La settimana 11 - 15 dicembre 2006
ECONOMIA: il negoziato in Cina
A proposito della "quadra" con i cinesi di cui ho scritto nella Nota sul Filo Giallo, pare proprio che non ci sia, da come si è comportato il dollaro. Il negoziato è ancora in corso mentre scrivo, e si capirà meglio nei prossimi giorni, ma è già filtrato un incidente con Bernanke. Quest'ultimo nel suo discorso di venerdì aveva scritto che il cambio dello yaun equivale a un sussidio alle esportazioni cinesi; questa definizione ha irritato parecchio i gialli (anche perchè aizza i protezionisti americani verso i dazi doganali) e pare che il ministro Paulson abbia tirato le orecchie al capo della Fed, il quale è corso a modificare il termine "sussidio" con quello più carino di "incentivo", ma il testo scritto del discorso era stato già divulgato (Bernanke ha poi sentito il bisogno di dire che la sua è stata una correzione "spontanea", confermando così che invece è stato rimproverato). Nel frattempo la borsa cinese metteva a segno un rialzo anomalo (+8% nella settimana) ed il dollaro si rafforzava nonostante fosse uscito un dato sorprendente sull'inflazione USA in calo.
Non deve essere un caso che la ripresa del dollaro sia iniziata fin da venerdì 8/12 dopo l'intervista di Paulson alle ore 18, e sia stata prevalente per tutta la settimana, con l'accelerazione finale, nonostante sul fronte dei dati non vi siano state motivazioni convincenti.
Martedì, poteva esserlo il deficit commerciale USA in calo a 58 mld., ma la scomposizione del dato mostra che i deficit con i cinesi, giapponesi ed europei continuano a crescere, le esportazioni languono, e la contrazione è dovuta solo alla caduta delle importazioni di petrolio. Ed infatti il beneficio per il dollaro è stato minimo e momentaneo; poi in serata la FED si è comportata esattamente come atteso, e l'unica parola del comunicato che ha inserito (l'aggettivo "sostanziale" , riferito al rallentamento immobiliare) ha anzi convinto i mercati che le preoccupazioni sulla crescita futura siano aumentate, per cui il dollaro si è indebolito, anche se non di molto. Mercoledì è invece uscito un dato sorprendente sulle vendite al dettaglio risultate in crescita dell'1%, in tutte le componenti, che aveva provocato sul momento un ribaltone delle attese sul calo dei tassi per il 2007; ma a ben guardare si scopre che per la prima volta da due anni e mezzo è stato cambiato il campione di calcolo delle vendite al dettaglio, il che insospettisce anche perchè nelle note a piè di pagina il margine di errore col nuovo campione viene definito superiore all'1%; e resta il fatto che l' apparente boom della statistica ufficiale non corrisponde con quanto vanno dichiarando le grandi catene di distribuzione ( a cominciare da Wal Mart) le quali lamentano vendite stagnanti, e soprattutto con le entrate fiscali sulle vendite che sono in calo. In ogni caso, dai dati sui flussi dei fondi emerge che le famiglie americane stanno vendendo i propri asset finanziari per compensare i minori rifinanziamenti sulle case, e quindi la tenuta dei consumi eventuale si spiega con un risparmio netto negativo, il che non è certo un bel segnale: si stanno mangiando i risparmi.
Infine Venerdì il già citato calo dell'indice dei prezzi al consumo (con il "core" tendenziale sceso al 2,6%) che avrebbe dovuto indebolire il dollaro e far scendere i rendimenti, come è stato MA solo per un ora.
Si consideri inoltre che dal lato europeo e giapponese i dati sono stati positivi, con i banchieri europei che continuano a parlare di prossimi rialzi dei tassi.
Morale della favola.
Anche se dal punto di vista tecnico una correzione del dollaro dopo la recente caduta era attesa ( personalmente l'aspettavo la settimana prima, quando sarebbe stata più logica in funzione dei dati usciti), il recupero del 2,5% nel giro di 6 giorni lavorativi, a mio avviso non può essere imputato ai dati (che al massimo fanno una patta, tra Fed più preoccupata ed inflazione debole da un lato, e deficit e vendite al dettaglio in apparente miglioramento dall'altro).
Secondo me ci sono i gialli dietro a questo recupero, i quali stanno contrastando la manovra americana mentre c'è il negoziato; non a caso vi è stato il clamoroso rialzo dell'indice di Shanghai, ed anche i rendimenti hanno avuto un profilo analogo al dollaro.
Nel frattempo la Borsa continua a vivere il suo nirvana e a salire sempre e comunque, ma lì ormai l'imminenza del fine anno favorisce il lavoro del PPT che continua evidente. A proposito del PPT e della borsa, va notato come il rialzo sia iniziato ad agosto guarda caso un mese dopo la nomina di Paulson a ministro del Tesoro; Snow, il precedente ministro, fu licenziato proprio perchè non era stato in grado di attivare il PPT a maggio, quando la caduta improvvisa della borsa del 10% in pochi giorni deve avere creato qualche problema a chi comanda. All'epoca si era immediatamente dispiegato il Filo Rosso classico: dopo la svalutazione del dollaro di fine aprile, la contrazione della liquidità colpì i mercati nel giro di un paio di settimane. Questa volta invece con la nuova svalutazione del dollaro si è voluto dispiegare il Filo Giallo, gestito da Paulson e dal suo PPT, per i motivi spiegati NELLA NOTA DI DUE SETTIMANE FA. Ma serve l'accordo con i cinesi, altrimenti il dollaro fa marcia indietro, e qui torniamo all'immediata attualità di cui sopra.
MATERIE PRIME : deboli i metalli
Il petrolio conclude tornando a insidiare la resistenza di 64,5 sulla scad. febbraio dopo aver fatto un minimo settimanale a 62. Le quotazioni sono state sostenute dall'annuncio di un altro taglio produttivo dell'Opec, dalla riduzione delle scorte e da nuove tensioni mediorientali. La sensazione è che si stia preparando a una gamba rialzista, che compenserebbe (accordo tra americani e arabi-russi) un dollaro debole. Invariato il gas naturale che conclude a 7,5 sulla scad.marzo.
Scendono invece i metalli e qui ci sono due chiavi di lettura: da un lato la classica correlazione inversa con il dollaro; dall'altro l'idea che si va verso un periodo di recessione, e con un inflazione apparentemente in calo.
Sta di fatto che proprio venerdì pomeriggio sono avvenute delle brusche rotture soprattutto sull'argento, ed il rame è tornato sul recente minimo di quota 300. L'oro è su un importante supporto di breve, raggiunto venerdì quando ha perso di colpo dieci dollari l'oncia.
Si conclude con :
l'oro a 619(febbraio) il rame a 301 (marzo) l'argento a 12,9(marzo);
il platino a 1104(gennaio) il palladio a 324(dicembre).
L'indice generale CRB(marzo) a 313,5
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: nuovo range?
La settimana scorsa scrivevo: "Tecnicamente, al rialzo l'eurodollaro ha fatto un triplice top a 1,337 che adesso diventa una resistenza importante; al ribasso se 1,31 dovesse cedere, il pavimento sarà in area 1,29-1,30 che era la vecchia resistenza. Vedremo quanto dura, e se dura, la permanenza nel nuovo range che ha uno spazio di circa 4 figure come quello precedente (1,25-1,29) dove la sosta è durata 6 mesi".
Resta perfettamente attuale: la settimana si conclude con l'eurodollaro sceso nel finale fino a 1,306 (equivalente a 1,3115 della scadenza gennaio) e quindi fa presumere che c'è poco spazio al ribasso se il nuovo range ha da essere; probabile che nei prossimi giorni vi sia invece una gamba rialzista di circa un paio di figure. Adesso si entra però in una fase molto particolare perchè la prossima settimana è quella prenatalizia e poi vi sono gli ultimi giorni dell'anno: periodo tipicamente illiquido, che può quindi dare luogo a movimenti anomali. Tenendo conto di ciò, ho ritenuto opportuno comprare call 1,32 scadenza gennaio che da un lato assicura una stoploss accettabile(56 tiks) e dall'altro - se c'è nel frattempo il rimbalzo che aspetto, e che potrebbe anche essere una nuova ondata svalutativa se si fa l'accordo con i cinesi - può consentire un buon utile.
L'indice generale del dollaro a 83,8(marzo) (+1%)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: comprato call eurodollaro 1,32 scadenza gennaio
OBBLIGAZIONI: come il dollaro
Nella prima parte della settimana vi è stata una ripresa del ribasso dei rendimenti e quando mercoledì nonostante le vendite al dettaglio sorprendentemente forti ho visto che il decennale teneva, ho preferito chiudere in pari le put, sbagliando , perche la reazione nel senso auspicato è arrivata il giorno dopo e avrei potuto guadagnarci; d'altro canto il gain sarebbe evaporato venerdì dopo l'inflazione al consumo salvo ritornare nel finale quando - in tandem con il recupero del dollaro, la flessione della borsa e la caduta dei metalli - si è registrato un anomalo rialzo dei rendimenti, che a mio avviso è spiegabile proprio con il Filo Giallo. In teoria, di fronte ad un inflazione in calo, dollaro e rendimenti sarebbero dovuti scendere, e la borsa salire, semmai solo i metalli avrebebro potuto risentirne ma limitatamente per effetto del dollaro calante; invece dopo un iniziale reazione in linea con la teoria, è avvenuto l'opposto, come se vi fosse stata una contrazione della liquidità (effetto della recente svalutazione del dollaro?); ma è inutile applicarsi troppo al movimento di un singolo venerdì pomeriggio prenatalizio.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di 6 cts. al 4,79% , il 2 anni di 5 cts. al 4,72% il quinquennale di 4 al 4,57% il decennale di 4cts. al 4,59% il trentennale di 5 al 4,71%.
In Europa anche il Bund decennale sale di 7 cts. al 3,79% ed in Giappone invece il decennale scende di 3 cts. al 1,66%; il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di 2 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: valutazioni esagerate
Charles Dow diceva che è impossibile dire in anticipo la durata di un movimento primario, ma più esso dura più grande la reazione quando arriva: da qui le maggiori probabilità di guadagnare sulla reazione....e descriveva tre fasi di un ciclo rialzista: 1) il rimbalzo dal precedente ribasso, in cui si torna a valutazioni normali; 2) la fase più lunga che è quella del rialzo netto vero e proprio e che si accompagna a valutazioni sempre più alte; 3) la fase finale in cui si esagera, ed in cui la gente compra azioni solo perchè le vede andare sù, non in base ad una razionale valutazione.
Con l'sp500 che quota 18 volte i recenti utili record, è chiaro che siamo nella terza fase. Un multiplo di 18 è già elevato storicamente, e lo è soprattutto se si tiene conto che negli ultimi tre anni gli utili sono arrivati a livelli record- anomali per i ben noti motivi; tutti i vari rapporti (prezzo/utili, prezzo/ricavi, prezzo/dividendi, prezzo/patrimonio) sono sballati: siamo al doppio della normalità storica.
Se si rapportano le attuali quotazioni alla media degli utili dell'ultimo decennio, siamo a 25, esattamente come nel 2000. Chi compra queste valutazioni scommette che i profitti attuali restino permanenti, il che non sembra molto razionale come 6 anni fa. Con la differenza che all'epoca l'esagerazione era concentrata sulla tecnologia, oggi è diffusa a tutti i settori guidati dal finanziario
Per la settimana gli indici generali concludono alla grande nonostante la flessione delle ultime ore di venerdì, ma a Wally molti settoriali mostrano segni negativi: il Dow a 12445(+1,1%) lo sp500 a 1427(+1,2%) il nasdaq a 2457(+0,9%), il nasdaq100 a 1829(+1,3%), il Russell2000 (+0,1%); tra i settori, trasporti(-0,4%) i semiconduttori (-0,3%) le biotech (-1,1%) i broker/dealer(-0,5%) le banche(+2,6%).
Tokyo sale a 16914 (+2,9%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6588(+2,5%) il footsie inglese a 6260(+1,7), il cac francese a 5589(+2,9%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 41419(+1,8%) ed il Mibtel a 31805(+1,7%).
Tra le borse mondiali: Brasile +1,4% India -1,3% Cina +8,6% Russia +0,2%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: put spread scad. gennaio sullo sp500
PREVISIONI: settimana pre-natalizia
Lunedì il saldo dei conti correnti americano e l'indice delle case; ma soprattutto dovrebbe emergere se si è trovato l'accordo con i cinesi o meno. Martedì usciranno l'indice ifo tedesco di dicembre, e dagli USA
i prezzi alla produzione, le nuove licenze ed i nuovi cantieri edili a novembre.
Mercoledì non c'è niente.Giovedì il dato finale del PIL USA nel terzo trimestre, ed il Philly Fed di dicembre. Ed infine Venerdì il gran finale che inizierà fin dalla notte con i verbali della BOJ, seguito dai dati sull'inflazione al consumo tedesca a novembre e gli ordini industriali europei ad ottobre; dagli USA usciranno redditi e spese delle famiglie a novembre con i relativi deflatori dei prezzi, insieme agli ordini di beni durevoli anch'essi per novembre, e conclusione con l'indice del michigan di dicembre. Dopodichè sarà Natale e se ne riparla il 27 per gli ultimi tre giorni operativi del 2006 dove non mancherà qualche dato importante.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-comprato un put sp500 1360 scad. dicembre a 4,4 scaduto a 0(-220$)
-comprate 5 put 108 sul bond scad. dic. a 0,0625 vendute a 0,0625
(+0$)
operazioni aperte:
-comprato un put sp500 1385 scad. gennaio a 12 chiude a 4 (-400$)
-venduto un put sp500 1365 scad. gennaio a 7,5 chiude a 2,5 (+250$)
-comprato un call 132 su eurdollaro scad. gennaio a 0,056 chiude a 0,056(+0$)
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3550 euro (con 25 operazioni effettuate su eurodollaro+ 6 sul nasdaq+2 su gas naturale+2 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+6 su bond+1 su euroyen+5 su petrolio+4 su s&p500+1 su dowjones+1 su cacao); il rendimento complessivo, netto di capital gain, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato al netto della ritenuta fiscale, è pari al +5% ed equivalente al +5,2% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 0,6% ed il 99,4% è in conto corrente al 2,54% netto (3,50% tasso iwbank).