3/20/2006

Speciale Geofisica e petrolio

Speciale Geofisica e petrolio

Le influenze del clima sui prezzi energetici sono sempre più evidenti.
Un inverno americano mite ha consentito al petrolio di restare stabile, ed ha fatto scendere nettamente il prezzo del gas naturale.
L' inizio della stagione degli uragani fa però temere forti rialzi dei prezzi nell'estate, come dimostra la curva dei futures relativi.
Vi sono evidenze dello scioglimento delle calotte polari, e di tempeste tropicali, per cui è lecito aspettarsi un estate particolarmente rischiosa per i prezzi energetici. Le trasformazioni climatiche in atto sul pianeta hanno portato a un rovesciamento della stagionalità dei prezzi energetici, che adesso sono più calmi durante l'inverno(meno rigido) e più a rischio in estate(a causa delle tempeste).
Mi sembra interessante approfondire i fondamentali di questa materia.

Lo scioglimento di entrambe le calotte polari e della groenlandia sono abbastanza noti. Sul web si trovano fantastiche foto che mostrano lo scioglimento della groenlandia tra il 1992 e il 2002 fatte dall'asssociazione per l'impatto climatico nell'artico(Artic Climate Impact Association).
Il surriscaldamento della superficie terrestre è divenuta una preoccupazione molto diffusa, anche perchè genera stagioni di uragani sempre più frequenti e sempre più violenti (proprio mentre scrivo c'è la notizia di Larry in Australia). Le piattaforme petrolifere posizionate nel golfo del messico, che ancora non sono state interamente recuperate dopo Katrina, verranno nuovamente colpite.

La più grande riserva di acqua fresca del mondo è nell'antartide.
I ricercatori stimano che essa si sia ridotta di 50 km. cubi all'anno solo tra il 2002 e il 2005, vale a dire una quantità di acqua circa 30 volte più grande di quella che una città come Los Angeles consuma annualmente, ed in grado di innalzare il livello degli oceani di circa 0,5 centimetri all'anno (l'antartide contiene acqua nella misura tale da innalzare di 6 metri il livello degli oceani, qualora si sciogliesse tutta dai ghiacciai). Anche l'artico e la groenlandia, come accennato, si stanno
sciogliendo ad un ritmo due volte più veloce rispetto a quello di 5 anni fa. Questo fenomeno ha una conseguenza molto grave: riduce la salinità degli oceani, che governa il clima globale.

Insomma le evidenze di un enorme problema geofisico su scala globale ci sono tutte. Il surriscaldamento è un sintomo, uno dei tanti.
Un altro, è costituito dallo spostamento della rotazione dell'asse terrestre che il servizio internazionale di rotazione della terra stima in 278 centimetri durante gli ultimi 6 anni; anche qui le implicazioni per il clima terrestre sono enormi, perchè dipende molto dall'angolo di impatto dell'energia solare sul pianeta. Le tempeste solari emanano dalla superfice del sole, e date le diversità di massa e di peso, la superfice solare contiene più elettroni di quanti ne abbia la parte profonda ricca di protoni. Un elettrone è 1830 volte più leggero di un protone, e per questo motivo tende a stare in superficie. Per capire, occorre pensare ad una centrifuga: l'effetto dell'aumentata attività solare investe la terra nei suoi poli con particelle cariche di elettroni, e porta ad un effetto incerto sulla temperatura ambientale. Gli esperti pensano che terremoti, eruzioni vulcaniche, e altri fenomeni dipendano da queste attività. Il dr. Laszlo Kortvelyessy ha pubblicato un libro "l'universo elettrico" in cui vi è la spiegazione completa della complessa interrelazione tra il sole e la terra, considerata di importanza primaria. Nel suo sito si possono vedere i dettagli, con grafici spettacolari e diagrammi intriganti su vari fenomeni. La NASA ha anche lei recentemente documentato vari fenomeni, sul suo sito si possono ricavare molte informazioni sul vento solare, sulle tempeste di luce e di suoni, in relazione alle conseguenze per il pianeta terrestre.
Nel 2005 vi sono state 27 tempeste tropicali, di cui 15 hanno raggiunto la forza di uragano, soprattutto sul golfo e sull'america centrale. Oltre 3 mila persone sono morte, con danni di decine di miliardi di dollari. Enormi danni sono stati fatti alla produzione di petrolio e gas, ai porti, ai fiumi, etc. I prezzi energetici si sono impennati nel durante e dopo.
La prossima estate potrebbe essere peggiore, stando ai segnali anticipatori.
Vi è poi l'atttività dei terremoti. Un articolo interessante dal titolo "allarme terremoti" si trova sul sito della IEEE Spectrum Online.
Abbiamo ancora vivo il ricordo dello tsunami del 2004, di cui ancora non si sa l'effettivo numero di morti (stimato oltre centomila).
I terremoti sotto il mare sono i peggiori perchè provocano tremendi spostamenti di masse d'acqua capaci di provocare onde da 60 metri capaci di viaggiare per centinaia di chilometri.

Infine vi sono le preoccupazioni crescenti degli esperti di AccuWeather.com circa la desertificazione che potrebbe colpire varie zone del globo tra cui le praterie degli USA. Nel loro sito si vedono le foto, e le spiegazioni relative. Il sintomo anticipatore è la siccità crescente già osservata negli ultimi anni.
Entrambi questi fenomeni a loro volta aumentano il rischio e la portata degli uragani che sono generati appunto dal riscaldamento delle superfici marine e terrestri.

Chi non riconosca questi vasti e profondi cambiamenti in atto, mette la testa nella sabbia. Tali alterazioni incidono tra l'altro anche sul comportamento degli uomini, il cui umore dipende dall'equilibrio anche climatico.
Ma torniamo all'energia. La massima produzione di petrolio e gas naturale richiede condizioni ottimali nelle zone di produzione.
Gli USA si trovano al centro dei problemi perchè sono il maggior consumatore mondiale(25% del totale), producono molto petrolio e gas,e si trovano tra l'atlantico ed il pacifico, con il golfo del messico in prossimità dell'equatore e soprattutto nella direzione preferita dagli uragani.
Solo il 75% della produzione nel golfo del messico è tornata come prima, e i premi di assicurazione sono andati alle stelle dopo due estati consecutive di danni agli impianti.
Le probabilità di un altra sequenza analoga nel 2006 sono molto elevate. Una nuova impennata dei prezzi energetici (che potrebbe avvenire anche per i noti motivi geopolitici), avrà riflessi consistenti sui prezzi delle borse mondiali(che dovrebbero scendere anche per altri motivi).
Ecco perchè essere "short" di borsa e "long" di petrolio, è un mix
che resta altamente consigliabile.