11/08/2012

Mutazione genetica

Proseguendo sul tema affrontato nella scorsa Nota, e riprendendo concetti da me già espressi da tempo, ritengo sia importante capire la mutazione genetica della moneta e della filosofia sottostante.
Come una cellula divenuta cancerogena, la moneta - da merce tangibile usata per favorire la produzione ed il commercio dei beni e servizi tra gli uomini - si è tramutata in un intangibile atto fiduciario, che ha ucciso il meccanismo auto riequilibrante che consentiva appunto il legame sistemico con produzione e commercio. In un mondo basato su una moneta merce tangibile, ad esempio l'oro, sarebbe impossibile per un paese accumulare indefinitamente un deficit commerciale con il resto del mondo, perchè prima o poi le riserve auree di quel paese finiscono: a quel punto nessuno gli venderebbe merci in cambio di niente, ed il paese in questione sarebbe costretto a ridurre il proprio eccesso di importazioni ed anzi dovrebbe forzarsi a tutti i costi a vendere più di quanto compra per poter ricostituire delle riserve in oro.
Dunque un meccanismo che tende al riequilibrio.
Invece in un mondo basato su una moneta intangibile, il dollaro, è possibile per il paese che lo stampa accumulare indefinitamente un deficit finchè il resto del mondo continua a "fidarsi", essendone incentivato dal meccanismo di "vendor financing", cioè finanziare il proprio cliente, per non perderlo; e poiché in tale logica i dollari accumulati vengono riciclati nel paese d'origine allo scopo di massimizzarne il rendimento, non solo non c'è più il riequilibrio ma anzi si viene ad esaltare lo squilibrio originale(via tassi d'interesse artificialmente bassi, afflussi di capitale, etc.).Il fatto perverso è che l'atto fiduciario dipende soprattutto dalla concezione di interesse proprio di colui che fa fiducia, piuttosto che dal merito dell'affidato.
E qui arriviamo al punto filosofico cruciale.
Dalla "mano invisibile" postulata da Adam Smith - un filosofo morale, del 18mo secolo nella sua monumentale opera La Ricchezza delle Nazioni ("non aspettatevi il buon pane dal buon cuore del fornaio, ma dal suo egoismo.."), per cui il capitalismo basato sulla concorrenza perfetta produceva il benessere generale sfruttando l'interesse individuale - siamo oggi passati alla "mano visibile" di un capitalismo oligopolistico che trasforma l'interesse e l'egoismo individuale in malessere generale. In particolare l'aver reso il prezzo della moneta (il tasso d'interesse) oggetto di decisione dirigistica da parte dell'emittente, un prezzo politico non più soggetto alla legge della domanda e dell'offerta, ha reso antagonisti l'interesse nazionale di breve termine, e l'interesse generale di lungo termine. Basti pensare alle svalutazioni competitive tra monete nazionali in cui tutti fanno a gara a svalutare per esportare di più. Si tengono i tassi d'interesse reali negativi ed il cambio della propria moneta svalutato ritenendo di fare il proprio interesse egoistico nazionale (sostegno alle esportazioni, alla domanda interna,etc.), ma così creando una palese distorsione globale di dimensioni enormi che è contro l'interesse generale: l'azzardo immorale. E' il punto chiave di cui si parla poco o niente (e del resto chi ne dovrebbe parlare? l'industria finanziaria, che ne è la beneficiaria?). Tutto il resto sono manifestazioni in superficie di tale realtà che è nelle viscere profonde del sistema attuale, e di cui un giorno si pagherà il conto (salatissimo). Ad esempio, meno concorrenza, più profitti. Pochi centri di potere internazionale: gestione più semplice ed efficace. Fra un pò arriveremo ad un unica mega banca mondiale. Del resto chiunque , se fosse al vertice della Cupola, cosa preferirebbe? comandare un pugno di potenti capifamiglia, o una gran quantità di cani più o meno sciolti? E' stato così da che mondo e mondo, in varie forme, ma con la medesima sostanza. Perciò il capitalismo liberale, basato sulla concorrenza perfetta e sull'assenza di monopoli ed oligopoli (la miglior invenzione socio economica del pensiero umano), non poteva durare, era un utopia come la Città del Sole di Tommaso Moro. Invece ha trionfato il capitalismo monopolistico a pianificazione centrale, ferreo regime che a seconda dei casi può essere comunista o fascista o mascherato da "democrazia"(il termine più bestemmiato del mondo, dopo Dio) tecnologica, abbagliante come uno spot pubblicitario, per meglio strumentalizzare le masse ignare.
Comunque se questo fosse il modello vincente, più adatto alla specie umana, non ci sarebbe che da prenderne atto. Peccato, però, stia conducendo velocemente il pianeta , concepito come una grande gomma da masticare in cui soffiare veleni di tutti i tipi prodotti da polmoni carichi di egoismo ed avidità illimitati, all'autodistruzione fisica.
PS: volutamente non ho mai citato la "politica" perchè non la vedo neanche come una sovrastruttura di marxiana memoria (troppo onore), bensì più semplicemente come uno zerbino su cui i potentati economici strusciano le scarpe infangate prima di rientrare a casa.