finanziare il capitalismo nella sua guerra al terrore contro le forze islamiche, sarebbe stato deriso e considerato lunatico.
Comunque la guerra è un abbuffata per il complesso militar-industriale, specialmente la ricerca di sempre più sofisticate armi super tecnologiche, ed è stata un aiuto al recupero dalla modesta recessione del 2001.
Ma il conto prima o poi qualcuno deve pagarlo.

In Europa continuano ad arrivare segnali congiunturali positivi , in scia all'onda lunga delle esportazioni, nonostante l'euro forte,che giustificano il tono duro della BCE i cui rialzi dei tassi d'interesse dovrebbero quindi continuare.
Invece in Giappone prosegue la letargìa della BOJ anche se i dati non sono negativi, e ciò continua a provocare un aumento della liquidità internazionale dovuto agli indebitamenti in yen a tasso zero:
la valuta nipponica continua a fare nuovi minimi negativi contro tutte le valute. Lo spostamento record dell'euroyen arrivato a 156 (+20% in un anno e mezzo) è anche frutto della diversificazione dal dollaro delle riserve valutarie , soprattutto del Giappone che non ha alternative all'euro e alla sterlina.

MATERIE PRIME : deboli
Il petrolio conclude sui minimi del recente range tra 64 e 62 (scadenza febbraio) complice il clima particolamermente caldo di questo inverno. Perde infatti il gas naturale che conclude a 6.8 sulla scad.marzo(-10%).
Scende alla grande il rame che ha bucato il supporto in area 300 e lascia il 7%: qui si scommette su una recessione prossima ventura.
L'Oro( ma non l'argento) invece resiste sul supporto e conclude con un lieve incremento.
Si conclude con :
l'oro a 622(febbraio) il rame a 285 (marzo) l'argento a 12,6(marzo);
il platino a 1132(aprile) il palladio a 326(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 309,5
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

CAMBI: in range
La settimana scorsa scrivevo: " c'è poco spazio al ribasso se il nuovo range ha da essere; probabile che nei prossimi giorni vi sia invece una gamba rialzista di circa un paio di figure. Adesso si entra però in una fase molto particolare perchè la prossima settimana è quella prenatalizia e poi vi sono gli ultimi giorni dell'anno: periodo tipicamente illiquido, che può quindi dare luogo a movimenti anomali". E così è stato: eurodollaro scadenza marzo ha iniziato al rialzo salendo da 1,31 fino a 1,326 ma questo livello lo ha più volte respinto provocando una caduta anomala nel finale di venerdì a 1,315 (conclude a 1,318). Ho dunque potuto guadagnare (+560 $ a contratto)sul call 1,32 scadenza gennaio preso a fine settimana scorsa, cui ho accoppiato anche un dollaro canadese soddisfacente sia per guadagno(+800$) che per timing (è durato un giorno e poco dopo la mia chiusura è tornato indietro).
Nel finale di settimana ci sarebbe dovuta essere una prosecuzione rialzista , ma non ero molto convinto; così ho acquistato una strutturata (future + call venduto) in grado di guadagnare anche in caso di stazionarietà; poi la caduta di venerdì mi ha indotto a chiudere il tutto con lieve perdita(-175$ a coppia) grazie alla protezione offerta dal call venduto.
L'indice generale del dollaro a 83,7(marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: rendimenti al rialzo
Il decennale conclude sopra al 4,6% che resta sempre un rendimento molto basso, ma almeno è sopra di circa 20 cts. rispetto ai minimi di inizio mese. A fare effetto è stato soprattutto il venir meno del sostegno del PPT in relazione alla questione del dollaro, come si è potuto vedere particolarmente nel finale di venerdì, quando nonostante dati deboli, vi è stata una continua onda di vendite. Il future scad. marzo conclude comunque poco sopra 108, quindi la famosa put se tenuta fino a scadenza sarebbe espirata ssenza valore.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di 6 cts. al 4,79% , il 2 anni di 5 cts. al 4,72% il quinquennale di 4 al 4,57% il decennale di 3cts. al 4,62% il trentennale di 5 al 4,71%.
In Europa anche il Bund decennale sale di 2 cts. al 3,81% ed in Giappone invece il decennale scende di 3 cts. al 1,66%; il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di 2 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla

BORSE: si chiude male
Già lunedì è stato uno di quei giorni che ad occhi allenati indicano debolezza: il mercato generale è stato in calo con la sola eccezione delle blue chips. Martedì c'è stato poi un tentativo di recupero diffuso, ma Mercoledì sono state le blue chips a cedere anticipando il calo generale che è poi seguito giovedì e soprattutto venerdì, con pessima chiusura nel finale: l'sp500 scad. marzo ha bucato in chiusura l'importante supporto di 1425 ed il nasdaq 100 ha preso una legnata di circa il 3% nella settimana. IL VIX è salito ben oltre 11.
Poichè aspettavo qualcosa del genere martedì ho costruito un altro put spread sull'sp500 con scadenza gennaio che in chiusura di settimana inizia a mostrare un utile seppur lieve. E adesso ho in programma un altro put spread sullo sp50 per coprire l'area 1410-1390 (in modo da avere tutto l'arco tra 1430 e 1365, circa il 5%) e una strutturata ribassista sul nasdaq 100 che mi pare sia il più pronto a mollare. Il ribasso potrebbe partire anche subito, ma le maggiori probabilità è che arrivi con i primi del nuovo anno: se ho ragione, dovrebbe essere tra il 5% ed il 10%.
Per la settimana si conclude : il Dow a 12343(-0,8%) lo sp500 a 1410(-1,2%) il nasdaq a 2401(-2,3%), il nasdaq100 a 1764(-3%), il Russell2000 (-1,5%). Unica eccezione Tokyo sale a 17104 (+1,1%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6503(-1,3%) il footsie inglese a 6190(-1,1), il cac francese a 5453(-2,6%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 40841(-1,4%) ed il Mibtel a 31431(-1,2%).
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: al ribasso
Posizione asset: doppio put spread scad. gennaio sullo sp500

PREVISIONI: fine anno
Per quanto sia vero che i mercati tra natale e s.silvestro sono più che dimezzati come volumi, è anche vero però che continuano a muoversi e possono fare delle sorprese. Tanto per cominciare, martedì 26 gli USA sono aperti, e mercoledì affronteranno il dato sulle vendite di nuove case, seguito giovedì dalle vendite di case esistenti, oltre che all'indice di fiducia dei consumatori e a quello di Chicago entrambi per dicembre, mentre Venerdì 29 ultimo giorno lavorativo del 2006 ci sarà solo l'M3 europea.
Non è da escludere quindi che vi possano essere scossoni se i dati particolarmente importanti sulle case presenteranno forti scostamenti, o se dovesse esserci qualche novità geopolitica(attentati, etc.).

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-comprato un call 1,32 su eurdollaro scad. gennaio a 0,056 venduto a 0,101(+562,5$)
- comprato un canadese scad.marzo a 0,8690 venduto a 0,877(+800$)
-comprato un eurodollaro scad. marzo a 1,32 venduto a 1,317(-375$)
-venduto un call eurodollaro scad. gennaio a 0,70 comprato a 0,054
(+200$)

operazioni aperte:
-comprato un put sp500 1385 scad. gennaio a 12 chiude a 6 (-300$)
-venduto un put sp500 1365 scad. gennaio a 7,5 chiude a 3 (+225$)
-comprato un put sp500 1430 scad. gennaio a 15 chiude a 19 (+200$)
-venduto un put sp500 1410 scad. gennaio a 8,5 chiude a 11,5 (-150$)

Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +4300 euro (con 27 operazioni effettuate su eurodollaro+ 6 sul nasdaq+2 su gas naturale+2 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+6 su bond+1 su euroyen+1 su canadese+5 su petrolio+4 su s&p500+1 su dowjones+1 su cacao); il rendimento complessivo, netto di capital gain, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato al netto della ritenuta fiscale, è pari al +5,75% ed ormai al +5,75% per l'anno 2006; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 0,5% ed il 99,5% è in conto corrente al 2,54% netto (3,50% tasso iwbank).

AUGURISSIMI DI BUON NATALE, IN SERENITA’ CON I VOSTRI CARI