Scandalo Libor
Barclays ed altre grandi banche (Citigroup, HSBC, J.P. Morgan Chase, Lloyds,Bank of America, UBS, Royal Bank of Scotland) hanno manipolato il tasso d’interesse mondiale di riferimento (Libor, acronimo per: London interbank offered rate) da cui tutti i tassi variabili internazionali sono determinati, così influendo sul rendimento degli investimenti globalmente. In altre parole un gruppetto di persone ha manipolato una gran parte dell’economia mondiale. Nessuna sorpresa per chi qui scrive da anni della Cupola e dei suoi killer, alias banksters. Ma ufficialmente la “scoperta” ha destato scandalo, portando alle dimissioni di un paio di gran capi bancari, e spingendo il governo inglese ad aprire una commissione d’inchiesta sulle banche. Si è capito infatti che questa manipolazione avveniva su base quotidiana almeno a partire dal 2005. Ovvie le profonde implicazioni sull’enorme mercato trilionario dei derivati. Ma ancora non ho sentito alcuna domanda circa le connessioni di questa manipolazione con la crisi del 2008. Forse perché la risposta è ovvia: se il LIBOR era manipolato nel 2008, come è appurato, è chiaro che la sua impennata registrata all’epoca ed il conseguente congelamento del mercato interbancario fosse almeno in parte il prodotto di un azione voluta dal cartello sopra menzionato, allo scopo di ottenere un maggior e più veloce “salvataggio” da parte dei contribuenti, terrorizzati appunto dalla possibilità di un implosione sistemica. Il risultato infatti è stato un complessivo ammontare di 29 trilioni di dollari che il sistema bancario mondiale ha incassato dai soldi pubblici a vario titolo. Si tratta di un profitto (e/o ripianamento di perdite) epocale. Del resto il LIBOR determina profondamente la disponibilità di credito, ed i “salvataggi” furono direttamente giustificati all’opinione pubblica con il bisogno di impedire il congelamento della disponibilità creditizia. Chi manipolava il LIBOR, manipolava dunque una variabile direttamente collegata ai “salvataggi”.
2+2=4 , non si scappa.