3/12/2006

La nota sui mercati 12.3

La settimana 6-10 marzo 2006

ECONOMIA: le parole più dei dati
Questa settimna hanno inciso più le parole che i dati. Due membri della Fed hanno lasciato intendere che potrebbe esserci bisogno di alzare i tassi più di quanto i mercati si aspettino (le attese di maggioranza sono per il 5% a maggio) e questo ha influito su dollaro, borsa, bonds e materie prime, ben più dei dati tra cui spicca il mercato del lavoro a febbraio: sono risultati +243 mila buste paga, ma l'aumento di gennaio è stato rivisto al ribasso di 23 mila unità, dunque il saldo netto è uscito esattamente in linea con le attese; il grosso dell'incremento (198 mila) è dipeso dai servizi, mentre il manifatturiero e le costruzioni hanno perso lievemente. I salari orari sono saliti dello 0,3%, come previsto, ma il tasso annuo è passato al 3,5% il livello più alto dal settembre 2001, confermando i timori di inflazione da costi che ad inizio settimana erano già stati rilanciati dalla riduzione della produttività con cui si è chiuso il 2005. Il paradosso è che mentre quindi si osserva un indiscutibile incremento del costo del lavoro, quest'ultimo non offre sostegno ai consumi per il semplice fatto che in termini reali resta negativo(inflazione degli ultimi 12 mesi al 4%).
Essendo però l'economia drogata da una quantità di credito record (il 2005 si chiude con un incremento di 3,3 trilioni), il deficit estero continua inesorabilmente a deteriorarsi.Giovedì abbiamo saputo che a gennaio le importazioni (+3,5%) hanno sorpassato le esportazioni(+2,5%) per ben 68,5 miliardi; il deficit è peggiorato con tutti i principali partner commerciali, con la sola eccezione di Gran Bretagna e Giappone. Con la Cina è salito del 10% a 18 mld., con l'Opec del 12% a 8,5 mld.
Il deficit è stato ignorato perchè l'attenzione era tutta sui dati del giorno dopo sul mercato del lavoro ma la prossima settimana tornerà sotto ai riflettori perchè usciranno i TICS (cioè i flussi finanziari netti) e se si dovesse registrare un secondo mese consecutivo (è già successo a dicembre) di insufficiente copertura del deficit commerciale da parte del surplus finanziario, non mancheranno le conseguenze sul dollaro. Quest'ultimo ha ritestato i massimi dell'anno poco dopo i dati sul lavoro, ma non è stato capace di mantenerli proprio perchè già si pensa alla prossima settimana. La banca del giappone ha dato una mano alla forza del dollaro, deludendo i mercati perchè ha annunciato solo una timida revisione della liquidità ed ha rimandato alle calende greche ogni azione sui tassi d'interesse. L'euro invece ha beneficiato, sia contro sterlina che contro yen, del confermato atteggiamento restrittivo della BCE. Pertanto, nonostante la convinzione che la Fed abbia ancora almeno due rialzi da fare, rispetto all'anno scorso la forza del dollaro è contenuta dall'analoga prospettiva per la BCE (come minimo attesa portare i suoi tassi al 3%). Non sorprende quindi il persistere ostinato di un range che questa settimana è stato percorso al ribasso da 1,21 a 1,185 ma che facilmente la prossima potrebbe essere ripercorso al rialzo. Delle 5 banche centrali intervenute questa settimana, solo il Canada ha alzato i tassi di 25 cts. portandoli al 3,75% mentre tutte le altre (Inghilterra, Australia , Nuova Zelanda oltre al Giappone) li hanno tenuti fermi, come da attese.
Infine non ha suscitato reazioni il discorso di Bernake tutto incentrato sul sistema creditizio allargato; in realtà a me sembra che vi sia un invito a stringere i cordoni, che se sarà recepito avrà effetti non di poco conto.

MATERIE PRIME : si scende
Il petrolio, nonostante la situazione geopolitica in peggioramento sul fronte iraniano, sta dispiegando un onda al ribasso che è quella che aspettavo; ho iniziato a mettere ordini per entrare in acquisto come asset-asset a livello di area 58,5 sulla scadenza aprile, per il momento non eseguiti; come spiegato in precedenza, non c'è fretta, conviene assolutamente privilegiare un buon livello di prezzo. A questo proposito , è già meglio spostarsi sulla scadenza maggio che questa settimana è scesa da 65 fino a 61 per poi concludere a 61,8(maggio) mentre il gas naturale inizia a dare segni di stabilizzazione a 6,85(maggio).
Onda ribassista anche sui metalli, che correggono il recente ipercomprato, con l'oro che perde il 4% a 542(aprile); l'argento a 9,9(maggio) il rame a 220(maggio) il platino a 1012(aprile) il palladio a 289(giugno).
Quando l'oro inizierà ad avvicinarsi a quota 500 inizierò a inserire ordini di acquisto.
L'indice generale CRB(giugno) a 321.
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: dollaro forte
Per i motivi sopraspiegati è stata la settimana del dollaro, contro tutte le valute, particolarmente contro yen che è stato il più debole (arrivando a quota 119 con dollaro), ed ha consentito all'euroyen di rimbalzare fino a 141,75.
L'eurodollaro scad. marzo conclude la sua vita con questa settimana, per cui dalla prossima tratterò la scadenza giugno che - a causa del differenziale di interessi- esprime prezzi superiori di circa 70 cts.
Dopo la chiusura rialzista del venerdì precedente, vi è stato un iniziale rialzo spintosi fino a 1,21, ma lunedì in seguito alle parole di Poole della Fed, è iniziato il costante declino che lo ha riportato ad 1,187 già martedì sera; ancora una volta 1,187 si è mostrato però un importante supporto che ha tenuto per tutto il resto della settimana (vi è stato un minimo a 1,186 venerdì pomeriggio) mentre 1,195 è stato il tetto nella fase di rimbalzo tecnico. In questa evoluzione sono scattate due operazioni di acquisto entrambe sbagliate: la prima martedì quando ha rotto il supporto a 1,1930 (acquisto a 1,1935 stop a 1,1905 con -375$ a contratto) e la seconda venerdì quando contrariamente alle mie attese i dati sul lavoro non hanno deluso e l'acquisto a 1,1908 è stato stoppato a 1,188 (-350$ a contratto). Si chiude a 1,19 quindi con 2 figure di perdita rispetto ai massimi di lunedì, l'esatto contrario di quanto avvenuto la settimana precedente. A questo punto il quadro prospettico di breve cambia nuovamente, e le maggiori probabilità sono che si resti in range tra 1,193 ed 1,217(per la scadenza giugno).
L'indice generale del dollaro sale a 90,5 (giugno)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: neutrale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: operazioni sulla curva
I rendimenti hano proseguito la loro onda rialzista, anche se il movimento maggiore è stato sulla curva dei medesimi che ha recuperato la recente inversione. In genere ciò sta a indicare una minore preoccupazione per eventuali effetti recessivi a medio termine, ed una maggiore per l'inflazione.
Negli USA , come saldo settimanale, il 2 anni scende di 2 cts. al 4,73
il quinquennale invece sale di 6 cts. al 4,77 come il decennale di 8 cts. al 4,76 ed il trentennale di 9 cts. al 4,75.
In Europa Bund decennale in rialzo anche lui , ma in misura inferiore, al 3,63% ( il differenziale a 113 cts.).
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: neutrale
Posizione asset: nulla

BORSE: Wally sui supporti
Il Nasdaq100 scad. marzo è partito al ribasso dandomi la possibilità di chiuderlo in lieve utile a 1658 (+100$ a contratto); la scadenza giugno ha poi testato la parte bassa del range a 1655 (che comunque tiene per la quinta settimana) non dandomi l'opportunità di rientrare in vendita; nel complesso il nasdaq 100 perde il 2% e la scadenza giugno conclude a 1667.
Il saldo settimanale a WALLY è stato di: +0,5% per il Dow a 11070
-0,4% per lo sp500 a 1281 e -1,8% per il nasdaq a 2262. Tra i settori, scendono i trasporti (-1%) le utilities(-2%) le piccole capitalizzazioni (Russell -1,6%) e le biotech (-3%); resistono solo le banche (+0,4%) mentre crollano i semiconduttori (-6,6%) . Per me il quadro resta ampiamente negativo, per cui confermo l'idea di rientrare in vendita
sul primo rimbalzo significativo.
Tokyo festeggia lo scampato pericolo di una restrizione monetaria con +3% a 16115 di nikkey; in Europa recupera il dax tedesco a 5800(+1,5%) il footsie inglese a 5910(+1%), fermo il cac francese a 5070(+0%) e risale l'Italietta del banditismo politico-finanziario(che fa continui nuovi record a cui il popolino delle borse è ormai totalmente assuefatto, istupidito com'è dal risiko bancario): l'SPmib a 37930(+1,5%) ed il Mibtel a 29080(+1%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: settimana piena
Lunedì si inizia con i dati sul PIL e sulla fiducia dei consumatori in Giappone, mentre per il resto vi saranno solo degli interventi verbali (Trichet e due membri Fed). Martedì produzione industriale nipponica, indice Zew tedesco e dagli USA le vendite al dettaglio di febbraio, molto importanti per misurare lo stato dei consumi. Mercoledì sarà il giorno in cui arrivano i TICS americani, preceduti dall'indice di new york di marzo e seguiti dal Beige Book della fed, atteso con particolare interesse.
Giovedì parleranno ben 3 membri fed e di nuovo Trichet; ma soprattutto usciranno i prezzi al consumo europei ed americani entrambi per febbraio; dagli USA anche l'edilizia di febbriao, i sussidi settimanali ed il Philly Fed di marzo. Infine Venerdì si chiuderà la settimana con la produzione industriale USA di febbraio, e la prima stima dell'indice del michigan per marzo.
Personalmente mi aspetto vendite al dettaglio e TICS deboli, in grado quindi di bilanciare eventuali indici di marzo positivi, mantenendo eurodollaro in range, e magari rispingendo il nasdaq100 verso 1700 dove prevedo di rientrare in vendita. Il singolo dato che può provocare movimenti anomali è quello sui prezzi al consumo, nel caso di impennata imprevista, ma è poco probabile.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
Momentanea chiusura in asset-asset della scadenza marzo: comprato 1 nasdaq 100 a 1658 (+100$)
Tra le 4 operazioni del giorno proposte, ne sono scattate due, entrambe negative con 375$ e 350$ di perdita.
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, comm.ni incluse, scende così a +1540 euro (con 16 operazioni effettuate+ 1 sul nasdaq); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al 2% ed equivalente al 9,5% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 0% , il 100% è in conto corrente al 2,5% lordo (tasso iwbank).