2/26/2006

La nota sui mercati 26.2

La settimana 20-24 febbraio 2006

ECONOMIA: Disunione Europea e marciume italiano
Iniziando dalla fine, venerdì il dato sui beni durevoli USA può aver tratto in inganno con il suo macroscopico -10% : esso è stato dovuto infatti interamente allo sciopero della Boeing ed al netto dei trasporti è invece risultato anzi lievemente superiore alle attese(+0,6). La settimana non ha offerto molte informazioni macro, quella importante sui prezzi al consumo americani ha mostrato una stabilità dell'indice al netto dell'energia e degli alimentari, ma la vera inflazione quella che riguarda le tasche dei cittadini è balzata sopra al 4% (pur nell'indice ufficiale). Le attese sui tassi non si sono dunque modificate, negli USA si va verso il 5% , in Europa restano invece i dubbi sulla capacità politica della BCE di andare oltre il 2,5% (per cui nelle attese il differenziale aumenta a favore del dollaro), in Giappone pare maturare l'inversione anche se non è affatto detto.
Ma l'evento principale della settimana riguarda l''Europa dove le contraddizioni si moltiplicano: il neo ministro delle finanze tedesco ha ripreso a criticare il patto di stabilità; nel frattempo il protezionismo intra europeo tocca nuove vette dopo il massacro della direttiva Bolkestein, con la Francia che pur di impedire un OPA all'italiana Enel su Suez vara in fretta e furia una megafusione tra Suez e Gaz de france - che per farsi comporta addirittura il varo di una legge apposita- con un intervento sciovinistico che nega la reciprocità a pochi giorni dall'OPA sulla BNL da parte della BNP, e dopo una lunga serie di suoi acquisti in Italia; certo l'italietta confusa e frammentata è facile da prendere a schiaffi, per un paese come la francia; ma il vero danno lo subiscono gli azionisti di suez e i consumatori francesi, e soprattutto gli europei perchè è chiaro
che l'ideale dell'europa unita va a farsi strabenedire.Tutti vogliono un mercato unico solo per vendere le proprie merci, nessuno vuole un mercato unico nel vero senso della parola, dove possano trionfare la concorrenza e la libera circolazione di imprese e lavoratori; è un NO nei fatti al vero senso dell'Unione ben più grave di quello alla Costituzione. La Disunione Europea trova poi massima evidenza nel ruolo ormai del tutto secondario della Commissione Europea da quando è andato via Prodi (e Mario Monti), e nelle contraddizioni derivanti dall' aver invece unificato solo la politica monetaria. Un tasso di cambio e d'interesse unico per un entità divisa e diversa è un boomerang, perchè contrariamente all'ipotesi originaria non si sta verificando alcuna convergenza tra le varie economie ed oggi ci troviamo con paesi dove l'inflazione ufficiale supera il 4% (Spagna) per i quali i tassi anche al 2,5% non possono che creare altra inflazione futura, e con paesi dove il deficit estero è a livelli record(Italia) per i quali non può che creare altro deficit futuro.
Nel frattempo una classe politica penosa, corrotta e disonesta, mostra ogni giorno che passa la propria inadeguatezza ad affrontare lo scenario globale sempre più difficile, ed in cui è facile prevedere che il vaso di coccio europeo -disunito e contraddittorio- finirà stritolato.
Non meraviglia che in una situazione di questo genere possa sudamericanizzarsi sempre più la mela marcia per eccellenza, l'Italia, dove il banditismo assurge ai massimi livelli, e dove quale che sia l'esito elettorale, non ci sono speranze di nessun genere, a maggior ragione dopo una riforma disastrosa; nessun paese ha il record italiano di decine di partiti malamente coalizzati per fini puramente di poltrona ma pronti a scannarsi tra loro e a distruggere le istituzioni e via dicendo.
Soprattutto nessun paese è passato in appena mezzo secolo dal fascismo allo sfascismo sistemico, come quest'italia marcia di cui non resta che vergognarsi profondamente.

MATERIE PRIME : attentato
Inizia a fare capolino uno dei cavalieri della petropocalisse: il fallito attentato al più importante impianto petrolifero saudita, nonostante sia fallito e non abbia fatto danni, ha avuto la capacità di far balzare il petrolio da 59,5 dove era sceso in seguito all'ennesimo incremento delle scorte USA, fino a 63 dove conclude (aprile) mentre il gas naturale resta depresso a 7,3(aprile).
Risentono dell'attentato anche i metalli nonostante lo yen forte, con l'oro a 561(aprile); l'argento a 9,8(marzo) il rame a 221(maggio) il platino a 1036(aprile) il palladio a 292(marzo).
L'indice generale CRB(marzo) a 329,5 (+1%).
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: riparte lo yen
L'eurodollaro scad. marzo dopo il rialzo del venerdì precedente ha deluso dimostrandosi incapace di andare oltre 1,1990 (domenica notte)e ritornando in area 1,19 dove ha stazionato tutta la settimana, concludendo infine nel peggiore dei modi cioè sui minimi appena sopra il supporto chiave di 1,1870 livello che aveva testato mercoledì consentendo all'operazione di acquisto posizionata a 1,1875 di scattare, e di avere successo perchè sui prezzi al consumo USA vi è stato un ritorno prima in area 1,193 (dove ho incassato i 625$ di utile a contratto), e poi giovedì -grazie all'IFO tedesco ai massimi da 14 anni- ha avuto un altra impennata che si è però fermata a 1,1980; qui si è avuta la conferma definitiva perchè è nuovamente e velocemente ripiombato sui minimi e venerdì non è stato in grado di beneficiare nè del rialzo del petrolio nè dei timori per l'attentato saudita, mentre dalla Germania sono tornate le critiche al patto di Stabilità.
A questo punto il quadro prospettico di breve cambia, e vi sono forti probabilità che 1,187 ceda e che si vada fino a circa 1,175 scendendo un altro gradino. Naturalmente dipenderà dai dati, ma questa settimana è successo quello che paventavo qualche tempo fa e cioè che il recupero dello yen si scaricasse sull'euro, e quando questa tendenza emerge per la valuta europea le difficoltà aumentano.
Lo yen infatti è stato la star, essendo ritornati i timori di un cambio di poltica monetaria a cui si sono aggiunte attese circa una nuova rivalutazione dello yaun cinese; così da 119 con dollaro ha improvvisamente guadagnato il 2% chiudendo sotto a 117 ma ancor meglio ha fatto appunto contro euro passando da oltre 141 a quasi 138.
L'indice generale del dollaro fermo a 90,5 (marzo)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: neutrale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: salgono i giapponesi
Lo yen ha già avuto delle false partenze, ma che questa volta possa essere diverso lo confermano i rendimenti obbligazionari nipponici che sono per la prima volta da tempo saliti con decisione (+7,5 cts. il decennale).
Negli USA , come saldo settimanale, il 2 anni sale di 6 cts. al 4,72
il quinquennale di 8 cts. al 4,63; il decennale di 3 cts. al 4,57; il trentennale di 1 cts. al 4,52 .L'inversione della curva aumenta.
In Europa Bund decennale in lieve calo al 3,47% ( il differenziale a 110 cts.).
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: neutrale
Posizione asset: nulla

BORSE: Wally incerta
Come da attese il Nasdaq100 scad. marzo è restato in range scendendo nella prima parte della settimana fino in area 1650 dove ha stazionato mercoledì, e poi risalendo nel finale a 1690 per concludere a 1680. Terza settimana consecutiva passata tra 1645 e 1695.Tutta wally è rimasta poco variata nei saldi settimanali, a fronte di un incertezza generale , per cui se da un lato non si vuole ancora vendere dall'altro non si compra, resta solo il trading quotidiano.
Il saldo settimanale a WALLY è stato di: -0,5% per il Dow a 11060
+0,2% per lo sp500 a 1289 + 0,1% per il nasdaq100 a 1680 e +0,2% per il nasdaq a 2287. Tra i settori, positivi i trasporti (+0,7%) le banche(+1,8%) le piccole capitalizzazioni (Russell +0,8%) e le biotech (+2,2%) ma i semiconduttori continuano a scendere (-2,1%) .
A Tokyo settimana di recupero + 2% a 16100 di nikkey; in Europa prosegue il rialzo per il dax tedesco a 5870(+1,5%) si ferma il footsie inglese a 5860(+0,2%), sale il cac francese a 5074(+1,5%) e l'Italietta del banditismo finanziario fa meglio di tutti: l'SPmib a 38120(+2%) ed il Mibtel a 29040(+2%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: venduto nasdaq100

PREVISIONI: tocca alla BCE
Lunedì si inizia con l'M3 europea mentre dagli USA alle 16 si conoscerà l'andamento delle vendite di nuove case a gennaio. Martedì un ampio pacco di dati nipponici, cui seguiranno quelli sulla disoccupazione , sui prezzi al consumo e sulla fiducia in Europa; dagli USA arrivano la seconda stima del PIL nel quarto trimestre, l'indice di Chicago e la fiducia dei consumatori entrambi per febbraio.Mercoledì sarà il giorno dei sondaggi sul manifatturiero a febbraio, sia in Europa che negli USA dove usciranno anche redditi e spese delle famiglie a gennaio, la spesa per costruzioni e le vendite di veicoli. Giovedì Europa sotto ai riflettori, prima con i dati sulle vendite al dettaglio tedesche e sui prezzi alla produzione, poi con la decisione della BCE sui tassi e successiva conferenza stampa: il mercato sconta ormai un aumento al 2,5% dei tassi ufficiali, ma soprattutto cercherà di capire dalle parole di trichet se vi è l'intenzione di prendersi un altra pausa di riflessione ( magari di 3 mesi come la precedente), oppure se si è pronti a proseguire. Infine venerdì si chiuderà la settimana con i prezzi al consumo giapponesi e con i sondaggi sui servizi sia in europa sia negli USA dove uscirà anche l'indice finale del michigan per febbraio.
Settimanella bella piena dunque, con possibilità che la serie americana spinga ancor più le attese verso il 5% a maggio, il che potrebbe affossare l'eurodollaro soprattutto se al contempo dal lato europeo si creano attese di fine corsa (sui tassi) e se dal lato giapponese crescono quelle per un rialzo dei tassi, che schiaccerebbe euroyen amplificando quindi le perdite dell'euro sul dollaro.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
- venduto un mini-nasdaq a 1663, chiude a 1683= minus di 330 eu.
Tra le 3 operazioni del giorno proposte, ne è scattata una positiva con 625$ di utile.
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, comm.ni incluse, sale così a +2400 euro (con 12 operazioni effettuate); il rendimento complessivo , tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al 2,34% ed equivalente al 15,5% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 3% , il 97% è in conto corrente al 2,25% lordo (tasso iwbank).
Visto che si è quasi concluso il secondo mese di operatività, vediamone le statistiche:
- le operazioni scattate sono state il 28% di quelle proposte(4 su 14)
- le operazioni in perdita sono state il 25% (1 su 4)
- le perdite totali sono state (375$) il 30% dei guadagni (1250$)
Rispetto a gennaio scende quindi la percentuale di operazioni scattate mentre si mantiene costante il rapporto tra perdite e guadagni.
Nel complesso dei due mesi :
- le operazioni scattate sono state il 40% di quelle proposte(12 su 30)
- le operazioni in perdita sono state il 28% (4 su 14)
- le perdite totali sono state(1125$) il 28% dei guadagni totali(4000$)
La proiezione annua del rendimento delle sole operazioni del giorno è di circa il 16% e considerando la fase di staticità del mercato su cui si è operato, mi sembra abbastanza realistica.