11/05/2006

La Nota sui mercati 5.11

La settimana 30 ottobre-3 novembre 2006

ECONOMIA: manipolazioni spudorate
Che l'amministrazione Bush fosse cinica e bara si era capito da tempo (vedi Iraq);ne abbiamo avuto un altra conferma con la spudorata manipolazione dei dati statistici che è emersa venerdì pomeriggio.
Pur di uscire nel week-end pre-elettorale con i titoloni dei giornali del tipo "la disoccupazione ai minimi storici" non ha esitato a fare un vergognoso balletto di revisioni sui dati occupazionali, per cui quanto annunziato appena un mese fa viene più che raddoppiato in termini di posti di lavoro creati, ed il tasso ufficiale di disoccupazione è stato portato al minimo storico di 4,4%. Gli esperti sanno naturalmente che questi dati valgono meno della carta su cui sono scritti, ma per Wally non c'è alternativa: devono far finta di crederci e-soprattutto- il popolo deve crederci.
Così dopo una settimana piena di dati negativi che avevano spinto i rendimenti e il dollaro al ribasso, riuscendo finanche (udite, udite) a incrinare un pò il folle nirvana in cui è immerso l'azionario, i mercati hanno fatto marcia indietro, facendo risalire i rendimenti ed il dollaro, mantenendo sempre la borsa in piedi ma con maggior fatica.
Che dire? dal punto di vista macro, anche dopo questi dati organizzati da Karl Rove (lo stratega elettorale dei repubblicani) al fine di far compiere la rimonta miracolosa alle elezioni del 7 novembre, la realtà resta sempre quella qui descritta: l'economia americana, iperindebitata, finanziata dagli asiatici, mostra segni di affaticamento, ma non molla perchè i pusher continuano a fornirle la droga(il credito); però la produttività si è azzerata , e la pressione inflazionistica da costo del lavoro continua a salire. Per anni la Fed ci ha fatto "na capa tanta" con il mito della produttività crescente che avrebbe impedito l'inflazione; ma adesso la produttività è a zero, e allora?
Questo è il punto centrale: il dibattito dovrebbe vertere sul rischio che l'inflazione esploda, nonostante i taroccamenti contabili. Invece, il dibattito verte tutto tra atterraggio morbido o duro, con la platea convinta che in ogni caso per la Fed il bivo è tra abbassare i tassi o tenerli fermi ancora per qualche tempo. Nessuno ipotizza che i tassi debbano salire, proprio perchè tutti danno per scontato che il problema inflazione (che è quello vero) non esiste.
A ben guardare ci sono segnali di qualche mano forte che sta comprando i preziosi, e l'unica giustificazione al loro rialzo è proprio l'inflazione.
Ma io passo tutto il giorno con CNBC acceso (il canale Tv economico finanziario più importante e popolare, disponibile su Sky) e posso testimoniare che i numerosi intervistati (economisti, operatori, analisti, gestori) di tutto il mondo non fanno altro che dividersi tra sostenitori dell'ipotesi dell'atterraggio morbido (cioè il migliore dei mondi possibili) e sostenitori dell'atterraggio duro (recessione prossima ventura, e ribasso dei tassi di almeno un punto nel 2007). Nessuno, dico nessuno, che ponga il problema dell'inflazione, delle cifre truccate, dell'insostenibile pesantezza dei deficit americani.
Nel frattempo, i chierici della BCE continuano a scimmiottare i confratelli americani: tassi ancora fermi al 3,25% ma promessa che a dicembre vi sarà un altro mini-rialzino dello 0,25% e ciò mentre il credito continua a espandersi a ritmi ormai vicini al 10%.
Ancora peggio fanno i giapponesi che i tassi li tengono inchiodati allo 0,25% ,sotto l'inflazione ufficiale, ma -bontà loro- non escludono prima o poi qualche lieve rialzino.
Questi ladroni in pompa magna dovrebbero vergognarsi del saccheggio dei sudati risparmi altrui, che essi operano con tali politiche monetarie.
Tornando all'immediato, se prevarrà la convinzione che il mercato del lavoro è un indicatore ritardato, e che dunque il vero problema è la crisi dell'immobiliare, si tornerà a far scendere i rendimenti e il dollaro. Qualora invece i dati dovessero mostrare consumi vivaci e inflazione tenace( a metà mese), avremo l'opposto.
Vivremo quest'alternanza continua, come già succede da mesi, per molto tempo:
pochi capiscono che la mostruosa bolla creditizia globale in essere sta distorcendo i fondamentali dell'economia reale, e che la natura dei profitti aziendali attuali non sono una conferma della bontà dell'economia sottostante, bensì una prova della grande inflazione che si sta generando.
E i cinesi c'entrano, sono corresponsabili e lo sanno come mostra un recente commento della Bank of China: " Gli squilibri economici globali preoccupano perchè portano ad eccessiva liquidità mondiale,a bassi rendimenti così come ad inflazione nelle risorse e negli assets...aggiustamenti di tali squilibri(soprattutto se disordinati) possono aumentare la fluttuazione delle principali valute mondiali, il che causerebbe una recessione americana e aggiustamenti nei prezzi degli assets USA, il che a sua volta può impattare la crescita economica e delle esportazioni cinesi".
più chiaro di così....

MATERIE PRIME : eccezione cacao
Il petrolio è partito in picchiata dopo la notizia che l'inverno USA si preannuncia più mite, e le scorte in aumento: così ho preferito alzare la stop al mio prezzo di acquisto(59,3) ed ho chiuso il future dicembre in pareggio. Infatti la discesa è proseguita fino al nuovo minimo di 57 da cui si è ripreso solo nel finale per andare a concludere a 59,1.
Fermo il gas naturale a 8,3 (scad. marzo 07).
Il settore dei metalli ha invece visto lo scatto dell'oro(+5%) dopo la rottura della resistenza in area 600, seguito dagli altri preziosi, fermo solo il rame, per cui si conclude:
l'oro a 629(dicembre) il rame a 332 (dicembre) l'argento a 12,6(dicembre); il platino a 1210(gennaio) il palladio a 335(dicembre).
Dall'inizio dell'anno ho sempre evitato le materie prime trattate telefonicamente; questa settimana ho fatto un eccezione con il cacao scad. marzo che si trova sulla parte bassa del range di prezzo dell'ultimo anno; avendolo visto salire con volumi crescenti, e data la situazione politica precaria in Costa d'avorio ho ipotizzato che qualche mano forte sapesse di turbolenze in arrivo (e in questi casi il cacao è solito fare cento-duecento punti in pochi giorni); così l'ho comprato a 1520 con stop a 1490. In realtà per il momento ha solo confermato che la stop a 1490 è esatta, avendo rimbalzato un paio di volte poco sopra; per il resto, pur avendo fatto un nuovo massimo a 1535, non è stato in grado di prendere il volo(anche perchè non ci sono state notizie) ed infatti conclude poco sotto il mio prezzo a 1516.
L'indice generale CRB(dicembre) a 311
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: comprato cacao

CAMBI: prevale il range
" Lo scenario più probabile rimane che lo tengano in range, anche se questa settimana vi è stato qualche segnale nel senso di una sua possibile svalutazione, magari limitata". Così scrivevo sette giorni fa, e così poi è stato anche se l'attesa di dati USA negativi e della BCE mi avevano convinto che un tentativo di vendita contro euro andava fatto, ma con stoploss stretta. La soluzione tecnica l'ho trovata con l'acquisto di una struttura (future+ opzione) già illustrata in Speciale Opzioni; non essendo però l'eurodollaro scad. dicembre riuscito a superare la resistenza di 1,282 nonostante i dati e la BCE, venerdì prima dei dati sull'occupazione ho preferito chiudere praticamente in pari. Ed in effetti venerdì pomeriggio è arrivato a perdere circa un punto concludendo a 1,2745.
Lo yen è tornato a indebolirsi contro euro concludendo a 150 (e 118 con dollaro).
L'indice generale del dollaro a 85,6(dicembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: giravolta finale
Dopo una settimana all'insegna del continuo ribasso dei rendimenti, arrivati fino al 4,55% sul decennale, i dati di venerdì hanno provocato un ennesima giravolta per cui si conclude al 4,71%. Lo avevo ipotizzato, per cui giovedì ho preso posizione al ribasso con l'acquisto di una struttura(venduto il future e comprato la call) a stoploss stretta. Dopo il ribasso di venerdì, poichè però mi sembra un mercato pronto a nuove giravolte ho incassato l'utile sul future, accontentandomi di rientrare interamente del premio pagato per l'opzione call che adesso mi resta in portafoglio gratis ed ha quasi un mese di vita residua. Alla prossima fase di rialzo, potrò rivenderla oppure usarla come copertura nella vendita di un altro future, se riterrò che vi è più spazio al rialzo(dei rendimenti) che al ribasso.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007sale di 10 cts. al 4,93% , il 2 anni sale di 7 cts. al 4,82% il quinquennale di 6 al 4,69 il decennale di 4 cts. al 4,71 il trentennale di 1 cts. al 4,81.
In Europa invece il Bund decennale scende di 3 cts. al 3,77% ed in Giappone il decennale scende di 2 cts. al 1,71%; il tasso sul debito dei paesi emergenti resta fermo mediamente.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata CALL sul bond decennale

BORSE: sempre in bolla
Sono rientrato in posizione al ribasso su Wally, acquistando la PUT 1360 scad. 17 novembre, che mi consente di rischiare fino a quella data solo 5,75 punti(287,5$ a contratto), e che oltre a far gadagnare direttamente in caso di crollo, potrebbe anche costituire la base per una strutturata futura al rialzo.
Per la settimana concludono: il Dow a 11986(-0,9%) lo sp500 a 1364(-0,9%) il nasdaq a 2330(-0,9%), il nasdaq100 a 1713(-0,8%), il Russell2000 (-1,7%); tra i settori, trasporti(-2,9%) i semiconduttori(-0,7%) le biotech (-0,4%) i broker/dealer(-1,4%) le banche(-1,1%).
Tokyo cade a 16350 (-2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6242(-0,3%) il footsie inglese a 6148(-0,2%), il cac francese a 5336(-1%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza sal eimperterrita per effetto delle solite speculazioni sulle banche: l'SPmib a 39811(+1%) ed il Mibtel a 30624(+1%).
Tra le borse mondiali Brasile +2% India +1,7% Cina +3,3% Russia +0,9% a testiomoniare che la bolla globale, pompata dal cambio del dollaro bloccato, è viva e vegeta.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata PUT sullo sp500

PREVISIONI: arrivano le elezioni
In una settimana leggera come dati macro, l'evento principale è costituito dalle elezioni di medio termine USA che si terranno il 7 e i cui risultati si sapranno nel pomeriggio-sera di mercoledì 8. Data la rarità dell'evento potrebbe esserci un impatto forte sui mercati. I sondaggi danno i democratici ancora in vantaggio, ma di recente i sondaggi non sono risultati affidabili. In caso di vittoria dei repubblicani i mercati festeggeranno(dollaro sù, borsa sù); ma se effettivamente i democratici dovessero prendere il controllo del Congresso, poichè si verrebbe a creare per i prossimi due anni uno stallo tra la presidenza e il parlamento con inevitabili riflessi su varie legislazioni, è molto probabile una reazione opposta(dollaro giù, borsa giù). Io poi sono convinto che in quest'ultimo caso, chi ha pompato finora proprio per favorire il recupero dei repubblicani, scaricherebbe tutto, anche perchè l'equazione vittoria democratici=mercati giù, potrebbe essere ben vista da loro in funzione delle prossime presidenziali del 2008.
Lunedì dati europei e discorsi di due membri della Fed.
Martedì vendite al dettaglio europee e produzione industriale tedesca.
Mercoledì parla Moskow della fed , e in serata risultati elettorali USA.
Giovedì gli unici dati macro americani della settimana: prezzi all'import-export , deficit commerciale di settembre, indice di fiducia del Michigan per novembre.
Infine Venerdì dati nippo-europei, e nel pomeriggio sia Trichet che Bernanke interverranno a un convegno sul monetarismo a Francoforte.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-Chiuso un mini crudo scad. dicembre in pari a 59,30(-20 eu per comm.ni).
-comprato un eurodollaro a 1,2765 venduto a 1,2805+comprato un put 1,28 a 0,60 venduto a 0,20 (-50 eu per comm.ni).
-venduto un decennale a 108,48 comprato a 107,70+comprato un call 108 scad. novembre a 0,7188 (+20 eu spesando l'intera call e al netto delle comm.ni).
Operazioni aperte:
-comprato un call 108 scad. novembre sul bond decennale a 0
-comprato un put 1360 scad. novembre sul mini-sp500 a 5,75, chiude a 7(+62,5$ eu )
comprato un cacao scad. marzo 07 a 1520, chiude a 1516(-40$).

Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3400 euro (con 20 operazioni effettuate su eurodollaro+ 5 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+3 su petrolio+1 su s&p500+1 su dowjones); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5% ed equivalente al +6% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 1% ed il 99% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).