Finalmente Wally ha avuto il suo lunedì nero, ed è arrivata la correzione da tempo attesa ed innescata dalla caduta del dollaro. Martedì vi è stato il classico rimbalzo del gatto morto e se è l'inizio di una inversione già da oggi,mercoledì, dovremmo tornare verso nuovi minimi (1370-1375 sullo sp500). Ma non bisogna dimenticare che l'orso ferito può essere pericoloso: ed inziare dunque una fase in cui magari va anche a ritestare i precedenti massimi(1411); l'aumento della volatilità con giornate a scatti nervosi in un senso e nell'altro, sarebbe però un segnale di prossima inversione del trend. La fine del mese e l'inizio di dicembre possono provocare aggiustamenti di portafoglio a sostegno. Anche un rimbalzo momentaneo del dollaro può aiutare, MA i dati macro parlano chiaro: il quarto trimestre si avvia verso la crescita zero del PIL, e Wally prima o poi dovrà prenderne atto.Bernnake dal canto suo ha dipinto lo scenario ideale di soft landing momentaneo e migliore dei mondi possibili, però non ha potuto fare a meno di dire che vi sono molti rischi sia al ribasso della crescita che al rialzo dell'inflazione.
A buon intenditore, poche parole.
11/29/2006
11/25/2006
La Nota sui mercati 25.11
La settimana 20 -24 novembre 2006
ECONOMIA: sguardi sul mondo
In una settimana priva di dati singificativi, ma caratterizzata dalla caduta del dollaro che, come spiegato in Speciale Filo Rosso, è strettamente legato alle mille bolle blu esistenti, vale la pena guardare un pò in giro, e vedere che sta succedendo.
- Asia
La Banca Centrale della Cina sta procedendo ad una sterilizzazione dei dollari acquistati: in pratica evita di emettere nuovi yaun, nel tentativo di contenere la crescita della liquidità interna. Anche la Corea si muove: ha elevato la quanità di riserva obbligatoria delle banche per la prima volta da 17 anni, portandola dal 5 al 7% dei depositi bancari.
Nel frattempo le economie continuano a correre: in Cina i profitti industriali hanno accelerato ad Ottobre, mentre le vendite totali sono salite del 26% nei primi 9 mesi del 2006.Hong Kong vede salire il proprio PIL di quasi il 7%, ben più di quanto atteso. A Taiwan la disoccupazione scende ai minimi da 5 anni, mentre il PIL sale del 5%.
A Singapore si registra un +5,7%, in Malesia +5,8% ma per la prima volta per entrambi questi paesi si tratta di una decelerazione.
-Squilibri
L'ex capo della Fed Volcker è preoccupato dall'accelerazione dei salari, che nell'ultimo trimestre hanno registrato l'incremento maggiore da quasi 25 anni. I salari si stanno muovendo anche in altre zone: in Nuova Zelanda l'incremento maggiore da 6 anni, mentre in Germani i grandi produttori di acciaio hanno concesso i maggiori aumenti salariali da 10 anni a questa parte.In Russia poi stanno volando al ritmo del 13% annuo.
In Gran Bretagna nonostante il recente aumento del tasso ufficiale al 5% M4 - la misura più ampia dell'offerta di moneta- ad ottobre resta al massimo da 16 anni, con un incremento del 14,5% annuo.
- Arte
Nelle sole ultime due settimane a New York sono state vendute opere d'arte per oltre 1,3 miliardi di dollari, con i prezzi che hanno raggiunto i massimi di tutti i tempi. Gli esperti sono rimasti sorpresi dai prezzi battuti nelle aste di Sotheby's , Christie's e altri, raddoppiati rispetto all'anno scorso.Russi, asiatici e arabi oltre ai gestori di hedge funds, tra i più scatenati coimpratori. Non si tratta solo di poche opere celebri, bensì di tutto il mercato: 108 opere minori vendute per oltre un milione di dollari ciascuna.
- M&A
Fusioni ed acquisizioni sono aumentate al record di 3,1 trilioni di dollari, mentre le operazioni di acquisto con debito a leva(leveraged buyouts) si sono triplicate superando il picco del 2000. Questi fenomeni tendono a seguire il ciclo, non ad anticiparlo, e sono la dimostrazione più chiara dell'enorme bolla esistente, con la crescita degli utili e delle quotazioni azionarie che rende sempre più facile finanziarle.
Nelle ultime settimane è stato preso di mira il settore minerario che quest'anno ha visto operazioni per un controvalore di 100 miliardi di dollari, record assoluto.
- Private Equity
George Soros ha detto che vi è il pericolo di uno scoppio della bolla specifica del private equity: troppa liquidità è stata incanalata nell'economia globale e nei mercati finanziari e le aziende comprate per poter ottenere gli obiettivi di crescita annua in grado di rendere profittevoli tali operazioni, ormai rasentano il ridicolo.Nel frattempo
il ritorno medio sugli assets è sceso all'1,29% trimestrale.
-Hedge Funds
Gli hedge funds stanno avendo un ruolo sempre più importante nella robusta crescita dei volumi di trading al Chicago Mercantile Exchange ed al Chicago Board of Trade, che nel 2006 sono saliti del 25%.
Penso possa bastare, il quadro è chiaro, e la eventuale caduta del dollaro potrebbe essere lo spillone che buca le mille bolle blu.
MATERIE PRIME : parte l'oro
Mentre il petrolio si è stabilizzato in area 59-60 sulla scadenza gennaio (gas naturale in calo a 8 sulla scadenza marzo), ed il rame sta difendendo area 310, la logica conseguenza di quanto successo sul dollaro è stato il forte segnale rialzista riveniente dall'oro: ha raggiunto il massimo da 2 mesi e mezzo a 640(scad. febbraio) rompendo la resistenza costituita dal 50% di ritracciamento tra il massimo di maggio a 730 ed il minimo giugno a 550.
Si conclude con :
l'oro a 639(febbraio) il rame a 313 (marzo) l'argento a 13,6(marzo);
il platino a 1154(gennaio) il palladio a 326(dicembre).
L'indice generale CRB(dicembre) a 309 (+1%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: la caduta del dollaro
Il dollaro è caduto ad 1,31 con euro, minimo da 19 mesi, -2,5% nel mese e -10% nell'anno; è caduto altresì a 115,5 con yen, -1% nel mese e-2% nell'anno. Quando lunedì ha sfidato la resistenza di 1,29 con euro ho puntato sulla tenuta del range (data la settimana festiva) ed ho comprato una put a basso costo(11 tiks); non appena però mi è stato chiaro che aveva rotto la resistenza ho comprato un call anch'esso a basso costo(13 tiks), che poi ho chiuso venerdì in area 1,31 dopo che si era quadruplicato (56 tiks), con un utile complessivo al netto della put(32 tiks), che comunque fino all'8 dicembre resta in portafoglio e potrebbe tornare utile nel caso di forte ribaltamento.
La caduta è avvenuta in mercati poco liquidi date le festività ed è stata innescata dai seguenti motivi specifici:
- un forte IFO tedesco che ha lanciato l'euro;
- la smobilitazione di indebitamenti in valute a basso tasso, che ha rilanciato lo yen e il franco svizzero;
- commenti cinesi hanno ripetuto che la Cina ha troppi dollari ( ed è stato annunciato un viaggio in Cina di Bernanke e Paulson a dicembre);
- acquisti di euro provenienti da conti mediorientali;
- attese aumentate di un taglio dei tassi USA a inizio 2007(le probabilità quotate sulla scadenza marzo sono salite al 42%).
La caduta continuerà? tutto propende per una continuazione, al di là di ritracciamenti momentanei sui quali conto di rientrare, e l'obiettivo è diventato quota 1,35 per fine anno (reso realistico dal fatto che a dicembre sono anni che il dollaro prende una legnata; e questa volta le attese sul differenziale dei tassi giocano a favore di una sua ulteriore caduta).
Ma, come sappiamo, la questione è politica: vedremo nei prossimi giorni se le autorità interverranno a difesa del dollaro, con lamentele verbali e soprattutto cosa faranno gli asiatici.
La questione è di estrema importanza per i riflessi sulla liquidità internazionale, come spiegato in Speciale Filo Rosso: tenere a mente che gli attuali valori dell'indice generale del dollaro sono gli stessi di 12 anni fa(ma nel frattempo il debito sull'estero accumulato dagli USA si è quintuplicato; ergo il dollaro oggi dovrebbe valere circa 40 come indice geenrale equivalente a circa 1,95 con euro).
L'indice generale del dollaro a 83,6(dicembre) (-2%)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso
Posizione asset: comprato un put 1,27 scad. dicembre
OBBLIGAZIONI: poco mosse
La settimana festiva non ha visto forti movimenti sull'obbligazionario americano, per ora restato insensibile alla caduta del dollaro, anzi ha visto prevalere un lieve ribasso dei rendimenti; questi ultimi sono scesi anche in Europa ma qui è coerente con l'apprezzamento dell'euro.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 scende di 3 cts. al 4,77% , il 2 anni scende di 3 cts. al 4,73% il quinquennale di 5 al 4,55% il decennale idem al 4,55% il trentennale di 7 al 4,63.
In Europa il Bund decennale scende di 3 cts. al 3,69% ed in Giappone il decennale scende di 5 cts. al 1,66%; anche il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di 5 cts.
Posizione di lungo termine: laterale
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: stop
Settimana di stop nell'ascesa delle borse. Presto per trarre conclusioni, il bicchiere può essere visto mezzo pieno e mezzo vuoto: da un lato infatti lo stop c'è stato e può un primo segno di debolezza; dall'altro può essere letto come un segno di forza la tenuta di Wally nonostante la caduta del dollaro. Per la precisione, le vendite avvenute sul mercato americano sono arrivate dall'estero(preoccupato per le perdite sul cambio), ma sono state assorbite dall'interno dove continua a regnare l'ottimismo(si sono viste scene pazzesche di ressa dei consumatori davanti ai negozi venerdì, giorno di apertura della stagione di shopping natalizio).
Le vendite sull'azionario registrate venerdì in Europa si spiegano ovviamente con la preoccupazione sull'export causata dall'impennata dell'euro; così come lo yen ha penalizzato il nikkey. Continuano invece a correre le borse dei mercati emergenti.
Come scrivevo in Speciale Filo Rosso, se il dollaro si avvita può essere il catalizzatore per almeno una robusta correzione globale.
Nel frattempo ho costruito un put spread scad. gennaio con rapporto di 1 a 3 tra rischio e guadagno netto.
La settimana ha visto una serie di onde che hanno consacrato come supportone quota 1400 sullo sp500 scad. dicembre, mentre vi è stato un allungo fino a 1411 subito rientrato e la resistenza si è delineata in area 1408. Conclude a 1403 in linea con la scorsa settimana.
Per la settimana concludono: il Dow a 12280(-0,5%) lo sp500 a 1401(-0,1%) il nasdaq a 2460(+0,5%), il nasdaq100 a 1820(-0,2%), il Russell2000 (+0,5%); tra i settori, trasporti(+0%) i semiconduttori (-0,6%) le biotech (-1,8%) i broker/dealer(+2,1%) le banche(-0,7%).
Tokyo scende a 15734 (-2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6411(+0%) il footsie inglese a 6122(-1%), il cac francese a 5389(-0,9%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 40614(-0,9%) ed il Mibtel a 31231(+0,2%).
Tra le borse mondiali Brasile +1,4% India +2% Cina +4% Russia -1%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: put spread scad. gennaio sullo sp500
PREVISIONI: settimana cruciale
Ci aspetta una settimana importante per le sorti a breve termine del dollaro, e quindi di tutta la baracca, e sarà piena di eventi e dati.
Lunedì non c'è niente, ma a partire da Martedì: dati nipponici, M3 europea, e dagli USA ordini di beni durevoli e vendite di case esistenti per ottobre, indice di fiducia dei consumatori a novembre; parleranno inoltre due membri Fed e soprattutto Bernanke farà un intervento sullo
scenario economico alle 18,30.
Mercoledì dagli USA il dato finale sul pil nel terzo trimestre, le vendite di nuove case ad ottobre, parlerà Trichet ed in serata uscirà il Beige Book della Fed. Giovedì ultima giornata del mese piena di dati europei e giapponesi poi dagli USA: sussidi disoccupazionali, consumi e spese delle famiglie ad ottobre, e l'indice di Chicago per novembre.
Venerdì si inzia dicembre con l'inflazione giapponese, si prosegue con gli indici del manifatturiero europeo , seguiti dall'ISM americano di novembre mentre vi saranno ben 5 membri Fed che interverranno.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
- comprato un call eurodollaro 1,315 scad. dicembre a 0,0013 venduto a 0,0056 (+537,5$)
operazioni aperte
-comprato un put eurodollaro1,27 scad. dicembre a 0,0011 chiude a 0,0001(-125$)
-comprato un put sp500 1385 scad. gennaio a 12 chiude a 12 (+0$)
-venduto un put sp500 1365 scad. gennaio a 7,5 chiude a 8 (-25$)
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3650 euro (con 21 operazioni effettuate su eurodollaro+ 6 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+5 su petrolio+2 su s&p500+1 su dowjones+1 su cacao); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al
+5,3% ed equivalente al +5,8% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 0,3% ed il 99,7% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
ECONOMIA: sguardi sul mondo
In una settimana priva di dati singificativi, ma caratterizzata dalla caduta del dollaro che, come spiegato in Speciale Filo Rosso, è strettamente legato alle mille bolle blu esistenti, vale la pena guardare un pò in giro, e vedere che sta succedendo.
- Asia
La Banca Centrale della Cina sta procedendo ad una sterilizzazione dei dollari acquistati: in pratica evita di emettere nuovi yaun, nel tentativo di contenere la crescita della liquidità interna. Anche la Corea si muove: ha elevato la quanità di riserva obbligatoria delle banche per la prima volta da 17 anni, portandola dal 5 al 7% dei depositi bancari.
Nel frattempo le economie continuano a correre: in Cina i profitti industriali hanno accelerato ad Ottobre, mentre le vendite totali sono salite del 26% nei primi 9 mesi del 2006.Hong Kong vede salire il proprio PIL di quasi il 7%, ben più di quanto atteso. A Taiwan la disoccupazione scende ai minimi da 5 anni, mentre il PIL sale del 5%.
A Singapore si registra un +5,7%, in Malesia +5,8% ma per la prima volta per entrambi questi paesi si tratta di una decelerazione.
-Squilibri
L'ex capo della Fed Volcker è preoccupato dall'accelerazione dei salari, che nell'ultimo trimestre hanno registrato l'incremento maggiore da quasi 25 anni. I salari si stanno muovendo anche in altre zone: in Nuova Zelanda l'incremento maggiore da 6 anni, mentre in Germani i grandi produttori di acciaio hanno concesso i maggiori aumenti salariali da 10 anni a questa parte.In Russia poi stanno volando al ritmo del 13% annuo.
In Gran Bretagna nonostante il recente aumento del tasso ufficiale al 5% M4 - la misura più ampia dell'offerta di moneta- ad ottobre resta al massimo da 16 anni, con un incremento del 14,5% annuo.
- Arte
Nelle sole ultime due settimane a New York sono state vendute opere d'arte per oltre 1,3 miliardi di dollari, con i prezzi che hanno raggiunto i massimi di tutti i tempi. Gli esperti sono rimasti sorpresi dai prezzi battuti nelle aste di Sotheby's , Christie's e altri, raddoppiati rispetto all'anno scorso.Russi, asiatici e arabi oltre ai gestori di hedge funds, tra i più scatenati coimpratori. Non si tratta solo di poche opere celebri, bensì di tutto il mercato: 108 opere minori vendute per oltre un milione di dollari ciascuna.
- M&A
Fusioni ed acquisizioni sono aumentate al record di 3,1 trilioni di dollari, mentre le operazioni di acquisto con debito a leva(leveraged buyouts) si sono triplicate superando il picco del 2000. Questi fenomeni tendono a seguire il ciclo, non ad anticiparlo, e sono la dimostrazione più chiara dell'enorme bolla esistente, con la crescita degli utili e delle quotazioni azionarie che rende sempre più facile finanziarle.
Nelle ultime settimane è stato preso di mira il settore minerario che quest'anno ha visto operazioni per un controvalore di 100 miliardi di dollari, record assoluto.
- Private Equity
George Soros ha detto che vi è il pericolo di uno scoppio della bolla specifica del private equity: troppa liquidità è stata incanalata nell'economia globale e nei mercati finanziari e le aziende comprate per poter ottenere gli obiettivi di crescita annua in grado di rendere profittevoli tali operazioni, ormai rasentano il ridicolo.Nel frattempo
il ritorno medio sugli assets è sceso all'1,29% trimestrale.
-Hedge Funds
Gli hedge funds stanno avendo un ruolo sempre più importante nella robusta crescita dei volumi di trading al Chicago Mercantile Exchange ed al Chicago Board of Trade, che nel 2006 sono saliti del 25%.
Penso possa bastare, il quadro è chiaro, e la eventuale caduta del dollaro potrebbe essere lo spillone che buca le mille bolle blu.
MATERIE PRIME : parte l'oro
Mentre il petrolio si è stabilizzato in area 59-60 sulla scadenza gennaio (gas naturale in calo a 8 sulla scadenza marzo), ed il rame sta difendendo area 310, la logica conseguenza di quanto successo sul dollaro è stato il forte segnale rialzista riveniente dall'oro: ha raggiunto il massimo da 2 mesi e mezzo a 640(scad. febbraio) rompendo la resistenza costituita dal 50% di ritracciamento tra il massimo di maggio a 730 ed il minimo giugno a 550.
Si conclude con :
l'oro a 639(febbraio) il rame a 313 (marzo) l'argento a 13,6(marzo);
il platino a 1154(gennaio) il palladio a 326(dicembre).
L'indice generale CRB(dicembre) a 309 (+1%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: la caduta del dollaro
Il dollaro è caduto ad 1,31 con euro, minimo da 19 mesi, -2,5% nel mese e -10% nell'anno; è caduto altresì a 115,5 con yen, -1% nel mese e-2% nell'anno. Quando lunedì ha sfidato la resistenza di 1,29 con euro ho puntato sulla tenuta del range (data la settimana festiva) ed ho comprato una put a basso costo(11 tiks); non appena però mi è stato chiaro che aveva rotto la resistenza ho comprato un call anch'esso a basso costo(13 tiks), che poi ho chiuso venerdì in area 1,31 dopo che si era quadruplicato (56 tiks), con un utile complessivo al netto della put(32 tiks), che comunque fino all'8 dicembre resta in portafoglio e potrebbe tornare utile nel caso di forte ribaltamento.
La caduta è avvenuta in mercati poco liquidi date le festività ed è stata innescata dai seguenti motivi specifici:
- un forte IFO tedesco che ha lanciato l'euro;
- la smobilitazione di indebitamenti in valute a basso tasso, che ha rilanciato lo yen e il franco svizzero;
- commenti cinesi hanno ripetuto che la Cina ha troppi dollari ( ed è stato annunciato un viaggio in Cina di Bernanke e Paulson a dicembre);
- acquisti di euro provenienti da conti mediorientali;
- attese aumentate di un taglio dei tassi USA a inizio 2007(le probabilità quotate sulla scadenza marzo sono salite al 42%).
La caduta continuerà? tutto propende per una continuazione, al di là di ritracciamenti momentanei sui quali conto di rientrare, e l'obiettivo è diventato quota 1,35 per fine anno (reso realistico dal fatto che a dicembre sono anni che il dollaro prende una legnata; e questa volta le attese sul differenziale dei tassi giocano a favore di una sua ulteriore caduta).
Ma, come sappiamo, la questione è politica: vedremo nei prossimi giorni se le autorità interverranno a difesa del dollaro, con lamentele verbali e soprattutto cosa faranno gli asiatici.
La questione è di estrema importanza per i riflessi sulla liquidità internazionale, come spiegato in Speciale Filo Rosso: tenere a mente che gli attuali valori dell'indice generale del dollaro sono gli stessi di 12 anni fa(ma nel frattempo il debito sull'estero accumulato dagli USA si è quintuplicato; ergo il dollaro oggi dovrebbe valere circa 40 come indice geenrale equivalente a circa 1,95 con euro).
L'indice generale del dollaro a 83,6(dicembre) (-2%)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso
Posizione asset: comprato un put 1,27 scad. dicembre
OBBLIGAZIONI: poco mosse
La settimana festiva non ha visto forti movimenti sull'obbligazionario americano, per ora restato insensibile alla caduta del dollaro, anzi ha visto prevalere un lieve ribasso dei rendimenti; questi ultimi sono scesi anche in Europa ma qui è coerente con l'apprezzamento dell'euro.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 scende di 3 cts. al 4,77% , il 2 anni scende di 3 cts. al 4,73% il quinquennale di 5 al 4,55% il decennale idem al 4,55% il trentennale di 7 al 4,63.
In Europa il Bund decennale scende di 3 cts. al 3,69% ed in Giappone il decennale scende di 5 cts. al 1,66%; anche il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di 5 cts.
Posizione di lungo termine: laterale
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: stop
Settimana di stop nell'ascesa delle borse. Presto per trarre conclusioni, il bicchiere può essere visto mezzo pieno e mezzo vuoto: da un lato infatti lo stop c'è stato e può un primo segno di debolezza; dall'altro può essere letto come un segno di forza la tenuta di Wally nonostante la caduta del dollaro. Per la precisione, le vendite avvenute sul mercato americano sono arrivate dall'estero(preoccupato per le perdite sul cambio), ma sono state assorbite dall'interno dove continua a regnare l'ottimismo(si sono viste scene pazzesche di ressa dei consumatori davanti ai negozi venerdì, giorno di apertura della stagione di shopping natalizio).
Le vendite sull'azionario registrate venerdì in Europa si spiegano ovviamente con la preoccupazione sull'export causata dall'impennata dell'euro; così come lo yen ha penalizzato il nikkey. Continuano invece a correre le borse dei mercati emergenti.
Come scrivevo in Speciale Filo Rosso, se il dollaro si avvita può essere il catalizzatore per almeno una robusta correzione globale.
Nel frattempo ho costruito un put spread scad. gennaio con rapporto di 1 a 3 tra rischio e guadagno netto.
La settimana ha visto una serie di onde che hanno consacrato come supportone quota 1400 sullo sp500 scad. dicembre, mentre vi è stato un allungo fino a 1411 subito rientrato e la resistenza si è delineata in area 1408. Conclude a 1403 in linea con la scorsa settimana.
Per la settimana concludono: il Dow a 12280(-0,5%) lo sp500 a 1401(-0,1%) il nasdaq a 2460(+0,5%), il nasdaq100 a 1820(-0,2%), il Russell2000 (+0,5%); tra i settori, trasporti(+0%) i semiconduttori (-0,6%) le biotech (-1,8%) i broker/dealer(+2,1%) le banche(-0,7%).
Tokyo scende a 15734 (-2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6411(+0%) il footsie inglese a 6122(-1%), il cac francese a 5389(-0,9%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 40614(-0,9%) ed il Mibtel a 31231(+0,2%).
Tra le borse mondiali Brasile +1,4% India +2% Cina +4% Russia -1%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: put spread scad. gennaio sullo sp500
PREVISIONI: settimana cruciale
Ci aspetta una settimana importante per le sorti a breve termine del dollaro, e quindi di tutta la baracca, e sarà piena di eventi e dati.
Lunedì non c'è niente, ma a partire da Martedì: dati nipponici, M3 europea, e dagli USA ordini di beni durevoli e vendite di case esistenti per ottobre, indice di fiducia dei consumatori a novembre; parleranno inoltre due membri Fed e soprattutto Bernanke farà un intervento sullo
scenario economico alle 18,30.
Mercoledì dagli USA il dato finale sul pil nel terzo trimestre, le vendite di nuove case ad ottobre, parlerà Trichet ed in serata uscirà il Beige Book della Fed. Giovedì ultima giornata del mese piena di dati europei e giapponesi poi dagli USA: sussidi disoccupazionali, consumi e spese delle famiglie ad ottobre, e l'indice di Chicago per novembre.
Venerdì si inzia dicembre con l'inflazione giapponese, si prosegue con gli indici del manifatturiero europeo , seguiti dall'ISM americano di novembre mentre vi saranno ben 5 membri Fed che interverranno.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
- comprato un call eurodollaro 1,315 scad. dicembre a 0,0013 venduto a 0,0056 (+537,5$)
operazioni aperte
-comprato un put eurodollaro1,27 scad. dicembre a 0,0011 chiude a 0,0001(-125$)
-comprato un put sp500 1385 scad. gennaio a 12 chiude a 12 (+0$)
-venduto un put sp500 1365 scad. gennaio a 7,5 chiude a 8 (-25$)
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3650 euro (con 21 operazioni effettuate su eurodollaro+ 6 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+5 su petrolio+2 su s&p500+1 su dowjones+1 su cacao); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al
+5,3% ed equivalente al +5,8% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 0,3% ed il 99,7% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
11/23/2006
Speciale Filo Rosso
Speciale Filo Rosso
C'è un filo rosso che lega il dollaro alla borsa, ai bonds e alle commodities?
Certo che c'è e si chiama liquidità internazionale(nella sua accezione più ampia, di moneta e credito in tutte le sue svariate forme).
Naturalmente questo filo rosso concerne l'essenza delle cose, e non va confuso con le specifiche e singole correlazioni che si sviluppano nei vari frangenti di mercato.
Per fare solo l'esempio classico, quando il focus è sui tassi d'interesse americani, l'attesa di un loro rialzo fa salire il dollaro e scendere bond- borsa-materie prime; e viceversa (questo certamente avviene nelle fluttuazioni giornaliere).
Ma in realtà il filo rosso è esattamente l'opposto, nella distorta situazione economico-finanziaria che si è venuta a creare a livello globale, e caratterizzata in primo luogo dall'enorme deficit estero americano, in un mondo in cui il dollaro è la moneta di riserva principale.
Se il dollaro non scende, in modo continuo e significativo, in presenza di un deficit americano costante e anzi crescente, vuol dire che l'eccesso di dollari generato da tale deficit viene riciclato (dalle controparti estere in avanzo commerciale) appunto con acquisti di dollari cui non può non corrispondere un coevo aumento della circolazione monetaria in valuta locale. Ne consegue un costante aumento della liquidità internazionale. Questa liquidità non può far altro che riversarsi sugli asset mobiliari ed immobiliari, interni ed esteri: case, azioni,obbligazioni, materie prime.
E' quello che è successo : nonostante un deficit crescente, il valore del dollaro come misurato dall'indice generale è rimasto sostanzialmente costante, pur fluttuando in un ampio range, e pur in lieve calo nominale (ma non in termini reali). A questa tenuta del dollaro ha fatto riscontro un costante aumento della liquidità mondiale, che a sua volta ha generato il costante aumento dei valori mobiliari ed immobiliari in tutto il globo, in misura nettamente superiore all'incremento dell'economia reale sottostante.
Faccio una parentesi. Ovviamente, una situazione di questo genere, per definizione, provoca anche un aumento della crescita economica reale, ed un aumento dell'inflazione dei prezzi dei beni e servizi.
L'aumento della crescita consente ai gestori dell'economia mondiale di vivere beatamente, indisturbati, ed anzi compiacersi e ricevere applausi, nonostante facciano in realtà un operazione di tipo criminale: drogare l'economia reale (esattamente come un pusher viene considerato amico dal drogato : grazie alla droga che "l'amico" gli fornisce, lui può andare avanti ed anzi sentirsi meglio ogni volta che la riceve). La criminalità violenta di questa operazione, non si può comprendere se non si guarda agli effetti futuri, e non solo per la generazione attuale, bensì anche a quelli che concernono le generazioni future.
Chiusa parentesi, torno all'attualità macroeconomica e finanziaria.
Se realmente le controparti estere(in primis gli asiatici) consentiranno una svalutazione del dollaro almeno parziale (almeno il 10%) rispetto ai livelli attuali, questo provocherà una analoga riduzione della liquidità internazionale, e dunque una contrazione delle bolle (immobiliare,borsa,bond,materie prime).
Naturalmente in una prima fase i mercati non ne risentono in modo diretto ed immediato. Ad esempio nell'ultimo mese l'indice del dollaro ha perso circa il 5% ma questo non ha impedito alle borse di continuare a salire,ed ai rendimenti di scendere; solo qualche materia prima ne ha risentito(petrolio,rame), e solo qualche mercato immobiliare (americano).
Ma se la discesa del dollaro prosegue, prima o poi arriva il momento in cui a Wally scatta l'allarme, innescato dal timore che i capitali esteri - così necessari per finanziare anche il deficit federale - smettano di affluire.
In base al filo rosso, il primo effetto - indipendentemente dalla congiuntura economica- lo si vede nei rendimenti dei titoli a lungo termine, che iniziano a salire, per divenire più appetibili in presenza di una perdita sul cambio; l'aumento dei rendimenti a sua volta innesca la discesa delle quotazioni azionarie, amplificata dalle vendite dei detentori esteri di azioni americane per i quali la perdita sul cambio diviene letale.
Seguono anche le materie prime industriali, mentre per i preziosi (oro) molto dipende dalla fiducia nelle monete cartacee e dall 'inflazione: la caduta del dollaro può infatti incrementare sia l'inflazione che alimentare la sfiducia, nel qual caso l'oro sarebbe l'unico asset a salire (lo considero l'investimento migliore in ogni caso, soprattutto nella forma fisica).
Inizierebbe comunque una fase recessiva globale per l'economia reale, privata del supporto della droga monetaria.
Ho voluto riepilogare il filo rosso , perchè ci troviamo di fronte ad un momento in cui il dollaro sta iniziando a schiricchiolare. Probabile che come sempre successo negli ultimi anni, dopo una caduta momentanea (magari a 1,35 con euro e a 110 con yen), lo facciano rientrare nel solito range ; vuol dire che gli asiatici riprendono a sostenerlo, che la liqudità riprende a gonfiarsi e con essa i mercati: insomma che si prosegue ancora sulla falsa riga recente.
Ma se, auspicabilmente dal punto di vista degli interessi reali di lungo termine dell'umanità, invece fosse finalmente arrivato il momento della presa di coscienza degli asiatici, e dunque della caduta del dollaro (ben oltre 1,50 con euro per intenderci), è bene avere chiaro quali rischi-opportunità si aprono sui mercati finanziari.
C'è un filo rosso che lega il dollaro alla borsa, ai bonds e alle commodities?
Certo che c'è e si chiama liquidità internazionale(nella sua accezione più ampia, di moneta e credito in tutte le sue svariate forme).
Naturalmente questo filo rosso concerne l'essenza delle cose, e non va confuso con le specifiche e singole correlazioni che si sviluppano nei vari frangenti di mercato.
Per fare solo l'esempio classico, quando il focus è sui tassi d'interesse americani, l'attesa di un loro rialzo fa salire il dollaro e scendere bond- borsa-materie prime; e viceversa (questo certamente avviene nelle fluttuazioni giornaliere).
Ma in realtà il filo rosso è esattamente l'opposto, nella distorta situazione economico-finanziaria che si è venuta a creare a livello globale, e caratterizzata in primo luogo dall'enorme deficit estero americano, in un mondo in cui il dollaro è la moneta di riserva principale.
Se il dollaro non scende, in modo continuo e significativo, in presenza di un deficit americano costante e anzi crescente, vuol dire che l'eccesso di dollari generato da tale deficit viene riciclato (dalle controparti estere in avanzo commerciale) appunto con acquisti di dollari cui non può non corrispondere un coevo aumento della circolazione monetaria in valuta locale. Ne consegue un costante aumento della liquidità internazionale. Questa liquidità non può far altro che riversarsi sugli asset mobiliari ed immobiliari, interni ed esteri: case, azioni,obbligazioni, materie prime.
E' quello che è successo : nonostante un deficit crescente, il valore del dollaro come misurato dall'indice generale è rimasto sostanzialmente costante, pur fluttuando in un ampio range, e pur in lieve calo nominale (ma non in termini reali). A questa tenuta del dollaro ha fatto riscontro un costante aumento della liquidità mondiale, che a sua volta ha generato il costante aumento dei valori mobiliari ed immobiliari in tutto il globo, in misura nettamente superiore all'incremento dell'economia reale sottostante.
Faccio una parentesi. Ovviamente, una situazione di questo genere, per definizione, provoca anche un aumento della crescita economica reale, ed un aumento dell'inflazione dei prezzi dei beni e servizi.
L'aumento della crescita consente ai gestori dell'economia mondiale di vivere beatamente, indisturbati, ed anzi compiacersi e ricevere applausi, nonostante facciano in realtà un operazione di tipo criminale: drogare l'economia reale (esattamente come un pusher viene considerato amico dal drogato : grazie alla droga che "l'amico" gli fornisce, lui può andare avanti ed anzi sentirsi meglio ogni volta che la riceve). La criminalità violenta di questa operazione, non si può comprendere se non si guarda agli effetti futuri, e non solo per la generazione attuale, bensì anche a quelli che concernono le generazioni future.
Chiusa parentesi, torno all'attualità macroeconomica e finanziaria.
Se realmente le controparti estere(in primis gli asiatici) consentiranno una svalutazione del dollaro almeno parziale (almeno il 10%) rispetto ai livelli attuali, questo provocherà una analoga riduzione della liquidità internazionale, e dunque una contrazione delle bolle (immobiliare,borsa,bond,materie prime).
Naturalmente in una prima fase i mercati non ne risentono in modo diretto ed immediato. Ad esempio nell'ultimo mese l'indice del dollaro ha perso circa il 5% ma questo non ha impedito alle borse di continuare a salire,ed ai rendimenti di scendere; solo qualche materia prima ne ha risentito(petrolio,rame), e solo qualche mercato immobiliare (americano).
Ma se la discesa del dollaro prosegue, prima o poi arriva il momento in cui a Wally scatta l'allarme, innescato dal timore che i capitali esteri - così necessari per finanziare anche il deficit federale - smettano di affluire.
In base al filo rosso, il primo effetto - indipendentemente dalla congiuntura economica- lo si vede nei rendimenti dei titoli a lungo termine, che iniziano a salire, per divenire più appetibili in presenza di una perdita sul cambio; l'aumento dei rendimenti a sua volta innesca la discesa delle quotazioni azionarie, amplificata dalle vendite dei detentori esteri di azioni americane per i quali la perdita sul cambio diviene letale.
Seguono anche le materie prime industriali, mentre per i preziosi (oro) molto dipende dalla fiducia nelle monete cartacee e dall 'inflazione: la caduta del dollaro può infatti incrementare sia l'inflazione che alimentare la sfiducia, nel qual caso l'oro sarebbe l'unico asset a salire (lo considero l'investimento migliore in ogni caso, soprattutto nella forma fisica).
Inizierebbe comunque una fase recessiva globale per l'economia reale, privata del supporto della droga monetaria.
Ho voluto riepilogare il filo rosso , perchè ci troviamo di fronte ad un momento in cui il dollaro sta iniziando a schiricchiolare. Probabile che come sempre successo negli ultimi anni, dopo una caduta momentanea (magari a 1,35 con euro e a 110 con yen), lo facciano rientrare nel solito range ; vuol dire che gli asiatici riprendono a sostenerlo, che la liqudità riprende a gonfiarsi e con essa i mercati: insomma che si prosegue ancora sulla falsa riga recente.
Ma se, auspicabilmente dal punto di vista degli interessi reali di lungo termine dell'umanità, invece fosse finalmente arrivato il momento della presa di coscienza degli asiatici, e dunque della caduta del dollaro (ben oltre 1,50 con euro per intenderci), è bene avere chiaro quali rischi-opportunità si aprono sui mercati finanziari.
11/22/2006
situazione sp500
L'indice continua a salire, la volatilità è molto bassa (record sotto 10 del vix).
Con la bassa volatilità non conviene fare trading di breve termine;quando tornerà, e alla fine certamente tornerà,lo farà in modo scioccante per velocità e magnitudo.
Così conviene stare svegli e monitorare. L'ipercomprato è notevole ma al momento non si vedono catalizzatori in grado di innescare l'inversione. Quando l'evento catalizzatore colpirà, non sarà neanche tanto chiaro; le enormi leve, ad alta concentrazione,dei segretissimi hedge funds rappresentano gigantechi iceberg del rischio, con pericoli nascosti invisibili, perchè sotto la superficie.
Come da programma, sto preparandomi a quel momento, costruendo put-spread sulla scadenza gennaio con rapporto 1:3 tra costo e guadagno,e man mano che sale vado coprendo un territorio al ribasso sempre più ampio.
Con la bassa volatilità non conviene fare trading di breve termine;quando tornerà, e alla fine certamente tornerà,lo farà in modo scioccante per velocità e magnitudo.
Così conviene stare svegli e monitorare. L'ipercomprato è notevole ma al momento non si vedono catalizzatori in grado di innescare l'inversione. Quando l'evento catalizzatore colpirà, non sarà neanche tanto chiaro; le enormi leve, ad alta concentrazione,dei segretissimi hedge funds rappresentano gigantechi iceberg del rischio, con pericoli nascosti invisibili, perchè sotto la superficie.
Come da programma, sto preparandomi a quel momento, costruendo put-spread sulla scadenza gennaio con rapporto 1:3 tra costo e guadagno,e man mano che sale vado coprendo un territorio al ribasso sempre più ampio.
11/19/2006
La Nota sui mercati 19.11
La settimana 13 -17 novembre 2006
ECONOMIA: sta per scoppiare
Chi? la bolla immobiliare USA. Infatti la settimana, dopo aver mostrato che al momento consumi (vendite al dettaglio senza la benzina +0,3) e produzione (+0,2) tengono, in un contesto di prezzi al consumo e alla produzione addirittura in calo (anche senza energia e alimentari), si è conclusa con un tonfo drammatico dei nuovi cantieri edili e delle nuove licenze nel mese di ottobre. La fed per contro ha detto che non si preoccupa della crescita, ma semmai dell'inflazione, e i mercati hanno snobbato questo dato. Ma, restano le cifre: siamo ai minimi da 6 anni per i cantieri e da 9 per le licenze. E' il segnale che dal raffreddamento si è passati allo scoppio vero e proprio, il cui effetto dominerà nel 2007.
Necessita ricapitolare la situazione.
I prezzi delle case negli ultimi anni sono aumentati del 240% rispetto all'indice dei prezzi al consumo. Anche tenendo conto di una serie di correttivi (come l'aumento della dimensione media, etc.) nessuno mette in discussione che il recente salto dei prezzi immobiliari non ha precedenti in un secolo. Per la prima volta dal 1920 la bolla è stata diffusa su tutto il territorio ed è stata causata da 4 forze nazionali:
1) la caduta dei tassi ipotecari reali.
2) le nuove forme creditizie (tra cui quelle ad ammortamento negativo).
3) l'inclusione degli aumenti dei prezzi nella base di valutazione dei prestiti(sovradimensionamento ).
4) La corsa sfrenata dell'agglomerato bancario-finanziario alla vendita di mutui.
Queste cause sono un altra manifestazione della massiccia speculazione che ha infetto le azioni a fine anni 90, mai eliminata, nonostante il collasso del 2001-2002. La Fed e le altre banche centrali più la politica fiscale del governo Bush, hanno impedito un risanamento del sistema nel 2001, per cui la speculazione è restata intatta. Si è semplicemente spostata dalle azioni al private equity, alle materie prime, ai mercati emergenti, ai bonds , agli hedge funds e soprattutto all'immobiliare.
Livelli giganteschi di speculazione, che non saranno eliminati, così come la crescente disconnessione tra il mondo reale e quello finanziario non sparirà, se non in seguito ad eventi significativi. Le fasi maniacali nella Storia non finiscono mai volontariamente, o in maniera ordinata. Nel frattempo il gioco continua per 5 ragioni:
1) il mondo è immerso nella liquidità derivante dal diabolico meccanismo (defict americano-cambi fissi asiatici) che nutre continuamente la speculazione.
2) la speculazione nutre se stessa, come visto con la bolla sul nasdaq; non c'è niente che la rinforzi come il vedere che ha successo.
3) gli investitori istituzionali sono pressati dalla ricerca di alti rendimenti; basti pensare che i fondi pensione sono iscritti a bilancio con ritorni del 9% annuo: la corsa a prendere rischi sempre più grossi è inevitabile.
4) il rischio percepito è ai minimi: con profitti crescenti, e default dei bond spazzatura bassi, e con una previsione di volatilità nelle azioni e nei bond sempre più bassa, molti investitori non percepiscono più il rischio; anche perchè sono convinti che la fed continuerà a salvarli in caso di disastri(moral hazard).
5) Il lassismo nei prestiti ipotecari è stato incoraggiato dallo sviluppo della titolarizzazione (securitization) dei medesimi, che consente a chi presta il denaro di rivendere tali prestiti ad altri investitori. Così, perchè non fare prestiti più rischiosi se poi si possono facilmente rivendere e trasferire ad altri?
Le case però sono l'asset più importante: il 70% delle famiglie americane ne possiede, contro il 50% che ha azioni o fondi comuni; e la proprietà immobiliare è relativamente diffusa in modo più omogeneo nella popolazione, a differenza delle azioni , detenute solo dalla parte più benestante. E' logico quindi che lo scoppio della bolla immobiliare farà molto più male del collasso del nasdaq nel 2001.
Le vendite di case stanno diminuendo da circa un anno(-14%) e le vendite di case nuove ancor più (-22%).I prezzi invece sono scesi finora di appena il 5%. Ma i prezzi delle case nuove sono già in calo del 10%.
In base a vari parametri si può stimare che la caduta dei prezzi dovrà arrivare almeno al 25%, e ci vorrebbe una discesa del 35% per riportarli in linea con l'indice dei prezzi al consumo. Il che è possibile se si considera che in genere lo scoppio delle bolle riporta le quotazioni ben al di sotto di dove dovrebbero.
Gli ottimisti sono scesi in campo, guidati dal vecchio Greenspan che deve difendere la sua scellerata politica. Sostengono che l'immobiliare non può avere un crollo come quello azionario perchè la gente occupa le case in cui vive; ed inoltre i costi di spostamento da una casa all'altra sono tali da rendere bloccato il mercato al ribasso. MA molti costi sono stati ridotti, e soprattutto gran parte della bolla speculativa è avvenuta sulle seconde case e su quelle da investimento (il 40% del patrimonio immobiliare è di questo tipo). Collegato all'argomento che la speculazione immobiliare è "diversa" c'è quello secondo il quale non si possono creare scorte in eccesso di case invendute. INVECE i dati dimostrano che l'invenduto in eccesso sta crescendo a ritmi vertiginosi ed il motivo è semplice: gli speculatori pagano gli anticipi per la costruzione, ma poi abbandonano la caparra quando vedono che il mercato cambia, e le case restano ai costruttori; i quali le completano (quindi l'occupazione resiste e il giro d'affari collegato tiene ancora per un pò), ma poi che fanno? le mettono in vendita.
Inoltre si sostiene che se l'economia va bene, anche la bolla immobiliare non può scoppiare; in realtà è l'immobiliare che guida i cicli economici e non viceversa.
Oppure dicono che se i tassi non salgono, e anzi scendono come adesso (sui mutui a lungo termine) il mercato è immunizzato.MA questi non sono tempi normali: avendo raggiunto una bolla mai vista dal 1920, è difficile che lo scoppio possa essere impedito da un mezzo punto di calo dei tassi, peraltro già minimi in termini reali.
Piuttosto vi sono due scenari d'innesco del botto finale.
Il primo, in cui gli speculatori perdono le speranze di un guadagno, e puntano a recuperare il recuperabile anche perchè sono pressati dai costi (manutenzione,mutui,etc.): i prezzi inziano a scendere, avvitandosi al ribasso. Gli speculatori con le case vuote sono tanti :circa la metà delle case in vendita sono vuote.
Nel passato ci sono voluti mediamente due anni tra l'inizio del calo nelle vendite di case ed il collasso dei prezzi. Questa volta potrebbe essere anche di meno, vista l'enormità del fenomeno. Poichè il picco nelle vendite si è avuto a metà 2005 il collasso dei prezzi potrebbe iniziare tra la fine di quest'anno e metà 2007.
Il secondo scenario, richiede più tempo e vede come innesco lo shock sul rifinanziamento dei mutui a tasso variabile e sulle forme esotiche (pagamento dei soli interessi per i primi 5 anni), arrivati ad essere un terzo del totale. Il grosso arriverà a scadenza a fine 2007.
Ma i prezzi possono iniziare a scendere per spontanea esaustione, come sta iniziando ad avvenire, e come sempre successo nelle precedenti bolle speculative di tutti i tipi(dai tulipani, al nasdaq).
Torniamo agli ottimisti. Sostengono che il recente calo della benzina aiuterà a compensare l'effetto della contrazione immobiliare: le cifre però non reggono, in quanto l'aumento di potere d'acquisto dovuto al calo della benzina , se resta duraturo, incide 1% sui consumi totali, mentre la stesssa fed ha calcolato che la bolla ha contribuito per il 4% l'anno, contro un incremento del 3%dei consumi totali annui, il che significa che i soldi estratti con i rifinanziamenti dall'incremento di valore delle case hanno addirittura sopperito alla riduzione del reddito reale.
Certo è prevedibile che quando sarà evidente che lo scoppio della bolla è disastroso per l'economia, la fed si metterà a tagliare i tassi all'impazzata (magari li riporterà all'1%) ed il congresso ed il governo vareranno misure speciale di sostegno. MA questo si inserirà su un sistema già iperliquido e in defict a tutti i livelli, per cui dalla grande recessione si passerà alla grande inflazione.
Il primo passo comunque è la recessione 2007, che sarà inevitabilmente globale anche se avrà il suo epicentro negli USA, e che porterà al crollo della Borsa ( nelle recessioni, storicamente, lo sp500 ha perso mediamente il 28%), con effetti negativi anche sulle materie prime, mentre non è chiaro cosa potrà succedere ai rendimenti a lungo termine. In teoria dovrebbero scendere per l'effetto rifugio, ma Se il dollaro crolla, come potrebbe e dovrebbe se gli asiatici lo mollano, ci si troverà nella situazione opposta a quella di oggi. Per ora la fed ha alzato i tassi a breve senza risucire a far alzare i tassi a lungo; in futuro potrebbe voler che scendano e invece vederseli salire nonostante il calo di quelli ufficiali.
Certamente la Fed non ha più la flessibilità che aveva nel 2001, così come il governo (allora era in surplus, oggi è in profondo rosso).
Certamente non c'è stato altro periodo storico con queste distorsioni nei mercati, frutto dell'accumularsi di nodi sempre più intricati, mai sciolti.
MATERIE PRIME : crolla il petrolio
A sorpresa, e dopo che le scorte di benzina avevano registrato una riduzione ben superiore al previsto, tanto da convicermi a fare un altra entrata in acquisto, giovedì il petrolio ha subìto una violenta caduta che lo ha portato fino a quota 58(sulla scadenza gennaio; il dicembre - ormai terminato- è arrivato a 55). La mia ipotesi che dopo le elezioni e in vista dell'inverno riprendesse a salire, per il momento è andata a farsi benedire. In ogni caso quando sono entrato mercoledì a 58,8 sul dicembre, avevo posizionato una stop stretta (a 58,30: -250$ a contratto) proprio perchè non mi convinceva se non partiva subito al rialzo; ed infatti è andato fino a 59,30 nelle ore seguenti, ma non ce l'ha fatta a proseguire, per poi crollare (e quindi far scattare la stop) il giorno dopo. Mentre però il crudo gennaio conclude a 59(-5%) il gas naturale è salito della stessa misura percentuale concludendo a 8,5(scad. marzo).
Più in generale penso stia prendendo piede l'ipotesi di recessione prossima ventura, il che fa soffrire energia e metalli industriali. Il rame infatti ha continuato a scendere toccando il minimo di 300 giovedì (probabile influenza sul petrolio), ma si è poi ripreso venerdì concludendo la settimana in pari; il palladio però ha lasciato quasi il 5%. Settimana debole anche per i preziosi che, pur in modo contrastato, perdono l'1-2% nel saldo finale: l'oro però ha per il momento confermato l'importante supporto di 616 e resta ben impostato.
Si conclude con :
l'oro a 622(dicembre) il rame a 309 (marzo) l'argento a 12,8(dicembre); il platino a 1192(gennaio) il palladio a 318(dicembre).
Il Cacao non ce l'ha fatta a decollare, per cui tornando sotto 1540 come da programma l'ho chiuso a 1535 (+150$ a contratto), ed infatti conclude la settimana a 1500.
L'indice generale CRB(dicembre) a 306 (-1,5%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: il dollaro resiste
Il dollaro ha resistito nonostante il calo dell'inflazione ufficiale, unito ai deboli dati economici, allontani qualsiasi ipotesi di rialzo dei tassi, ed anzi avvicini quella di ribasso. Questa resistenza può essere spiegata con il lato non-dollaro dell'equazione: nonostante un PIl cresciuto nel terzo trimestre meglio del previsto , il Giappone ha escluso ancora una volta che ci possano essere in vista rialzi dei tassi. Ed in Europa, dove è già scontato il rialzo di dicembre, si sono registrate una serie di interventi verbali dei politici (Francia, ma anche Germania) contro il rafforzamento dell'euro.L'idea è che con l'arrivo delle elezioni presidenziali francesi( Aprile) si farà di tutto per tenere i tassi fermi ed evitare comunque un rialzo dell'euro.Ma il destino dell'eurodollaro non è nelle mani nè degli europei nè degli americani, come ben sappiamo. Al riguardo, degna di nota, la dichiarazione di un importante banchiere centrale arabo secondo il quale entro il 2015 l'euro soppianterà il dollaro, come moneta di riferimento internazionale.
L'eurodollaro scad. dicembre ha dunque fluttuato nell'arco di uno stretto range (1,29-1,28), concludendo a metà strada.
Lo yen per il momento resta sempre debole (151 con euro)ma potrebbe essere stimolato al rialzo da fattori politici (lamentele del G20) e tecnici, perchè si vocifera che i molti hedge funds in difficoltà sul petrolio potrebbero liquidare gli indebitamenti nella valuta nipponica.
L'indice generale del dollaro a 85,3(dicembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: su e giù
Il susseguirsi dei dati macro ha favorito un pò di montagne russe sui rendimenti, che alla fine concludono appena un pelo sopra la settimana scorsa. La delusione(per me) sui prezzi al consumo usciti addirittura in calo, mi ha convinto ad accontentarmi sul decennale in vista della scadenza delle opzioni: così ho incassato 250$ a coppia (future+ opzione) approfittando della reazione al Philly Fed.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di 2 cts. al 4,8% , il 2 anni sale di 3 cts. al 4,76% il quinquennale anche di 3 al 4,6% il decennale di 1 cts. al 4,6% il trentennale fermo al 4,70.
In Europa il Bund decennale sale di 1 cts. al 3,72% ed in Giappone il decennale sale di 3 cts. al 1,71%; invece il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di 1 cts., il differenziale dei corporate bonds continua a scendere rispetto ai titoli di stato ( soprattutto quelli considerati "spazzatura" ). La mania speculativa nell'investment banking è a livelli tali che financo il capo della Golman Sachs ha parlato di "mercato caldo rosso", dicendo che le cose che sta vedendo al momento gli paiono realmente estreme. It's the bubble, stupid!
Da qui a fine anno sui rendimenti è difficile che si esca dalla lateralità con il decennale tra 4,5 e 4,8% per cui sto valutando la possibilità di usare le opzioni per vendere una "farfalla" scadenza dicembre (spiegherò in apposito msg.).
Posizione di lungo termine: laterale
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: siamo al TOP?
Come scrivevo sette giorni fa la formazione del Top può prendere tempo. L'attesa per un taglio dei tassi può compensare i dati negativi, e viceversa. L'eccesso di liquidità può continuare a gonfiare la bolla azionaria.
Ma dal punto di vista fondamentale la sconnessione tra borsa ed economia reale prospettica(scoppio della bolla immobiliare) in tal caso diverrà sempre più clamorosa.Tecnicamente poi siamo in ipercomprato, ed almeno una correzione può avvenire in qualsiasi momento. In base ai conteggi su base settimanale, il Top potrebbe essere già arrivato.
Per cui, anche se finora essere ribassista mi ha penalizzato, ho in programma di continuare ed acquistare opzioni put a basso costo(out of the money) ma con un paio di mesi di tempo (scadenza gennaio).
La volatilità (indice Vix ) è ai minimi assoluti, così come il costo delle opzioni PUT: il rapporto tra cifra rischiata e possibilità di guadagno può superare agevolmente il rapporto di 1 a 3 scegliendo gli strike e i put-spreads adatti.Penso che lo sp500 può avere un ampio e veloce ridimensionamento entro metà gennaio al più tardi.E se parte la recessione nel 2007....
La settimana ha visto l'allungo post-elettorale atteso in profilo sp500 ma arrivato un pò in ritardo e catalizzato proprio dai dati macro che avrebbero invece dovuto (secondo la mia idea originaria) dare il via all'inversione. Così dopo aver costruito la strutturata ribassista a quota 1400 sullo sp500, non ho avuto soddisfazione, e l'operazione si è conclusa venerdì con la rimessa dei premi pagati(475$ a coppia).
Lo sp500 scad. dicembre è sempre salito da 1385 fino al nuovo massimo di 1408 concludendo a 1405.
Per la settimana concludono: il Dow a 12342(+1,9%) lo sp500 a 1401(+1,5%) il nasdaq a 2445(+2,5%), il nasdaq100 a 1806(+2,8%), il Russell2000 (+2,5%); tra i settori, trasporti(+2,4%) le biotech (+3,3%)
i broker/dealer(+3,1%) le banche(+0,4%).
Tokyo scende a 16091 (-0,1%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6412(+0,8%) il footsie inglese a 6192(-0,2%), il cac francese a 5439(-0,1%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 40650(+0,4%) ed il Mibtel a 31188(+0,1%).
Tra le borse mondiali Brasile +0,5% India +1,1% Cina +4,7% Russia -1%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
PREVISIONI: settimana corta
Lunedì: Risultati del G20, parleranno Trichet, Paulson e Fisher.Dalla Germania prezzi alla produzione, dagli USA il leading indicator di ottobre.
Martedì: verbali BOJ, parkeranno Trichet e due membri Fed.
Mercoledì: ordini industriali europei , dagli USA sussidi disoccupazionali e l'indice del Michigan.
Giovedì, festa del ringraziamento: chiusi giappone ed USA, dall'europa l'IFO tedesco di novembre.
Venerdì non c'è niente.
La settimana vuota e corta, in pratica finirà mercoledì pomeriggio, a meno di eventi geopolitici, dovrebbe tenere i mercati nei recenti range.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-comprato un mini crudo scad. dicembre a 58,80 venduto a 58,30 (-250$)
-venduto un decennale scad. dicembre a 108+comprato un call 108 scad. novembre a 0 =comprato a 107,9+venduto il call 108 a 0,15(tutto chiuso con +250$).
-comprato un put 1360 scad. novembre sul mini-sp500 a 5,75, scaduta a 0(-287,5$ eu )
-comprato un call 1400 scad. novembre sul minisp500 a 3,75 +venduto un minisp500 a 1400=comprato a 1400+scaduto a 0(tutto chiuso con -187,5$)
-comprato un cacao scad. marzo 07 a 1520, venduto a 1535(+150$).
nessuna operazione aperta in essere
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3300 euro (con 20 operazioni effettuate su eurodollaro+ 6 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+5 su petrolio+2 su s&p500+1 su dowjones+1 su cacao); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5% ed equivalente al +5,7% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 0% ed il 100% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
ECONOMIA: sta per scoppiare
Chi? la bolla immobiliare USA. Infatti la settimana, dopo aver mostrato che al momento consumi (vendite al dettaglio senza la benzina +0,3) e produzione (+0,2) tengono, in un contesto di prezzi al consumo e alla produzione addirittura in calo (anche senza energia e alimentari), si è conclusa con un tonfo drammatico dei nuovi cantieri edili e delle nuove licenze nel mese di ottobre. La fed per contro ha detto che non si preoccupa della crescita, ma semmai dell'inflazione, e i mercati hanno snobbato questo dato. Ma, restano le cifre: siamo ai minimi da 6 anni per i cantieri e da 9 per le licenze. E' il segnale che dal raffreddamento si è passati allo scoppio vero e proprio, il cui effetto dominerà nel 2007.
Necessita ricapitolare la situazione.
I prezzi delle case negli ultimi anni sono aumentati del 240% rispetto all'indice dei prezzi al consumo. Anche tenendo conto di una serie di correttivi (come l'aumento della dimensione media, etc.) nessuno mette in discussione che il recente salto dei prezzi immobiliari non ha precedenti in un secolo. Per la prima volta dal 1920 la bolla è stata diffusa su tutto il territorio ed è stata causata da 4 forze nazionali:
1) la caduta dei tassi ipotecari reali.
2) le nuove forme creditizie (tra cui quelle ad ammortamento negativo).
3) l'inclusione degli aumenti dei prezzi nella base di valutazione dei prestiti(sovradimensionamento ).
4) La corsa sfrenata dell'agglomerato bancario-finanziario alla vendita di mutui.
Queste cause sono un altra manifestazione della massiccia speculazione che ha infetto le azioni a fine anni 90, mai eliminata, nonostante il collasso del 2001-2002. La Fed e le altre banche centrali più la politica fiscale del governo Bush, hanno impedito un risanamento del sistema nel 2001, per cui la speculazione è restata intatta. Si è semplicemente spostata dalle azioni al private equity, alle materie prime, ai mercati emergenti, ai bonds , agli hedge funds e soprattutto all'immobiliare.
Livelli giganteschi di speculazione, che non saranno eliminati, così come la crescente disconnessione tra il mondo reale e quello finanziario non sparirà, se non in seguito ad eventi significativi. Le fasi maniacali nella Storia non finiscono mai volontariamente, o in maniera ordinata. Nel frattempo il gioco continua per 5 ragioni:
1) il mondo è immerso nella liquidità derivante dal diabolico meccanismo (defict americano-cambi fissi asiatici) che nutre continuamente la speculazione.
2) la speculazione nutre se stessa, come visto con la bolla sul nasdaq; non c'è niente che la rinforzi come il vedere che ha successo.
3) gli investitori istituzionali sono pressati dalla ricerca di alti rendimenti; basti pensare che i fondi pensione sono iscritti a bilancio con ritorni del 9% annuo: la corsa a prendere rischi sempre più grossi è inevitabile.
4) il rischio percepito è ai minimi: con profitti crescenti, e default dei bond spazzatura bassi, e con una previsione di volatilità nelle azioni e nei bond sempre più bassa, molti investitori non percepiscono più il rischio; anche perchè sono convinti che la fed continuerà a salvarli in caso di disastri(moral hazard).
5) Il lassismo nei prestiti ipotecari è stato incoraggiato dallo sviluppo della titolarizzazione (securitization) dei medesimi, che consente a chi presta il denaro di rivendere tali prestiti ad altri investitori. Così, perchè non fare prestiti più rischiosi se poi si possono facilmente rivendere e trasferire ad altri?
Le case però sono l'asset più importante: il 70% delle famiglie americane ne possiede, contro il 50% che ha azioni o fondi comuni; e la proprietà immobiliare è relativamente diffusa in modo più omogeneo nella popolazione, a differenza delle azioni , detenute solo dalla parte più benestante. E' logico quindi che lo scoppio della bolla immobiliare farà molto più male del collasso del nasdaq nel 2001.
Le vendite di case stanno diminuendo da circa un anno(-14%) e le vendite di case nuove ancor più (-22%).I prezzi invece sono scesi finora di appena il 5%. Ma i prezzi delle case nuove sono già in calo del 10%.
In base a vari parametri si può stimare che la caduta dei prezzi dovrà arrivare almeno al 25%, e ci vorrebbe una discesa del 35% per riportarli in linea con l'indice dei prezzi al consumo. Il che è possibile se si considera che in genere lo scoppio delle bolle riporta le quotazioni ben al di sotto di dove dovrebbero.
Gli ottimisti sono scesi in campo, guidati dal vecchio Greenspan che deve difendere la sua scellerata politica. Sostengono che l'immobiliare non può avere un crollo come quello azionario perchè la gente occupa le case in cui vive; ed inoltre i costi di spostamento da una casa all'altra sono tali da rendere bloccato il mercato al ribasso. MA molti costi sono stati ridotti, e soprattutto gran parte della bolla speculativa è avvenuta sulle seconde case e su quelle da investimento (il 40% del patrimonio immobiliare è di questo tipo). Collegato all'argomento che la speculazione immobiliare è "diversa" c'è quello secondo il quale non si possono creare scorte in eccesso di case invendute. INVECE i dati dimostrano che l'invenduto in eccesso sta crescendo a ritmi vertiginosi ed il motivo è semplice: gli speculatori pagano gli anticipi per la costruzione, ma poi abbandonano la caparra quando vedono che il mercato cambia, e le case restano ai costruttori; i quali le completano (quindi l'occupazione resiste e il giro d'affari collegato tiene ancora per un pò), ma poi che fanno? le mettono in vendita.
Inoltre si sostiene che se l'economia va bene, anche la bolla immobiliare non può scoppiare; in realtà è l'immobiliare che guida i cicli economici e non viceversa.
Oppure dicono che se i tassi non salgono, e anzi scendono come adesso (sui mutui a lungo termine) il mercato è immunizzato.MA questi non sono tempi normali: avendo raggiunto una bolla mai vista dal 1920, è difficile che lo scoppio possa essere impedito da un mezzo punto di calo dei tassi, peraltro già minimi in termini reali.
Piuttosto vi sono due scenari d'innesco del botto finale.
Il primo, in cui gli speculatori perdono le speranze di un guadagno, e puntano a recuperare il recuperabile anche perchè sono pressati dai costi (manutenzione,mutui,etc.): i prezzi inziano a scendere, avvitandosi al ribasso. Gli speculatori con le case vuote sono tanti :circa la metà delle case in vendita sono vuote.
Nel passato ci sono voluti mediamente due anni tra l'inizio del calo nelle vendite di case ed il collasso dei prezzi. Questa volta potrebbe essere anche di meno, vista l'enormità del fenomeno. Poichè il picco nelle vendite si è avuto a metà 2005 il collasso dei prezzi potrebbe iniziare tra la fine di quest'anno e metà 2007.
Il secondo scenario, richiede più tempo e vede come innesco lo shock sul rifinanziamento dei mutui a tasso variabile e sulle forme esotiche (pagamento dei soli interessi per i primi 5 anni), arrivati ad essere un terzo del totale. Il grosso arriverà a scadenza a fine 2007.
Ma i prezzi possono iniziare a scendere per spontanea esaustione, come sta iniziando ad avvenire, e come sempre successo nelle precedenti bolle speculative di tutti i tipi(dai tulipani, al nasdaq).
Torniamo agli ottimisti. Sostengono che il recente calo della benzina aiuterà a compensare l'effetto della contrazione immobiliare: le cifre però non reggono, in quanto l'aumento di potere d'acquisto dovuto al calo della benzina , se resta duraturo, incide 1% sui consumi totali, mentre la stesssa fed ha calcolato che la bolla ha contribuito per il 4% l'anno, contro un incremento del 3%dei consumi totali annui, il che significa che i soldi estratti con i rifinanziamenti dall'incremento di valore delle case hanno addirittura sopperito alla riduzione del reddito reale.
Certo è prevedibile che quando sarà evidente che lo scoppio della bolla è disastroso per l'economia, la fed si metterà a tagliare i tassi all'impazzata (magari li riporterà all'1%) ed il congresso ed il governo vareranno misure speciale di sostegno. MA questo si inserirà su un sistema già iperliquido e in defict a tutti i livelli, per cui dalla grande recessione si passerà alla grande inflazione.
Il primo passo comunque è la recessione 2007, che sarà inevitabilmente globale anche se avrà il suo epicentro negli USA, e che porterà al crollo della Borsa ( nelle recessioni, storicamente, lo sp500 ha perso mediamente il 28%), con effetti negativi anche sulle materie prime, mentre non è chiaro cosa potrà succedere ai rendimenti a lungo termine. In teoria dovrebbero scendere per l'effetto rifugio, ma Se il dollaro crolla, come potrebbe e dovrebbe se gli asiatici lo mollano, ci si troverà nella situazione opposta a quella di oggi. Per ora la fed ha alzato i tassi a breve senza risucire a far alzare i tassi a lungo; in futuro potrebbe voler che scendano e invece vederseli salire nonostante il calo di quelli ufficiali.
Certamente la Fed non ha più la flessibilità che aveva nel 2001, così come il governo (allora era in surplus, oggi è in profondo rosso).
Certamente non c'è stato altro periodo storico con queste distorsioni nei mercati, frutto dell'accumularsi di nodi sempre più intricati, mai sciolti.
MATERIE PRIME : crolla il petrolio
A sorpresa, e dopo che le scorte di benzina avevano registrato una riduzione ben superiore al previsto, tanto da convicermi a fare un altra entrata in acquisto, giovedì il petrolio ha subìto una violenta caduta che lo ha portato fino a quota 58(sulla scadenza gennaio; il dicembre - ormai terminato- è arrivato a 55). La mia ipotesi che dopo le elezioni e in vista dell'inverno riprendesse a salire, per il momento è andata a farsi benedire. In ogni caso quando sono entrato mercoledì a 58,8 sul dicembre, avevo posizionato una stop stretta (a 58,30: -250$ a contratto) proprio perchè non mi convinceva se non partiva subito al rialzo; ed infatti è andato fino a 59,30 nelle ore seguenti, ma non ce l'ha fatta a proseguire, per poi crollare (e quindi far scattare la stop) il giorno dopo. Mentre però il crudo gennaio conclude a 59(-5%) il gas naturale è salito della stessa misura percentuale concludendo a 8,5(scad. marzo).
Più in generale penso stia prendendo piede l'ipotesi di recessione prossima ventura, il che fa soffrire energia e metalli industriali. Il rame infatti ha continuato a scendere toccando il minimo di 300 giovedì (probabile influenza sul petrolio), ma si è poi ripreso venerdì concludendo la settimana in pari; il palladio però ha lasciato quasi il 5%. Settimana debole anche per i preziosi che, pur in modo contrastato, perdono l'1-2% nel saldo finale: l'oro però ha per il momento confermato l'importante supporto di 616 e resta ben impostato.
Si conclude con :
l'oro a 622(dicembre) il rame a 309 (marzo) l'argento a 12,8(dicembre); il platino a 1192(gennaio) il palladio a 318(dicembre).
Il Cacao non ce l'ha fatta a decollare, per cui tornando sotto 1540 come da programma l'ho chiuso a 1535 (+150$ a contratto), ed infatti conclude la settimana a 1500.
L'indice generale CRB(dicembre) a 306 (-1,5%)
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
CAMBI: il dollaro resiste
Il dollaro ha resistito nonostante il calo dell'inflazione ufficiale, unito ai deboli dati economici, allontani qualsiasi ipotesi di rialzo dei tassi, ed anzi avvicini quella di ribasso. Questa resistenza può essere spiegata con il lato non-dollaro dell'equazione: nonostante un PIl cresciuto nel terzo trimestre meglio del previsto , il Giappone ha escluso ancora una volta che ci possano essere in vista rialzi dei tassi. Ed in Europa, dove è già scontato il rialzo di dicembre, si sono registrate una serie di interventi verbali dei politici (Francia, ma anche Germania) contro il rafforzamento dell'euro.L'idea è che con l'arrivo delle elezioni presidenziali francesi( Aprile) si farà di tutto per tenere i tassi fermi ed evitare comunque un rialzo dell'euro.Ma il destino dell'eurodollaro non è nelle mani nè degli europei nè degli americani, come ben sappiamo. Al riguardo, degna di nota, la dichiarazione di un importante banchiere centrale arabo secondo il quale entro il 2015 l'euro soppianterà il dollaro, come moneta di riferimento internazionale.
L'eurodollaro scad. dicembre ha dunque fluttuato nell'arco di uno stretto range (1,29-1,28), concludendo a metà strada.
Lo yen per il momento resta sempre debole (151 con euro)ma potrebbe essere stimolato al rialzo da fattori politici (lamentele del G20) e tecnici, perchè si vocifera che i molti hedge funds in difficoltà sul petrolio potrebbero liquidare gli indebitamenti nella valuta nipponica.
L'indice generale del dollaro a 85,3(dicembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: su e giù
Il susseguirsi dei dati macro ha favorito un pò di montagne russe sui rendimenti, che alla fine concludono appena un pelo sopra la settimana scorsa. La delusione(per me) sui prezzi al consumo usciti addirittura in calo, mi ha convinto ad accontentarmi sul decennale in vista della scadenza delle opzioni: così ho incassato 250$ a coppia (future+ opzione) approfittando della reazione al Philly Fed.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di 2 cts. al 4,8% , il 2 anni sale di 3 cts. al 4,76% il quinquennale anche di 3 al 4,6% il decennale di 1 cts. al 4,6% il trentennale fermo al 4,70.
In Europa il Bund decennale sale di 1 cts. al 3,72% ed in Giappone il decennale sale di 3 cts. al 1,71%; invece il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di 1 cts., il differenziale dei corporate bonds continua a scendere rispetto ai titoli di stato ( soprattutto quelli considerati "spazzatura" ). La mania speculativa nell'investment banking è a livelli tali che financo il capo della Golman Sachs ha parlato di "mercato caldo rosso", dicendo che le cose che sta vedendo al momento gli paiono realmente estreme. It's the bubble, stupid!
Da qui a fine anno sui rendimenti è difficile che si esca dalla lateralità con il decennale tra 4,5 e 4,8% per cui sto valutando la possibilità di usare le opzioni per vendere una "farfalla" scadenza dicembre (spiegherò in apposito msg.).
Posizione di lungo termine: laterale
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
BORSE: siamo al TOP?
Come scrivevo sette giorni fa la formazione del Top può prendere tempo. L'attesa per un taglio dei tassi può compensare i dati negativi, e viceversa. L'eccesso di liquidità può continuare a gonfiare la bolla azionaria.
Ma dal punto di vista fondamentale la sconnessione tra borsa ed economia reale prospettica(scoppio della bolla immobiliare) in tal caso diverrà sempre più clamorosa.Tecnicamente poi siamo in ipercomprato, ed almeno una correzione può avvenire in qualsiasi momento. In base ai conteggi su base settimanale, il Top potrebbe essere già arrivato.
Per cui, anche se finora essere ribassista mi ha penalizzato, ho in programma di continuare ed acquistare opzioni put a basso costo(out of the money) ma con un paio di mesi di tempo (scadenza gennaio).
La volatilità (indice Vix ) è ai minimi assoluti, così come il costo delle opzioni PUT: il rapporto tra cifra rischiata e possibilità di guadagno può superare agevolmente il rapporto di 1 a 3 scegliendo gli strike e i put-spreads adatti.Penso che lo sp500 può avere un ampio e veloce ridimensionamento entro metà gennaio al più tardi.E se parte la recessione nel 2007....
La settimana ha visto l'allungo post-elettorale atteso in profilo sp500 ma arrivato un pò in ritardo e catalizzato proprio dai dati macro che avrebbero invece dovuto (secondo la mia idea originaria) dare il via all'inversione. Così dopo aver costruito la strutturata ribassista a quota 1400 sullo sp500, non ho avuto soddisfazione, e l'operazione si è conclusa venerdì con la rimessa dei premi pagati(475$ a coppia).
Lo sp500 scad. dicembre è sempre salito da 1385 fino al nuovo massimo di 1408 concludendo a 1405.
Per la settimana concludono: il Dow a 12342(+1,9%) lo sp500 a 1401(+1,5%) il nasdaq a 2445(+2,5%), il nasdaq100 a 1806(+2,8%), il Russell2000 (+2,5%); tra i settori, trasporti(+2,4%) le biotech (+3,3%)
i broker/dealer(+3,1%) le banche(+0,4%).
Tokyo scende a 16091 (-0,1%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6412(+0,8%) il footsie inglese a 6192(-0,2%), il cac francese a 5439(-0,1%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 40650(+0,4%) ed il Mibtel a 31188(+0,1%).
Tra le borse mondiali Brasile +0,5% India +1,1% Cina +4,7% Russia -1%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: nulla
PREVISIONI: settimana corta
Lunedì: Risultati del G20, parleranno Trichet, Paulson e Fisher.Dalla Germania prezzi alla produzione, dagli USA il leading indicator di ottobre.
Martedì: verbali BOJ, parkeranno Trichet e due membri Fed.
Mercoledì: ordini industriali europei , dagli USA sussidi disoccupazionali e l'indice del Michigan.
Giovedì, festa del ringraziamento: chiusi giappone ed USA, dall'europa l'IFO tedesco di novembre.
Venerdì non c'è niente.
La settimana vuota e corta, in pratica finirà mercoledì pomeriggio, a meno di eventi geopolitici, dovrebbe tenere i mercati nei recenti range.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-comprato un mini crudo scad. dicembre a 58,80 venduto a 58,30 (-250$)
-venduto un decennale scad. dicembre a 108+comprato un call 108 scad. novembre a 0 =comprato a 107,9+venduto il call 108 a 0,15(tutto chiuso con +250$).
-comprato un put 1360 scad. novembre sul mini-sp500 a 5,75, scaduta a 0(-287,5$ eu )
-comprato un call 1400 scad. novembre sul minisp500 a 3,75 +venduto un minisp500 a 1400=comprato a 1400+scaduto a 0(tutto chiuso con -187,5$)
-comprato un cacao scad. marzo 07 a 1520, venduto a 1535(+150$).
nessuna operazione aperta in essere
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3300 euro (con 20 operazioni effettuate su eurodollaro+ 6 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+5 su petrolio+2 su s&p500+1 su dowjones+1 su cacao); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5% ed equivalente al +5,7% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 0% ed il 100% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
11/14/2006
messaggi operativi
Chi è interessato alla ricezione dei messaggi operativi, scriva a
m.spallino@alice.it
m.spallino@alice.it
11/11/2006
La Nota sui mercati 11.11
La settimana 6 -10 novembre 2006
ECONOMIA: Hollywood
Nonostante il pompaggio della borsa, il ribasso della benzina, i dati macro taroccati, la condanna a morte di Saddam servita al popolo a due giorni dalle elezioni, queste ultime hanno punito Bush e i suoi, con una sconfitta che capovolge -apparentemente - il quadro politico americano.
I democratici conquistano Camera e Senato, e per due anni a Bush non resta che il potere di veto sulle loro leggi. Inoltre appare molto probabile che le prossime presidenziali vedano andare alla Casa Bianca un democratico , il quale per almeno due anni avrà quindi un potere pieno, come quello fin qui avuto da Bush.
Sulle cause della sconfitta si è molto discettato: disastro Iraq, scandali, abusi, etc., personalmente credo che un ruolo di primo piano l'abbia avuto l'economia. Nella realtà non è quella dipinta dalle statistiche ufficiali, e la gente lo sa. L'inflazione morde le tasche anche se i contabili non la registrano; l'orgia di profitti delle grandi corporations spudoratamente favorite da Bush, faranno pure salire la Borsa, ma il conto lo paga la classe media che si è impoverita. Da qui la protesta evidente, e non a caso la prima promessa dei democratici è l'aumento dei salari minimi.
I mercati come prima reazione, hanno addirittura visto un aspetto paradossalmente positivo: lo stallo tra governo e parlamento assicura lo status quo. I detentori di azioni vi vedono quindi la possibilità di mantenere le condizioni favorevoli al capitale; quelli di obbligazioni vi vedono la garanzia che non vi saranno aggravamenti del deficit statale; e dunque tutti contenti. Posizione di per sè molto discutibile, in quanto con una economia iperindebitata e traballante , l'assenza di leadership può essere molto negativa. Ma, soprattutto, potrebbe invece verificarsi una sorta di grande coalizione , cioè di accordi pasticciati e compromissori tra le due parti, tendenti a scambi di interessi reciproci.
E qui vado alla mia personale visione.
Come scritto più volte, sono convinto che il sistema politico americano sia una grande Hollywood: tutto teso a spettacolarizzare, dando la sensazione al popolo di contare qualcosa; mentre invece i "pupari", quelli che muovono i fili dei pupi in scena, cambiano le trame in base agli applausi e fischi al pubblico, ma gestendo sempre loro la situazione ed i propri interessi. Si vuole punire il cinico e baro texano? accontentati, adesso sarà l'epoca delle donne: la Pelosi a Speaker del Congresso (che ha più possibilità del nostro Presidente della Camera) e forse Hillary prossimo Presidente. Lo spettacolo ed il senso di nuovo è assicurato.
Ma la verità è che- a parte un pò di folclore- non vi è sostanzialmente nessuna differenza tra repubblicani e democratici(tra l'altro tutti dichiarano di voler convergere al centro). Si cambiano presidenti, amministrazioni e maggioranze , per dare un contentino, per confondere le idee; è "l'ammuino" che i marinai conoscono bene; tutto cambia per non cambiare (Gattopardo docet).
Il potere ce lo hanno sempre i "soliti ignoti" in ogni situazione.
Sono quelli che due anni fa finanziavano cospicuamente, sia Bush sia Kerry(altro loro famiglio diretto, come Bush).
Per esempio , la grande bolla tecnologica del 2000 fu architettata e gestita con la presidenza Clinton, così come la grande bolla immobiliare è stata architettata e gestita con la presidenza Bush. Nel sottostante, comune ad entrambe, la madre di tutte le bolle , quella creditizia-finanziaria, architettata e gestita da chi comanda relamente il complesso bancario in senso lato,e che a sua volta comanda il complesso militare-industriale(farmaceutico,petrolifero,etc.) che tanto ha goduto dall'11 settembre 2001 in poi.
E' possibile che loro abbiano una preferenza per i repubblicani in questa fase storica, data anche la "banda" che erano riusciti a insediare (Bush-Cheney-Rumsfeld-etc.); per questo motivo, resto dell'idea che hanno manipolato dati e prezzi(borsa-petrolio) nel tentativo di farli vincere ancora una volta. E adesso potrebbero fare la manovra opposta per finanziarsi a spese dei creduloni, e per dare qualche chance al prossimo repubblicano per il 2008. Comunque - ripeto- non è un gran problema : anche i democratici sono "loro".
La vera partita che si trovano a giocare è quella su scala mondiale, con i Cinesi in particolare. Non c'è posto per tutti al tavolo dei privilegiati su questo pianeta: mia vecchia tesi, di recente venuta alla ribalta con il Rapporto Stern (ex banca Mondiale), che ha dimostrato come oltre all'enorme debito generazionale, finanziario, se ne stia accumulando un altro enorme nei confronti della Natura, già agli attuali livelli di sviluppo: figurarsi se arrivano altri 3 miliardi di consumatori all'americana!
Subito dopo il risultato elettorale, poichè i democratici finora avevano fatto la voce più grossa, i cinesi si sono affrettati a ricordare che il destino del dollaro e dell'economia americana è ormai nelle loro mani; ma pure loro hanno un bel problema come spesso spiegato, e come torno ad illustrare nel capitolo sui Cambi.
MATERIE PRIME : dottor Rame
Il rame è famoso per essere un importante indicatore delle attese sulla crescita mondiale tanto da essere chiamato tra gli addetti, dottor Rame.
Orbene, anche se alla chiusura di venerdì mantiene +60% da inizio anno, è da maggio che si trova in un range di oscillazione; con la caduta di questa settimana (-10%) lo ha perforato al ribasso. Dopo tanto parlare di recessione, questo potrebbe essere - se confermato- un segnale concreto; ed importante perchè coinvolgerebbe anche la Cina. Infatti se , come citato nel capitolo sui cambi, i cinesi dovessero realmente decidersi a svalutare il dollaro, l'effetto globale sarebbe restrittivo e recessivo anche per loro.Dunque il rame potrebbe cominciare a scontare questo scenario 2007, ed anche il petrolio potrebbe risentirne. Motivo per cui , avendo comprato il crudo il giorno dopo le elezioni a 59,50 azzeccando il timing (è salito subito fino a 61), quando l'ho visto scendere insieme al rame, ho preferito chiuderlo incassando a 60,3 il guadagno in essere (400$ a contratto); bene nell'immediato, perchè infatti ha concluso a 59,5. Ciò nonostante sul petrolio vi sono forze endogene, e io resto sempre dell'idea che finite le elezioni con l'arrivo dell'inverno possa risalire, per cui conto di fare altre entrate. Purtroppo su questo mercato non è possibile usare con iwbank le opzioni, che invece sarebbero lo strumento ideale; per cui occorre fare altrettanto veloci uscite.
Fermo il gas naturale a 8,3 (scad. marzo 07).
Per il momento gli altri metalli non stanno seguendo il rame, ed anzi i preziosi restano molto forti(questa settimana si è mosso l'argento), il che si spiega con la caduta del dollaro.
Per cui si conclude con :
l'oro a 630(dicembre) il rame a 308 (dicembre) l'argento a 13,1(dicembre); il platino a 1209(gennaio) il palladio a 330(dicembre).
Il Cacao ha avuto il movimento rialzista che aspettavo e da 1516 è salito impulsivamente fino a 1572; pareva quindi che avesse superato la resistenza a 1560 e che si avviasse verso i 1600, quando invece venerdì ha avuto una repentina inversione e, dopo un triplo massimo, è caduto concludendo male a 1548( ma sono scese tutte le materie prime in quelle ore: prese di profitto o effetto rame?). L'area di supporto si è adesso spostata a 1540, e se la buca preferisco chiudere; viceversa se la tiene e supera 1570 quota 1600 dovrebbe vedersi velocemente.Quello che è certo è che non ci sono state finora notizie specifiche sulla Costa d'Avorio.
L'indice generale CRB(dicembre) a 311
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: comprato cacao
CAMBI: effetto Cina
I cinesi sono in difficoltà dopo aver superato ufficialmente quota 1 trilione di dollari nelle riserve (che rappresentano oltre 15 mesi di importazioni e 10 volte il debito a breve, quando la misura fisiologica delle riserve in un paese dovrebbe essere pari a 3-4 mesi di importazioni e alla copertura del debito a breve). Questa settimana gli esponenti della banca centrale hanno confermato che intendono diverisificare dal dollaro, ma al contempo hanno anche detto che cercheranno di farlo senza danneggiare i propri interessi , il che equivale a volere la botte piena e la moglie ubriaca. Se il dollaro si avvita al ribasso potranno impedirlo solo comprando dollari, e dunque allontanandosi dal loro obiettivo: il cul de sac in cui si sono infilati è palese. La verità è che devono decidersi: sono pronti a innescare una crisi globale, e a incassare qualche centinaio di miliardi di dollari di perdita sui loro averi? non lo credo, almeno fino al 2008(olimpiadi). Ma la situazione potrebbe sfuggire di mano.
Il mercato infatti ha subito reagito vendendo dollari, con l'euro che è arrivato a 1,29 concludendo poco sotto a 1,287. L'euro ha guadagnato anche contro yen danneggiato da dati nipponici deludenti, e facendo il nuovo massimo oltre 151. Il dollaro comunque ha perso contro tutti, e l'indice generale si è svalutato dell'1%. Da notare che la Russia sta proseguendo con forza nel suo processo di distacco dal dollaro: Aeroflot adesso farà i biglietti in euro!
Queste dichiarazioni sono arrivate con qualche giorno di ritardo, rispetto alla strutturata che avevo impostato; pazienza, non mancherà occasione di rientrare: il destino del dollaro è chiaro, anche se eventuali recrudescenze sui tassi USA potranno momentaneamente ridargli vita. Sto aspettando che le prossime opzioni dicembre (scadenza l'8) mi consentano una strutturata efficiente (costo-beneficio).
L'indice generale del dollaro a 84,8(dicembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: altra giravolta
E puntuale è arrivata un altra inversione all'interno del recente range
per cui dal 4,71% sul decennale si torna al 4,59%. Lo avevo ipotizzato, e continuo a farlo, per cui dopo essermi tenuto la call 108 (scadenza 24 novembre) ho rivenduto il decennale a questo stesso livello: se resterà sopra fino alla scadenza, ormai non rischio niente; mentre se tornerà verso 107 potrò guadagnare sul future. Mentre in Europa l'Inghilterra ha alzato i tassi al 5% e la BCE dovrebbe andare al 3,5% ai primi di dicembre, i bond-people scommettono su un calo dei tassi americani.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 crolla di 15 cts. al 4,78% , il 2 anni scende di 9 cts. al 4,73% il quinquennale di 12 al 4,57 il decennale di 12 cts. al 4,59 il trentennale di 11 cts. al 4,70.
In Europa il Bund decennale scende di 6 cts. al 3,71% ed in Giappone il decennale scende di 3 cts. al 1,68%; il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di un paio di cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: venduto future+comprata CALL sul bond decennale
BORSE: in attesa del TOP
Dal punto di vista tecnico siamo vicini al punto massimo del ciclo rialzista, anche se la formazione di questo Top può prendere tempo. Dal punto di vista fondamentale , la borsa proietta utili futuri in contraddizione con il rischio recessione evidenziato da altri mercati.
Per il breve termine, in base all'ipotesi illustrata in "profilo sp500" ho accoppiato alla posizione al ribasso sullo sp500 (PUT 1360 scad. 17 novembre) anche la CALL 1400 stessa scadenza, che mi consente di rischiare fino a quella data solo altri 3,75 punti(187,5$ a contratto), ma che può farmi gadagnare anche in caso di rialzo o direttamente o costruendovi una strutturata al ribasso.
In realtà dopo il rialzo pre-elezioni fino a 1394, lo sp500 scad. dicembre si è incartato in un range con minimo a 1379, e conclusione di settimana a 1385(mentre hanno continuato a correre i tecnologici). Adesso mancano solo 4 sedute e mezza (le opzioni scadono alle 15,30 di venerdì e dunque i dati delle 14,30 sull'edilizia possono ancora incidere), ma vi è parecchia carne al fuoco ed è sufficiente un movimento di circa il 2% in un senso o nell'altro per consentire un guadagno (la perdita massima di 475$, somma dei due premi pagati, si realizza se resterà a ballare in un range ristretto).
Per la settimana concludono: il Dow a 12108(+1%) lo sp500 a 1381(+1,2%) il nasdaq a 2389(+2,5%), il nasdaq100 a 1779(+2,8%), il Russell2000 (+2,2%); tra i settori, trasporti(+2,6%) i semiconduttori(+2,7%) le biotech (+0,9%) i broker/dealer(+1,8%) le banche(+1,5%).
Tokyo scende a 16112 (-1,5%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6357(+1,8%) il footsie inglese a 6208(+1%), il cac francese a 5447(+2%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 40480(+1,7%) ed il Mibtel a 31149(+1,6%).
Tra le borse mondiali Brasile +0,7% India +1,2% Cina +0,9% Russia +4,8%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprate PUT+CALL sullo sp500
PREVISIONI: settimana piena
Lunedì: si inizia con molti dati giapponesi, mentre prleranno Trichet e Fisher della Fed.
Martedì: i PIl europei, lo zew tedesco e dagli USA alle 14,30 prezzi alla produzione e vendite al dettaglio di ottobre, seguiti da interventi di ben 3 membri Fed.
Mercoledì: produzione industriale europea , l'indice di new york e in serata i verbali dell'ultima riunione della Fed.
Giovedì, cruciale: altri dati macro nipponici nonchè conferenza del capo della BOJ; prezzi europei di ottobre; dagli USA alle 14,30 l'inflazione al consumo , i sussidi disocupazionali, gli afflussi di capitale a settembre, la produzione industriale di ottobre, il Philly Fed di novembre, l'indice del mercato edilizio, e record di 5 membri Fed che parleranno.
Infine Venerdì alle 14,30 i nuovi cantieri e le nuove licenze edili di ottobre negli USA, mentre in serata si riunisce il G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali.
L'effetto maggiore lo potrebbe avere il dato sui prezzi al consumo USA di giovedì, qualora al netto di petrolio ed alimentari risultasse un incremento superiore allo 0,2 atteso, in grado di portare il tasso annuo al 3%; soprattutto se ciò si legasse a verbali Fed già orientati in tal senso, ed a vendite al dettaglio positive: le attese di un rialzo dei tassi americani tornerebbero prepotentemente alla ribalta, provocando un impennata dei rendimenti ed una caduta di Wally(oltre a un rinforzo temporaneo del dollaro). Per come sono posizionato è quello che mi auguro, soprattutto se nei tre giorni precedenti l'sp500 arriva a fare un nuovo massimo sopra 1400.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-comprato un mini crudo scad. dicembre a 59,50 venduto a 60,30 (+400$)
operazioni aperte
-venduto un decennale scad. dicembre a 108+comprato un call 108 scad. novembre a 0 (+168$).
-comprato un put 1360 scad. novembre sul mini-sp500 a 5,75, chiude a 1(-237,5$ eu )
-comprato un call 1400 scad. novembre sul minisp500 a 3,75 chiude a 1,5(-112,5$)
-comprato un cacao scad. marzo 07 a 1520, chiude a 1548(+280$).
plus netta in essere 98$
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3700 euro (con 20 operazioni effettuate su eurodollaro+ 5 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+4 su petrolio+1 su s&p500+1 su dowjones); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5,4% ed equivalente al +6,4% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 1,5% ed il 98,5% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
ECONOMIA: Hollywood
Nonostante il pompaggio della borsa, il ribasso della benzina, i dati macro taroccati, la condanna a morte di Saddam servita al popolo a due giorni dalle elezioni, queste ultime hanno punito Bush e i suoi, con una sconfitta che capovolge -apparentemente - il quadro politico americano.
I democratici conquistano Camera e Senato, e per due anni a Bush non resta che il potere di veto sulle loro leggi. Inoltre appare molto probabile che le prossime presidenziali vedano andare alla Casa Bianca un democratico , il quale per almeno due anni avrà quindi un potere pieno, come quello fin qui avuto da Bush.
Sulle cause della sconfitta si è molto discettato: disastro Iraq, scandali, abusi, etc., personalmente credo che un ruolo di primo piano l'abbia avuto l'economia. Nella realtà non è quella dipinta dalle statistiche ufficiali, e la gente lo sa. L'inflazione morde le tasche anche se i contabili non la registrano; l'orgia di profitti delle grandi corporations spudoratamente favorite da Bush, faranno pure salire la Borsa, ma il conto lo paga la classe media che si è impoverita. Da qui la protesta evidente, e non a caso la prima promessa dei democratici è l'aumento dei salari minimi.
I mercati come prima reazione, hanno addirittura visto un aspetto paradossalmente positivo: lo stallo tra governo e parlamento assicura lo status quo. I detentori di azioni vi vedono quindi la possibilità di mantenere le condizioni favorevoli al capitale; quelli di obbligazioni vi vedono la garanzia che non vi saranno aggravamenti del deficit statale; e dunque tutti contenti. Posizione di per sè molto discutibile, in quanto con una economia iperindebitata e traballante , l'assenza di leadership può essere molto negativa. Ma, soprattutto, potrebbe invece verificarsi una sorta di grande coalizione , cioè di accordi pasticciati e compromissori tra le due parti, tendenti a scambi di interessi reciproci.
E qui vado alla mia personale visione.
Come scritto più volte, sono convinto che il sistema politico americano sia una grande Hollywood: tutto teso a spettacolarizzare, dando la sensazione al popolo di contare qualcosa; mentre invece i "pupari", quelli che muovono i fili dei pupi in scena, cambiano le trame in base agli applausi e fischi al pubblico, ma gestendo sempre loro la situazione ed i propri interessi. Si vuole punire il cinico e baro texano? accontentati, adesso sarà l'epoca delle donne: la Pelosi a Speaker del Congresso (che ha più possibilità del nostro Presidente della Camera) e forse Hillary prossimo Presidente. Lo spettacolo ed il senso di nuovo è assicurato.
Ma la verità è che- a parte un pò di folclore- non vi è sostanzialmente nessuna differenza tra repubblicani e democratici(tra l'altro tutti dichiarano di voler convergere al centro). Si cambiano presidenti, amministrazioni e maggioranze , per dare un contentino, per confondere le idee; è "l'ammuino" che i marinai conoscono bene; tutto cambia per non cambiare (Gattopardo docet).
Il potere ce lo hanno sempre i "soliti ignoti" in ogni situazione.
Sono quelli che due anni fa finanziavano cospicuamente, sia Bush sia Kerry(altro loro famiglio diretto, come Bush).
Per esempio , la grande bolla tecnologica del 2000 fu architettata e gestita con la presidenza Clinton, così come la grande bolla immobiliare è stata architettata e gestita con la presidenza Bush. Nel sottostante, comune ad entrambe, la madre di tutte le bolle , quella creditizia-finanziaria, architettata e gestita da chi comanda relamente il complesso bancario in senso lato,e che a sua volta comanda il complesso militare-industriale(farmaceutico,petrolifero,etc.) che tanto ha goduto dall'11 settembre 2001 in poi.
E' possibile che loro abbiano una preferenza per i repubblicani in questa fase storica, data anche la "banda" che erano riusciti a insediare (Bush-Cheney-Rumsfeld-etc.); per questo motivo, resto dell'idea che hanno manipolato dati e prezzi(borsa-petrolio) nel tentativo di farli vincere ancora una volta. E adesso potrebbero fare la manovra opposta per finanziarsi a spese dei creduloni, e per dare qualche chance al prossimo repubblicano per il 2008. Comunque - ripeto- non è un gran problema : anche i democratici sono "loro".
La vera partita che si trovano a giocare è quella su scala mondiale, con i Cinesi in particolare. Non c'è posto per tutti al tavolo dei privilegiati su questo pianeta: mia vecchia tesi, di recente venuta alla ribalta con il Rapporto Stern (ex banca Mondiale), che ha dimostrato come oltre all'enorme debito generazionale, finanziario, se ne stia accumulando un altro enorme nei confronti della Natura, già agli attuali livelli di sviluppo: figurarsi se arrivano altri 3 miliardi di consumatori all'americana!
Subito dopo il risultato elettorale, poichè i democratici finora avevano fatto la voce più grossa, i cinesi si sono affrettati a ricordare che il destino del dollaro e dell'economia americana è ormai nelle loro mani; ma pure loro hanno un bel problema come spesso spiegato, e come torno ad illustrare nel capitolo sui Cambi.
MATERIE PRIME : dottor Rame
Il rame è famoso per essere un importante indicatore delle attese sulla crescita mondiale tanto da essere chiamato tra gli addetti, dottor Rame.
Orbene, anche se alla chiusura di venerdì mantiene +60% da inizio anno, è da maggio che si trova in un range di oscillazione; con la caduta di questa settimana (-10%) lo ha perforato al ribasso. Dopo tanto parlare di recessione, questo potrebbe essere - se confermato- un segnale concreto; ed importante perchè coinvolgerebbe anche la Cina. Infatti se , come citato nel capitolo sui cambi, i cinesi dovessero realmente decidersi a svalutare il dollaro, l'effetto globale sarebbe restrittivo e recessivo anche per loro.Dunque il rame potrebbe cominciare a scontare questo scenario 2007, ed anche il petrolio potrebbe risentirne. Motivo per cui , avendo comprato il crudo il giorno dopo le elezioni a 59,50 azzeccando il timing (è salito subito fino a 61), quando l'ho visto scendere insieme al rame, ho preferito chiuderlo incassando a 60,3 il guadagno in essere (400$ a contratto); bene nell'immediato, perchè infatti ha concluso a 59,5. Ciò nonostante sul petrolio vi sono forze endogene, e io resto sempre dell'idea che finite le elezioni con l'arrivo dell'inverno possa risalire, per cui conto di fare altre entrate. Purtroppo su questo mercato non è possibile usare con iwbank le opzioni, che invece sarebbero lo strumento ideale; per cui occorre fare altrettanto veloci uscite.
Fermo il gas naturale a 8,3 (scad. marzo 07).
Per il momento gli altri metalli non stanno seguendo il rame, ed anzi i preziosi restano molto forti(questa settimana si è mosso l'argento), il che si spiega con la caduta del dollaro.
Per cui si conclude con :
l'oro a 630(dicembre) il rame a 308 (dicembre) l'argento a 13,1(dicembre); il platino a 1209(gennaio) il palladio a 330(dicembre).
Il Cacao ha avuto il movimento rialzista che aspettavo e da 1516 è salito impulsivamente fino a 1572; pareva quindi che avesse superato la resistenza a 1560 e che si avviasse verso i 1600, quando invece venerdì ha avuto una repentina inversione e, dopo un triplo massimo, è caduto concludendo male a 1548( ma sono scese tutte le materie prime in quelle ore: prese di profitto o effetto rame?). L'area di supporto si è adesso spostata a 1540, e se la buca preferisco chiudere; viceversa se la tiene e supera 1570 quota 1600 dovrebbe vedersi velocemente.Quello che è certo è che non ci sono state finora notizie specifiche sulla Costa d'Avorio.
L'indice generale CRB(dicembre) a 311
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: comprato cacao
CAMBI: effetto Cina
I cinesi sono in difficoltà dopo aver superato ufficialmente quota 1 trilione di dollari nelle riserve (che rappresentano oltre 15 mesi di importazioni e 10 volte il debito a breve, quando la misura fisiologica delle riserve in un paese dovrebbe essere pari a 3-4 mesi di importazioni e alla copertura del debito a breve). Questa settimana gli esponenti della banca centrale hanno confermato che intendono diverisificare dal dollaro, ma al contempo hanno anche detto che cercheranno di farlo senza danneggiare i propri interessi , il che equivale a volere la botte piena e la moglie ubriaca. Se il dollaro si avvita al ribasso potranno impedirlo solo comprando dollari, e dunque allontanandosi dal loro obiettivo: il cul de sac in cui si sono infilati è palese. La verità è che devono decidersi: sono pronti a innescare una crisi globale, e a incassare qualche centinaio di miliardi di dollari di perdita sui loro averi? non lo credo, almeno fino al 2008(olimpiadi). Ma la situazione potrebbe sfuggire di mano.
Il mercato infatti ha subito reagito vendendo dollari, con l'euro che è arrivato a 1,29 concludendo poco sotto a 1,287. L'euro ha guadagnato anche contro yen danneggiato da dati nipponici deludenti, e facendo il nuovo massimo oltre 151. Il dollaro comunque ha perso contro tutti, e l'indice generale si è svalutato dell'1%. Da notare che la Russia sta proseguendo con forza nel suo processo di distacco dal dollaro: Aeroflot adesso farà i biglietti in euro!
Queste dichiarazioni sono arrivate con qualche giorno di ritardo, rispetto alla strutturata che avevo impostato; pazienza, non mancherà occasione di rientrare: il destino del dollaro è chiaro, anche se eventuali recrudescenze sui tassi USA potranno momentaneamente ridargli vita. Sto aspettando che le prossime opzioni dicembre (scadenza l'8) mi consentano una strutturata efficiente (costo-beneficio).
L'indice generale del dollaro a 84,8(dicembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: altra giravolta
E puntuale è arrivata un altra inversione all'interno del recente range
per cui dal 4,71% sul decennale si torna al 4,59%. Lo avevo ipotizzato, e continuo a farlo, per cui dopo essermi tenuto la call 108 (scadenza 24 novembre) ho rivenduto il decennale a questo stesso livello: se resterà sopra fino alla scadenza, ormai non rischio niente; mentre se tornerà verso 107 potrò guadagnare sul future. Mentre in Europa l'Inghilterra ha alzato i tassi al 5% e la BCE dovrebbe andare al 3,5% ai primi di dicembre, i bond-people scommettono su un calo dei tassi americani.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 crolla di 15 cts. al 4,78% , il 2 anni scende di 9 cts. al 4,73% il quinquennale di 12 al 4,57 il decennale di 12 cts. al 4,59 il trentennale di 11 cts. al 4,70.
In Europa il Bund decennale scende di 6 cts. al 3,71% ed in Giappone il decennale scende di 3 cts. al 1,68%; il tasso sul debito dei paesi emergenti scende di un paio di cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: venduto future+comprata CALL sul bond decennale
BORSE: in attesa del TOP
Dal punto di vista tecnico siamo vicini al punto massimo del ciclo rialzista, anche se la formazione di questo Top può prendere tempo. Dal punto di vista fondamentale , la borsa proietta utili futuri in contraddizione con il rischio recessione evidenziato da altri mercati.
Per il breve termine, in base all'ipotesi illustrata in "profilo sp500" ho accoppiato alla posizione al ribasso sullo sp500 (PUT 1360 scad. 17 novembre) anche la CALL 1400 stessa scadenza, che mi consente di rischiare fino a quella data solo altri 3,75 punti(187,5$ a contratto), ma che può farmi gadagnare anche in caso di rialzo o direttamente o costruendovi una strutturata al ribasso.
In realtà dopo il rialzo pre-elezioni fino a 1394, lo sp500 scad. dicembre si è incartato in un range con minimo a 1379, e conclusione di settimana a 1385(mentre hanno continuato a correre i tecnologici). Adesso mancano solo 4 sedute e mezza (le opzioni scadono alle 15,30 di venerdì e dunque i dati delle 14,30 sull'edilizia possono ancora incidere), ma vi è parecchia carne al fuoco ed è sufficiente un movimento di circa il 2% in un senso o nell'altro per consentire un guadagno (la perdita massima di 475$, somma dei due premi pagati, si realizza se resterà a ballare in un range ristretto).
Per la settimana concludono: il Dow a 12108(+1%) lo sp500 a 1381(+1,2%) il nasdaq a 2389(+2,5%), il nasdaq100 a 1779(+2,8%), il Russell2000 (+2,2%); tra i settori, trasporti(+2,6%) i semiconduttori(+2,7%) le biotech (+0,9%) i broker/dealer(+1,8%) le banche(+1,5%).
Tokyo scende a 16112 (-1,5%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6357(+1,8%) il footsie inglese a 6208(+1%), il cac francese a 5447(+2%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza: l'SPmib a 40480(+1,7%) ed il Mibtel a 31149(+1,6%).
Tra le borse mondiali Brasile +0,7% India +1,2% Cina +0,9% Russia +4,8%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprate PUT+CALL sullo sp500
PREVISIONI: settimana piena
Lunedì: si inizia con molti dati giapponesi, mentre prleranno Trichet e Fisher della Fed.
Martedì: i PIl europei, lo zew tedesco e dagli USA alle 14,30 prezzi alla produzione e vendite al dettaglio di ottobre, seguiti da interventi di ben 3 membri Fed.
Mercoledì: produzione industriale europea , l'indice di new york e in serata i verbali dell'ultima riunione della Fed.
Giovedì, cruciale: altri dati macro nipponici nonchè conferenza del capo della BOJ; prezzi europei di ottobre; dagli USA alle 14,30 l'inflazione al consumo , i sussidi disocupazionali, gli afflussi di capitale a settembre, la produzione industriale di ottobre, il Philly Fed di novembre, l'indice del mercato edilizio, e record di 5 membri Fed che parleranno.
Infine Venerdì alle 14,30 i nuovi cantieri e le nuove licenze edili di ottobre negli USA, mentre in serata si riunisce il G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali.
L'effetto maggiore lo potrebbe avere il dato sui prezzi al consumo USA di giovedì, qualora al netto di petrolio ed alimentari risultasse un incremento superiore allo 0,2 atteso, in grado di portare il tasso annuo al 3%; soprattutto se ciò si legasse a verbali Fed già orientati in tal senso, ed a vendite al dettaglio positive: le attese di un rialzo dei tassi americani tornerebbero prepotentemente alla ribalta, provocando un impennata dei rendimenti ed una caduta di Wally(oltre a un rinforzo temporaneo del dollaro). Per come sono posizionato è quello che mi auguro, soprattutto se nei tre giorni precedenti l'sp500 arriva a fare un nuovo massimo sopra 1400.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-comprato un mini crudo scad. dicembre a 59,50 venduto a 60,30 (+400$)
operazioni aperte
-venduto un decennale scad. dicembre a 108+comprato un call 108 scad. novembre a 0 (+168$).
-comprato un put 1360 scad. novembre sul mini-sp500 a 5,75, chiude a 1(-237,5$ eu )
-comprato un call 1400 scad. novembre sul minisp500 a 3,75 chiude a 1,5(-112,5$)
-comprato un cacao scad. marzo 07 a 1520, chiude a 1548(+280$).
plus netta in essere 98$
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3700 euro (con 20 operazioni effettuate su eurodollaro+ 5 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+4 su petrolio+1 su s&p500+1 su dowjones); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5,4% ed equivalente al +6,4% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 1,5% ed il 98,5% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
11/07/2006
profilo sp500
Gira voce che comunque vadano le elezioni questa settimana facciano salire a nuovi massimi la borsa; ciò al fine di attirare dentro chi aveva atteso questo evento prima di comprare, facendo altresì ricoprire chi ha puntato al ribasso.Si verrebbe così a determinare il top del ciclo rialzista in essere da 4 anni. Dopodichè già dalla settimana successiva 13-17 tra dati vari (tra cui l'inflazione) e verbali della Fed, farebbero partire il ciclo ribassista.
Per lo sp500 l'obiettivo è in area 1400. Pertanto già oggi comprerò una call 1400 per poi vendere il future quando raggiunge questo livello, creando una strutturata con stop incorporata e limitata, sulla scadenza novembre (a proposito la scadenza è il 17 alle 15,30)per poi replicare su dicembre e in seguito gennaio (se ci sarà il ciclo ribassista, durerà parecchio).
Qualora invece dovesse esserci una caduta immediata post-elettorale, c'è già la put 1360.
Più tardi invierò il msg.operativo.
PS: lo stesso profilo potrebbe avere il decennale, anche perchè l'avvio di un serio ciclo ribassista in borsa non può non avvenire che in un contesto di rendimenti al rialzo; qui c'è già in posizione la call 108 pronta per essere combinata con il future in vendita.
Per lo sp500 l'obiettivo è in area 1400. Pertanto già oggi comprerò una call 1400 per poi vendere il future quando raggiunge questo livello, creando una strutturata con stop incorporata e limitata, sulla scadenza novembre (a proposito la scadenza è il 17 alle 15,30)per poi replicare su dicembre e in seguito gennaio (se ci sarà il ciclo ribassista, durerà parecchio).
Qualora invece dovesse esserci una caduta immediata post-elettorale, c'è già la put 1360.
Più tardi invierò il msg.operativo.
PS: lo stesso profilo potrebbe avere il decennale, anche perchè l'avvio di un serio ciclo ribassista in borsa non può non avvenire che in un contesto di rendimenti al rialzo; qui c'è già in posizione la call 108 pronta per essere combinata con il future in vendita.
11/05/2006
La Nota sui mercati 5.11
La settimana 30 ottobre-3 novembre 2006
ECONOMIA: manipolazioni spudorate
Che l'amministrazione Bush fosse cinica e bara si era capito da tempo (vedi Iraq);ne abbiamo avuto un altra conferma con la spudorata manipolazione dei dati statistici che è emersa venerdì pomeriggio.
Pur di uscire nel week-end pre-elettorale con i titoloni dei giornali del tipo "la disoccupazione ai minimi storici" non ha esitato a fare un vergognoso balletto di revisioni sui dati occupazionali, per cui quanto annunziato appena un mese fa viene più che raddoppiato in termini di posti di lavoro creati, ed il tasso ufficiale di disoccupazione è stato portato al minimo storico di 4,4%. Gli esperti sanno naturalmente che questi dati valgono meno della carta su cui sono scritti, ma per Wally non c'è alternativa: devono far finta di crederci e-soprattutto- il popolo deve crederci.
Così dopo una settimana piena di dati negativi che avevano spinto i rendimenti e il dollaro al ribasso, riuscendo finanche (udite, udite) a incrinare un pò il folle nirvana in cui è immerso l'azionario, i mercati hanno fatto marcia indietro, facendo risalire i rendimenti ed il dollaro, mantenendo sempre la borsa in piedi ma con maggior fatica.
Che dire? dal punto di vista macro, anche dopo questi dati organizzati da Karl Rove (lo stratega elettorale dei repubblicani) al fine di far compiere la rimonta miracolosa alle elezioni del 7 novembre, la realtà resta sempre quella qui descritta: l'economia americana, iperindebitata, finanziata dagli asiatici, mostra segni di affaticamento, ma non molla perchè i pusher continuano a fornirle la droga(il credito); però la produttività si è azzerata , e la pressione inflazionistica da costo del lavoro continua a salire. Per anni la Fed ci ha fatto "na capa tanta" con il mito della produttività crescente che avrebbe impedito l'inflazione; ma adesso la produttività è a zero, e allora?
Questo è il punto centrale: il dibattito dovrebbe vertere sul rischio che l'inflazione esploda, nonostante i taroccamenti contabili. Invece, il dibattito verte tutto tra atterraggio morbido o duro, con la platea convinta che in ogni caso per la Fed il bivo è tra abbassare i tassi o tenerli fermi ancora per qualche tempo. Nessuno ipotizza che i tassi debbano salire, proprio perchè tutti danno per scontato che il problema inflazione (che è quello vero) non esiste.
A ben guardare ci sono segnali di qualche mano forte che sta comprando i preziosi, e l'unica giustificazione al loro rialzo è proprio l'inflazione.
Ma io passo tutto il giorno con CNBC acceso (il canale Tv economico finanziario più importante e popolare, disponibile su Sky) e posso testimoniare che i numerosi intervistati (economisti, operatori, analisti, gestori) di tutto il mondo non fanno altro che dividersi tra sostenitori dell'ipotesi dell'atterraggio morbido (cioè il migliore dei mondi possibili) e sostenitori dell'atterraggio duro (recessione prossima ventura, e ribasso dei tassi di almeno un punto nel 2007). Nessuno, dico nessuno, che ponga il problema dell'inflazione, delle cifre truccate, dell'insostenibile pesantezza dei deficit americani.
Nel frattempo, i chierici della BCE continuano a scimmiottare i confratelli americani: tassi ancora fermi al 3,25% ma promessa che a dicembre vi sarà un altro mini-rialzino dello 0,25% e ciò mentre il credito continua a espandersi a ritmi ormai vicini al 10%.
Ancora peggio fanno i giapponesi che i tassi li tengono inchiodati allo 0,25% ,sotto l'inflazione ufficiale, ma -bontà loro- non escludono prima o poi qualche lieve rialzino.
Questi ladroni in pompa magna dovrebbero vergognarsi del saccheggio dei sudati risparmi altrui, che essi operano con tali politiche monetarie.
Tornando all'immediato, se prevarrà la convinzione che il mercato del lavoro è un indicatore ritardato, e che dunque il vero problema è la crisi dell'immobiliare, si tornerà a far scendere i rendimenti e il dollaro. Qualora invece i dati dovessero mostrare consumi vivaci e inflazione tenace( a metà mese), avremo l'opposto.
Vivremo quest'alternanza continua, come già succede da mesi, per molto tempo:
pochi capiscono che la mostruosa bolla creditizia globale in essere sta distorcendo i fondamentali dell'economia reale, e che la natura dei profitti aziendali attuali non sono una conferma della bontà dell'economia sottostante, bensì una prova della grande inflazione che si sta generando.
E i cinesi c'entrano, sono corresponsabili e lo sanno come mostra un recente commento della Bank of China: " Gli squilibri economici globali preoccupano perchè portano ad eccessiva liquidità mondiale,a bassi rendimenti così come ad inflazione nelle risorse e negli assets...aggiustamenti di tali squilibri(soprattutto se disordinati) possono aumentare la fluttuazione delle principali valute mondiali, il che causerebbe una recessione americana e aggiustamenti nei prezzi degli assets USA, il che a sua volta può impattare la crescita economica e delle esportazioni cinesi".
più chiaro di così....
MATERIE PRIME : eccezione cacao
Il petrolio è partito in picchiata dopo la notizia che l'inverno USA si preannuncia più mite, e le scorte in aumento: così ho preferito alzare la stop al mio prezzo di acquisto(59,3) ed ho chiuso il future dicembre in pareggio. Infatti la discesa è proseguita fino al nuovo minimo di 57 da cui si è ripreso solo nel finale per andare a concludere a 59,1.
Fermo il gas naturale a 8,3 (scad. marzo 07).
Il settore dei metalli ha invece visto lo scatto dell'oro(+5%) dopo la rottura della resistenza in area 600, seguito dagli altri preziosi, fermo solo il rame, per cui si conclude:
l'oro a 629(dicembre) il rame a 332 (dicembre) l'argento a 12,6(dicembre); il platino a 1210(gennaio) il palladio a 335(dicembre).
Dall'inizio dell'anno ho sempre evitato le materie prime trattate telefonicamente; questa settimana ho fatto un eccezione con il cacao scad. marzo che si trova sulla parte bassa del range di prezzo dell'ultimo anno; avendolo visto salire con volumi crescenti, e data la situazione politica precaria in Costa d'avorio ho ipotizzato che qualche mano forte sapesse di turbolenze in arrivo (e in questi casi il cacao è solito fare cento-duecento punti in pochi giorni); così l'ho comprato a 1520 con stop a 1490. In realtà per il momento ha solo confermato che la stop a 1490 è esatta, avendo rimbalzato un paio di volte poco sopra; per il resto, pur avendo fatto un nuovo massimo a 1535, non è stato in grado di prendere il volo(anche perchè non ci sono state notizie) ed infatti conclude poco sotto il mio prezzo a 1516.
L'indice generale CRB(dicembre) a 311
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: comprato cacao
CAMBI: prevale il range
" Lo scenario più probabile rimane che lo tengano in range, anche se questa settimana vi è stato qualche segnale nel senso di una sua possibile svalutazione, magari limitata". Così scrivevo sette giorni fa, e così poi è stato anche se l'attesa di dati USA negativi e della BCE mi avevano convinto che un tentativo di vendita contro euro andava fatto, ma con stoploss stretta. La soluzione tecnica l'ho trovata con l'acquisto di una struttura (future+ opzione) già illustrata in Speciale Opzioni; non essendo però l'eurodollaro scad. dicembre riuscito a superare la resistenza di 1,282 nonostante i dati e la BCE, venerdì prima dei dati sull'occupazione ho preferito chiudere praticamente in pari. Ed in effetti venerdì pomeriggio è arrivato a perdere circa un punto concludendo a 1,2745.
Lo yen è tornato a indebolirsi contro euro concludendo a 150 (e 118 con dollaro).
L'indice generale del dollaro a 85,6(dicembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: giravolta finale
Dopo una settimana all'insegna del continuo ribasso dei rendimenti, arrivati fino al 4,55% sul decennale, i dati di venerdì hanno provocato un ennesima giravolta per cui si conclude al 4,71%. Lo avevo ipotizzato, per cui giovedì ho preso posizione al ribasso con l'acquisto di una struttura(venduto il future e comprato la call) a stoploss stretta. Dopo il ribasso di venerdì, poichè però mi sembra un mercato pronto a nuove giravolte ho incassato l'utile sul future, accontentandomi di rientrare interamente del premio pagato per l'opzione call che adesso mi resta in portafoglio gratis ed ha quasi un mese di vita residua. Alla prossima fase di rialzo, potrò rivenderla oppure usarla come copertura nella vendita di un altro future, se riterrò che vi è più spazio al rialzo(dei rendimenti) che al ribasso.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007sale di 10 cts. al 4,93% , il 2 anni sale di 7 cts. al 4,82% il quinquennale di 6 al 4,69 il decennale di 4 cts. al 4,71 il trentennale di 1 cts. al 4,81.
In Europa invece il Bund decennale scende di 3 cts. al 3,77% ed in Giappone il decennale scende di 2 cts. al 1,71%; il tasso sul debito dei paesi emergenti resta fermo mediamente.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata CALL sul bond decennale
BORSE: sempre in bolla
Sono rientrato in posizione al ribasso su Wally, acquistando la PUT 1360 scad. 17 novembre, che mi consente di rischiare fino a quella data solo 5,75 punti(287,5$ a contratto), e che oltre a far gadagnare direttamente in caso di crollo, potrebbe anche costituire la base per una strutturata futura al rialzo.
Per la settimana concludono: il Dow a 11986(-0,9%) lo sp500 a 1364(-0,9%) il nasdaq a 2330(-0,9%), il nasdaq100 a 1713(-0,8%), il Russell2000 (-1,7%); tra i settori, trasporti(-2,9%) i semiconduttori(-0,7%) le biotech (-0,4%) i broker/dealer(-1,4%) le banche(-1,1%).
Tokyo cade a 16350 (-2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6242(-0,3%) il footsie inglese a 6148(-0,2%), il cac francese a 5336(-1%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza sal eimperterrita per effetto delle solite speculazioni sulle banche: l'SPmib a 39811(+1%) ed il Mibtel a 30624(+1%).
Tra le borse mondiali Brasile +2% India +1,7% Cina +3,3% Russia +0,9% a testiomoniare che la bolla globale, pompata dal cambio del dollaro bloccato, è viva e vegeta.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata PUT sullo sp500
PREVISIONI: arrivano le elezioni
In una settimana leggera come dati macro, l'evento principale è costituito dalle elezioni di medio termine USA che si terranno il 7 e i cui risultati si sapranno nel pomeriggio-sera di mercoledì 8. Data la rarità dell'evento potrebbe esserci un impatto forte sui mercati. I sondaggi danno i democratici ancora in vantaggio, ma di recente i sondaggi non sono risultati affidabili. In caso di vittoria dei repubblicani i mercati festeggeranno(dollaro sù, borsa sù); ma se effettivamente i democratici dovessero prendere il controllo del Congresso, poichè si verrebbe a creare per i prossimi due anni uno stallo tra la presidenza e il parlamento con inevitabili riflessi su varie legislazioni, è molto probabile una reazione opposta(dollaro giù, borsa giù). Io poi sono convinto che in quest'ultimo caso, chi ha pompato finora proprio per favorire il recupero dei repubblicani, scaricherebbe tutto, anche perchè l'equazione vittoria democratici=mercati giù, potrebbe essere ben vista da loro in funzione delle prossime presidenziali del 2008.
Lunedì dati europei e discorsi di due membri della Fed.
Martedì vendite al dettaglio europee e produzione industriale tedesca.
Mercoledì parla Moskow della fed , e in serata risultati elettorali USA.
Giovedì gli unici dati macro americani della settimana: prezzi all'import-export , deficit commerciale di settembre, indice di fiducia del Michigan per novembre.
Infine Venerdì dati nippo-europei, e nel pomeriggio sia Trichet che Bernanke interverranno a un convegno sul monetarismo a Francoforte.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-Chiuso un mini crudo scad. dicembre in pari a 59,30(-20 eu per comm.ni).
-comprato un eurodollaro a 1,2765 venduto a 1,2805+comprato un put 1,28 a 0,60 venduto a 0,20 (-50 eu per comm.ni).
-venduto un decennale a 108,48 comprato a 107,70+comprato un call 108 scad. novembre a 0,7188 (+20 eu spesando l'intera call e al netto delle comm.ni).
Operazioni aperte:
-comprato un call 108 scad. novembre sul bond decennale a 0
-comprato un put 1360 scad. novembre sul mini-sp500 a 5,75, chiude a 7(+62,5$ eu )
comprato un cacao scad. marzo 07 a 1520, chiude a 1516(-40$).
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3400 euro (con 20 operazioni effettuate su eurodollaro+ 5 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+3 su petrolio+1 su s&p500+1 su dowjones); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5% ed equivalente al +6% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 1% ed il 99% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
ECONOMIA: manipolazioni spudorate
Che l'amministrazione Bush fosse cinica e bara si era capito da tempo (vedi Iraq);ne abbiamo avuto un altra conferma con la spudorata manipolazione dei dati statistici che è emersa venerdì pomeriggio.
Pur di uscire nel week-end pre-elettorale con i titoloni dei giornali del tipo "la disoccupazione ai minimi storici" non ha esitato a fare un vergognoso balletto di revisioni sui dati occupazionali, per cui quanto annunziato appena un mese fa viene più che raddoppiato in termini di posti di lavoro creati, ed il tasso ufficiale di disoccupazione è stato portato al minimo storico di 4,4%. Gli esperti sanno naturalmente che questi dati valgono meno della carta su cui sono scritti, ma per Wally non c'è alternativa: devono far finta di crederci e-soprattutto- il popolo deve crederci.
Così dopo una settimana piena di dati negativi che avevano spinto i rendimenti e il dollaro al ribasso, riuscendo finanche (udite, udite) a incrinare un pò il folle nirvana in cui è immerso l'azionario, i mercati hanno fatto marcia indietro, facendo risalire i rendimenti ed il dollaro, mantenendo sempre la borsa in piedi ma con maggior fatica.
Che dire? dal punto di vista macro, anche dopo questi dati organizzati da Karl Rove (lo stratega elettorale dei repubblicani) al fine di far compiere la rimonta miracolosa alle elezioni del 7 novembre, la realtà resta sempre quella qui descritta: l'economia americana, iperindebitata, finanziata dagli asiatici, mostra segni di affaticamento, ma non molla perchè i pusher continuano a fornirle la droga(il credito); però la produttività si è azzerata , e la pressione inflazionistica da costo del lavoro continua a salire. Per anni la Fed ci ha fatto "na capa tanta" con il mito della produttività crescente che avrebbe impedito l'inflazione; ma adesso la produttività è a zero, e allora?
Questo è il punto centrale: il dibattito dovrebbe vertere sul rischio che l'inflazione esploda, nonostante i taroccamenti contabili. Invece, il dibattito verte tutto tra atterraggio morbido o duro, con la platea convinta che in ogni caso per la Fed il bivo è tra abbassare i tassi o tenerli fermi ancora per qualche tempo. Nessuno ipotizza che i tassi debbano salire, proprio perchè tutti danno per scontato che il problema inflazione (che è quello vero) non esiste.
A ben guardare ci sono segnali di qualche mano forte che sta comprando i preziosi, e l'unica giustificazione al loro rialzo è proprio l'inflazione.
Ma io passo tutto il giorno con CNBC acceso (il canale Tv economico finanziario più importante e popolare, disponibile su Sky) e posso testimoniare che i numerosi intervistati (economisti, operatori, analisti, gestori) di tutto il mondo non fanno altro che dividersi tra sostenitori dell'ipotesi dell'atterraggio morbido (cioè il migliore dei mondi possibili) e sostenitori dell'atterraggio duro (recessione prossima ventura, e ribasso dei tassi di almeno un punto nel 2007). Nessuno, dico nessuno, che ponga il problema dell'inflazione, delle cifre truccate, dell'insostenibile pesantezza dei deficit americani.
Nel frattempo, i chierici della BCE continuano a scimmiottare i confratelli americani: tassi ancora fermi al 3,25% ma promessa che a dicembre vi sarà un altro mini-rialzino dello 0,25% e ciò mentre il credito continua a espandersi a ritmi ormai vicini al 10%.
Ancora peggio fanno i giapponesi che i tassi li tengono inchiodati allo 0,25% ,sotto l'inflazione ufficiale, ma -bontà loro- non escludono prima o poi qualche lieve rialzino.
Questi ladroni in pompa magna dovrebbero vergognarsi del saccheggio dei sudati risparmi altrui, che essi operano con tali politiche monetarie.
Tornando all'immediato, se prevarrà la convinzione che il mercato del lavoro è un indicatore ritardato, e che dunque il vero problema è la crisi dell'immobiliare, si tornerà a far scendere i rendimenti e il dollaro. Qualora invece i dati dovessero mostrare consumi vivaci e inflazione tenace( a metà mese), avremo l'opposto.
Vivremo quest'alternanza continua, come già succede da mesi, per molto tempo:
pochi capiscono che la mostruosa bolla creditizia globale in essere sta distorcendo i fondamentali dell'economia reale, e che la natura dei profitti aziendali attuali non sono una conferma della bontà dell'economia sottostante, bensì una prova della grande inflazione che si sta generando.
E i cinesi c'entrano, sono corresponsabili e lo sanno come mostra un recente commento della Bank of China: " Gli squilibri economici globali preoccupano perchè portano ad eccessiva liquidità mondiale,a bassi rendimenti così come ad inflazione nelle risorse e negli assets...aggiustamenti di tali squilibri(soprattutto se disordinati) possono aumentare la fluttuazione delle principali valute mondiali, il che causerebbe una recessione americana e aggiustamenti nei prezzi degli assets USA, il che a sua volta può impattare la crescita economica e delle esportazioni cinesi".
più chiaro di così....
MATERIE PRIME : eccezione cacao
Il petrolio è partito in picchiata dopo la notizia che l'inverno USA si preannuncia più mite, e le scorte in aumento: così ho preferito alzare la stop al mio prezzo di acquisto(59,3) ed ho chiuso il future dicembre in pareggio. Infatti la discesa è proseguita fino al nuovo minimo di 57 da cui si è ripreso solo nel finale per andare a concludere a 59,1.
Fermo il gas naturale a 8,3 (scad. marzo 07).
Il settore dei metalli ha invece visto lo scatto dell'oro(+5%) dopo la rottura della resistenza in area 600, seguito dagli altri preziosi, fermo solo il rame, per cui si conclude:
l'oro a 629(dicembre) il rame a 332 (dicembre) l'argento a 12,6(dicembre); il platino a 1210(gennaio) il palladio a 335(dicembre).
Dall'inizio dell'anno ho sempre evitato le materie prime trattate telefonicamente; questa settimana ho fatto un eccezione con il cacao scad. marzo che si trova sulla parte bassa del range di prezzo dell'ultimo anno; avendolo visto salire con volumi crescenti, e data la situazione politica precaria in Costa d'avorio ho ipotizzato che qualche mano forte sapesse di turbolenze in arrivo (e in questi casi il cacao è solito fare cento-duecento punti in pochi giorni); così l'ho comprato a 1520 con stop a 1490. In realtà per il momento ha solo confermato che la stop a 1490 è esatta, avendo rimbalzato un paio di volte poco sopra; per il resto, pur avendo fatto un nuovo massimo a 1535, non è stato in grado di prendere il volo(anche perchè non ci sono state notizie) ed infatti conclude poco sotto il mio prezzo a 1516.
L'indice generale CRB(dicembre) a 311
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: comprato cacao
CAMBI: prevale il range
" Lo scenario più probabile rimane che lo tengano in range, anche se questa settimana vi è stato qualche segnale nel senso di una sua possibile svalutazione, magari limitata". Così scrivevo sette giorni fa, e così poi è stato anche se l'attesa di dati USA negativi e della BCE mi avevano convinto che un tentativo di vendita contro euro andava fatto, ma con stoploss stretta. La soluzione tecnica l'ho trovata con l'acquisto di una struttura (future+ opzione) già illustrata in Speciale Opzioni; non essendo però l'eurodollaro scad. dicembre riuscito a superare la resistenza di 1,282 nonostante i dati e la BCE, venerdì prima dei dati sull'occupazione ho preferito chiudere praticamente in pari. Ed in effetti venerdì pomeriggio è arrivato a perdere circa un punto concludendo a 1,2745.
Lo yen è tornato a indebolirsi contro euro concludendo a 150 (e 118 con dollaro).
L'indice generale del dollaro a 85,6(dicembre)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro laterale
Posizione asset: nulla
OBBLIGAZIONI: giravolta finale
Dopo una settimana all'insegna del continuo ribasso dei rendimenti, arrivati fino al 4,55% sul decennale, i dati di venerdì hanno provocato un ennesima giravolta per cui si conclude al 4,71%. Lo avevo ipotizzato, per cui giovedì ho preso posizione al ribasso con l'acquisto di una struttura(venduto il future e comprato la call) a stoploss stretta. Dopo il ribasso di venerdì, poichè però mi sembra un mercato pronto a nuove giravolte ho incassato l'utile sul future, accontentandomi di rientrare interamente del premio pagato per l'opzione call che adesso mi resta in portafoglio gratis ed ha quasi un mese di vita residua. Alla prossima fase di rialzo, potrò rivenderla oppure usarla come copertura nella vendita di un altro future, se riterrò che vi è più spazio al rialzo(dei rendimenti) che al ribasso.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007sale di 10 cts. al 4,93% , il 2 anni sale di 7 cts. al 4,82% il quinquennale di 6 al 4,69 il decennale di 4 cts. al 4,71 il trentennale di 1 cts. al 4,81.
In Europa invece il Bund decennale scende di 3 cts. al 3,77% ed in Giappone il decennale scende di 2 cts. al 1,71%; il tasso sul debito dei paesi emergenti resta fermo mediamente.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata CALL sul bond decennale
BORSE: sempre in bolla
Sono rientrato in posizione al ribasso su Wally, acquistando la PUT 1360 scad. 17 novembre, che mi consente di rischiare fino a quella data solo 5,75 punti(287,5$ a contratto), e che oltre a far gadagnare direttamente in caso di crollo, potrebbe anche costituire la base per una strutturata futura al rialzo.
Per la settimana concludono: il Dow a 11986(-0,9%) lo sp500 a 1364(-0,9%) il nasdaq a 2330(-0,9%), il nasdaq100 a 1713(-0,8%), il Russell2000 (-1,7%); tra i settori, trasporti(-2,9%) i semiconduttori(-0,7%) le biotech (-0,4%) i broker/dealer(-1,4%) le banche(-1,1%).
Tokyo cade a 16350 (-2%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6242(-0,3%) il footsie inglese a 6148(-0,2%), il cac francese a 5336(-1%) mentre l'Italietta senza la benchè minima speranza sal eimperterrita per effetto delle solite speculazioni sulle banche: l'SPmib a 39811(+1%) ed il Mibtel a 30624(+1%).
Tra le borse mondiali Brasile +2% India +1,7% Cina +3,3% Russia +0,9% a testiomoniare che la bolla globale, pompata dal cambio del dollaro bloccato, è viva e vegeta.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprata PUT sullo sp500
PREVISIONI: arrivano le elezioni
In una settimana leggera come dati macro, l'evento principale è costituito dalle elezioni di medio termine USA che si terranno il 7 e i cui risultati si sapranno nel pomeriggio-sera di mercoledì 8. Data la rarità dell'evento potrebbe esserci un impatto forte sui mercati. I sondaggi danno i democratici ancora in vantaggio, ma di recente i sondaggi non sono risultati affidabili. In caso di vittoria dei repubblicani i mercati festeggeranno(dollaro sù, borsa sù); ma se effettivamente i democratici dovessero prendere il controllo del Congresso, poichè si verrebbe a creare per i prossimi due anni uno stallo tra la presidenza e il parlamento con inevitabili riflessi su varie legislazioni, è molto probabile una reazione opposta(dollaro giù, borsa giù). Io poi sono convinto che in quest'ultimo caso, chi ha pompato finora proprio per favorire il recupero dei repubblicani, scaricherebbe tutto, anche perchè l'equazione vittoria democratici=mercati giù, potrebbe essere ben vista da loro in funzione delle prossime presidenziali del 2008.
Lunedì dati europei e discorsi di due membri della Fed.
Martedì vendite al dettaglio europee e produzione industriale tedesca.
Mercoledì parla Moskow della fed , e in serata risultati elettorali USA.
Giovedì gli unici dati macro americani della settimana: prezzi all'import-export , deficit commerciale di settembre, indice di fiducia del Michigan per novembre.
Infine Venerdì dati nippo-europei, e nel pomeriggio sia Trichet che Bernanke interverranno a un convegno sul monetarismo a Francoforte.
ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
-Chiuso un mini crudo scad. dicembre in pari a 59,30(-20 eu per comm.ni).
-comprato un eurodollaro a 1,2765 venduto a 1,2805+comprato un put 1,28 a 0,60 venduto a 0,20 (-50 eu per comm.ni).
-venduto un decennale a 108,48 comprato a 107,70+comprato un call 108 scad. novembre a 0,7188 (+20 eu spesando l'intera call e al netto delle comm.ni).
Operazioni aperte:
-comprato un call 108 scad. novembre sul bond decennale a 0
-comprato un put 1360 scad. novembre sul mini-sp500 a 5,75, chiude a 7(+62,5$ eu )
comprato un cacao scad. marzo 07 a 1520, chiude a 1516(-40$).
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3400 euro (con 20 operazioni effettuate su eurodollaro+ 5 sul nasdaq+2 su gas naturale+1 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+3 su petrolio+1 su s&p500+1 su dowjones); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +5% ed equivalente al +6% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 1% ed il 99% è in conto corrente al 2,37% netto (3,25% tasso iwbank).
11/02/2006
Speciale Opzioni
Speciale Opzioni
Avendo inserito in asset delle operazioni in opzioni su futures, ritengo sia utile un sintetica ripasso della materia, anche se molto complessa
(per chi non ne ha mai sentito parlare, ovviamente questo Speciale non è sufficiente; chi le vuole veramente imparare deve leggere libri e fare corsi specifici).
Le opzioni sui futures, sono derivati sui derivati. Possono essere sia di acquisto(call) che di vendita (put), e concernono un determinato prezzo di esercizio(strike) ad un altrettanto determinata scadenza.
I futures hanno scadenze trimestrali (marzo,giugno,settembre,dicembre), ma le opzioni su di loro possono avere anche scadenze mensili (ad esempio sul future dicembre oltre alle opzioni dicembre ci sono anche le opzioni novembre).
La scadenza di un opzione, vale a dire il tempo residuo della medesima, è un importante componente del prezzo(premio) della medesima. Altre componenti fondamentali sono :
- la volatilità del sottostante;
- la distanza tra lo strike e il prezzo corrente del sottostante.
Le opzioni si possono comprare e vendere allo scoperto, esattamente come i futures. Nel caso di acquisto, l'impegno richiesto è il pagamento del premio: l'unico rischio che si corre è infatti la perdita di tale importo.
Nel caso di vendita, poichè vendere un opzione significa impegnarsi a comprare (nel caso delle put) o a vendere(nel caso delle call) il sottostante, il rischio è esattamente uguale a quello dell'acquisto o vendita di un future, e viene quindi richiesto il versamento del margine di garanzia, che si adegua di giorno in giorno come per i futures.
Sulle opzioni si può ragionare in termini statici e in termini dinamici.
Statica:
Quando si compra o si vende un opzione, in pratica si fa una scommessa collegata al prezzo del sottostante ENTRO una certa scadenza. SE al momento della scadenza il prezzo del sottostante risulta diverso dallo strike dell'opzione, quest'ultima decade automaticamente se fuori prezzo, oppure viene esercitata automaticamente se in prezzo. Quando viene esercitata significa che si trasforma nel sottostante al prezzo di esercizio.
Dinamica:
Dal momento che si compra o si vende un opzione, il suo prezzo varia costantemente in funzione dei tre elementi sopra menzionati (nel breve il più evidente è quello relativo alla variazione del sottostante) con una percentuale di variazione variabile (delta). Ad esempio, un opzione il cui strike è pari alla quotazione del sottostante, ha una variazione del 50% circa. Più lo strike è fuori prezzo, minore il delta; più lo strike è in prezzo, maggiore è il delta.
Esempio: Comprare un opzione call su eurodollaro strike 1,28 quando il future è ad 1,28 significa posizionarsi al 50% di delta, il che comporta un minor guadagno iniziale (a 1,285 sarà aumentata di 0,25) e una minor perdita iniziale (a 1,275 sarà diminuita di 0,25).
Quindi oltre ad avere una perdita massima (stoploss) incorporata nel premio pagato, l'opzione consente anche di dimezzare l'entità del rischio- guadagno; man mano che la quotazione del sottostante si allontana dallo strike dell'opzione il Delta (cioè la variazione percentuale) aumenterà se l'opzione è in prezzo(in the money), e si ridurrà se l'opzione è fuori dal prezzo (out of the money), come ho già detto, quindi a 1,29 la call 1,28 andrà poi aumentando del 60% etc..
Il meccanismo del delta è uguale anche in caso di vendita dell'opzione, qui però manca la perdita massima incorporata; piuttosto il premio che si incassa quando si vende l'opzione fornisce un cuscinetto di protezione, esaurito il quale la perdita diviene teoricamente senza limite.
In genere, quando è che si comprano le opzioni? quando si pensa che vi sarà un movimento forte in una determinata direzione, tale da più che compensare il premio pagato. E quando è che si vendono? quando si ritiene che -entro la scadenza - il prezzo si manterrà in un intervallo inferiore al premio incassato.
Una delle forme più popolari di uso delle opzioni è quella dei differenziali(spread) per cui se si pensa che il sottostante salirà,
si compra un call e si vende un call più alto in modo da ridurre il premio netto pagato (la call più bassa costa di più), per incassare alla scadenza un guadagno anch'esso limitato alla differenza tra gli strike dei due call, al netto del premio, in un rapporto di almeno 1 a 2 .
Stesso discorso ovviamente con le put, in caso di strategia ribassista.
Non sto qui ad elencare le numerose combinazioni esistenti, ne citerò solo un altra classica nel caso in cui si pensi che il sottostante resti in un intervallo limitato di prezzo: si vendono sia la call che la put relative allo strike centrale dell'intervallo, e con la somma dei premi incassati si calcolano i punti di pareggio, sui quali si comprano la call e la put relative, in modo da avere una perdita certa e limitata, a fronte di un guadagno più o meno grande a seconda di quanto centrale risulterà il prezzo del sottostante alla scadenza.
Perchè finora ho evitato l'uso delle opzioni per l'asset?
perchè ciò che offre iwbank in materia lascia a desiderare: gli spread tra denaro -lettera sono spesso troppo ampi, e le commissioni su una singola opzione incidono molto (solo se si fanno tranche da 10 le commissioni divengono convenienti). Inoltre l'offerta è limitata al solo eurodollaro tra i cambi, ai bond e agli indici azionari(nessuna materia prima).
Infine, poichè preferisco comprare le opzioni, nelle fasi di alta volatilità diventa POCO CONVENIENTE. Veniamo però da una fase di range in tutti e tre i mercati trattabili, e la volatilità è adesso ai minimi.
Pertanto ho cambiato idea, e nonostante questi difetti, penso che utilizzando una certa tecnica (strutturata: future+opzione) che adesso illustrerò, il vantaggio di avere una stoploss predefinita, con un lasso di tempo a disposizione, e la possibilità di sfruttare più volte la medesima opzione, diviene decisamente appetibile.
Allora vediamo la tecnica sopra citata, nei casi specifici inseriti in asset. Eurodollaro.
Dopo che è stata superata la resistenza di 1,275 - e dato il contesto generale di valutazioni che qui non sto a ripetere - si è materializzata la possibilità di un rialzo fino a 1,29 (come primo livello); ma naturalmente restano come sempre molte possibilità che invece torni indietro a 1,26 etc.; allora piuttosto che comprare il future a 1,2765 e porre una stoploss o troppo ampia o, se stretta, troppo facilmente colpibile, ho accoppiato all'acquisto del future a 1,2765 l'acquisto della put 1,28 scadenza 10 novembre, pagandola 60 tiks. Questo sistema mi permette di avere una stoploss di 0,25 e vari giorni di tempo per vedere realizzato l'eventuale rialzo. Vediamo perchè:
l'acquisto della put 1,28 significa che - se il future alla scadenza sarà inferiore a 1,28 - la put si trasformerà in un contratto venduto a 1,28; poichè ne ho coimprato uno a 1,2765, incasserò 35 tiks; e poichè la put mi è costata 60 , ci avrò rimesso 60-35= 25tiks(stoploss stretta).
Viceversa se il future sale, come nell'auspicio dell'operazione, e alla scadenza risulterà superiore a 1,28 la put sparirà, io resterò con il contratto a 1,2765 e con un guadagno che a 1,2825 mi pareggerà l'operazione e da quel livello in sù mi farà andare in utile (ad 1,29 avrò +75 tiks). Diviene così possibile ottenere due importanti obiettivi: stoploss predeterminata e guadagno 2/3 volte superiore a quanto rischiato a 1,2875 /1,29; se poi il mercato dovesse sorprendere al rialzo, posso tenere il future fin quando mi pare e realizzare un guadagno anche ben superiore.
Ma c'è di più: per ottenere questo risultato, non devo aspettare per forza la scadenza. Se il future va subito a 1,29 - e ritengo che da lì le maggiori probabilità sono che torni a scendere- lo vendo, e incasso i famosi 75 tiks netti MA la put mi rimane; per cui se prima della scadenza effettivamente il future torna a scendere posso guadagnare anche sulla put, oppure posso rivendere un altro future (se ritengo che torna a salire) questa volta con stoploss pari a zero (a 1,28) perchè il premio l'ho già conteggiato nell'operazione precedente, o addirittura con un altro utile (se compro a a meno di 1,28).
Lo stesso discorso al contrario per l'operazione sul decennale:
ho venduto il future a 108,48 perchè penso che tornerà a scendere; al contempo ho comprato la call 108 a 0,72 realizzando (se invece sale e resta sopra 108) una stoploss di 0,24, ma c'è tempo fino al 24 novembre in questo caso. Il che significa che se il decennale torna a 107,76 sono già in pari e a 107 guadagno 0,76 cioè tre volte la perdita rischiata. A quel punto mi terrò la call, e se risale posso avere altre opportunità.
La strutturata poi si può fare anche in due tempi, come potrebbe essere il
caso dello sp500: essendo ribassista e vedendolo scendere ho comprato innanzitutto la put 1365 a 5,75 che rappresenta la perdita massima.
Se continua a scendere questa put andrà salendo di valore ed entrerò in guadagno. Potrò chiuderla semplicemente quando riterrò il momento opportuno; oppure se in base al contesto tecnico-fondamentale dovessi vedere la possibilità di un rialzo significativo posso comprare da 1365 o meglio, il future, creando una strutturata al rialzo con stoploss sempre già prefissata e pari a 5,75 o meglio, e da quel momento sarà sufficiente un rialzo del future di 5,75 per pareggiare e poi o mantenere la strutturata (se penso che il rialzo prosegue) o vendere il future e tenermi la put a costo zero. Ho tempo fino al 17 novembre in questo caso.
Adesso smetto perchè mi fanno male le mani.
Avendo inserito in asset delle operazioni in opzioni su futures, ritengo sia utile un sintetica ripasso della materia, anche se molto complessa
(per chi non ne ha mai sentito parlare, ovviamente questo Speciale non è sufficiente; chi le vuole veramente imparare deve leggere libri e fare corsi specifici).
Le opzioni sui futures, sono derivati sui derivati. Possono essere sia di acquisto(call) che di vendita (put), e concernono un determinato prezzo di esercizio(strike) ad un altrettanto determinata scadenza.
I futures hanno scadenze trimestrali (marzo,giugno,settembre,dicembre), ma le opzioni su di loro possono avere anche scadenze mensili (ad esempio sul future dicembre oltre alle opzioni dicembre ci sono anche le opzioni novembre).
La scadenza di un opzione, vale a dire il tempo residuo della medesima, è un importante componente del prezzo(premio) della medesima. Altre componenti fondamentali sono :
- la volatilità del sottostante;
- la distanza tra lo strike e il prezzo corrente del sottostante.
Le opzioni si possono comprare e vendere allo scoperto, esattamente come i futures. Nel caso di acquisto, l'impegno richiesto è il pagamento del premio: l'unico rischio che si corre è infatti la perdita di tale importo.
Nel caso di vendita, poichè vendere un opzione significa impegnarsi a comprare (nel caso delle put) o a vendere(nel caso delle call) il sottostante, il rischio è esattamente uguale a quello dell'acquisto o vendita di un future, e viene quindi richiesto il versamento del margine di garanzia, che si adegua di giorno in giorno come per i futures.
Sulle opzioni si può ragionare in termini statici e in termini dinamici.
Statica:
Quando si compra o si vende un opzione, in pratica si fa una scommessa collegata al prezzo del sottostante ENTRO una certa scadenza. SE al momento della scadenza il prezzo del sottostante risulta diverso dallo strike dell'opzione, quest'ultima decade automaticamente se fuori prezzo, oppure viene esercitata automaticamente se in prezzo. Quando viene esercitata significa che si trasforma nel sottostante al prezzo di esercizio.
Dinamica:
Dal momento che si compra o si vende un opzione, il suo prezzo varia costantemente in funzione dei tre elementi sopra menzionati (nel breve il più evidente è quello relativo alla variazione del sottostante) con una percentuale di variazione variabile (delta). Ad esempio, un opzione il cui strike è pari alla quotazione del sottostante, ha una variazione del 50% circa. Più lo strike è fuori prezzo, minore il delta; più lo strike è in prezzo, maggiore è il delta.
Esempio: Comprare un opzione call su eurodollaro strike 1,28 quando il future è ad 1,28 significa posizionarsi al 50% di delta, il che comporta un minor guadagno iniziale (a 1,285 sarà aumentata di 0,25) e una minor perdita iniziale (a 1,275 sarà diminuita di 0,25).
Quindi oltre ad avere una perdita massima (stoploss) incorporata nel premio pagato, l'opzione consente anche di dimezzare l'entità del rischio- guadagno; man mano che la quotazione del sottostante si allontana dallo strike dell'opzione il Delta (cioè la variazione percentuale) aumenterà se l'opzione è in prezzo(in the money), e si ridurrà se l'opzione è fuori dal prezzo (out of the money), come ho già detto, quindi a 1,29 la call 1,28 andrà poi aumentando del 60% etc..
Il meccanismo del delta è uguale anche in caso di vendita dell'opzione, qui però manca la perdita massima incorporata; piuttosto il premio che si incassa quando si vende l'opzione fornisce un cuscinetto di protezione, esaurito il quale la perdita diviene teoricamente senza limite.
In genere, quando è che si comprano le opzioni? quando si pensa che vi sarà un movimento forte in una determinata direzione, tale da più che compensare il premio pagato. E quando è che si vendono? quando si ritiene che -entro la scadenza - il prezzo si manterrà in un intervallo inferiore al premio incassato.
Una delle forme più popolari di uso delle opzioni è quella dei differenziali(spread) per cui se si pensa che il sottostante salirà,
si compra un call e si vende un call più alto in modo da ridurre il premio netto pagato (la call più bassa costa di più), per incassare alla scadenza un guadagno anch'esso limitato alla differenza tra gli strike dei due call, al netto del premio, in un rapporto di almeno 1 a 2 .
Stesso discorso ovviamente con le put, in caso di strategia ribassista.
Non sto qui ad elencare le numerose combinazioni esistenti, ne citerò solo un altra classica nel caso in cui si pensi che il sottostante resti in un intervallo limitato di prezzo: si vendono sia la call che la put relative allo strike centrale dell'intervallo, e con la somma dei premi incassati si calcolano i punti di pareggio, sui quali si comprano la call e la put relative, in modo da avere una perdita certa e limitata, a fronte di un guadagno più o meno grande a seconda di quanto centrale risulterà il prezzo del sottostante alla scadenza.
Perchè finora ho evitato l'uso delle opzioni per l'asset?
perchè ciò che offre iwbank in materia lascia a desiderare: gli spread tra denaro -lettera sono spesso troppo ampi, e le commissioni su una singola opzione incidono molto (solo se si fanno tranche da 10 le commissioni divengono convenienti). Inoltre l'offerta è limitata al solo eurodollaro tra i cambi, ai bond e agli indici azionari(nessuna materia prima).
Infine, poichè preferisco comprare le opzioni, nelle fasi di alta volatilità diventa POCO CONVENIENTE. Veniamo però da una fase di range in tutti e tre i mercati trattabili, e la volatilità è adesso ai minimi.
Pertanto ho cambiato idea, e nonostante questi difetti, penso che utilizzando una certa tecnica (strutturata: future+opzione) che adesso illustrerò, il vantaggio di avere una stoploss predefinita, con un lasso di tempo a disposizione, e la possibilità di sfruttare più volte la medesima opzione, diviene decisamente appetibile.
Allora vediamo la tecnica sopra citata, nei casi specifici inseriti in asset. Eurodollaro.
Dopo che è stata superata la resistenza di 1,275 - e dato il contesto generale di valutazioni che qui non sto a ripetere - si è materializzata la possibilità di un rialzo fino a 1,29 (come primo livello); ma naturalmente restano come sempre molte possibilità che invece torni indietro a 1,26 etc.; allora piuttosto che comprare il future a 1,2765 e porre una stoploss o troppo ampia o, se stretta, troppo facilmente colpibile, ho accoppiato all'acquisto del future a 1,2765 l'acquisto della put 1,28 scadenza 10 novembre, pagandola 60 tiks. Questo sistema mi permette di avere una stoploss di 0,25 e vari giorni di tempo per vedere realizzato l'eventuale rialzo. Vediamo perchè:
l'acquisto della put 1,28 significa che - se il future alla scadenza sarà inferiore a 1,28 - la put si trasformerà in un contratto venduto a 1,28; poichè ne ho coimprato uno a 1,2765, incasserò 35 tiks; e poichè la put mi è costata 60 , ci avrò rimesso 60-35= 25tiks(stoploss stretta).
Viceversa se il future sale, come nell'auspicio dell'operazione, e alla scadenza risulterà superiore a 1,28 la put sparirà, io resterò con il contratto a 1,2765 e con un guadagno che a 1,2825 mi pareggerà l'operazione e da quel livello in sù mi farà andare in utile (ad 1,29 avrò +75 tiks). Diviene così possibile ottenere due importanti obiettivi: stoploss predeterminata e guadagno 2/3 volte superiore a quanto rischiato a 1,2875 /1,29; se poi il mercato dovesse sorprendere al rialzo, posso tenere il future fin quando mi pare e realizzare un guadagno anche ben superiore.
Ma c'è di più: per ottenere questo risultato, non devo aspettare per forza la scadenza. Se il future va subito a 1,29 - e ritengo che da lì le maggiori probabilità sono che torni a scendere- lo vendo, e incasso i famosi 75 tiks netti MA la put mi rimane; per cui se prima della scadenza effettivamente il future torna a scendere posso guadagnare anche sulla put, oppure posso rivendere un altro future (se ritengo che torna a salire) questa volta con stoploss pari a zero (a 1,28) perchè il premio l'ho già conteggiato nell'operazione precedente, o addirittura con un altro utile (se compro a a meno di 1,28).
Lo stesso discorso al contrario per l'operazione sul decennale:
ho venduto il future a 108,48 perchè penso che tornerà a scendere; al contempo ho comprato la call 108 a 0,72 realizzando (se invece sale e resta sopra 108) una stoploss di 0,24, ma c'è tempo fino al 24 novembre in questo caso. Il che significa che se il decennale torna a 107,76 sono già in pari e a 107 guadagno 0,76 cioè tre volte la perdita rischiata. A quel punto mi terrò la call, e se risale posso avere altre opportunità.
La strutturata poi si può fare anche in due tempi, come potrebbe essere il
caso dello sp500: essendo ribassista e vedendolo scendere ho comprato innanzitutto la put 1365 a 5,75 che rappresenta la perdita massima.
Se continua a scendere questa put andrà salendo di valore ed entrerò in guadagno. Potrò chiuderla semplicemente quando riterrò il momento opportuno; oppure se in base al contesto tecnico-fondamentale dovessi vedere la possibilità di un rialzo significativo posso comprare da 1365 o meglio, il future, creando una strutturata al rialzo con stoploss sempre già prefissata e pari a 5,75 o meglio, e da quel momento sarà sufficiente un rialzo del future di 5,75 per pareggiare e poi o mantenere la strutturata (se penso che il rialzo prosegue) o vendere il future e tenermi la put a costo zero. Ho tempo fino al 17 novembre in questo caso.
Adesso smetto perchè mi fanno male le mani.
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