Prima Nota post-ferie al 30 Luglio 2006
"Dopodichè me ne vado in vacanza e tornerò in onda a fine luglio, quando tirerò le somme di un mese in cui mi aspetto che le attese per il rialzo dei tassi continueranno (ci si aspetterà il 5,5% ad agosto) con le borse sempre lateral-ribassiste, il dollaro momentaneamente rinforzato e rendimenti verso il 5,5% sul decennale USA".
Così concludevo la mia ultima nota pre-ferie, e adesso mi ritrovo invece con una situazione opposta determinatasi nella parte finale di luglio: le attese per il rialzo dei tassi sono sparite, per cui le borse si trovano in una fase di ottimismo, supportata da rendimenti sul decennale USA al 5% e da un dollaro in fase calante a 1,28 con euro.
La svolta è avvenuta il 19 luglio, quando, appena due ore dopo l'ennesima conferma che l'inflazione americana continua a galoppare , Bernanke ha sorpreso tutti affermando questa volta che in sostanza l'inflazione è destinata scendere, perchè vi sarà un rallentamento dell'economia. I mercati se la sono bevuta.
La nuova teoria si basa sulla semplicistica e banale convinzione che l'inflazione dipende esclusivamente dalla domanda dei consumatori; e poichè ci si aspetta una riduzione di quest'ultima a seguito della contrazione del mercato immobiliare, appare credibile.
In realtà l'inflazione è un fenomeno molto complesso, e negli anni 70-80 quando toccò i massimi dal dopoguerra, dipese dall'offerta e non dalla domanda. Inoltre seguendo la logica di Bernanke se ne dovrebbe dedurre che la stagflazione non può esistere (anche se invece è esistita , e proprio adesso ci risiamo in pieno, come dimostrano i dati), in quanto una stagnazione automaticamente riduce l'inflazione. E se ne dovrebbe dedurre che gli USA si apprestano a cambiare tutti i testi di macroeconomia attualmente insegnati nelle Università, in base ai quali sarebbe da bocciare senza pietà uno studente che all'esame sostenesse quanto dichiarato dal Bernanke.
Il quale, infine, dopo aver detto per mesi che le decisioni della fed sarebbero dipese dai dati, ha cambiato parere anche su questo: adesso afferma che i dati riflettono il passato e dunque non contano; quello che conta è il futuro, che lui prevede appunto roseo: un lieve rallentamento dell'economia (ma non una recessione), quel tanto che basta per far rientrare l'inflazione. Ha dunque fatto capire che è imminente la fine del ciclo rialzista dei tassi d'interesse.
Ed è questo il punto che nell'immediato muove i mercati, come il cagnolino che corre dietro all'osso , senza guardare se si sta avviando verso il burrone. La grande crisi generale è dunque rimandata ancora una volta, ma il salto nel vuoto sarà sempre peggiore, quando ci si renderà conto che l'inflazione continua a salire anche se l'economia recede, e soprattutto quando si perderà definitivamente fiducia nella Fed.
Bernanke ha allora preso una cantonata clamorosa, sentenziando corbellerie da matita rossa? io non lo credo. Per me si tratta del lucido disegno, tante volte qui illustrato, che Bernanke porta avanti per conto dei suoi padroni.
Lo stesso che portano avanti anche i suoi colleghi giapponesi ed europei, del resto, perchè la Cupola è globale. I primi infatti proprio durante questo mese hanno alzato dopo tanti anni i tassi d'interesse, portandoli (udute, udite) nientemeno che allo 0,25%, predisponendosi quindi anche loro a seguire la politica inflazionistica dei mini rialzi (tra l'altro si sono affrettati a dire per giunta che questi mini-incrementi potrebbero essere molto lenti); i secondi, forse , la prossima settimana faranno un altro passettino arrivando al 3% (ma potrebbero aspettare fino a settembre), mentre la crescita dei prestiti bancari continua a galoppare all'11%.
Un mese sì, un mese no, questi forbiti signori ci inondano con dichiarazioni diametralmente opposte perchè producono inflazione per conto dei loro governi, ma devono anche far finta di rispettare il mandato istituzionale che sulla carta li obbligherebbe a combattere per prima cosa proprio l'inflazione.
Invece, nel corso degli ultimi anni vi è stata questa evidente mutazione genetica delle banche centrali, dovuta al loro asservimento al potere politco che del resto è quello che li nomina.
Morale della favola: nelle mie Note , cercherò sempre più di tenere distinti i due livelli di analisi. Da un lato quella in superficie, come se le regole del gioco fossero vere e rispettate ; dall'altro quello in profondità,che smaschera la vera partita che sta dietro le apparenze.
Il primo livello serve per capire le reazioni immediate
dei mercati; il secondo serve per capire cosa succederà - prima o poi.
Ma anche a livello dell'analisi di superficie, c'è qualcosa che dovrebbe insospettire i mercati. Prendiamo ad esempio gli ultimi dati usciti venerdì sulla prima stima del PIL americano reale nel secondo trimestre. Il consensus si aspettava già una brusca decelerazione al 3,2% dal 5,6 precedente; invece è uscito un misero 2,5% (5,8% nominale, meno il 3,3% di inflazione riconosciuta ufficialmente; il che significa che se si calcola l'inflazione vera al 5%, è già stagnazione piena).La caduta è dipesa non solo dai consumi, ma anche dagli investimenti, ed è generale.
Secondo Bernanke in un trimestre di netta decelerazione dell'economia, l'inflazione sarebbe quantomeno dovuta restare stabile.
Invece la misura governativa dell'aumento dei prezzi dei beni di consumo è passata dal 2,1% del primo trimestre al 4,1% cioè si è raddoppiata. Per inciso secondo un altra misurazione ufficiale, quella del Bureau of labor statistics, siamo al 5,1%.
Ci vuole un atto di fede enorme per bersi la teoria di Ben, e un alto grado di masochismo per comprare azioni su questa base. La posizione delle borse, dal punto di vista concettuale, resta insostenibile: se la Fed si fermasse sui tassi vorrebbe dire che l'economia va male; se invece la fed dovesse sbagliarsi, sarebbe costretta a continuare ad alzare i tassi; in entrambi i casi lo scenario per le azioni è negativo.
La posizione dei bond non è migliore: un rendimento del decennale al 5%, inferiore ai tassi a breve, si può concepire solo aspettandosi una profonda recessione e futuri cali dei tassi, il che significa credere ciecamente che l'inflazione scenda in questo contesto, molto rapidamente.
Sono dunque tutti impazziti? No, sono semplicemente drogati dalla bolla creditizia che prosegue imperterrita. Infatti dai bilanci del settore finanziario per il secondo trimestre si evidenzia che le principali banche mantengono una postura aggressiva, con forte crescita dei prestiti anche al settore immobiliare.Soprattutto proseguono a ritmi da record i riacquisti di azioni proprie, e le acquisizioni-fusioni. Le condizioni finanziarie restano estremamente espansive, la disponibilità di credito è ai massimi livelli e la liquidità sovrabbonda.Non a caso il sottoindice azionario relativo al settore finanziario è a +7% da inizio anno sovraperformando gli indici generali. Il settore finanziario sta semplicemente rotando i suoi prestiti dai mutui ipotecari delle famiglie(in calo) all'immobiliare commerciale, alle imprese, all'energia, etc.Se la sfera finanziaria continua a offire credito, e vi è un processo inflazionistico nella sfera economica come indubbiamente c'è, è ovvio che i prenditori di prestiti sono inclini a indebitarisi e spendere.
Dunque la discussione sulla recessione incombente, sembra prematura se si guardano i dati creditizi. Ma, è anche vero che un crescente numero di persone si trova d affrontare rate più alte, mentre i costi energetici salgono; qualcuno quindi ha iniziato a vendere le case che aveva comprato ( i mercati più speculati, quello della Florida e quello californiano mostrano chiari segni di inversione del mercato immobiliare). Dunque la Fed ha adesso fretta di fermarsi sui tassi , e favorisce il credito bancario, perchè teme di consegnare ai suoi padroni politici, al voto di mid-term novembrino, una economia in difficoltà.
E , come sopra ricordato, se fermarsi sui tassi produce altra inflazione , ben venga.
Lo scossone sui mercati iniziato l'11 maggio e durato fino a giugno , era stato provocato dalla paura che la Fed e i suoi colleghi a cominciare da quelli giapponesi, avessero cambiato politica e si fossero finalmente decisi a stringere i cordono del credito e della lqiuidità. Adesso i mercati si sono resi conto che così non è e dunque sono ripartiti, e potrebbero perfino esibirsi in un altra ondata rialzista speculativa, anche se la situazione geopolitica e quella energetica remano contro.
In conclusione:
La droga continua a scorrere, e questo beneficia soprattutto i settori più rialzisti di base (energia, metalli, mercati emergenti,finanza globale).
Gli squilibri strutturali(debiti,deficit) quindi non possono far altro che aumentare vieppiù. In questo contesto il dollaro torna a far risplendere tutta la sua fragilità sistemica, soprattutto se istituzioni, hedge funds ed investitori, si faranno prendere da frenesia speculativa.
E considerando il retroterra geopolitco altamente instabile , può non bastare che cinesi, russi e produttori di petrolio si accollino un altra fase di accumulazione di dollari nelle loro riserve valutarie. Questi non sono i vecchi tempi in cui bastavano i giapponesi a sostenere il dollaro.
Quindi se ci sarà un altra onda di euforia speculativa sugli asset finanziari, indotta dallo stop sui tassi USA, avremo anche un altra fase di debolezza del dollaro, che a sua volta frenerà i pur minimi rialzi dei tassi attesi in Europa e Giappone.
Come rientro, mi fermo qui. Durante Agosto, mi limiterò alle Note settimanali, che dalla prossima riprenderanno lo schema abituale, e manderò piuttosto una serie di Speciali (sulla guerra in corso, su Cina e Giappone, etc.) per mettere a fuoco man mano i vari temi che è bene monitorare e cercare di capire. Eventuali operazioni per l'asset verranno
illustrate con note specifiche.
La prossima settimana, in cui si chiude luglio ed inizia agosto, si prospetta ben carica : a parte i vari dati macro, tra cui spicca quello sul mercato del lavoro USA di venerdì, parleranno tre esponenti Fed e sarà interessante vedere se emerge qualche stecca cacofonica rispetto a Bernnake in grado di instillare nuovi dubbi tra gli operatori; inoltre giovedì decisione sui tassi e relativi comunicati della BOE e della BCE.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
Durante le ferie si è verificato il recupero della minusvalenza sull'oro, che ho chiuso pertanto quasi in pari, alla prima occasione, perchè temevo una nuova caduta momentanea appresso alle borse; così non è stato, ma l'oro si trova attualmente sempre sui medesimi livelli (630 sull'agosto).
comprato un minigold scad. agosto a 628 CHIUSO a 624(minus 120$);
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +5650 euro (con 19 operazioni effettuate su eurodollaro+ 2 sul nasdaq+1 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+1 su bond+1 su euroyen); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +6,7% ed equivalente al +11,5% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 0% ed il 100% è in conto corrente al 2,75% lordo (tasso iwbank).